SPETTACOLI- Pagina 22

A Torino l’anteprima della trentesima edizione di “Antiqua”

“Antiqua”, la rassegna di musica antica promossa da L’Accademia del Ricercare e che vedrà la presenza di eventi tra il Piemonte e la Liguria, giunge alla sua trentesima edizione.

Tutti gli appuntamenti di Antiqua 2025 saranno a ingresso gratuito e il il tema di questa edizione sarà Musica senza tempo, passione senza fine.

Il primo evento, in programma il 25 marzo, alle ore 10, presso l’Auditorium di Palazzo Nuovo, a Torino, riguarderà un’anteprima esclusiva che l’Accademia del Ricercare ha incentrato e intitolato “Corelli e Vivaldi – due geni a confronto”, che metterà in dialogo due straordinari compositori del Barocco italiano, una speciale lezione concerto organizzata in collaborazione con il Dams, aperta a tutti, ma pensata per gli studenti del corso di Storia della Musica del professor Daniele Valentino Filippi.

Questa trentesima edizione non riguarderà solamente un programma concertistico, ma sarà l’occasione per approfondire al meglio la conoscenza della musica antica attraverso conferenze, incontri estivi e masterclass incentrati sul valore della tradizione e della ricerca musicale, un’opportunità per lasciarsi emozionare e capire una musica che continua a ispirare anche le nuove generazioni di musicisti.

L’Accademia raccoglie da più di vent’anni un centinaio di ragazzi presso l’Istituto Musicale Accademia del Ricercare, situato a Settimo Torinese nei locali dell’istituto Comprensivo Elsa Morante in Via Cascina Nuova 32. La Scuola di musica si rivolge ad un pubblico eterogeneo di tutte le età, dagli amatori ai professionisti che vogliono intraprendere la strada della specializzazione.

Obiettivo principale delle attività è di promuovere la musica come elemento educativo che concorra alla formazione globale dell’individuo.

In questi trent’anni, “Antiqua” ha ospitato musicisti e orchestre di fama internazionale, consolidandosi tra le realtà più autorevoli del settore. Il cartellone del 2025 renderà omaggio alla grande tradizione della musica storica con un programma ricco di eventi innovativi e repertorio storico.

Dopo l’anteprima di marzo, la stagione entrerà nel vivo con il concerto inaugurale in programma il 5 aprile alle 21:15 a Settimo Torinese, presso la chiesa di San Pietro in Vincoli, dal titolo “Vivaldi – Heinichen – Pisendel – Orchestra di Dresda e dintorni”.

Info: sul sito o scrivendo all’indirizzo email segreteria@accademiadelricercare.com 

 

 

Mara Martellotta

‘Danze alla festa dei mulini’, concerto degli Archi dell’OFT

Al Conservatorio Giuseppe Verdi con protagonista il flautista Mario Bruno

Martedì 11 marzo, alle ore 21, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi, in piazza Bodoni, si terrà  il concerto intitolato “Danze alla festa dei mulini”; protagonisti dell’appuntamento gli Archi di OFT, che saliranno sul palco del Conservatorio guidati come sempre dal maestro concertato Sergio Lamberto. Ospite della serata il flautista Mario Bruno, una delle più giovani stelle protagoniste della stagione One way together. Primo premio al concorso di Kobe e secondo ai concorsi ARD e Ginevra, Bruno si è distinto per tecnica, espressività  e profonda capacità interpretativa, venendo notato dalla critica e dal pubblico  e ottenendo prestigiosi riconoscimenti.

In programma quattro brani di due maestri assoluti del Barocco, Georg Philipp Telemann e Johann Sebastian Bach.

Di George Philipp Telemann, nato a Magdeburgo, che in vita viaggiò e lavorò in diverse città della Germania, verranno eseguite la Ouverture e la Suite Burlesque de Quixotte per archi TWV 55:G10  e il concerto in Sol maggiore  per flauto e archi TWV 51G2. Il primo brano fa riferimento al cavaliere errante Don Chisciotte de la Mancia, famoso personaggio letterario inventato da Miguel de Cervantes che Telemann celebra evocandone in musica,  con sfumature divertite e ironiche, le avventure e la follia. Il concerto in Sol maggiore per Flauto e Archi TWV 51 G2, strutturato in tre movimenti secondo il tradizionale schema dei concerti barocchi e con influenze dalle tradizioni musicali tedesche e francesi, è un altro esempio affascinante dell’abilità compositiva di Telemann, soprattutto per quanto riguarda il flauto, di cui viene valorizzata tutta la potenzialità espressiva. A tre secoli di distanza dal momento in cui venne scritto questo concerto, uno dei lavori più amati dai flautista, il ruolo solistico è affidato alla freschezza di un talento giovane, ma già affermato, come quello di Mario Bruno.

Di Johann Sebastian Bach verrà eseguita la celeberrima Aria sulla Quarta corda della Suite n. 3 in re maggiore  BWV 1068, una delle più famose suite orchestrali che il compositore tedesco scrisse per accompagnare eventi di corte. L’Aria è uno dei suoi movimenti più distintivi, seppur nella semplicità dell’impianto formale ed è  da sempre un pezzo molto amato per la sua bellezza, raffinatezza compositiva e intenso lirismo. La trascrizione di Wilhelmj che ha dato il titolo “sulla quarta corda” rimanda al fatto che il violino suona quasi interamente sulla quarta corda, la corda più  grave, ovvero il sol.

La suite n. 2 in si minore  BWV 1067 è un’altra delle suite orchestrali di Bach, che venne però specificatamente scritta per archi e flauto con un uso brillante della strumentazione.  Il Flauto ne è protagonista assoluto, tra capacità melodica e virtuosismo. Gli Archi OFT e Mario Bruno  ne porteranno sul palco la ricchezza di scrittura e la varietà di danze, a chiusura di un concerto che è un omaggio alla grande musica barocca.

Il viaggio musicale sul van targato OFT rappresenta anche un viaggio nell’immaginario del flautista Mario Bruno. La grafica collage che accompagna il concerto è stata realizzata dal creativo Gabriele Mo anche sulla base delle suggestioni personali del solista. Un percorso completato dal micro racconto che aprirà il concerto in Conservatorio, scritto appositamente per OFT dal giornalista e musicista  Lorenzo Montanaro. La lettura del testo, per immergersi nell’atmosfera speciale del concerto, è affidata all’associazione Liberipensatori Paul Valery e all’Accademia di formazione teatrale Mario Brusa di Torino.

Il concerto di martedì 11 marzo alle ore 21 al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino sarà preceduto da due momenti di prova aperti al pubblico. La prova generale è in calendario lunedì 10 marzo alle ore 18.30 presso il teatro Vittoria, in via Gramsci 4 a Torino.

I biglietti sono in  vendita presso la sede dell’Orchestra Filarmonica di Torino e mezz’ora prima del concerto presso il Conservatorio  a euro 25,15 e 8. I biglietti sono anche acquistabili online sul sito www.oft.it

Per info tel 533387, biglietteria@oft.it, Torino, via XX settembre 58.

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino: Elio e Fabio Treves & Alex Kid Gariazzo

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Martedì. Alla Suoneria di Settimo suonano gli Almamegretta. Al Blah Blah si esibisce John Lee Bird & Fabrizio Modenese Palumbo.

Mercoledì. Al teatro Colosseo è di scena Naska. Al Blah Blah suonano i Nightstalker.

Giovedì. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce Tad Robinson & The Ozdemirs feat Alberto Marsico. Allo Ziggy suonano i The Cloverheads+ Dirty Artichokes. Al Blah Blah sono di scena gli Helen Burns. Alla Divina Commedia suonano i Revenge. All’Osteria Rabezzana si esibisce il trio di Michael Rosen. 

Venerdì. Al teatro Colosseo recital di Elio. Al Folk Club suona Fabio Treves & Alex Kid Gariazzo. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce The Mama Bluegrass Band. Allo Ziggy è di scena Sant’Elia. Allo Spazio 211 suonano i Clan Of Xymox+ Newdress. Al Blah Blah si esibiscono gli October Tide. Alla Divina Commedia sono di scena i Sucker Punch.

Sabato. Al Blah Blah suonano i Radar Men From The Moon. Allo Spazio 211 si esibisce Marta Del Grandi+ Giulia Impache. Alla Divina Commedia suonano i Momenti di Gloria.

Domenica. Al Blah Blah sono di scena i TH Da Freak + Corvida. Alla Divina Commedia suonano gli In The name of Blues.

Pier Luigi Fuggetta

“Tutta l’Italia” all’Eurovision Song Contest 2025

Gabry Ponte con “Tutta l’Italia” vince il San Marino Song Contest e vola a rappresentare la Repubblica del Titano all’Eurovision di Basilea, dove il 51enne dj torinese parteciperà alla prima semifinale di martedì 13 maggio 2025, in diretta tv su Rai2.

Con l’ormai tormentone dell’ultimo Festival di Sanremo ieri sera ha trionfato a San Marino; al secondo posto la band trentina The Rumpled e al terzo il cantante ucraino Teslenko.

Buona la posizione dell’altro torinese in gara, Davide “Boosta” Dileo arrivato quinto con il brano esclusivamente musicale “Btw” che ha definito “una canzone senza parole”.  Ultima, Luisa Corna. “Sono felice ed emozionato” è stato il commento dell’ex Eiffel 65 al momento della proclamazione, aggiungendo anche: “Grazie a Carlo Conti, che è stato il primo sostenitore di questo pezzo: è grazie a lui se stasera sono qui su questo palco”.

Igino Macagno

Igino Macagno

Uno “Strappo” alle regole teatrali, il successo di Edoardo Erba

Sino a domenica (soltanto) sul palcoscenico del Gioiello

Non soltanto uno “Strappo alla regola” quello scritto e diretto da Edoardo Erba, scrittura in certo qual modo alta, sofisticata e saggia, una regia appartata e in punta di piedi e leggera, ma altresì uno “strappo al o nel teatro”, di oggi come credo di ieri. Un’idea che vive in un mondo tutto suo, appartata, già frequentata, è vero, nel cinema di Woody Allen anno 1985, con “La rosa purpurea” dove una giovane Cecilia, stanca di una vita familiare fatta di soprusi e di delusioni si rifugiava nella magia di una sala per vedere un giorno la sua passione Tom Baxter balzar fuori dallo schermo e proporle una romantica fuga d’amore. Tra queste atmosfere s’avventura, in casa nostra, con garbo e intelligenza Erba, classe 1954, diplomato al Piccolo di Milano, drammaturgo che ha dato esempi nobili di confezione teatrale (con un piede in tivù), citando per tutti “Maratona di New York” (1992) e “Margherita e il gallo” (2007) soltanto e non dimenticando i tanti titoli che se ne sono andati anche all’estero, San Pietroburgo e Los Angeles, Rio de Janeiro e Amburgo, Barcellona e Amsterdam e Budapest.

Sullo schermo – montato in palcoscenico (al Gioiello, sino a domenica 9 marzo) – proiettano un horror degli anni Settanta, di quelli che si facevano a basso costo, ambientato in quella Bellano, sulla riva del lago di Como, dove Andrea Vitali ambienta i suoi gialli e il suo imperdibile maresciallo maggiore Ernesto Maccadò: dove l’Orietta, personaggio secondario del film, è la parte femminile tutta sospiri e sguardi dolci e ti amerò per sempre (lui è Sebastiano Somma) di una coppia in visita, sotto la guida di una enigmatica Asia Argento, di una villa per cui è in vena d’acquisto. Di stanza in stanza, da cunicolo a stanzone superiore che ospita il pollaio, che può fare allora l’Orietta se a un certo punto viene misteriosamente inseguita da uno scuro essere incappucciato e armato di lungo coltello se non trovare quello “strappo” dello schermo e catapultarsi nel più tranquillo palcoscenico? Urla e chiede aiuto a gran voce, alla giovane maschera, Moira, che compare atterrita più di lei e che sorveglia il cinema di un lunedì deserto, timorosa con quell’intrusione di essere cacciata da un posto di lavoro che le offre un minimo di indipendenza da quel Calogero con cui s’è messa e che la sorveglia al cellulare in continuazione. A far la fine della vittima dello schermo è un attimo. Tenta di convincere l’Orietta a ritornare dentro il film, lei che è la prima malcapitata di quel coltellaccio e senza la quale le altre due vittime non potranno mai arrivare: nel frattempo, con una confidenza che s’alimenta pian piano, arrivano i ricordi scolastici della mancata vittima, lei è segretaria in un liceo, “non è mica una scuola media”, e le confessioni di Moira, stanca di quella relazione tossica che le ha fatto anche perdere ogni rapporto con il figlio ma da cui non riesce a uscire. Mentre sullo schermo il film gira a vuoto, continuando la cinepresa a inquadrare galline che in quel pollaio non fanno altro che becchettare e ricevere visite di giornalisti e sensitive (Marina Massironi) che provano a sbrogliare la matassa. Dovrà essere Moira a ritrovare quello “strappo” e l’Orietta a darle una mano per afferrare quella via di fuga: realtà e finzione, ancora il vecchio Pirandello a fare l’occhiolino, l’una là sullo schermo l’altra sul palcoscenico, dove l’esistenza è davvero autentica.

Garbo e intelligenza dicevamo, di scrittura e regia, che si ripetono nelle interpreti, nella delicata e trasognata Maria Amelia Monti e in Claudia Gusmano, che arrotonda quelle vocali siciliane a buttar fuori la rabbia e ancora la non arrendevolezza della sua Moira. Bravissime entrambe, un interscambio notevole di sentimenti e ribellioni, accolte dalle risate e dagli applausi di un pubblico che riempiva la sala. Insomma, un successone.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Gianluca Pantaleo.

L’ascesa musicale attraversata dai Beatles di Gianfranco Raffaldi

Dai Blue Star a Fausto Leali, da Peppino di Capri al San Bartolomeo Gospel Choir 

La documentazione fotografica della carriera a completamento dell’articolo pubblicato il 18-9-2021
Immagine storica dei favolosi anni ’60 con i Blue Star, primo gruppo del 1957 di Raffaldi (*1-1-1942 Fiume) al pianoforte con Emilio Evangelisti alla tromba, Zeno alla fisarmonica, Gianni Lepore al clarinetto, Ezio Cornalea alla batteria e al canto Wally Sirio.
Nel 1959 nasceva il gruppo dei Novelty con la collaborazione del fisarmonicista Giuseppe Cacciabue, educatore musicale e componente dell’Eiar di Torino, oggi Rai. Nel gruppo, rifondato nello stesso anno, si inseriva Fausto Denis, in arte Leali. Il lancio avvenne nel 1962 al Principe di Piemonte di Viareggio e nel 1964 parteciparono al mitico cantagiro di Ezio Radaelli presentato da Pippo Baudo.
Nel 1965 a Milano presentarono la  canzone “A chi” con il giornalista Giovanni Negri della Rizzoli e Iva Zanicchi. In quell’occasione venne presentato il libro “Dante e il suo secolo” di Indro Montanelli. Nel giugno dello stesso anno la grande occasione, furono scelti come supporters dei Beatles, unico tour in Italia. I concerti furono eseguiti il 24 al Velodromo Vigorelli di Milano, il 26 al palazzo dello sport di Genova, il 27-28 al teatro Adriano di Roma purtroppo snobbati dalla Rai.
Nel 1966 parteciparono al “Giro Festival” al seguito del 49° Giro d’Italia e furono ospiti della famosa trasmissione “Bandiera Gialla” di Arbore e Boncompagni. Nel 1967 ricevettero il primo disco d’oro per la canzone “A chi” sulla terrazza Martini di Milano e facevano parte del Clan Celentano Center. Nel 1968 furono ingaggiati da Peppo Vannini al Covo di nord est di S. Margherita Ligure, con il tutto esaurito in ogni serata. In quell’anno Leali lasciò i Novelty e Raffaldi entrò nel gruppo New Rockers di Peppino di Capri.
Partecipò alle tournée in Europa e negli Usa, dove si esibirono al Metropolitan di New York poi in Canada, Australia, Emirati Arabi, Venezuela e Brasile, ospitati dal musicista Roberto Carlos.
Nel 1977 Raffaldi rientrò a Vignale per motivi personali, dove attualmente risiede. Iniziò ad accompagnare con la tastiera il coro parrocchiale durante le funzioni religiose. Nel 2004 la grande idea, prese le redini del San Bartolomeo Gospel Choir eseguendo musica sacra e profana, proseguendo l’opera della fondatrice Millina Martinelli. Oggi l’ensemble esegue brani di gospel, funky, soul e blues a quattro voci, accompagnati da Andrea Rogato alle tastiere, Gigi Andreone al basso, Alberto Sempio alla chitarra e da Renato Tassiello alla batteria. Il recente tour natalizio ha visto il gruppo esibirsi a Cella Monte, Altavilla, Giarole, San Giorgio (Al), a Galliate (No), alle Torbiere di Franciacorta (BS) e a Portofino (Ge).
Armano Luigi Gozzano

“Camere con crimini”, un nodo scorsoio tra amore e brividi

All’Erba, repliche sino a domenica 9 marzo

 

Come dentro una sorta di “Plaza Suite” con i tre atti come da tradizione, solo che qui non si parla tra l’amaro e il dolce di figlie da sposare ma di delitti da compiere, qui non è l’umorismo acre di Neil Simon ma quello di un paio di amici, perennemente discoli, che giocano con le tinte noir, con il brivido e le atmosfere che trasudano a cercare il morto, che guardano con tanto di annegamenti in vasca e pistolettate e impiccagioni fai da te dentro certe “Camere con crimini”, sempre nella Grande Mela, nell’intero arco di un anno, da un natale ad un capodanno con tanto di trombette e fuochi d’artificio. Giocano alla perfezione con le risate e il divertimento. Si chiamano Sam Bobrik e Ron Clark, il primo, irriducibile mattacchione, con l’idea balzana durante il servizio militare di dar vita, unico giornalista e personale editore, a un mensile, “The Tribe Scribe”, che scavalcava in quattro e quattr’otto il politicamente corretto e mentre piaceva parecchio alle truppe era piuttosto mal visto da quelli che stavano un po’ più in alto, poi un futuro di acclamato commediografo; l’altro, autore di spettacoli per la tivù degli anni Sessanta e commedie poi e sceneggiature pronte per lo schermo.

C’è Arlene, donna confusamente alla ricerca di qualcosa di nuovo in un matrimonio che mostra ormai un po’ di ruggine, che è sposata con Paul, opaco venditore di auto usate che non ha certo più la brillantezza né di giorno né di notte dei primi anni d’unione, all’altro vertice del triangolo con tutte le carte in regola, innamorato soprattutto di sé e della sua avventura con la donna, ci sta Mitchell, il dentista della coppia, quello che ha approfittato tra una carie e l’altra. Tradimenti, sesso spento o con faville, risentimenti, complicità e vendette, preparativi e azzardate esecuzioni, tre atti e un anno per sconvolgere e ricomporre le possibili alleanze, il chi uccide chi che di volta in volta circola a meraviglia attraverso quelle camere, assassini improbabili e francamente divertenti, i colpi di scena che si susseguono e le battute a ruota, instancabili (che a volte trascinano gli stessi attori) magari di tanto in tanto aggiustate simpaticamente con aria subalpina. “Camere con crimini” è una commedia che non si racconta, va vista e pienamente gustata, di triangoli a teatro e al cinema ne abbiamo visti parecchi: ebbene questo, immerso com’è in un giusto gioco e dosaggio di amore (si fa per dire) e di una girandola in salsa gialla (o giallognola?), paradossale, pare avere qualche marcia in più.

Torino Spettacoli ha trovato in Paolo Carenzo un regista da tenere caro, confezionatore di uno spettacolo e di una regia veloci, spiritosissimi, per nulla ripetitivi, davvero eccellenti. In palcoscenico, a briglia sciolta Carlotta Iossetti pruriginosa e fantasticamente affamata Arlene ed Elia Tedesco, perfettamente vanesio; se dovessimo aggiudicare una palma, la daremmo al vitale dinamismo, alle spiritosaggini, ai tic e alle paure, alle piccole invenzioni, al non risparmio di una serata intera di Andrea Beltramo, che fa di Paul il ritratto perfetto della vittima e del ridicolo carnefice. Repliche stasera e domani alle 21, domenica 9 marzo alle 16. Carta vincente, da tenere stretta stretta in repertorio e da riproporsi a furor di popolo.

Elio Rabbione

Nuova edizione del Premio dedicato al grande “poeta in musica” Gianmaria Testa

A quasi nove anni dalla prematura scomparsa, alle “Fonderie Teatrali Limone” di Moncalieri

Domenica 9 marzo, ore 20

Moncalieri (Torino)

Il prossimo 30 marzo si compiranno nove anni esatti dalla scomparsa ad Alba, all’età di soli 57 anni, di Gianmaria Testa, il “cantautore ferroviere”, cuneese di  Cavallermaggiore, così soprannominato per aver svolto, fino al 2007 – già profondamente attratto e impegnato in campo musicale – il mestiere di capostazione allo scalo ferroviario di Cuneo. Tanto era il suo talento e la passione per le note in poesia, maturata con l’ascolto e la frequentazione dei grandi esponenti della musica d’autore italiana (e non solo), che, in una carriera relativamente breve, Testa riuscì a crearsi un posto di primo piano nell’ambito musicale internazionale, ricevendo nel 2007, con “Da questa parte del mare” (prodotto dalla moglie Paola Farinetti, con la direzione artistica di Greg Cohen) l’ambitissima “Targa Tenco”, come miglior album dell’anno. Schivo, non facile (anche da buon cuneese) alle lusinghe, pur meritate, del successo a Gianmaria Testa è stato dedicato un “Premio” (“Premio Gianmaria Testa – Parole e Musica”) rivolto ai giovani cantautori italiani e giunto oggi alla sua V edizione, con la serata finale in programma domenica prossima 9 marzo (ore 20), presso le “Fonderie Teatrali Limone” di Moncalieri. Sezione speciale dello storico “Premio Letterario Internazionale Città di Moncalieri” ed organizzata dalla “Città di Moncalieri” e dal “Circolo Saturnio”, in collaborazione con “Produzioni Fuorivia”, la serata rappresenta la volata finale, in piena “zona Cesarini”, di ben 142 brani, inediti o editi negli ultimi sei mesi e in arrivo da ogni parte d’Italia, selezionati da una qualificata Giuria, presieduta dal cantautore Eugenio Bennato, che dal gruppone dei partecipanti – tutti under 38 – ha estratto (compito non facile) i nomi dei cinque finalisti (tutti maschietti) giudicati meritevoli dell’ambito “Premio”. Ecco i loro nomi:  Alessandro Sipolo da Brescia, “cantautore che unisce passione per la musica e impegno sociale” con il brano “Vaniglia”Fabio Schember da Aversa, “che fonde musica e arte in un linguaggio unico” con la canzone “Loro lo sanno”, Manuel Apice da La Spezia, “che trasforma domande senza risposta in canzoni” con il brano “Africa”Alessio Alì da Roma, “che con la sua musica crea un viaggio nostalgico tra sonorità retrò e pensieri contemporanei” con “Paura di cambiare” e Mizio Vilardi, anche lui romano “con il sogno nel cassetto di scrivere canzoni per il cinema” autore di “De fiavere u mere”.

La serata di domenica 9 marzo darà la possibilità ai “magnifici cinque” di mettere in luce tutto il loro talento, ma vuole soprattutto essere un omaggio a Gianmaria Testa.  Oltre ad eseguire il proprio brano originale in gara, i finalisti interpreteranno infatti anche una sua canzone, offrendo un tributo di certo emozionante alla sua eredità artistica.

Il Premio – che si inserisce di diritto nel panorama dei più interessanti fra quelli organizzati nel nostro Paese e dedicati al cantautorato – rappresenta un’opportunità per gli autori e i musicisti che hanno partecipato da tutta Italia: il vincitore riceverà un riconoscimento economico di 1.500 euro, accompagnato da una “targa” e un “diploma” e avrà l’opportunità di esibirsi nelle più prestigiose rassegne musicali piemontesi. Tutti i brani finalisti, inoltre, saranno inseriti in un “album” prodotto da “Incipit Records” e “Produzioni Fuorivia”, distribuito da “Egea Music”, mentre un “premio speciale” di 800 euro verrà assegnato alla migliore esibizione live della serata, condotta da Chiara Buratti.

A rendere ancora più speciale l’evento saranno poi gli ospiti d’onoreStefano Bollani, geniale pianista e compositore, e la moglie Valentina Cenni, attrice e performer dalla creatività poliedrica. Nomi scelti non a caso. Bollani, infatti, è stato per moltissimi anni amico di Gianmaria Testa, collaborando con lui anche in diverse occasioni, tra cui il mitico spettacolo “Guarda che luna!” dedicato a un altro grande Fred Buscaglione, anche lui prematuramente scomparso nel 1960. E il dialogo musicale tra il pianoforte di Bollani e la presenza scenica di Valentina Cenni promette di rendere davvero magica la serata moncalierese dedicata alla memoria dell’indimenticato “cantautore ferroviere” di Cavallermaggiore che, nella sua carriera, dopo una serie di concerti in Germania, arrivò perfino a calcare le scene dell’“Olympia” di Parigi.

Per info: “Fonderie Teatrali Limone”, via Pastrengo 88, Moncalieri (Torino); tel. 011/5169555 o www.teatrostabiletorino.it

g.m.

Nelle foto: Gianmaria Testa (Ph. Pierre Terrasson); Stefano Bollani e Valentina Cenni