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La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Il francobollo nostalgico – I senatori a vita – Il sindaco Sala e Vasco – Lettere

Il francobollo nostalgico
L’idea malsana di dedicare ad uno squadrista fascista un francobollo, tale Italo Foschi, appare davvero fuori luogo e fuori tempo. Qui abbiamo a che fare con uno che ha celebrato gli assassini di Matteotti e che si distinse nella caccia agli ebrei. C’è da domandarsi se non si siano superati i limiti della decenza. I comunisti salvarono dal carcere il noto pluricriminale Francesco Moranino, ma nessuno pensò ad esaltarlo come eroe. Chi ha fatto questa scelta è privo del senso della storia e perfino del ridicolo.
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I senatori a vita
È passata quasi inosservata l’abolizione dei senatori a vita, un retaggio regio in periodo repubblicano che non ebbe mai un senso preciso. Un uomo come Toscanini rifiutò la nomina pervenuta da Einaudi. Cinque senatori a vita spesso scelti tra politici di lungo corso come Fanfani,  Colombo e Taviani  non sono ininfluenti nel caso di maggioranze instabili come quella di Prodi. Se poi pensiamo ad alcuni Presidenti che nel quinquennio nominarono 5 senatori innalzando il numero complessivo dei vitalizi c’è da domandarsi se non sia stato uno sfregio costituzionale l’averlo fatto. La nomina di Mario Monti è rimasta una scelta di parte che ha inaugurato una nuova stagione politica contraria al voto delle urne. Forse tra i pochi senatori benemeriti ci fu Eugenio Montale che fece da garante alla legge sul divorzio. Spadolini tentò in tutti i modi di diventare Presidente della Repubblica dallo scranno più alto di Palazzo Madama come anche fece Fanfani. Non credo che in una democrazia matura ci sia bisogno di 5 saggi. Ci sarebbe bisogno di senatori e deputati più colti e competenti , con meno chiacchiera polemica televisiva e più lavoro nelle commissioni. Ma in realtà è proprio la figura del parlamentare che si fa più evanescente perché oggi il potere legislativo è affidato al Governo con i suoi decreti legge abituali. Tutto appare urgente e il Parlamento non fa altro che ratificare, magari con qualche emendamento. I tempi della politica sono stati ampiamente superati. In questo senso sembra una democrazia al tramonto con dei partiti privi di identità abbarbicati al potere. Se poi pensiamo all’assenteismo dal voto e alla protesta di piazza spesso violenta, ci accorgiamo che la democrazia sembra più una parvenza che una realtà. La crisi dello Stato e la autorevolezza sempre più bassa sono segni preoccupanti. I pericoli del fascismo sono remoti, quelli autentici molto vicini.
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Il sindaco Sala e Vasco
Il sindaco di Milano Sala  ha ancora una volta celebrato Vasco Rossi, dicendo che lui è più importante di tanti sindaci di Milano. Cantautore di successo, è anche noto per la sua vita smodata. È  naturale che Vasco  definisca autoritaria la vita attuale. Purtroppo invece occorrerebbero tanti giri di vite in più, ad esempio, in una università al collasso per la viltà dei suoi rettori. In Italia ci sarebbe bisogno di più ordine per garantire più libertà ai cittadini onesti che vedono i loro diritti defraudati dalla prepotenza. Il super milionario Vasco non vive certo i problemi nostri e il suo esempio mitizzato potrebbe aver contribuito a deviare  molti giovani. Questo dovrebbe sapere Sala, proponendolo ad icona di una società priva di valori.
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Al voto per l’Europa
Mi dà un consiglio sul voto europeo? Io tra mille polemiche stento a capire.  Fabrizia Raiteri
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Questa volta sono in imbarazzo pure io anche se incomincerei ad escludere i vari Santoro, Tarquinio, Salvini e tanti altri. L’Europa ha bisogno di un voto moderato che neutralizzi gli avventurieri. Votiamo pensando anche a Kiev e ad Israele. L’Europa non deve essere quella del cedimento, ma neppure dell’ oltranzismo bellicista. Per cercare di capire bisognerà attendere il voto americano.

Il fascismo rosso minaccia la libertà

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Giuseppe Salvaggiulo su “La Stampa” riporta una lettera senza nomi di docenti dell’Università di Torino scandalizzati dal “muro di ipocrisia che nasconde lo scempio annunciato del bene pubblico dentro Palazzo Nuovo dall’occupazione studentesca e denunciano” la politica dell’Ateneo di troncare e sopire anziché perseguire i responsabili.”
Gli autori della lettera si sono rifiutati di firmare per timore di rappresaglie, fino al rischio della loro incolumità fisica. Questa lettera ci dà un’idea di come non circoli più la libertà nelle sedi universitarie. Neppure il peggiore ‘68 aveva fatto tanto. Allora ci furono docenti come Franco Venturi che si ribellarono. I migliori professori resistenti riconobbero il fascismo rosso.
Oggi siamo in una situazione di gran lunga peggiore anche a causa della protesta antisemita palestinese. Siamo prigionieri del fanatismo che non accetta confronti e impone con la violenza la vulgata. E’ ora di restituire l’Università ai suoi studenti e ai professori la libertà di essere docenti. Neppure il fascismo mussoliniano osò tanto. Il Governo deve intervenire pena la nascita di un regime  antidemocratico incompatibile con i dettami minimi della Costituzione.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: La frociaggine – Matteotti – Lettere

La frociaggine
L’espressione certo non raffinata ne ‘ rispettosa usata da Papa Francesco ha suscitato l’indignazione di molti tra cui quella del raffinato teologo fuori le righe Mancuso. Nel linguaggio popolare “froci” rappresenta il popolo gay da tempo immemorabile. Il punto non è il sostantivo, ma se sia inopportuno o meno che i  seminari già in crisi di vocazioni siano pieni zeppi di gay. Qual è l’insegnamento del magistero – dimenticato da tempo – e la realtà dei fatti ? Può essere un fatto marginale per un futuro sacerdote l’omosessualità? Bisognerebbe uscire dalle frasi di circostanza del politicamente corretto e vedere senza le deformazioni del politicamente corretto la realtà. Senza la rozzezza da caserma  del generale in cerca di voti, ma anche senza aver compreso davvero cosa sia un seminario per futuri sacerdoti cattolici  a cui è fatto obbligo il celibato, oggi considerato sempre più di  un ‘ipotesi di vita lontana dai nostri tempi libertini senza regole? La Chiesa ha conosciuto secoli bui da cui Concili e riforme hanno cercato di riscattare la navicella di Pietro governata dallo Spirito Santo. Oggi ridurre la fede all’ essenziale, guardando alla pace e alla guerra e all’ odiata ricchezza  è  sufficiente? Il sesso come elemento indifferente e  marginale e ‘ cosa non facile da accettare. Tutto è permesso a tutti porta lontano dalla Chiesa e dalla sua storia .
Invece di Mancuso vorrei sentire cosa ne pensava un pastore di vocazioni come don Bosco . La chiesa divorata da questo nuovo modernismo di costumi più che di idee,  lascia perplessi . Vorrei sapere cosa ne penserebbe il grande prete spretato don Ernesto Buonaiuti. Con il pifferaio  Mancuso siamo finiti nella “palude” protestante con che le chiese sempre più deserte. Essere laici cioè tolleranti è tutt’altra cosa. Una fede senza certezze è  un non senso.
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Matteotti
L’anniversario del rapimento di Giacomo Matteotti ha fatto compiere il miracolo: la presidente del Consiglio ha parlato di squadracce fasciste, anche se in effetti i sicari di Matteotti erano qualcosa di più di semplici squadristi; adesso la Meloni ha compiuto il gran passo, esprimendosi su un episodio- simbolo della storia del fascismo che proprio con l’ omicidio Matteotti diventò regime. Ha sgomberato il campo in una sede istituzionale come la Camera dove il discorso di Matteotti costò la vita al deputato socialista rapito il 10 giugno 1924. E dovrà coerentemente trarne le conseguenze in tutte le sedi storiche, condannando il fascismo, senza salvarne una parte buona rispetto a quella cattiva. Meloni non si è spinta a dichiarare il fascismo come “male assoluto” al pari di Fini  anche perché gli assoluti nella storia non esistono.  Rimarrà una nostalgia di fondo  da sfoderare solo in casa? Gli anniversari del regime cadranno a ripetizione nei prossimi decenni. Forse sarebbe ora che anche un più ampio riconoscimento di cosa fu il comunismo, anche quello italiano, sarebbe sarebbe opportuno che fosse evidenziato da chi continua ad esaltarlo. Anzi, forse basterebbe da parte di  tutti del pieno riconoscimento della democrazia sancita dalla Costituzione che seppe guardare non al passato che divide, ma al futuro che dovrebbe unire. Ma il cammino della storia dei popoli è un cammino spesso tormentato ed imperscrutabile e non bisogna mai dare nulla per scontato. La pianticella della libertà è sempre fragile e le tempeste economiche e le guerre possono farla  appassire e crollare in modo non prevedibile. E’ per questo che bisogna sempre vigilare contro i  nuovi pericoli in agguato. La storia non si ripete, ma può manifestarsi in nuove forme sempre più insidiose di malattia.
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Movida elettorale
Nei bar e nei locali del centro e della periferia sono esposte  in grande evidenza locandine di un candidato progressista di “Stati Uniti d’Europa “che propone di rilanciare la movida a Torino. Cosa ne pensa?     Giusy Ambro  San Salvario
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La fantasia dei candidati è smisurata. C’è’ da stupirsi che la candidata presidente Pentenero si faccia sostenere da candidati che vedono nella movida il futuro del Piemonte. Pentenero fino a pochi giorni fa era assessore alla Polizia urbana che stenta a controllare un fenomeno che non porta migliorie, ma chiasso e rumori fastidiosi fino alle ore piccole, creando disturbi al sonno e alla quiete dei cittadini.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Al voto – Il libro di un giovane studioso – Lettere

Al voto
Il clima elettorale per le regionali  con un esito scontato a favore di Cirio, ha in qualche modo stemperato le polemiche. Gli attacchi e la virulenza hanno ceduto spazio al confronto civile di opinioni. Anche la destra sceglie  il confronto. La vera lotta  la vedremo dopo il voto. Avere un po’ accantonato la polemica antifascista è un fatto positivo, ma la ricerca del potere continuerà. Oggi potremo votare più liberi da pregiudizi. La qualità politica dei competitori resta tuttavia in alcuni casi modesta e questo è il problema più grave per le europee: si deciderà a  Bruxelles una classe dirigente europea in Piemonte oggi non c’è’.
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Il libro di un giovane studioso
Mario Barbaro ha pubblicato il suo primo libro dal titolo “Nondemocrazia. Il sistema in cui viviamo dipende solo da noi”, SBS Edizioni, che sta ottenendo un notevole successo. In esso si affronta la problematica della inefficienza della democrazia in Italia, invitando il lettore a riscoprirne i valori, anche in rapporto ai grandi pensatori liberali da Montesquieu a Popper. Si tratta di riflessioni libere e sempre interessanti che dovrebbero guidare il nostro comportamento di cittadini. L’esempio implicito di Barbaro e’ infatti quello di richiamarsi a Pannella e al Partito Radicale Non Violento Transnazionale in una linea di lucida continuità’ con il passato.
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Mori senza pace
Il generale dei Carabinieri, il prefetto di ferro Mori  è di nuovo oggetto di indagini ,malgrado le ripetute assoluzioni e il suo eroico impegno contro la Mafia. E’  davvero un fatto incredibile  che nessuno scenda in modo chiaro in sua difesa, impedendo anche lo scempio fisico e morale di un uomo come lui benemerito dello Stato.
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L’ex sindaco Albertini a Milano
L’ex sindaco Albertini non si ricandida in Europa  e il centro-destra perde un suo leader di spessore. Un grave errore, secondo me 
Antonio Bussi
Albertini è una delle grandi risorse della repubblica come Castellani a Torino. Sono nomi che sono una garanzia di serietà politica. Non c’ è bisogno necessariamente che si ricandidino. Certo tra lui e la Moratti c’è differenza e avere lui a Bruxelles sarebbe una garanzia per l’intera  Italia  moderata e non solo, erede della migliore storia lombarda e non soltanto.

Le caserme baluardo di salute civica e patriottica

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Si sono tenute nei giorni scorsi a Vicenza le giornate dell’Adunata Nazionale degli Alpini 2024. Sono state un’occasione di festa autenticamente patriottica. Gli Alpini ben presto diventarono le truppe alpine e lo si vide sul Carso e sul fronte russo.
Sarebbero centinaia gli eroi da ricordare, dal Gen. Emilio Faldella a tanti altri che con la loro guida fecero scrivere pagine importanti.
È proprio vietato allora parlare di amor di Patria e di pace in uno spirito che affratelli gli uomini?
Dovunque sono stati, in Africa, nelle colonie, perfino in Cina, diedero un segno indelebile di chi è il soldato italiano. Ricordare gli Alpini affratellati è un segno importante di uno dei pochi elementi che possa dare speranza all’Italia.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: I capponi di Renzo – Violenze settimanali – Lettere

I capponi di Renzo

Quello dei capponi di Renzo è un episodio notissimo descritto dal Manzoni nei “Promessi Sposi”. Portati da Renzo all’Azzeccagarbugli per ripagarlo del servizio che gli chiederà per risolvere il problema delle sue nozze con Lucia, non fanno che beccarsi l’un l’altro forsennatamente mentre sono tenuti per le zampe a testa in giù. Questa potrebbe essere la raffigurazione di certi candidati alle prossime elezioni di giugno: invece di fare fronte comune, si dividono trasformando una possibile vittoria in una più probabile disfatta… Penso, ad esempio, alle tre candidate alla Regione, tutte consigliere e assessore del Comune di Moncalieri. Anche in altri partiti la rivalità porta ad uno scadimento etico morale. Il microcosmo liberale, ma non troppo, continua la sua piccola battaglia di retroguardia. D’altra parte, i personaggi di tutti i partiti sono quelli che sono…

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Violenze settimanali
polizia bombe cartaL’incontro del G7 alla Venaria Reale mi è sembrato un buon meeting internazionale, ma non possiamo essere succubi delle violenze dei Palestinesi che sono venuti qua non per lavorare, ma per motivi politici e, a maggior ragione, di quelle di Askatasuna che hanno bloccato una città intera nella circolazione viaria e pedonale con danni ingenti. Non possiamo continuare con atti di violenza quasi settimanale. Se lo Stato c’è deve farsi sentire.
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Vi siete accorti che tutto è aumentato in una maniera spropositata, priva di senso e che il Governo non sa porvi rimedio, per tutelare soprattutto i più deboli?   Fulvia Pirri
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Non posso che concordare completamente e tristemente con lei.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Nuovi storici – Matteotti, Buozzi, Berlinguer – Pichetto, “rasa nostrana” – Lettere

Nuovi storici

È spuntato un nuovo storico – scrittore nella persona di Carlo Greppi: scuola Holden, Rai storia, Giovanni De Luna.  Ha esordito con un discorsino il 24 aprile in piazza Castello che non merita attenzione rispetto ai famosi discorsi di Pajetta ed Amendola, che almeno erano stati in carcere durante il ventennio. Carlo  Greppi è anche prolifico scrittore a cui vorremmo consigliare di copiare Scurati che su M si è fatto una fortuna. In epoca passata alcuni grandi storici avevano una qualche esitazione a scrivere sui giornali per non minare la serietà accademica. Oggi tutto questo è passato remoto… sono i romanzieri e fare gli storici e viceversa  con dei risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Galli della Loggia e Dell’Erba hanno pubblicato i numerosi errori nei libri di Scurati.

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Matteotti, Buozzi, Berlinguer

La tessera del Pd della segretaria  Schlein con la faccia di  Berlinguer rivela una scelta  che non sa guardare  avanti ma all’amarcord del Pci e a non ai partiti nati  dopo o a qualche simbolo alto  e nobile come Matteotti o Buozzi.

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Pichetto, “rasa nostrana”

Gilberto Pichetto

Il governo ha fatto poco o nulla a causa delle figure poco rappresentative che ne fanno parte. Gilberto Pichetto Fratin è oggi l’ unico ministro di statura nazionale e internazionale. I grandi risultati dei lavori del G7 lo stanno a dimostrare. E’ uno che viene dal nostro migliore Piemonte, la “rasa nostrana” di Nino Costa.  Biellese è erede di quegli stastiti  che hanno fatto l’Italia e una delle figure importanti  dell’attuale  governo.

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Luxemburg
Ho letto che il deputato radicale Pezzana,  grande esponente dei diritti civili, intende dissociarsi dalla sua libreria, Luxemburg, rimanendo proprietario dei muri che intende affittare. I gestori della libreria  si trovano in mutande. È giusto?   Lotito Ferro
Libri BookdealerHo cercato una risposta ragionevole,  ma non l’ho trovata. Credo che i dipendenti della Luxemburg abbiano ragione,  ma ci sarà la Christillin,  stia certo, a salvare anche questa volta magari con Chiambretti. Certo che se il proprietario ricordasse le origini di  socialista rivoluzionaria di Rosa Luxemburg, forse terrebbe piu’ a conto quell’icona libraria sventagliata per decine di anni.

Torino blindata per il G7

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IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

C’è da augurarsi che il G 7 non crei i problemi del passato. Io non dimentico Genova letteralmente devastata. Mi auguro anzi che il G7 sia politicamente fruttuoso e non motivo di violenze, anche se le notizie che arrivano, mi inducono, molto allarmato, a scrivere a letto dove sono ammalato da giorni, vincendo il dolore perché la preoccupazione è superiore al dolore fisico. L’ ospitalità dei protagonisti con il loro seguito è prevista infatti in pieno centro della città,  mentre i lavori sono a Venaria Reale.

Via Maria Vittoria chiusa

L’ospitalità che è in tre hotel nel centro ha provocato il blocco della città con zone blindate ampie che di fatto intralciano pesantemente la vita e il lavoro dei torinesi. Si teme la guerriglia urbana devastante dei centri sociali e dei nuovi vandali, i Palestinesi. Questa gente andava preventivamente bloccata perché non è accettabile che una grande città venga trattata come una città mediorientale. Il ministro degli interni – un prefetto! – rivela dei deficit preoccupanti.  Gli ospiti andavano alloggiati diversamente. Così rischiamo molto. Non è questione politica, ma un dato di fatto. Auguro al Prefetto e al Questore un ottimo lavoro, anche se la violenza resta sempre violenza.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

Violenza contro Israele – Pannella – Lettere

Violenza contro Israele
Non c’è da stupirsi se i Palestinesi manifestano con violenza contro Israele. Il gran mufti di Gerusalemme fu alleato di Mussolini e di Hitler durante la seconda guerra mondiale e  sostenne la Germania nazista.  Fu  successivamente sostenitore dell’esercito filo palestinese. Solo l’ignoranza storica di cosa accadde può portare i palestinesi a considerarsi  delle vittime, ma oggi la confusione regna sovrana e gli ebrei sono accusati  di  genocidio, un falso assurdo.
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Pannella
L’associazione Adelaide Aglietta, quattro gatti un po’ esaltati politicamente, ogni anno disturbano le manifestazioni del 25 aprile, imponendo temi divisivi come la Nato, nata in tutt’altro contesto storico successivo. Anche qui ignoranza di storia e speculazione politica prive di senno. E si ritengono anche gli eredi di Pannella senza che nessuno li  sconfessi. Pannella era una persona seria e non un  istrione. La Aglietta era una madamina  borghese dedita alla politica, senza averne le capacità e la cultura. Un po’ come apparve all’inizio Appendino.  Possibile che si debba sempre  guardare così  in basso?   E poi chi è ammiratore della Aglietta precipita con lei senza rendersi conto della realtà  un po’ ridicola di epoche tramontate. La leader radicale torinese fu la prof.  Giuliana Calabrino, prima dell’arrivo di Vattimo e dei suoi. Lei era docente al liceo d’Azeglio con il nome Cordero.
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Vannacci
Cosa pensa del Generale Vannacci deputato europeo leghista?   Ettore Minello
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Tutto il male possibile. I leghisti non fanno uomini formato esportazione. Devono a contenersi del formato lumbard  bossiano, di seconda scelta. In Europa giustamente, come  si diceva un tempo, non li cagano perché il dibattito ha toni alti quando c’erano i grandi  Gawronski e Pininfarina. Alcuni tra loro sono  rozzi e incolti, quasi sempre  oltre le righe, compreso il generale autore di due libri che hanno lasciato il tempo che trovano perché scrivere libri non è da tutti, come si crede. A sinistra sono dei Santoro che strillano. Omosessualità, persone con disabilità  e immigrati richiedono conoscenze che il generale non possiede. E anche altri credono di possedere, ma non è così.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Giù le mani da Tortora – Il Salone del libro di Benini – Lettere

Giù le mani da Tortora
Ilaria  S a l i s   accusata  di violenza  politica  in  Ungheria  con precedenti penali in materia, si candida in Europa in Alleanza Verdi e Sinistra per uscire dal carcere prima della sentenza o addirittura ottenere l’immunità parlamentare dopo la condanna. Giustamente il Pd con responsabilità non l’ha accolta tra le sue liste. C’è qualche stupido fazioso che non conosce la storia, che accosta l’attivista – parola sempre più odiosa – con Enzo Tortora che si presentò anche lui in Europa con il partito radicale di Marco Pannella, in presenza di un clamoroso caso giudiziario montato contro di lui e rivelatosi totalmente falso. Ma Enzo, appena condannato a 10 anni, si dimise subito da parlamentare. È un  alto esempio di dignità  etica, umana e civile da non accostare per nessun motivo a quello della maestra dai modi esuberanti, si spera non in classe quando insegnava ai bambini.
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Il Salone del libro di Benini
Speravo che l’era Lagioia del Salone del libro fosse stata archiviata all’arrivo di Annalena Benini che leggo e stimo da tanti anni, moglie di quel Mattia Feltri di cui mi reputo amico anche se non sempre condivido la sua rubrica quotidiana. Da quello che vedo, Benini sta andando verso un Salone molto vicino a quello di Lagioia. Chi la voleva direttrice, auspicava un’inversione di tendenza e un maggiore pluralismo. Salvo per un breve firmacopia per l’amico Pedrini, ho disdetto gli impegni al Salone che non è cambiato. Sono convinto che molte cose siano eredità di  Lagioia che ha ipotecato in modo non adeguato  anche il futuro del Salone. Occorrerà  una netta discontinuità con i Saloni precedenti,  anche quelli del buon Ferrero, persona molto in gamba, ma sempre piuttosto  di parte. Il meglio fu Picchioni, ma oggi la sua idea di Salone non sarebbe più adeguata. Quella dei  fondatori sarebbe addirittura antidiluviana. L’inventiva e la creatività di Benini sono certo di ritrovarla nel Salone 2025, con la speranza che si liberi totalmente dalle remore  negative del  Circolo dei Lettori che va ridimensionato come già è avvenuto nella realtà: ci  sono  stato di recente per assistere ad  una inadeguata presentazione  di un ottimo libro di Gianni Oliva – condotta in modo pessimo da persona non adatta-  e per partecipare in prima persona ad  un evento a favore di Israele, ho notato un Circolo ripiegato su se stesso che alle 22,30 doveva chiudere i battenti e che non aveva frequentatori come in passato. Forse la direzione  un po’ “napoleonica” di Antonella Parigi ha ceduto il passo ad una gestione non casualmente un po’ troppo notarile.
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quaglieni penna scritturaCanfora querelato
Il professore dell’Università di Bari Canfora adesso fa il vecchietto che non si regge neppure in piedi dopo aver accusato la premier di essere “nazista nell’intimo”. Lei ne ha già scritto magistralmente, ma questa sceneggiata del professore che ha anche riempito di famigliari la sua Università forse per sentirsi meno solo, che si fa fotografare piegato in due e sorretto dal bastone è davvero pietosa.    Ulrico de Battista
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 Si potrebbe dire che Canfora è a sua volta uno  “stalinista non solo nell’intimo” perché violare la sfera intima di una persona e pretendere di giudicarla è cosa che Canfora non dovrebbe permettersi neppure con sua moglie nell’ intimità. Così egli dimostra di essere illiberale. È un vedovo del marxismo feroce, di Stalin, di Togliatti, della guerra fredda, dell’invasione dell’Ungheria e dei carri armati a Praga. Il discorso in cui ha offeso Meloni lo tenne agli studenti di una scuola pubblica, violando la regola elementare per un professore, che sconsiglia per ragioni di stile la propaganda in edifici scolastici perché va rispettato il pubblico giovanile. Certe cose deve riservarle quando, gagliardo vecchietto in camicia rossa e con il pugno chiuso, fa comizi per il Primo Maggio ai pochi operai sopravvissuti perché oggi i sindacati appaiono essenzialmente e purtroppo formati da pensionati. Ad applaudirlo ci sarà sempre Landini che non è più fazioso come qualche tempo fa pur se anche lui nostalgico dell’egemonia gramsciana, che voleva imporre non solo agli intellettuali, come fa Canfora.
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Israele
Israele è indifendibile e lei insiste nel farlo. Sembra un disco rotto molto fastidioso. Luigina Gelli
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Da sempre sono un liberale sionista e filo israeliano e tale resto. Tante volte ne ho spiegato le ragioni in articoli e discorsi. È anche una posizione ereditata da Pannunzio che tengo alta da decenni con coerenza e anche con difficoltà. Odio le interferenze di +Europa, mentre ho  amato Pannella sostenitore coraggioso di Israele. Mi piace anche Fassino fermissimo amico di Israele. L’idea di accusarla  di genocidio è pura follia, come pura demagogia è sostenere l’idea irrealizzabile dei due Stati. La faziosità ha perfino travolto a Siena David Parenzo, cacciato dal rettore Montanari dall’Università per stranieri di Siena  perché ebreo coerente. Forse Montanari non doveva ammettere ad insegnare Parenzo per carenza di requisiti scientifici, ma il discorso si farebbe lungo. Montanari è  forse anche peggio di Canfora con l’ aggravante che è giovane ed ha  ancora una carriera davanti a sè.