Villa Reale, un viaggio nella storia dagli Asburgo al regicidio di Umberto I

Monza, 29 luglio 1900.

Camminando nei saloni che hanno ospitato sovrani e regine il pensiero vola alla grandezza degli Asburgo, alla grandeur di Napoleone e alla maestosità dei Savoia che la vollero come residenza estiva. Decorazioni in stucco, pavimenti in marmo, boiseries, arazzi, tappeti giganti, gli arredi storici degli appartamenti privati di Umberto I e di Margherita di Savoia. La Villa Reale di Monza, tra i fasti degli Imperi asburgico e napoleonico, è una delle dimore reali più belle d’Europa con un parco più grande di quello di Versailles. Con 700 stanze e con la sua facciata imperiale è un gioiello ricco di storia e anche di tragedie. Qui, a 200 metri dall’ingresso della Villa, fu assassinato Re Umberto I. Era il 29 luglio 1900, 123 anni fa. I colpi e le urla di quanto stava accadendo furono sentite anche nella stanze della villa dalla regina Margherita che sulla terrazza stava sfogliando un album e dai domestici che pensarono ai fuochi d’artificio. Il Re, seduto in carrozza, fu colpito al volto e alla gola, i cavalli si imbizzarrirono, il sovrano fu portato velocemente a Villa Reale ma vi giunse privo di vita. Umberto I era già sopravvissuto ad altri due attentati nel 1878 e nel 1897. La reggia fu fatta costruire dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria nella seconda metà del Settecento come residenza estiva degli Asburgo e tale rimase fino all’arrivo delle truppe napoleoniche nel 1796. Quando diventò la residenza di villeggiatura dei Savoia, Re Umberto I la fece restaurare secondo lo stile dell’epoca modificandola in molte delle sue parti. Dopo la tragica morte di Umberto I, Vittorio Emanuele III abbandonò Villa Reale trasferendo al Quirinale quasi tutti gli arredi. Nel 1919 fu donata al Demanio dello Stato. Ma torniamo al regicidio di Umberto I, il 29 luglio di 123 anni fa. Quella sera il Re si era recato a vedere una manifestazione sportiva e dopo aver assistito alla premiazione dei giovani atleti salì in carrozza alle 22.30 per tornare a Villa Reale. E a quel punto che l’anarchico Gaetano Bresci, approfittando della confusione generale e del fatto che la carrozza è aperta per il caldo, si avvicina al sovrano e lo colpisce con tre colpi di revolver. Umberto I fu portato in Villa pochi minuti dopo l’attentato ormai morto. Bresci fu subito catturato dai carabinieri. Il giorno successivo, il 30 luglio, si precipitarono a Monza reali, principi e principesse. Vittorio Emanuele III interruppe la crociera nel Mediterraneo e raggiunse Monza per rendere omaggio alla salma del padre sepolto nel Pantheon a Roma. L’anarchico Bresci verrà condannato all’ergastolo e qualche mese dopo lo troveranno impiccato nella sua cella, suicidio o forse un’esecuzione. Le stanze della Villa sono centinaia ma il percorso di visita ne comprende 28 tra sale e appartamenti. La visita dura poco più di un’ora, inizia dall’atrio di ingresso che porta alle sale di rappresentanza del primo piano nobile, prosegue al secondo piano con il famoso appartamento del Principe di Napoli, poi si andrà in biblioteca e si vedranno gli alloggi del Re e della Regina per concludere la visita nel salone centrale con la splendida vista sui giardini reali e sull’immenso parco secolare. Villa Reale a Monza è aperta al pubblico mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14,30 alle 19,30, sabato e domenica dalle 10,30 alle 18,30.                    Filippo Re
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