Reale Mutua Basket Torino

Basket: la Reale Mutua c’è, Torino espugna Napoli

Grande prestazione della Reale Mutua, che difende alla grandissima per 40 minuti. Praticamente sempre avanti, gestisce bene i tentativi di break napoletani. Quattro uomini in doppia cifra per la Reale Mutua, nel finale decisive le giocate di Campani, Cappelletti e Clark. Ma è tutto il gruppo gialloblu a dare un contributo decisivo.

 

Coach Cavina parte con Cappelletti, Clark, Alibegovic, Pinkins e Pagani. Coach Sacripanti risponde con Mayo, Parks, Marini, Lombardi e Zerini.

La tripla di capitan Alibegovic apre il match, Mayo risponde dalla lunetta per Napoli. Altri due lliberi per i padroni di casa valgono il 3-4 del 2°, Pinkins a rimbalzo offensivo trova il +3 gialloblu. Lombardi replica, ma la seconda tripla di Alibegovic vale il 5-9 del 4°. Marini accorcia, ma Clark si mette in gara appoggiando da sotto su assist di Cappelletti. Mayo inventa la parità a quota 11, Parks trova il canestro del sorpasso partenopeo, Marini infila il 15-13. Alibegovic in transizione sigla il 15-16 del 6°. Monaldi e Parks rimettono avanti Napoli, Cappelletti tiene a -1 la Reale Mutua. Clark sorpassa, Campani mette il +4. Al 10° è 19-23. Due falli offensivi consecutivi a Diop aprono il secondo quarto, Campani mette il primo canestro della frazione. Alibegovic sigla il 19-27 del 13°, Iannuzzi sblocca Napoli, Sandri appoggia il -4 e coach Cavina ferma tutto con il time-out. La Reale ne esce bene e costruisce una gran tripla per Penna, Mayo la mette di talento per il 28-30 al 15°. La rubata di Lombardi vale la parità, Zerini allunga il break e riporta avanti Napoli. Campani impatta, nel possesso successivo Monaldi si aggrappa a Campani, per la terna inspiegabilmente è tutto buono e Mayo approfitta del tecnico alla panchina per il +1. La Reale Mutua si affida ancora a Campani, che sigla il 33-35 del 18°. Bushati fa valere talento ed esperienza per il +5, la terna in azzurro regala altri due liberi a Napoli per accorciare. Cappelletti e Mayo si scambiano le triple del 38-41 al 20°.

Pinkins sblocca le marcature nel secondo tempo, Parks risponde per Napoli. Mayo impatta a quota 43, Marini firma il sorpasso dei padroni di casa al 24°. Cappelletti si incarica di pareggiare, Clark sigla il 47-49 del 26°. Marini infila la nuova parità, Clark risponde rubando e appoggiando il +2, Pinkins piazza la tripla del 49-54 al 30°. Penna apre il quarto con la tripla, Iannuzzi accorcia le distanze dal post basso. Ancora Iannuzzi a siglare il 53-57 del 33°, la zona di Napoli recupera la palla del -2, coach Cavina furioso ferma la partita con il time-out. Campani torna in gara, si muove tra le maglie bianco-azzurre e appoggia il +4. Monaldi accorcia nuovamente, Uglietti impatta a quota 59 al 35°. Clark infila la tripla dall’angolo, Iannuzzi e Campani fissano il 61-64. Le proteste di Sacripanti e le scenate di Uglietti continuano ad essere premiate dagli arbitri, che donano di un’altra palla recuperata Napoli. Iannuzzi la usa per mettere il -1, Campani risponde con il 63-66 del 38°. Cappelletti dopo l’assist si mette in proprio e infila il +5, Uglietti mette un canestro pesante. Clark, nonostante il disturbo del pubblico, sigla il 65-70 al 39°. Parks accorcia a 50″ dalla fine, il ferro rifiuta le conclusioni di Cappelletti e Mayo. Clark prende il rimbalzo, subisce fallo, dalla lunetta fa 1 su 2, ma è un fulmine a recuperare la palla e infilare il 67-73 a 22″ dalla fine. Diop recupera la palla e Torino può urlare: è vittoria.

 

GeVi Napoli – Reale Mutua Torino 67-73 (19-23, 19-18, 11-13, 18-19)

GeVi Napoli: Josh Mayo 17 (0/4, 4/7), Antonio Iannuzzi 12 (5/7, 0/0), Jordan Parks 11 (3/7, 0/3), Pierpaolo Marini 9 (4/7, 0/5), Diego monaldi 6 (3/4, 0/3), Eric Lombardi 4 (2/2, 0/0), Lorenzo Uglietti 4 (2/5, 0/0), Andrea Zerini 2 (1/3, 0/1), Daniele Sandri 2 (1/4, 0/6), Amar Klacar 0 (0/0, 0/0), Antonio Matera 0 (0/0, 0/0), Flavio Cannavina 0 (0/0, 0/0)

Tiri liberi: 13 / 15 – Rimbalzi: 32 10 + 22 (Antonio Iannuzzi, Andrea Zerini 7) – Assist: 8 (Josh Mayo 4)

Reale Mutua Torino: Luca Campani 17 (5/7, 0/2), Jason Clark 16 (5/6, 1/2), Alessandro Cappelletti 12 (4/5, 1/2), Mirza Alibegovic 11 (2/2, 2/5), Kruize Pinkins 9 (2/5, 1/2), Lorenzo Penna 6 (0/0, 2/2), Franko Bushati 2 (1/1, 0/3), Giordano Pagani 0 (0/0, 0/0), Ousmane Diop 0 (0/3, 0/2), Daniele Toscano 0 (0/0, 0/1)

Tiri liberi: 14 / 22 – Rimbalzi: 33 4 + 29 (Jason Clark 7) – Assist: 13 (Alessandro Cappelletti 6)

 

Da Decathlon con Reale Mutua Basket Torino

La Reale Mutua Basket Torino comunica  la possibilità di associare la propria carta fedeltà Decathlon al Club gialloblu.

La Carta permette di ricevere un punto ogni € di spesa e accumulare buoni d’acquisto, cambiare i prodotti entro 365 giorni e partecipare gratuitamente ad un’esperienza sportiva tra oltre 16.000 in tutta Italia.

In più, a tutti i possessori della carta Decathlon, Basket Torino riserverà il 10% di sconto presso lo store di via Giolitti 19.

Si potrà associare, o sottoscrivere, la propria carta fedeltà in uno dei cinque punti vendita del torinese: Torino Centro, Lingotto Contact Point, Grugliasco, Moncalieri e Settimo Torinese.

“Un nuovo modo per dimostrarsi #piùfortiinsieme”, afferma la società di basket.

Reale Mutua Basket Torino – Forlì 84 – 89. Perdere è brutto ma non vincere è peggio

Il basket visto a distanza

La Torino del basket meriterebbe un pochino più di intelligenza tattica nel condurre le partite che dovrebbero essere vinte a mani basse. Ma così non è, e se siamo e forse resteremo in A2, una ragione ci sarà, sia perché questo è il livello e anche perché il livello così basso da queste parti non lo si vedeva da mai.

Se Vi piace veder giocare sempre solo individualmente (vedi Clark con rari lampi delle sue potenzialità) o fare solo il compitino (vedi Diop) senza mai eccedere in nulla né in spettacolo (non sia mai!…) né in concretezza e soprattutto nei momenti cruciali buttare alle ortiche la palla o sbagliare i tiri decisivi, bè, questa è la Vostra occasione per divertirvi.

In panca ci si ostina a sperare che diventino giocatori di basket sia Penna che Toscano e che anche il “pensionato” ormai da tempo Bushati riviva un’altra giovinezza sportiva e quindi nei momenti in cui Torino sale nel punteggio li butta in campo per dare vantaggio agli avversari, … forse per farli rientrare o superare nel punteggio la nostra squadra.

La difesa, questa sconosciuta, concede sempre una discreta (ad essere buoni) quantità di tiri da piazzati senza nessun ostacolo agli avversari che infatti segnano circa 90 punti e dire che la difesa è un’arma importante per vincere sembra un po’ una barzelletta quando si sente dire che è un’arma tattica. Giocatori ai più sconosciuti si trasformano in Stephen Curry quando giocano contro Torino. MA, pur con tutti i limiti, un giocatore di serie A2 lasciato da solo, di solito è più probabile che segni piuttosto che sbagli, tranne alcune debite eccezioni che purtroppo transitano in maglia gialloblù nella nostra squadra con il compito di scrivere a penna il loro nome nell’albo della vergogna.

Comunque il livello è questo e i “non ex” di Torino Giachetti e Bruttini a distanza di anni fanno ancora la differenza e fanno sicuramente rimpiangere i tempi in cui con loro giocavano Mancinelli, Lewis, Miller (prima di andare fuori di testa), Fantoni e anche Amoroso, … .

Forse la Reale Mutua vincerà lo stesso il campionato, ma la tristezza di un livello tattico così scadente è imbarazzante. Sarebbe bene che si tornasse forse all’idea di cinque giocatori buoni che non dieci mediocri, o addirittura due stranieri splendidi e dei comprimari adeguati. Altrimenti tutti sanno già cosa succede: chi sale di categoria l’anno successivo deve fare una squdra completamente nuova, anche perché quelli dell’anno prima non sono adeguati alla categoria superiore.

Nella partita di ieri si può salvare solo Clark per le sue iniziative individuali e una splendida giocata spettacolare e Cappelletti, anche se entrambi hanno commesso errori gravi nel finale. Alibegovic e Pinkins si sono mossi bene in alcuni momenti ma non è stato sufficiente, così come Campani e Diop, con il giovin virgulto che è ad un bivio: Ousman Garuba ha 19 anni e ha segnato 24 punti e preso 12 rimbalzi in gara 4 di Eurolega con il Real Madrid contro l’Anadolu Efes ed è risultato il miglior giocatore della giornata; Ousman Diop ha vent’anni e “la appoggia piano” e non vince in A2 contro Forlì. O si decide ad uscire e comincia ad usare la testa oltre al fisico, o il suo destino non sarà quello a cui potrebbe tendere. E’ giovane, ma non così tanto da non giocare a tutta forza. Che abbia paura di essere sostituito se non fa il compitino? Mah… .

Comunque in un anno senza pubblico, giocare in casa o fuori non dovrebbe contare molto se non nel portafoglio delle società e quindi arrivare primi o secondi o quarti cambierà poco. Ma un po’ di decenza nelle scelte tecnico tattiche non sarebbe sgradita, ma autocelebrandosi quando si vince ed esaltando gli avversari quando si perde non conduce a grandi prese di posizione.

La mentalità di Torino di quest’anno è essenziale: giocare sperando di vincere, temendo tutti e avendo paura delle ombre non è proprio uno spettacolo. Speriamo che gli altri giochino ancora meno bene di noi e allora ce la faremo. Ma il purgatorio è ancora lungo… .

Paolo Michieletto

Basket: coach Cavina premiato come miglior allenatore

 REALE MUTUA TORINO – GIRONE DI RITORNO  Coach Demis Cavina è stato premiato come miglior allenatore del girone di ritorno  della Serie A2. Giusto riconoscimento per il grande lavoro svolto in queste due stagioni, entrambe terminate con il primo posto in classifica nella stagione regolare. Un premio per lui, per lo staff tecnico, per tutto il gruppo gialloblu, come sempre ama dire il coach. Ulteriore benzina nel motore in vista della fase ad orologio e dei playoff.

Bergamo – Reale Mutua Basket Torino 71 – 67

Il basket visto a distanza

Sembra ridicolo il dover raccontare ogni settimana di come questa squadra, la Reale Mutua, sia la più forte del campionato, e poi doversi trovare ogni tanto a descrivere un’ecatombe di errori, palloni lanciati in tribuna, tiri effettuati al fine o di rompere il tabellone o far rabbrividire gli antichi insegnanti di minibasket di “cotanti” eroi di Torino che in alcuni momenti sembrano essere più dei manovali prestati al basket che stipendiati di lusso in un periodo nero per tanti e che, invece di pensare ad essere stanchi, proprio per questo motivo dovrebbero dignitosamente rispettare chi spende i propri soldi e il proprio tempo per guardarli.

Non parlerò infatti di una partita giocata senza alcuna dignità e rispetto dei muliebri giocatori gialloblù e del loro condottiero contro l’ultima della classe, in quanto i motivi tecnici e sportivi potrebbero indurre tutti a pensare che in realtà Torino si fa “i fatti propri”, non rischiando nulla per poi giocarsela più avanti, e ha fatto bene ecc. ...

Però questo è un periodo triste per tutti, e io credo che un po’ di sana osservazione delle vetrine abbassate e delle persone che hanno perso il lavoro aiuterebbe a trovare un buon compromesso tra la realtà figurata di un parquet dove si gioca a basket e quella reale … dove la gente vive con traumi lavorativi e personali, costringendo tutti i protagonisti a pensare che se ti è data la fortuna in “tempi di guerra” di lavorare giocando il rispetto che puoi dare è giocare bene e metterci ancora più impegno.

Ma io vivo di utopie, probabilmente. In altre epoche la gente sognava con eroi sportivi, se così possiamo chiamarli, che permettevano almeno di illudersi per un paio d’ore di vivere in un mondo migliore. Ma, altrettanto sicuramente, di questi eroi il mondo moderno non ne ha alcuna traccia.

Si può perdere, si può vincere, ci possono essere motivi tecnici, motivi tattici, ma la voglia no, non può mancare. Mihajlovic suggeriva ai suoi giocatori di andare ai cancelli di Mirafiori alle 6.00 di mattina per capire cosa volesse dire lavorare. Io, con molta meno autorevolezza, suggerirei di andare a qualunque ora.

E’ stato un pomeriggio orribile di “assurdo nulla” giustificato dai più e consentito dalle regole. Non è questo il modo di dare lustro ad una maglia. Non si rispetta neanche la regolarità (se mai ve ne è una… ) di un campionato in cui vittorie e sconfitte determinano il destino tuo e degli altri, ma si sa, questo è lo sport.

Non preoccupatevi se lo sport non funziona o se non ha dignità in questo momento epocale. L’esempio arriva sempre dall’alto. E se fosse un buon esempio allora sarebbe di sprone, altrimenti è un’altra cosa.

Mercoledì si rigioca con le stesse squadre, stesso mare ma non stessa spiaggia, stavolta al Palagianniasti: cosa aspettarsi? Ai “poster” l’ardua sentenza… .

Paolo Michieletto

Reale Mutua – Casale 73 – 77. Una sconfitta indegna e offensiva per Torino

Il basket visto a distanza.

Non è possibile che una partita sia giocata dalle riserve per un motivo a tutti noi oscuro per dimostrare qualcosa che non sappiamo e che solo quando la partita è compromessa si decida di giocare con gli unici cinque che possono realmente fare la differenza, ma che miracoli non possono fare anche perché tra di loro non c’è Stephen Curry né Lebron James. E in panchina non abbiamo neanche Phil Jackson, e nemmeno Popovich, ma neanche Peterson, e neppure un redivivo Guerrieri, ma nemmeno un Ettore Messina, e neanche un Paolo Galbiati e nemmeno Bechi.

Iniziare il quarto quarto con quattro quinti di panchinari (Penna, Bushati, Toscano, Campani) più Alibegovic e tenere in panchina fino a quasi quattro minuti dalla fine Diop, Pinkins, Clark e Cappelletti per dimostrare che si può perdere con ostinazione anche con squadre oggettivamente più scarse è una teoria ampiamente dimostrata nella partita di stasera.

Giocare con le proprie idee è giusto, ma offendere la tifoseria che già fatica a seguire la Reale Mutua anche con la LNP Pass che non sempre ha una connessione ideale, perdendo una partita con Casale che è ritenuta a torto o a ragione un derby semplicemente perché non si vuole accettare il fatto che i propri beniamini non sono all’altezza della categoria e possono solo essere comprimari, lascia aperta anche la porta del dubbio che anche chi sponsorizza debba essere tutelato.

Si parla di imprenditoria locale da far innamorare: bene, questa è la strada inversa. Non importa se si sarebbe potuto vincere lo stesso. Potevano recuperarla, i titolari, ma se avessero giocato per maggiore tempo e nei momenti topici alla fine il risultato sarebbe stato diverso.

In una partita dove per ben sette volte da sotto i giocatori sono riusciti a colpire solo il tabellone (2 volte Camara e 2 volte Martinoni di Casale, 1 volta Penna, Toscano e Campani) più altri obbrobri da campetto condominiale, neanche quelli pubblici, pensare di dar la colpa agli arbitri è come dire che se io passo col rosso con i vigili fermi all’incrocio se mi danno la multa la colpa è loro!!!

Una partita tecnicamente e tatticamente giocata malissimo da entrambe le parti ha visto solo spunti di individualismo di buon livello da parte di qualche giocatore, ma sono solo lampi in una notte di buio pesto.

Cappelletti gioca discretamente ma non bene, Alibegovic si carica ogni tanto la squadra sulla spalla, Pinkins e Clark sembrano un lusso riservato alle casse dello sponsor che contribuisce economicamente a valorizzare la loro permanenza per lunghi tratti seduti in panchina. Da ultimo, vorrei parlare di Ousmane Diop: vent’anni e non in campo fino a fine quarto quarto! Non ci si crede! Se riuscisse a liberarsi del terrore di essere sé stesso (disinteressandosi del parere “altrui”) e provare a spaccare il canestro ogni volta che ha la palla in mano forse diverrà un giocatore di livello alto, oppure se resterà confinato nel “compitino” affidatogli il suo livello rischia di fermarsi molto prima del meritato.

Eppure la squadra sembra essere in ottima forma fisica e non si giustifica un turnover da Eurolega, vuoi perché la rosa non lo consente e vuoi perché gli avversari non sono il CSKA … , e quindi il riposo non è necessario visto che la squadra tiene, e bene, il campo fino alla fine.

Purtroppo questa sconfitta allontana i sogni del primo posto (per quello che serve…) ma soprattutto abbassa i già tiepidi entusiasmi che questa squadra suscita.

Il timore è che a forza di insistere prima o poi si potrebbe avere anche fortuna e ragione e quindi vincere lo stesso anche con i comprimari, soprattutto con squadre molto più deboli. Ma il costo è l’antibasket, che si materializza ogniqualvolta che il gioco diventa un “shaqtin’ a fool” permanente. Invito chi potrà farlo a vedere gli ultimi tre minuti del secondo quarto e, se potete, createne un video divertente con la musica del circo e di Benny Hill di antica memoria.

Dopo tutto questo, però, Torino ha perso negli ultimi secondi e avrebbe anche potuto vincere. Se vuole, se tutti lo vogliono e se gli astri lo vorranno … la Reale Mutua del basket, proprio nonostante questo, ha ottime possibilità di salire nel Basket che conta della serie A.

Paolo Michieletto

Orzinuovi – Reale Mutua Basket Torino 71 – 73. Al limite della decenza

Il basket visto a distanza.

La Reale Mutua esce vittoriosa al termine di una partita che definire brutta è farle un complimento.

Il quintetto inedito di partenza è un inno alla follia e sembra far apparire Orzinuovi come una squadra di basket di senso elevato. Non per niente il primo tempo lo si finisce sotto di due punti.

La gestione di un attacco alla zona 3 2 con una disposizione “3 2” è perlomeno da campionato dilettantistico, ma questo abbiamo e questo ci teniamo.

La partita avanza con errori e contropiedi nati da incredibili palle perse non per stranezza ma per estrema leggerezza nei passaggi.

La Reale Mutua Basket Torino “repelle” lo spettacolo, visto che ad ogni tentativo di passaggio “azzardato” o di tiro o schiacciata giudicata “eccessiva” il giocatore che effettua tale “ignominia” viene bruscamente messo a sedere in panca da chi probabilmente chiederebbe a Stephen Curry di non tirare troppo da tre e a Lebron James di non schiacciare da solo in contropiede.

La svolta arriva con il doppio tecnico che espelle il nostro allenatore che addirittura i commentatori televisivi di Orzinuovi definiscono irrequieto e nervoso fin da inizio partita, pur se gli arbitri non si possono definire “perfetti”, ma chi lo è in questo livello di gioco?

A quel punto Torino rimonta lo svantaggio, finalmente con in campo nei minuti finali i 5 – 6 giocatori veri di basket che Torino ha. E, pur con un brivido finale del canestro del pareggio di Orzinuovi segnato però a tempo scaduto, anche se di poco, la Reale Mutua porta a casa una vittoria che avrebbe dovuto essere scontata, vista la differenza dei valori in campo. O meglio, di quelli che sarebbero i valori se in campo scendessero sempre i migliori a disposizione, ma ormai, questo è un ritornello che si ripete ogni volta.

Se Torino deve solo vincere, allora va bene, soprattutto se questo calvario ci porterà alla Pasqua della resurrezione in serie A, altrimenti questo antispettacolare basket mirato all’essenziale è veramente poca roba ed il pubblico può poco gioire di una squadra senza entusiasmo e con grinta solo rivolta al compitino.

Diop ha spadroneggiato fisicamente ma deve ancora maturare in ambito comportamentale se vorrà salire di livello. Cappelletti ha “vinto” la partita con l’ultimo tiro da tre ed è stato sovente in panca senza avere un sostituto al suo posto, Clark ha infilato bombe e canestri decisivi e Pinkins e Campani (autore di una stoppata decisiva nel finale) hanno completato l’opera.

Reale Mutua Basket Torino è tutta qua. Questi 6 possono vincere il campionato, gli altri contribuire a complicare la vita se quando entrano non riescono almeno a essere dei buoni comprimari. Questa partita era da vincere agevolmente (come all’andata) e invece c’è già da gioire di “averla portata a casa”.

Non cambio il mio pensiero. La squadra più forte del campionato è sicuramente la nostra. Tutto quello che comporta un risultato peggiore della vittoria finale sarà una sconfitta. Sarebbe bene cominciare a crederci e a smettere di aver paura o di essere sempre nervosi. Se i giocatori possono giocare senza temere “ritorsioni” con l’esclusione dal campo, è sicuro che giocheranno meglio.

Il rispetto che si dà agli avversari è qualcosa di corretto dal punto di vista etico, umano e professionale. Ma in campo “si massacra” e si vince. Sono gli altri a preoccuparsi di noi, non viceversa. Ma questa è la mentalità dei vincenti.

Chissà, probabilmente un giorno Torino del Basket avrà di nuovo la squadra in serie A, ed io sarò tra i primi a gioirne. Mai come quest’anno il livello della serie A2 è basso. Non vincere è disdicevole, perdere inaccettabile. Salire in serie A … un volere degli Dei del basket.

Paolo Michieletto