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Sorridere con le battute di Mister Fred Dura

“Le battute di Mister Fred Dura!”. Il nuovo libro di Franco Lana, Book Sprint edizioni

Senza fare lunghi giri di parole, è inutile sottolineare che viviamo in un’epoca dove regna, l’ipocrisia e la falsità, l’opportunismo e il menefreghismo.

Dove la depressione non soltanto sembra ormai faccia parte della vita di ognuno di noi, ma che viene somministrata a grandi dosi, dalla società che ci troviamo a vivere, tramite notizie terribili (senz’altro reali), e tragedie a tutte le ore, come se il mondo avesse solo quell’aspetto lì. E allora, un po’ di buonumore, una risata, un sorriso per combattere le tristezze quotidiane. Quindi, vai di dentifricio, e sorridiamo dei guai, nella speranza che qualcosa possa cambiare, e che ognuno nel suo piccolo possa dare un contributo, perché ciò avvenga.

Per saperne di più:

Ecco dove trovare il libro

La Pasquetta di una volta. In attesa di tempi migliori

Pic nic, un classico per Pasquetta. Da tempo immemore. Oggi il ricordo ha più valore, visto le attuali difficoltà. Il ricordo ci da’ una mano nel sopportare questo presente

Sento molti amici e reciprocamente ci chiediamo come stiamo e come stanno le persone care, per dirci che abbiamo vissuto tempi migliori. Supereremo anche questo ed il ricordo ci darà una mano nel futuro.
Ricordando belle Pasquette. Naturalmente le prime che mi ricordo sono le più dolci, le più affabili. Proprio come il primo amore che non si scorda mai. Obiettivo  le Valli di Lanzo o le colline del torinese. Ingrediente indispensabile il sole. C’era sempre o perlomeno questo è ciò che mi ricordo. I miei non avevano l’auto, dunque aspettavo con trepidazione l’arrivo degli zii paterni. Aspettavo appollaiato sul balcone. Sarebbero arrivati verso le 10,30. Al più tardi le 11, ero già lì alle 9, dopo abbondante colazione e la notte nel fantasticare storie improbabili con annesse avventure improbabili dove, ovviamente io ero il capo dei buoni contro i soprusi dei cattivi. I compiti erano così suddivisi. Mio padre pensava al vino e alla scelta del luogo. Mia madre, deboluccia sulla cucina, solo  uova sode ed involtini di prosciutto in gelatina e comprava affettati vari con immancabile antipasto della Ghiotto: tonno con Funghi. Mio zio caricava la 1100 con tavolini e sedie da campeggio. La regina era mia zia Teresina. Ogni cosa che lei cucinava diventava un capolavoro. Dalle lasagne agli zucchini in carpione. Mangiava pochissimo solo assaggiando. La parte culinaria era il 50 % , il resto era la compagnia. Coppie di amici con relativi amici ed amiche. Più tavoli che avrebbero composto una tavolata unica. Un po’ sbilenca e posticcia, ma dava il senso dell’insieme, poi tre gruppi distinti:  donne, uomini e noi bimbetti. Le donne verso la cucina da campo e noi bimbi pronti per inabissarci nel bosco limitrofo. I primi caldi e le ginocchia sbucciate. La mini banda era formata e via fino  a sera. Grande libertà e grande spensieratezza. Cosa facessero i grandi lo si intuiva. Gli uomini giocavano a carte,  Tarocchi possibilmente, ed improvvisate partite a bocce. Le donne dopo aver riassettato a volte ricordavano di quando lavoravano in fabbrica sperando per la figlia o il figlio una laurea in qualcosa. La laurea più gettonata era quella di medicina. Del rientro poco ricordo visto che ci si appisolava. Normali storie di persone normali. Piccole storie riaccese da quella fotografia in bianco e nero trovata nel fondo di un cassetto dimenticato.
Foto che riaccendono memorie riposte in un cassetto della nostra mente. Oggi più che mai. Oggi costretti nello stare a casa e alla ricerca di un tempo che c’è stato. Il sole,  quello si è immutabile nel tempo. Nel ricordo, nella memoria, e nelle speranze di ieri e di oggi. Non ci arrendiamo, non è nella nostra indole, né nelle nostre possibilità. Convinti che il prossimo anno riprenderemo nel fare pic nic sui prati. Del resto se era un classico allora, sarà un classico domani. Poi che sarà mai saltare un turno? Il sole, il ricordo, queste piccole storie, queste piccole memorie ci servono per avere altre piccole storie e piccole memorie. Anzi, direi ci danno linfa vitale per superare questo momentaccio. Ancora una volta ce la faremo.
Patrizio Tosetto

In quarantena alla conquista dello spazio

La mostra della NASA SPACE ADVENTURE e ANONIMA FUMETTI presentano #PlanetExplorer. L’iniziativa social: in quarantena, come gli astronauti, si vola con la fantasia e si disegna lo spazio.I disegni diventeranno una sezione della mostra Space Adventure a Torino.

In quarantena, proprio come gli astronauti in partenza o al ritorno dalle loro missioni spaziali!

All’inizio furono Armstrong, Aldrin e Collins che, rientrati dalla Luna durante la Missione Apollo 11, dopo il loro atterraggio nel Pacifico il 24 luglio 1969, furono recuperati e portati a bordo della portaerei USS Hornet e immediatamente confinati in quarantena per evitare la contaminazione della biosfera terrestre. Ancora oggi per gli tutti astronauti che si stanno preparando ad essere lanciati verso la Stazione Spaziale Internazionale la quarantena è semplicemente la normalità. Si tratta di una precauzione necessaria per evitare che vengano portati agenti patogeni sulla stazione spaziale internazionale (ISS).

E allora perché non vivere la quarantena da COVID-19 come una divertentissima missione spaziale?

L’iniziativa lanciata dalla mostra Space Adventure e dalla Anonima Fumetti ai bambini ma anche a tutti gli appassionati si chiama #PlanetExplorer e nasce proprio sulle tracce (lunari) degli astronauti: provare ad immaginarsi astronauti per un giorno e a disegnare la propria avventura nello spazio.

Sul sito www.space-adventure.it è pubblicata una breve storia, firmata da Pino Zappalà e Nico Vassallo, che tutti possono leggere e che servirà da traccia per la realizzazione dei disegni.

Un altro spunto per tutti gli aspiranti artisti è il racconto LA CASASTRONAVE, realizzato da Pierpaolo Rovero & Luca Feliciani e patrocinato dall’Anonima Fumetti, disponibile gratuitamente sul sito www.space-adventure.it. Per realizzare i disegni è consigliato visitare anche il sito www.Casastronave.it dove si possono trovare traduzioni, filmati e materiali utili per realizzare i disegni.

I disegni, che devono essere inviati via mail all’indirizzo planet.explorer@space-adventure.it  entro il 10 maggio prossimo, saranno condivisi con il pubblico sui canali social della mostra – Facebook e Instagram – divisi in due categorie: BABY ASTONAUTI (fino a 11 anni) e ASTRONAUTI (da 12 a 99 anni e oltre).

Fino al 20 maggio, su Facebook, si potrà votare con un ‘mi piace’ le opere e, in base al gradimento social ricevuto, i primi 3 classificati per ogni categoria riceveranno un premio spaziale e 4 biglietti omaggio per la mostra.

Grazie a tutti i disegni pervenuti la storia sarà illustrata e si trasformerà in una grande avventura a fumetti che si svelerà in mostra e diventerà parte integrante dell’allestimento di Space Adventure.

Space Adventure si apre con i sogni dei pionieri del volo lunare, da Jules Verne a Von Braun, prosegue con il racconto e i memorabilia delle missioni lunari per terminare nell’ultima, grande sfida che aspetta l’uomo nello spazio: Marte. I disegni di bambini e ragazzi costituiranno l’ultima sezione della mostra, accanto al simulatore della camminata su Marte e alla nuova navicella spaziale della Nasa Orion, dedicata alle nuove esplorazioni dello spazio profondo.

Il trucco è volare con la fantasia… spingersi fuori dall’atmosfera con audacia, a qualche centinaio di km dalla Terra per vivere un’avventura incredibile proprio come hanno fatto i pionieri dello spazio!

Maggiori informazioni nel comunicato stampa in allegato.

Tutti i dettagli per partecipare all’iniziativa sono pubblicati sul sito www.space-adventure.it

Esami in modalità virtuale per gli ufficiali della Scuola di Applicazione

445 Ufficiali frequentatori impegnati nelle prove online

 

Anche per  il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito gli esami finali del 145° corso di Stato Maggiore, iniziato il 30 settembre 2019, si sono svolti a distanza in modalità virtuale. Le prove hanno visto impegnati 201 Capitani tra cui 10 donne e 3 ufficiali stranieri provenienti da Brasile ed Egitto.

Questo avanzato corso di formazione ha dato l’opportunità ai futuri dirigenti militari, appartenenti a tutte le Armi e Corpi dell’ Esercito, con l’ausilio ulteriore di esercitazioni pratiche, di approfondire le loro competenze tecnico-professionali e specialistiche; frequentatorsono ora abilitati ad operare negli staff di unità italiane e multinazionali e in operazioni condotte sul territorio nazionale e all’estero.

Altri 244 ufficiali frequentatori del 198° corso “Saldezza” e del 199° corso “Osare”, in stretta collaborazione con la Scuola Universitaria Interdipartimentale in Scienze Strategiche (SUISS) dell’Università degli Studi di Torino, hanno sostenuto l’ orale delle varie sessioni d’appello degli esami universitari di profitto tramite classi interattive appositamente predisposte e dedicate in collegamento audio e video con i docenti membri delle commissioni.

Questa innovativa modalità per la discussione degli esami consente a tutti gli ufficiali frequentatori di completare il percorso di studi nei tempi previsti e conferma ancora una volta come il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito,  nonostante la sospensione delle attività didatticheordinarie in aderenza alle misure precauzionali adottate in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica legata al covid-19, sia stato in grado di garantire lo svolgimento delle lezioni in modalità e-learning e di operare in un contesto complesso e in continua trasformazione.

 

MARIA LA BARBERA

Dal Piemonte alla conquista del mondo

“Lars dove sei ? Stai bene ?”. “Buonasera, professore, sono bloccato in Cambogia da 10 giorni e la situazione non è facile”. Questo scambio di battute su Messenger si è avuto tra il 24 ed il 26 marzo scorsi tra lo scrivente e Lars Orazzo, 23 anni appena compiuti, brillante studente dell’Istituto Artusi di Casale Monferrato, rimasto bloccato nel Sud Est asiatico dall’emergenza coronavirus.

La vicenda, che poteva assumere anche toni decisamente più critici ha avuto uno sblocco quando mi è arrivato un secondo messaggio il 28 marzo alle 6.44 del 28 marzo: “Sono giunto all’aeroporto di Oslo adesso. E’ una situazione assurda, aeroporto completamente vuoto”. Poi Lars, grazie ad uno scalo a Londra è riuscito a rientrare in Italia e adesso è a casa sua a Montemagno, nel Monferrato astigiano, con i familiari.

E la pandemia ha interrotto quella che è stata (sino al momento in cui le cose non sono precipitate) una bellissima esperienza di viaggio e di vita. Orazzo dopo il diploma all’alberghiero aveva lavorato in Inghilterra sino a settembre del 2018 poi era tornato in Italia in Alto Adige. “Il mio sogno – spiega, raggiunto telefonicamente – era fare il giro di mezzo mondo non usando l’aereo ma i mezzi di terra, partendo dall’Italia per arrivare sino all’Australia, dopo aver attraversato l’Est Europa, poi la Russia sul percorso della Transiberiana e l’Oriente sino a giungere appunto nel Nuovissimo Continente”. Così il 15 luglio del 2019, insieme ad un compagno di avventura, Sasha De Zordo di Auronzo di Cadore, è partito dalla stazione dei bus di Venezia Mestre. Le prime tappe dopo l’Italia sono state la Slovenia, l’Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca, la Polonia (“qui abbiamo toccato Katowice, Cracovia, Varsavia, Auschwitz, la cui visita è stata una delle esperienze più forti di questo viaggio”), poi l’ingresso nei Paesi Baltici, Lituania, Lettonia, Estonia, con l’ingresso in Russia a San Pietroburgo e la spettacolare visione della Prospettiva Nevskij, con il passaggio a Mosca e la salita sul treno della Transiberiana, con fermate a Kazan, Ekaterinburg dove i due viaggiatori hanno passato a piedi il punto di confine tra l’Europa e l’Asia. Poi il viaggio è proseguito sino a Ulan Ude e qui i due novelli emuli di Marco Polo (o se si preferisce di Tiziano Terzani nel di ‘Buonanotte Signor Lenin’ o ‘Un indovino mi disse’) incappano in un imprevisto: “Dovevamo andare in Mongolia – dice Lars Orazzo – ma il nostro visto scadeva il 18 settembre e la burocrazia russa, rigorosa e disorganizzata non l’avrebbe rinnovato in tempo. Così siamo andati la mattina presto alla stazione dei treni ma non c’erano né treni, né bus. L’aiuto ci è arrivato insperato da un signore che ci ha dato un passaggio, previo un compenso, per duecento chilometri, sino al confine terrestre tra i due Stati. Siamo entrati chiedendo ad una famiglia mongola di farci entrare a bordo del loro Van. Poi, però, il problema non era ancora risolto e grazie ad un altro passaggio, a pagamento, abbiamo fatto 13 ore di auto nel deserto per percorrere i 300 chilometri più a Sud in direzione di Ulan Bator. E alle 21 circa una gomma si è afflosciata e pure la gomma di scorta era bucata. Poi, dopo aver spinto l’auto per un centinaio di metri, sino ad una pompa di benzina, si è riusciti a riparare la gomma e ad arrivare nella capitale, sfiniti, alle 4 del mattino. In Mongolia siamo rimasti un mese: dei sedici Paesi che abbiamo visitato è quello che mi è rimasto nel cuore: cultura, tradizioni, usanze popolari sono ancora vergini, non toccate dalla globalizzazione e dal turismo di massa.

Abbiamo vissuto per otto giorni nel deserto del Gobi con i nomadi che vanno a caccia a procurarsi il cibo. Un ritorno all’indietro nel tempo di 1000/2000 anni”. Poi Lars ed il suo compagno di viaggio hanno deciso di saltare la Cina, per via degli alti costi del visto (all’epoca il coronavirus non era comparso sulla scena) volando nel Nepal dalle alte montagne incontaminate per passare poi per cinque settimane in India, visitata da Ovest ad Est, da Delhi a Calcutta, saltando il Bhutan per via di un visto decisamente caro (200 dollari americani al giorno). “Il nostro è stato – dice ancora Lars – un turismo zaino in spalla, abbiamo dormito negli ostelli, viaggiato il più possibile sui mezzi locali di trasporto, non sui pullman gran turismo, con un budget da rispettare”. Così è capitato, ad esempio in un centro a Sud del Nepal dove non c’erano ostelli ma solo stanze in condomini che venivano concesse dal proprietario a 2/3 euro a notte, umidissime, con letti di legno e materassi sottilissimi quasi inesistenti e una convivenza con ragni, mosche, zanzare oppure di affrontare una lunga tratta su un treno indiano (13/14 ore) in compagnia di topi che passeggiavano sotto il vagone. Dal subcontinente indiano il viaggio è proseguito attraverso il Laos, il Vietnam e la Cambogia dove Lars e Sasha si sono fermati un mese. Mancava soltanto la visita ad Angkor con i suoi templi prima di passare al prossimo Paese, con il visto quasi allo scadere, ma a questo punto sono insorti i problemi. “Si è diffusa la notizia di un gruppo di francesi che erano positivi al virus e si è creata quasi subito un’idea di discriminazione verso gli europei, specialmente gli italiani, anche per quanto stava accadendo in Italia. Nel frattempo la Thailandia ha effettuato un restringimento per quanto riguarda gli italiani e chiuso le sue frontiere via terra. Abbiamo pensato di andare direttamente in Malesia, ma anche questa ha chiuso, così come Indonesia ed Australia, Laos e Vietnam. A questo punto ci trovavamo in una situazione che stava diventando sempre più critica in un Paese con strutture ospedaliere precarie, dove non c’è un’ambasciata o un consolato italiano, con la scadenza del primo mese di visto. Abbiamo trovato altri ragazzi italiani nelle nostre condizioni: prima si è cercato di contattare la Farnesina, ma abbiamo avuto soltanto un contatto molto laconico dopo cento telefonate, ci siamo rivolti all’ambasciata di Francia ma ci hanno gentilmente detto di capire il nostro disagio ma prima avrebbero dovuto risolvere il problema dei cittadini francesi poi saremmo venuti noi. Siamo riusciti a contattare l’ambasciatore italiano ma nell’immediato non si è arrivati ad una soluzione.

Dopo quasi dieci giorni di contatti con uffici ed ambasciate la Thailandia si era resa disponibile a consentire un transito aereo da Pnom Penh a Bangkok e da lì all’Europa ma a condizione che producessimo un visto di transito, un foglio medico (tra l’altro di una clinica privata) ed il test che provasse che non avessimo il coronavirus. Con mille difficoltà siamo riusciti ad ottenere i documenti. Per fare un esempio: l’unica struttura abilitata ad effettuare i tamponi faceva due turni brevi al mattino ed al pomeriggio di quindici minuti ciascuno, per cui abbiamo dovuto andare alle 4.30 per passare per primi nella mattinata. Superati questi inconvenienti siamo riusciti a prendere un aereo per Oslo perché ci avevano detto che da lì sarebbe stato possibile prendere un volo per l’Italia, ma in realtà collegamenti dalla Norvegia non c’erano e la situazione in aeroporto era surreale, non c’era nessuno. Siamo riusciti a prendere letteralmente ‘al volo’ cinque minuti prima dell’imbarco un collegamento per Londra e da Londra raggiungere Roma”, terminando così l’Odissea. Adesso Lars è tornato a Montemagno, sulle colline del Monferrato, e ritiene quella appena lasciata alle spalle ‘un’esperienza di vita notevole’ e sotto sotto cova l’intenzione, ovviamente nei tempi congrui e passata questa emergenza sanitaria, di chiudere il cerchio del viaggio che si era prefissato inizialmente.

Poiché Lars ha esposto qui soltanto alcune delle sue esperienze e dei suoi ricordi di viaggio, torneremo nei prossimi giorni con alcuni approfondimenti sui vari Paesi visitati.

Massimo Iaretti

La peggior crisi americana evidenzia le debolezze del sistema Usa

Il sistema sanitario negli Stati Uniti è di tipo assicurativo privatistico. Il mercato delle assicurazioni sanitarie vale circa 3200 miliardi di dollari e cresce a un ritmo del 6 per cento l’anno. Nella frammentazione dove abbondano piani sanitari, la qualità e la quantità dei servizi dipende dal proprio reddito. Una qualsiasi interazione con il sistema sanitario negli USA rappresenta, già di per sè, un potenziale grave rischio finanziario…

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La peggior crisi americana evidenzia le debolezze del sistema Usa

Cronache della peste. Mangiare

Come si distraggono, si impegnano, si straviano… Insomma come provano a sopravvivere, in attesa della sospirata liberazione, che appare un momento più vicina, e l’attimo dopo remota, in un susseguirsi di proclami, editti, dichiarazioni, pettegolezzi e statistiche senza posa?

Al di là del seguire compulsivamente le notizie, o pseudo tali, di lavarsi le mani, di cospargere il gatto di amuchina, sembra che l’attività principale sia il mangiare. I social sono tutto un trionfo di piatti, ricette, bottiglie, e persino modelli di dieta. Che vanno da quella ketonica – così mi pare si chiami – che propone seducenti abbuffate di ogni ben di Dio, benché esente da carboidrati, sino a quella del digiuno radicale… Che, mi chiedo, oziosamente, che possibilità abbia di successo. Segregati in casa. Terrorizzati dai media… e anche a stomaco vuoto? Tanto vale mollare tutto, munirsi di salvacondotto, e rifugiarsi sul Monte Athos… Dove, probabilmente, i monaci anacoreti se la passano meglio di noi. Almeno non devono sorbirsi i discorsi di Conte, Borrelli e Azzolina…

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Cronache della peste. Mangiare..

Collegati da tutto il mondo sui social davanti alla Sindone

«Più forte è l’amore» è il tema scelto dal Custode mons. Nosiglia per la preghiera straordinaria via social e tv davanti alla Sindone. È stato tradotto nel segno grafico che riproduciamo qui e che si pone in continuità con le ostensioni del 2015 e del 2018, pensato per essere adattato alle pagine social che ne trasmetteranno la diretta. “Sottolineare la «forza dell’amore» – dice Nosiglia – è anche la volontà di aprire a quella speranza cui tutti siamo chiamati, all’esperienza della «risurrezione» che è il cuore della Pasqua”.

Pagina Facebook e diretta social

Il logo compare sulla pagina Facebook «Sindone 2020», che continua il cammino della precedente «Sindone 2015».

https://www.facebook.com/sindone2020

Questa pagina è anche il centro di tutte le attività della diretta social che andrà in rete a partire dalle 16.30 e terminerà alle 18.30. Nel corso della diretta, a cura dell’Ufficio di Pastorale giovanile della diocesi, verranno proposte testimonianze, riflessioni, esperienze che collegano la Sindone ai tempi difficili che in tutto il mondo stiamo vivendo. La diffusione della diretta social verrà realizzata e amplificata grazie al supporto di Facebook Italia che, per l’evento, ha messo a disposizione un proprio team dedicato. Per quanto riguarda il Telo ci si vuole collegare anche al prossimo incontro europeo della Comunità ecumenica di Taizé che si dovrebbe tenere a Torino dal 28 dicembre 2020, alla cui preparazione è sono impegnate tutte le realtà della pastorale giovanile torinese.

La diretta sarà in cross-posting anche sulle seguenti pagine Facebook:

https://www.facebook.com/diocesitorino

https://www.facebook.com/upgtorino

https://www.facebook.com/regione.piemonte.official

https://www.facebook.con/crpiemonte/

https://www.facebook.com/cittaditorino

È attivo anche il canale Twitter

https://www.twitter.com/Sindone2020

Diretta tv

La preghiera straordinaria davanti alla Sindone viene trasmessa in diretta su RaiTre nazionale dalle 16,55 alle 17,30, e contemporaneamente va in onda su TV2000. Il segnale viene rilanciato in tutto il mondo grazie al collegamento con il Centro Televisivo Vaticano – Vatican Media che provvederà a distribuirlo via satellite a tutte le emittenti cattoliche italiane ed estere, in Europa, negli Stati Uniti, in Brasile e nell’Africa subsahariana. Tramite la distribuzione su Telepace il segnale sarà rilanciato in Nord Africa, Medio Oriente sul canale Sky 515 HD e Australia e ancora sul canale 815 TVSAT.

Diretta web e social media su vaticanews.va e chiesacattolica.it

La trasmissione sarà raggiungibile anche attraverso i siti di comunicazione della Santa Sede (www.vaticanews.va). Anche il quotidiano «Avvenire» e il sito della Chiesa italiana (www.chiesacattolica.it) sono coinvolti per offrire al maggior numero possibile di persone il servizio delle dirette tv e social.

Il sito dell’Ansa offrirà ugualmente il servizio in diretta sulla propria home page. Numerose emittenti del territorio torinese e piemontese riprenderanno il segnale partendo dal canale Youtube ufficiale della Sindone

youtube.com/c/Sindone2020

Annullato il meeting con Greta a Torino

Riceviamo e pubblichiamo / Gli attivisti di FFF Torino, dopo diverse settimane di consultazione con ragazz* di tutta Italia e tutta Europa, hanno deciso di comune accordo di annullare l’incontro internazionale di FridaysForFuture che si sarebbe dovuto tenere, da programma, a luglio 2020, con ospite Greta Thunberg.

Come sempre, il movimento FridaysForFuture segue la scienza e fa tesoro delle affermazioni di chi studia i gravi problemi che affliggono la nostra società. Questo vale per la crisi climatica come per l’emergenza coronavirus.
L’obiettivo comune è quello di riuscire ad organizzare il meeting internazionale di FFF nell’estate 2021. Ringraziamo chi ci ha dato una mano in questi mesi e invitiamo tutti quanti
a seguire i nostri canali social per conoscere le iniziative che promovueremo nei prossimi
mesi.
FridaysForFuture Torino

Da sabato pacchi famiglia alla mensa dei poveri

Domani, sabato 11 aprile,  dalle ore 13.30 alle ore 16.00 presso i locali di Via Belfiore 12 gestiti dal ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ per i nuclei familiari bisognosi

Cresce la carità a Pasqua, nonostante le criticità cagionate dalla pandemia. Dopo aver riaperto i battenti lo scorso 17 Marzo, la ‘Mensa dei Pover’ di Via Belfiore 12 a Torino torna a riprendere il consueto e prezioso servizio settimanale – ogni sabato a partire dall’11 aprile dalle 13.30 alle 16.00 – di distribuzione pacchi-famiglia ai nuclei familiari già censiti e abitualmente serviti dai volontari del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’, Associazione di Volontariato e Comunità di Preghiera fondata dal sacerdote cottolenghino Don Adriano Gennari e ufficialmente riconosciuta da Sua Eccellenza Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino.

“Proseguiamo ancor più convinti e operosi nel nostro servizio caritatevole quotidiano rivolto ai poveri torinesi, certi dell’aiuto che la Divina Provvidenza vorrà continuare a donarci anche grazie al grande cuore e alla generosità solidale dei cittadini piemontesi, preziosa per garantire un pasto a chi è senza tetto e senza tutto”, dichiara fiducioso Don Adriano Gennari, “con un grazie speciale colmo di riconoscenza cristiana e umana a quanti hanno già fatto la loro parte, servendo insieme a noi con la loro bontà il Signore Gesù negli affamati e indigenti”.

Per informazioni, contribuire con alimenti, cibo e donazioni, è disponibile l’infoline della segreteria del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione Onlus’ al numero di telefono 375 6188246 – anche via sms o Whatsapp – tutti i giorni festivi inclusi dalle 10.00 alle 19.00 con orario continuato.