SPETTACOLI- Pagina 200

Quando il sound inganna

Caleidoscopio rock USA anni ’60 / Il movimento psichedelico costituì uno spartiacque di indiscutibile importanza nella storia della musica rock degli anni Sessanta negli Stati Uniti. Il suono nuovo, gli effetti di riverbero, l’uso delle distorsioni divennero segni distintivi di una rinnovata ondata che giunse a contaminare positivamente tutto ciò che in precedenza era riconducibile a rock&roll, rockabilly vintage, garage tradizionale e simili.

La contaminazione suddetta era (ed è tuttora) avvertibile pressoché da tutti, finanche dagli orecchi meno allenati e dagli ascoltatori più distratti; lo è in tal misura da essere importantissima per poter datare con una certa sicurezza un gran numero di 45 giri che (dati la settorialità delle etichette, il piccolo cabotaggio delle bands o lo scarso impatto dei brani nelle programmazioni radiofoniche) non avrebbero potuto dare appigli o indizi utili per un inquadramento temporale delle incisioni.

Ma naturalmente ci sono casi davvero complicati e infidi, specialmente quando le etichette sono piccole, magari “meteore” nate e morte con una band specifica, refrattarie alle nuove influenze musicali in arrivo o in ascesa; gli stessi studiosi della storia della musica rock statunitense si trovano in grande difficoltà in questi frangenti, quasi al punto di dover datare un 45 giri con una lancio di moneta (coin flip). Purtroppo queste situazioni di profondo dubbio non sono così rare ed isolate, proprio a causa del proliferare continuo di microetichette in tutti gli USA nella seconda metà degli anni Sessanta. Uno di questi casi è l’unico 45 giri inciso dalla band Cole and The Embers di Kirkwood (area metropolitana di St. Louis, Missouri): “Hey Girl” [Martines – Lepore] (1220; side B: “Love Won’t Hurt You”), con etichetta Star Trek records. La datazione corretta è maggio 1968 (possibile solo con l’attenta analisi dei numeri di matrice del disco), ma sfido chiunque ad affermare che il sound del disco abbia sentori del 1968… Questa infatti è proprio la fattispecie di un’etichetta microscopica a se stante rispetto ai tempi ormai mutati e al suono ormai rinnovato dalla psychedelia. La band Cole and The Embers sorse nel 1965 e dopo vari cambi di componenti si stabilizzò in Robert Lepore (V, chit), Scott Lay (V, b), Steve Starr (org), Charlie Cablish (batt). La maggior parte delle esibizioni aveva luogo in occasione di feste liceali, frat parties e soprattutto in teen clubs dell’area di St. Louis, in seguito in estensione fino a Rolla, Farmington, Lebanon e nel sud est del Missouri oltre la Mark Twain National Forest. Il raggio di azione non fu particolarmente vasto e solo in rari casi si spingeva fino a Illinois ed Indiana, per frat parties “strategici” o per incassi che almeno compensassero le spese di viaggio. La gestione manageriale era “home made” e il budget impiegato per l’incisione dell’unico 45 giri era basso, limitando il tutto ad un’unica sessione e in condizioni “estreme” (un sabato mattina alle 9, con voci precarie a seguito di un venerdì notte di gig fino a tarda ora). La band comunque non si spinse mai oltre il limite della “tenuta psicologica”, ben consapevole degli impegni negli studi e della classica “spada di Damocle” del periodo post- “high school”. D’altronde, così come regolarmente succedeva, anche Cole and The Embers si sciolsero nella fase critica del passaggio al college o all’università, vale a dire nell’estate del 1968.

Gian Marchisio

Fondazione Cosso: “Concerto d’estate da Steve Reich”

Al Castello di Miradolo, aspettando l’alba. Domenica 21 giugno, ore 4,30. San Secondo di Pinerolo (Torino)

Alle prime luci dell’alba, l’estate arriva rincorrendo la magia di “rimbalzanti” note musicali al Castello di Miradolo, sede della Fondazione Cosso.

L’appuntamento (udite, udite!) in via Cardonata 2 a San Secondo di Pinerolo è nientemeno che alle 4,30 della prossima domenica 21 giugno, allorché su invito della Fondazione pinerolese si celebrerà la festa del solstizio (primo giorno) d’estate, con il consueto Concerto en plein air di inaugurazione della programmazione estiva e, idealmente, della nuova stagione. Dopo i ripetuti sold out delle precedenti edizioni, saranno ancora le note (ma quest’anno eseguite in una veste totalmente nuova) di “Music for 18 musicians”, composta dal musicista americano Steve Reich – fra i padri della corrente minimalista – a invadere il grande spazio aperto del prato centrale del Parco storico. La performance, come sempre, verrà affidata ai musicisti di “Avant-dernière pensèe”, singolare format musicale nato nel 2009 da un’idea di Roberto Galimberti, che vede il pubblico al centro della scena grazie a un inedito e innovativo sistema di ripresa e diffusione del suono, tale da permettere ai musicisti di esibirsi senza vedersi, fra di loro lontani nello spazio.

La fruizione dell’esecuzione avverrà grazie alle cuffie silent system luminose, che diverranno delle autentiche “stanze d’ascolto” in cui il pubblico potrà, in solitudine e raccoglimento, cogliere le relazioni tra lo sviluppo della partitura e i mutamenti che la natura offre all’arrivo dell’alba. “Il ruolo della tecnologia e le possibilità legate al suo utilizzo come mezzo espressivo – sottolineano gli organizzatori – possono rappresentare, in questo tempo e in continuità con la sperimentazione e la ricerca sviluppata in oltre dieci anni di attività, un importante spunto di riflessione sulle prospettive di fruizione dei linguaggi performativi offerte al pubblico”.

Al termine del Concerto sarà possibile fare colazione con le dolcezze dell’Antica Pasticceria Castino, su prenotazione. A seguire, avrà luogo una guida all’ascolto curata dallo stesso Roberto Galimberti, che dialogherà con il pubblico.

Gli esecutori: Roberto Galimberti, violino e direzione; Francesca Lanza, voce; Laura Vattano, pianoforte; Marco Pennacchio, violoncello; Alberto Occhiena, marimba.
I tecnici: Marco Ventriglia, audio e supervisione tecnica ed Edoardo Pezzuto alle luci.
Non sono disponibili sedie e il pubblico è invitato a portare un plaid da casa.
Prenotazione obbligatoria allo 0121/ 502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

Gli spettacoli del circo riprendono in streaming

#SpazioFLICstreaming dal 28 giugno al 19 luglio 2020

– Spettacoli e incontri trasmessi in diretta dallo Spazio FLIC di via Niccolò Paganini 0/200 a Torino
– Video realizzati nel periodo del lock-down e altri video girati in vari luoghi della Città di Torino
– Streaming in www.facebook.com/FLIC.Scuola.di.Circo | https://www.youtube.com/user/ScuolaFlic
Sito web con info di approfondimento sulla scuola > www.flicscuolacirco.it

La FLIC Scuola di Circo di Torino termina l’anomala stagione di spettacoli 2019/2020 con una rassegna trasmessa in dirette streaming che si sviluppa in otto appuntamenti con spettacoli e performance circensi degli allievi, contributi di artisti professionisti, incontri con esperti del settore, video-progetti realizzati nel periodo del lockdown e video realizzati in strade e piazze della Città di Torino, il tutto nel rispetto delle vigenti disposizioni governative.

In relazione alle nuove norme sugli spettacoli vigenti dal 15 giugno, la direzione sta valutando la possibilità di aprire gli eventi a un ristretto pubblico dal vivo.

Gli elaborati artistici degli allievi sono ideati e creati con il coordinamento del direttore artistico Stevie Boyd e con il supporto e la regia di qualificati registi esterni – Giorgio Bertolotti, Alessandro Maida, Flavio D’Andrea e Piergiorgio Milano – che doneranno al pubblico anche alcuni loro personali progetti artistici.
I video realizzati in varie location della città di Torino sono a cura di Francesco Giorda.

San Giovanni “al cubo”: una festa diversa con Genova e Firenze

Il prossimo 24 giugno i festeggiamenti di San Giovanni, a causa delle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria Covid-19, non saranno organizzati in modo tradizionale, come nelle passate edizioni, bensì come un vero e proprio palinsesto TV e digitale su scala nazionale.

Le celebrazioni dedicate al patrono, infatti, si triplicano coinvolgendo tre tra le più belle città d’Italia: Torino, Genova e Firenze.

Nel rispetto del distanziamento sociale e del divieto di assembramento, gli spettacoli saranno fruibili attraverso TV e web e grazie a una piattaforma dedicata per coprire capillarmente tutte le iniziative delle città.

San Giovanni al cubo potrà contare anche sulla media partnership con la RAI.

L’evento vedrà per la prima volta insieme, in un’unica piazza virtuale, le tre città unite dallo stesso santo protettore e rappresentate dai loro personaggi culturali, musicali e istituzionali.

I cardini di San Giovanni ‘al cubo’ saranno festa, cultura e innovazione. La regia è affidata una firma eccellente a livello nazionale, Duccio Forzano, già autore di programmi e spettacoli di assoluto valore. A lui spetterà rendere armonico il ricco programma che toccherà alcuni tra i luoghi più iconici delle tre città. A Torino la Mole Antonelliana – sede del Museo Nazionale del Cinema e luogo di riferimento della manifestazione ‘Torino Città del Cinema 2020’ – e il Lingotto; a Genova i Palazzi dei Rolli – già patrimonio UNESCO – e il teatro Carlo Felice e a Firenze il Palazzo Vecchio – Salone dei Cinquecento – e l’Abbazia di San Miniato.

 

“Nonostante gli ostacoli legati alle particolari contingenze, abbiamo voluto condividere gli sforzi per disegnare un modo nuovo di celebrare il Santo Patrono – dichiarano la Sindaca di Torino, Chiara Appendino e l’Assessore all’Innovazione, Marco Pironti –. Abbiamo voluto trasformare i limiti indotti da questa emergenza in opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e artistico torinese, facendo leva sulla vocazione innovativa che caratterizza da anni la nostra città. Siamo convinti che andare oltre la fisicità dei luoghi simbolo, cambiando prospettive e modalità di partecipazione, amplierà l’identità culturale e il senso di appartenenza dei cittadini.”

 

“Genova negli ultimi anni si è ritrovata spesso in piazza a festeggiare eventi di diversa origine e natura – affermano Marco Bucci, Sindaco e Barbara Grosso, Assessore alla Cultura –A San Giovanni non potremo celebrare le nostre ricorrenze in maniera tradizionale ma unirsi a Torino e Firenze con in progetto multimediale darà un nuovo valore ad una giornata importante. Sarà un modo di mostrarci pubblicamente al Paese intero grazie anche alla collaborazione con la Rai. Un momento di grande livello che ci auguriamo possa essere ripetuto già il prossimo anno con il coinvolgimento delle persone nelle piazze. Un ringraziamento sincero ai sindaci e assessori di Torino e Firenze per aver collaborato con noi a questo progetto innovativo!”

Una bella occasione per festeggiare San Giovanni unendo le nostre tre città nel segno della ripartenza e della rinascita – dicono il Sindaco di Firenze Dario Nardella e gli assessori alla Cultura Tommaso Sacchi e al Turismo Cecilia Del Re -. Un modo per rinnovare la tradizione attraverso l’innovazione, superando gli ostacoli legati alla pandemia e le sue limitazioni sociali, ma anche per vivere eventi live di assoluto valore attraverso i nuovi canali digitali. Un viaggio tra i simboli di Firenze e le sue evoluzioni per rilanciare una stagione duramente colpita, ma che può e deve riportare tradizioni e cultura al centro della vita cittadina”.

La festa sarà un grande spettacolo che si trasformerà in un abbraccio virtuale ‘al cubo’, mettendo insieme i contenuti artistici delle tre città che si potranno seguire attraverso un unico collegamento via streaming nel rispetto delle misure di sicurezza anti Covid-19.

Il programma completo sarà presentato nei prossimi giorni in una conferenza stampa dedicata.

Carla Bruni: la diva torinese che incantò il mondo

Bella «come una Diana cacciatrice con gli artigli di velluto», come la definì sagacemente non molti anni or sono Jacques Séguéla, leggendario pubblicitario e collaboratore di quella vecchia volpe di Nicolas Sarkozy, «noiosa», come la ricorda l’arcinota (e ben più trasgressiva) compagna di sfilate Kate Moss.

Carla Bruni, la conturbante Carlà internazionale dalle gambe chilometriche, è ancor oggi una delle top model italiane più amate e conosciute di sempre (seconda solo alla femme fatale per eccellenza, Monica Bellucci, anche lei emigrata in Francia per consolidare la sua fama di vamp ammaliatrice).

Supermodella, cantante, ex Première Dame di Francia, nonché appartenente a una delle famiglie più agiate e potenti della raffinata Torino (proprietaria, tra le altre cose, del castello di Castagneto Po), la giovane Carlà impiega poco a farsi conoscere. A 19 anni abbandona gli studi alla Sorbona di Parigi, città in cui si trasferì alla tenera età di 7 anni, per intraprendere a tempo pieno la remunerativa carriera di modella, sfilando per le più prestigiose case di moda tra cui Christian Dior, Karl Lagerfeld, Yves Saint-Laurent e Chanel, arrivando a sfiorare gli 8 milioni di guadagno all’anno. Nel 1998 calca la sua ultima passerella, preferendo alle estenuanti (senza dubbio) sessioni fotografiche una più tranquilla carriera musicale. Il talento c’è ma non si vede. Intanto a una festa conosce il futuro Presidente francese, Sarkozy, che coglie al volo l’occasione di sponsorizzarsi a livello mondiale chiedendole dopo pochi mesi di frequentazione, tra uno champagne e l’altro, di sposarlo. Carlà sembra accettarlo così com’è, gambe corte incluse. L’unica cosa a cui dovrà dire addio sono i tacchi alti. La ricca ragazzina viziata dell’alta società torinese ha scalato la vetta più alta ed è diventata Première Dame. In barba a tutte noi. A ogni modo, alla fine della fiera, non sono certo stati i suoi anni all’Eliseo a passare alla storia. Che dire di quella femminilità graffiante che esibiva senza remore sulle passerelle più importanti del mondo negli spensierati anni 90? Per rinfrescarvi la memoria, eccovi una carrellata dei suoi momenti migliori nello sfavillante e deliziosamente ipocrita mondo della moda. Un plaisir pour les yeux!

Ilaria Losapio

immortal-beauties.com

Carla Bruni: the diva from Turin who enchanted the world.

Beautiful like «Diana the huntress with velvet claws», as cleverly claimed few years ago Jacques Séguéla, legendary advertiser and collaborator of that wily old fox Nicolas Sarkozy, «boring», as described by the well known (and far more transgressive) colleague Kate Moss. Carla Bruni, the seductive model with neverending legs, is still nowadays one of the most famous and most beloved Italian top models (along with the femme fatale par excellence, Monica Bellucci, who moved to France to strengthen her fame of charmer vamp). Supermodel, singer, former First Lady of France, also belonging to one of the richest and most powerful families of the refined Turin, in Northern Italy (owner of Castagneto Po’s castle), the young Carla reached fame quite quickly. At 19 she abandoned the studies at the Sorbonne of Paris to start a very profitable modeling career, working for some of the most prestigious couturiers like Christian Dior, Karl Lagerfeld, Yves Saint-Laurent and Chanel, earning millions of dollars per year. In 1998 she walked her last runway, preferring a career in music to the chaotic fashion industry. There’s talent but you can’t see it. Meanwhile, at a party, she meets the future President of France, Sarkozy, who immediately seizes the opportunity to gain global visibility by asking her to marry him. Carla seems to accept him as he is, short legs included. She’s only asked to stop wearing high heels. The rich, spoiled girl from Turin’s high society has finally reached the top of the mountain becoming First Lady. A lesson to us all. Anyway, eventually, she didn’t pass into history for her years at the Élysée Palace. What about that scathing femininity she showed off without hesitation on the most important runways during the carefree 90s? To refresh your memory, we have collected for you some of her best moments in the sparkling and delightfully hypocritical world of fashion.
Un plaisir pour les yeaux!

 

Nelle foto:

Carla by Steven Meisel, 1993

Karen mulder, Linda Evangelista e Carla Bruni con Gianni Versace, primavera-estate 1992. Bertrand Rindoff Petroff/Getty Images

foto di Helmut Newton, agosto 1992 

Condé Nast archive

I vent’anni del museo del cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema alla Mole Antonelliana compie vent’anni. Inaugurato il 19 luglio 2000 e realizzato su progetto di François Confino, è diventato uno dei musei più visitati di Torino e di tutto il Paese. Una vera e propria istituzione culturale che ha ottenuto importanti consensi a livello internazionale.

Quella del Museo in realtà è una seconda vita poiché l’idea parte da lontano grazie alla passione di Maria Adriana Prolo, la storica nata a Romagnano Sesia che legò il suo nome alla stagione pionieristica del cinema italiano, immaginando e fondando il museo.

Una storia importante che nasce da una piccola annotazione contenuta in un agenda di questa donna dalla straordinaria intelligenza e dalla vasta cultura cinematografica: “Otto giugno 1941: pensato il Museo”. Per tradurre in realtà quel pensiero di vollero un po’ di tempo e tanto lavoro . Nel settembre del ‘58  il museo venne inaugurato  a Torino in un ala di palazzo Chiablese e la Prolo ne fu nominata direttrice a vita. L’avventura terminò venticinque anni dopo, nel 1983, con le sale costrette a chiudere i battenti per carenza di risorse e l’impossibilità di adeguare la struttura alle nuove disposizioni di sicurezza. Quasi un decennio dopo la scomparsa della Prolo, avvenuta nel 1991, il Museo del Cinema risorse dalle sue ceneri come una moderna araba fenice nella nuova e attuale sede all’interno della Mole Antonelliana, monumento simbolo di Torino e “sogno verticale” del grande architetto che quando venne portato a compimento, con i suoi 167 metri e mezzo di altezza, era  l’edificio in muratura più alto d’Europa. Gli allestimenti del museo si sviluppano  a spirale verso l’alto e su più livelli espositivi, dando vita a una presentazione spettacolare delle collezioni  che ripercorrono la storia del cinema dalle origini ai giorni nostri. In una cornice di scenografie, proiezioni e giochi di luce, arricchita dall’esposizione di fotografie, bozzetti, oggetti e  percorsi di visita interattivi si possono scoprire  i segreti della storia del cinema , dal teatro d’ombre e le prime affascinanti lanterne magiche che hanno costituito la preistoria della “settima arte”, ai più spettacolari effetti speciali dei nostri giorni. Il Museo Nazionale del Cinema è stato visitato in questi anni da più di dieci milioni di persone ed è gestito da una Fondazione – presieduta da Enzo Ghigo, ex Presidente della Giunta regionale del Piemonte, che durante il suo governo (con l’assessore alla cultura Giampiero Leo) fece appunto realizzare la nuova sede del Museo alla Mole –  con lo scopo di promuovere attività di studio, ricerca e documentazione in materia di cinema, fotografia e immagine. Una realtà importante, vanto della città e dell’intera nazione, che annovera tra i soci fondatori la Città di Torino, la Regione Piemonte, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT, l’ Associazione Museo Nazionale del Cinema e la GTT.

Marco Travaglini

I vincitori del “Videogiro”

Si è svolta domenica 14 giugno la premiazione dei vincitori del contest videociclistico a tappe VIDEOGIRO, la cui prima edizione ha coinvolto 7 città tra Piemonte e Liguria: Almese (TO), Candelo (BI), Carmagnola (TO), Collegno (TO), La Spezia, Malesco (VB) e Saluzzo (CN).

Nel corso della diretta Facebook sulla pagina di Sìnémàh, primo circuito italiano di sale cinematografiche e festival dei territori di provincia, sono stati svelati i nomi dei corti vincitori selezionati dal pubblico attraverso il voto on line e dai gestori delle sale cinematografiche coinvolte.

 
La somma dei voti assegna il primo premio di 1.000€ a Ysangarda di Giacomo Piumatti, girato nella Baraggia di Candelo (BI), il secondo premio di 400€ a  Catene di Gabriele Testagirato a Saluzzo (CN) e il terzo premio di 100€ a Sorridi, tanto è lo stesso di Riccardo Fedelegirato a Carmagnola (TO).

Videogiro è un evento speciale all’interno di Open Cinema, progetto operativo della Compagnia di San Paolo curato da Itinerari Paralleli. Videogiro è stato curato per Open Cinema dall’Associazione Piemonte Movie – che da sempre opera per la promozione e diffusione del cinema realizzato in Piemonte.
 
Tutti i corti partecipanti sono disponibili al pubblico a questo link: http://sinemah.net/videogiro/ 

Occit’amo, il festival del mondo d’Oc si fa “dal vivo”

Un patrimonio ricco di musica, tradizioni e cultura riletti in una chiave contemporanea, che sotto la direzione di Sergio Berardo, anima dei Lou Dalfin, diventa un percorso lungo 5 settimane (dall’11 luglio al 15 agosto) di concerti, appuntamenti, antiche chiese, camminate, rifugi, castelli, scoperte dei borghi alpini, anche in orari inconsueti che rendono le esperienze ancora più uniche. Protagoniste assolute sono le valli alpine ai piedi del “Re di Pietra”, il Monviso, riunite in un unico progetto di promozione territoriale che va sotto il nome di Terres Monviso: Valle Stura, Valle Maira, Val Varaita, Valli Po Bronda e Infernotto, Valle Grana e tutta la pianura che si estende intorno a Saluzzo, capitale dell’antico marchesato…

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Occit’amo, il festival del mondo d’Oc si fa “dal vivo”

Una collaborazione tra Stabile e TPE, un’occasione per ricominciare

Torniamo a teatro, il Carignano per tutta l’estate

Le prime immagini, in questa videoconferenza che cade verso l’ora del pranzo, sono di Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Ha scaramanticamente alle spalle l’immagine della sala del Carignano, ai tempi d’oro e non contaminati, quando il pubblico riempiva palchi e platea. Sì sì, certo, “il mondo della cultura è sempre stato vivo, ci siamo lasciati alle spalle gli spettacoli pronti ad andare in scena e inevitabilmente bloccati, le compagnie sciolte e ci siamo inventati certi piccoli apporti in streeming dei nostri attori” per dire al pubblico ecco ci siamo, ecco siamo ancora vivi: “ma il rapporto umano all’interno di una sala teatrale è irrinunciabile”.

Ecco che allora lunedì prossimo 15 giugno, sino al 13 settembre, la sala principe torinese rimarrà aperta per l’intera giornata come contenitore di Summer Plays, “per tornare ai nostri spettatori”. Certo, obbligo di mascherine, misurazione delle temperature, continua circolazione dell’aria condizionata con l’esterno, una platea che pare, ormai pronta all’inaugurazione, un ordinato campo di battaglia con l’attenta salvaguardia del distanziamentro tra i posti, una sessantina regolari gli altri accucciati e riverenti al palcoscenico (“è stato sufficiente – sottolinea Filippo Fonsatti, direttore dello Stabile – togliere il perno degli schienali inutilizzati e ripiegarli sulle sedute, una mezza giornata di lavoro a costo zero”), pronti per accogliere le borse delle signore o le giacche. Globalmente i posti sono passati da 650 a 200: ma si riapre, evviva e finalmente, c’è una gran voglia, dopo un troppo lungo intervallo abbiamo l’ansia di riempirci gli occhi del colore rosso della sala, delle voci degli attori, delle luci, degli applausi finali (le notizie che arrivano dai cinema al contrario scivolano di qua e di là, affermano e negano, anch’essi il 15 oppure si va oltre, mascherina o non mascherina, mascherina assolutamente no!, tagliamo sulle persone di servizio ma certo molti di noi non possono privare il pubblico dei bicchieroni di popcorn o di coka…parte di un introito che, pure lui, tarda ad arrivare, intanto si andrebbe inevitabilmente a ripescare tra i titoli lasciati in sospeso quattro mesi fa o in mancanza di quelli nuovi, visti i set fin qui sbarrati e la mancanza  di fiducia del mondo del cinema che attenderebbe la stagione prossima, si proporrebbero quelli passati più o meno in sordina sulle varie piattaforme: a poche ore da una decisione, di deciso non c’è assolutamente nulla).

Tornando a Summer Plays, 16 titoli per 100 serate di spettacolo. Uno sforzo non da poco, per la cui realizzazione s’è allineato il TPE – Teatro Piemonte Europa: “Questa ripresa congiunta – sottolinea la sua presidente, Maddalena Bumma, ad una sola voce con Vallarino Gancia – è un fatto importante per la Città e per la Regione, in quanto manifesta il superamento degli interessi specifici a favore di una progettualità partecipata in un momento tanto delicato, con l’auspicio che la nostra proposta venga recipita come un segnale di speranza per la comunità e rappresenti un progressivo ritorno alla normalità”.

Altre immagini che ci arrivano nella mattinata sono quella di Valter Malosti, direttore del TPE – all’ombra del grande abito che occuperà (dal 23 al 28 giugno) la sua Giulietta felliniana, con Roberta Caronia, “un po’ più impolverato ma vivo e presente”, ripartire di là dove tutto è stato interrotto, “per affrontare l’ignoto e andare avanti”, un doveroso omaggio al regista riminese nel centenario della nascita – e quella di Valerio Binasco, direttore artistico dello Stabile – nella grande area delle Fonderie Limone a dare gli ultimi ritocchi all’Intervista di Natalia Ginzburg (di cui è regista e interprete, con Arianna Scommegna e Giordana Faggiano, repliche sino a domenica 21) che inaugurerà lunedì il ciclo di proposte: “un testo che ho già messo in scena tredici anni fa con Maria Paiato ma di cui ho scoperto in questa nuova occasione nuove emozioni, pensieri non già pensati, una seriosità che non avevo sperimentato, la piena consapevolezza che protagonista è il tempo nel suo aspetto malinconico e quasi cecoviano”. Malosti e Binasco hanno marciato di pari passo, e raccogliendo artisticamente economicamente e tecnicamente le proprie risorse hanno creato degli appuntamenti che guardano alla drammaturgia contemporanea come ad autori e ad attori, soprattutto, legati al territorio.

Seguiranno Lucido di Rafael Spregelburd, interpretato e diretto da Jurij Ferrini (dal 30 giugno), Camillo Olivetti di Laura Curino e Gabriele Vacis (dal 7 luglio) e Mistero Buffo di Dario Fo, con Matthias Martelli diretto da Eugenio Allegri (dal 10 luglio); due coproduzioni Stabile/TPE saranno Una specie di Alaska di Harold Pinter con la regia di Binasco e Kollaps (Collasso) di Philipp Löhle messo in scena da Marco Lorenzi. Atteso, dal 21 al 26 luglio, e coprodotto tra Stabile, Teatro Franco Parenti e Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Locke di Steven Knight, diretto da Filippo Dini, mentre Leonardo Lidi porta in scena dal 4 al 9 agosto La segretaria, altra “piccola virtù” teatrale della Ginzburg.

All’interno di Summer Plays, un progetto sperimentale intitolato Claustrophilia, “ideato nel momento più buio del lockdown”, al centro Molly Sweeney di Brian Friel, Blackbird di David Harrower e Dialogo, ancora uno sguardo alla Ginzburg, un progetto che prevede “luogo fisico e spazio digitale, teatro e video, con la partecipazione di tre registi cinematografici e video che sono Irene Dionisio, Michele Di Mauro e Dario Aita, per realizzare produzioni fruibili indifferentemente sul palcoscenico o su piattaforme digitali, sperimentando forme di espressione scenica di sopravvivenza”, dice Binasco, mettendo forse ordine tra quegli spettacoli filmati e visti online e incapaci di dare a chi guarda emozioni autentiche e immediate. Valter Malosti curerà ancora il “Progetto Testori” comprendente Cleopatràs e Le Maddalene, cui si aggiungeranno Testori vs Shakespeare (9 settembre), la presentazione video di Vado a vedere come diventa notte nei boschi…, un omaggio a Giovanni Moretti (il 10) e Conversazione con la morte (l’11), una lettura di Piero Nuti. Tra il 18 giugno e il 30 luglio arriveranno le Lezioni shakespeariane, ovvero sette registi di generazioni diverse racconteranno con l’aiuto di alcuni attori le scene più celebri di altrettanti capolavori del grande autore, svelando anche in questo caso la straordinaria attualità della sua scrittura.

Elio Rabbione

 

Nelle foto:

La “nuova immagine” del teatro Carignano, con i posti distanziati. Foto di Luigi De Palma

Valerio Binasco. Foto di Laila Pozzo

Valter Malosti. Foto di Laila Pozzo

Un momento delle prove di “L’intervista” di Natalia Ginzburg, regia di Valerio Binasco, dal 15 giugno al teatro Carignano. Foto di Luigi De Palma

 

 

Antiqua, “maratona” musicale fino a ottobre

Nonostante la situazione particolare venutasi a creare con l’emergenza sanitaria da coronavirus, l’Accademia del Ricercare, anche quest’anno, propone “Antiqua”, un eccezionale cartellone di concerti di musica antica che toccherà Torino e gran parte della sua provincia.

Causa Covid-19 e le conseguenti misure di distanziamento da adottare, i posti disponibili saranno limitati, pertanto l’ingresso ai concerti sarà possibile solo su prenotazione telefonando al numero 366 179 1447 oppure scrivendo a segreteria@accademiadelricercare.com. Sarà anche possibile seguire ANTIQUA 2020 in diretta streaming all’indirizzo: https://www.facebook.com/festivalantiqua/ .

Il cartellone si protrarrà fino al 4 ottobre ed è consultabile sul sito https://accademiadelricercare.com/ .
Le note di sala sono, come sempre, ad opera del Critico Musicale Giovanni Tasso.
In tutti i concerti di “ANTIQUA2020” si applicherà il protocollo di prevenzione anti Covid-19 stabilito dalle autorità per l’accesso alle chiese. Sono previste la sanificazione dei luoghi di culto prima e dopo i concerti, la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso, l’obbligatorietà della mascherina per tutta la durata del concerto. Nel caso in cui uno spettatore ne fosse sprovvisto, l’organizzazione fornirà gratuitamente la mascherina. All’ingresso ogni spettatore sarà invitato ad utilizzare il gel igienizzante e ad occupare il posto segnalato, secondo i criteri del distanziamento sociale, così come previsto per le funzioni religiose. Al termine del concerto il pubblico sarà invitato ad uscire ordinatamente evitando gli assembramenti. Dice il direttore dell’Accademia del Ricercare Pietro Busca: “Il 21 giugno, solstizio d’estate, l’Accademia del Ricercare inaugurerà la 25esima edizione di Antiqua, con due settimane di ritardo rispetto al cartellone concepito alla fine del 2019. Si tratta di un risultato che ci rende tutti felici e pieni di riconoscenza nei confronti di quanti, dai funzionari degli enti territoriali e delle fondazioni bancarie ai numerosi appassionati che ci hanno scritto in questi giorni difficilissimi, ci hanno dato fiducia e ci hanno fatto percepire quanto mancasse loro la musica, la nostra musica, e l’importanza che ha per molti il nostro impegno a proporre concerti di alto livello con artisti e ensemble di primo piano. Per rendere assolutamente sicura la fruizione di tutti i concerti, lo staff dell’Accademia del Ricercare seguirà alla lettera tutte le prescrizioni richieste dal Governo e dall’Amministrazione regionale, fornendo le mascherine a chi ne fosse sprovvisto, collocando all’ingresso i dispenser per l’igienizzazione delle mani, garantendo scrupolosamente il distanziamento interpersonale e provvedendo a igienizzare tutte le sedi di concerto, per una doverosa cura nei confronti di quanti ci seguono da anni. Il Covid-19 ha colpito tutti duramente e nessuno di noi potrà mai dimenticare tutta la sofferenza e l’angoscia che abbiamo provato. Per questo, oggi più che mai, vi invitiamo a venire ai nostri concerti, per sentirci più vicini, più fratelli e ricordare con affetto i nostri cari che ci hanno lasciato, facendoci come sempre conquistare da quell’indicibile miracolo che è la musica barocca”.

Ecco i primi appuntamenti.

L’edizione 2020 partirà il 21 giugno, alle 21,15, a Settimo Torinese, presso la Chiesa di San Vincenzo di via Milano, 59 e sarà proprio l’Accademia del Ricercare a inaugurare la stagione con La Cantata Italiana nel 600’ “Alessandro Stradella – Esule dalle Sfere – Chi resiste al Dio Bendato”.

Il 24 giugno, a Torino, presso la Chiesa della Misericordia, in Via Giuseppe Barbaroux, 41, la Cappella Viscontea proporrà “Da Bach a Bach”.

Il 26 giugno la rassegna raggiungerà Romano Canavese dove, presso l’imponente Chiesa dei Santi Pietro e Solutore di piazza Ruggia, gli Ensemble “I Luoghi dello Spirito” e “Ensemble Symposium” proporranno “A due cori”.

Il 28 giugno, a Castagneto Po, nella Chiesa di San Genesio, in via Avv. Francesco Viano, 9, l’Ensemble “Tripla Cadenza” presenterà “Verso il Classicismo…”

Anche quest’anno l’Accademia del Ricercare organizzerà, dal 27 luglio al 2 agosto, i Corsi Internazionali di Musica Antica a Romano Canavese. Masterclass e laboratori coinvolgeranno, come di consueto, giovani talenti provenienti da tutto il mondo e culmineranno con i concerti di fine corso tra fine luglio e inizio agosto.

Nel corso degli anni, la rassegna ha consentito al pubblico della provincia di Torino (e non solo) di riscoprire sia i capolavori di autori universalmente famosi come Antonio Vivaldi e Johann Sebastian Bach, sia gemme virtualmente sconosciute di autori meno noti.
Per l’“edizione d’argento” di Antiqua verrà confermato, nella sostanza, il format degli anni precedenti, con concerti che, oltre alla formazione di casa dell’Accademia del Ricercare, vedranno protagonisti alcuni degli ensemble di strumenti originali più quotati d’Italia, con un azzeccato mix tra gruppi ormai affermati ed ensemble più giovani, ma già autorevolmente entrati nel panorama concertistico internazionale.
Anche quest’anno grande attenzione nei confronti degli ensemble europei, con il concerto del Coro de Cámera de Granada e dell’Ensemble Aziz Samsaoui, che rievocheranno in chiave musicale la prima circumnavigazione del globo terrestre da parte di Magellano avvenuta esattamente cinque secoli fa.
Eclettico l’excursus del repertorio antico, con un paio di gradite eccezioni alla regola, rappresentate dall’omaggio a Ludwig van Beethoven, nel 250° anniversario della nascita, che chiuderà la manifestazione, e dal concerto interamente dedicato a Turlough O’Carolan, arpista e compositore irlandese che molti continuano ad associare alla tradizione popolare del suo Paese, ma che, in realtà, scrisse anche parecchie opere nel più puro stile di Corelli e Vivaldi.

Ecco il calendario di Antiqua 2020:
www.accademiadelricercare.com
Tutti i concerti avranno inizio alle ore 21,15
Ad eccezione del 5 luglio ore 18,00 e 2 agosto ore 20,00

21 giugno – Settimo To. – Chiesa di S. Vincenzo
Accademia del Ricercare
La Cantata Italiana nel 600’
Alessandro Stradella
Esule dalle Sfere
Chi resiste al Dio Bendato

24 Giugno – Torino – Chiesa della Misericordia
Cappella Viscontea
“da Bach a Bach”

26 Giugno – Romano C.se – Chiesa dei Santi Pietro e Solutore
Ensemble i Luoghi dello Spirito
Ensemble Symposium
“A due cori”

28 giugno – Castagneto Po – Chiesa di S. Genesio
Ensemble: Tripla Cadenza
“Verso il Classicismo…”

3 Luglio – Castellamonte – Castello
Alio modo
“Carolan e i suoni del Barocco Irlandese”

5 Luglio – Candia C.se – Chiesa di S. Stefano ore 18,00
I Solisti dell’Accademia
“Tra Lipsia, Halle e Amburgo”

10 Luglio – Settimo T.se – Chiesa di S. Vincenzo
Accademia del Ricercare
“Le radici della musica strumentale tra Inghilterra e Germania”
W. Byrd, W. Brade, Johan Rosenmüller

27 Luglio – Romano C.se – Chiesa dei Santi Pietro e Solutore
Concerto dei docenti dei Corsi Internazionali

31 luglio – Romano C.se – Chiesa di S. Marta
Concerto degli studenti del corso Internazionale

2 Agosto – Romano C.se – Chiesa dei Santi Pietro e Solutore ore 20,00
Concerti finali dei Corsi Internazionali

3 Settembre – Romano C.se – Chiesa di S. Marta
Lo Scrigno di Orfeo
Adriano Banchieri
Trattenimenti da Villa a 5 voci concertati nel Chitarrone

14 Settembre – S. Mauro T.se – Teatro Gobetti
Accademia Del Ricercare
I Concerti di Dresda
“Concerto per molti Istrumenti”
Vivaldi – Heinichen

17 Settembre – S. Raffaele – Chiesa di S. Raffaele Arcangelo
IL Coro da Camera di Granada
Aziz Samsaoui Ensemble Medioevale
“Esperienze Musicali del primo viaggio in torno alla terra”

25 Settembre – Casalborgone – Chiesa di S. Maria Maddalena
Voxonus- Accademia del Ricercare
Arcangelo Corelli (1653 – 1713)
Concertos transpos’d for Flute Opera VI

2 Ottobre – Chieri – Collegiata S. Maria della Scala (Duomo)
Accademia del Ricercare – Corale Universitaria
Antonio Vivaldi
Gloria – Magnificat
Per soli coro e orchestra

4 Ottobre – S. Raffaele – Chiesa di S. Raffaele
Quintetto di fiati con strumenti originali
L. van Beethoven
nel 250° anniversario dalla nascita
Quintetto in mi bemolle maggiore op.16
W. A. Mozart
QuintettoK452 in Mi bemolle

Causa Covid-19 e le conseguenti misure di distanziamento da adottare, i posti disponibili
saranno limitati, pertanto l’ingresso ai concerti sarà possibile solo su prenotazione
366 179 1447 – segreteria@accademiadelricercare.com

Sarà anche possibile seguire ANTIQUA 2020 in diretta streaming
https://www.facebook.com/festivalantiqua/

 

ANTIQUA 2020
21 GIUGNO – 4 OTTOBRE

Tutti i concerti avranno inizio alle 21,15
Ad eccezione del 5 luglio, ore 18, e 2 agosto, ore 20,
e saranno ad ingresso gratuito.

Causa Covid-19 e le conseguenti misure di distanziamento da adottare, i posti disponibili saranno limitati, pertanto l’ingresso ai concerti sarà possibile solo su prenotazione (366 179 1447 – segreteria@accademiadelricercare.com)

Sarà anche possibile seguire ANTIQUA 2020 in diretta streaming

https://www.facebook.com/festivalantiqua/