STORIA- Pagina 52

Piemontesi/italiani emigranti in Argentina: il ritorno

L’emigrazione italiana in Argentina iniziò nel 1860 e terminò quasi nel 1970. Predominante l’emigrazione dal nord nel XIX secolo, nel primo periodo, di circa 710mila migranti piemontesi, il 23 per cento scelse come meta l’Argentina.

 

Nel secondo il numero dei migranti aumentò e l’Argentina continuò ad essere tra le mete preferite.

Conosciamo tutti il forte legame che unisce Italia e Argentina. Ma conosciamo lo sfondo? Da argentina emigrata a Torino all’età di 20 anni  e nipote di piemontesi, in 5 articoli ve lo racconterò  in prima persona.

I miei trisnonni sonno  emigrati  in Argentina nel 1895. Mia nonna aveva solo 16 anni; mio nonno 31. Anche se in Italia lui era dedito alla vitivinicoltura, a differenza di tanti piemontesi (che all’epoca rappresentavano il 30 per cento dell’emigrazione italiana) che si dedicavano all’agricoltura e si sono stabiliti principalmente nelle province di Santa Fe e Cordoba, lui si è stabilito a Buenos Aires e si è dedicato alla panetteria.

Mentre l’Italia è stata colpita dalla crisi economica, dalla disoccupazione e dalla povertà (evidenziando la crisi agraria degli anni ’70), in Argentina sono state date le condizioni politico-sociali per accogliere i migranti.

Dato che l’Argentina è stata percepita dagli italiani  come un Paese di crescita economica, di opportunità e di lavoro, non mi sorprende lo stupore di qualsiasi  italiano quando gli diciamo che ora siamo i suoi discendenti che  si lasciano tutto alle spalle, alla ricerca semplicemente di un futuro.

Succede  che, negli ultimi anni, questo fenomeno migratorio si è invertito: ora siamo i nipoti di quegli italiani emigrati in Argentina, quelli che tornano.

 

Bernardita Feldman

La Diplomazia risorgimentale a Torino

Dal Palazzo delle Segreterie alla Società del Whist Accademia  Filarmonica

Torino può essere definita la città italiana dove tutto ebbe inizio in tempi moderni. Il Palazzo delle Segreterie è uno dei primi esempi di struttura appositamente concepita per ospitare i capi a comando degli Stati, specialmente quelli degli Esteri, rendendolo ai tempi, uno strumento molto efficace, semplice e soprattutto veloce accessibile alle predisposizioni di esecuzione del sovrano. Durante il risorgimento si svolgevano anche i balli diplomatici a Corte, uno dei più importanti ed esclusivi si teneva a Torino preso la Società del Whist-Accademia Filarmonica, fondata da Cavour nel marzo 1841, ispirato dai club per gentiluomini londinesi, creò un circolo di nobili liberal-moderati per colmare il “vuoto sociale creato dalla scomparsa della tradizionale vita di corte” ed avere anche un degno luogo d’incontro. Infatti, in essa si incontravano le maggiori diplomazie a Torino e vi trovavano  rifugio e accoglienza molti rifugiati politici di molte nazioni. Ma anche la nobiltà e civiltà dei caffè intellettuali, i quali solitamente erano frequentati dai maggiori esponenti della diplomazia vecchia e nuova, della cultura, dell’eleganza, dell’ esercito e  da noti politici.

Sofia Scodino

Piemonte da scoprire tra arte e storia

Un bel libro-guida da sfogliare e leggere per visitare il Piemonte nella stagione dei grandi colori.

Lo porta in edicola e in libreria un turista curioso che dalla sua Lombardia ha scoperto le bellezze artistiche e paesaggistiche della nostra regione. Si è innamorato così tanto della sua nuova terra che non l’ha più lasciata. Un tal giorno, Paolo Ponga, giornalista e scrittore di romanzi, ha fatto la scelta della sua vita: via dal caos della periferia milanese per trasferirsi sulle dolci colline del Monferrato. Con la macchina fotografica a tracolla ha viaggiato per le otto province del Piemonte scoprendo posti e luoghi di cui si parla poco o meno di tanti altri ma che hanno fascino da vendere. Tutti angoli da conoscere meglio e valorizzare come meritano. Si tratta di trenta località scelte dall’autore lungo un percorso che si snoda tra arte, cultura e storie avvincenti. Ecco qualche suggerimento. Nell’astigiano l’obiettivo di Ponga è puntato su San Secondo di Cortazzone, la chiesa in cima a una collina, in mezzo alla campagna, uno dei più interessanti esempi del romanico astigiano, risalente al secolo XI, e sull’antica cripta di Sant’Anastasio, secondo vescovo di Asti, eretta mille anni fa o forse anche prima, vero e proprio tesoro nascosto nel centro di Asti, la cui atmosfera misteriosa ricorda all’autore le pagine del Codice da Vinci di Dan Brown.
In provincia di Alessandria, a metà strada tra Casale e Valenza, sorge il castello di Giarole fondato in seguito a un diploma concesso da Federico Barbarossa a quattro cavalieri della nobile famiglia Sannazzaro. L’attuale conte Sannazzaro, previo appuntamento, guida i visitatori nelle sale del maniero attraverso otto secoli di storia. Raggiungiamo il paese medievale di Rocca Grimalda, nell’Ovadese, dove il castello è diventato un’oasi fiorita. Furono i Grimaldi piemontesi, ramo collaterale della famiglia del Principato di Monaco, a trasformare nel Settecento il castello militare nella splendida dimora attuale con giardini all’italiana, medievali e romantici. Anche qui è possibile vedere il castello con una visita guidata condotta dai proprietari. Nel biellese ampio spazio al Ricetto medievale di Candelo, uno dei borghi più belli d’Italia, con le mura fatte di ciottoli di fiume, costruito dagli abitanti del paese per ripararsi dalle incursioni dei briganti. Il Ricetto, dal latino “receptum”, ossia un rifugio difeso da fortificazioni, veniva utilizzato come deposito di prodotti agricoli e come luogo per difendersi in caso di pericolo o di guerra. Entrarci significa fare un salto indietro nel tempo di 700 anni. A Dronero, nel cuneese, il famoso Ponte del Diavolo con i suoi merli a coda di rondine. L’opera fu costruita nel 1428 sul torrente Maira, grandioso intervento per quei tempi, così come è molto suggestiva la leggenda sul diavolo, tutta da leggere. A Monticello d’Alba, 2000 abitanti sulle colline del Roero, si trova il castello delle favole, “per le torri potenti e i camminamenti ricchi di merli”, voluto mille anni fa dai vescovi di Asti per difendere il territorio dalle invasioni dei Saraceni, come quella distruttiva del 920 dopo Cristo.
Le cronache medioevali narrano di almeno due grandi assedi al castello tra il 1187 e il 1300. E che dire dell’Abbazia fortificata di San Nazzaro Sesia nel novarese? Ben pochi la conoscono, eppure è uno dei complessi monastici più significativi della nostra regione. Il comune, 700 abitanti, fa parte del Parco naturale delle Lame del Sesia e la sua fondazione risale forse all’età Longobarda, al tempo della regina Teodolinda. Oppure l’affascinante chiesa romanica di San Michele a Oleggio nella campagna novarese, a 15 chilometri dal capoluogo, tra Bisanzio e il Romanico lombardo, con un ciclo pittorico straordinario, di gusto bizantino, risalente all’anno Mille. Investigatore a caccia di opere d’arte: Ponga scova preziosi gioielli quasi perduti, di cui si sa ben poco, e uno di questi si trova vicino a Ivrea. È la piccola pieve di Santa Maria di Vespiolla, nel comune di Baldissero Canavese. Ricca di affreschi risalenti al Quattrocento la chiesa fu eretta forse già prima del X secolo ed era il centro del potere spirituale del territorio circostante. La prima data in cui viene citata in un documento è comunque il 1122. In provincia di Torino citiamo ancora l’antica Abbazia di Santa Fede, vicino a Cavagnolo, in Val Cerrina, dimenticata e da riscoprire, di origine longobarda ma rifatta nel XII secolo e nominata dal Barbarossa in un documento dell’epoca. Nel Verbano-Cusio-Ossola un’attenzione particolare viene riservata alla chiesa monumentale di San Gaudenzio, a Baceno, in Valle Antigorio, adagiata su uno sperone roccioso, con la facciata romanica in pietra e e il portale cinquecentesco. Nel vercellese spiccano le rovine dell’antico castello di Vintebbio e la sua lunga storia iniziata nell’Alto Medioevo e il castello-monastero di Lenta tra misteri, abbandono e uomini di buona volontà. C’è ovviamente molto altro nel volume di Paolo Ponga, un invito quindi a leggerlo e a viaggiare per il Piemonte nella stagione più incantevole dell’anno. Tutte le informazioni per le visite ai siti si trovano alla fine del libro.
Filippo Re
Nelle foto la Chiesa San Secondo di Cortazzone, il castello di Sannazzaro di Giarole, il ricetto di Candelo

Il Papiro dei re, un gioiello torinese

Protagonista al Museo Egizio uno dei papiri della sua collezione più celebre al mondo, noto all’estero con il nome di ‘Turin King List’.

È l’unica lista reale d’epoca faraonica scritta a mano su papiro che si conosca e sarà esposta fino al 21 novembre, dopo un’opera di ricerca e restauro, dovuta a una collaborazione tra Torino, Copenaghen e Berlino. È stato creato un allestimento dedicato, con un’installazione interattiva e un’infografica che raccontano l’evoluzione del manoscritto, giunto a Torino nel 1824 con la collezione Drovetti. È composto da circa 300 frammenti, assemblati in 200 anni. L’allestimento è stato realizzato con il sostegno degli Scarabei, Associazione Sostenitori museo Egizio e della Consulta per la valorizzazione dei Beni artistici e Culturali di Torino. Nel mese di dicembre il Papiro dei Re sarà uno dei reperti di punta della mostra che l’Egizio dedicherà alla lingua e scrittura egiziana.

Le stanze chiuse del re La Palazzina di Caccia di Stupinigi apre le porte dei suoi spazi segreti chiusi al pubblico

Sabato 1 ottobre 2022

 

“Le stanze chiuse del re” è il nome della visita guidata straordinaria, in programma sabato 1 ottobre, all’appartamento di Ponente di Carlo Felice con le sue particolari decorazioni a tema marino. Opposto allo speculare appartamento di Levante, l’appartamento in attesa di restauro è l’insieme delle stanze appartenute al Re Carlo Felice e alla duchessa Cristina di Borbone.

Gli spazi vennero ampliati sotto la direzione di Benedetto Alfieri nel XVIII secolo per accogliere le stanze di Vittorio Emanuele, duca d’Aosta e figlio di re Vittorio Amedeo III. L’appartamento si apre all’ingresso con un atrio contraddistinto da due statue in marmo dei fratelli Collino rappresentanti rispettivamente Meleagro e Atalanta. Le due anticamere successive sono contraddistinte da una decorazione della seconda metà del XVIII secolo ascrivibili alla scuola del Cignaroli con scene di caccia e di vita agreste. Tutte le sovraporte degli ambienti raffiguranti Marine, datate 1755, sono riconducibili alla maniera di Francesco Antoniani. Nelle camere da letto i lampadari in vetro di Murano con bracci a cornucopie, risalgono alla fine del XVIII secolo così come i letti intagliati e laccati. I camini di tutto l’appartamento sono in marmo di Valdieri, il pavimento in seminato alla veneziana.

La visita rientra nel programma di Passepartout, le visite guidate straordinarie alla (ri)scoperta degli spazi segreti, normalmente chiusi al pubblico, della Palazzina di Caccia di Stupinigi. L’appartamento di Ponente, gli ambienti della servitù e la cupola juvarriana sono gli spazi della corte, in alcuni casi aperti per la prima volta ai visitatori, che raccontano la storia della Palazzina nelle sue diverse fasi abitative e il progetto architettonico alla base della sua costruzione.

 

INFO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)

Le stanze chiuse del re – Visita all’appartamento di Ponente

Sabato 1 ottobre, ore 10.30, 12, 14.30 e 16

Durata: un’ora circa.

Prossimi appuntamenti: 5 novembre, 6 novembre, 12 novembre

Costo del biglietto: 17 euro.

Per partecipare alle visite guidate è obbligatoria la prenotazione.

Prenotazione obbligatoria al numero: 011 6200633, dal martedì al venerdì 10-17,30, entro il venerdì precedente la visita.

www.ordinemauriziano.it

Tutti gli appuntamenti in programma alla GAM, a Palazzo Madama e al MAO

 L’agenda della settimana dal 30 settembre al 6 ottobre 2022.

 

Venerdì 30 settembre ore 17

I RONDONI PALLIDI DI PALAZZO MADAMA: BIODIVERSITÀ, RICERCA E TUTELA

Palazzo Madama – incontro in occasione della Notte dei Ricercatori (cs in allegato)

Sabato 1 ottobre ore 16

IL PRIMO INCONTRO CON LA CINA. Andrea Cavazzuti e Olivo Barbieri in dialogo.

MAO – incontro nell’ambito della mostra 稍息 Riposo! Cina 1981-84

Modera Stefania Stafutti, Università degli Studi di Torino

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

Domenica 2 ottobre

稍息 RIPOSO! CINA 1981-84. Fotografie di Andrea Cavazzuti

MAO – chiude la mostra

 

Lunedì 3 ottobre ore 18

GIÙ I MONUMENTI? UNA QUESTIONE APERTA

Palazzo Madama – presentazione del volume di Lisa Parola (cs in allegato)

Martedì 4 ottobre ore 16

CORSO DI FORMAZIONE DI CULTURA MATERIALE DELL’ASIA

MAO – progetto di collaborazione fra il MAO e StudiUm, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino (cs in allegato)

 

Tuffo nella storia con lo «Sposalizio di Bianca di Savoia e Galeazzo II Visconti»

Sabato 1 e domenica 2 ottobre, la Città di Rivoli farà un tuffo nel passato immergendosi in una magica atmosfera trecentesca.

Nell’ imminente fine settimana si svolgerà infatti la quarta rievocazione storica dello «Sposalizio di Bianca di Savoia e Galeazzo II Visconti», nobile matrimonio celebrato il 28 settembre 1350 nel Castello di Rivoli, per suggellare la pace tra Savoia e Visconti.

 “Finalmente torna la Rievocazione storica, torna in una veste nuova! Questa Amministrazione ha molto a cuore la storia, la cultura e le tradizioni del territorio”. – afferma il Vice Sindaco Laura Adduce – Per questo motivo crediamo nelle iniziative che danno continuità alle tradizioni storico-culturali della Città di Rivoli.

La manifestazione, organizzata insieme all’Associazione di Promozione Turistica Pro Loco di Rivoli, si svolgerà presso il piazzale Portici, Piazza Martiri, Piazza San Rocco, a Cascine Vica in Piazza Fratelli Cervi e nel centro storico di Rivoli. All’evento parteciperanno numerosi Gruppi Storici Medievali provenienti dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta, oltre a numerosi personaggi in costume ispirati al Medioevo tra cui gruppi di arcieri con accampamento, giocolieri, sbandieratori, falconieri, un coro gregoriano, musici. “

La manifestazione interesserà molto quartieri della città e vedrà la partecipazione di artigiani e di ristoratori.

 

Sabato 1 alle ore 15,30  il corteo formato da sbandieratori e tamburi e il Gruppo Storico Amedeo II percorrerà le vie del centro per raggiungere Piazzale dei Portici dove accompagnerà l’investitura del  Cigno Nero, tra giullari, saltimbanchi e giochi medievali, (compreso il torneo degli arcieri).

In serata è previsto l’attraversamento del corteo in via Rombò, piazza Martiri della Libertà, via Piol, via Arnaud, via Balzetti e alle ore 20 ci sarà la cena medievale in piazza San Rocco.

Domenica 2, invece, alle 14,30 in piazza Fratelli Cervi si esibiranno gli sbandieratori, i Cavalieri del Cigno Nero e il Gruppo Storico Amedeo VI. Dame e cavalieri si ritroveranno alle ore 15 presso Villa Cane d’Ussol (via Capra) per formare il corteo e accompagnare gli sposi. Il contratto di matrimonio verrà sottoscritto alle ore 16 in piazza Bollani, mentre il rito verrà celebrato alle ore 16,30 in Collegiata Alta, per poi raggiungere il Castello per festeggiare e scambiarsi i doni.

Alle 18,30 partirà da piazza Mafalda di Savoia il corteo che sfilerà lungo il seguente percorso: via Al Castello, via Fratelli Piol, piazza Martiri della Libertà, piazza Principe Eugenio, corso XXV Aprile, via Cavour. A partire dalle 19,30 ci sarà la cena medievale e lo spettacolo finale presso la pista di pattinaggio dei Giardini “La Marmora” in via Gatti.

Caccia ai Tesori arancioni del Touring Club

domenica 2 ottobre torna anche quest’anno la Caccia ai Tesori Arancioni del Touring Club Italiano.

100 i Comuni certificati con la Bandiera Arancione coinvolti per la più grande caccia al tesoro in contemporanea mai vista in Italia che invita a scoprire le piccole eccellenze dell’entroterra attraverso dei percorsi unici che si snodano nel cuore dei borghi e accompagnano i partecipanti – indizio dopo indizio – sulle tracce di storie, persone, monumenti e piccole curiosità custodite nei luoghi meno noti del nostro Paese.

In Piemonte, in particolare a Cannero Riviera (VB) la caccia al tesoro porta alla scoperta della storia e delle curiosità legate allo storico Corpo Filarmonico Cannerese. Tra le attività collaterali, previsti anche piccoli eventi e laboratori musicali per adulti e bambini. A Revello (CN) l’iniziativa si legherà ad attività dedicate ai fiori, ai frutti, alle verdure tipiche e ai funghi commestibili, con spiegazioni sulla flora autoctona. A Cherasco (CN) verrà allestito il Mercatino dell’antiquariato ed è prevista una passeggiata sul Sentiero del Bacio, un anello di 4 km per scoprire tutte le bellezze del luogo. A Castagnole delle Lanze (AT), invece, la caccia al tesoro comprenderà un percorso tra i filari con pranzo al sacco e degustazione di grappa e torta di nocciole, prodotti tipici della regione. A Usseglio, in provincia di Torino, la caccia è dedicata ai lavori di ieri e di oggi e sarà realizzata in concomitanza della Festa della transumanza e della patata di montagna.

“Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’‘800 tra miti e simboli”

Presentato nella Sala delle Feste di “Palazzo Madama”, il nuovo volume del giornalista e storico Paolo Possamai

Ai piedi dell’altopiano carsico, Trieste è la capitale mitteleuropea per eccellenza, magico punto d’incontro fra la cultura italiana, quella slava e quella tedesca. E’ la città di Svevo, di Saba e dell’irlandese Joyce (che qui visse per sedici anni e qui scrisse e pubblicò tutte le sue opere giovanili), città della Barcolana, “città della bora”, città “inventata” da Maria Teresa d’Austria che a metà Settecento volle farne il porto dell’Impero e città dai celeberrimi Caffè storici, primo fra tutti il “Caffè degli Specchi” (dove esordì come direttore d’orchestra Franz Lehar), nel suggestivo salotto della piazza Unità d’Italia, affacciata al Golfo con vista sul Castello di Miramare e incastonata in un anfiteatro di mirabili architetture, storia e atmosfere ancorate ai fasti dell’Impero Asburgico. Una storia, quella della “piccola Vienna sul mare” tutta legata ai traffici e ai commerci marittimi con l’Oriente. “Una storia rivendicata ogni dove, sui palazzi dei mercanti e delle pubbliche istituzioni, ma anche sui teatri e sugli alberghi con le facciate ricoperte da bassorilievi, i tetti abitati da centinaia e centinaia di statue, i portoni istoriati, i soffitti affrescati sempre con dèi e miti che richiamano all’identità laica, civile, imprenditoriale della città. Una fitta trama di simboli, metafore, allegorie, dalla mitologia con Mercurio (divinità del guadagno e del commercio e..dei ladri), Nettuno (dio dei mari e delle correnti), Ulisse, Giasone e Venere, fino al taglio dell’istmo di Suez”. A parlare è Paolo Possamai, giornalista e scrittore vicentino (una lunga importante carriera giornalistica e di scrittura storica alle spalle), ed oggi direttore di “Nordest Economia”, che nei giorni scorsi è stato ospitato in “Palazzo Madama” a Torino per la presentazione del suo ultimo libro, dedicato per l’appunto a Trieste (e al disvelamento di questa città tanto bella quanto “bizzarra”) dal titolo intrigante di “Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’ ‘800 tra miti e simboli”, Marsilio Editore. L’appuntamento fa parte del ciclo “Monumenta Italiae. Quattro incontri per un patrimonio”, in collaborazione con l’“Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino – Fondazione Torino Musei”. Dalle pagine di Possamai emerge il volto urbano di una delle città tra le più affascinanti ed atipiche, raccontato per la prima volta attraverso una narrazione mitologica e fotografie inedite realizzate da Fabrizio Giraldi e Manuela Schirra, per spiegare uno degli episodi urbani più significativi del neoclassicismo in Europa. La prefazione è a cura dello storico dell’arte, Giuseppe Pavanello.

Dopo l’incontro con Paolo Possamai, i prossimi appuntamenti di “Monumenta Italiae”, in “Palazzo Madama”, si terranno lunedì 3 ottobre (ore 18) con Lisa Parola, storica dell’arte, autrice di “Giù i monumenti? Una questione aperta” edito da “Einaudi” e lunedì 10 ottobre (ore 18) con Renzo Villa e Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di “Palazzo Madama” e docente presso le Università di Bergamo e Udine, autori di “Statue d’Italia. I. Storia della statuaria commemorativa pubblica dal Risorgimento alla Grande Guerra”, per “Silvana Editoriale”.

g.m.

Nelle foto:

–       Paolo Possamai

–       Cover libro