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Ora impariamo a fare dell’esperienza virtù

Una cosa è assodata: i nodi sono venuti al pettine, o se volete le contraddizioni sono esplose provocando danni gravissimi se non irreparabili. Ora toccherà alla nostra collettiva intelligenza 

Prima cosa è fare dell’esperienza virtù. Facile nel dirsi e più complicato a farsi.

Secondo: capiti gli sbagli fatti da Gennaio in poi. Toccherà alla magistratura, eventualmente,
stabilire se c è stato dolo o solo ignoranza. Mia figlia Sara,  anni fa mi ha regalato una
maglietta con su scritto: fare il padre è un mestiere difficile. Ma qualcuno deve pur farlo.

Qualcosa di simile è avvenuto in queste settimane. Non deve essere stata una passeggiata
scegliere che cosa fare. Da Roma a Torino come a Milano e Venezia. Ma c’è qualcuno che a
Venezia ci ha azzeccato e qualcuno che a Torino e Milano non ci ha azzeccato, magari non
su tutto, ma errori , essendo stati fatti, non dovranno più ripetersi. Il perché degli errori è
presto detto: una filosofia e cultura di base decisamente insufficiente. In altre parole non essere
minimamente preparati alla qualità e quantità del problema. Ci sono poi i complottisti. Per
loro è tutto più semplice. Grandi ed occulti poteri che producono questi fenomeni per trarne
vantaggi, essenzialmente di carattere economico. Cosi viene prodotto il virus in laboratorio per
produrre restrizioni democratiche e far vendere i vaccini per fare affari. Fantasiosi ed anche un
po’ pericolosi. Pericolosi perché autoassolutori. Ma anche qui c’ è chi è in buona fede e chi no.

Difficile una via di mezzo. Ora c’e una sola parola d’ordine: tornare alla normalità. Perplessi
alcuni virologi e decisamente contrari i sindacati. Il motivo è presto detto: nei posti di lavoro non
sarebbero garanti i livelli minimi di sicurezza. Ed invertire i fattori? Aprire dove  è garantita
la sicurezza e controllare periodicamente, non sarebbe meglio? I coronabond sono arrivati.
Esulta il PD, masticano amaro i cinque stelle e nettamente contraria è la destra. Non tutta per la
verità. Berlusca ammonisce i suoi. Prima prendiamo i soldi e poi si vedra’.

Persino Giorgetti non  sta bisticciando con Salvini. Del resto si sa che è tra i pochi che in Lega
hanno un proprio pensiero. Non l’unico appunto  come Zaia che azzeccando molto, se non tutto,
è per l’apertura. De Luca riscopre le sue origini borboniche e vuole blindare la Campania. Dal
sovranismo al campanilismo il passo è breve. Parole al vento. Un altro che straparla è Borghi
della Lega: contrario agli eurobond perché saremo schiavi. Alternative? Certamente, riprendere
a stampare moneta, emissioni di titoli da parte dello stato e Banca d’Italia che compra il
debito. Effettivamente sembrava un po’ alticcio. E l’Azzolina, per chi non se ne è accorto, ministro
dell’Istruzione  sostiene che, nonostante tutti promossi, saranno pagelle vere. Anche qui
dovrebbe essere l’incontrario.

Dal Ministro dell’Istruzione ci aspettavamo di far studiare gli alunni e poi il voto si vedrà. Queste incongruenze
della politica non dovranno essere un alibi per giustificare nostri non regolatori comportamenti.
Tutto non sarà come prima. Dovremmo comportarci seguendo un codice di comportamento.

Sì, anche qui non vale la regola se lo fa lui lo posso fare anche io. La posta in gioco è altissima.
Il prezzo  che dobbiamo pagare  è fare il nostro dovere. Mi rendo conto che per noi italiani l’argomento è un po’ ostico. ù

Abbiamo altri
pregi che messi insieme ad un minimo di organizzazione possono fare la differenza. Insisto
ripetendomi, che non si intravedono altre strade se non queste. Il 4 di maggio non è e non deve
essere un rompete le righe.

Si potrà uscire, incontrare persone, insomma riprendere la vita di ieri con nuove regole di
comportamento.

Patrizio Tosetto

Cronache della peste. Divagazioni di un sognatore

Ti monitorano all’ingresso dei supermercati con droni spia. Posti di blocco ovunque. Elicotteri che ti braccano se passeggi su una spiaggia deserta… Roba che neppure nel Cile del dopo golpe…

Roba da far sbiadire il 1984 di orwelliana memoria… E poi ti dicono di cantare alla finestra alle sei di sera, come un passero accecato in gabbia.. E di essere contento. Perché ti stanno salvando la vita… E magari ci credi…

E allora ti sta bene. Questo e peggio di questo. Solo che anche chi non abbocca, gli apoti che non se la bevono, devono subire… per ora, almeno. Ed anzi stanno peggio degli altri. Perché non hanno paura. Perché vedono le cose per come sono. E quindi sono reietti…

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Cronache della peste. Divagazioni di un sognatore

La scuola ai tempi del coronavirus

Tra adattamenti a nuovi strumenti  e stimoli alle nuove generazioni. Ne parliamo con il professor Giorgio Primerano

“In tempi di emergenza da Covid 19 – spiega Giorgio Primerano (nella foto), docente di Filosofia e Scienze Umane presso il Liceo Regina Margherita di Torino e di Pedagogia presso l’Università del Piemonte Orientale – la scuola può ribadire il suo ruolo essenziale nell’accompagnare gli studenti non soltanto nelle diverse fasi di apprendimento, ma anche nell’aiutare loro a decifrare meglio la realtà che stanno vivendo”.

“Ho reputato da subito fondamentale  – aggiunge il professor Giorgio Primerano – interagire con i miei studenti della scuola secondaria attraverso delle videolezioni, al fine di garantire loro una quotidianità importante da un punto di vista psicologico e di poter continuare ad essere un punto di riferimento presente in un momento così complesso.

Inoltre le discipline che insegno, tra cui sociologia e filosofia, mi permettono di creare molti collegamenti con la realtà attuale; penso ad argomenti quali la globalizzazione o il mondo dei mass media, già presenti nel programma ministeriale.

“In questo periodo –  afferma il professor Giorgio Primerano – si parla di ricostruzione del Paese per quando tutto sarà finito. Credo che essa dovrà essere non soltanto economica, ma anche culturale, sociale e morale, ed in tutto questo non si potrà prescindere dalle nuove generazioni. Il lavoro che la scuola, in questo campo, può fare con gli studenti in questo momento di emergenza è essenziale, anche dal punto di vista progettuale. Questa esperienza ci insegna anche che siamo interconnessi; una tragedia che avviene dall’altra parte del mondo ci deve riguardare. Non possiamo far finta di nulla e continuare a coltivare il nostro orticello. Parimenti siamo interconnessi con la natura: interferire con gli ecosistemi ha delle conseguenze”.

“Il modello della lezione a distanza – spiega Giorgio Primerano – può sicuramente essere ottimale in questo periodo di distacco ed isolamento sociale forzato, in cui le scuole rimangono chiuse e gli studenti necessitano di una guida, l’insegnante, non soltanto di carattere didattico, ma anche capace di fornire strumenti interpretativi di una realtà sicuramente non facile da vivere e da decifrare. La scuola in rete, però, per definizione, viene a creare una barriera spaziale tra gli allievi ed il docente, quindi può essere utilizzata solo in periodi di emergenza”

“In questi tempi di emergenza – spiega il professor Primerano – l’insegnante non deve valutare le competenze digitali dell’allievo, ma valutarne le competenze interdisciplinari, critiche e argomentative. Ovviamente la scuola deve, da sempre, essere il luogo delle “pari opportunità”, e l’uso delle piattaforme digitali per la didattica rischia, sicuramente, di negare l’accesso alla scuola da parte di alcune fasce della popolazione. Pensiamo ai ragazzi/e che vivono in situazioni svantaggiate dal punto di vista economico, in famiglie che, magari, non possiedono dispositivi informatici adeguati o non dispongono dell’alfabetizzazione necessaria per usare le nuove tecnologie”.

“La scuola oggi – conclude il professor Primerano – non offre soltanto un valido supporto didattico ai suoi allievi in questi tempi di emergenza sanitaria, ma spesso mette a loro disposizione  anche quello, altrettanto prezioso, del sostegno e dell’ascolto psicologico. È stato istituito, per esempio, da tempo presso l’istituto in cui sono docente, uno sportello psicologico, cui lo studente può rivolgersi direttamente, in caso di necessità di ascolto e difficoltà. Questo Sportello di ascolto ora lavora nella modalità Skype e lo studente vi può accedere scrivendo una mail”.

Mara Martellotta

Le lezioni online della scuola Holden, a disposizione di tutti

Fare scuola, in rete  Tutto lo staff della Scuola Holden, in questi giorni, lavora da casa: anche se i cancelli della Caserma Cavalli resteranno chiusi fino a nuovo ordine, non si smette di essere attivi e di proporre iniziative utili per tutti coloro che sono alle prese con la didattica a distanza

Per dare una mano agli insegnanti e condividere strumenti e metodi didattici, la Holden ha trasformato alcuni dei format ideati in questi anni per le scuole – dalle elementari alle superiori – in video lezioni accessibili a tutti, visibili sul sito della Scuola e saranno sottoposte al vaglio del Miur per essere inserite tra le risorse online per la didattica a distanza.

Fronte del Borgo, l’area della Holden che si occupa di insegnare a bambini e ragazzi ad amare e coltivare le loro storie, si è trasferita momentaneamente online, inventandosi nuovi modi di giocare, studiare e lasciar libera di correre la fantasia.

Domitilla Pirro e Francesco Gallo propongono Al timone di una storia, una serie di video lezioni pensate per i bambini delle scuole elementari, per imparare le regole base della narrazione e capire come funzionano le storie. Quali sono le procedure da seguire perché i nostri racconti stiano a galla? Come si crea un personaggio che abbia il fascino di un capitano? E come si pilotano gli eventi in modo da non far naufragare tutto dopo le prime parole? Queste e molte altre domande troveranno risposta grazie ai suggerimenti di Domitilla e Francesco. Chi vorrà, seguendo i consigli dati a lezione, potrà anche partecipare al progetto Global Writing Lockdown promosso da Ordskælv, il centro danese delle International 826-Inspired Organizations, di cui Fronte del Borgo fa parte. Le storie spedite dai partecipanti di tutto il mondo saranno alla fine pubblicate in un ebook.

Santi, pirati e altre moderne antiche genti è la video lezione per le classi delle scuole medie di Valentina Manganaro che intreccia storia, arte e narrativa. Specialista di storia dell’arte, Valentina guiderà i ragazzi in un viaggio alla scoperta delle vicende più strane e incredibili accadute a personaggi noti (e meno noti), raccontandole attraverso quadri, affreschi e dipinti, ovvero quello che un tempo erano le serie TV e i fumetti medievali.

Storie in cambusa è invece il format per bambini e ragazzi a partire dai 7 anni proposto da Michele Cappetta, bibliotecario della Holden, che leggerà in otto puntate Inkiostrik, il mostro dell’inchiostro di Ursel Scheffler. Alla fine di ogni video, Michele assegnerà un piccolo esercizio di scrittura e i testi migliori verranno pubblicati sulla pagina Medium di Fronte del Borgo. Le storie diventeranno così un’ancora di salvezza per non annoiarsi e saranno anche lo sprone a tuffarsi a bomba in qualche bel libro dimenticato sullo scaffale da troppo tempo.

Dal 20 aprile comincia anche Giovani Penne Redazione, il laboratorio online per ragazzi dai 12 ai 18 anni che hanno già frequentato l’anno scorso il primo anno di scrittura e i cui racconti sono stati pubblicati dalla Holden nell’antologia Giovani Penne. In queste cinque lezioni via Hangout impareranno a raccontare il loro mondo e pubblicheranno i loro testi su Medium.

E per gli adulti? Per insegnanti e genitori, è previsto un ciclo di video lezioni gratuite dal nome SOS Scuola, una via di mezzo tra una cassetta di pronto soccorso e un laboratorio pratico a cura di Domitilla Pirro e Francesco Gallo, in cui vengono dati letture, esercizi, spunti e suggestioni per gestire al meglio la didattica a distanza con bambini e ragazzi, esplorando al contempo modelli narrativi, generi letterari e concetti chiave della narrazione.

Oltre a queste video lezioni, si sono trasferite online anche le attività del Doposcuola con i bambini di Borgo Dora: un’attività che veniva svolta quotidianamente a Fronte del Borgo per i bambini delle elementari, e che ora si è spostata sulla rete. Gli iscritti ricevono ogni settimana, nella chat creata con le mamme del quartiere, alcuni esercizi da fare a casa e poi correggere insieme. L’idea è di riuscire al più presto a trasformare il Doposcuola in una classe virtuale e in uno sportello d’aiuto per le molte scuole che ne stanno facendo richiesta, nell’attesa di mollare gli ormeggi del Galeone di Fronte del Borgo e tornare finalmente a solcare dal vivo le onde della narrazione.

Per gli studenti delle scuole superiori, invece, continuano gli incontri del progetto Holden Classics: l’obiettivo è riuscire ad addomesticare alcuni mostri sacri della letteratura con l’aiuto di scrittori e insegnanti della Holden. Ognuno di loro sceglie un grande classico che ama e racconta agli studenti tutto quel che sa di quel libro, cosa ha trovato di magico e potente in quelle pagine e perché valga la pena leggerlo. Se tutto va bene, alla fine della lezione l’incantesimo avrà funzionato: quante volte qualcuno ci ha parlato di qualcosa che amava con così tanto trasporto da farci innamorare a nostra volta? Queste video lezioni si possono vedere anche sul sito del Salone del Libro, grazie alla collaborazione con il festival: tra gli altri, troverete Raffaele Riba che racconta Il giorno della civetta di Sciascia, Emiliano Poddi Il sistema periodico di Primo Levi, Eleonora Sottili Frankenstein, Federica Manzon con Il barone rampante di Calvino, Alessio Romano Una questione privata di Fenoglio, Alessandro Mari Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo e l’Orlando furioso, Annalisa Ambrosio La Repubblica di Platone, Martino Gozzi Il giovane Holden, Michela Monferrini L’isola di Arturo, Paolo Di Paolo Il fu Mattia Pascal, mentre Domitilla Pirro e Francesco Gallo faranno una lezione dal titolo Cento di questi Gianni per festeggiare il centenario della nascita di Rodari, uno dei più geniali autori dei nostri tempi.

Tutte le video lezioni di Fronte del Borgo saranno caricate sulla pagina Dall’oblò del Galeone del sito Holden, mentre i video di Holden Classics si trovano sulla pagina https://scuolaholden.it/classics.

Ecco i monopattini per la consegna dei farmaci

BIT Mobility mette a disposizione di Anpas la flotta di monopattini elettrici per la consegna gratuita di farmaci a domicilio. Il progetto nasce a Verona ed è estendibile in tutta Italia grazie alla disponibilità dell’azienda a mettere a disposizione gratuita la propria flotta anche ad altre associazioni impegnate nella lotta contro il coronavirus

 BIT Mobility ha deciso di supportare Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) mettendole a disposizione i propri monopattini elettrici per la consegna a domicilio di farmaci, altri generi di supporto e di prima necessità attraverso il personale autorizzato. Il progetto è nato a Verona (e subito esteso a Torino e Milano), tra le zone maggiormente colpite dal Covid-19 e dove l’allerta resta estremamente alta.

L’azienda attiva nel settore della sharing mobility mette a disposizione la sua flotta di monopattini elettrici anche ad altre associazioni che stanno operando nella lotta contro le conseguenze della diffusione del coronavirus. Il mezzo è ottimale per movimenti in centro storici, per tratti brevi e medi e per il trasporto di oggetti non particolarmente ingombranti come appunto le ricette e i farmaci, piccole spese alimentari e altri oggetti utili alla vita casalinga delle persone che non possono muoversi da casa, primi fra tutti gli anziani e le persone invalide. La disponibilità dei monopattini offre anche il vantaggio alle associazioni di poter usare gli altri veicoli per attività che richiedono il trasporto di oggetti di maggiori dimensioni e di aumentare i servizi offerti nella loro globalità.

Questa emergenza sanitaria sta cambiando il modo di affrontare la quotidianità per molti italiani. Anche il personale sanitario è chiamato ad adeguarsi a nuovi ritmi e nuove soluzioni. – dichiara Andrea Bonizzoli, presidente di Anpas Comitato Regionale Piemonte – “A Torino i monopattini che ci sono stati assegnati sono stati messi a disposizione della nostra associata Croce Giallo Azzurra di Torino . L’uso di monopattini elettrici è utile per muoversi rapidamente nelle strade cittadine e ci permette di usare i veicoli per consegne più impegnative.”

 “Abbiamo deciso di mettere a disposizione i nostri beni gratuitamente fino al termine dell’emergenza perché crediamo che tutti dobbiamo aiutare il sistema a lottare contro il nemico rappresentato dal virus. – afferma Michela Crivellente, fondatrice di BIT Mobility – Per noi è un modo concreto di aiutare chi tutti i giorni mette al servizio degli altri la propria attività correndo dei rischi anche molto alti. Il progetto nasce con Anpas, ma speriamo di poterlo allargare anche ad altre associazioni che svolgono attività simili sul territorio e che invitiamo a prendere contatto con noi“.

Bit Mobility è l’azienda nata nel 2019 a Bussolengo, in provincia di Verona, attiva nel settore della sharing mobility, che si è posta la mission di ridurre la congestione del traffico e le emissioni di CO2 nelle piccole e grandi città italiane, offrendo una reale alternativa all’automobile che sia economica e rispettosa dell’ambiente. Presente a Milano, Torino, Verona, Cattolica e Misano, e presto anche a Pisa e Firenze, BIT Mobility mette a disposizione dei centri urbani una flotta di moderni monopattini in modalità di sharing economy. Si tratta di mezzi alimentati da energia elettrica, facilmente reperibili, semplici da usare grazie all’app dedicata, ideati per diventare una soluzione green e comoda per la mobilità urbana.

Il “cuore grande” del CAAT partecipa a Torino solidale

“Ancora una volta il CAAT – precisa il suo Presidente, l’ingegner Marco Lazzarino – ha dimostrato  di “avere un cuore grande”, con la donazione effettuata a favore dell’ iniziativa TORINO SOLIDALE, che costituisce la rete di solidarietà  promossa dal Comune di Torino per le fasce di popolazione più in difficoltà dal punto di vista economico, in questa epoca di emergenza sanitaria da Covid 19″.

“Grazie alla generosità di alcuni nostri operatori – precisa il presidente Marco Lazzarino – quali Borgnino, Effevi, Guardamagna, Torretta e Quirico, e grazie all’impegno volontaristico del trasportatore Globaltruck abbiamo potuto donare prodotti ortofrutticoli freschi e di ottima qualità, che approderanno a casa dei torinesi maggiormente in difficoltà, grazie all’impegno messo in atto da TORINO SOLIDALE e da coloro che hanno reso possibile la raccolta e la distribuzione delle derrate alimentari. I prodotti donati sono stati mele, carote, finocchi, patate, datteri e zucchine.

L’ iniziativa va ad affiancarsi alla partecipazione da parte del CAAT ( Centro Agroalimentare di Torino ) alla rete di solidarietà promossa dal Banco Alimentare, cui aderisce con periodiche donazioni di prodotti ortofrutticoli freschi, ed alla precedente iniziativa di donazione di prodotti freschi a favore del personale medico e paramedico di alcuni presidi ospedalieri piemontesi, impegnati nel fronteggiare l’emergenza Covid 19”.

 

Mara Martellotta

Uno striscione di speranza al Regina Margherita

Dai giovani pazienti della Neuropsichiatria Infantile dell’ospedale  di Torino

I giovani pazienti della Neuropsichiatria infantile dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino hanno realizzato uno striscione con un messaggio di speranza legato al periodo di emergenza Covid-19, posto davanti all’ingresso principale del nosocomio.

Io sto con il Regina Margherita Onlus è vicina ai ragazzi della Neuropsichiatria, soprattutto in questo momento di smarrimento e difficoltà che colpisce tutti, non solo i più fragili.

La Onlus ha voluto aiutarli a dar voce alla loro creatività, alla loro energia, al desiderio di guardare avanti con fiducia ad un mondo che si colora come un arcobaleno sul quale lasciarsi scivolare con gioia.

Sono state cucite lenzuola e, con i colori donati, i ragazzi della NP hanno realizzato questo striscione che è un autentico messaggio di speranza: saliamo questi duri gradini, arriviamo in cima e dopo la fatica del distacco e della lontananza potremo giocare di nuovo liberi. Un grande insegnamento.

Io sto con il Regina Margherita Onlus desidera ringraziare i ragazzi, i loro genitori, gli educatori, la Direzione sanitaria, il Dipartimento OIRM, gli operatori OSS, gli infermieri e tutti quanti hanno contribuito a realizzare questo progetto.

E’ stato possibile rendere concreto un desiderio che è anche un augurio.

Fede, pandemia ed altre occasioni

La fede, quella cattolica perlomeno, si basa su tre pilastri esistenziali: relazione, corporeità e parola. La pandemia ne ha portati via due su tre. Dell’Eucarestia, il centro della vita spirituale, non resta che una immagine digitale, la comunità non si raduna più, la carità è fatta con la mascherina o anonimizzata dai cartoni chi può lasci chi ha bisogno prenda. Restano le parole e la Parola.

Per me, prete di parrocchia, cappellano universitario e docente, l’odore delle pecore è diventato elettromagnetico, immateriale, al massimo gel disinfettante. Ma Cristo che attraversa la morte insegna che Covid 19 può essere attraversato, come scrive Paolo, combattendo la buona battaglia e conservando la fede. O addirittura ritrovandola.

Le parole: se ne spendono tante, se ne scrivono di più, se ne urlano troppe. Le parole, oggi, sono preziose: non abbiamo altro per accarezzare le ferite, consolare i cuori, aprire le finestre sul mondo, continuare ad educare. Credere, oggi, significa scegliere le parole con più cura, condividerle con attenzione e parsimonia, rendere prezioso e mai banale quello che ieri davamo per scontato e perennemente disponibile. La Parola oggi è il modo per rendere presente Cristo nelle nostre case, vere chiese domestiche. Per noi consacrati spezzare la Parola, rivelandone l’anima profonda, una missione tanto difficile quanto affascinante. La Parola ossia la Bibbia, non è un libro di formule magiche, né un manuale di sopravvivenza: è la narrazione di una storia in cui è possibile leggere ogni storia, la Storia tutta intera. La fede, in tempo di pandemia, è scoprire allora nella Parola, facendosi accompagnare, quelle parole con cui dare senso al presente per disegnare già oggi il futuro. Così possiamo dare corpo alle relazioni e sconfiggere il male.

don Luca Peyron

Ripetizioni in lingua e chiacchierate con la portineria di comunità

La Portineria di comunità corre in soccorso alle famiglie e persone sole  Da oggi i “portinai” metteranno a disposizione il proprio tempo per aiutare i ragazzi nei compiti, per assistere gli anziani che hanno difficoltà a scaricare un’app, creare un account su Facebook, o insegnarvi a fare una tinta in casa.

 La Portineria di comunità “Lo Spaccio di cultura”, nata per favorire l’occupazione e l’inclusione delle fasce più deboli e far risparmiare tempo a chi tempo non ha, si attiva per correre in aiuto gratuitamente a chi ne ha bisogno in questo momento difficile.

Tra i servizi offerti c’è l’aiuto ai genitori che non riescono a seguire i figli nei compiti perché sono loro stessi occupati con il lavoro o perché pensano di non avere tutte le conoscenze necessarie, tutta una serie di giochi e attività creative per bambini per occupare il loro tempo libero. C’è anche l’sos tecnologia, per aiutare le persone a scaricare applicazioni, creare account, trasferire dati. E infine la possibilità di chiacchierare in francese, seguire un piccolo corso di canto, o imparare a farsi una tinta ai capelli con metodi naturali.

Tutti i servizi saranno offerti dalla Portineria e si potranno richiedere dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 16 chiamando il numero di telefono 3478788271, o alla mail info@spacciocultura.it. Lo Spaccio di Cultura – Portineria di comunità è un progetto ideato da Rete Italiana di Cultura Popolare e fa parte dei 15 progetti di innovazione sociale sostenuti dalla Città di Torino, cofinanziati dall’Unione Europea – Fondi Strutturali di Investimento Europei – Programma Operativo Città Metropolitane 2014-2020; in partenariato con Ufficio Pastorale Migranti e Nessuno è straniero.

“Le case non sono tutte uguali e nelle case non siamo tutti uguali. – afferma Chiara Saraceno, presidente della Rete Italiana di Cultura Popolare – Non abbiamo tutti le stesse opportunità: dall’accesso al wifi all’attenzione che possiamo dare ai nostri figli per seguire i compiti. La Portineria vuole provare a colmare quei divari che proprio un’emergenza come questa non fa che evidenziare”.

“Sono particolarmente felice della nascita di questo progetto, sostenuto dal settore innovazione sociale, approdato al mio assessorato in quanto progetto di integrazione, ma soprattutto di comunità. – commenta l’assessore alle Pari Opportunità della Città di Torino, Marco Giusta – All’estero i progetti come questo, ispirato al portierato di quartiere, hanno come valore aggiunto la capacità di creare connessioni di comunità. ‘Abbiamo voluto ridare umanità alla vita quotidiana’ diceva Charles Vincent, che ha due significati: da un lato sollevare dalle mille incombenze quotidiane con un piccolo aiuto, dall’altro dare la possibilità a tanti soggetti di poter dare quel piccolo aiuto. In questo prezioso scambio ci può stare molto: la conoscenza, la reciprocità, la fiducia e in questo periodo, l’aiuto solidale. Gli elementi insomma per costruire una rete di comunità”.