STORIA- Pagina 53

Appuntamenti in quota con la Storia a Bardonecchia

 

UFFICIO DEL TURISMO DI BARDONECCHIA

PRENDE IL VIA GIOVEDI’ 3 AGOSTO 2023 LA 3^ EDIZIONE. QUATTRO GIORNATE ALLA SCOPERTA DELLE OPERE MILITARI DEL VALLO ALPINO E DELLE FORTIFICAZIONI

Anche quest’anno su proposta di Turismo Torino e Provincia, Ufficio del Turismo di Bardonecchia, con il patrocinio ed il contributo della Civica Amministrazione, la collaborazione con l’Associazione Monte Chaberton e con le Guide Alpine Valsusa, sull’onda del successo degli ultimi due anni, prende il via giovedì 3 agosto la terza edizione di “Alla scoperta delle opere militari del Vallo Alpino e delle fortificazioni di Bardonecchia. Appuntamenti in quota con la storia”.

Occasione imperdibile per residenti, turisti e villeggianti di ripercorrere nei tre giovedì e nell’ultimo mercoledì del mese, 3, 10, 17 e 23 agosto, in piena sicurezza, grazie alla costante presenza delle Guide Alpine Valsusa di Bardonecchia, le antiche vie militari alla scoperta della storia delle numerose fortificazioni ottocentesche e del Vallo Alpino presenti nella Conca di Bardonecchia.

Forma di turismo, sempre più praticata che si avvale della disponibilità e delle competenze acquisite negli anni dai soci dell’Associazione Monte Chaberton, presieduta da Davide Corona, bravi nel dare contenuti storici alle escursioni ludiche e didattiche, fornire puntuali informazioni volte a far conoscere, apprezzare e approfondire la storia e gli aspetti tecnici di quaranta e più straordinarie opere di ingegneria militare situate a presidio del confine di cui talvolta se ne ignora l’origine, lo scopo e l’esistenza.

Progetto articolato in quattro escursioni sul territorio italiano, diverse da quelle proposte la scorsa estate con quota d’iscrizione di € 11,00 a persona, con prenotazione entro le ore 17.00 del giorno precedente l’uscita guidata e con ritrovo di fronte all’ Ufficio del Turismo in Piazza Valle Stretta 1, presso i locali del Palazzo delle Feste, in abbigliamento adeguato ad una camminata in montagna, con zaino, pranzo al sacco e scorta d’acqua.

Spostamenti con mezzi propri e rientri entro le ore 17.30.

Programma:

Giovedì 03 agosto: Forte del Foens, con partenza dalla borgata Le Broue, ritrovo ore 08.30, dislivello 500 mt. circa, difficoltà facile;

Giovedì 10 agosto: Valle del Frejus (Caserme 32-33 e Centro 44) ritrovo ore 08.30,

dislivello 450 mt. circa, difficoltà facile/media;

Giovedì 17 agosto: Pian del Colle-Colle della Scala (Centri 37-36bis ed eventualmente 37bis e 37ter), ritrovo ore 8.30, dislivello 400 mt. circa, difficoltà facile/media;

Mercoledì 23 agosto: Valle di Rochemolles (Centro 64) ritrovo ore 8.30, dislivello 600 mt. circa, difficoltà facile/media.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: Ufficio del Turismo di Bardonecchia, Piazza Valle Stretta 1 (presso il Palazzo delle Feste), telefono + 39 0122.99032.

 

Triora, il paese delle streghe

Misteri e leggende nell’entroterra ligure

La Liguria è una meta estiva molto apprezzata. Con le sue bellissime spiagge, i deliziosi luoghi di villeggiatura, ad un passo da Torino (lavori stradali permettendo), è una valvola di sfogo naturale dalla nostra città continentale verso il blu del mare, i bagni e il relax, in poche parole questa regione per i piemontesi, e non solo, è sinonimo di vacanza.

Oltre alle località prettamente marine che amiamo raggiungere soprattutto nel week end per affrancarci dal caldo urbano, ci sono piccoli paesi e borghi che meritano assolutamente una visita, anche durante le altre stagioni. Tra questi c’è Triora, un centro medievale avvolto dal mistero e da storie che narrano di magia e sortilegi.

Arroccato a circa 800 metri sopra la riviera ligure di ponente, in provincia di Imperia, questo gioiello che si affaccia sulla Valle Argentina è popolato da poco più di 200 persone. Tria-Ora, il nome originario che vuol dire le tre bocche e rappresenta i tre prodotti alimentari tipici del luogo (vite, castagno e grano), è famoso per i suoi paesaggi montani e i meravigliosi boschi che lo circondano ma soprattutto per la sua storia, quella tra il 1585 e il 1589, che lo ha fatto divenire il Paese delle Streghe.

Nel sedicesimo secolo a Triora, infatti, ci furono diversi terribili eventi, pestilenze e carestie, e una ventina di donne furono accusate di procurare siccità, morte del bestiame e persino di mangiare i bambini; forti di questa convinzione i cittadini decisero di processare queste fattucchiere che furono giudicate dall’Inquisizione e torturate per costringerle a confessare, alcune di esse arrivarono addirittura al suicidio per sfuggire alle crudeltà a cui furono sottoposte. Diverse case vennero trasformate in prigioni e Triora, a causa questi eventi legati a malefici incantesimi, fu chiamata la “Salem d’Italia” e divenne famosa in tutta la penisola.

La storia di questo adorabile paesino, avvolto dalle montagne, è inevitabilmente legata a questi eventi macabri, ogni angolo, ogni strada o luogo rimanda, infatti, alle famose streghe con suggestivi dipinti murali, statue, ma anche oggetti, tarocchi e i famosi cioccolatini “il bacio della strega”. Ogni anno, per ricordare i magici incantesimi delle megere, la prima domenica dopo ferragosto si celebra la “Strigora” durante la quale un corteo di streghe (si fa per dire) raggiunge un edificio, la Cabotina, dove sembra che queste ultime ,nel periodo malefico, si riunissero . Il Museo di Etnografia e Stregoneria, oltre all’esposizione di una ricreazione della vita contadina del passato, raccoglie alcuni documenti relativi ai processi, ricostruzioni degli interrogatori e delle torture.

Triora, oltre alla sua storia di magia nera, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia grazie alla sua posizione, allo scenario in cui è incastonato, alle sue mura di cinta, ai suoi meravigliosi panorami, ai resti del castello ma anche per alcune attrazioni come la chiesa di San Bernardino, nota per i suoi affreschi del 400, i portali di ardesia, Palazzo Stella, la Collegiata e la Fontana Soprana.

Maria La Barbera

Per maggiori informazioni:

www.trioradascoprire.it

http://www.comune.triora.im.it

Palio di Susa, vince il Borgo dei Nobili

Nell’epoca di maggior splendore della corte segusina, a metà dell’XI secolo, si svolgevano gare e feste in onore della Contessa Adelaide di Susa e del consorte Conte Oddone di Savoia, figlio del capostipite della dinastia dei Savoia Umberto I Biancamano.
I tornei, nell’arena romana di Susa, erano in pratica il divertimento preferito dai Signori del Medioevo e in questo modo si festeggiavano le vittorie, le nozze o l’arrivo di principi da terre lontane. Ma si trattava di vere e proprie battaglie che spesso finivano in spargimenti di sangue con morti e feriti. L’eccessiva violenza che si vedeva in questi tornei costrinse la Chiesa ad intervenire e a declassare la manifestazione in un avvincente ma semplice gioco davanti ai sovrani e al popolo.
A vincere non era il più crudele ma il più abile e coraggioso. I cavalieri per la Giostra del Saraceno, gli arcieri per il tiro con l’arco, gli atleti per il tiro alla fune sono le prove in cui si sfidano oggi i borghigiani con i costumi d’epoca. Intanto, dall’altra parte della cittadina, laContessa Adelaide e Oddone di Savoia sono usciti dalla Cattedrale di San Giusto accompagnati da dame, damigelle, scudieri e sbandieratori applauditi da centinaia di segusini festanti. Dopo la Santa Messa e la benedizione del Palio dei borghi è seguita la sfilata per le vie di Susa e nel pomeriggio il corteo storico ha raggiunto l’Arena Romana dove si sono svolti i giochi. Il vincitore, il Borgo dei Nobili, è stato premiato dalla contessa Adelaide con il Palio di Susa 2023. E’ stata una domenica di grande festa per i Segusini che hanno dato vita al Torneo storico dei sei Borghi cittadini, edizione 2023, una rievocazione storica che prende spunto da spettacoli messi in scena intorno all’anno 1050 in onore del Conte Oddone di Savoia e della Contessa Adelaide di Susa, il personaggio principale.
Nato nel 1987 per iniziativa della Pro Susa, il torneo storico dei borghi si svolgeva anticamente in primavera e le gare sportive erano le manifestazioni più apprezzate dal popolo del Medioevo. Dagli anni Ottanta si tiene invece a luglio.
                                         Testo e foto di Filippo Re

Avvenne oggi 532 anni fa. La posa della prima pietra del Duomo di Torino

 

Era il 22 Luglio del 1491: Torino ed i suoi abitanti quel giorno assistettero ad un importante evento che cambiò l’aspetto cittadino ed anche le loro quotidiane abitudini.

Si stava per concludere un secolo, il lontano Quattrocento, con la costruzione dell’unica opera rinascimentale in territorio taurinense, sulle tracce del pensiero architettonico del Brunelleschi, la cattedrale di S. Giovanni Battista a tre navate suddivise da pilastri cruciformi, il Duomo di quella che divenne secoli dopo la prima capitale d’Italia. Fu un grande cantiere per quel tempo i cui lavori si conclusero in sette anni, non molti se si pensa alla totale manualità dell’impresa. Fu la giovane duchessa Bianca di Savoia a porre la prima pietra in quella lontanissima mattinata estiva mentre bisognerà attendere il 1505 per la consacrazione di quella che sicuramente fu agli occhi di tutti un’opera avveniristica e così lontana dal gusto gotico che imperava allora. Immaginiamo la giovane ed esile duchessa nel suo abito dorato con quel suo strascico appena accennato, il taglio vita alto, l’ampia scollatura rotonda, il broccato leggero estivo con pietre dure attorno allo scollo, alle ampie maniche e le perle nei capelli oltreché sul suo esile diafano collo, intenta a espletare un compito che sarebbe passato alla storia sotto gli occhi dei notabili, del clero, dei cittadini di ogni condizione ed età, giunti di buon mattino per non perdersi l’evento di cui si parlava da tempo.

Va detto che per erigere il Duomo furono sacrificate tre chiese medievali contigue, certamente vetuste ma molto care ai torinesi ed alle loro tradizioni. Erano luoghi di culto dedicati al Salvatore, a S. Giovanni Battista e a S. Maria, con ricordi di S. Massimo, reliquie di S. Orsola oltre, si diceva allora, alla mandibola del Battista mentre la terza chiesa, dedicata a Maria, ricordava quella romana edificata dopo il Concilio di Efeso. Tre luoghi di culto che furono anche teatro di assassinii, morti ed altri fatti cruenti come anche allora avvenivano frequentemente. La costruzione del Duomo fu fortemente voluta dai Savoia e dall’allora vescovo di Torino, il Cardinale Domenico della Rovere. La direzione dei lavori ed i disegni furono affidati all’architetto, ingegnere e scultore toscano Amedeo di Francesco da Settignano, detto Meo del Caprino che lavorò prima a Ferrara poi a Roma in Vaticano alla Loggia dei penitenzieri ed infine a Torino oltreché nella vicina Carmagnola, presso la bellissima chiesa nel cuore del centro storico, dedicata a S. Agostino. Fu proprio questo artista a sovvertire l’architettura legata al gotico d’oltralpe per portare a Torino la cultura rinascimentale già ben nota nella Toscana di allora. I documenti dell’epoca riportano che nel 1492 avvenne un primo pagamento ” magistro Amedeo de Septignano fiorentino architectori et magistrato fabricae ecclesiae Taurinensis “. Da gotica a rinascimentale per i torinesi dovette essere un passaggio che destò non poco stupore e si può immaginare per un attimo il loro sconcerto quando videro demolire tre chiese a loro tanto care per far posto ad un edificio completamente rivoluzionario. Basti ricordare l’arrivo in città dei due recenti grattacieli che furono oggetto per anni di discussioni e di differenze di pensiero per tanti torinesi di oggi. Coevo del Duomo è il campanile, quasi a ridosso dei resti del Teatro Romano, con la sua cella campanaria.

Subì un rimaneggiamento sopraelevandolo in altezza sotto Vittorio Amedeo II. Si dovrà attendere il Seicento per assistere agli ampliamenti guariniani ed alla costruzione della famosa cupola del grande Guarino Guarini oltre all’arrivo a Torino da Chambery del sacro telo sindonico ed alle vicende ad esso collegate. Qui si è inteso puntare l’attenzione sulla quattrocentesca nascita del Duomo di Torino lasciando ad un prossimo nostro approfondimento tutto il periodo che la cattedrale e con lei i torinesi vissero dal Seicento guariniano ad oggi.

Patrizia Foresto

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI

21 – 27 luglio 2023

 

VENERDI 21 LUGLIO

Venerdì 21 luglio ore 16.30

VITA, CIBO E DIVERTIMENTO A BISANZIO

Palazzo Madama – visita guidata tematica

La mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario allestita a Palazzo Madama non consente soltanto ammirare sculture, mosaici, oggetti e monete, ma offre l’opportunità di indagare la vita, le abitudini e le peculiarità di una civiltà a noi meno nota. Imperatori, aristocrazia e clero sono le gerarchie meglio conosciute, ma è sicuramente interessante scoprire la vita quotidiana di quella società. Quali erano le fiere di strada e di piazza che animavano città e vie? Quali spettacoli si allestivano nell’ippodromo? E ancora, quali cibi, interessi e abitudini condividevano?

La visita tematica proposta avvicina a quel mondo e offre interessanti approfondimenti.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

MERCOLEDI 26 LUGLIO

 

Mercoledì 26 luglio ore 17

NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA

MAO – attività per famiglie

L’attività prende avvio dalla visita della nuova mostra Metalli sovrani. Le incisioni e gli sbalzi presenti sui preziosi oggetti esposti provenienti da The Aron Collection saranno lo spunto per l’attività di laboratorio, che prevede la realizzazione di lastrine di rame decorate con la tecnica a sbalzo.

Prenotazione obbligatoria: 011-4436927 – maodidattica@fondazionetorinomusei.it

Costo laboratorio €7 a bambino; adulti ingresso ridotto alle collezioni permanenti.

 

Mercoledì 26 luglio ore 19

ARUSHI JAIN. Elettronica contemporanea e classici raga indostani amalgamati in un’armonia perfetta.

MAO – concerto nell’ambito del public program di Buddha10 Reloaded

Arushi Jain è cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente DIY di una tradizione secolare. Le sue composizioni infatti si ispirano ai raga classici indostani, esplorati però tramite una lente ed un’estetica contemporanee e molto attuali.

Jain è cresciuta a Delhi, dove è stata esposta alla musica classica indiana e alla musica tradizionale locale sin dalla giovane età. Successivamente si è trasferita in California per studiare informatica alla Stanford University, dove è stata introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA).

La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichiraga dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella Bay Area.

Il suo ultimo album Under the Lilac Sky è stato pubblicato su Leaving Records nel luglio 2021 ed è stato nominato Global Album of the Month del Guardian, oltre ad aver ottenuto recensioni entusiastiche su Pitchfork, Bandcamp, Boiler Room, Ableton, Resident Advisor, FACT, Crack, DJMag e molti altri.

Recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di Forbes 30 under 30.

I biglietti sono acquistabili presso la biglietteria del museo e su Ticketone.

 

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

 

Lo Scià di Persia a Torino, 150 anni fa

E’ la sera del 24 luglio 1873, a Porta Nuova un uomo venuto dall’Oriente scende dal treno con il tradizionale copricapo conico e una lunga tunica decorata di perle, rubini e zaffiri. È lo Scià di Persia. Via Roma lo accoglie vestita a festa con bandiere e ghirlande, via Po, piazza Vittorio e la stessa via Roma illuminate con luci a gas e candele. I festeggiamenti sono grandiosi tra fuochi d’artificio e la musica tambureggiante delle bande militari. Tre reggimenti di fanteria, uno di cavalleria e uno di bersaglieri, attendono a Porta Nuova il monarca di Teheran.
Dalla stazione il corteo, scortato dai militari del Regio Esercito e dai corazzieri del Re in alta uniforme, proseguì per piazza Carlo Felice, via Roma, Piazza San Carlo e piazza Castello tra ali di folla ordinata e tranquilla sorvegliata dai carabinieri. Le carrozze sono trainate dai migliori cavalli. Una cerimonia splendida, come viene ricordata nei documenti dell’epoca. Così la Torino sabauda ricevette con tutti gli onori Naser al-Din Qajar (1831-1896) lo Scià di Persia che regnò per quasi 50 anni sul trono del Pavone, simbolo del potere imperiale persiano. Da Teheran raggiunse varie capitali europee e dopo una tappa a Ginevra arrivò a Torino passando per il valico del Moncenisio. Chi era costui? Naser al Din Shah, della dinastia imperiale Qajar, è stato Scià di Persia dal 1848 al 1896 quando fu assassinato. Iniziò il suo regno approvando riforme moderniste ma negli anni successivi diventò sempre più conservatore e tradizionalista. Fu il primo sovrano persiano a scrivere e pubblicare i propri diari e proprio dai suoi appunti conosciamo i particolari della sua tappa a Torino. Si fermò due giorni, voleva conoscere a tutti i costi Re Vittorio Emanuele II che d’estate preferiva andare a caccia in Piemonte e che decise quindi di ricevere il sovrano persiano a Torino. Ad accoglierlo c’erano il Re d’Italia e altre importanti personalità quali il presidente del consiglio Marco Minghetti con diversi ministri, il duca d’Aosta e il principe ereditario Umberto. Allo Scià furono donati mosaici veneziani e fiorentini, coralli del sud d’Italia e vari oggetti artistici. Dal canto suo Naser al-Din, che per l’occasione speciale indossava il collare dell’Annunziata, fece distribuire 150 decorazioni dell’Ordine del Leone e del Sole: tra i decorati spiccava il sindaco di Torino Felice Rignon, conte di Marmorito e senatore del Regno d’Italia. Lo Scià e i suoi consiglieri alloggiarono a Palazzo Reale, ospiti del Re, mentre il resto della delegazione si stabilì nell’albergo d’Europa in una piazza Castello illuminata dalla luce elettrica.
Nel Diario dello Scià si legge che dopo pranzo sono stati visitati gli appartamenti di Palazzo Reale e l’Armeria Reale, i giardini e gli animali del Re. Una sfarzosa serata di gala attendeva l’ospite persiano, tra servizi in oro e argenteria giunti appositamente da Roma, e al Teatro Regio fu rappresentata la Norma di Vincenzo Bellini. La mattina di domenica 27 luglio lo Scià salutò Torino diretto a Milano. Anche il nostro Re si allontanò subito dalla città per raggiungere la sua adorata Valle d’Aosta.         Filippo Re

“I soldati che fecero l’impresa. L’Assietta, il mito, la festa”

L’iniziativa, promossa dal Consiglio Regionale del Piemonte in collaborazione con l’Associazione Festa del Piemonte e del Colle dell’Assietta, costituisce la penultima tappa del calendario estivo della prima edizione della Festa del Piemonte. L’incontro, aperto dal presidente del Consiglio Regionale Stefano Allasia, ha visto la partecipazione di Lorenza Santa, curatrice delle Collezioni di Palazzo Reale, dell’uniformologo Enrico Ricchiardi, dello storico Eugenio Garoglio e del vicepresidente del Coodinamento Rievocazioni storiche 1600-1700. La voce di Mario Brusa ha scandito i momenti recitativi della mattinata, mentre le suggestioni sonore del XVIII secolo sono state affidate a musicanti dei Gruppi Pifferi e Tamburi di Santhià e di Arnad.

“Anche l’appuntamento di oggi  – ha sottolineato il presidente Stefano Allasia – è un’occasione per comprendere meglio l’importanza della battaglia dell’Assietta, avvenuta il 19 luglio del 1747, che vide le truppe piemontesi vittoriose contro le armate francesi e spagnole. La Battaglia e la Festa del Piemonte sono opportunità e strumenti per riscoprire il significato e l’essenza della “piemontesità” cogliendo le peculiarità storiche, linguistiche, musicali e letterarie. Opportunità da cogliere e soprattutto da vivere.

“Quella che è stata messa in scena stamattina – ha commentato il curatore Michele D’Andrea – si potrebbe definire “l’altra faccia dell’Assietta”, ossia quel forziere di curiosità, aneddoti, piccole e grandi vicende che hanno costruito l’epica giornata del 19 luglio 1747. Un tentativo perfettamente riuscito di narrare, con scioltezza e brio, l’uomo dentro l’uniforme, l’orizzonte quotidiano e individuale di coloro che, sotto bandiere diverse, quel pomeriggio estivo avrebbero scritto, senza esserne consapevoli, una pagina di storia con la S maiuscola”.

I Musei Reali hanno partecipato alla Prima Festa del Piemonte, istituita con legge regionale 15 del 22 agosto 2022 per promuovere il patrimonio identitario e storico culturale territoriale, non solo ospitando il convegno di oggi nel Salone delle Guardie Svizzere, ma organizzando da martedì 18 a venerdì 21 luglio, alle ore 17 una visita guidata tematica di approfondimento su alcune opere pittoriche e d’arredo raffiguranti la battaglia dell’Assietta, legate al secondo re di Sardegna, Carlo Emanuele III, del quale ricorre il 250° anniversario della morte. Il percorso di visita si svolgerà al secondo piano di Palazzo Reale, con approfondimenti sui dipinti di Hyacinth de La Pegna e di Massimo d’Azeglio, e nella Galleria delle Battaglie, al primo piano.

 

Al via le celebrazioni dei 90 anni del Museo dell’Auto di Torino

Oggi, lunedì 17 luglio alle ore 11 in piazzetta reale a Torino si inaugurano le celebrazioni di MAUTO90, l’unico momento in cui sono riuniti tutti insieme per una foto celebrativa i rappresentanti degli enti e delle istituzioni che organizzano iniziative ed eventi in occasione dell’importante anniversario.

Davanti alla splendida ITALA 35/45 HP “Palombella” del 1907: una delle favorite dalla Real Casa Savoia, in particolare della regina Margherita, per la quale fu costruita e da lei battezzata la Palombella. Raffinata nella sua carrozzeria, sono da notare in questo lussuoso “limousine landaulet” le maniglie d’argento foggiate ad aquila e la scaletta di accesso ribaltabile sotto lo sportello. Il telaio è identico a quello della famosa “Itala” vincitrice della Pechino-Parigi del 1907.

La Fondazione Torino Musei per i 90 anni del MAUTO

MAO

Dal 15 luglio al 3 settembre 2023

Sala Polifunzionale

Anche il MAO Museo d’Arte Orientale partecipa alla rassegna diffusa organizzata per celebrare i 90 anni del MAUTO e propone la video installazione dell’artista Axl LE The Six Realms of Reincarnation 2023, che mescola temi ecologici con la visione dei sei regni buddisti come mondi ipertecnologici e distopici.

Utilizzando la tecnologia CG, Axl LE combina un personaggio digitale scansionato in 3D con la sua visione immaginaria del futuro, cercando di reinterpretare il concetto dei sei regni della reincarnazione. L’artista immagina sei regni: il Regno del Cielo, dove le persone caricheranno la loro coscienza sul cloud, entrando in un regno digitale dove tutto è possibile; il Regno Ashura un mondo dove l’intelligenza artificiale prende coscienza di sé e ingaggia una guerra costante con il Regno del Cielo; il Regno umano, un’epoca di coltivazione spirituale attiva; il Regno dell’Inferno, antitesi del Regno del Cielo derivato dalle conseguenze catastrofiche causate da insetti maligni nel mondo delle nuvole; il Regno del fantasma affamato, in cui le persone sono ridotte a schiavi di un’intelligenza artificiale consapevole; il Regno degli animali, in cui le persone hanno perso la resistenza del proprio spirito e del proprio corpo fisico e vivono in un perenne stato di malinconia, incapaci di liberarsi dalla loro situazione.

L’opera è installata in sala Polifunzionale ed è visibile tutti i giorni in orario di apertura del museo.

PALAZZO MADAMA

Dal 15 al 24 luglio 2023

Atrio del museo. Momento inaugurale: lunedì 17 luglio alle 12:30

Torino, luglio 1968: tre Mini Cooper con i colori della bandiera inglese – blu, bianca e rossa – rombano fuori dalla Sala del Senato del Regno d’Italia e si precipitano a capofitto giù per lo Scalone juvarriano di Palazzo Madama.

È Un colpo all’italiana (The Italian Job) di Peter Collinson a segnare un clamoroso caso cinematografico che renderà la città sabauda protagonista di folli inseguimenti tra vie monumentali e i capolavori recenti di Italia ‘61.

Per i 90 anni del MAUTO Palazzo Madama rievoca questi avvenimenti esponendo una Austin Mini Cooper S del 1962 nel suo atrio, accompagnata da una narrazione di quei giorni e da un serrato montaggio a rievocare quanto fu.

Ingresso libero

 

GAM

Dal 18 luglio al 3 settembre 2023

Atrio del museo. Apertura al pubblico: martedì 18 luglio alle 18:30

 

In occasione del novantesimo anniversario del Museo dell’Automobile di Torino, la GAM propone nella grande parete dell’atrio del museo due opere d’arte della sua collezione, entrambe legate alla rappresentazione di un moderno veicolo, possibile o immaginato. Sia nel caso della Macchina del 1963 di Alberto Moretti sia in quello dell’invenzione del Black Scooter realizzato nel 1969 da Gianni Piacentino siamo posti di fronte alla irruzione di una nuova iconografia nell’opera d’arte. Siamo, in entrambi i casi, nei pieni anni sessanta, e dunque in coincidenza con gli anni del boom economico e la massima espansione dell’industria dell’auto e del motore. Queste opere – così come nel caso della auto da corsa ‘ricostruita’ da Salvatore Scarpitta, la mitica Rajo Jack del 1964, acquistata per le collezioni del museo e ora esposta alle OGR – nascono forse sul filo della parodia, ma sono correlate, comunque, a una rivoluzione comportamentale e a un senso della modernità che non si era più visto dai tempi del mito della macchina e della velocità propugnati dai Futuristi al principio del secolo. Da sottolineare è la quasi perfetta coincidenza della nascita di queste opere con i “Car Disasters” di Andy Warhol, proprio del ’63, di cui la GAM possiede il famoso Orange Car Crash, esposto nella collezione permanente.

Ingresso libero

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

VENERDI 14 LUGLIO

 

Venerdì 14 luglio ore 16.30

BISANZIO, COSTANTINOPOLI, ISTANBUL: SECOLI DI STORIA

Palazzo Madama – visita guidata tematica

Bisanzio: punto strategico del Ponto. Costantinopoli, la “Città di Costantino”, la Nuova Roma, la Città d’Oro, toponimi che conducono all’odierna Istanbul, la metropoli sulle rive del Bosforo, ponte e porta tra Oriente e Occidente. Visitare e approfondire la mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, in corso a Palazzo Madama, è davvero affascinante: imperatori e imperatrici, basilei e basilisse, concili e scismi, crociate, conquiste e secoli di storia che arrivano fino a noi. L’Oriente, infatti, con la sua influenza, si pone alle basi anche della nascente potenza sabauda. Inaspettatamente si compiono itinerari che congiungono il Mar Nero al Monferrato. Una storia da raccontare, sfogliando le pagine dei secoli.

Costo: 6 € per il percorso guidato + biglietto di ingresso al museo secondo tariffe (gratuito con Abbonamento Musei e Torino Piemonte Card).

Info e prenotazioni: t. 011 5211788 (lun-dom 9-17.30); prenotazioniftm@arteintorino.com

 

 

SABATO 15 LUGLIO

 

Sabato 15 luglio

UN “ITALIAN JOB”

15 – 24 luglio

Palazzo Madama – progetto espositivo per i 90 anni del MAUTO

Torino, luglio 1968: tre Austin Mini Cooper S con i colori della bandiera inglese – blu, bianca e rossa – rombano fuori dalla Sala del Senato del Regno d’Italia e si precipitano a capofitto giù per lo Scalone juvarriano di Palazzo Madama. È Un colpo all’italiana (The Italian Job) di Peter Collinson a segnare un clamoroso caso cinematografico che renderà la città sabauda protagonista di folli inseguimenti tra vie monumentali e i capolavori recenti di Italia ‘61. Per i 90 anni del MAUTO Palazzo Madama rievoca questi avvenimenti esponendo una Austin Mini Cooper S del 1962 nel suo atrio, accompagnata da una narrazione di quei giorni e da un serrato montaggio di spezzoni del film a rievocare quanto fu.

Ingresso gratuito

Info: www.palazzomadamatorino.it

Sabato 15 luglio

THE SIX REALMS OF REINCARNATION 2023

15 – 24 luglio

MAO – progetto espositivo per i 90 anni del MAUTO

Anche il MAO Museo d’Arte Orientale partecipa alla rassegna diffusa organizzata per celebrare i 90 anni del MAUTO e propone la video installazione dell’artista Axl LE The Six Realms of Reincarnation 2023, che mescola temi ecologici con la visione dei sei regni buddisti come mondi ipertecnologici e distopici.

Utilizzando la tecnologia CG, Axl LE combina un personaggio digitale scansionato in 3D con la sua visione immaginaria del futuro, cercando di reinterpretare il concetto dei sei regni della reincarnazione.

L’artista immagina sei regni: il Regno del Cielo, dove le persone caricheranno la loro coscienza sul cloud, entrando in un regno digitale dove tutto è possibile; il Regno Ashura un mondo dove l’intelligenza artificiale prende coscienza di sé e ingaggia una guerra costante con il Regno del Cielo; il Regno umano, un’epoca di coltivazione spirituale attiva; il Regno dell’Inferno, antitesi del Regno del Cielo derivato dalle conseguenze catastrofiche causate da insetti maligni nel mondo delle nuvole; il Regno del fantasma affamato, in cui le persone sono ridotte a schiavi di un’intelligenza artificiale consapevole; il Regno degli animali, in cui le persone hanno perso la resistenza del proprio spirito e del proprio corpo fisico e vivono in un perenne stato di malinconia, incapaci di liberarsi dalla loro situazione.

L’opera è installata in sala Polifunzionale ed è visibile tutti i giorni in orario di apertura del museo.

Ingresso libero. Info https://www.maotorino.it/it/evento/the-six-realms-of-reincarnation-2023/

 

 

LUNEDI 17 LUGLIO

 

Lunedì 17 luglio ore 17

IL NOSTRO DEBITO CON BISANZIO

Palazzo Madama – conferenza con Mario Gallina, già Professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università degli Studi di Torino

Nella percezione collettiva Bisanzio è soprattutto un luogo di decadenza e di storie di palazzo. Certo  intrighi e congiure palatine non mancarono, ma la sostanza di quell’impero fu ben altro: Bisanzio, infatti, fu il prezioso scrigno in cui i valori umani della politeia e della paideia, vale a dire di un’educazione culturale e politica in cui pienamente si realizza l’uomo sapiente, tramandati dall’antichità greco-romana e integrati nei quadri culturali e nei bisogni del cristianesimo, vennero per lunghi secoli custoditi, per essere poi trasmessi a quell’Occidente che, dopo aver rischiato di perderli, saprà arricchirli e trasformarli.

La conferenza chiude il ciclo, che approfondisce alcuni dei temi presentati nella mostra Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario, visitabile nella Sala del Senato di Palazzo Madama fino al 28 agosto 2023, attraverso 350 opere provenienti da importanti musei italiani e da oltre venti musei greci.

Mario Gallina, già Professore ordinario di Storia bizantina presso l’Università degli Studi di Torino. Tra le sue opere: Una società coloniale del Trecento. Creta fra Venezia e Bisanzio (Venezia 1989); Potere e società a Bisanzio (Torino 1995); L’Italia mediterranea e gli incontri di civiltà (con P. Corrao e C. Villa, Roma-Bari 2001); Conflitti e coesistenza nel Mediterraneo medievale: mondo bizantino e Occidente latino (Spoleto 2003); Incoronati da Dio. Per una storia del pensiero politico bizantino (Roma 2016); Bisanzio. Storia di un Impero (Roma 2016).

 

 

MARTEDI 18 LUGLIO

 

Da martedì 18 luglio a domenica 3 settembre

LA GAM PER I 90 ANNI DEL MAUTO

GAM – nuovo progetto espositivo

In occasione del novantesimo anniversario del Museo dell’Automobile di Torino, la GAM propone nella grande parete dell’atrio del museo due opere d’arte della sua collezione, entrambe legate alla rappresentazione di un moderno veicolo, possibile o immaginato.

Sia nel caso della Macchina del 1963 di Alberto Moretti (1922-2012) sia in quello dell’invenzione del Black Scooter realizzato nel 1969 da Gianni Piacentino (1945) siamo posti di fronte alla irruzione di una nuova iconografia nell’opera d’arte. Siamo, in entrambi i casi, nei pieni anni sessanta, e dunque in coincidenza con gli anni del boom economico e la massima espansione dell’industria dell’auto e del motore. Queste opere – così come nel caso della auto da corsa ‘ricostruita’ da Salvatore Scarpitta (1919-2007), la mitica Rajo Jack del 1964, acquistata per le collezioni del museo e ora esposta alle OGR – nascono forse sul filo della parodia, ma sono correlate, comunque, a una rivoluzione comportamentale e a un senso della modernità che non si era più visto dai tempi del mito della macchina e della velocità propugnati dai Futuristi al principio del secolo. Da sottolineare è la quasi perfetta coincidenza della nascita di queste opere con i Car Disasters di Andy Warhol, proprio del ’63, di cui la GAM possiede il famoso Orange Car Crash, esposto nella collezione permanente.

Le opere saranno visibili per il pubblico con ingresso libero dal 18 luglio al 3 settembre 2023

Info: https://www.gamtorino.it/it/evento/la-gam-per-i-90-anni-del-mauto/

 

Theatrum Sabaudiae propone visite guidate in museo

alle collezioni e alle mostre di Palazzo Madama, GAM e MAO.

Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

 

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html