L’esperienza, diceva il filosofo e pedagogista americano John Dewey, non consiste solamente nel fare delle cose ripetendole meccanicamente per più tempo, quanto piuttosto nella riflessione su quelle cose e nella capacità di interagire con la realtà.
Questa considerazione è indubbiamente valida per qualsiasi professione, anche per l’allenatore. Così Pirlo, il Maestro, il predestinato, colui che già da giocatore dirigeva le orchestre sul prato verde, pur non avendo mai allenato, in qualche modo sembra averne già di esperienza.
Come è possibile? Evidentemente deve avere interiorizzato e già trasformato nella mente la maggior parte delle cose apprese dai tanti e bravi allenatori avuti: Ancelotti, Capello, Lippi, Conte. Dei campioni del mondo e d’europa , mica degli sprovveduti qualunque, beninteso.
Ma neppure sprovveduto è stato il Maestro che mentre da giocatore custodiva gelosamente le chiavi del centrocampo che ciascuno di questi gli affidava, intanto imparava a riflettere e a costruire piano piano, passo dopo passo, la sua idea di calcio, la sua visione del mondo da allenatore.
Solo così si spiega una squadra trasformata dopo soli 15 giorni di allenamento e ancora priva di un centravanti degno di questo nome (in attesa del ritorno di Morata)
E’ solo la prima partita, è vero, ma contro la Sampdoria si sono già visti improvvisamente corsa, gioco, motivazione e pressing, tutte caratteristiche perdute nell’anno sarriano e probabilmente in parte anche in quelli allegriani, nonostante la pragmaticità del Mister nel gestire squadra e partite.
Un allenatore è come un alchimista, deve riuscire a far interagire e mescolare componenti diverse creando qualcosa di nuovo ed efficace. E Pirlo alla prima di campionato c’è riuscito, nonostante un pessimo mercato compiuto dalla società, nonostante giocatori tecnici ma non così amalgamabili tra di loro (vedi la coesistenza tra Dybala e Ronaldo o l’assenza di un vero regista nel senso proprio del termine)
Così anche il centrocampo è ermeneuticamente nuovo nella percezione del tifoso: c’è McKennie, figlio di un soldato americano, cresciuto calcisticamente in Germania, che si presenta come il più grande recuperatore di palloni del far west, c’e’ Ramsey che per inserimenti e grinta sembra la trasfigurazione del giocatore fragilino dell’anno passato e perfino in Rabiot, il figlio di mammà, sembra essere tornato quel talento che in maniera così fulgida aveva già brillato in alcune notti parigine.
La difesa di colpo è quadrata e non rischia e l’attacco è già scoppiettante con Kulusevski, l’enfant prodige che realizza il primo gol dell’anno e poi ovviamente lui, il re del Calcio, l’Übermensch nietzscheano, l’alieno con passaporto portoghese, sceso sulla terra per miracol mostrare.
C’è tutto questo, signori, quest’anno e non solo in potenza ma già in parte in atto e dopo poco tempo.
C’è determinazione, convinzione, entusiasmo ma soprattutto c’e’ un gioco che finalmente si allarga utilizzando quelle corsie laterali che l’anno scorso sembravano sentieri inesplorati e oscuri.
C’e’ velocità negli scambi e ritmo, come nei concerti, come nella musica.
E questa, Maestro, è tutta un’altra musica!
Giorgio Primerano
Un connubio importante nel mondo dello sport: Biraghi – azienda piemontese tra le più importanti realtà italiane della trasformazione casearia, un’azienda nata a Cavallermaggiore, al confine con le Langhe, nel 1934 per volontà di Ferruccio Biraghi, un’azienda che conta oggi 250 addetti impegnati ogni giorno nella selezione del miglior latte italiano, raccolto esclusivamente da circa 200 aziende agricole del nostro territorio, con 470.000 litri di latte giornalieri per un totale di circa 170 milioni di litri l’anno – supporta in veste di fornitore ufficiale per la prima volta il Giro d’Italia, pronto a partire il 3 ottobre prossimo da Monreale per concludersi il 25 in piazza Duomo a Milano. Un’occasione eccezionale che giunge alla 103ma edizione del Giro, ventun tappe del lungo percorso attravero l’intera penisola in cui l’azienda sarà presente all’interno dei villaggi di partenza con il proprio Truck brandizzato nel quale si potranno acquistare i Biraghini Snack ad un prezzo promozionale e dove saranno distribuiti omaggi e buoni sconto. Conferma Claudio Testa, Direttore Marketing e Strategie Commerciali: “Siamo orgogliosi di sostenere un evento come il Giro d’Italia, forse la competizione sportiva più amata dagli italiani. Negli ultimi anni abbiamo investito con forza nel mondo dello sport e questo evento sportivo darà di certo la spinta per riprendere le varie iniziative, che nei mesi scorsi erano state annullate a causa dell’emergenza sanitaria, segnando la partenza delle grandi manifestazioni nel nostro Paese: il Giro, infatti, sarà il primo grande appuntamento sportivo aperto al pubblico e noi saremo al suo fianco fornendo il nostro personale contributo alla ripartenza dell’Italia che ama questo sport e lo sport in generale”.
presente che continuano a riempire il cuore degli appassionati. Non soltanto nei giorni scorsi è stato esposto il “Trofeo Senza Fine” (la famosa spirale in rame placcato oro, su cui sono riportati i nomi di tutti i vincitori del Giro), le vetrine, tra il 4 settembre e il 25 ottobre, avranno un aspetto assai più suggestivo, con i prodotti d’eccellenza allineati ad alcuni cimeli storici originali, concessi per l’occasione dal Museo dei Campionissimi di Novi Ligure. Per chi passeggerà sotto i portici per ammirare o per acquistare, ecco le Maglie rosa conquistate da campioni come Fausto Coppi e Marco Pantani, rispettivamente nelle edizioni 1949 e 1998, la bicicletta da corsa di Pantani ancora del ’98 e la copia di “Lo sport illustrato” del 10 luglio 1952 che ritrae il famoso scambio di borraccia tra Coppi e Bartali, immagine leggendaria di sportività.