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Coronavirus, le nuove misure: ulteriore stretta di Governo e Regione

Sabato 21 marzo, ore 23,15

Attraverso  una diretta su Facebook il premier Giuseppe Conte annuncia nuove misure contro il coronavirus: dureranno almeno fino al prossimo 3 aprile. “Questa è la sfida più difficile dal dopoguerra”, ha detto il capo del governo. “Chiuderemo tutte le attività produttive non cruciali, resteranno aperti supermercati, alimentari, farmacie e parafarmacie. Saranno garantiti i servizi essenziali: bancari, postali, assicurativi e finanziari”

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Sabato 21 marzo, ore 21
Il presidente Cirio: 
“Se non lo facciamo adesso rischiamo che sia inutile”. Stretta sui mercati e chiusi uffici pubblici e studi professionali.  Stop agli spostamenti verso le seconde case

 

Una ulteriore stretta sulle misure necessarie a contrastare in modo decisivo il coronavirus è stata decisa oggi dalla Regione Piemonte, che nel pomeriggio per volere del presidente Alberto Cirio ha riunito in videoconferenza tutti i sindaci dei comuni capoluogo, i presidenti delle Province e i rappresentanti di Anci, Anpci, Upi, Uncem e Ali (Lagautonomie) al fine di valutare e condividere i contenuti della nuova ordinanza.
Il documento è stato elaborato lavorando tutta la giornata in sinergia anche con la Regione Lombardia, al fine di prevedere misure il più possibile omogenee vista la contiguità territoriale.
La nuova ordinanza sarà operativa da domani e verrà firmata in serata dal vicepresidente della Regione Piemonte Fabio Carosso.

 

«Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere in base ai poteri di cui dispongono le Regioni – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio –.Questa è la più grande emergenza affrontata dal dopoguerra ad oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma vi prego di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. Vi prego, proteggetela restando a casa».

 

La nuova ordinanza avrà efficacia in Piemonte fino al 3 aprile 2020.
Stretta sui mercati, che saranno possibili solo dove i sindaci potranno garantire il contingentamento degli accessi e il non assembramento, anche grazie all’utilizzo di transenne e sempre con il presidio costante dei vigili urbani. Inoltre l’accesso agli esercizi commerciali sarà limitato ad un solo componente del nucleo familiare, salvo comprovati motivi di assistenza ad altre persone. Chiusi anche gli uffici pubblici e gli studi professionali, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali ed indifferibili (oltre alla possibilità di attuare lo smart working).
Stop anche gli spostamenti verso le seconde case.
Vietata, inoltre, la sosta e l’assembramento davanti ai distributori automatici “h24” che distribuiscono bevande e alimenti confezionati. Bloccate anche le slot machine e disattivati monitor e televisori da parte degli esercenti. Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie e i tabaccai (dove dovrà essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro).
Ove possibile, dovrà effettuarsi la rilevazione sistematica della temperatura corporea presso i supermercati, le farmacie e i luoghi di lavoro.
Disposto il fermo dell’attività nei cantieri, ad eccezione di quelli di interesse strategico.
Vietato l’assembramento di più di due persone nei luoghi pubblici.

 

Coronavirus, in Piemonte il numero dei guariti sale a dieci. Le nuove vittime sono 17

Il comunicato stampa della Regione Piemonte, ore 19 di sabato 21 marzo

Il CORONAVIRUS PIEMONTE, IL NUMERO DEI GUARITI SALE A DIECI – DICIASSETTE NUOVI DECESSI – IN TERAPIA INTENSIVA 312 RICOVERATI

SALGONO A 10 LE PERSONE GUARITE DAL COVID 19

Nel pomeriggio, l’Unità di crisi della Regione Piemonte ha comunicato la guarigione virologica di altri due pazienti contagiati dal “coronavirus covid19”.

Si tratta di due donne, una dell’Astigiano di 73 anni e una del Vercellese di 44 anni.

Le persone guarite sono in totale 10, di cui quattro uomini a Torino (di 42, 61, 37 e 55 anni), quattro  donne ad Asti (di 77, 87 e 76 e 73 anni), un uomo di 44 anni in provincia di Cuneo e una donna di 44 anni in provincia di Vercelli.

DICIASSETTE I NUOVI DECESSI

Sono 17 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati questo pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte: 7 in provincia di Torino, 2 nel Novarese,  1 nel Cuneese, 2  in provincia di Asti, 5 nel VCO.

Il totale complessivo è ora di 255 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 71 ad Alessandria, 10 ad Asti, 25 a Biella, 19 a Cuneo, 33 a Novara, 62 a Torino, 14 a Vercelli, 17 nel Verbano-Cusio-Ossola, 4 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

BOLLETTINO DEI CONTAGI ALLE ORE 18.30

Sono 4.059 le persone finora risultate positive al “Coronavirus Covid-19” in Piemonte: 708 in provincia di Alessandria, 169 in provincia di Asti, 227 in provincia di Biella, 283 in provincia di Cuneo, 362 in provincia di Novara, 1.788 in provincia di Torino, 232 in provincia di Vercelli, 149 nel Verbano-Cusio-Ossola, 43 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti  98 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

Le persone in terapia intensiva sono 312.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 11.799, di cui 7.120 risultati negativi.

In isolamento domiciliare  ci sono 1.405 persone, in terapia intensiva 312.

Dalla Regione un aiuto ai minori in strutture residenziali

Approvato finanziamento / “La Regione, in questo momento di grande emergenza, dimostra concretamente di esserci come Istituzione. Oggi ho proposto alla Giunta una delibera con cui si intende dare sostegno ai minori accolti in strutture residenziali. È un impegno che dimostra come il nostro lavoro per il Piemonte e per tutte quelle persone che vivono quotidianamente in difficoltà prosegua incessantemente e con grande forza”. Così l’assessore al Welfare, Chiara Caucino.

Si tratta di un finanziamento di 225mila euro per progetti ed interventi socializzanti e ludico-ricreativi dedicati ai minori accolti in strutture residenziali e realizzati dagli Enti gestori delle funzioni socioassistenziali di tutto territorio regionale.

Per dare atto alla spesa complessiva si farà ricorso alle risorse dedicate alle politiche per i minori che l’assessore ha specificatamente costituito ex novo per l’anno 2020.

“A fronte dell’attuale situazione di particolare emergenza  – prosegue Caucino –  abbiamo voluto sostenere progettualità ‘di sollievo’ per la permanenza dei minori accolti nelle strutture residenziali, cercando di garantire il benessere psico-fisico degli ospiti, anche attraverso una più ampia possibilità di mantenere regolari ed effettivi contatti con le famiglie di origine e con gli adulti di riferimento”.

Il Piemonte dispone di una strutturata rete di circa 260 presidi per minori che, annualmente, accolgono 1.100 minori, compresi quelli provenienti da fuori Regione e i minori stranieri non accompagnati.

dr

Cirio scrive a Conte: “Piemonte al limite, situazione drammatica”

Una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e ai commissari straordinari per il Coronavirus Borrelli e Arcuri è stata inviata venerdì sera dalla Regione Piemonte

A firmarla il presidente Alberto Cirio, insieme al commissario straordinario per il Coronavirus in Piemonte Vincenzo Coccolo e all’intera Giunta regionale.

“Le nostre proiezioni ci dicono che in meno di tre giorni i casi di contagio in Piemonte raddoppieranno, avvicinandosi al livello di saturazione della rete di terapia intensiva regionale – si legge nella lettera -. Nonostante tutte le misure prese e il senso di responsabilità di moltissimi cittadini la situazione è drammatica: i posti per la terapia intensiva, che con il nostro potenziamento sono stati quasi raddoppiati, sono pressoché esauriti, le attrezzature e il materiale medico non arriva, il personale ospedaliero è stremato malgrado i rinforzi. Comprendiamo bene che la situazione sia difficile in tutto il Paese, ma il nostro caso insieme a quello della Lombardia non lascia più neanche un minuto da perdere”.

“Il Piemonte ha fatto e sta facendo miracoli – spiega il presidente Cirio – lo dimostra il potenziamento dei posti di terapia intensiva che abbiamo incrementato di oltre il 65% dall’inizio dell’emergenza. Insieme al Veneto siamo tra le Regioni che hanno fatto in questo senso lo sforzo più grande. Ma non basta. Abbiamo bisogno di aiuto, materiali, uomini. I nostri approvvigionamenti sono bloccati alle frontiere. Il Governo ha parlato di una task force di 300 medici, noi chiediamo subito che una parte venga mandata in Piemonte. Nel distribuire gli aiuti Roma deve tener conto delle proiezioni regionali di sviluppo del contagio. Per questo noi chiediamo di aprire per il Piemonte una via di priorità d’urgenza”.

Cultura, turismo e Commercio: “Cura Italia insufficiente”

“Il DL Cura Italia – commenta l’assessore regionale alla Cultura, al Turismo ed al Commercio Vittoria Poggio – ci lascia molto perplessi. Le misure di sostegno alle imprese più colpite non solo sono infatti palesemente insufficienti, ma dimostrano anche che il Governo si è completamente dimenticato di interi settori.

Penso ad esempio a tutto il mondo della moda, ma anche a molti altri settori, come la gioielleria, i fioristi, le cartolibrerie, i negozi di arredamento e a tutto quanto è stato incluso nella sospensione dell’attività prevista dal Dpcm dell’11 marzo ma escluso dalle misure di sostegno del Cura Italia. Perché? E non solo, penso anche a tutte quelle attività che per Decreto possono stare aperte, con tutti i rischi e le preoccupazioni del caso, per garantire la salute propria e dei propri dipendenti, al fine di rendere servizi di prima necessità, che certamente vedono drasticamente ridotti i loro fatturati e che sono, anch’esse, escluse da alcune importanti misure di sostegno. Ancora una volta mi chiedo: perché?

Prendendo come esempio tutto il settore moda, che tra l’altro è uno dei settori che maggiormente contribuisce all’immagine del Brand Italia nel mondo, possiamo certamente affermare che dal punto di vista economico questa crisi, agisce già su una patologia pregressa del settore (come testimonia il dato sulla nascita-mortalità degli ultimi otto anni in cui hanno chiuso in Italia 52mila punti vendita della moda a fronte di 26mila nuove aperture, con un saldo negativo di 26.399 unità. Da 141.212 negozi di moda al 31 dicembre 2011 a 114.813 punti vendita al 31 dicembre 2019) rischi davvero di far registrare un numero di chiusure non immaginabile, mettendo la tenuta dell’intero settore, come tutti gli altri, fortemente a rischio dal punto di vista economico.

Sul fronte del mercato interno si è assistito, infatti, negli ultimi giorni in cui era concessa l’apertura ai negozi una decisa flessione dei ricavi, raggiungendo medie drammatiche del 60% tenendo conto anche dei luoghi non ancora raggiunti dal contagio.

Sul fronte dell’incoming estero, si fa presente inoltre che l’impatto del turismo non ricade solo sulle attività direttamente comprese nel settore, appunto, turistico-ricettivo, ma ha ricadute forti anche sugli altri settori della distribuzione e del commercio al dettaglio e su tutti i soggetti culturali che operano nel nostro territorio, indipendentemente dalle scritture contrattuali. L’ultima Indagine di Banca d’Italia sul Turismo Internazionale, pubblicata il 18 giugno 2019, evidenzia che su un budget complessivo di 41,71 miliardi di euro destinato dai turisti stranieri per i viaggi in Italia, la quota destinata allo shopping, pari a 7,34 miliardi di euro, rappresenta la terza voce di spesa (17,6%), dopo i 9,2 miliardi di euro per la ristorazione (22,1%) ed i 18,15 miliardi di euro per l’alloggio (43,5%). In Italia, lo stallo di arrivi di turisti cinesi che rappresentano il 28% dello shopping, ma anche di russi (12%), americani (11%), ed arabi (5%) ha provocato da gennaio un danno rilevante che si stima possa anche arrivare ad una perdita superiore ai 5 miliardi di euro per le attività di questi settori. Tutti ora interessati anche dal provvedimento di sospensione dell’attività disposto dal Dpcm dell’11 marzo 2020, ma dimenticati dai provvedimento del DL Cura Italia.

I settori del commercio al dettaglio, inoltre, sono anche quelli maggiormente colpiti da questa crisi, anche per far fronte alle scadenze dei pagamenti dei fornitori, programmate secondo logiche di normalità sulla base di previsioni di vendite nella stagione che sicuramente non si concretizzeranno.

Un problema che coinvolge l’intera filiera, sviluppandosi secondo logiche di produzione e di vendita in un lungo e impegnativo iter temporale che va dalla presentazione delle collezioni alla raccolta degli ordini (effettuate tra giugno/luglio 2019), per passare attraverso le diverse fasi di produzione fino alla messa a disposizione dei prodotti al cliente finale (febbraio/marzo 2020) che avviene dopo circa otto mesi dall’ordine. E così per gli ordini della prossima stagione autunno/inverno 20/21 conclusi da poco.

Per questo, servono eccezionali misure per la “Quarantena commerciale” a partire dall’inclusione del settore moda e di tutti quelli del commercio al dettaglio attualmente esclusi (gioiellerie, cartolibrerie, arredamento, etc) tra quelli maggiormente colpiti dalle disposizioni restrittive ed elencati nell’art. 61 del Decreto Legge n. 9 del 16 marzo 2020.

Non si comprendono, infatti, le motivazioni per cui questi settori non rientrino tra quelli previsti nell’art. 61, che beneficiano, tra l’altro, di una sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria fino al 30 aprile 2020.

Non si capisce inoltre perché il Dl Cura Italia, per queste imprese (non tutte, peraltro, perché si esclude una fetta di aziende con più punti vendita o che operano con l’estero, realizzando fatturati superiori a 2 milioni di euro) preveda solo in via residuale, nonostante la chiusura obbligatoria disposta ex DPCM dell’11 marzo e le presumibili impossibilità di un ritorno a breve ad una tanto auspicata normalità, la sospensione dei versamenti da autoliquidazione per il solo periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020, mentre per i settori riconosciuti come “più colpiti” ex art. 61, senza peraltro alcun limite di ricavi, tale periodo è esteso al 30 aprile 2020.

Chiediamo dunque che,- conclude l’assessore Poggio – nel corso dell’iter parlamentare, questi importantissimi settori siano ricompresi tra quelli elencati nell’art. 61 con il riconoscimento ufficiale di essere considerati tra i maggiormente colpiti dalla crisi. Sono settori, lo ribadisco, che meritano attenzione, rappresentando uno dei traini della nostra economia e del nostro made in Italy.”

Tre milioni da Ersel Investimenti per Regione Piemonte e Fondazione Paideia

Le famiglie torinesi Giubergia e Argentero, tramite la società Ersel Investimenti, hanno scelto di stanziare tre milioni di euro per offrire il proprio contributo in occasione dell’emergenza Coronavirus. Due milioni di euro saranno destinati alla Regione Piemonte per acquistare dispositivi medici, sostenere le strutture sanitarie e tutto il personale che in questi giorni sta combattendo una durissima battaglia per curare i cittadini piemontesi

Un milione di euro sarà invece destinato alla Fondazione Paideia, sostenuta dal Gruppo Ersel da oltre 25 anni, per contrastare l’emergenza sociale attraverso il supporto a famiglie e bambini in difficoltà.

Abbiamo ritenuto doveroso intervenire in questo modo – ha dichiarato Guido Giubergia, Presidente di Ersel – per fornire il nostro supporto alla Regione in questa grave situazione di emergenza; ma, al tempo stesso, abbiamo ritenuto importante sostenere Fondazione Paideia nelle sue attività di sostegno alle famiglie in difficoltà, perché fin da ora riteniamo importante non sottovalutare le conseguenze sociali che si manifesteranno anche dopo la fine di questa fase di emergenza”.

“Cura Italia”, Tronzano: “Per il Piemonte misure insoddisfacenti”

Alcune delle misure contenute nel decreto “Cura Italia” saranno certamente utili, ma, per come sono state strutturate, non sono completamente soddisfacenti per la realtà economica piemontese

Ne è convinto l’assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, che così commenta il dispositivo: “Come Regione siamo impegnati a ragionare sull’emergenza, ma soprattutto a creare le condizioni affinché il Piemonte torni a decollare velocemente quando il Coranavirus cesserà i suoi effetti. Stiamo già interloquendo con la UE per pensare a una riprogrammazione dei Fondi Europei Fesr in caso di necessità; in particolare due sono gli assi che più riteniamo incisivi: spesa sanitaria e sostegno alle imprese. Con l’Unione Europea stiamo anche provando a ridisegnare il grande tema degli aiuti di Stato; abbiamo suggerito di sfruttare l’articolo 107 del TFU (Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea) che prevede una deroga per ‘calamità e altri eventi eccezionali’: e il Covid è sicuramente un evento eccezionale”.

“Infine – sottolinea ancora l’assessore Tronzano – continua l’interlocuzione con l’Abi per capire che cosa sia più opportuno fare con il fondo di garanzia, viste le ingenti risorse inserite dal governo; su questo tema un nodo critico presente nel decreto Cura Italia è rappresentato da una cifra troppo bassa di finanziamento massimo garantito dal fondo: 3.000 euro sono un importo irrisorio che deve essere portato almeno a 10/20.000 euro.  L’elemento più critico all’interno del decreto è l’assenza di contributi diretti, reali, immediati; i piccoli negozi, gli alberghi, le micro e piccole imprese hanno necessità senz’altro di cassa integrazione e garanzie, ma devono rimanere in piedi anche attraverso contributi a fondo perduto: solo così potremo farle ripartire. Lavoreremo quindi perchè il fondo perduto sia inserito nella conversione dell’attuale decreto. Nel testo non si parla dei liberi professionisti, e si agisce poco e in modo quasi offensivo sui lavoratori autonomi e sulle partite IVA e questo trovo che sia oggettivamente penalizzante: non sono lavoratori di serie B”.

“Altro tema non considerato – aggiunge Tronzano – è l’edilizia. In Spagna, Francia, Belgio sono partiti con il riconoscimento della causa di forza maggiore considerando il Coronavirus una delle cause che permettono di fermare i cantieri senza che le imprese ne supportino i relativi costi; il decreto del Governo invece non dice nulla su una cosa che sarebbe molto utile e che permetterebbe agli appaltatori di essere indennizzati per la maggior parte dei costi durante il periodo di sospensione.”

Webathon, Allasia: “Grazie ai promotori e a tutti i partecipanti”

Intervenendo ieri pomeriggio a Webathon per il Piemonte, la prima maratona web per raccogliere fondi a sostegno degli  ospedali della regione organizzata dal Consiglio e dalla Giunta regionale, il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha ribadito la sua vicinanza e quella della istituzione che guida ai cittadini piemontesi in questo difficile momento

“Il Consiglio regionale è un organo legislativo e sta facendo la sua parte. Martedì prossimo, nonostante le condizioni complicate in cui operiamo, in condivisione di intenti tra maggioranza e opposizione, approveremo il documento economico finanziario, la legge di stabilità e il bilancio 2020, necessari per dare sicurezze economiche a tutti i comparti, a partire da quello sanitario, a garanzia di tutti gli stipendi del personale medico e infermieristico e delle risorse necessarie per affrontare questa emergenza straordinaria che sta costringendo tutti a ripensare noi stessi e le nostre vite. Stiamo continuando a lavorare grazie anche a strumenti tecnologici che ci permettono connessioni veloci e alla possibilità di prendere decisioni in videoconferenza. Abbiamo inoltre accelerato l’introduzione del lavoro agile nella nostra struttura, per non fermare l’attività del Consiglio e insieme garantire la salute di chi ci lavora”.

Il presidente Allasia si è detto riconoscente verso chi ha organizzato e dato vita a Webathon Piemonte, e verso tutti  i cittadini che partecipano a questa iniziativa di solidarietà con le loro donazioni: “Donare per permettere ad altri di stare meglio è un gesto bellissimo e semplice allo stesso tempo, che ci permetterà di acquistare attrezzature mediche e sostenere le strutture sanitarie del nostro territorio. Vorrei ringraziare a uno a uno tutti quelli che hanno donato e stanno donando: dalle aziende che hanno messo a disposizione cifre importanti, ai singoli cittadini che hanno dato il lor contributo nonostante le difficoltà economiche in cui viviamo, fino ai volontari che con generosità mettono il loro impegno a disposizione della comunità. Un grazie che va esteso a tutti coloro che, stando a casa, stanno facendo la loro parte per sconfiggere l’epidemia”.

Centri diurni, Caucino: “Garantire misure compensative”

PER L’ASSISTENZA DOMICILIARE  “In questo momento di grave emergenza sanitaria è indispensabile – dichiara l’Assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino – garantire misure compensative di assistenza domiciliare, laddove i servizi diurni/semi-residenziali siano stati sospesi, per promuovere ogni forma di sostegno ai cittadini piemontesi e ai loro nuclei famigliari che vivono in un contesto di difficoltà”.

“In particolare – sottolinea Caucino – l’articolo 47 del Decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020, dispone di attivare interventi non differibili in favore di persone con disabilità ad alta necessità di sostegno sanitario, ove la tipologia delle prestazioni e l’organizzazione delle strutture stesse consenta il rispetto delle previste misure di contenimento. Informo inoltre che, secondo normativa, le pubbliche amministrazioni sono autorizzate al pagamento dei gestori privati dei suddetti servizi per il periodo della sospensione, sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo”.

Questo il contenuto di una nota diramata oggi agli Enti Gestori dei Servizi socio-assistenziali del Piemonte

L’impegno della Regione: “Noi cureremo tutti. Persone straordinarie stanno lavorando duramente”

“Noi cureremo tutti. E’ un impegno soprattutto per i più anziani. Ci sono persone che lavorano per creare nuovi posti di terapia intensiva e riaprire ospedali che erano chiusi. Faremo in modo che nessuno resti indietro”

Così il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che è stato oggi primo ospite della maratona web in corso sui canali social di Giunta e Consiglio regionale per raccogliere fondi da dedicare alla sanità impegnata contro il Coronavirus. 

Ha aggiunto il presidente: “Ci sono persone straordinarie che stanno lavorando duramente per garantire a tutti le cure. La prima cosa che farò appena potrò uscire dall’isolamento, dopo avere riabbracciato i miei figli, sarà andare all’Unità di crisi, dove ci sono persone che stanno lavorando per tutti noi. Il sistema sanitario del Piemonte è composto di donne e uomini straordinari”