L’attore Premio Oscar per I soliti sospetti e American Beauty, che ha reso indimenticabili personaggi come Frank Underwood nella serie House of Cards, torna a incontrare il suo amato pubblico per una Masterclass Riceverà il premio Stella della Mole che gli verrà consegnato da Vittorio Sgarbi
Lunedì 16 gennaio 2023
ore 18:30 – Museo Nazionale del Cinema ore 20:30 – Cinema Massimo
Camaleontico protagonista del cinema mondiale contemporaneo, Kevin Spacey è indiscutibilmente tra gli attori più talentuosi e acclamati della sua generazione. Il Museo Nazionale del Cinema è lieto di rendere omaggio al pluripremiato attore che, nel corso della sua pluridecennale carriera, ha dato volto memorabile a ruoli complessi, enigmatici e dinamici come, tra gli innumerevoli, quello del suo celeberrimo Frank Underwood nella popolare serie House of Cards.
Il due volte Premio Oscar per American Beauty e I soliti sospetti – che ha raggiunto la fama mondiale con una serie di classici anni ’90 come Se7en, L.A. Confidential, Glengarry Glen Ross e The Negotiator – sarà protagonista di un’attesissima Masterclass, lunedì 16 gennaio 2023 alle ore 18:30 nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana e, alle 20:30 al Cinema Massimo, introdurrà la visione di American Beauty, uno dei film di maggior successo che hanno costellato la sua fortunata carriera.
Kevin Spacey riceverà anche la Stella della Mole, quale riconoscimento per aver apportato, con la sua filmografia, un personale contributo estetico e autoriale allo sviluppo dell’arte drammatica.
A consegnarla sarà Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema, con Vittorio Sgarbi, Sottosegretario per la cultura del MiC.
Nel corso della Masterclass – a cura di Marco Fallanca – Kevin Spacey dialogherà con il direttore del Museo Domenico De Gaetano, rievocando le tappe più importanti della propria carriera e i suoi numerosi personaggi che il pubblico conosce per nome, da Keyzer Sö
GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Elisa come Claudio Baglioni, recuperano i concerti rinviati nei mesi scorsi rispettivamente all’auditorium del Lingotto e al teatro Regio per 2 sere consecutive.
Martedì. Al teatro Alfieri arriva Ornella Vanoni. Al teatro Colosseo primo di 2 concerti consecutivi per il duo Francesco De Gregori e Antonello Venditti.
Mercoledì. Al Jazz Club si esibisce la vocalist Liliana Di Marco. Al Maffei è di scena il trio Mopcut. Al Concordia di Venaria si esibiscono i Santi Francesi.
Giovedì. Al teatro Alfieri suona la “cover orchestra” Queen At The Opera. Al Jazz Club si esibisce l’armonicista Eros Fineharp. Al Blah Blah è di scena Deniz Tek. Al Magazzino di Gilgamesh debutta il festival blues con la cantante Lakeetra Knowles. Al Dash suona The Blues Against Youth. All’Hiroshima Mon Amour è di scena Galeffi.
Venerdì. Allo Ziggy punk con Kelvins e Lem. Allo Spazio 211 il batterista dei Jamiroquai si esibisce con i Fun-Konnection mentre BlackRockstar è di scena al Jazz Club. Al Folk Club suona il quartetto jazz composto da Ares Tavolazzi, Enzo Zirilli, Flavio Boltro e Sergio De Gennaro. All’Hiroshima si esibisce Ginevra. Al Blah Blah suona il duo Winter Severity Index.
Sabato. Al Conservatorio “Una Vita per il Jazz” in ricordo di Sergio Ramella, appassionato organizzatore di concerti, colui che ha portato il jazz a Torino per oltre 30 anni. Dall’Eurojazz Festival di Ivrea ai Punti Verdi alla Pellerina e al Torino JVC Newport Jazz dei Giardini Reali. Un concerto in sua memoria a 10 anni dalla scomparsa,organizzato dall’AICS Torino con tanti musicisti per ricordarlo tra cui: Emanuele Cisi, Enzo Zirilli, Flavio Boltro, Diego Borotti, Furio Di Castri, Luigi Tessarollo e tanti altri. Al teatro Colosseo si esibisce Nek. Allo Spazio 211 suonano i Tamburi Neri. Al Cap 10100 arriva Morgan con il produttore Megahertz.
Domenica. Al Jazz Club suona il trio blues Rubin Red.
Pier Luigi Fuggetta
Il nuovo, intelligente sguardo di Kristza Székely sul testo di Henrik Ibsen
Kristza Székely è nata a Budapest e ha quest’anno superato energicamente i quarant’anni, nei suoi ricordi c’è un diploma come ballerina classica, oggi continua a dimostrarsi uno dei nomi di punta della drammaturgia europea, celebra le proprie incursioni nel mondo della prosa (Fassbinder, Ibsen, Brecht) e della lirica (Saint-Saëns, Offenbach), le vengono riconosciuti premi importanti, è stata eletta Presidente dell’Associazione dei registi ungheresi. Lo Stabile torinese, all’insegna di una ventata europea che richiama l’applauso, l’ha eletta “artista associata”, l’abbiamo tre anni fa vista all’opera con uno “Zio Vania” e l’attendiamo (al Carignano dal 7 marzo) con lo shakespeariano “Riccardo III”.
Smonta e ricompone (dramaturg è Ármin Szabó-Székely), in chiave contemporanea certi titoloni, certe pietre angolari della classicità, inerpicandosi su per sentieri che metterebbero i brividi a qualunque collega. “Ardita”, l’avevo definita all’indomani del precedente spettacolo. E ardita è rimasta. Un salire verso l’alto che in altra occasione non mi era parso convincente, su quello “Zio Vania”, snaturato nella sua originale scrittura, nelle intromissioni e nelle esasperazioni costruite strada facendo, nella perdita di quel male di vivere che faceva posto a temi troppo legati all’oggi come il riscaldamento globale e il depauperamento delle coste, avevo espresso tutti i miei dubbi. Voleva dire andare troppo al di là delle intenzioni dell’autore per costruire pressoché appieno una visione tutta propria, voleva dire sgomitare per dare spazio al più che superfluo.
Prendendo tra le mani oggi un testo come “Hedda Gabler”, che Ibsen scrisse nel 1890 e che lo Stabile Torinese coproduce con il Katona Jòzsef Szìnhàz, l’acutezza dello sguardo della regista gettato sulla società che circonda i personaggi, in special modo quelli femminili, chiusi e stretti entro le convenzioni più soffocanti, porta ad un raggiungimento “civile” della sua messinscena, analizza, coinvolge nell’attualizzazione, sa vanificare sicurezza e arrivismo.
Soprattutto non sposta di un millimetro la Hedda che Ibsen ha costruito, il gelo che la attraversa, la noia quotidiana verso un matrimonio male sopportato, la freddezza dei rapporti con amici e famigliari, la difesa di uno status che la pubblicazione del libro del consorte Jörgen, devoto ma mediocre, e del suo incarico universitario confermerebbero, il campo di annientamento e di autodistruzione che invade la protagonista, l’intelligenza fredda e calcolatrice che la accompagna sino a quel colpo di pistola finale. Non è più un mescolare le carte, l’oggi viene visto e accettato per una giusta ragione d’essere. Un modo di essere che s’è spostato in linea retta da un panorama di cento e trent’anni fa. Non importa assolutamente nulla se gli eleganti salotti dell’epoca vengono sostituiti da un grigio divano usato e abusato e le azioni degli attori sono inquadrate in anonime pareti di legno, non importa se le lampade a petrolio lasciano il posto ad applique di poco prezzo, se le toilette ricercate e ostentate sono cambiate con gonne da casa e semplici sottovesti, se la stufa in ceramica che inghiotte e distrugge il manoscritto dell’antico amore Løvborg oggi ha il pregio assai inferiore di un onesto trita carta. Non più il “tranquillo” castello di menzogne e confessioni e rigidità di alcune vecchie edizioni, ma qui tutto è frenesia, chiacchiere e chiacchiericcio velocissimi, ardui sfrigolii come quelli che suddividono l’adattamento del testo in vari capitoli, a distruzione della partitura musicale senza inciampi che tutti vorremmo, tutto assume quasi un taglio cinematografico, in precise sequenze, in scatti nervosi, in balletti tarantolati, in frasi rotte dentro un microfono, in un assurdo che è lo specchio preciso del nostro quotidiano.
Le intenzioni e il disegno di Székely sono questa volta esatti, suggestivi, fisicamente accettati, solidi, viscerali, nettissimi. Senza sbavature, vanno dritti a quel colpo di pistola con cui la protagonista rinuncia ad una vita senza futuro. Una Hedda che è una splendida (e per noi, ahimè, sconosciuta e vorremmo rivedere in altre prove) Adél Jordan, secca, vibrante, ai limiti sempre del rovescio isterico e immediatamente pronta a rimettersi in linea con quelli che la circondano; accanto a lei un autorevole, perfetto Béla Mészàros che è Løvborg e gli altri compagni che hanno definito il grande, più che tangibile (il pubblico che al termine non si stancava d’applaudire) successo della serata. Ultime repliche – la lingua cecoslovacca non spaventi, dei precisi soprattitoli tranquillizzano lo spettatore – sabato 14 alle ore 19,30 e domenica 15 alle ore 15,30. Uno spettacolo intelligente da non perdere.
Elio Rabbione
Le immagini dello spettacolo sono di Judit Horvath
Terzo appuntamento: “Leggere è una cura”
Assemblea Teatro presso la Biblioteca Pubblica San Luigi a Orbassano, nel complesso dell’Ospedale San Luigi Gonzaga, promuoverà giovedì 19 gennaio prossimo alle 16 il terzo appuntamento di “Leggere è una cura”, in occasione del primo anniversario della scomparsa del Professor Pier Maria Furlan. Si tratta di un omaggio attraverso le parole complesse di un personaggio impegnativo quale Pitigrilli, controverso e discusso autore torinese.
Per non dimenticare, anzi per celebrare questa ricorrenza, è nata la scelta di leggere pagine tratte dall’autore “Pitigrilli”, pseudonimo di Dino Segre, enfant terrible della letteratura italiana, dietro il quale si nascondeva il padre di Pier Maria Furlan.
Pitigrilli conobbe una notevole notorietà e successo nel Ventennio, piombando poi, con la caduta del fascismo, in cattività, per il sospetto di aver collaborato con l’Ovra, la polizia politica fascista.
Non trovando più editori disposti a pubblicarlo, avrebbe lasciato l’Italia per la Francia e poi per Buenos Aires. Convertitosi al cattolicesimo, ripudiò e impedì lui stesso la pubblicazione dei suoi primi cinque romanzi ritenuti immorali. Sarà Umberto Eco, anni dopo, pur non volendo scagionare Pitigrilli dalle accuse mossegli, ma in un’ottica di critica libera dalle sue presunte collusioni col Fascismo a riattribuire il giusto valore artistico alle sue opere, rivelando in lui uno scrittore gradevole, sapido, fulminante e, contro il giudizio corrente, anche “casto”.
Il Professor Furlan, nelle interviste rilasciate sull’argomento, ha sempre difeso l’opera, nella dignità del padre, e in questo appuntamento, Assemblea Teatro, sgombra da pregiudizi, si è avventurata nella lettura delle sue pagine. Le letture di Alberto Barbi avranno inizio alle ore 16:00, ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti.
Mara Martellotta
Per prenotazioni: bibliosanluigi@gmail.com
Tel: 0119026212
Riprende l’iniziativa Domenicamattinateatro, a cura di Assemblea Teatro, con un testo di eccezione di Luis Sepulveda
Domenica 15 gennaio prossimo alle ore 11, nel teatro di via Paolo Sarpi 111, verrà messa in scena “La gabbianella e il gatto”, testo scritto da Luis Sepulveda, nella traduzione di Ilide Carmignani, per la riduzione teatrale di Renzo Sicco e Gisella Bein. In scena Cristiana Voglino, Paolo Sicco, Monica Calvi. Le musiche sono composte e eseguite da Matteo Curallo e la regia curata da Renzo Sicco.
Kengah, una gabbiana avvelenata da una macchia di petrolio, in un gesto estremo, affida il suo uovo ad un gatto grande e grosso di nome Zorba, strappandogli tre promesse, di non mangiarlo, di averne cura finché non si schiuderà e di insegnare a volare al nascituro.
Luis Sepulveda, attraverso una storia metafora, racconta con la semplicità dell’uomo contemporaneo che, arrecando del male alla natura, si finisce per fare del male a se stessi. Un gatto d’onore inizia un’avventura lunga quanto un libro insieme ai compagni coraggiosi come gli scimpanzé nevrotici e a una impaurita gabbianella. L’autore, con la dolcezza di una favola, parla direttamente all’uomo, grande o piccolo che sia, rammentandogli i doveri verso la natura e anche quelli verso se stesso. In scena si fondono immagini e parole, disegni e voci, musiche con il racconto, capace di proporre un gioco in cui i diversi personaggi prendono vita attraverso un’esilarante Cristiana Voglino. Ora segretario, ora Zorba, ora piccola gabbianella, a ogni personaggio vengono attribuiti un accento e un carattere particolare, che conducono dritti tra gli sviluppi del racconto. Dietro la personalità teatrale di Cristiana Voglino, i disegni di Monica Calvi danno forma alle parole e le animano rendendole concrete. Il designer Francesco Iannello ha creato il tavolo “uovo” attraverso il quale si muovono i gatti che invitano a tuffarsi in una storia tonda, capace di catturare grandi e piccini attraverso il divertimento e l’emozione sincera. La musica è composta appositamente da Matteo Curallo erappresenta un ponte che unisce tanti ingredienti capaci di trascinare lo spettatore in un viaggio magico. A lui non resta che partecipare al gioco, lasciandosi trascinare da gatti giocherelloni, fino a provare a volare.
Età consigliata dai 4 anni.
MARA MARTELLOTTA
Venerdì 13 gennaio, ore 21
Ditegli sempre di sì
L’opera tra le meno note di Eduardo De Filippo con la regia di uno dei più autorevoli registi italiani Roberto Andò
TSN – Teatro Superga Nichelino (TO)
Sul labile confine tra salute e malattia mentale si muove Ditegli sempre di sì, l’opera tra le meno note di Eduardo De Filippo con la regia di uno dei più autorevoli registi italiani Roberto Andò, alla sua prima esperienza eduardiana. L’opera, il cui protagonista è un pazzo metodico con la mania della perfezione, si basa sul perfetto meccanismo del testo in equilibrio tra comico e tragico.
In Ditegli sempre di sì, uno dei primi testi scritti da Eduardo De Filippo, la pazzia di Michele Murri è vera: è stato per un anno in manicomio e solo la fiducia di uno psichiatra ottimista gli ha permesso di ritornare alla vita normale. Michele è un pazzo tranquillo, socievole, cortese, all’apparenza l’uomo più normale del mondo, ma in verità la sua follia è più sottile perché consiste essenzialmente nel confondere i suoi desideri con la realtà che lo circonda; eccede in ragionevolezza, prende tutto alla lettera, ignora l’uso della metafora, puntualizza e spinge ogni cosa all’estremo. Tornato a casa si trova a fare i conti con un mondo assai diverso dagli schemi secondo i quali è stato rieducato in manicomio; tra equivoci e fraintendimenti alla fine ci si chiede: chi è il vero pazzo? E qual è la realtà vera?
Ditegli sempre di sì è una produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca de Filippo, oggi diretta da Carolina Rosi, che continua, nel rigoroso segno di Luca, a rappresentare e proteggere l’immenso patrimonio culturale di una delle più antiche famiglie della tradizione teatrale.
Le foto a questo link:
https://drive.google.com/drive/folders/1jznNkaVI_Olag4xGYMyMyBMi9izpG3Ah?usp=share_link
Venerdì 13 gennaio, ore 21
Ditegli sempre di sì
Di Eduardo De Filippo
Con Carolina Rosi, Tony Laudadio, Andrea Cioffi, Antonio D’Avino, Federica Altamura, Vincenzo Castellone, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
Regia Roberto Andò
Scene e luci Gianni Carluccio
Costumi Francesca Livia Sartori
Produzione Elledieffe – La Compagnia di Teatro di Luca de Filippo, Fondazione Teatro della Toscana
Biglietti: platea 25 euro, galleria 20 euro
Info
Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino (TO)
www.teatrosuperga.it biglietteria@teatrosuperga.it
IG + FB: teatrosuperga
Telegram: https://t.me/tsnteatrosuperga
Da sabato 14 gennaio alle ore 12:00 un matinée al mese fatto di tasti bianchi e neriVia Giorgio Pallavicino, 35 – Torino
presenta PIANO SOLO
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“Piano Solo” è la nuova rassegna musicale di OFF TOPIC nata in collaborazione con la consulta studenti del Conservatorio “G.Verdi” di Torino.
Nato alla corte di Cosimo III De’ Medici nel 1698 come clavicembalo che poteva suonare piano ma anche forte, criticato da Bach e amato visceralmente da Mozart per le infinite possibilità espressive, protagonista dell’epoca romantica, il pianoforte è senza ombra di dubbio quello strumento che – come scriveva in Novecento Alessandro Baricco – rende infinito l’essere umano.
“Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infinti loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito.” Raccontato nel cinema e nella grande letteratura, il pianoforte è in fondo quello strumento che tuttə vorremmo saper suonare e che è in grado di rapire – sul palco della Scala quanto al gate di un aereoporto – chiunque ne incontri il suono. Per il suo irresistibile fascino, OFF TOPIC ha voluto sul palco del bistrò proprio un pianoforte e attorno al signor strumento costruisce la sua rassegna “Piano Solo” .
È così che sabato 14 gennaio alle ore 12.00 prende il via il primo di cinque appuntamenti musicali che porteranno sul palchetto del Bistrò di OFF TOPIC il jazz di Chet Baker ma anche i capolavori di Debussy e di Ravel, passando per Art Blakey e Liszt. Un appuntamento al mese, un matinée che porta nel contemporaneo anche il mondo classico per far scoprire al pubblico le tante vite che la musica può avere tramite un solo e unico strumento: il pianoforte.
“Come Consulta degli Studenti siamo stati fin da subito felici che Off Topic abbia voluto instaurare questa collaborazione. Siamo convinti che l’interazione tra il nostro Conservatorio e le realtà del territorio come Off Topic che si interfacciano in particolare con un pubblico giovane, sia innanzitutto l’occasione per avere una prima importante palestra e vetrina per tutti gli studenti che si apprestano a diventare i professionisti nel settore musicale, nonché un investimento fondamentale per non perdere la possibilità di raggiungere, incuriosire, e così formare, una platea di persone capace di apprezzare i repertori e i generi più vari e che potrà così trasformarsi nel pubblico del futuro.”
“La vita non è un problema da risolvere, ma una realtà da sperimentare”. Questa celebre frase di Soren Kierkegaard – aggiunge il Direttore del Conservatorio “G.Verdi” di Torino Francesco Pennarola – riassume un po’ lo spirito con cui il Conservatorio di Torino entra nella programmazione di Off Topic: un luogo nato per sperimentare, per cercare di innovare le modalità di offerta culturale. Questo deve fare una Istituzione di alta formazione musicale: cercare strade per innovare i format culturali e i loro contenuti: e se a farlo sono direttamente gli studenti allora il risultato non può che essere una scommessa vinta!”
“Le persone più attente si saranno accorte che da qualche settimana sul palco del Bistró, è apparso un pianoforte verticale. – dichiara il direttivo di OFF TOPIC – Un po’ come dentro le stazioni ferroviarie, nelle Piazze durante la Festa della Musica o dentro ai Saloon nel Far West il Bistró ancora una volta è luogo di libera espressione. Chiunque potrà salire sul palco e allietarci con un brano. A inaugurare ufficialmente il pianoforte di Off Topic non potevano che essere gli studenti e le studentesse del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino con Piano Solo, un progetto di rete con l’accademia della musica torinese che risponde alla mission di contaminazione e sperimentazione artistica di Off Topic.”
Per il primo appuntamento in programma sabato 14 gennaio è protagonista la giovane pianista Chiara Nicora in un concerto-lezione dedicato ai pianisti dei Jazz Messengers, storica formazione be-bop. Il repertorio è composto da composizioni originali di Horace Silver, Bobby Timmons e Cedar Walton, pianisti che hanno fatto scuola nello swing, nel be-bop e nel soul jazz.
CHIARA NICORA Chiara Nicora studia pianoforte jazz al Conservatorio G. Verdi di Torino dal 2019. Ha partecipato ai seminari di AlbisJazz e Nuoro Jazz studiando con Dado Moroni, Danny Grissett, Peter Bernstein e molti altri, vincendo una borsa di studio per merito nel 2022 per partecipare a Jazz in Marciac (Francia). Si esibisce regolarmente nei jazz club torinesi e in festival locali come Torino Jazz Festival, Avigliana Jazz Festival, Jazz Around You, etc. con diverse formazioni.
Prenotazione per il brunch consigliata scrivendo al #Bistrò di OFF TOPIC su WhatsApp al 388.446.3855
PROSSIMI APPUNTAMENTI IN PROGRAMMA
Sabato 11 Febbraio alle 12.00 Giorgia Marletta presenta Sfumature Sonore. Embraceable you e The man I love da Seven Virtuoso Etudes – Gershwin/Wild; Sonetto 123 del Petrarca da “Années de Pèlerinage” – Liszt; “Barlumi” – Malipiero;”Images oubliées” – Debussy; “Jeux d’eau” – Ravel;
Sabato 18 Marzo alle 12.00 Nicolò di Pasqua sul palco di OFF TOPIC in un grande omaggio a Chet Baker.
Sabato 22 Aprile alle 12.00 Elena Tiritto è protagonista con i brani tratti da Einaudi, Yruma e Tiersen.
Sabato 20 Maggio alle 12.00 Emiliano Blangero presenta alcuni brani del suo ultimo album “Moments”
OFF TOPIC – Hub culturale, Via Giorgio Pallavicino 35 Ideare, valorizzare, educare, diffondere e connettere: questi i principi su cui si fonda OFF TOPIC, l’hub culturale della città di Torino, progetto del Torino Youth Centre, riconosciuto dal Comune di Torino come Centro di Protagonismo Giovanile il cui direttivo è formato da Goodness Ac, Klug APS, Cerchio di Gesso. Il Torino Youth Centre è l’associazione di secondo livello che attraverso una progettualità di rete, coordina il funzionamento, le attività e gli spazi di Via Pallavicino 35, rendendo OFF TOPIC hub culturale e sede di attività formative (corsi, workshop, conferenze) e co-working, residenze artistiche, musica live, teatro, proiezioni, reading e eventi off di rassegne cittadine, attività sociali e di promozione del territorio.
OFF TOPIC via Giorgio Pallavicino, 35 – 10153 Torino
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Music Tales, la rubrica musicale
“Sai che mi hai fatto davvero odiare
Ho dovuto fermarmi prima che mi rompessi
Avrei dovuto interrompere prima
Non mi meritavi affatto
Per niente, per niente”
Al secolo Omar Apolonio Velasco, classe 1997.
Prima di trasferirsi a Los Angeles nel 2019 per concentrarsi sulla musica, Omar abitava con i genitori in Indiana. Il suo secondo nome è un omaggio al nonno e ha ispirato il suo nome d’arte.
La madre Enriqueta lavorava alla mensa della scuola elementare e il padre Roberto consegnava cibo. Entrambi immigrati, sono arrivati nel Midwest da Jalisco, Guadalajara. Nel 2009, il dodicenne Omar, il più piccolo di tre fratelli, aiutava i genitori a imparare i nomi di tutti gli Stati del Paese, così da fargli superare l’esame per ottenere la cittadinanza americana.
Omar Apollo ha avuto un percorso evolutivo artistico abbastanza lineare ma sorprendente, passando in poco tempo dall’essere un ambizioso chitarrista autodidatta, influenzato sin da bambino dall’ascolto di Brandy e Stevie Wonder e dalla scoperta delle corde in età preadolescenziale, fino a diventare una star internazionale, che forse non tutti conoscete.
Con l’esordio da indipendente, attraverso la pubblicazione di un paio di EP, “Stereo” e “Friends” del 2019, Omar ha fissato la sua caratteristica “anima da camera da letto”, che gli ha consentito di conquistare l’amore dei fan e la stima della stampa.
Nel 2020 ha pubblicato il suo progetto registrato in casa “Apolonio”, album che comprendeva collaborazioni con Bootsy Collins, DJ Dahi, Albert Hammond, Jr. e altri.
Il 2021 ha visto l’uscita di due singoli, “Go Away”, che ha eseguito in The Tonight Show con Jimmy Fallon e “Bad Life” con Kali Uchis.
Ha poi chiuso l’anno in bellezza, ricevendo la sua prima nomination ai Latin GRAMMY per la collaborazione
“Te Olvidaste” con C. Tangana.
L’album di debutto Ivory lo porta a un altro livello di scrittura e della sua carriera. Oltrepassando confini di genere e barriere linguistiche, Apollo mostra una diversità musicale ancor più ricca. Dopo l’uscita del suo nuovo singolo “Invincible” con Daniel Caesar, ha pubblicato il nuovo album l’8 aprile 2022.
Da qui un estratto che mi è piaciuto particolarmente nel quale Omar Apollo rappresenta il travaglio della edificazione di un sentimento e del suo disfacimento attraverso una metafora costruttiva/distruttiva.
Evergreen il brano, ed è stato ipotizzato che la canzone parli della relazione del cantante con Frank Ocean.
Anima tormentata pure lui . . .come se nella musica ne mancassero.
Il video musicale di accompagnamento è stato presentato in anteprima il 19 novembre 2022. Raffigura Apollo su un palcoscenico in cui una casa viene assemblata solo per essere fatta a pezzi con lui nel mezzo, ma finisce per essere ricostruita alla fine.
Vi piacerà, spero, e vi riaprirà le porte di un mondo passato per le sue sonorità.
“L’uomo non è fatto per la sconfitta. Un uomo può essere distrutto ma non sconfitto.”
Chiara De Carlo
https://www.youtube.com/watch?v=ixTkLjTBQyk&ab_channel=OmarApollo
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere!


NUDI
La seconda parte di stagione al via l’11 gennaio
In programma altri 28 spettacoli fino a maggio
Da Serra Yılmaz a Shakespeare, da Giulio Regeni a Beppe Fenoglio
Opere premiate e anteprime nazionali per un calendario ricchissimo
Un Premio Ubu, Serra Yılmaz e poi tanti altri appuntamenti. La stagione di Fertili Terreni Teatro riparte in grande stile e propone una ricca programmazione fino a maggio 2023. Prosegue il percorso di Nudi, tema della stagione 2022/2023, con altri 28 spettacoli di cui 2 prime nazionali.
La nudità, intesa come stato dell’anima, è il fil rouge di un cartellone che si sviluppa fra Teatro Bellarte, OFF Topic e San Pietro in Vincoli Zona Teatro, luoghi nei quali il teatro contemporaneo si esprime in tutte le sue sfumature.
Gennaio: Premi UBU, Serra Yılmaz e Shakespeare
A ottobre, Fertili Terreni Teatro ha deciso di comunicare solo la prima parte di stagione. Dopo il successo di Whiskey e Soubrette, fra gli spettacoli più apprezzati del Capodanno torinese, ora si riparte da una produzione ospite. La compagnia Kronoteatro, Premio UBU 2022 per la curatela e l’organizzazione di Terreni Creativi Festival, produce La fabbrica degli stronzi, di cui cura la regia insieme a Maniaci d’Amore, in scena l’11 e il 12 gennaio a San Pietro in Vincoli Zona Teatro. L’opera esplora, con livido umorismo, il paradigma vittimario così radicato nel nostro modo di abitare oggi: la convinzione che la colpa delle nostre sventure sia sempre di qualcun altro.
Dal 19 al 21 gennaio, la stagione di Fertili Terreni Teatro accoglie Serra Yılmaz, attrice prediletta di Ferzan Özpetek (di recente a Torino con un suo spettacolo), protagonista di Novelle orientali di Marguerite Yourcenar, in scena al Teatro Bellarte per la produzione di BAM Teatro. Una raccolta ammantata di poesia e struggenti racconti, tragici, mitologici, ripresi da vecchie tradizioni, apologhi taoisti, miti indù che parlano di sentimenti umani e passioni nelle loro sfumature più varie e contraddittorie, come pure del potere salvifico dell’arte.
Altra realtà che vanta diversi premi è Teatro delle Temperie, che con Il circo capovolto arriva a San Pietro in Vincoli Zona Teatro il 25 gennaio, per la regia di Andrea Paolucci, per raccontare due storie parallele ma strettamente intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno Nap’apò: due generazioni di rom in Europa.
La stessa sera, da Off Topic, il primo incontro con Shakespeare del nuovo anno, perché Sotterraneo, che cura concept e regia, propone Shakespearology, in scena anche il 26 gennaio, per incontrare il Bardo «in carne e ossa». Il primo mese dell’anno si chiude con Stramboletto, scritto e diretto da Andrea Lupo e prodotto da Teatro delle Temperie, in scena al Teatro Bellarte il 28 e il 29 gennaio. Una storia in cui la protagonista, Nina, impara ad affrontare le proprie paure.
Febbraio: da Giulio Regeni alla prima nazionale di Bull
Vanta tanti premi anche lo spettacolo La vacca di Elvira Buonocore, per la regia di Gennaro Maresca, in scena al Bellarte dal 3 al 5 febbraio. Co-prodotto da B.E.A.T. Teatro e Nuovo Teatro Sanità, è ambientato in una imprecisata periferia napoletana, dove due fratelli giovanissimi, Donata e Mimmo, si confrontano con l’inarrestabile meccanica del desiderio.
Nel programma di Fertili Terreni Teatro c’è un ricordo di Giulio Regeni grazie allo spettacolo RAMY. The voice of Revolution di Valeria Raimondi e Enrico Castellani, per Babilonia Teatro, prodotto da Teatro Metastasio di Prato. A sette anni dalla sua scomparsa, Regeni è messo a confronto con Ramy Essam, cantore di libertà e giustizia per il popolo egiziano. L’opera sarà in scena l’8 febbraio a San Pietro in Vincoli Zona Teatro.
La stessa sera (in scena anche il 9) debutta Il bambolo di Irene Petra Zani da Off Topic, per la regia di Giampiero Judica, un monologo sulla comica tragedia della relazione tra una Donna e un Bambolo gonfiabile prodotto da Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito e Argot.
L’altro debutto è Memorie di una ciciona al Bellarte dal 17 al 19 febbraio. L’opera, di e con Simonetta Guarino (autrice e comica di Zelig), per la regia di Marco Taddei, è prodotta da Compagnia Nim e ci svela che in fondo tutti, anche i più secchi, vorrebbero nella propria vita poter essere “cicioni”.
In prima nazionale arriva Bull (senza esclusione di colpi) di Mike Bartlett, per la regia di Angelo Scarafiotti, in cui tre giovani e spregiudicati colleghi in un’azienda d’affari – Tony, Isobel e Thomas – stanno aspettando di sapere chi di loro perderà il lavoro, ma nella lotta per la sopravvivenza non esistono colpi bassi. L’opera, prodotta da Nessun Vizio Minore, è attesa a San Pietro in Vincoli Zona Teatro dal 23 al 25 febbraio.
Il giorno dopo, 26 febbraio, debutta al Bellarte Eco nel silenzio, di e con Giorgia Brusco, produzione di Hic et Nunc Teatro che ripercorre il mito greco di Eco e Narciso creando un parallelismo con la vicenda di una coppia contemporanea. Vincitore del bando L’Italia dei Visionari 2022 e selezionato dal gruppo di visionari di Fertili Terreni Teatro.
Marzo: da Beppe Fenoglio a Sogno di una notte di mezza estate
Un grande omaggio a un grande personaggio. Arriva a Torino, dopo il debutto ad Alba dello scorso anno, Un giorno di fuoco di Beppe Fenoglio, portato a teatro dalla regia di Gabriele Vacis, con Beppe Rosso in scena, prodotto da A.M.A. Factory, in coproduzione con Produzioni Fuorivia e Centro Studi Beppe Fenoglio. L’opera, allestita per il centenario dalla nascita dello scrittore, è attesa a San Pietro in Vincoli Zona Teatro dal 2 al 5 marzo. La regia e l’interpretazione lavorano al racconto, reso integralmente, come a un grande spartito, scendendo nella vocalità delle parole per restituire il dramma collettivo di una comunità.
Torna, dal 10 al 12 marzo al Bellarte, anche l’incontro con Shakespeare, del quale va in scena Sogno di una notte di mezza estate, per la regia di Jurij Ferrini, nella traduzione di Antonio Mazzara, prodotto da Progetto U.R.T. in collaborazione con 55° Festival Teatrale di Borgio Verezzi. Una splendida favola che ancora oggi ha molto da raccontare, dove realtà e irrealtà si fondono e si confondono in una folle notte d’estate governata dal capriccio di Amore, la forza più potente e misteriosa del mondo.
Off Topic, dal 15 al 16 marzo, ospita #Pourparler. Un viaggio attraverso le parole di Giovanna Donini, Annagaia Marchioro e Gabriele Scotti, prodotto da Brugole&Co. Un viaggio alla scoperta delle parole, che possono essere finestre oppure muri, possono aprire dei mondi o tenerci prigionieri.
Dal 17 al 19 marzo tocca a Cara professoressa, di e con Beppe Casales, al Bellarte, un canto d’amore per la scuola pubblica. Il 18 e il 19 marzo, a San Pietro in Vincoli Zona Teatro, seguirà 1223 Ultima fermata mattatoio di e con Elisa Di Eusanio (spettacolo, vista la crudezza di alcune immagini, vietato ai minori di 12 anni). Un viaggio lucido e delicato nei segreti più oscuri dell’industria zootecnica intensiva. Un sistema che fa profitto con i corpi degli animali, senza nomi ma contrassegnati da un numero identificativo.
Roberto Galano dirige poi La strada di Leonardo Losavio, dove il punto è: cosa succede quando l’uomo che hai accanto, il tuo compagno di viaggio, non è chi dice di essere? L’opera, prodotta da Teatro dei Limoni, andrà in scena da Off Topic il 22 e il 23 marzo.
Seguirà un lavoro prodotto da Nutrimenti Terrestri, Ogni bellissima cosa di Duncan MacMillan e Jonny Donahoe, con Carlo De Ruggeri, per la regia di Monica Nappo, un monologo interattivo che si trasforma in un gioioso, unico e potente inno alla vita.
Altri due spettacoli completano il programma del mese. Disprezzo della donna, in scena il 29 e il 30 marzo da Off Topic, racconta la misoginia dei futuristi e «la donna che ostacola la marcia dell’uomo». La drammaturgia e la regia sono di Elvira Frosini e Daniele Timpano, per una produzione di Gli Scarti, Frosini/Timpano – Kataklisma Teatro in collaborazione con Salerno Letteratura Festival. Seguirà, il 31 marzo (fino al 2 aprile), Abracadabra – Incantesimi di Mario Mieli, con il sostegno di Residenza Artistica Olinda e Teatro della Tosse. È il quinto e ultimo studio di Abracadabra, progetto che si propone di portare in scena la persona e il pensiero rivoluzionario di Mario Mieli allo scopo di indagare noi stessi, oggi.
Aprile: un Premio UBU e una prima nazionale «con» Camus
Miss Lala al Circo Fernando / In a room è una performance all’interno delle cripte di San Pietro in Vincoli che vede come protagonista Marigia Maggipinto, storica interprete della compagnia del Tanztheater di Wuppertal di Pina Bausch. Lo spettacolo, ideato e diretto da Chiara Frigo, sarà in scena l’1 e il 2 aprile, prodotto da Zebra Cultural Zoo.
Mariano Dammacco porta in scena invece Spezzato è il cuore della bellezza da Off Topic, il 12 e il 13 aprile, per parlare di un cosiddetto triangolo amoroso e offrire uno sguardo sull’amore nelle sue pieghe dolorose e tormentate, attraverso la convivenza di tragedia e umorismo. L’opera, prodotta da Piccola Compagnia Dammacco, Infinito e Operaestate Festival Veneto, ha vinto il Premio UBU 2021 come Nuovo testo italiano/scrittura drammaturgica.
Al Bellarte, il 13 e il 14 aprile, arriva poi Il signor dopodomani di Domenico Loddo, per la regia di Roberto Zorn Bonaventura, prodotto da Teatro dei 3 Mestieri APS. Al centro c’è la storia di un uomo in frac, che parla di un lontano luogo della sua memoria. Già, ma cosa vuole davvero? Una vendetta implacabile. Lo stesso teatro, dal 15 al 16 aprile, ospita poi Radici di Elisa Terrone in arte Pinklady, prodotto da Academy of Excellence Torino. Uno spettacolo con diversi quadri che attraversano temi sociali, culturali e individuali, evidenziando anche problematiche legate alla non accettazione di sé, alla differenza di genere, ai rituali e ai costumi di differenti culture.
Off Topic, il 19 aprile, dà spazio a Taxi Light Vigil di Darren Donohue, per la regia e l’adattamento di Elisabetta Carosio, prodotto da Compagnia Lumen, Progetti, arti, teatro. Una commedia ironica e visionaria che non rinuncia a toccare temi delicati e invita lo spettatore a proseguire fuori dal teatro il proprio grande viaggio.
Seguirà poi, dal 20 al 23 aprile, I giusti di Albert Camus, per la regia e la drammaturgia di Lorenzo De Iacovo, a San Pietro in Vincoli Zona Teatro. L’opera arriva in prima nazionale, prodotta da Crack24, e si inserisce in un contesto di ricerca sul tema della rivoluzione. Cosa saremmo disposti a sacrificare per un’idea? Da questa domanda nasce la riscrittura che si allontana dal testo originale di Camus, ma lo considera un punto di riferimento del tempo che è passato e ricolloca i giovani rivoluzionari nel contesto di un piccolo paese di oggi.
Maggio: la musica per concludere
Cettina Donato al pianoforte propone One Piano Show, evento del progetto Inside_Outside in programma al Bellarte il 4 maggio. Un pianoforte al centro della tettoia di Bellarte e una selezione di brani che spaziano dai preludi di Gershwin alle composizioni della stessa Cettina Donato, Debussy, Chopin, Nino Rota e… ovviamente un pò di jazz.
Il cartellone si conclude con Decaneurone di e con Riccardo Rombi, vincitore del bando L’Italia dei Visionari 2022 e selezionato dal gruppo di visionari di Fertili Terreni Teatro. L’opera, prodotta da Catalyst e con le musiche dal vivo di Gabriele Savarese, è un viaggio comico e sensuale, sorprendente e musicale, un canto propiziatorio. Nelle musiche etniche che lo accompagnano trova la via per liberarci, attraverso il teatro, dalle nostre più profonde paure. Sarà il 6 maggio a San Pietro in Vincoli Zona Teatro.
Biglietteria ed eventi collaterali
Quest’anno, Fertili Terreni Teatro ha inaugurato la biglietteria online. I biglietti si potranno acquistare solo sul sito web www.fertiliterreniteatro.com.
Il pubblico potrà scegliere tra il biglietto intero a 11,00€ (più commissioni di servizio) o il ridotto a 9,00€ (più commissioni di servizio) riservato a studenti universitari, under 30, over 65, residenti Circoscrizione IV e Circoscrizione VII, Aiace, Abbonamento Musei Piemonte Valle D’Aosta, abbonati alle stagioni di Piemonte dal Vivo o l’Abbonamento NUDI al costo di € 21 (più commissioni di servizio). Sarà comunque mantenuto attivo il numero di telefono di front office e relazione con il pubblico per accompagnare il pubblico in questa nuova modalità di acquisto.
Anche quest’anno Fertili Terreni Teatro si conferma una rete di luoghi di prossimità, incontro e fermento creativo non solo per gli artisti e gli operatori culturali, ma anche per il pubblico, coinvolto in numerose attività. Sono tornate le visite guidate all’interno del complesso di San Pietro in Vincoli Zona Teatro, a cura de La Civetta di Torino, così come al Teatro Bellarte Le cene con l’artista: un’occasione di incontro e confronto unica per chiacchiere con gli artisti e le artiste dopo le loro performance, accompagnati da buon cibo e buon vino.
La rete teatrale
La stagione di Fertili Terreni Teatro è realizzata e promossa da A.M.A. Factory, Cubo Teatro e Tedacà. Con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando ART-WAVES. Per la creatività, dall’idea alla scena, che guarda al consolidamento dell’identità creativa dei territori attraverso il sostegno alla programmazione nel campo delle performing arts e alla produzione creativa contemporanea, unendo ricerca, produzione, offerta e distribuzione in una logica di ecosistema per rafforzare le vocazioni artistiche del territorio, Fondazione CRT, MiC, Regione Piemonte, Città di Torino e TAP – Torino Arti Performative. Alcuni spettacoli della stagione sono selezionati dal bando Corto Circuito 2022 – Piemonte dal Vivo.
La stagione ha il patrocinio della Città di Torino, della Circoscrizione 4 e della Circoscrizione 7. Si ringraziano anche tutti i partner della stagione 2022-2023: TYC, OFF TOPIC, The Goodness Factory, San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Il Mulino di Amleto, La Civetta Di Torino, Arcigay, To Pride, Quore, Queever, Culture Politica Società, SCT – Social Community Theatre Centre, To Housing, Italia Dei Visionari, Fringe, Legambiente, Anomalia Teatro, Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, Ordine Assistenti Sociali Piemonte, Unione Italiana Ciechi, Aiace, Lingua Doc/Festival Pirandello, Dams, Generativa!, Wanderlust Teatro, Circle – Progetto Periferie, Underline, N3xt Stop, Graphic Days, Iaad , Didaxé, Language Aid, Fondazione Fuori Di Palazzo.
Fertili Terreni Teatro è un insieme di artisti e organizzatori impegnati nella promozione del Teatro Contemporaneo nelle sue diverse forme, diretto da A.M.A Factory, Cubo Teatro e Tedacà. Nato nel 2018, Fertili Terreni Teatro realizza una unica stagione teatrale diffusa e si fa promotore di una tensione artistica che, attraverso la collaborazione di tre teatri di Torino (San Pietro in Vincoli Zona Teatro, Bellarte e OFF TOPIC), genera un ambiente creativo di sperimentazione e confronto tra artisti, operatori e spettatori coinvolti in iniziative durante tutto l’anno. Tre teatri che, idealmente, tracciano un filo rosso che attraversa e lega tre zone “periferiche” della città, per creare un triangolo che determina uno “spazio” culturale e di creatività che prima non esisteva.
Debutta in prima nazionale, per la regia di Gabriele Vacis, alle Fonderie Teatrali Limone, dal 10 al 22 gennaio prossimi
Martedì 10 gennaio prossimo, alle 20.45, debutterà in prima nazionale, alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri, la pièce intitolata “Antigone e i suoi fratelli”, tratta dalla tragedia di Sofocle, di cui il regista Gabriele Vacis firma adattamento e regia.
Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, in collaborazione con l’Associazione culturale PEM (Potenziali Evocati Multimediali), resterà in scena alle Fonderie Limone fino al 22 gennaio prossimo.
Antigone rappresenta una figura tra le più significative della tragedia classica, forse quella che riesce ancora a parlare con forza e persuasione alla nostra contemporaneità, da sempre emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito e ai compromessi.
Gabriele Vacis parte dal testo di Sofocle e dalla storia in esso raccontata, mettendo in scena una fitta rete di rimandi alla vicenda di Antigone, il personaggio che si trova alla ricerca della “sostanza pensante della fraternità”.
Antigone è, tra le figure della tragedia classica, quella che più di ogni altra riesce a esprimere con forza la nostra contemporaneità, emblema di una gioventù consapevole, assertiva e capace di opporsi al potere precostituito.
Gabriele Vacis parte dal testo di Sofocle e dalla storia in esso raccontata, mettendo in scena una fitta rete di rimandi alla vicenda di questo personaggio, alla ricerca della “sostanza pesante della fraternità”.
“Antigone e i suoi fratelli” non rappresenta – spiega Vacis – una messinscena del testo di Sofocle. Si tratta, invece, di una storia del personaggio che attraversa i tragici, da “Sette a Tebe” di Eschilo, passando ai testi Sofoclei per approdare a “Fenicie” di Euripide. Nelle diverse tragedie Antigone assume una diversa profondità nel rapporto con i fratelli Eteocle, Polinice e Ismene. Quello che cercheremo è la sostanza presente nella fraternità; sono molteplici le occasioni per riflettere sugli altri due pilastri della civiltà occidentale, la libertà e l’eguaglianza. E questo ha provocato guerre di cui forse abbiamo perso memoria.
I grandi tragici, attraverso la figura di Antigone, spiegano il significato di essere fratelli. Sarà la ricomposizione di fratellanza con libertà e eguaglianza a garantirci i prossimi settanta o ottanta anni di pace? “Antigone e i suoi fratelli” è uno spettacolo per giovani. I protagonisti saranno ragazzi come Antigone, Ismene, Eteocle e Polinice, alle prese con un futuro complicato.
In ordine alfabetico reciteranno Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Chiara Dello Iacovo, Pietro Maccabei, Lucia Raffaella Mariani, Eva Meskhi, Erica Nava, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Daniel Santantonio, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera, Giacomo Zandonò. Scenografia e ambienti sono di Roberto Tarasco, la pedagogia dell’azione e della relazione di Barbara Bonriposi, il dramaturg è Glen Blackhall, il suono di Riccardo Di Gianni.
La recita di venerdì 13 gennaio sarà soft, nel senso che si tratta di una tipologia di recita introdotta nella stagione 2022/23, realizzata in un’atmosfera più rilassata, tale da favorire la partecipazione di adulti e bambini con difficoltà di apprendimento, autistici o con disordini nell’apprendimento sensoriale. Lo spettacolo si svolgerà in una dimensione di luce più confortevole, non saranno presenti effetti strobo, le porte della sala rimarranno aperte e verranno ridotti eventuali volumi troppo alti di musiche o effetti sonori.
Gabriele Vacis è stato tra i fondatori del Laboratorio Teatro Settimo; ha scritto e curato la regia di numerosi spettacoli teatrali, ottenendo il Premio Opera Prima nel 1985 e il Premio Ubu nel 1986, nel ’92 e nel ’94 quale migliore spettacolo.
MARA MARTELLOTTA