SPETTACOLI- Pagina 53

“L’istruttoria” di Peter Weiss al teatro Gobetti per la Giornata della Memoria

Martedì 23 gennaio con gli allievi del Teatro Stabile di Torino

 

In occasione delle celebrazioni per la Giornata della Memoria, martedì 23 gennaio, alle ore 19:30, al teatro Gobetti, gli allievi della Scuola per Attori (TST) daranno voce a “L’istruttoria”, il celebre testo che Peter Weiss scrisse dopo aver assistito allo storico processo contro un gruppo di SS e dei funzionari del lager di Auschwitz, che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965. Nelle giornate di dibattimento vennero ascoltati quasi 500 testimoni, 248 dei quali scelti tra i 1500 sopravvissuti, e questo fu il primo vero tentativo da parte della Repubblica Federale Tedesca di far fronte alla questione delle responsabilità individuali, imputabili a esecutori di ogni grado, attivi nei recinti del lager. Il passato è solo una dimensione del lavoro di Weiss, mentre la dimensione del presente è meno percepibile per la sua stessa ambiguità. La cronaca di quel processo non avrebbe significato, infatti, se ad essa non rispondessero le nostre coscienze contemporanee.

Diretti da Leonardo Lidi, questi giovani interpreti daranno voce alle testimonianze che vennero rilasciate durante queste dolorose udienze, rispondendo con consapevolezza al dovere di ricordare l’Olocausto e mantenere vivo il nostro impegno verso la storia. “L’istruttoria” è un atto di denuncia contro i criminali nazisti. Un giudice, un difensore e un procuratore, 18 accusati e 9 testimoni anonimi sono i personaggi di un’opera in 11 canti che, come un inferno laico e contemporaneo, trascende la rappresentazione del processo e acquista la veridicità di una tragedia antica. Si tratta di una sorta di viaggio agli inferi, non solo nel tempo ma anche nello nello spazio, in cui i personaggi, bloccati tra forma e vita, tentano con l’azione di dipingere l’istante eterno della storia e del ricordo. Nel 1965, quando l’opera fu pubblicata, furono molti gli allestimenti realizzati secondo i dettami teatrali di Weiss. Questi richiedevano una estremizzazione del teatro epico brechtiano, come la totale riduzione dell’aspetto emotivo, per far emergere in tutta la sua potenza l’informazione documentaria. A più di quarant’anni di distanza dai fatti, all’aspetto documentaristico si affianca quello emotivo.

Assistente alla regia è Francesca Bracchino.

“L’istruttoria”, prodotta dal Teatro Stabile di Torino, verrà replicata per la stagione in abbonamento fino a domenica 28 gennaio 2024.

 

Mara Martellotta

A teatro “Funeral Home”, di e con Giacomo Poretti

Teatro Concordia, corso Puccini, Venaria Reale (TO)

Martedì 23 gennaio, ore 21

Funeral Home 

Di e con Giacomo Poretti, del trio Aldo Giovanni e Giacomo, e Daniela Cristofori

 

 

“Funeral Home” di e con Giacomo Poretti, del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo, e Daniela Cristofori, è la storia di una coppia di anziani, Lui e Lei, che si sta recando a un funerale: lui vuole sfuggire alla realtà e lei tenta di riportarcelo in un inseguimento follemente divertente e poetico.

Lei è tutta in ghingheri, tailleur e gioielli, lui è un misto tra abito da cerimonia e gita fuori porta. Lei vuole andare, arrivare presto, lui non ne ha la benché minima voglia. Rita e Ambrogio litigano, come solo due anziani sanno litigare, con ferocia, ma anche molto teneramente. In realtà dopo essersele date di santa ragione su qualsiasi argomento, avrebbero anche il tempo di rendere omaggio alla salma che è nella stanza accanto, ma Ambrogio non ne vuole proprio sapere. Perché? Ovvio: perché la morte lo terrorizza, come solo sa terrorizzare gli anziani, anzi non ne vorrebbe proprio parlare. Rita, invece, ne vuole parlare, proprio come ne parlano gli anziani, curiosi, intimoriti, rassegnati e speranzosi.

Martedì 23 gennaio, ore 21

Funeral Home

Di e con Giacomo Poretti e Daniela Cristofori

Collaborazione ai dialoghi, regia e disegno luci di Marco Zoppello

Scenografia Stefano Zullo

Costumi di Eleonora Rossi

Musiche originali e sound design di Giovanni Frison

La canzone è interpretata da Gianni Caro

Assistente alla regia Michele Mori

Assistente scenografa Nina Donatini

Assistente costumista Federica Famà

Datore luci Luca Farioli

Fonico Marco Broggiato

Service MaMaSound

Produzione Teatro de Gli Incamminati

Biglietti: intero 20 euro, ridotto 18 euro

Sentimenti Travolgenti all’Osteria Rabezzana

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 24 gennaio, ore 21.30

Il progetto solista di Oscar Giammarinaro, cantante e fondatore della mod band torinese Statuto

Oscar Giammarinaro in versione solista presenta mercoledì 24 gennaio in Osteria Rabezzana uno spettacolo con “lo stile emozionante e la musica elegante” dei brani soul, jazz e pop contenuti nel suo album “Sentimenti Travolgenti” più alcuni brani particolari degli Statuto, mai eseguiti dal vivo.

La band che lo accompagna, orfana dello storico bassista Rudy Ruzza, è formata da Enrico Bontempi alla chitarra, Gigi Rivetti alla tastiera, Marco Ruggiero alla batteria e Alessandro Loi al basso.

«La decisione di lavorare a un progetto solista – dichiara Oscar Giammarinaro – deriva dall’aver raggiunto con l’esperienza una maturità tale che mi ha portato al bisogno di comporre canzoni più intime e personali. Questo lavoro non si sostituisce alla realtà degli Statuto, è un percorso nuovo e parallelo che trova nella proposta cantautorale la sua dimensione più adatta. In un momento in cui il panorama musicale italiano sembra trascurare la ricercatezza compositiva, ho voluto lavorare ad un progetto artistico attento allo stile e all’eleganza “totale”: nelle sonorità, negli arrangiamenti, nei testi e nelle grafiche. Questi brani parlano di sentimenti in diversi modi, ma sempre senza inibizioni, in maniera molto istintiva, diretta e passionale. Da qui il nome dell’album “Sentimenti Travolgenti”».

Ora di inizio: 21.30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it

Rock Jazz e dintorni a Torino: Claudio Baglioni e Mario Venuti

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il trio Liquid Jazz. Al Lambic si esibisce Mario Venuti.

Martedì. Al Blah Blah è di scena Daniele Guerini.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Alex Wise. Al teatro Colosseo tributo a Ennio Morricone proposto dall’Ensemble  Symphony Orchestra. All’Osteria Rabezzana è di scena Oscar  Gianmarinaro degli Statuto. Al Blah Blah suona il quartetto Phat Dat.

Giovedì. Al Cafè Neruda si esibisce il quartetto di Alfredo Ponissi. All’Inalpi Arena (ex Pala Olimpico), primo di 3 concerti consecutivi per Claudio Baglioni. Al Blah Blah suonano Andrea Manges & The Veterans con i The Odorants. Al Capolinea 8 suona il trio di Flavio Bonifacio.Al teatro Colosseo doppia data con lo spettacolo dantesco “Paradiso XXXIII” per Elio Germano e Teho Teardo. All’Hiroshima è di scena Umberto Maria Giardini. Al Museo d’Arte Orientale si esibisce il duo Ya Tosiba. Al Jazz Club tributo ai Beatles con Vince Tempera.

Venerdì. All’Imbarchino è di scena il duo AB Uno. All’ Hotel Hilton si esibisce il quartetto della vocalist Denise King. Allo Spazio 211 suonano I Bachi di Pietra. Al Magazzino sul Po sono di scena i Mundial. Allo Ziggy suona Sylvaine con Die Sunde. Al Blah Blah si esibiscono i DSA Commando. Al Circolo Sud sono di scena I Principi. All’Off Topic si esibisce la cantante Flo.

Sabato. Al Blah Blah suonano gli Skarabazoo. All’Auditorium del Lingotto canta Luca Barbarossa per il Giorno della Memoria. Al teatro dei Bottoni di Candiolo sono di scena gli Animaux Formidables. Michele Gazich e Federico Sirianni rendono omaggio a Michele Straniero al Folk Club. Allo Ziggy suonano gli Aneurysm. Al Magazzino sul Po si esibiscono i Dub Pigeon. Allo Spazio 211 è di scena Marta Tenaglia.

Domenica. Sempre al Magazzino sul Po suona il Jazz RapSody Collective.

Pier Luigi Fuggetta

(Foto: una pagina de La Stampa)

Prende il via l’edizione 2024 di “Danza a km zero”

Sei spettacoli di prossimità tra tradizione e innovazione promossi dalla Fondazione Egri

Al via l’edizione 2024 di ‘Danza a km zero’, sei spettacoli di prossimità tra tradizione e nuova innovazione che la Fondazione Egri ha promosso per aprire le porte del suo quartiere alla conoscenza della danza

All’interno del network IPUNTIDANZA , dedicato alla programmazione e produzione della Fondazione Egri, si rinnova l’appuntamento con “Danza a km 0”, una rassegna che mira a valorizzare il quartiere Crocetta e la Fondazione, che qui ha la sua sede.

I sei appuntamenti, che un venerdì al mese scandiranno il primo semestre del 2024, si tengono nel laboratorio della compagnia Egribiancodanza in via Vico 11, nel quartiere Crocetta, e mirano ad offrire ai cittadini e stakeholder locali un’occasione accessibile e a chilometro zero per scoprire l’arte coreutica della Fondazione e le nuove produzioni, potendo godere di una particolare vicinanza con ballerini e coreografi e fruendo anche del ‘dietro le quinte’ del loro processo artistico e creativo.

Obiettivo della rassegna è quello di rafforzare una frequentazione tra un pubblico di prossimità e la fondazione nella sede della compagnia Egribiancodanza che, da hub di formazione e produzione, si trasforma in uno spazio scenico.

“Danza a km zero” nasce da una riflessione sul nostro ruolo sul territorio – Raphael Bianco, vicepresidente della Fondazione Egri per la danza. Questo format rafforza il forte legame che abbiamo con la Crocetta e per esteso con la Circoscrizione 1, offrendo un calendario di eventi di danza che è possibile fruire senza quasi doversi spostare e fortemente accessibile a chi abita nel quartiere “.

‘Danza a km 0’, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, si articola in due sezioni, la prima intitolata “Focus altre danze” dedicato alla scuola di danza di Susanna Egri, in cui gli allievi della scuola accompagneranno con diverse esibizioni racconti storici su temi specifici, elaborati dalla stessa Susanna Egri, e “Focus nuove danze”, dedicato alla Compagnia Egribiancodanza che presenterà in anteprima estratti delle nuove produzioni della stagioni 2023/2024 accompagnati da momenti di approfondimento sulla ricerca e composizione coreografica.

Il primo appuntamento è per venerdì 19 gennaio alle 20.45 con la danza ungherese. L’incontro, condotto da Susanna Egri, vedrà l’esibizione dei talenti della sua scuola di danza, tratti dal repertorio classico e da quello firmato dalla ballerina e coreografa. Questo incontro permetterà al pubblico di scoprire e ripercorrere le caratteristiche principali delle danze ungheresi. Gli eventi successivi presenteranno al pubblico nuove produzioni con incontri con la compagnia Egribiancodanza e i vincitori del bando AREPO, dedicato a coreografi over 35, oltre a incontri dedicati a specifiche produzioni, dalla danza afro alle coreografe donne

Informazioni e prenotazione biglietteria@egridanza.com 3664308040

Mara Martellotta

Riapre il Cinecircolo il Pungolo con molte novità

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Dopo quattro anni di pausa riprenderà la sua programmazione il 23 gennaio prossimo lo storico cineforum il Pungolo. Nel solco della tradizione ritornano le amate rassegne del cineclub torinese che è organizzato dall’associazione Cinecircolo il Pungolo, in collaborazione questa volta con l’associazione Arturo Ambrogio.

Sede della rassegna il recentemente riaperto cinema Esedra in via Bagetti 30, accanto alla parrocchia Gesù Nazareno, sala cinematografica che è stata la casa del Pungolo sin dalla sua nascita, nel lontano 1967.

Le proiezioni avverranno tutti i martedì alle 21.15 e i mercoledì alle 17.15 e 21.15. In sala si accede con la tessera che costa 50 euro per i soci, 40 per gli under 30 e 70 euro per i soci sostenitori.

La prima proiezione sarà quella del film “Mixed by Erry” di Sidney Sibilia, seguita martedì 30 e mercoledì 31 gennaio da “Everything Everywhere all at once” di Daniel Schinert e Daniel Kwan.

Il 6 e 7 febbraio prossimi verrà proiettato il film ‘Grazie ragazzi’ di Riccardo Milani, martedì 13 e mercoledì 14 gennaio sarà la volta di “Ritorno a Seoul” di Davy Chou.

Martedì 20 e mercoledì 21 febbraio vi sarà la proiezione di “Mon crime” di Francois Ozon.

Sei film del programma verranno presentati in collaborazione con “Cinegustolgia” di Marco Lombardi che, da anni, propone, con un originale formato, delle insolite e intriganti letture di film e suggerimenti di prelibatezze enogastronomiche. Alcuni film del ciclo verranno abbinati dal Pungolo a degustazioni di finger food creati, per l’occasione, da ”Il forno dell’angolo” di Luca Scarcella.

I titoli scelti saranno “Everything Everywhere all at once” del 30 gennaio alle ore 21.15, “Grazie ragazzi” del 7 febbraio alle ore 17.15, “Mon Crime” del 21 febbraio alle ore 21.15, “ll più bel secolo della mia vita” il 21 marzo alle 21.15, “Holy spider” il 17 aprile alle 21.15, “Stranizza d’amuri” l’8 maggio alle 17.15 e il 27 maggio un film a sorpresa alle 21.15.

 

Mara Martellotta

I bambini salgono sul palco dello Spazio Kairos

Per avvicinare anche i bambini al teatro, Onda Larsen organizza domenica 21 gennaio alle 16 la merenda (che viene offerta), seguita alle 16,30 dallo spettacolo teatrale “Verso un’isola piena di bimbi e pirati” diretto e interpretato da Tita Giunta. Ad ospitare il pomeriggio è lo Spazio Kairos, ex fabbrica di colla di via Mottalciata 7, al confine tra Barriera di Milano, Aurora e Regio Parco.

 

La scelta non è caduta a caso su questo spettacolo. E’ una storia, infatti, per grandi e piccini, un gioco teatrale e musicale: i bambini vengono truccati e diventano protagonisti. Guidati da due buffi personaggi voleranno verso un’isola misteriosa, dove conosceranno pirati, indiani e fate, canteranno e giocheranno nel duello finale: insomma, diventeranno loro i veri protagonisti della storia e del pomeriggio.

L’idea alla base è commistione tra il teatro di narrazione e quello interattivo per permettere alle famiglie di avvicinarsi in modo giocoso al palcoscenico.

 

LO SPETTACOLO IN BREVE

Teatro interattivo e di narrazione
Dai 3 anni in su
Durata: 50’

 

 Biglietto unico (con merenda omaggio alle 16): 8 euro.  Info: biglietteria@ondalarsen.org

Le “lezioni di vita” del prof scorbutico e solitario

Sugli schermi “The Holdovers” di Alexander Payne

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

Scattano le vacanze dell’ormai lontano 1970 nel college privato Barton nel New England e la maggior parte degli studenti prepara le valigie per tornarsene a casa. L’albero di Natale, gli abbracci con genitori e parenti, i regali, il pranzo, si comincia a respirare appieno quel clima di festa. Qualcuno, un gruppuscolo di malcapitati, ha uno e cento motivi per rimanere nella scuola sotto lo sguardo (troppo) vigile dello scorbutico professor Paul Hunham, e trovarsi ancora alle prese con le sempiterne guerre del Peloponneso, lui, pipa e farfallinod’obbligo, chiuso e arrogante e perennemente arguto di citazioni dalla sua materia che è la storia antica, in piena quanto incancrenita misantropia, un esempio di antipaticismo allo stato puro, inviso al direttore e ai colleghi, inviso agli studenti per i quali lui è e sempre rimarrà Occhio Sbilenco, visto il difetto che lo identifica immediatamente.


Se qualcuno nei giorni successivi riesce ancora a spiccare il volo
verso la libertà, nulla da fare per il quindicenne Angus Tully, problemi di socializzazione, incarognito, per niente desideroso d’agganciare con i compagni, anche lui le valigie piene di speranze che stazionano in camera, ma che una telefonata della madre, che non ha ancora avuto il tempo di assaporare la luna di miele con il nuovo compagno e quindi in partenza, lo obbliga al soggiorno forzato. Compagnia ridotta quindi, a cui s’aggiunge la capocuoca Mary, che da non molto ha perso il figlio in Vietnam. Man mano che un sempre grande Alexander Payne, sincero e sottile e umanissimo narratore, racconta e delinea nelle giornate piene di neve i suoi personaggi, ci rendiamo conto che quello non sia altro che l’incontro di tre solitudini, che ognuno ha la propria pena nel cuore, che qualcuno sa nascondere meglio e altri con le lacrime che riempiono gli occhi, che il sorriso momentaneo o la fuga o la ribellione non sono altro che la ricerca di una scappatoia dalla propria immalinconita esistenza.

Alexander Payne arriva con “The Holdovers – Lezioni di vita” (applaudito al recente TFF) alla sua nona prova, ha già regalato “A proposito di Schmidt” con Nicholson e “Paradiso amaro” con Clooney, “Sideways” e “Nebraska”, ha già portato a casa due Oscar per la migliore sceneggiatura non originale, continua qui a giocare magistralmente con il materiale umano, con estrema raffinatezza, con intelligenza e con cuore, mescolando sempre, al momento giusto, il dramma e la comicità, il sorriso insperato, il lato disperato della vita e quei piccoli momenti che la rendono gradevole e tutta da vivere. Qui ricostruisce un mondo, con il crescere di un rapportoti fa respirare la vecchia aria dell’”Attimo fuggente”, ci mette la sensibilità e l’avventura del racconto che ancora a Hollywood non gli rendono piena giustizia. Noi attraversiamo i sopralluoghi dell’insegnante con la pila in mano, la mancanza di riscaldamento nella maggior parte degli ambienti, le provviste che non sono poi eccezionali, i programmi in tivù da far pena. All’interno, covano incomprensioni, tristezze e dolori, ferite non facilmente rimarginabili, abbandoni, frecciate al limite della rissa: ma ci sono anche tratti in comune che vanno scoperti poco a poco, vivendo giorno dopo giorno. Realtà e poesia malinconica, la rabbia per un attimo sopita, la fuga può avere la scusa e le false sembianze di una gita scolastica, una breve felicità che Mary assapora con una visita alla sorella a Boston, Angus può svelare l’ombra del suo dolore che è un padre che lui ha raccontato a tutti come morto ma che è malato di mente e ricoverato, Hunham può svelare l’ombra della sua vita, un corso di studi non proprio immacolato. Non sveliamo le scene finali, il fantasma del vecchio professor Keating è sempre presente (ricordate? era il 1989 e i versi di “O Capitano! Mio capitano!” ci risuonavano in testa): qui ha i tratti alla fine rassicuranti di Paul Giamatti (Payne lo ritrova felicemente a vent’anni da “Sideways” e lo ha portato all’affermazione ai recenti Goldel Globe quale migliore attore per la categoria film commedia, la grande interpretazione di un grande attore che costruisce scena dopo scena un impareggiabile rapporto padre/figlio.

Cinema “antico”, può pure essere, con i suoi movimenti di macchina e gli zoom improvvisi, la fotografia di Eigil Bryld che abbraccia spazi e suggestivi particolari, visi che ti restano nella memoria. Una rivelazione il giovane Dominic Sessa che è alla sua prima prova e che al contrario pare avere anni e anni di obiettivi su di sé, Da’Vine Joy Randolph (s’è guadagnata il Golden Globe quale miglior attrice non protagonista in un film commedia) che allinea dolori e bevute e lacrime con una sincerità come raramente è dato vedere. Non perdete “Lezioni di vita”: e godetevelo in tutta la sua rabbia, in tutta la sua dolcezza.

Sold out per il Maestro Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra il 26 gennaio

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Nasce da un’iniziativa della Città di Torino e dell’Assessorato alla Cultura il concerto, già sold out, che venerdì 26 gennaio vedrà protagonisti all’Auditorium Giovanni Agnelli il Maestro Riccardo Muti e la Chicago Symphony Orchestra. Si tratta di un evento eccezionale di grande prestigio che unisce, per la prima volta, la Fondazione per la Cultura di Torino, Lingotto Musica e la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro. Promuove due tra le maggiori manifestazioni musicali torinesi, il festival MITO Settembre Musica e la rassegna dei concerti del Lingotto. L’evento, coprodotto dalla Fondazione per la Cultura di Torino e Lingotto Musica, contribuirà a sostenere le attività dell’istituto di Candiolo, una delle eccellenze italiane e punto di riferimento internazionale nel campo della ricerca e della cura oncologica.

Quella di Torino è la prima data del tour italiano, che il 27 gennaio toccherà anche la Scala di Milano e il 28 gennaio il teatro dell’Opera di Roma. La serata segna il ritorno, dopo molti anni a Torino, della Chicago Symphony Orchestra, sotto la guida di uno dei direttori più amati e celebrati del nostro tempo.

“Nell’anno in cui dirigerò a Torino un ballo in maschera di Giuseppe Verdi – afferma il Maestro Riccardo Muti – sono felice di riportare la grande Orchestra di Chicago in questa città, che ho imparato ad amare e ammirare”.

Il Maestro Muti ha concluso il suo mandato lo scorso giugno da decimo direttore musicale della blasonata compagine americana dopo tredici anni, ed è stato nominato direttore musicale emerito a vita nel settembre 2023, titolo mai assegnato prima nella storia della Chicago Symphony Orchestra.

Legata al filo doppio, alla cultura della musica mitteleuropea, tedesco di nascita era il suo fondatore Theodore Thomas, che creò l’Orchestra nel 1891, la Chicago Symphony Orchestra è stata guidata da direttori come Daniel Baremboim, Pierre Boulez, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado, che ne hanno ricoperta la carica di direttori ospiti principali.

“È un vero piacere accogliere di nuovo a Torino il Maestro Muti – afferma il Sindaco Stefano Lo Russo – dopo il grande successo del Don Giovanni del 2022 al teatro Regio, dove tornerà in primavera. Questo appuntamento, reso possibile dalla Fondazione per la Cultura Torino e da Lingotto Musica, sarà ancora più prestigioso grazie alla presenza di una delle orchestre più blasonate al mondo, la Chicago Symphony Orchestra. Un concerto di livello internazionale che avrà la finalità, altrettanto importante, di favorire le attività di fundraising di un’altra eccellenza che ha sede sul nostro territorio, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro.”

“Ringraziamo la città e la Fondazione per la Cultura Torino per aver proposto a Lingotto Musica – afferma il Presidente Giuseppe Proto – di essere partner musicale di questo progetto, che testimonia una volta di più come la musica sia non solo nutrimento dell’anima ma anche uno strumento efficace per finalità filantropiche”.

Il programma impaginato dal Maestro Muti per la tappa torinese della Chicago Symphony Orchestra è un florilegio tutto mediterraneo. È affidato alla Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 di Felix Mendelssohn, detta “Italiana” perché ispirata all’esuberanza di colori e di vita che l’animo dell’artista riportò dal soggiorno in Italia durato dal 1830 al 1832, e alla fantasia sinfonica “Aus Italien” op. 16, che il ventiduenne Richard Strauss compose nel 1886 per rievocare le impressioni riportate dal suo primo viaggio nel Bel Paese. Ad aprire la serata la prima esecuzione italiana di “The triumph of the Octagon”, di Philip Glass, commissionato nel 2023 dalla Chicago Symphony Orchestra. Dedicato alla pianta ottagonale della famosa fortezza federiciana di Castel del Monte, in Puglia, il nuovo lavoro del grande compositore minimalista è un omaggio al Maestro Muti e alla sua terra d’origine.

“Il mistero che avvolge questo antico maniero e l’unicità delle sue forme geometriche sono stati dei catalizzatori formidabili -afferma il compositore Philip Glass – anche se ho scritto musica su persone, luoghi e culture non ricordo mai di avere composto un pezzo su un edificio storico. Era chiaro che non stavo scrivendo un brano su Castel del Monte, ma sulle suggestioni simboliche che offre un luogo così enigmatico”.

 

Mara Martellotta

Saranno famosi: al Teatro Alfieri fino al 28 gennaio

“Fame”, chi non ha seguito le avventure della scuola americana che negli anni 80 ci incollava alla TV: gli studenti della prestigiosa High School for the Performing Arts di New York sognano in grande. Tra loro figurano Danny, un aspirante comico, Coco, un cantante e ballerino ambizioso, e Leroy, che spera di riscattarsi attraverso la danza. Un telefilm leggendario e intramontabile della cultura pop.
Sicuramente è stato influenzato Luciano Cannito che ha realizzato le coreografie, trasformandolo in un  musical, curando il coordinamento artistico e, mettendo in scena uno spettacolo al top in ogni sua combinazione, a partire dalla scelta degli artisti, ballerini, cantanti, musicisti bravi, ma anche scene, costumi e luci.

Nel rinnovato Teatro Alfieri a Torino si replica fino al 28 gennaio prossimo: uno spettacolo divertente,  due ore imperdibili per gli appassionati di danza e non solo. Tra gli interpreti Barbara Cola, Harrison Rochelle.

GABRIELLA DAGHERO