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Politecnico di Torino ateneo internazionale: aspiranti studenti da 115 Paesi del mondo

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Confermato rispetto allo scorso anno il numero complessivo di pre-immatricolati, con quasi 19 mila test effettuati

Anche quest’anno è incoraggiante il trend dei dati che riguardano gli iscritti ai test di ammissione al Politecnico di Torino: i corsi di Ingegneria, Architettura, Design e Pianificazione Territoriale, Urbanistica e Paesaggistico-Ambientale, anche per l’Anno Accademico 2023/2024, confermano un aumento dei test erogati, che sono quasi 19.000. Le prove di ammissione sono iniziate a febbraio, come ormai tradizione da diversi anni in modo da allinearsi con le università straniere e di dare ai ragazzi e alle ragazze maggiore possibilità di fare una scelta consapevole, e si concluderanno il 31 agosto e 1 settembre per i corsi di Ingegneria, Design e Pianificazione (eccezion fatta per la laurea professionalizzante in Tecnologie per l’industria manifatturiera, la cui scadenza è il 21 settembre).

I dati sugli iscritti attestano ancora una volta la reputazione positiva dell’Ateneo a livello internazionale. Il numero degli studenti stranieri che hanno affrontato l’ammissione ai corsi triennali – quest’anno arrivato a ben il 27% del totale – cresce anche in una situazione globale complessa come quella attuale e grazie a loro è possibile compensare il trend di denatalità che ormai da anni si registra in Italia e la conseguente costante diminuzione dei neo diplomati. Aumenta anche il numero di Paesi rappresentati, che quest’anno provengono da 115 stati differenti. Sono principalmente la Turchia – che si conferma il primo paese per numero di iscritti – con un incremento superiore al 15% di pre-immatricolati rispetto allo scorso anno, l’Iran che ha triplicato la sua presenza a partire dall’anno accademico 2021/22 arrivando ad avere 634 iscritti ai test e l’India.

Si può osservare, a livello generale, che i corsi di studio più apprezzati sono quest’anno quelli legati alla rivoluzione digitale e quelli con un’impostazione fortemente interdisciplinare e trasversale nell’ambito dell’Ingegneria, mentre confermano la crescita già registrata lo scorso anno Architettura e Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale; stabile Design e Comunicazione.

 

“Siamo molto soddisfatti di questi dati, che ci confermano la validità delle scelte coraggiose che abbiamo fatto in questi anni particolarmente difficili – commenta il Rettore Guido Saracco – ma la nostra reputazione internazionale continua a crescere, frutto anche dei numerosi accordi di collaborazione che continuiamo a sottoscrivere con le migliori università del mondo e della presenza internazionale, cominciata con l’Uzbekistan e la Cina e continuata quest’anno con l’apertura del Japan Hub a Kyoto”.

 

“Di fronte al fisiologico calo delle nascite e della conseguente diminuzione dei diplomati, particolarmente sentita in Piemonte, abbiamo risposto elevando ed attualizzando la qualità dell’offerta formativa con corsi sempre più interdisciplinari ed orientati al “learning by doing”, e progettando percorsi in cui le discipline tecniche vengono affiancate alle scienze umane e sociali per proporre nuove chiavi di lettura ed una maggiore capacità di leggere il futuro e le conseguenze del progresso tecnologico sulla società” aggiunge la Vice Rettrice per la Didattica Anita Tabacco.

Gli iscritti ai test si contenderanno i 4.992 posti disponibili per i corsi di Ingegneria, gli 85 per il corso in Pianificazione territoriale, urbanistica e paesaggistico-ambientale, i 250 per il corso di Design e comunicazione, e i 500 posti disponibili per il corso di laurea in Architettura. Questi numeri di pre-immatricolati consentiranno, quindi, di coprire tutti i posti a disposizione e garantiranno all’Ateneo di confermare il numero dei propri iscritti, considerato che tutti i corsi sono a numero programmato.

 

Sono, infine, ancora aperte fino al 14 settembre le iscrizioni al test per accedere ai 60 posti del corso di laurea professionalizzante in Tecnologie per l’industria manifatturiera, che mira alla creazione di figure tecniche di alto profilo professionale che possano essere operative rapidamente nel settore della produzione di realtà manifatturiere, rispondendo pienamente alla richiesta delle aziende, soprattutto PMI, interessate a figure professionali multidisciplinari.

 

A Casale “Attraverso Festival” con Gioele Dix e Mario Tozzi

ATTRAVERSO FESTIVAL 
VIII Edizione
#parolenuove
Un viaggio nel Piemonte meridionale tra le terre inserite
nella Unesco World Heritage List
dal 15 luglio al 9 Settembre 2023
Langhe Roero Monferrato e Appennino Piemontese

Giovedì 31 agosto e venerdì 1° settembre
a Casale Monferrato

GIOELE DIX e MARIO TOZZI

Giovedì 31 agosto
CASALE MONFERRATO (AL), Cortile di Palazzo Langosco
ore 21.00, ingresso 18 €
Ma per fortuna che c’era il Gaber.
Viaggio tra inediti e memorie del Signor G

con GIOELE DIXSilvano Belfiore (pianoforte) e Savino Cesario (chitarra)
Ispirato a musiche e testi di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
A questo link il comunicato stampa completo
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Venerdì 1 settembre
CASALE MONFERRATO (AL), Cortile di Palazzo Langosco
ore 21.00, ingresso 8 €
MARIO TOZZI Appunti per un nuovo mondo
A questo link il comunicato stampa completo


Con la fine del mese di agosto torna ATTRAVERSO, il Festival nato sotto le stelle dell’UNESCO che riunisce ancora una volta oltre 20 comuni di tre provincie piemontesi (Alessandria, Asti e Cuneo) e di quattro territori (Langhe, Monferrato, Roero e Appennino Piemontese). L’obiettivo è, come sempre, quello di contribuire ad abbattere le frontiere immaginarie e reali tra province per farle diventare un unico scenario, diverso per caratteristiche, ma uguale per potenzialità e armonia, nel nome della bellezza e del paesaggio umano, agricolo e architettonico.

ATTRAVERSO, giunto alla sua ottava edizione, accompagna l’estate piemontese dal 15 luglio al 9 settembre tra piazze, cortili, Forti possenti, Auditorium, giardini e naturasempre mantenendo la proposta di appuntamenti di qualità e non usuali, differenti rispetto a quelli normalmente in circuitazione, piccole produzioni in luoghi particolari di grande bellezza e suggestione. Quasi 40 appuntamenti tra concerti, spettacoli teatrali, incontri, dialoghi, “attraversamenti” di genere, di linguaggi, di artisti che con il loro lavoro ben rappresentano il tema “Le parole nuove”, sottotitolo di questa ottava edizione del Festival che intende approfondire l’esigenza ormai stringente di provare a costruire un nuovo alfabeto per la contemporaneità, una sorta di mappa di istruzioni per far fronte ai grandi cambiamenti del nuovo millennio e a quello spaesamento che ne è conseguito. L’#parolenuove accompagnerà dunque tutto il Festival.

Attraverso Festival è un progetto dell’Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour e Produzioni Fuorivia con la collaborazione dell’Ente Aree Protette Appennino Piemontese. Con il patrocinio di Unesco World Heritage List – Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e Ministero della Cultura, è realizzato grazie al sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRC e Fondazione CRAL. Con la collaborazione e il sostegno dei comuni di Alba, Barolo, Bergolo, Borghetto Borbera, Bosio, Bra, Calamandrana, Casale Monferrato, Cassano Spinola/Gavazzana, Cherasco, Gamalero, Gavi, La Morra, Morbello, Nizza Monferrato, Ovada, Parodi Ligure, Rocca Grimalda, Saluzzo, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Spigno Monferrato, Tortona e grazie al contributo di Gruppo Entsorga e di Banca d’Alba.  Un ringraziamento speciale va inoltre alla Direzione Regionale Musei Piemonte, ai numerosi soggetti che operano sul territorio e che sono partner fondamentali di questo Festival: Distretto Culturale Ambientale Oltregiogo, Associazione Libarna Arteventi, Associazione Memoria della Benedicta, Fondazione Amleto Bertoni, Green Community Terre del Monviso, Rete italiana di cultura popolare, Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, Alexala, Quarto Piemonte, i Consorzi dei vini, i produttori e le associazioni culturali e sociali del territorio.

I biglietti per gli spettacoli si possono acquistare tramite il circuito www.mailticket.it

www.attraversofestival.it;
https://www.facebook.com/ATTRAVERSOFESTIVAL/;

Bassetti e Galimberti sul palco di Attraverso festival

ATTRAVERSO FESTIVAL 
VIII Edizione
#parolenuove
Un viaggio nel Piemonte meridionale tra le terre inserite
nella Unesco World Heritage List
dal 15 luglio al 9 Settembre 2023
Langhe Roero Monferrato e Appennino Piemontese

29 e 30 agosto a Nizza Monferrato
UMBERTO GALIMBERTI e MATTEO BASSETTI

Martedì 29 agosto
NIZZA MONFERRATO (AT), Giardini di Palazzo Crova
ore 18.30, ingresso 12 €
lectio magistralis con
UMBERTO GALIMBERTI in Fratellanza
A questo link il comunicato stampa completo
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Mercoledì 30 agosto
NIZZA MONFERRATO (AT), Giardini di Palazzo Crova
ore 18.30, ingresso gratuito
MATTEO BASSETTI
in Il meraviglioso, intrigante e minaccioso mondo dei microbi
A questo link il comunicato stampa completo
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Con la fine del mese di agosto torna ATTRAVERSO, il Festival nato sotto le stelle dell’UNESCO che riunisce ancora una volta oltre 20 comuni di tre provincie piemontesi (Alessandria, Asti e Cuneo) e di quattro territori (Langhe, Monferrato, Roero e Appennino Piemontese). L’obiettivo è, come sempre, quello di contribuire ad abbattere le frontiere immaginarie e reali tra province per farle diventare un unico scenario, diverso per caratteristiche, ma uguale per potenzialità e armonia, nel nome della bellezza e del paesaggio umano, agricolo e architettonico.

ATTRAVERSO, giunto alla sua ottava edizione, accompagna l’estate piemontese dal 15 luglio al 9 settembre tra piazze, cortili, Forti possenti, Auditorium, giardini e naturasempre mantenendo la proposta di appuntamenti di qualità e non usuali, differenti rispetto a quelli normalmente in circuitazione, piccole produzioni in luoghi particolari di grande bellezza e suggestione. Quasi 40 appuntamenti tra concerti, spettacoli teatrali, incontri, dialoghi, “attraversamenti” di genere, di linguaggi, di artisti che con il loro lavoro ben rappresentano il tema “Le parole nuove”, sottotitolo di questa ottava edizione del Festival che intende approfondire l’esigenza ormai stringente di provare a costruire un nuovo alfabeto per la contemporaneità, una sorta di mappa di istruzioni per far fronte ai grandi cambiamenti del nuovo millennio e a quello spaesamento che ne è conseguito. L’#parolenuove accompagnerà dunque tutto il Festival.

Attraverso Festival è un progetto dell’Associazione Culturale Hiroshima Mon Amour e Produzioni Fuorivia con la collaborazione dell’Ente Aree Protette Appennino Piemontese. Con il patrocinio di Unesco World Heritage List – Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato e Ministero della Cultura, è realizzato grazie al sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT, Fondazione CRC e Fondazione CRAL. Con la collaborazione e il sostegno dei comuni di Alba, Barolo, Bergolo, Borghetto Borbera, Bosio, Bra, Calamandrana, Casale Monferrato, Cassano Spinola/Gavazzana, Cherasco, Gamalero, Gavi, La Morra, Morbello, Nizza Monferrato, Ovada, Parodi Ligure, Rocca Grimalda, Saluzzo, San Cristoforo, Serravalle Scrivia, Spigno Monferrato, Tortona e grazie al contributo di Gruppo Entsorga e di Banca d’Alba.  Un ringraziamento speciale va inoltre alla Direzione Regionale Musei Piemonte, ai numerosi soggetti che operano sul territorio e che sono partner fondamentali di questo Festival: Distretto Culturale Ambientale Oltregiogo, Associazione Libarna Arteventi, Associazione Memoria della Benedicta, Fondazione Amleto Bertoni, Green Community Terre del Monviso, Rete italiana di cultura popolare, Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, Alexala, Quarto Piemonte, i Consorzi dei vini, i produttori e le associazioni culturali e sociali del territorio.

I biglietti per gli spettacoli si possono acquistare tramite il circuito www.mailticket.it

www.attraversofestival.it;
https://www.facebook.com/ATTRAVERSOFESTIVAL/;

Summer School al Castello di Rivoli

Riparte il 28 agosto, fino all’8 settembre la #SummerSchool del Dipartimento Educazione al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, una proposta unica nel panorama museale italiano, che da oltre dieci anni rappresenta un punto di riferimento importante per i bambini, i ragazzi e le famiglie, grazie ai Campus settimanali. Ecco alcune immagini dell’edizione di quest’anno, “Facciamo GOAL insieme … per il Pianeta” con il costante riferimento all’Agenda ONU 2030: i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Per info e iscrizioni contattateci! educa@castellodirivoli.org 011.9565213

Il raduno familiare dei Bau’

Stoccareddo, frazione di Gallio, comune della Provincia di Vicenza nel territorio dell’Antica Reggenza dei Sette Comuni dell’Altopiano di Asiago ha ospitato il 6 agosto scorso, dopo tre anni di fermata dovuta all’emergenza sanitaria, la dodicesima edizione del raduno dei Baù.

Qui, infatti, c’è la culla di questo ceppo familiare che ha conosciuto, come tutto l’Altopiano la tragedia della Grande Guerra, ha dato il suo tributo di sangue (se nella piazza del paese si leggono i nomi dei Caduti sul monumento hanno quasi tutti questo cognome), ha conosciuto l’emigrazione nei cinque continenti e messo ‘radici’ un poco ovunque. Il bel libro di Amerigo Baù ‘Stoccareddo: il paese dei Baù” edito nel 2007 e ristampato più volte censisce famiglie con questo cognome in Argentina, Australia (40 famiglie), Brasile (70), Canadà, Stati Uniti (178), Guinea Bissau, Norveglia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Cina, Francia (170), Germania (435 di ceppo tedesco), Svizzera e Spagna, oltre naturalmente a 786 in Italia delle quali, per rimanere a Piemonte e Liguria, 4 in provincia di Alessandria, 2 Asti, 26 Biella, 3 Cuneo, 9 Novara, 67 Torino e 4 a Genova, 4 a Imperia, 2 a Savona.

Ad organizzare è stata la Pro loco Stoccareddo e regista come da 12 anni a questa parte Amerigo Baù che il sottoscritto aveva conosciuto 2 anni fa in un breve viaggio alla ricera delle proprie radici in quanto Baù (orgogliosamente) per parte di mamma. Tutto era partito da una traccia piuttosto labile: il mio nonno materno, Arturo, nato a Codroipo aveva un padre che si chiamava Giovanni ed era nato a Sasso di Asiago, a pochissimi chilometri di distanza. E grazie all’efficienza dell’ufficio anagrafe del Comune di Asiago ho potuto risalire non solo al bisnonno Giovanni nato ad Asiago nel 1846 ma anche al trisnonno Giuseppe nato nel 1809. A parte questi fatti di ricerca personale il dodicesimo Raduno internazionale dei Baù, vissuto da ‘diversamente Baù’ (ovviamente il mio cognome è quello paterno) è stata un’esperienza sinora unica nel suo genere.

Domenica 6 i Baù sono stati accolti nella piazzetta al suono della banda musicale, poi la Messa comunitaria nella chiesa parrocchiale, costruita in stile gotico-alpino ed inaugurata esattamente 100 anni fa, nel 1923. Va ricordato, infatti, che tutti i 7 Comuni dell’Altopiano furono campo di battaglia durissima con gli Austriaci e la Grande Guerra fece scempio di questi bellissimi territori, non lasciando praticamente niente in piedi. Le abitazioni vennero ricostruite tra il 1919 per riaccogliere le famiglie al ritorno dal lungo, e assolutamente non facile periodo del profugato. Nel luogo di culto il parroco, don Federico Zago ha dato il benvenuto a tutti i una cerimonia che ha avuto parecchi momenti toccanti. Poi c’è stato il momento del pranzo, momento che mi resterà impresso per lo scambio continuo con tante persone che avevano modo di incontrarsi venendo da lontano, con lo stesso cognome anche se non parenti. Alla tavolata con Amerigo e i suo famigliari ho parlato con Baù provenienti dalla Francia, dal Lussemburgo, senza contare naturalmente quelli italiani. In tutto 600/700 persone al desco, la più lontana una Baù che arrivava dalla Norvegia con cui ho avuto un breve colloquio in inglese.

E’ stata un’esperienza bella, sicuramente da ripetere negli anni a venire perché tornare sull’Altopiano è una scoperta continua sul piano umano innanzitutto ma anche paesaggistico per la bellezza dei luoghi e della natura che li circonda.

MASSIMO IARETTI

Desk sharing addio?

Noi italiani abbiamo, tra le molte altre, due sinistre caratteristiche: una è quella di usare i termini stranieri (inglesi o, più raramente, di altri idiomi) anche quando potremmo utilizzare gli equivalenti nostrani e l’altra quella di adottare decisioni, stili di vita, consuetudini mutuate dall’estero, quando nel Paese di origine ci si è già resi conto che era un’esperienza fallimentare, pericolosa, dannosa, antieconomica e chi più ne ha più ne metta.

Pensiamo, ad esempio, agli uffici open space: spazi enormi nei quali convivevano, per oltre otto ore al giorno, centinaia di lavoratori condividendo rumori, dialoghi, telefonate, virus, flatulenze e fino a qualche anno fa, rumore di fax e stampanti ed il fumo di sigaretta. Un esempio nostrano: il disco volante di San Mauro, progettato da Oscar Niemeyer, sede fino ad alcuni anni fa delle Cartiere Burgo SpA che si trasferì lì da Torino nel 1981; in quegli anni gli yankee si erano già resi conto che una simile architettura era controproducente, per i costi, per il maggiore stress cui erano sottoposti i dipendenti, per i problemi di micro-filtraggio dell’aria condizionata e, non ultimo, per la mancanza di privacy e di riservatezza dovendo trattare pratiche riservate. Ma noi, mostrando di saper sbagliare anche da soli, adottammo quell’edificio forte dell’importanza del suo progettista, con tutti i problemi anche manutentivi che ciò comportò. “Open space” perché “spazio aperto” sembrava troppo banale.

Potrei citare molti altri esempi di adozioni tardive ma citerò subito il più recente: il desk sharing. Tradotto in italiano suonerebbe “condivisione del banco” ma si potrebbe aggiustare con “condivisione della postazione” o “posto condiviso” con buona pace dei linguisti. Ciò che non cambia è la sostanza: adottare un sistema che negli USA si sta abbandonando perché controproducente.

Il desk sharing va di pari passo con lo smart working (“lavoro furbo” non rende l’idea). Di cosa si tratta? La postazione che finora era nostra, con la nostra cassettiera ed eventualmente con il nostro armadietto sarà condivisa, a giorni prestabiliti, con altri colleghi. In che modo? Se sono in ufficio, un altro collega sarà a casa a lavorare in smart working e viceversa. Qual è il vantaggio? Che l’azienda deve acquistare una sola postazione (quindi anche telefono) per due o più dipendenti. A parte lo stress (se per caso devo cambiare giorno per cause urgenti, quando torno in ufficio rischio di dovermi sedere sulle gambe del collega) implica una relazione diretta con lo smart working, altro istituto che proprio partendo dagli Usa trova sempre meno affezionati. Infatti, il minor contatto anche visivo tra colleghi è percepito come un fattore negativo nella scelta dello smart working. Non considerando alcuni parametri quali il maggior lavoro, i maggiori costi (riscaldamento durante l’inverno, costo del pasto, corrente elettrica, connessione internet che paghiamo di tasca propria lavorando da casa) e la solitudine, lo smart working e con esso il desk sharing che ti rende visibile un giorno ogni tot sono visti male dalle aziende USA e, solo marginalmente, da alcune aziende nostrane perché portano con sé una disaffezione dal lavoro e dai dipendenti perché costituisce una minor forza contrattuale (“divide et impera”); da entrambi un distacco dalla realtà aziendale, sia nella buona che nella cattiva sorte.

Alcuni nostri imprenditori che, come ho già avuto modo di scrivere, non sanno gestire le aziende ma talvolta riescono a curare i propri interessi si sono resi conto di questo e stanno facendo retromarcia anche per mansioni in cui lo sw sarebbe plausibile. Fra pochi anni lo sw resterà soltanto un ricordo: nato con la pandemia, proseguito per il vantaggio di ridurre gli spazi di lavoro ed i costi ma abbandonato per gli effetti collaterali succitati.

La cosa triste di tutto ciò è che i dipendenti sono continuamente coinvolti in corsi obbligatori su mille materie (dalla privacy all’anticorruzione, dalla qualità alla sicurezza, ai vdt) ma alcuni imprenditori, che sono poi quelli maggiormente coinvolti nei processi di cambiamento (investimenti, rischi, costi e ricavi), vivono nella convinzione di essere illuminati, detentori della verità o, più facilmente, ignorando di essere totalmente inadatti e senza il minimo aggiornamento.

Il suggerimento che ricevo da molti dipendenti (e consulenti) che ho intervistato o che seguono i miei coaching relazionali è che, togliendo di mezzo i sindacati che da circa 50 anni curano gli interessi degli imprenditori, questi dovrebbero concertare con i dipendenti le decisioni importanti: in primo luogo eviterebbero di dover poi tornare sui proprio passi, visto che loro vedono solo il prodotto finito e spesso ignorano cosa vi sia sulla strada per raggiungerlo e, in secondo luogo, se vi è armonia tra impresa e maestranze a trarne vantaggio è il risultato finale perché vi è maggior impegno da parte di chi lavora, più serenità, minor conflittualità.

Un mio amico, diventato amministratore delegato di un‘azienda, ha fatto installare una sala relax con tv, una piscina ed altro. In occasione di uno dei recenti mondiali di calcio ha dato libertà ai propri dipendenti di guardare la partita invitandoli poi a recuperare; sapeva che, in caso contrario, si sarebbero posti in permesso, malattia, ecc. Non solo recuperarono il tempo della partita (anche in due volte) ma da quando ha adottato quella serie di provvedimenti è drasticamente diminuito l’assenteismo, è migliorata la qualità dei servizi resi e la conflittualità tra dipendenti e tra dipendenti e azienda si è azzerata.

Riflettiamoci su.

Sergio Motta

Ricordi di Langa

Ciao Dogliani.

Il treno, da Torino-Porta Nuova linea Bra-Ceva, ferma a Monchiero e la tramvia (6 km) porta alla tua stazione e, con la macchina di piazza Fiat 1400 beige, si va dai “Nostri”!
Ti racconto di

. ESTATE
Il balconcino sul retro della casa di zia si affaccia sulla piazzetta del Mercà ‘d J’euv, improvvise nell’aria salgono le note allegre di un pianoforte. Infatti, nel Teatro/Cinema c’è un coro di voci giovani diretto dal maestro…”Stooop!…più veloce…più allegro…” a cui seguono risatine e brevi commenti. “Come sei bella Dogliani…” è un inno/marcetta alla tua bellezza! Sono le prove per l’imminente Festa dell’Uva in Settembre.
Sono gli Anni 50, c’è entusiasmo e partecipazione. Intanto nelle tue borgate, frazioni e paesi vicini fervono i preparativi per allestire i carri allegorici a tema, a volte satirici, mai volgari.
Alla Festa arrivano molti visitatori, anche da fuori Regione, con pullman e altri mezzi.
Ti animi con tanta musica, cori, ballo a palchetto in piazza e i tuoi rinomati ristoranti propongono i menu della tradizione: Affettati-Raviole-Plin-Fritto e Bollito misti-Bönet, il tutto innaffiato con il tuo Dolcetto!

. MARTEDI’ DI’ ‘D MERCA’
Noto una certa eleganza, come nei giorni di festa. Arrivano a frotte dalle frazioni e qua e la gruppetti di persone conversano amabilmente.
La tua Gente è briosa, pronta alla battuta e alla risata franca, lavora sodo, non mugugna e apprezza stare in compagnia!
Tra i banchi dei commercianti/ambulanti fissi, alcune donne vendono prodotti di cascina: cestini di uova fresche, tome di pecora, ortaggi e frutta di vigna.
La Signora-storico il suo carretto del gelato artigianale-due ottimi gusti-porge coni che strabordano…
Percorro lentamente un po’ a zig-zag, la via centrale e mi soffermo curiosa davanti alle tue fornite botteghe i cui negozianti sono disponibili e consigliano al meglio. Oggi è difficile vederli sulla porta con i loro grembiuloni perchè occupati dietro il banco a servire i clienti.
Mi piace molto l’antica Farmacia con i suoi scaffali lignei e vetrine, i bei vasi in ceramica finemente decorati e sotto il portico aleggia il suo profumo particolare e inconfondibile.
Di fronte, un Emporio, stile FarWest… li c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere: abiti da lavoro, attrezzi per la campagna, il giardino, lo sport, giochini per bimbi e la casa. Non mancano scatoloni con le pianelle “friulane” in velluto e le pattine/pattini per i pavimenti cerati.  Appesi a grappoli alla colonna del portico, zoccoli in legno di tutte le misure e la fascia in cuoio. Li misuro, acquisto e il calzolaio mette la gomma per non scivolare e per non far troppo rumore.

. MICHE, GRISSETTA, CHERNIELE
L’impasto riposa e lievita tutta la notte nella madia della cucina di nonna. Il mattino seguente, dentro un grande panno di teila ‘d Ca’, si sistema in un cesto sul carretto e.. via ‘a cœse’ al forno a legna della frazione. Al ritorno, il profumo di quel pane lascia la scia e inonda la casa. La tentazione è grande, ma all’ordine “non si mangia il pane caldo!”,desisto. A merenda: la cherniela  (torcetto gigante, cerchio o una bambolina, con granella di zucchero), oppure una mezza michetta con uovo ‘a frisinin’ (strapazzato) o confettura di frutta casalinga.
Nel primo pomeriggio con i miei cugini, sotto il portico di Pinotu, in una atmosfera sospesa, luce accecante, aria calda un po’ afosa… ascoltiamo il canto delle cicale, ronzii strani, le galline, il belato della pecora. Attira la nostra attenzione uno strano rumore, è una culla in legno che dondola. Poi, la dolcezza di una voce che canta la ninna-nanna al piccolino.
Per i compiti, zia prepara l’inchiostro con i papaveri.
Prima di ogni pasto, si ringrazia per il cibo. Prima di dormire, si prega.

. DOMENICA
Il sabato pomeriggio sulla ‘lobia’: lavaggio chiome e risciacquo con aceto.
In pompa magna…o quasi, si parte con le scarpe buone avvolte in carta di giornale. Quelle impolverate, dietro un cespuglio, attendono il nostro ritorno.
La Messa prima, alle 6 per Anziani e chi lavora. Nell’imponente chiesa parrocchiale ss Quirico e Paolo, la Messa ‘granda’ è al completo: le Donne a destra, gli Uomini a sinistra e nei primi banchi i Bimbi con catechisti e suore. In fondo si lascia spazio per i Giovani che allegri commentano la sera prima…
Qui la Messa è solenne: organo, coro maschile canto gregoriano, degno delle grandi cattedrali europee. Le omelie a volte forti, fanno riflettere!

. CITTADINI ILLUSTRI, FAMOSI, COMUNI
Hai dato i natali a grandi Uomini e Donne che, in Italia e in molte parti del Globo, ti hanno rappresentato degnamente con i valori da te ricevuti.
Quando, alla domanda “… la tua Città?”, rispondo “Torino” e, orgogliosa aggiungo:”le mie radici sono nelle Langhe, a Dogliani!”
Avrei ancora tanto da dirti… intanto GRAZIE per essere stata e essere come sei!

Un carissimo saluto.
G.S.-Torino

Dall’estate fino a dicembre nelle circoscrizioni torinesi: la cultura dietro l’angolo

LA CULTURA DIETRO L’ANGOLO 2023

 

www.laculturadietrolangolo.it

 

Le novità di questa edizione, il programma, le feste di inaugurazione e i partner.

 

‘La cultura dietro l’angolo’, da un’idea di Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con la Città di Torino, giunge alla sua seconda edizione: un programma di oltre 120 attività culturali diffuse nelle circoscrizioni della città che, da maggio a dicembre 2023, porterà la cultura a poca distanza da casa, ovunque si abiti, creando nuove occasioni di relazione, condivisione, aggregazione e partecipazione.

 

 

Il bilancio degli effetti della pandemia sulla partecipazione culturale è stato, come dimostrano i dati, molto pesante. Osservando i dati del Piemonte saltano agli occhi alcune evidenze: nel 2021 il 2% dei residenti ha assistito a concerti di musica classica e opera, il 3,1% ha fruito degli spettacoli teatrali e l’11% ha visitato musei e mostre[1]. Ma non solo: questi due anni hanno determinato anche un forte cambiamento nelle abitudini di vita quotidiane delle persone. Le disuguaglianze si sono aggravate, la frammentazione sociale si è ampliata e le relazioni umane si sono indebolite. Tra le strategie adottate dalla Fondazione Compagnia di San Paolo per mitigare il dilagare di questi processi vi sono, da un lato, la riscoperta degli spazi pubblici di aggregazione della nostra città e, dall’altro, la costruzione di un sistema di alleanze con alcuni dei più importanti attori culturali torinesi.

Il programma di attività La cultura dietro l’angolo nasce, quindi, proprio per rispondere a questa sfida: favorire e facilitare la costruzione di relazioni interpersonali (di vicinato, amicali, di mutuo aiuto…) attraverso buone pratiche di cultura di prossimità.

I risultati positivi della sperimentazione del 2022 – che ha registrato 2300 presenze in occasione delle 80 attività culturali – hanno confermato che la traiettoria individuata è quella giusta. Alla luce di tali risultati e al riscontro positivo da parte del pubblico, Fondazione Compagnia di San Paolo ha deciso non solo di reiterare l’esperienza, ma di lavorare con la speranza di allargare sempre di più il bacino dei partecipanti, ampliare la compagine dei partner e rafforzare la collaborazione con e tra le realtà culturali e sociali del territorio.

Nella sua seconda edizione, La cultura dietro l’angolo rafforza la sinergia e la collaborazione con le istituzioni pubbliche. Fondazione Compagnia di San Paolo e Città di Torino, con questo programma, guardano insieme nella stessa direzione: favorire la parità di accesso ai diritti culturali, moltiplicando le occasioni e rendendo sempre più capillare sul territorio un’offerta culturale di qualità.

Ed è proprio sulla base di questa visione comune, che il programma de La cultura dietro l’angolo si arricchirà in estate della collaborazione con alcune progettualità del “Programma culturale estate 2022-2023” e in autunno con le iniziative di “Circoscrizioni, che spettacolo… dal vivo!”. Altra importante novità della seconda edizione, sempre in ottica di valorizzazione degli spazi pubblici, è il coinvolgimento delle Biblioteche Civiche Torinesi e del Centro Interculturale della Città di Torino. Punti di riferimento sul territorio, la Biblioteca civica Italo Calvino, la Biblioteca civica Don Lorenzo Milani e il Centro Interculturale vanno ad ampliare la rete dei presidi civici territoriali che collaborano attivamente al progetto e che saranno sede delle attività. Tra i nuovi partner territoriali anche il community hub Beeozanam.

Non solo più attività in più luoghi, ma anche più linguaggi artistici ed espressivi, aprendosi anche alla fotografia e all’arte moderna e contemporanea. L’edizione 2023 si arricchisce, infatti, anche in termini di proposta grazie al coinvolgimento di importanti realtà del comparto museale e teatrale, come TPE – Teatro Piemonte Europa, Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo e GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

 

IL PROGRAMMA 2023

 

Da maggio 2023

La cultura dietro l’angolo riparte dalla partecipazione culturale come leva principale per favorire la costruzione di relazioni interpersonali. Grazie alla collaborazione inedita tra alcuni dei più importanti enti culturali della città e dieci presidi civici, La cultura dietro l’angolo propone un ricco calendario di appuntamenti gratuiti nelle circoscrizioni per ridurre le distanze attraverso arte, storia, musica, teatro, scienza e fotografia.

Si tratta di una proposta distribuita capillarmente su tutto il territorio cittadino per un tempo prolungato.

L’Unione Musicale propone attività laboratoriali coinvolgenti, in un clima informale e rilassato: Tutti in coro! offre la possibilità di provare l’esperienza del cantare insieme, mentre con Ascolta che musica si scopriranno segreti e curiosità della musica classica e degli strumenti musicali ascoltando dal vivo alcuni brani famosi.

Con il laboratorio di narrazione Racconti di quartiere del Teatro Stabile di Torino i cittadini potranno, invece, condividere memorie, personaggi e luoghi che hanno caratterizzato e che ancora oggi rappresentano un simbolo del loro territorio.

Grazie alla collaborazione tra la Fondazione TRG e l’Ospedale Koelliker si potrà scoprire cosa succede quando la comicità incontra la prevenzione: Bugiardini sarà un racconto comico per parlare di temi importanti, per sorridere alle abitudini sbagliate e cercare di capire quali sono quelle che possono aiutare a stare meglio, attraverso il linguaggio teatrale.

Quali emozioni possono trasmettere le fotografie? Come si realizza un ritratto? A queste domande cercheranno di rispondere i laboratori Incontri di emozioni e Ritrattiamoci, progettati da Gallerie d’Italia – Torino e realizzati da Civita Mostre e Musei. Tramite la tecnica del collage, immagini delle opere della collezione e scatti fotografici si potranno, infatti, realizzare opere personali cariche di emozioni e originali autoritratti.

La scoperta della molecola del DNA e del cuore saranno, invece, i temi delle attività dell’Associazione CentroScienza Onlus: con Innocente fino a test genetico contrario si imparerà a conoscere la struttura del DNA e il suo utilizzo anche nelle indagini della polizia scientifica; con Cuore, macchina fondamentale si andrà alla scoperta dell’anatomia di questo organo fondamentale e di tutto l’apparato circolatorio.

Le memorie individuali e collettive saranno al centro delle attività del Museo Egizio: Ricordati di te è un laboratorio pensato per avvicinare i partecipanti alle storie custodite dai musei, con uno sguardo personale ed emozionale. Sarà seguito da una visita guidata gratuita all’interno del Museo Egizio per i partecipanti.

TPE – Teatro Piemonte Europa propone Imparare a guardare senza occhi, un laboratorio teatrale aperto a tutti, finalizzato a scoprire e ad amplificare tutte quelle capacità di percezione sensoriale non legate direttamente all’organo della vista.

Infine, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino con Theatrum Sabaudiae propone Posa la tua ombra, un laboratorio che permetterà di sperimentare la forza della gestualità a partire dalle opere d’arte e dal dialogo con la creazione di sagome-ombra.

 

La card

Ad arricchire ulteriormente le opportunità per i cittadini vi è la tessera gratuita La cultura dietro l’angolo, che offre numerose proposte e occasioni culturali. La tessera consente di entrare gratuitamente al Museo Egizio, alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino e alle Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo fino alla fine dell’anno e di poter assistere con riduzioni a concerti, spettacoli e incontri previsti dalle stagioni autunnali di Unione Musicale, TPE – Teatro Piemonte Europa, Fondazione TRG, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Associazione CentroScienza Onlus.

È possibile scoprire tutte le agevolazioni sul sito www.laculturadietrolangolo.it e richiederla presso i presidi territoriali che partecipano al programma.

 

I partner

L’impegno collettivo, le sinergie, l’ascolto reciproco e lo scambio di competenze tra tutti i partner coinvolti sono ciò che rendono possibile la realizzazione del programma.

La cultura dietro l’angolo è un progetto di Fondazione Compagnia di San Paolo, con la collaborazione della Città di Torino. L’iniziativa è sviluppata con la Fondazione Ufficio Pio, Arci Torino, la Rete Case del Quartiere, la Rete di Torino Solidale. È resa possibile grazie all’impegno di enti quali Associazione CentroScienza Onlus, Museo Egizio, Unione Musicale, Fondazione TRG, TPE – Teatro Piemonte Europa, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Gallerie d’Italia – Torino di Intesa Sanpaolo, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, coordinati dall’Associazione Abbonamento Musei.

Il programma è realizzato grazie all’importante collaborazione di dieci presidi civici territoriali: Casa nel Parco nella Circoscrizione 2; Fabbrica delle E/Binaria nella Circoscrizione 3; Più SpazioQuattro nella Circoscrizione 4; Casa Vallette e Beeozanam nella Circoscrizione 5; Bagni Pubblici di via Agliè, Biblioteca civica “Don Lorenzo Milani” e Centro Interculturale della Città di Torino nella Circoscrizione 6; Biblioteca civica “Italo Calvino” nella Circoscrizione 7; Casa del Quartiere di San Salvario nella Circoscrizione 8.

Il programma si avvale, inoltre, del prezioso contributo di altri presidi della Rete Torino Solidale, come Cascina Roccafranca, Gruppo Abele e della Consulta per le Persone in Difficoltà.

Il welfare aziendale parte dalla sanità: servizi di prima infanzia nelle Asl

Via al bando da 3 milioni e mezzo di euro per l’attivazione di servizi per la prima infanzia nelle Aziende Sanitarie Locali, nelle Aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie, in forma singola o associata. L’assessore Caucino: «Progetto “rivoluzionario”. Puntando sul welfare aziendale il Piemonte si conferma una regione che sostiene la famiglia e la natalità, favorendo l’inclusione».

 

Progetti, idee, soluzioni innovative che diventano fatti concreti. La proposta, lanciata mesi fa proprio dalla sua Biella, in un incontro con i vertici dell’Asl locale, dall’assessore regionale alla Famiglia, Chiara Caucino, è diventata realtà: la Regione Piemonte ha pubblicato infatti un bando per l’attivazione di servizi per la prima infanzia nel Sistema Sanitario Piemontese.

L’iniziativa, rivolta alle Aziende Sanitarie Locali, Aziende ospedaliere e ospedaliero-universitarie, in forma singola o associata mira a sostenere l’attivazione di servizi dedicati a quella fascia d’età, offrendo un prezioso supporto ai lavoratori delle aziende coinvolte: sintetizzato con una parola – anzi, con due – welfare aziendale. 

Si tratta infatti di servizi che costituiscono un importante strumento per agevolare i genitori lavoratori nelle aziende sanitarie pubbliche piemontesi, consentendo loro di conciliare le esigenze professionali con quelle familiari e possono essere anche eventualmente aperti agli utenti delle aziende sanitarie, fornendo loro un’opportunità preziosa durante le visite mediche o gli esami.

Ma di cosa si tratta, in concreto? Lintervento finanzia lapertura e il mantenimento di uno o più servizi educativi per linfanzia tra nidi dinfanzia, Micro nidi e Centri di custodia oraria (baby parking) e Spazi gioco, senza dimenticare le ludoteche.  I servizi dovranno essere erogati presso locali allinterno delle strutture o comunque in spazi di appartenenza ai soggetti beneficiari. Per servizi per la prima infanzia di carattere «aziendale», si intendono, quindi, le strutture attivate presso i luoghi di lavoro o nelle loro vicinanze che destinino ai figli dei dipendenti o collaboratori (a vario titolo) delle aziende coinvolte nella realizzazione, una quota di posti superiore al 50%.

Le risorse messe a disposizione per questo bando ammontano, complessivamente, a 3,5 milioni di euro. Ciascuna domanda può ottenere un finanziamento che varia da 200.000 euro a 250.000 euro, consentendo alle aziende di sviluppare progetti adeguati alle proprie esigenze e alla dimensione dell’utenza.

Le Aziende interessate a partecipare al Bando – che sono già state tempestivamente avvisate dalla stessa Caucino via email – dovranno presentare la propria domanda attraverso l’invio di una PEC entro e non oltre il 9 ottobre 2023.

«Con questo provvedimento – spiega Caucino – che reputo a suo modo “rivoluzionario”, oltre a mantenere, ancora una volta, la parola data, il Piemonte conferma il proprio impegno nel promuovere servizi e iniziative che favoriscano la conciliazione tra vita professionale e familiare, contribuendo al benessere delle famiglie e alla crescita del tessuto sociale ed economico del territorio». «D’altronde – prosegue Caucino – con questa scelta, che parte dal Sistema Sanitario Piemontese ma che in futuro potrà essere estesa ad altri comparti – andiamo a investire proprio sulla famiglia, sulla sostenibilità del lavoro e, di conseguenza, sosteniamo la natalità che è il vero problema non solo del Piemonte, ma di tutta l’Italia». «Troppo spesso – conclude Caucino – e mi riferisco in particolare alle mamme, ma non solo, dedicarsi e concentrarsi sul proprio lavoro e gestire i figli, specie i più piccoli, diventa una “missione” davvero ardua o, in alternativa, costosa. Puntare sul welfare aziendale, quindi, non significa soltanto quanto detto più sopra, ma anche rendere il Piemonte sempre più inclusivo e attento alle più concrete esigenze di chi, ogni giorno, è costretto, giocoforza, a convivere con miriadi di difficoltà».

I dettagli completi del Bando, nonché il modulo di domanda e tutte le informazioni necessarie, sono disponibili all’indirizzo web https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/attivazione- servizi-prima-infanzia-nel-sistema-sanitario-piemontese.

 

Per eventuali dubbi o richieste di chiarimenti, è possibile contattare l’indirizzo email pariopportunita-fse@regione.piemonte.it

Usa e getta? No, grazie

L’umanità ha più volte nel corso della storia modificato le abitudini per poi tornare sui suoi passi, per poi modificarle nuovamente.

Ne sono un esempio l’abbigliamento, che periodicamente torna di moda (pantaloni a zampa di elefante, per citare un caso) e l’arredamento, settore che ha visto sparire i mobili dei nostri nonni a favore dei mobili componibili per poi vedere comparire nuovamente quegli stessi mobili nei mercatini, presentati su riviste apposite, venduti spesso a caro prezzo e ricercati per il loro valore storico, per la storia che portano con sé ma, soprattutto, perché così è la moda.

Non dimentichiamo che, quasi esclusivamente nel mondo occidentale, c’è un’eterna rincorsa alla novità ed un consumismo sfrenato che ci portano a cambiare gli oggetti, anche se ancora perfettamente funzionanti e idonei allo scopo per cui li abbiamo comprati, soltanto per il gusto di cambiare, di far vedere agli altri il nostro nuovo acquisto e, purtroppo, non sentirci inferiori agli altri come se l’oggetto fosse lo status symbol anziché fingere di rappresentarlo.

Questo è probabilmente il motivo più frequente per cui cerchiamo di adeguarci alle mode in un crescendo rossiniano di spese, cambi, acquisti, vendite a prezzi irrisori perché l’acquirente è più furbo del venditore o, più spesso, abbandono dell’oggetto in fondo ad un cassetto o in cantina.

Come non bastasse, al danno economico si aggiunge lo stress della competitività a tutti i costi.

Conosco diverse persone che cambiano il cellulare ogni 6 mesi-1 anno (quindi ancora in garanzia) perché il modello successivo ha una fotocamera con una risoluzione maggiore (neanche dovessero fotografare una mosca sul marciapiede di fronte), oppure ha anche l’impronta digitale per sbloccarlo (se te lo rubano il dito ti serve a poco) o altre banalità simili.

Allo stesso modo vi sono gli acquirenti di televisori che passano da un modello a quello di dimensioni maggiori, non considerando che abitano in un appartamento e non in una sala cinema) e soprattutto che a distanza ravvicinata gli occhi si danneggiano.

Non dimentichiamo che quasi sempre i beni superflui vengono acquistati facendo ricordo ad un finanziamento, solitamente con un tasso di interesse diverso da zero, che aggiunge idiozia alla stoltezza.

Un mio conoscente batteva tutti i record. Sfogliava i volantini di alcuni ipermercati, vedeva se ci fossero offerte eccezionali (“solo oggi il tal articolo è scontato del 75%”) e lo acquistava (TV, stereo, smartphone) e, essendo nuovi e “in più” li lasciava nella confezione originale. Peccato che non utilizzandoli subito non si accorgesse di eventuali difetti di fabbricazione e quando si decideva ad usarli spesso la garanzia era già scaduta, il modello era obsoleto e, è capitato, fosse fuori produzione quindi eventuali ricambi fossero irreperibili.

Il consumismo è, ipso facto, uno stile di vita che induce profitti enormi per le imprese produttrici e per tutto l’indotto (dagli agenti di commercio ai trasportatori, ai pubblicitari, alla GDO ed ai commercianti minori) ma danneggia enormemente l’anello debole della catena: il consumatore finale.

Marketing strategico, esperti di comunicazione, strateghi dell’upselling e del cross-selling riescono a rendere appetibile un prodotto che, di per sé o per quell’utente, è superfluo se non addirittura inutile: un oggetto che svolge le stesse funzioni di quello in nostro possesso o è predisposto per un uso futuro che non si sa quando diventerà attuale, dimensioni ridotte di qualche millimetro vantate come un risparmio di spazio indispensabile.

Un paio di anni fa mi recai ad acquistare uno smartphone, perché l’altro si era suicidato nell’acqua: la commessa, proponendomi alcuni modelli nella fascia di prezzo che avevo indicato e che avessero ciò che mi serviva, mi propose un modello “che ha già il 5G”. Con la faccia più eloquente possibile feci notare alla signorina che al momento il 5G non era in funzione e che, quando lo fosse stato, il mio smartphone sarebbe stato già da cambiare; la signorina cambiò discorso.

E che dire del cambio di elettrodomestici per sostituire la nostra lavatrice classe A+ con una di classe A++ “perché consuma meno”?  A fronte di un risparmio (per la sola lavatrice) di…. 10 euro al mese? spendiamo all’incirca da 400 a 600 euro, cioè il risparmio da 40 a 60 mesi di energia. Dopo tale periodo probabilmente avremo già cambiato nuovamente la lavatrice non avendo non soltanto risparmiato, ma speso di più per un cambio inutile. Moltiplicate questo discorso per lavastoviglie, freezer, frigorifero e asciugatrice e capirete quanto sia potente il marketing e quanto impotenti siamo noi.

Sergio Motta