Venerdì 10 dicembre alle ore 17, l’Accademia di Medicina di Torino organizza la presentazione del nuovo testo di Mario Nano, Professore di Chirurgia Generale e membro dell’Accademia, dal titolo “La Chirurgia in Piemonte. Storia di una Scienza e di una Regione” (Edizioni Minerva Medica, 2021). Il testo verrà commentato da Bruno Gambarotta e da Mario Nano. Modera il Presidente dell’Accademia di Medicina, Giancarlo Isaia.
«Il libro presenta via via figure di chirurghi che con le loro osservazioni e i loro studi hanno determinato progressi e innovazioni della disciplina. I fatti che presenta interessano sia lo specialista sia il lettore appassionato di storia, o anche semplicemente il lettore curioso. Il grande numero di personaggi e la parcellizzazione delle loro vicende, di fatti circostanziati, di avvenimenti che coinvolgono le istituzioni ospedaliere e universitarie si trasformano in infinite tessere di un mosaico che va componendosi, col procedere della lettura, in un grande disegno compiuto vivido nei dettagli quanto nell’insieme. La lettura del testo è agevolata anche da una ricca documentazione iconografica» (dalla prefazione di Stefano Geuna, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Torino).
Con riferimento alle recenti normative di sicurezza, si potrà intervenire in presenza solo se muniti di green pass e previa prenotazione (accademiadimedicina.unito.it oppure telefonando al n. 011/6709607). E’ inoltre richiesta la compilazione del modulo a questo link.
Paolo Poma è una di quelle tante persone che ogni giorno possiamo incontrare nelle strade o fingere di non vedere. Vive al Balon e cerca di campare vendendo oggetti al tipico mercato della zona. Spesso non sa dove dormire e la sua dipendenza dall’alcool è l’unica via di fuga che gli è rimasta da quella sofferenza che si porta dentro. Se lo incontrereste per strada probabilmente lo giudichereste senza nemmeno sapere che quell’uomo una volta aveva una casa e si era costruito una famiglia. La storia di Paolo potrebbe essere quella di ciascuno di noi, piccola o grande che sia la ferita che ci portiamo dentro. Ed è grazie alla documentazione della sua storia, attraverso gli occhi del regista, che veniamo condotti in un viaggio introspettivo personale ma, allo stesso tempo, comune alla condizione umana. Un viaggio fatto di ingiustizie, sofferenze, coraggio e speranze. Un viaggio alla ricerca di una rivincita nei confronti di un destino subito e di un’identità perduta, perchè se è vero che i fatti del passato non si possono cambiare è pur sempre vero che i ricordi del passato, racchiusi dentro di noi, si possono curare. Ed è da questo viaggio di cura che nasce la voglia del regista di vivere da vicino la vita di Paolo, di tuffarsi a capofitto in quel dolore per trovare una strada che lo conduca sempre più in profondità dentro di sé, alla ricerca del senso della sofferenza umana.
Emanuele Marini, marchigiano classe 91, è il regista del documentario “I giorni del destino” in concorso alla 39° edizione del TFF. Emanuele è il tipico esempio di chi, senza imparare il mestiere in modo accademico, riesce a farcela da solo contando sulle proprie risorse interiori e sul poprio talento.