SPETTACOLI- Pagina 93

Festival Nazionale Luigi Pirandello e del ‘900

È arrivato alla 17 edizione…iniziato in sordina a Coazze , per ricordare il passaggio di Luigi Pirandello a Coazze dove andava a trovare la sorella, negli anni si è arricchito di collaborazioni e sponsor.
7 appuntamenti a Coazze,10 appuntamenti a Torino
Il primo appuntamento sarà  al Circolo dei Lettori per ricordare i 100 anni di Italo Calvino, segue Marcovaldo in collaborazione Teche Rai,altro anniversario 130 anni della casa editrice Lattes,
Storie di Barriera ,due appuntamenti per ricordare Gipo Farassino a 10 anni dalla scomparsa del cantautore torinese,altro anniversario il ricordo di Mario Piovano.Il Festival farà inoltre tappa a Novi Ligure,Santo Stefano Belbo e Rivoli.
Gli spettacoli faranno parte di Corto Circuito in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo.
Per scaricare il programma completo www.linguadoc.eu
Gd

 

Di sera al “Castello di Rivoli”, cinque film a visione gratuita e incontri “d’autore”

“Ever-Green: un Pianeta da salvare”

Da venerdì 16 giugno a venerdì 14 luglio

Rivoli (Torino)

Cinque film incentrati su temi di strettissima attualità (dalle guerre alla deforestazione alle sfide ambientali necessarie a salvare un Pianeta in sofferenza), argomentati e introdotti da voci autorevoli: questa la proposta in agenda della “Rassegna Estiva” organizzata, da venerdì 16 giugno a venerdì 14 luglio (inizio sempre alle 20,30), da “Distretto Cinema” e dal “Museo d’Arte Contemporanea” di Rivoli, nella cornice del “Teatrino del Castello”, in piazza Mafalda di Savoia 2, a Rivoli. Tutti e cinque gli appuntamenti sono a ingresso gratuito, in accompagnamento della mostra “Artisti in guerra” (da Goya all’Ucraina), allestita fino al prossimo 19 novembre – e, per l’occasione, aperta fino alle 20 –  negli spazi del Museo. “Ever-Green: un Pianeta da salvare”, il titolo dato alla Rassegna, volta a portare o a riportare l’attenzione sugli obiettivi dell’“Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”, il programma d’azione “per le persone, il Pianeta e la prosperità” sottoscritto nel settembre del 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

Spiega Fulvio Paganin di “Distretto Cinema”:  “Rendere il pianeta accogliente non solo è uno degli obiettivi dell’‘Agenda 2030’ ma è un dovere di ogni persona che abita questo mondo. I conflitti raccontati dagli artisti in mostra al Castello di Rivoli sono forse la forma più immediata ed evidente della distruzione di qualunque essere vivente, animale o vegetale. Con questa piccola rassegna vogliamo provare a raccontare le conseguenze che alcune azioni degli uomini, tra cui le guerre, lasciano non solo alle persone che le vivono, ma anche all’ambiente, che direttamente o indirettamente subisce il male dei comportamenti umani. La conoscenza ci aiuterà a fare scelte più giuste e consapevoli e il cinema è uno degli strumenti più diretti e, se vogliamo, più facili e veloci grazie al quale possiamo ampliare il nostro sapere”.

Il via, venerdì 16 giugno, con “Pluto”, regia di Renzo Carbonera (in lingua inglese, sottotitoli italiani), focus su un veterano dell’esercito americano ossessionato dalla guerra nucleare: il regista sarà in collegamento online  e dibatterà con Lia Furxhi, programmatrice del “Festival CinemAmbiente”, presente in sala.

Venerdì 23 tocca a “One Earth – Tutto è Connesso” di Francesco de Augustinis presentato da Elena Vallino, ricercatrice di “Economia dello sviluppo e studi ambientali” al “Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino”.

Venerdì 30 giugno – in occasione del “finissage” della mostra “Olafur Eliasson: Orizzonti tremanti” al Castello, sarà la volta di “Olafur Eliasson:Miracles of Rare Device” di John O’Rourke: a parlarne sarà Marcella Beccaria, vice direttore del “Castello di Rivoli” e curatore della mostra.

Venerdì 7 luglio, quindi, “Absconded. Young Russians On The Run” di Anna Winzer (lingua originale, con sottotitoli in italiano)  alla presenza di Bruno Maida, docente di “Storia Contemporanea” all’ “Università di Torino” e membro del “Comitato tecnico-scientifico” della “Presidenza del Consiglio” per la realizzazione del nuovo “Memoriale italiano ad Auschwitz”.

A chiudere la rassegna, venerdì 14 luglio, toccherà a Los Zuluagas” di Flavia Montini, presente in sala. Il film-documentario racconta la storia di Camilo, figlio di guerriglieri colombiani, che torna nel suo paese d’origine, dopo 25 anni di esilio in Italia, nel tentativo di comprendere le scelte radicali dei suoi genitori.

Per info: tel. 011/9565270 o www.castellodirivoli.org

g.m.

Nelle foto. Immagini da:

–       “Pluto”

–        “Los Zuluagas”

–       “One Earth – Tutto è Connesso”

Domani il quarto concerto per il decennale dell’Orchestra Polledro

 Martedì 13 giugno prossimo al teatro Vittoria 

 

L’Orchestra Polledro prosegue i festeggiamenti per i primi dieci anni di attività 2012-2020 con il quarto concerto, per la direzione di Federico Bisio, in programma al teatro Vittoria in via Gramsci 4, martedì 13 giugno.

Il programma del concerto prevede di Luigi Boccherini l’esecuzione della Sinfonia dall’Opera la Clementina, la Sinfonia in Si bemolle maggiore P.51 di Michael Haydn e, infine, la Sinfonia n. 26 in do minore Op. 41 G 519 di Luigi Boccherini.

Il quarto concerto del decennale è dedicato esclusivamente alle forme sinfoniche, sviluppate da autori di importanza internazionale, a completamento del grande repertorio classico di Franz Joseph Haydn e Mozart.

La Clementina è una zarzuela, ovvero un’opera giocosa di ambientazione spagnola, in due atti scritta da Luigi Boccherini su libretto di Ramon de la Cruz. La sua prima rappresentazione ebbe luogo nel 1786 al Palazzo Puerta de la Vega di Madrid.

La Clementina è l’unico lavoro teatrale completo di Boccherini, scritta quando stava finendo il periodo della zarzuela e, all’inizio dell’Ottocento, veniva già dimenticata in favore dell’opera italiana.

Ramon de la Cruz, librettista della Clementina, aveva tentato di introdurre innovazioni nel genere, aggiungendo elementi più folcloristici e popolari ad argomenti puramente mitologici.

Questo lavoro, la cui musica è allegra e orientata al comico, con qualche incursione nel patetico, usato nella descrizione dell’amore non corrisposto, fu commissionato dalla duchessa-contessa Osuna-Benavente, una mecenate amante di arti e musica, che vantava una sua piccola orchestra e sotto la cui protezione lavorava de la Cruz. La prima rappresentazione avvenne probabilmente nel Palazzo della contessa, con cantanti non professionisti e Boccherini compose la musica in meno di un mese. Nel Novecento la Clementina fu riproposta a Venezia, al teatro La Fenice, a Monaco e in Spagna e, in anni più recenti, anche a Lucca nel 2005.

Boccherini, nato a Lucca il 19 febbraio 1743, terzo di sette figli, ebbe una vita difficile e movimentata, non troppo felice, nonostante la protezione di Bonaparte e un lungo servizio presso la Corte di Madrid.

Boccherini, comunque, secondo il critico Stephenson, fu compositore originale e il principale interprete dello stile drammatico nel campo della musica strumentale e anche concreatore della musica da camera.

Michael Haydn, fratello minore di Franz Joseph Haydn, era considerato un compositore di musica sacra migliore del fratello. Tra le molte Messe che scrisse, ricordiamo la Missa a due cori, nota anche come Missa Hispanica, composta nel 1786, un’opera eccezionale per Orchestra e solisti vocali, e il suo Requiem del 1771, che influenzò notevolmente il Requiem di Mozart del 1791.

La Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore (Perger 51) fu la prima composta da Michael Haydn a Salisburgo e che egli completò il 7 dicembre 1763.

Il tema principale del primo movimento presenta una struttura chiaramente delineata con un certo grado di raffinatezza ritmica e un alto livello di arte melodica. Fa poi apparizione un motivo derivato dal tema principale, un’apparizione discreta del basso nell’esposizione, che poi si sposta verso altri strumenti e tocca varie tonalità nella sezione dello sviluppo.

Il movimento in MI bemolle maggiore porta il titolo “La Confidenza”. I due fagotti hanno un ruolo da solisti e prendono il posto degli oboi e dei corni impiegati nel primo movimento. I vari strumenti dialogano in un tranquillo andante punteggiato da due brevi episodi di Allegretti in tempo danzante.

La Sinfonia si conclude con un rondò, contrassegnato da Allegro molto.

Di Luigi Boccherini verrà anche eseguita, nella parte finale del concerto, la Sinfonia op. 41 in do minore (G519), opera del gennaio 1788 e composta per il re di Prussia, ma non pubblicata durante la vita di Boccherini.

Il suo aspetto tempestoso la colloca nello stile musicale dello Sturm und Drang, che aveva ottenuto il suo apice qualche anno prima. Il secondo movimento della Sinfonia, una Pastorale in mi bemolle maggiore, emana la tranquillità di un ambiente di campagna. Il minuetto presenta tracce di carattere scherzoso. È presente la parte del basso di accompagnamento del tema principale di quattro misure del primo movimento.

Gli archi gravi e i fagotti presentano il tema, che passa poi come controparte nei primi violini nel primo oboe. Tutta la sinfonia risulta caratterizzata dalla presenza di elementi ciclici e ricorrenze all’interno dei loro movimenti. L’allegro finale, non da ultimo, possiede chiare affinità tematiche con l’ouverture della Clementina.

Sul podio il maestro Federico Bisio, direttore stabile dell’Orchestra. Primo oboe il maestro Carlo Romano, già primo oboe dell’Orchestra Nazionale della RAI.

Mara Martellotta

Ente organizzatore “Orchestra Giovanni Battista Polledro”

Sede operativa presso Cecchi Point, via Antonio Cecchi 17.

 

www.orchestrapolledro.eu

Biglietti anche in prevendita a 16 € presso ticket.it

La sera del concerto in vendita al teatro Vittoria a 20 €

Si chiude Cinemambiente, ecco i vincitori del festival

I VINCITORI E I PREMIATI
del 26° Festival CinemAmbiente 2023

Il 26° Festival CinemAmbiente, organizzato dal Museo Nazionale del Cinema e diretto da
Gaetano Capizzi, si conclude nella serata di domenica 11 giugno, con la cerimonia di
premiazione dei film vincitori, alle ore 19, al Museo Nazionale del Cinema – Mole
Antonelliana.
I film vincitori e una selezione degli altri titoli proposti nel cartellone di quest’anno sono
visibili gratuitamente online tramite il sito del Festival, www.festivalcinemambiente.it,
fino al 18 giugno, sulla piattaforma OpenDDB (capienza di 500 accessi per ciascun titolo).

PREMI
I premi attribuiti al termine della 26^ edizione del Festival sono:
➢Premio Asja Ambiente Italia per il miglior documentario della sezione internazionale,
di $ 5000, assegnato dalla giuria composta da Anne de Carbuccia, artista ambientale e
regista, Marco Gisotti, giornalista, docente di Teorie e linguaggi della comunicazione
scientifica all’Università di Tor Vergata, Nicole Gratovsky, antropologa, regista e produttrice,
Roberto Mastroianni, filosofo, curatore e critico d’arte, George Ovashvili, regista, a:
Lynx Man di Juha Suonpää (Finlandia/Estonia 2023, 80’52”)
con la seguente motivazione:
Per aver saputo restituire una sapiente sintesi di ricerca etnografica, narrazione poetica e qualità
estetica dando vita a un film capace di raccontare il rapporto cultura-natura, trascendenza-immanenza,
uomo-animale, rompendo la visione antropocentrica senza cedere a una retorica eccessivamente
romantica. Nello stesso tempo, il film restituisce in modo quasi realistico una cultura locale, quella
finlandese e artica, che concepisce la protezione della biodiversità e del patrimonio naturale come
compito esistenziale dell’individuo e delle comunità.

Il film presenta così con stile intimistico simbolico un’immagine del rapporto con la natura presente
nella cultura e nella società europea capace di convivere con un mondo in grande trasformazione,
attraversato da conflitti e sommovimenti prodotti dalla crisi climatica, energetica in corso.
La giuria ha inoltre assegnato una menzione speciale a:
Nuclear Nomads di Kilian Armando Friedrich & Tizian Stromp Zargari (Germania 2023, 73’)
con la seguente motivazione:
Per aver saputo mettere al centro della propria narrazione il tema dell’energia, indagando le
conseguenze nell’organizzazione sociale di uno sviluppo industriale e di sfruttamento delle risorse non
sostenibile. Il film racconta in modo iconico la riorganizzazione delle vite individuali e comunitarie
attorno al nucleare portando all’attenzione un tema poco conosciuto ma di grande impatto sul mondo
del lavoro e sulla quotidianità.
➢ Premio Terna per il miglior cortometraggio della sezione internazionale, di $ 1500,
assegnato dalla giuria composta da Andrea Gatopoulos, regista, Monica Goti, program
manager del Trieste Film Festival, e Luca Vicini (Vicio), musicista, a:
Zug Island di Nicolas Lachapelle Plamondon (Canada 2022, 22’)
con la seguente motivazione:
Nel cercare l’origine di un suono che sembra provenire da una grande oscurità, questo film si immerge
negli inferi di una comunità distrutta dall’industrializzazione, portandoci nelle fauci marce della
devastazione capitalista, dove i pochi esseri umani rimasti a vivere sembrano – e forse sono – i
protagonisti di una narrazione distopica. Il regista si immerge senza compromessi in questa realtà,
facendoci vivere sulla nostra pelle presagi di un possibile futuro spietato e realizzando così un film di
grande portata ideologica e documentaristica.
La giuria ha inoltre assegnato menzioni speciali a:
Holy Cowboys di Varun Chopra (India/USA 2022, 24’17”)
con la seguente motivazione:
Per il coraggioso messaggio politico. Il regista ci risveglia, documentando in maniera dura, cruda ma
doverosa una realtà contraddittoria, estrema, ipocrita e in preda ad un flusso di atti di odio e
intolleranza, che alla fine non sono unicamente religiosi. Un film importante che ci ricorda quanto il
cinema svolga anche un ruolo di stimolo ad un pensiero critico risvegliando in noi consapevolezza. La
società rappresentata in Holy Cowboys raffigura in qualche modo tutte le società: il confine tra il bene
e il male è sottile e universale e il rischio di cadere dalla parte sbagliata è costante e comune.
Siamo tutti, potenzialmente, dei “guardiani di simboli sacri” e quindi facili prede di fondamentalismi.
e a:

Stromy a my (Trees and Us) di Tereza Motýlová (Repubblica Ceca 2022, 11’)
con la seguente motivazione:
Del film sono sicuramente apprezzabili idea, sceneggiatura e regia, quest’ultima davvero notevole. La
menzione, però, va principalmente al sound design e al commento sonoro, tra minimalismo ed
elettronica organica, partiture che sembrano suonate direttamente dagli oggetti animati.
➢ Premio IREN del pubblico, di $ 1500, assegnato dagli spettatori del Festival al miglior
documentario in gara nel Concorso documentari, a:
Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie di Jean-Robert Viallet
(Francia 2022, 92’)
➢Premio Casacomune, istituito dal Festival e da Casacomune scuola e azioni, assegnato
al film o all’autore che meglio sia stato in grado di riflettere temi legati alla spiritualità
intesa come dimensione strettamente legata alla natura di cui facciamo parte, a:
Nicole e Alexander Gratovsky, autori di I, Beast
➢ Premio Ambiente e Società, istituito dal Festival e dalla Cooperativa Sociale
Arcobaleno, per il film, scelto dai lavoratori e dalle lavoratrici della Cooperativa, che
meglio abbia saputo coniugare i temi ambientali e la dimensione sociale, assegnato a:
Breaking Social di Fredrik Gertten (Cile/Svezia 2023, 93’)
con la seguente motivazione:
Un film che rende evidente la connessione tra la questione ambientale e l’etica dell’economia invitando lo
spettatore ad interrogarsi su quale sia la direzione del nesso causale che le lega tra loro; al contempo ci
ricorda che ecologia è parola che esprime tutto il suo potenziale solo se la si coniuga in termini di giustizia
sociale, giustizia economica e giustizia ambientale. Condividiamo e raccogliamo l’invito a credere che la
speranza sia racchiusa nei gesti quotidiani di ognuno di noi.
Riconoscimenti speciali:
➢Premio Stella della Mole green, istituito dal Museo Nazionale del Cinema in occasione
del Festival CinemAmbiente, per un artista che attraverso il linguaggio cinematografico
declini nella sua opera temi legati all’ambiente e alla natura, assegnato a Victor
Kossakovsky.

➢ Premio Ciak verde, istituito dal Festival e da SMAT, per una figura del mondo del
cinema e dello spettacolo italiano impegnata nella difesa dell’ambiente che metta a
disposizione la propria immagine e capacità comunicativa per sensibilizzare il pubblico
sulla gravità dell’attuale crisi ambientale, assegnato a Andrea Pennacchi.
➢ Premio letterario Le Ghiande di Cinemambiente, istituito dal Festival, conferito ad
autrici o ad autori che abbiano fatto dell’ecologia in senso ampio un elemento essenziale
della propria produzione, o abbiano espresso nel proprio percorso artistico un rapporto
profondo e originale con l’ambiente, il paesaggio e la natura, assegnato a Claudio Morandini
con la seguente motivazione:
Nei suoi romanzi, che spaziano dal gotico al giallo, l’ambiente non è uno sfondo, ma un personaggio a tutto
tondo. È presenza perturbante con una volontà tutta sua che si mescola e intralcia e scompagina le
intenzioni degli umani. Sono pietre che si moltiplicano nel salotto di casa e ghiacci che rivelano tracce di
delitti, animali sornioni, oggetti animati e paesaggi inquieti. In mezzo, noi: esseri umani spiazzati da nuove
e strane intimità. È questa frizione l’immagine più adatta a descrivere l’Antropocene, l’epoca geologica che
porta il nostro nome, ma che marca il passaggio dall’illusione della centralità umana allo spaesamento di
fronte a un pianeta che sbatte la coda e si riprende la scena. Morandini ha fatto parlare umani e non umani,
mettendoli a confronto e spesso in conflitto, in situazioni familiari eppure imprevedibili, e sempre con
un’ironia, una leggerezza e un’originalità rare nell’orizzonte italiano.
SINOSSI E BIOGRAFIE DEI PREMIATI
Lynx Man di Juha Suonpää (Finlandia/Estonia 2023, 80’52”)
Barba folta e sguardo indagatore, il pensionato finlandese Hannu si è esiliato dalla società civile e vive
nei boschi a stretto contatto con la natura e gli animali. In particolare, attraverso l’installazione di
videocamere a circuito chiuso, Hannu è riuscito a creare un sistema di monitoraggio della vita delle sue
amate linci, il cui habitat rischia di essere compromesso dall’attività antropica. Attraverso l’alternanza
di riprese dal vivo a colori e immagini di sorveglianza in bianco e nero, il racconto si trasforma quasi in
un viaggio ipnotico dai forti connotati onirici mentre i pensieri di Hannu, esposti davanti alla macchina
da presa, testimoniano la necessità di ritrovare quell’armonia tra uomo e natura che sembra ormai
irrimediabilmente perduta.
Juha Suonpää, fotografo e regista finlandese, è professore a contratto di Fotografia artistica, ambientale, naturalistica
e di cultura visuale presso l’Università di Scienze applicate di Tampere. Le sue opere fotografiche, accompagnate in gran
parte da pubblicazioni monografiche, sono conosciute a livello internazionale. Dopo Vuores (2000), nel 2013 realizza il
lungometraggio documentario Wolfman, la storia di un uomo che vive a stretto contatto con i lupi.

Zug Island di Nicolas Lachapelle Plamondon (Canada 2022, 22’)
Dal complesso produttivo di Zug Island, situato al confine tra Usa e Canada, proviene un misterioso
ronzio conosciuto come “Windsor Hum”. Alla ricerca della fonte di questa strana emissione acustica,
un tecnico del suono si mette in viaggio e incontra diverse persone costrette a fare i conti con decenni
d’incontrollata devastazione industriale. Un’indagine sul tema dell’ecocidio perpetrato in epoca di
capitalismo selvaggio e condotta con un linguaggio che coniuga quello del cinema-verità, del
documentario investigativo e del saggio poetico.
Nicolas Lachapelle Plamondon, regista, sceneggiatore e direttore della fotografia canadese, studia cinema a Montreal.
Inizia la sua carriera con documentari che esplorano la relazione fisica e metafisica fra la popolazione e i paesaggi del
Québec, tra i quali spicca Lights above Water del 2016. Nel 2021 realizza il premiato audiodocumentario Par-delà la
138, registrazione di un’escursione nella natura selvaggia del Lower North Shore.
Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie di Jean-Robert Viallet (Francia
2022, 92’)
Nel 2021 la TOTAL, una delle cinque maggiori compagnie petrolifere del mondo, cambia il suo
nome in TotalEnergies e annuncia un nuovo progetto imprenditoriale orientato verso la
transizione energetica, suscitando così una diffusa perplessità. Numerose interviste a scienziati e
ricercatori dimostrano, tuttavia, la scarsa attendibilità di questo cambiamento, come manifestano
anche le attività che il colosso industriale svolge in diverse parti del mondo come il Texas, l’Uganda
o il Golfo del Messico. Inoltre, a fungere da contrappunto alle opinioni di esperti e analisti c’è
l’attività di uomini e donne che si battono contro le menzogne della multinazionale e a favore dei
diritti dei cittadini e della protezione dell’ambiente: uno sforzo che sembra sempre più
assomigliare a un aggiornamento della lotta tra Davide e Golia.
Jean-Robert Viallet, regista e giornalista francese, esplora temi di rilevanza politica e sociale come povertà,
immigrazione, traffico d’armi e problemi ambientali. Nel 2010 vince il premio Albert Londres per la serie documentaria
La Mise à mort du travail. Tra i suoi film ricordiamo Breakpoint. A Counter-history of Progress (2018), in concorso al 22°
CinemAmbiente, L’Homme a mangé la terre (2019), sulla dissipazione delle risorse naturali, e Des Hommes (2019),
sull’istituzione carceraria.
Alexander e Nicole Gratovsky, antropologi, ricercatori, registi e sceneggiatori russi, sono i fondatori
del centro internazionale Dolphin Embassy e di White Hole – Institute of Curiosities. Ideatori, inoltre,
di NOW Assembly, iniziativa finalizzata al confronto su temi, idee e scoperte riguardanti l’umanità nel
suo insieme, sono autori di diversi libri sull’interazione uomo-delfino e su programmi trasformativi
riguardanti il rapporto uomo-natura. Nel 2014 realizzano il documentario My Pilot, Whale (2014),
seguito da Intraterrestrial. A Fleeting Contact (2017) e Revelation of Jonah (2020) entrambi presentati
rispettivamente alla 20^ e 23^ edizione di CinemAmbiente.
I, Beast di Nicole & Alexander Gratovsky (Georgia/Spagna 2023, 53’)
«Quando entri nel Labirinto, la Bestia appare al centro. Cambia ad ogni tuo agire. Al momento dell’incontro, le attribuisci
una parola, una definizione che lei incarnerà. Non esistono deviazioni nel Labirinto. Tutti si ritrovano al centro e
l’incontro con la Bestia è inevitabile, poiché è lei la somma del Sentiero e del Guardiano della Porta. Tutti cercano di
trovare l’uscita dal Labirinto, ma per farlo bisogna superare la Bestia».
La storia eterna di Teseo e del Minotauro, dell’Uomo e della Bestia. Suggestivo film-parabola in cui persone provenienti
da venti Paesi diversi sono invitate a costruire e percorrere il Labirinto, lo strumento più antico per comprendere il
percorso della vita, al centro del quale ognuno di noi attende l’inevitabile incontro e la conseguente scelta tra il Bene e
il Male.

Breaking Social di Fredrik Gertten (Cile/Svezia 2023, 93’)
Un’indagine che analizza i modelli della cosiddetta plutocrazia globale fondata sull’estrattivismo,
ovvero l’accaparramento indiscriminato delle risorse naturali che causa danni irreversibili
all’ecosistema, e sui profitti accumulati spesso illegalmente e protetti tra le mura invalicabili dei
paradisi fiscali. L’affilato sguardo di alcuni giornalisti investigativi mostra come un piccolo nucleo di
plutocrati abbia preso il controllo del mondo, demolendo i principi su cui si basa il contratto sociale.
Malgrado ciò il documentario travalica il mero cinismo o le derive pessimiste, raccontando anche come
la rabbia e la frustrazione, dinanzi a un’evidente ingiustizia, possano essere incanalate per realizzare
un vero cambiamento e cercare di dare vita a una società autenticamente migliore.
Fredrik Gertten, regista pluripremiato, sceneggiatore e produttore svedese. Molti dei suoi lavori sviluppano temi locali
in questioni di risonanza globale. Ricordiamo Bananas!* (2009), Big Boys Gone Bananas!* (2011), Bikes vs Cars (2015),
vincitore del concorso internazionale del 18° CinemAmbiente, Push (2019). Fondatore della casa di produzione WG
Films, nel 2017 viene insignito di una onorificenza da parte della Facoltà di Cultura e Spettacolo dell’Università di Malmö.
Victor Kossakovsky (San Pietroburgo, 1961) nel 1978 inizia a lavorare agli Studi del Documentario di
Leningrado come assistente alla regia e montatore per poi diplomarsi ai Corsi Superiori di Regia e
Sceneggiatura di Mosca. Conquista l’attenzione della critica internazionale con Belovy (1994) seguito
da Pavel e Lyalya (1999), Tishe! (2003) e Svyato (2005). Nel tempo sviluppa un peculiare sguardo sulla
contemporaneità e la sua relazione con la natura, ben espresso nei film ¡Vivan las antipodas! (2011),
Aquarela (2018) e Gunda, tutti presentati e pluripremiati nei principali festival internazionali.
Andrea Pennacchi (Padova, 1969), attore di teatro di grande carisma, al cinema ha iniziato recitando
la parte di Sandro in Io sono Li di Andrea Segre. Per Carlo Mazzacurati ha recitato ne La sedia della
felicità. Altre sue apparizioni sono in Leoni, Suburra e Il colore nascosto delle cose di Silvio Soldini. Per
la televisione, oltre ad essere stato il Ragionier Galli ne Il paradiso delle signore, ha lavorato in L’Oriana,
Grand Hotel, Non Uccidere 2, Don Matteo, A un passo dal Cielo e, nel ruolo di protagonista, in Pluto, di
Renzo Carbonera. È al fianco di Paola Cortellesi nella serie Sky “Petra”. Il venerdì è ospite fisso del
programma Propaganda live, su La7, che ha reso celebre il suo personaggio “Il Pojana”.
Claudio Morandini è nato ad Aosta nel 1960. Dal 2006, dopo anni di radiocommedie, si dedica al
romanzo (da ricordare, tra i primi titoli, Le larve, 2008; Rapsodia su un solo tema, 2010) e ai racconti,
ospitati su numerose riviste e in antologie. Ha scritto letteratura per ragazzi (Le maschere di Pocacosa,
2018), ha raccontato insolite storie di montagna (Neve, cane, piede, premio Procida – Isola di Arturo –
Elsa Morante 2016; Le pietre, 2017; Gli oscillanti, 2019), ha esplorato i confini tra reale e fantastico e
sperimentato il connubio tra forme e generi differenti (A gran giornate, 2012; Catalogo dei silenzi e
delle attese, 2022). I suoi libri sono tradotti in diverse lingue.

Nanni Moretti debutta a teatro con un dittico di Natalia Ginzburg

Presentata la stagione 2023/2024 del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale

Al termine del suo doppio mandato di presidenza (la scadenza è nell’autunno), per Lamberto Vallarino Gancia è tempo di fare un bilancio degli otto anni trascorsi alla guida dello Stabile torinese. Quando mi sono insediato, nel 2015, lo Stabile era appena stato riconosciuto Teatro Nazionale. Si trattava quindi di consolidare la posizione di leadership nel ranking ministeriale, migliorando ulteriormente la nostra competitività e il nostro posizionamento. Grazie all’impegno e alla professionalità di tutto lo staff, nel corso di questi anni la produttività e gli artisti scritturati sono aumentati del 50%, la valutazione artistica è cresciuta sensibilmente, il pubblico in sede e in tournée ha superato le 200.000 presenze e di conseguenza il contributo ministeriale del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal vivo, già FUS, è passato da 2,6 a 3,5 milioni di euro: un risultato importante, raggiunto in modo progressivo ma costante, che riconosce il lavoro di grande qualità dei nostri artisti, l’eccellente capacità produttiva della struttura, l’efficienza gestionale e organizzativa della direzione. Nel corso del 2022 lo Stabile ha raggiunto i massimi storici per recite prodotte, alzate di sipario, ricavi delle vendite e delle prestazioni e premi della critica, mentre le graduatorie ministeriali recentemente pubblicate confermano il primo posto tra i Teatri Nazionali e i festival di danza, sia per punteggio artistico che per contributo; infine, la stagione che sta finendo farà registrare i più alti incassi al botteghino di sempre, ossia quasi 2,4 milioni di euro. Risultati rilevanti, dei quali vado molto fiero.”

Numeri di cui andare giustamente orgogliosi, l’affermazione sacrosanta di un forte lavoro di squadra, i risultanti allineati giorno dopo giorno che stanno lì a dire tante cose. Si fanno umidi gli occhi del direttore Filippo Fonsatti e la voce s’interrompe: “Ci mancherai Lamberto. Abbiamo lavorato insieme e benissimo, un medesimo ufficio, le nostre due scrivanie l’una di fronte all’altra, a comunicarci progetti e impressioni, a confrontarci in ogni momento.” La giornata sembrerebbe prendere i sentieri larmoyant degli addii, guai se non arrivasse l’umorismo del direttore artistico Valerio Binasco a stemperare quell’attimo che molto raramente siamo abituati a incrociare in una conferenza stampa di presentazione di una stagione: “Filippo, se mai ti metterai a piangere quando me ne andrò io, giuro che vengo lì e ti prendo a calci in culo!” E la sala del Gobetti cambia improvvisamente tono, si riempie di risate, in attesa dei titoli.

In una stagione in cui si riflettono filosoficamente con il titolo “Lo spazio del tempo” le teorie bergsoniane (“e il claim della prossima stagione si può leggere come un invito a prendersi del tempo per la cura di sé, per coltivare gli interessi, le passioni, le relazioni”, spiega Fonsatti), che allinea 73 titoli programmati in sede e in tournée, tra cui 24 produzione e coproduzioni, 12 debutti in prima nazionale, 34 ospitalità e 15 spettacoli per TorinoDanza Festival, l’inaugurazione del 9 ottobre vedrà la sfida del primo appuntamento teatrale di Nanni Moretti con due atti unici di Natalia Ginzburg, “Fragola e panna” (datato 1966) e “Dialogo” (del ’70), racchiusi entro il titolo “Diari d’amore”, ferrea decisione d’affidarli ai meccanismi ben oliati del TST. Un evento d’eccezione, un colpaccio messo in piedi da una manciata tra i maggiori Teatri Nazionali dello stivale e un buon gruppo di vicini francesi, non ultimo il TNP Théâtre National Populaire de Villeurbanne, che per il Nanni vedono e stravedono

Ancora Fonsatti: “Per favorire questa esperienza abbiamo lavorato ad una proposta artistica plurale e dialettica in cui si intrecciano i temi universali delle tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide con riletture shakespeariane mai scontate, si infonde vivezza nei capolavori del repertorio di Pirandello, Čechov, Goldoni e Gogol’ che indagano la varia umanità, si celebrano i centenari di Italo Calvino e Giovanni Testori, si fanno convivere scrittori culturalmente distanti come Pietrangelo Buttafuoco e Nicola Lagioia, si affrontano nei testi contemporanei temi cruciali del presente come l’ambiente, le guerre, le questioni di genere, i conflitti familiari e generazionali, si alimenta la memoria storica per tramandarla alle giovani generazioni, si rilegge criticamente il Novecento della Ginzburg, di Lorca e di Genet.” Se ci si addentra tra produzioni e coproduzioni, uno sforzo e una ricchezza inusuali, citiamo tra le altre “La ragazza sul divano” con cui Binasco, regista e interprete, torna al suo grande amore teatrale che è il norvegese Jan Fosse, con lui Pamela Villoresi, Giovanna Mezzogiorno, Giordana Faggiano e Michele Di Mauro. Il regista associato Filippo Dini, fresco del successone meritatissimo di “Agosto a Osage County” (lo porterà in tournée per cinque mesi), guiderà i giovani diplomati della Scuola del Teatro Stabile di Torino all’interno della più grande storia d’amore di tutti i tempi, “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, in coppia con “After Juliet” scritto dalla drammaturga scozzese Sharman Macdonald, ovvero cosa accade a Montecchi e Capuleti dopo la tragica morte dei due giovani innamorati. I due registi associati, Kriszta Székely e Leonardo Lidi, porteranno rispettivamente “Otello” – dopo aver perlustrato quest’anno la crudeltà di “Riccardo III” – e “Medea” da Euripide, altra prova immensa per Orietta Notari, “Zio Vanja” come secondo capitolo del progetto cecoviano e “L’istruttoria” di Peter Weiss, nel prossimo gennaiio al Gobetti in occasione della Giornata della Memoria, con gli Allievi della Scuola per Attori del TST.

E ancora. Stéphane Braunschweig, direttore dell’Odéon parigino e tra i principali registi della scena teatrale contemporanea, ha scelto Torino e lo Stabile torinese per la sua prima regia italiana, “La vita che ti diedi”, scritto nel 1923 per la Duse, guardando ancora una volta al mondo di Pirandello (all’attivo numera le regie dei “Giganti”, dei “Personaggi”, di “Come tu mi vuoi” e di “Vestire gli ignudi”); Gabriele Vacis propone con Marco Paolini “Vaionts23” e “Trilogia della guerra” riunendo “Prometeo”, “Sette a Tebe” e Antigone e i suoi fratelli” da Eschilo e Sofocle. E ancora: Jurij Ferrini con “Il panico” di Rafael Spregelburd, Giulia Odetto con Womderland” da Lewis Carroll, il ritorno a casa di Alessandro Serra con “La tempesta”, ancora Shakespeare, dopo due anni di repliche, Leo Muscato che dirigerà Rocco Papaleo nell’”Ispettore generale” di Gogol, Lluis Pasqual proporrà “Nozze di sangue” di Lorca con Lina Sastri e Valter Malosti “Antonio e Cleopatra”, Arturo Brachetti e Matthias Martelli renderanno omaggio al mitico Buscaglione con “Fred!” e Franco Branciaroli sarà l’interprete del “Caso Kaufmann” scritto da Giovanni Grasso.

Tra gli ospiti, “Anna Karenina” di Tolstoj con Galatea Ranzi, Gabriele Lavia con il goldoniano “Curioso accidente”, “Uomo e galantuomo” di Eduardo con i Gleijeses padre e figlio, Silvio Orlando, Francesco Di Leva fresco di David di Donatello per “Nostalgia” di Martone alle prese con “Muhammad Ali”, “Anna dei miracoli” di Gibson con Mascia Musy e “Ferdinando” di Annibale Ruccello, “La signora del martedì” con Giuliana De Sio e Alessandro Haber per la regia di Pierpaolo Sepe, “La Maria Brasca” indimenticabile titolo di Testori diretto da Andrée Ruth Shammah, Emma Dante con “Il tango delle capinere” e i Marcido Marcjdoris (da vedere, non fatevelo scappare, dal 30 aprile al Gobetti) con “David Copperfield Sketch Comedy”, un “carosello dickensiano” capitanato dalla regia di Marco Isidori e dalle scenografie di Daniela Dal Cin, con Paolo Oricco e Maria Luisa Abate.

Elio Rabbione

Nelle immagini: l’immagine guida della stagione; Nanni Moretti curerà la regia di due atti unici di Natalia Ginzburg; una scena di “La Maria Brasca” di Giovanni Testori; Giuliana De Sio e Alessandro Haber interpreti di “La signora del martedì”; Orietta Notari sarà l’interprete di “Medea” da Euripide per la regia di Leonardo Lidi.

Note di classe: nuova Stagione per Lingotto Musica con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti

Debutto il 9 ottobre per la Stagione Lingotto Musica 2023/2024. Il concerto d’apertura, “in ricordo di Francesca Gentile Camerana” voluto dal direttore artistico Luca Mortarotti per ricordare la signora Camerana, prevede l’esibizione dell’Orchestra De Sono diretta da Antonello Manacorda. La solista sarà la violinista Viktoria Mullova. Musiche di Mendelssohn e Beethoven. Il secondo concerto vedrà l’8 novembre esibirsi il grande pianista Grigory Sokolov per un programma mozartiano in collaborazione con l’Unione Musicale. Il 15 dicembre l’Akademie fur Alte Musik e il Rias Kammerchor, eseguiranno il “Messiah” di Haendel. Anno nuovo con la Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti con musiche di Glass, Mendelssohn e Richard Strauss. Il 23 febbraio torna al Lingotto dopo 15 anni il pianista Lang Lang con musiche di Schubert, Schumann e Chopin. Il 16 marzo MusicAeterna con Teodor Currentzis per un programma mozartiano. Il 23 aprile ritorno per il Pomo d’Oro con Federico Guglielmo al violino e Giovanni Sollima al violoncello con musiche di Vivaldi, Tartini, Sollima. Chiusura di Lingotto Musica il 30 maggio con la Bayerische Staatsorchester al suo debutto a Lingotto Musica, con un concerto per festeggiare il loro trentennale con sul podio, Vladimir Jurowski con il pianista Alexander Melnikov con musiche di Weber, Beethoven e Schumann.

Pier Luigi Fuggetta

Rock Jazz e dintorni a Torino: The Dark Side Orchestra e i Coma_ Cose

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts suona l’Underbar Trio.

Martedì. Al Blah Blah i The Layer Between sonorizzano il documentario “Bergensbanen”. Al Jazz Club si esibisce il duo femminile Maramalde. “Lazarus” con la regia di Valter Malosti e l’interpretazione di Manuel Agnelli, è in cartellone al teatro Carignano ancora per sei giorni.

Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena Lil Darling. Al Jazz Club blues con il chitarrista Fast Frank. Al Blah Blah suonano i Sail Away.

Giovedì. Al Jazz Club si esibisce Ignacio Etchegaray. Al Blah Blah sono di scena gli The Obsessed. Alle Gallerie d’Italia improvvisano “al buio” Enrico Gabrielli, Vittorio Cosma, Plastica e Ivan Bert.

Venerdì. Alla Palazzina di Caccia di Stupinigi il tributo al disco più famoso dei Pink Floyd, con la The Dark Side Orchestra. Nel Sound Garden dell’Hiroshima Mon Amour suonano i tuareg del Mali Tinariwen. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Pietra Tonale. Al Blah Blah sono di scena i Giuda. Alla Casa del Quartiere si esibisce Laurino. All’Off Topic è di scena An Early Bird.

Sabato. Al Jazz Club suonano i BluesCreen. Debutta la rassegna “Musicastelle” in Val d’Aosta. A Plan De Moudzons si esibiscono i Coma _Cose. Al Magazzino sul Po suonano gli Osaka Flu. Al Blah Blah  sono di scena i Grave-T.

Domenica. Allo Ziggy si esibisce Lili Refrain. All’Imbarchino sono di scena i C+C=Maxigross.

Pier Luigi Fuggetta

Le sonate da Chiesa di Mozart alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Domenica 11 giugno

REGIE ARMONIE

eseguite da un gruppo d’archi e dall’organista Luca Benedicti

 

 

Per Regie Armonie. Itinerari musicali lungo la Via Francigena la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso ospita, domenica 11 giugno alle ore 17, l’organista Luca Benedicti che utilizzerà l’organo conservato a Ranverso, risalente alla metà del Settecento e caratterizzato da una particolarità costruttiva: l’inversione della colorazione dei tasti (normali neri, diesis bianchi). Ad accompagnare Luca Benedicti un gruppo d’archi composto da Edoardo De Angelis e Raul Roa al violino con Manuel Zigante al violoncello.

In programma le Kirchensonaten di Wolfgang Amadeus Mozart. Le Sonate da Chiesa risalgono tutte al periodo salisburghese di Mozart, tra il 1772 circa e il 1780 e continuano la tradizione delle antiche sonate religiose seicentesche. Le sonate venivano eseguite durante la Messa tra la lettura dell’Epistola e quella del Vangelo e testimoniano una religiosità legata agli ideali stilistici della musica sacra napoletana allora in voga.

Prima del concerto, alle ore 14, in occasione dell’ultimo giorno della Museum Week, “La scuola a Ranverso” presenta alcuni tra i laboratori più interessanti realizzati con le scuole di ogni ordine e grado, compresi i lavori realizzati con la Libera Accademia Novalia di Alba. Segue, alle ore 15.30, una visita guidata alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso.

 

PROGRAMMA

Domenica 11 giugno

Ore 14

La scuola a Ranverso

Ore 15.30

Visita guidata alla Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Costo: 3 euro

Ore 17

Regie Armonie. Mozart e le Kirchensonaten

Luca Benedicti, organo

Edoardo De Angelis, violino I Raul Roa, violino I Manuel Zigante, violoncello

Concerto a offerta libera

 

Johann Sebastian Bach (1685-1750)

Dalla Cantata BWV 147, Corale “Gioisci anima mia”

Dalla Suite BWV 1068 n.3 Aria sulla IV corda

Arcangelo Corelli (1653-1713)

Tema e Variazioni sull’Aria della Follia per organo e violino

Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)

Kirchensonata in Fa maggiore KV 244

Kirchensonata in Sol maggiore KV 274

Johann Pachelbel (1653-1706)

Canone in Re Maggiore per archi

Wolfgang Amadeus Mozart

Andante in Fa maggiore KV 616 per organo

Kirchensonata in Re maggiore KV 144

Kirchensonata in Do maggiore KV 328

 

INFO

Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso

Località Sant’Antonio di Ranverso, Buttigliera Alta (TO)

Info: 011 9367450 (attivo da mercoledì a domenica) o ranverso@biglietteria.ordinemauriziano.it

www.ordinemauriziano.it

Un’estate di concerti alla Corte d’Onore di Palazzo Reale

Gioie musicali nella corte del cielo

8 – 22 luglio 2023

 

Nella foto: il Palazzo Reale di Torino (foto ©Andrea Guermani per i Musei Reali)

 

Dall’8 al 22 luglio, a conclusione della Stagione 2023, il Teatro Regio presenta Passaggi d’Estateotto concerti con l’Orchestra, i Solisti del Regio Ensemble e il Coro di voci bianche del Teatro Regio; l’ambientazione è tra le più suggestive della città, la Corte d’Onore di Palazzo RealePassaggi d’Estate si realizza in collaborazione con i Musei Reali di Torino.

Tutti i concerti avranno inizio alle ore 21 e non prevedono intervallo. Per una passeggiata esclusiva e un aperitivo prima dello spettacolo, sarà possibile accedere al Giardino Ducale e al Caffè Reale a partire dalle ore 20, grazie all’apertura straordinaria riservata ai possessori del biglietto per il concerto.

 

Il Sovrintendente Mathieu Jouvin dichiara: «Ringrazio i Musei Reali di Torino e la Direttrice Enrica Pagella per questa collaborazione che rinsalda il legame tra le nostre due istituzioni, già legate da un protocollo d’intesa che ha dato vita a splendidi lavori. Ricordo il più recente contributo: la realizzazione della raggiera sull’altare della Cappella della Sindone. Passaggi d’Estate rappresenta la naturale prosecuzione della Stagione 2023, che si conclude con Madama Butterfly di Giacomo Puccini (dal 13 al 27 giugno) e, in attesa della nuova Stagione 2023-2024, ci dedichiamo un mese di musica, con giovani interpreti, la nostra Orchestra e una scelta di programmi musicali che si sposano perfettamente al gusto e all’architettura del Palazzo Reale e della sua Corte d’Onore, uno dei luoghi più affascinanti ed evocativi della città. Otto concerti pensati per un pubblico variegato, che potranno incuriosire sia i cittadini torinesi sia i turisti che sempre più numerosi affollano la nostra città, e con un’attenzione particolare agli under 30, cui è dedicato un biglietto a € 10. Proseguiamo nella direzione di una sempre maggiore apertura agli spettatori di domani, che fin dall’inizio della Stagione in corso, in particolare con le Anteprime Giovani, hanno scoperto il Regio con partecipazione entusiasta. L’invito rivolto a tutti è concedersi il piacere della musica dal vivo in un luogo dove ri-trovarsi, condividere pause di riflessione e di svago, confrontarsi e ascoltare».

 

La Direttrice Enrica Pagella sostiene: «La rassegna Passaggi d’Estate conferma l’intesa tra i Musei Reali e il Teatro Regio, una collaborazione avviata con i Laboratori Artistici nel 2021 per attività di valorizzazione nella Cappella della Sindone, proseguita nel 2022 con la mostra Splendori della tavola, i Concerti d’Autunno e l’esibizione del Coro delle voci bianche per le festività natalizie. Ospitare nuovamente le formazioni musicali del Teatro Regio offre ai Musei Reali la possibilità di aprirsi alla cittadinanza e a nuovi pubblici, riportando la musica nella Corte d’Onore del primo Palazzo Reale dell’Italia unita, in un contesto storico di grande fascino e raffinatezza».

 

«Ho messo a punto un programma classico, che ben si sposa con l’estetica e la natura del luogo che ci ospita – afferma il Direttore artistico Cristiano Sandri – ho pensato di proporre brani godibili, piacevoli e raffinati, per un pubblico non necessariamente di specialisti, e capaci di mettere in risalto le qualità delle compagini artistiche del Regio. Sono molto soddisfatto dell’ottima prova che ha dato il Regio Ensemble e quindi sono contento di poter offrire loro l’opportunità di essere protagonisti della nostra programmazione estiva. Questi giovani artisti, provenienti da tutto il mondo, hanno partecipato con impegno alla Stagione 2023, dando prova di bravura e crescita; ora finalmente il pubblico potrà ascoltarli insieme. Fa parte del Regio Ensemble il maestro Riccardo Bisatti, che dirigerà tutti i concerti con la nostra Orchestra. Abbiamo accolto con gioia la notizia di pochi giorni fa: Fortune Italia ha inserito il giovanissimo direttore nella lista dei “40under40” più influenti della cultura italiana. Siamo fieri di questo riconoscimento che conferma, ancor di più, un talento e una sensibilità artistica fioriti proprio al Regio, e riteniamo giusto dargli la possibilità di esibirsi con l’Orchestra del Teatro, che con lui ha sviluppato una profonda sintonia. Dedichiamo anche un appuntamento speciale con il Coro di voci bianche, nostro fiore all’occhiello. Infine presentiamo un nuovo membro del Regio Ensemble, il giovanissimo tenore sudafricano Lulama Taifasi, che si è formato all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino».

 

Il pianista e direttore d’orchestra Riccardo Bisatti commenta: «Sono molto emozionato e onorato di poter dirigere tre concerti con la straordinaria Orchestra del Teatro Regio di Torino. Saranno proposti tre programmi incentrati sul Classicismo Viennese, con una parentesi schubertiana. Nel primo concerto spicca una delle ultime sinfonie di Mozart, la conosciutissima Sinfonia “Haffner”, posta a confronto con il Divertimento in re maggiore KV251, brano meno conosciuto ma di grande bellezza. Apre il programma la celebre ouverture dell’opera Così fan tutte, capolavoro operistico della trilogia dapontiana. La Sinfonia n. 7 D729 di Schubert, completata dallo scrupoloso e attento lavoro del compositore e direttore d’orchestra Brian Newbould, domina il secondo appuntamento. È l’occasione per riportare in vita una composizione schubertiana incompiuta. Infine, l’Ouverture dalla Clemenza di Tito di Mozart e la Serenata KV100, sempre del salisburghese. Nell’ultima serata, il pubblico avrà l’occasione di ascoltare tutti e tre i musicisti insieme. Il concerto si aprirà infatti con la famosissima Ouverture dalle Nozze di Figaro di Mozart; seguirà la Sinfonia n. 88 di Haydn, meraviglia del grande compositore in cui spicca il vorticoso movimento Rondò finale e infine si chiuderà con la Sinfonia n. 2 di Beethoven, anello di congiunzione tra i lavori giovanili e quelli sinfonici. Il pubblico potrà quindi percorrere un viaggio tra eterni capolavori della musica».

 

Nella foto: Mathieu Jouvin, Stefano Lo Russo e Cristiano Sandri durante la presentazione a Palazzo Reale

 

Sabato 8 luglio si inaugura con un recital dei Solisti del Regio EnsembleIrina Bogdanova e Amélie Hois (soprani), Ksenia Chubunova (mezzosoprano), Lulama Taifasi (tenore) e Rocco Lia (basso), accompagnati al pianoforte dal maestro Giannandrea Agnoletto. Il programma, omaggio alla grande musica italiana dell’800, presenta capolavori di Vincenzo Bellini, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti e Giuseppe Verdi, una selezione di arie d’opera che, per limpida bellezza e forza espressiva, sono impresse, tutte, nella storia della musica come esempi di belcanto. Amori teneri e contrastati, amori che vincono, ma anche amanti straziati di dolore e di malinconico ricordo, per una serata in crescendo emotivo.

Domenica 9 luglio il maestro Claudio Fenoglio, direttore e solista al pianoforte, conduce il Coro di voci bianche del Teatro Regio e i Solisti del Regio Ensemble Irina Bogdanova (soprano) e Ksenia Chubunova (mezzosoprano) in un nutritissimo programma che ci permetterà di incontrare generi e stili diversi, composizioni sacre e profane, con musica di autori del passato e brani di compositori contemporanei. Ascolteremo brani di Gioachino Rossini, Gabriel Fauré, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Xabier Sarasola, Sergej Rachmaninov, Dmitrij Šostakovič, Leonard Bernstein, Andrew Lloyd Webber, John Rutter, Jacques Offenbach, Giacomo Puccini, Georges Bizet. Questo concerto sarà un’occasione preziosa per ascoltare il Coro dei piccoli e apprezzarne il lavoro e l’eccellente preparazione raggiunti, sempre nella convinzione che il canto corale sia un gioco di squadra, un modo di crescere insieme e di arricchire la propria vita per affrontare insieme sfide e paure.

 

Martedì 11 luglio Riccardo Bisatti sale sul podio dell’Orchestra del Regio per dirigere un concerto tutto mozartiano. Il programma si apre con l’Ouverture da Così fan tutte, il capolavoro della piena maturità composto tra il 1789 e il 1790 dal genio salisburghese; si prosegue con il Divertimento in re maggiore KV 251, che Mozart scrisse nel luglio 1776 per il compleanno della sorella Nannerl che amava i ritmi brillanti, arguti e leggeri; tutto scorre infatti con levità ed eleganza fino alla chiusura, con una Marcia “alla Francese”, detta in tal modo per il particolare carattere del ritmo, molto marcato e meno cantabile della maggior parte dei temi di marcia composti in precedenza da Mozart. Infine, la Sinfonia “Haffner” KV 385, rappresentata per la prima volta nel marzo 1783 a Vienna, che fu commissionata dagli Haffner, un’importante famiglia di Salisburgo, in occasione del conferimento del titolo nobiliare “von Imbachhausen” a Sigmund Haffner.

 

Il concerto si realizza con il sostegno di Banca Patrimoni Sella & C., nuovo Socio Sostenitore del Teatro Regio. Dichiara l’Amministratore delegato Federico Sella: «Arte e cultura sono un presidio fondamentale per una società sostenibile, e chiunque sia impegnato nella loro valorizzazione offre un contributo importante. Per questo motivo, è naturale e coerente che Banca Patrimoni Sella sostenga un’istituzione culturale come il Teatro Regio di Torino radicata nella storia del territorio e nel suo vissuto quotidiano».

 

Sabato 15 e domenica 16 luglio il maestro Bisatti dirige l’Orchestra in un programma altrettanto piacevole, dove protagonisti sono Wolfgang Amadeus Mozart e Franz Schubert: del primo ascolteremo l’Ouverture da La clemenza di Tito e la Serenata KV100; del secondo la Settima Sinfonia. «Noi ammiriamo Mozart – scrisse Luigi Magnani – anche per avere egli trovato per il Tito una musica come quella del Don Giovanni e di Così fan tutte, una musica come quella del Figaro, bensì una musica diversa, adeguata al genere e al testo che gli furono imposti, ispirata all’ideale di classicità, che riviveva in lui per rispondere a una sua nuova esigenza di un’arte più semplice, spoglia e severa, espressione diretta del suo animo distaccato dalla terra, contristato e deluso» («Lo spettatore musicale», Luigi Magnani, 1966). Questo spirito classico è la chiave con cui bisogna entrare nel mondo della Clemenza di Tito, che si manifesta sin dall’Ouverture, aperta da solenni unisoni intervallati da lunghe pause, per poi svilupparsi attraverso un concitato primo tema, un secondo tema di dolce cantabilità e un terzo in tempo fugato. Il brano riflette il clima nobilmente eroico tipico dell’opera seria di stampo settecentesco.

 

Martedì 18 luglio i solisti del Regio Ensemble, accompagnati al pianoforte dal maestro Giulio Laguzzi, si misureranno con un programma dal sapore mitteleuropeo, godibile, di forte impatto e con slanci ricercati. Irina Bogdanova e Amélie Hois (soprani), Ksenia Chubunova (mezzosoprano), Lulama Taifasi (tenore) e Rocco Lia (basso) su musiche di Georg Friedrich Händel, Charles Gounod, Fromental Halévy, Johann Strauss figlio, Camille Saint-Saëns, Wolfgang Amadeus Mozart, Pëtr Il’ič Čajkovskij, Franz Lehár: arie indimenticabili da Messiah a Faust, da Die Fledermaus alla Dama di picche.

 

Giovedì 20 e sabato 22 luglio Riccardo Bisatti sale sul podio dell’Orchestra del Teatro Regio per il gran finale: in programma l’Ouverture da Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sinfonia in sol maggiore n. 88 di Joseph Haydn e la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven. Composta dopo la stesura dell’intera partitura, l’Ouverture sembra ispirata, come notato da Otto Jahn, uno dei primi biografi di Mozart, al sottotitolo della commedia francese La folle journée; è infatti una pagina brillante, garbata, raffinata e con un tocco di ironia, che introduce perfettamente il vortice degli eventi. La Sinfonia in sol maggiore è una delle più famose opere di Joseph Haydn: in essa mostra tutta la sua maestria, dallo spumeggiante tema iniziale alla brillantissima coda. Si dice che Johannes Brahms, dopo aver sentito il secondo movimento (lento), avesse osservato: «Voglio che la mia Nona Sinfonia suoni come questo». Composta tra il 1800 e il 1802, la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Beethoven risente degli influssi della tradizione, soprattutto di Haydn e di Mozart; emana energia e serenità, nonostante nasca in uno dei momenti più dolorosi della vita del compositore, quando l’acutizzarsi della sua sordità lo portò a maturare la decisione di abbandonare la carriera concertistica, e il rifiuto della contessina Giulietta Guicciardi lo avesse deluso sentimentalmente. L’autorevole «Allgemeine Musikalische Zeitung», dopo una esecuzione del 1805 si espresse così: «Il Finale è troppo bizzarro, selvaggio e rumoroso. Ma ciò è compensato dalla potenza del genio che in quest’opera colossale si palesa nella ricchezza dei pensieri nuovi, nel trattamento del tutto originale e nella profondità della dottrina».

 

BIGLIETTERIA E INFORMAZIONI

Sede dei concerti: Corte d’Onore di Palazzo Reale | Piazzetta Reale 1 – Torino

 

Biglietti € 20 – Under 30 € 10

 

Vendita: da sabato 27 maggio alla Biglietteria e on line

 

Biglietteria Teatro Regio | Piazza Castello 215 – Torino

Tel. 011.8815.241 – 011.8815.242 – biglietteria@teatroregio.torino.it

Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 11-19; domenica ore 14-18

 

Un’ora prima dei concerti al Golden Box presso la sede dei concerti

 

Vendita on line su www.teatroregio.torino.it e www.vivaticket.it

 

In caso di annullamento del concerto a causa del maltempo, non è prevista una data di recupero.

 

Qualora il concerto sia iniziato da almeno 20’ non è previsto il rimborso dei biglietti.

 

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti: www.teatroregio.torino.it | info@teatroregio.torino.it

 

Si conclude con Madama Butterfly al teatro Regio la stagione 2023 con l’anticipazione delle celebrazioni pucciniane

Con Madama Butterfly di Giacomo Puccini si conclude la stagione 2023 del teatro Regio, che anticipa l’inizio delle celebrazioni dedicate al compositore lucchese, nell’anno del suo centenario. L’allestimento è  quello andato in scena al Regio di Torino nel 2010 e nel 2014, firmato dal regista veneziano Damiano Michieletto.

Orchestra e Coro del teatro Regio sono diretti dal maestro DmitriJurowski. Il coro è istruito da Andrea Secchi che, con questa produzione, saluta il teatro Regio.

La soprano Valeria Sepe non potrà prendere parte alla produzione  a causa di un infortunio alle ginocchia, che non le permetterà di eseguire i movimenti previsti dalla regia. Nel ruolo del titolo debutta, invece, Lianna Haroutounian, soprano armeno tra i più  promettenti della sua generazione. Possiede notevoli qualità  di soprano lirico-spinto che le hanno permesso di affrontare un vasto repertorio operistico, interpretando sia Verdi sia Puccini e, sull’altro versante, i compositori francesi, il repertorio russo e la musica da camera. Il tenente Pinkerton, che spezza il cuore della geisha bambina, è  interpretato da Rame Lahaj, tenore kosovaro,reduce da numerosi successi a livello internazionale e simbolo della rinascita culturale del suo Paese.

L’Orchestra del Teatro Regio è  diretta da Dmitri Jurowski, il più giovane rappresentante di una famosa dinastia musicale russa e nipote del compositore Vladimir Michailovic Jurowskij, che è  stato direttore generale dell’Opera Fiamminga di Anversa /Gandnegli anni 2011/2016 e dal 2011 direttore principale e direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica di Mosca “Russian Philarmonic”. Dal 2015 è anche direttore musicale dell’Opera di Stato di Novosibirsk, e ha diretto numerose produzioni fieristiche.

Nel giro di poco tempo Damiano Michieletto è emerso sulla scena internazionale come uno dei rappresentanti più interessanti della nuova generazione di registi italiani, vincendo, poco più  che trentenne, nel 2008 il Premio Abbiati per “La gazza ladra”, successo che ha ripetuto nel 2017 con Aquagranda di Perocco.

La sua regia propone una rilettura di Madama Butterfly dal forte taglio contemporaneo.

L’esotismo in Butterfly era rappresentato, all’epoca della prima scaligera del 1904, da kimono, sensu (il tipico ventaglio giapponese) e sontuosi obi. Nell’era della globalizzazione, secondo il regista, questi stessi simboli non sono più codici di un mondo lontano, ma semplici oggetti che hanno perso il loro profondo significato e la loro origine.

“Le ali spezzate  di Butterfly  – afferma il regista- diventano una tragedia contemporanea. Il libretto riporta che Cio-cio-san è una ragazza di quindici anni che, caduta in miseria, viene venduta da un sensuale a uno sconosciuto americano  che, per cento yen, la ottiene in sposa. Non si tratta di un matrimonio, ma di una compra-vendita e Cio-cio– san viene ribattezzata con il nome americano di Butterfly. Dopo poco tempo quell’uomo la abbandona per continuare i suoi viaggi. La storia di Madama Butterfly è  basata su di una vicenda simile a quello che oggi si chiama turismo sessuale. Questa è  la visione sulla quale ho incentrato la lettura dell’opera”.

La tragedia e la violenza di questo “racconto del dolore” vengono rispettate dal regista, ciò che cambia è  la forma del veicolare il teatro di Puccini al pubblico di oggi. Al centro della scena, a rispettare e amplificare l’assoluta centralità della protagonista, si erge una stanza in plexiglas, la casa prigione di Butterfly, la perfetta teca per collezionare questo tipo di farfalla, un esemplare rarissimo. Da quella teca e dal dialogo con l’esterno emerge lo scontro tra realtà e illusione.

Durante tutte le recite serali il pubblico ha la possibilità di degustare una cena a buffet nel Foyer del Toro durante l’intervallo.

Opera Buffet si può  acquistare online al costo di 27 euro oppure la sera dello spettacolo al costo di 30 euro.

I biglietti per Madama Butterfly sono disponibili presso la Biglietteria del teatro Regio e online su

www.teatroregiotorino.it

Biglietteria del Teatro Regio

Tel 0118815241, 0118815242

Orario di apertura dal lunedì  al sabato 11-19

Dall’11 giugno la domenica orario di apertura dalle 10.30 alle 15.30

MARA MARTELLOTTA