GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il gruppo del sassofonista Gianni Denitto.
Martedì. Al Green Pea per “Jazz On The Roof”, concerto di Lil Darling.
Mercoledì. Al Blah Blah si esibisce Steve Rawles. Al teatro Colosseo Massimo Ranieri presenta lo spettacolo “Tutti i sogni ancora in volo”. Allo Spazio 211 è di scena il cantautore Adam Green insieme all’attore Francesco Mandelli.
Giovedì. Al teatro Giacosa di Ivrea Alice rende omaggio a Franco Battiato. Al Cafè Neruda il trio di Luigi Tessarollo suona con il sassofonista Renato D’Aiello. Al Jazz Club si esibiscono i Nandha Blues. Allo Ziggy performance di Alessandra Zerbinati dal nome “Waiting”, alchimia tra danza , teatro e rumorismo.
Venerdì. Alla Suoneria di Settimo suonano gli occitani Lou Dalfin. Al Pala Alpitour primo di 2 concerti consecutivi per Renato Zero. All’Hiroshima Mon Amour si esibisce Tonino Carotone. Allo Spazio 211 sono di scena i BRX!T con i Lamecca. Al Folk Club si esibisce la cantante e violinista Carrie Rodriguez. Al Blah Blah suonano i Nightstalker. Al Magazzino di Gilgamesh è di scena il bluesman Harry Hmura. Al Maffei per la rassegna “Aut Aut”, sono di scena Danilo Battocchio e Iznad_o.
Sabato. Al Bunker per “A Feast For Equinox” suonano Propaganda 1904, Agghiastru, Void Cvlt e altri. Alla Suoneria di Settimo si esibisce la Bandabardò e Cisco. Al Magazzino sul Po è di scena Protto. Al Teatro Colosseo arrivano i Nomadi. Allo Ziggy suonano i Marrano e i Moise. Al Blah Blah sono di scena i Meganoidi. Concerto teatrale al Gabrio con Elio D’Alessandro Marta Bevilacqua e Giorgio Canali. Allo Spazio 211 è di scena Cmqmartina. Nell’aula magna del Politecnico suona il quartetto del chitarrista Moreno D’Onofrio.
Pier Luigi Fuggetta

Con “Liolà” del 1916 Luigi Pirandello abbandonò quel gruppo di commedie che sino ad allora aveva scritto in dialetto siciliano, per aprirsi al panorama nazionale prima ed europeo poi con una produzione che avrebbe dato vita ai capolavori che conosciamo. E sempre per molte occasioni affidandosi al mare magnum delle sue “novelle per un anno”, un bagaglio narrativo, grottesco, spirituale, filosofico in cui già avevano trovato posto e continuavano a trovare i tanti personaggi (“È mia vecchia abitudine dare udienza, ogni domenica mattina, ai personaggi delle mie future novelle”) che dalla pagina scritta sarebbero stati per così dire “sceneggiati”, saggiando con successo la strada del palcoscenico. Il primo quanto innovativo caposaldo di questa seconda fase – che trova altresì all’inizio fervido terreno nelle condizioni mentali della moglie Antonietta Portulano e nel disastro economico che la portò al centro della pazzia – è “Così è (se vi pare)” del giugno dell’anno successivo, che l’autore trasse con qualche cambiamento e con felici aggiunte da “La signora Frola e il signor Ponza suo genero”, ritratto di una provincia squallida e gretta alla ricerca, come in un giallo che si rispetti e che abbia tutte le carte in regola, di una verità che ognuno dei personaggi costruisce in autonomia, nella ricerca affannosa della autentica identità della moglie del nuovo segretario di Prefettura.
mondo da parte del drammaturgo, affida al videoartist Michelangelo Bastiani la creazione di una mezza dozzina di ologrammi “assolutamente tridimensionali” a raffigurare in una grandezza di una sessantina di centimetri quell’assaggio di popolino che vibra a tratti all’unisono nella continua ricerca. Racchiude in quell’espediente, per una buona ventina di minuti le prime tre scene del primo atto: e a chi scrive è sembrato davvero troppo, ridondante, negativo. E un’idea di troppo. Con l’arrivo della signora Frola tutto torna agli abituali binari e, togliendo ancora qualche trovatina registica che vorrebbe spingere il pubblico ad un facile sorriso (il versante “comico” di Pirandello sta ben altrove, sta nello spirito di Laudisi, nella sua filosofia e nel suo sberleffo, sta nel suo infiocchettato sarcasmo e nel suo tenersi fuori, come all’interno di una torre d’argento, dal contesto generale, sta in quel suo decretare la scoperta e il raggiungimento della parola che mette fine a ogni dubbio, sta in quel ”Siete contenti?” che rivolge ancora allo spettatore di oggi, un ritratto che la grandiosa interpretazione – di quelle interpretazioni fatta a volte di piccoli tratti, basta un sospiro, un impercettibile movimento, un occhiata tra il serio e il sornione: godetevi quel piccolo capolavoro di intarsio che è la chiacchierata con le pettegole Cini e Nenni – di Pino Micol rende in tutta la sua perfezione), la serata si fa corposa e lo spettacolo si pone a fianco dei tanti di cui in passato si è definito il successo.
