Caro Torinese,
sono una giovane donna di 30 anni che ha intrattenuto una relazione per quattro ( e lunghissimi ) anni, con uomo più grande di 17. Ci tengo a sottolineare l’età della persona poiché quanto sto per raccontarti , a mio parere almeno, dovrebbe riguardare unicamente l’età dell’infanzia di un uomo, cioè quando è la mamma a decidere ogni cosa riguardo al proprio figlio. L’uomo in questione, è un soggetto alquanto bizzarro, poiché si presenta alle sue “prede” come single di buona famiglia, verso la quale dimostra una devozione maniacale, con tanta voglia di costruire un rapporto tradizionale con una brava ragazza, dopo anni di scorribande e vita sregolata in giro per il mondo. I presupposti sembrano buoni, lui si mostra attento e garbato e i modi sono quelli da gentiluomo d’un temp. Perfetto, mi fido. Mi presenta dunque alla blasonata famiglia e tutto procede per il meglio poiché anche loro mostrano quella gentilezza e cortesia simile, forse troppo , alla sua, e la mamma, indiscussa regista del menage familiare, non perde occasione per sfoggiare in pompa magna tutto il suo savoir faire durante le ricorrenze, con telefonate di buon augurio, gesti esemplari, a volte persino esagerati, regali , manifestandomi sempre stima e accondiscendenza.
Ovviamente io ero molto gratificata da questa conclamata serenità che regnava anche perché il mio fidanzato era al settimo cielo per il legame che si era creato tra me e la sua mammina. Bene. Cominciamo dunque a trascorrere molte serate a casa del mio fidanzato e tranquille domeniche invitando a pranzo amici o guardando un film per riposare dalla frenesia della settimana. Ma ecco che proprio la domenica, subito passato l’orario del pranzo, si apriva improvvisamente la porta di casa con mammina e papino in procinto di far visita al figlio. In un solo istante tutte le buone maniere sembravano essere scomparse, tradite da una chiave che gira nella serratura, incurante di un campanello che di solito viene utilizzato quantomeno per domandare permesso. La presenza di mammina doveva prescindere da ogni cosa, e se per caso si desiderava ospitare qualche amico per quattro chiacchiere confidenziali, lo si poteva fare, ovviamente aspettandosi l’arrivo di mammina a sorvegliare che la fidanzata del suo amato pargolo non prendesse troppo possesso della casa e delle abitudini della stessa.
Con l’arrivo della bella stagione, si discuteva dell’organizzazione delle vacanze estive, nelle quali io riponevo la massima speranza per trascorrere delle giornate in compagnia del mio compagno e della voglia di vivere uno spazio tutto nostro. Giammai!!! Era forse più probabile cavalcare un unicorno tra le nuvole che non andare in vacanza senza mammina. L’unica concessione che mi era stata fatta era quella di poter affittare una casetta lontana giusto qualche metro dalla sua se proprio non volevo soggiornare nella stessa.
Perché ovviamente io non sarei certo stata un disturbo, anche se a dir la verità tutti quei comportamenti scorretti che d’un tratto manifestavo nei confronti di mammina, erano diventati eccessivi , fuori luogo e soprattutto ingiusti nei riguardi di una madre che cerca solo di creare e apportare armonia nella vita del figlio e della nuora. Tutta la tracotanza e la sicurezza dimostrata dal mio fidanzato durante i perenni rimproveri che mi riservava ogni qual volta le mie iniziative non collimavano con quelle di mammina, erano invece frasi piene di ubbidienza, devozione e pacatezza verso la madre durante le innumerevoli telefonate quotidiane, con pretese al limite della realtà, e sgridate in piena regola se dei fatti non erano stati svolti secondo il suo sovrano volere.
Nel frattempo, tra malumori e sopportazione , il mio fidanzato avanzava delle scialbe richieste di seria convivenza. Io desisto e dichiaro e pretendo che nel momento in cui avessi deciso di trasferirmi definitivamente nella sua dimora, la stessa sarebbe divenuta anche la mia e dunque avrei gradito che fosse rispettata la mia privacy e la mia stessa persona. Assolutamente no. Il mio punto di vista non poteva essere contemplato poiché dato che mammina aveva un carattere particolare, irascibile e volubile, non si poteva certo impedirle di soggiornare della nostra casa quando lei intendeva , cambiare mobili che lei personalmente aveva scelto o addirittura non assecondare ogni suo inclinazione nel designare il modus vivendi del figliuolo. Se questi erano i patti, niente da fare, ognuno per la sua strada. E così è stato. Dopo settimane di autoanalisi, autocritiche e un po’ di rimpianto, scopro che io ero solo l’ultima delle numerosissime “vittime” del mio ex e della sua adorata madre, e che io mi ero distinta nel gruppo di malcapitate solo per la durata del rapporto poiché la media era decisamente più breve.
Ebbene si, sono risultata la più paziente e comprensiva, ma alla fine mammina non ha resistito nemmeno questa volta nel sopportare una donna nella vita e nella casa del figlio. Voci raccontano che oggi trascorre le sue domeniche a casa dell’amato figliuolo, ad ammirare l’orizzonte del panorama collinare trionfante da quest’ennesima vittoria e pronta per una nuova sfida. Il mio dubbio è: ho perso di fronte ad una donna capace di mantenere ad ogni costo ciò che ritiene suo, o forse ho fatto giusto in tempo a sottrarmi ad una situazione ed una relazione che di sano aveva ben poco?
Berkolina
Carissima Berkolina ,
anche se la tua relazione non ti ha portato al matrimonio, e grazie a Dio, aggiungerei, il tema del “mammismo” è stato recentemente affrontato anche dalla Chiesa, e il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco ,ha ribadito a gran voce ciò che il Tribunale ecclesiastico ha enunciato e cioè che il “mammismo” è una dipendenza patologica che può rendere nullo il matrimonio e causare problematiche di tipo sessuale che inevitabilmente insorgono rendendo gravemente difficoltosa l’unione coniugale. Dunque si tratta di un tema molto serio che una volta veniva identificato come complesso di Edipo o sindrome di Peter Pan e considerata una vera e propria patologia. Oggi questa subordinazione affettiva alla madre in età adulta è più comunemente indicata come “mammismo” appunto, che si identifica anche nei problemi psicologici e comportamentali di entrambi i soggetti, e da quanto hai descritto nel tuo racconto , direi proprio che il tuo ex e sua madre ne sono pienamente affetti.
Da una parte troviamo la tipica madre che prende possesso di ogni situazione della vita del figlio, ostacolandone la crescita e l’indipendenza, soprattutto in campo sentimentale, fungendo da filtro per qualunque decisione che riguarda il cambiamento di status del figlio, da single a fidanzato o sposato, con il terrore che una donna possa prendere decisioni riguardanti il futuro dell’ amato ragazzo sottraendole importanza e ricopra un ruolo , di tutto diritto, più autorevole del suo. Dall’altra parte ecco qui un prototipo di uomo che molto spesso trasuda sicurezza e intraprendenza, ma che poco dopo si rivela per quello che è realmente: un uomo debole , senza un vero carattere, poiché perennemente deviato dalla subordinazione alla madre, incapace di vivere un’esistenza all’insegna di sani principi, e provare la gioia di costruirsi un percorso appagante e che mette in relazione i molteplici contesti della vita in maniera armoniosa.
E tra l’altro la casistica ci dice che sono proprio questi ometti molte volte, a sviluppare dipendenze da gioco d’azzardo, droghe o perversioni di tipo sessuale, poiché sfogano la loro libertà in una dimensione che non lede lo spazio della madre. Detto ciò, e facendo dei vivissimi complimenti alla cara mammina del tuo ex fidanzato per l’ottimo lavoro svolto, e lui stesso per la sua prorompente personalità, al tuo dubbio rispondo dicendo che no, non hai perso di fronte poi ad una donna che non mostra segni di equilibrio, hai solo salvato te stessa da un probabile futuro nefasto , nel quale saresti stata continuamente messa in discussione, ferita ed estremamente infelice. E rievocando anche l’immagine della Sacra Famiglia, faccio notare che Gesù Bambino era accudito da mamma , papà e riscaldato dal bue e dall’asinello , pertanto ti consiglio di ricercare per il tuo avvenire un rapporto nel quale sia tu insieme al tuo compagno e magari un amico a quattro zampe, ad accudire e preservare il nucleo della TUA famiglia.
Dudina torinese