PRISMA / di Paolo Turati

RISPARMIO GESTITO: ERAN 300 (MILIARDI), ERAN (GIOVANI E FORTI), 15 ANNI FA, E…

Per il 26mo anno consecutivo è stata pubblicata dall’Ufficio Studi di Mediobanca la più temuta, proprio perché super partes, ricerca sull’andamento del risparmio gestito in Italia: http://www.mbres.it/it/publications/dati-di-fondi-e-sicav-italiani.

La conclusione è purtroppo sempre la stessa da oltre un quarto di secolo: mediamente ed escluse dovute eccezioni che però, spesso( bisogna essere molto attenti rispetto alla continuità della “prestazione” nel tempo nel selezionare l’eventuale struttura finanziaria a cui ci si voglia comunque affidare), non riconfermano sporadiche extra-performance annuali, non conviene far gestire da terzi autorizzati( men che meno da altri strutturati in modo più naif come Catene di Sant’Antonio) i propri soldi, stante che, sempre mediamente, l’industria del risparmio gestito.  Il mancato raggiungimento( per inefficienza gestionale ma, ancor più per i costi espliciti e impliciti) anno dopo anno, sempre mediamente e escluse le dovute eccezioni di cui sopra, anche solo degli indici correnti di Mercato che chiunque potrebbe realizzare con il fai-da-te( o attraverso strumenti finanziari semplicissimi ed economici di replica dei medesimi indici come gli ETF), ha in generale depauperato di 20 miliardi i portafogli dei clienti in 10 anni( del doppio in 15) e, considerato che la Ricerca di Mediobanca “copre” solo i Fondi e le Sicav di Diritto italiano, che gestiscono 300 miliardi contro i 2000 miliardi totali affidati dagli Italiani agli industriali del Risparmio, non si può non estrapolare, anche solo per onestà intellettuale e ben consci che questo stato di cose  si è ormai reso psicologicamente ed antropologicamente ineludibile per i più, un dato terrificante che, considerando anche le gestioni estere( in genere ancora meno efficienti), porta a circa 300 miliardi il “costo” complessivo del risparmio gestito a carico dei cittadini in 15 anni( in effetti, è da tempo opinione comune che il trasferimento surrettizio non giustificato dalla qualità del servizio di ricchezza dai risparmiatori all’Industria del risparmio gestito – da cui, peraltro, i Gruppi bancari ricavano ormai da moti anni oltre metà del loro margine operativo lordo- sia di circa 20 miliardi all’anno).

 

Paolo Turati

Roma val bene una “massa”…

…di nuovi potenziali votanti “jusolini” cattocom

Entrata al 100% politica a gamba tesa del bomber argentino della rinata Internazionale postmarxista e conferma matematica del perché ci lasciano stare (Vaticano in testa) con gli attentati. l’Italia è da oggi ufficialmente una Teocrazia cattocomunista collusa con gli invasori africani e mediorientali. Le responsabilità di Ratzinger per l’essersi dimesso (per non aver saputo resistere al rassegnare dimissioni impostegli) lasciando spazio a Bergoglio saranno di lungo periodo epperò, probabilmente, accelereranno “provvidenzialmente” la fine della credulità popolare nella Chiesa cattolica.

https://www.google.it/amp/www.ilfattoquotidiano.it/2017/08/21/ius-soli-salvini-se-papa-francesco-lo-vuole-in-vaticano-faccia-pure/3807388/amp/

Magellano contro la chiusura dell’Oftalmico

30 mila firme in 15 giorni: questi i numeri del clamoroso successo di Magellano contro la chiusura dell’Oftalmico di Torino!

Sono oltremodo lieto del clamoroso successo ottenuto in 15 soli giorni dal nostro C.C.La Fondazione Magellano a mezzo della Petizione ideata dal suo Presidente Angelo Burzi e già indirizzata al Governatore della Regìone Sergio Chiamparino contro la chiusura ingiustificata dell’eccellenza rappresentata dall’Ospedale Oftalmico di Torino. Durante la conferenza stampa  presenti i principali Media (da Repubblica al Tg3 all’Ansa tra i vari), Burzi ha delineato i motivi e i numeri (30.000, diconsi trentamila cittadini che hanno firmato la petizione in sole 2 settimane) dell’iniziativa mentre il sottoscritto, fra i co-fondatori di Magellano, ha fatto una breve sintesi delle logiche sociali che muovono questo ente ormai da vari anni.

Paolo Turati

 

ASSICURAZIONI SENZA PIU’ VITA: UNA CARROZZERIA SENZA PRESSE

Se penso che sono dovuto arrivare a 59 anni per vedere cose come questa, purtroppo erroneamente percepite come “ottime ” dal Mercato ( nel quale, infatti, si è visto incrementare il valore dell’azione del Leone di Trieste), mi vien da dire: cosa ho studiato e cosa insegno Economia ai miei studenti a fare?

 

Invero, il “momentum” storico post introduzione dell’Euro ha fatto saltare tutte le marcature monetarie sino ad allora note e si è iniziato a navigare a vista su mari perigliosi (nella fattispecie la crisi sovrana e bancaria che ha indotto i vari QE mondiali), tanto che tocca vedere, appunto, una delle primarie Compagnie assicurative internazionali come Generali (ma anche altre, come Allianz, ha fatto lo stesso), cedere a prezzo simbolico( 44 miliardi di polizze, nello specifico, tedesche, a qualche centinaia di milioni) “IL” proprio core business, cioè le polizze vita (sarebbe come per un’impresa che produce carrozzerie alienare a dei concorrenti le presse dei propri stabilimenti), quelle indifferenti da Secoli all’andamento del Mondo, quelle che era un sogno averne montagne per gli assicuratori sin dai tempi delle Scottish Widows, quelle che garantivano una continuità di lungo periodo dei conti aziendali. Tanto poté la finanza adulterata di inizio XXI Secolo, quella dei “tassi zero” per prolungatissimi periodi di tempo al fine di salvare un Sistema marcio, come in gran parte dimostrato dai vari dissesti bancari, andando a generare l’impossibilità della remunerazione capitalizzata delle cosiddette gestioni separate assicurative ramo vita. E questo avrà una ripercussione negativissima per la Previdenza in generale (con quella pubblica che sta man mano ritirandosi) di noi tutti già nel medio periodo.

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PUNTO 1-Generali mette in vendita portafoglio vita tedesco da 44 mld euro – fonti

Generali hamesso in vendita 44 miliardi di euro di portafogli tedeschi diassicurazione vita, nel quadro della ristrutturazionedell’attività in Europa.

it.reuters.com

LA BICICLETTA, E NON MOODY’S, SPIEGA MEGLIO COS’E’ LA CINA!

Signori: è iniziata la Guerra (finanziaria), con un’ Apertura scacchistica alla Siciliana da parte del Sistema Usa-centrico che ha messo in campo Moody’s. Invero non so chi, immagino fra un lustro circa, la vincerà. Fino a poco tempo fa avrei pensato che l’Occidente “sangiorgiano” non avesse problemi ad avere la meglio dul Drago cinese, ma per cause “ciclistiche” occorsemi nel pomeriggio di ieri, non ne sono adesso più convinto. Uscito per il solito breve allenamento dopolavoristico di una trentina, di km di cui metà in salita(Superga+ Colle della Maddalena), sotto un caldo terribile che anche a Torino ha iniziato a farsi sentire, a metà della seconda salita vengo superato da un ragazzo asiatico su una bella Colnago da corsa. Sono a tre quarti della soglia cardiaca, per cui riesco con una certa scioltezza ad affiancarlo e proseguiamo di buona lena( attorno ai 15 Km/h su pendenze dell’8%), ma non al massimo, per cui riusciamo a chiacchierare in Inglese. Scopro che si allena anche lui, come molti suoi connazionali studenti universitari a Torino, tutti i giorni in salita in bici e che è uno studente cinese che frequenta il Corso di Laurea di Meccatronica in Inglese al Politenico grazie ad una Borsa di Studio e che è perfettamente in regola con gli Esami, sostenuti con ottimi voti. Mi chiede cosa faccio e, quando gli dico, fra l’atro, che insegno Economia degli Investimenti all’Università di ammonisce, vedendo che non ho il caschetto: ” How can a Professor go cycling without the helmet? It’s dangerous!!!”. Al che io rispondo” Because I’m a rebel!”. “What does rebel mean???” mi fa lui. Un po’ stupito gli dico “Someone who makes revolutions…”. Con aria interogativa mi risponde ” I don’t now what revolution means!” Ed era serio. Quindi delle due l’una: o non lo sa proprio, cosa da escludere, o gli è stato inculcato( a lui, come a un miliardo di altri Cinesi) il rigetto di questo concetto, il che la dice lunga su come sarò difficile prevalere su gente come questo ragazzo, lontano da casa, che studia durissimo, grazie alla capacità di ottenere Borse di Studio, esercitando la mente e, in più, esercitando anche il corpo in modo impegnativo. E che non sa cosa vuol dire fare la Rivoluzione.

https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/05/24/la-bicicletta-e-non-moodys-spiega-meglio-cose-la-cina/

 

Cina critica taglio rating Moody’s – Ultima Ora – ANSA.it

Il taglio del rating sulla Cina, da Aa3 ad A1 annunciato oggi da Moody’s, è basato su un approccio “pro-ciclico” dei giudizi “non appropriato”: è la risposta del ministero delle Finanze, affidata a un comunicato, sulla prima “bocciatura” in oltre 25 anni.…

ansa.it

ECONOMIA DELL’ARTE: ARIA…”FRIEZEANTE” A NEW YORK!

Si consolida la globalizzazione delle grandi Fiere artistiche. A New York( subito prima delle grandi Aste di Stagione, quelle che “daranno il tono” al Mercato) ritorna per il sesto anno Frieze, il noto brand londinese del settore, secondo solo a Tefaf-Maastricht ( che, pure, a New York ha fissato un’importante testa di ponte) e all’attuale numero uno Art Basel( capace già negli anni passati di realizzare approdi stabili a Miami e Hong Kong), che ha già da tempo concepito queste manifestazioni anche come fenomeni di contaminazione fra i vari settori culturali, dall’Antiquariato all’Arte Contemporanea, passando, come peraltro già in tempi precedenti fatto da Art Basel, attraverso tutte le espressività, prima fra tutte quella del Design.

 

Nonostante il calendario abbreviato, la sesta edizione di Frieze New York promette dinamismo e grandi numeri.

FANTAPOLICA? QUEL CHE RESTERA’ DEL GIORNO (DELL’EUROPA) SE…

Lo spariglio che non ti aspetteresti. Certo che se al ballottaggio francese andassero Marine Le Pen( probabile e, in questo caso, ancor più probabile Presidente) e Mélenchon, fra pochi giorni cambierebbe il Mondo in cui siamo abituati (non così soddisfacentemente, peraltro) a vivere da circa 25 anni. E l’altro spariglio giocato oltremanica dalla May(che inizia a piacermi anche fisicamente, il che mi preoccupa un po’) sancirebbe l’8 Giugno la fine dell’Europa, non solo quella a trazione turbo-deutsche-diesel (peraltro, i motori diesel verranno banditi, indipendentemente da ogni altra considerazione, entro i prossimi 10 anni) diretta da Berlino, ma in termini globali. Nulla di tragico, magari qualcosa di drammatico nel breve sui Mercati finanziari (ma si è visto che il Panico-Trump sia durato 24 ore), epperò la necessità di rifondare ritornando al passato l’Europa come l’avevano concepita i Padri Fondatori, cioè in forma di più semplice Zollverein, l’unica architettura che, obiettivamente, i diversissimi Popoli che la compongono possono, allo stato delle cose, accettare e sostenere nel tempo.

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https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/04/20/fantapolicaquel-che-restera-del-giorno-delleuropa-se/

 

 

INVESTIRE NE “LE NOTTI D’ORIENTE”: SE PO’ FA’, MA…CONSAPEVOLMENTE (E BECCATI ANCHE LA RIMA)

Esemplificativamente: un messaggio informativo tratto dal sito Borsaitaliana fatto bene, pur con scontate( d’altra parte bisogna pur vendere) lusinghe implicite per attirare il risparmatore “goloso” ormai abituato a rendimenti pari a zero da anni( 10% o 5,25% di cedola annua – ma il fatto che sia lorda del 26%, anche se è una nozione comune, lo si deve andare a leggere nei dettagli- con immagine di bellezza femminile etnica come testimonial, slurp!), e che consente a chi legge una scelta consapevole, a partire dalle serie storiche pubblicate chiaramente in forma grafica del cambio TRY e INR contro EUR e dagli scenari di rischio. Detto questo, non pochi i dubbi sull’opportunità per un risparmiatore di arrischiarsi su terreni che lo espongono a una perdita potenziale in teoria illimitata( che ne si sa, ad esempio, se la Turchia deflagrerà o meno a 2 anni di distanza) a fronte di un pagamenti per il rischio che non è detto che rappresenti un upfront accettabile.

Obbligazioni Societe Generale a tasso fisso in TRY e INRil pagamento delle cedole, il rimborso del capitale, le operazioni di acquisto e vendita sul mercato secondario sono regolati in Euro,

mailing.sginfo.it

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link:

https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/04/03/investire-ne-le-notti-doriente-se-po-fa-ma-consapevolmente-e-beccati-anche-la-rima/

LO”STATO DELL’ARTE”GLOBALIZZATA NEL 2016: UNA BREVE ANALISI ECONOMETRICA DI PAOLO TURATI

I recenti reports rilasciati da Tefaf 2017 e Art Basel 2017, le realtà top worldwide che, assieme a Frieze ed a non molti altri, stanno contribuendo a realizzare un cambiamento epocale nelle dinamiche economiche del settore, confermano alcuni Big Data che si disvelano come “un sogno per alcuni( i dealers e le grandi Fiere)e un incubo per altri( le Case d’asta)”, in un contesto, peraltro, in fase di ampio ritracciamento al ribasso complessivo dopo gli eccessi dei primi anni del Secondo decennio del Secolo e, segnatamente, del 2014.

Art Basel(ma equipollenti sono anche i dati del Tefaf, come ho verificato sul posto pochi giorni fa analizzando il report dei miei colleghi dell’Università di Maastrich) segnala come Big Data 56 miliardi di Dollari il turnover globale, in calo di un ulteriore( nel 2014 erano 68 miliardi, sicché il calo dal top level è stato del 20%) 11% rispetto al 2015( 63 miliardi), con un crollo drammatico per le Case d’asta (-26% rispetto all’anno prima), le quali, rispetto al top del 2014, registrano peraltro per i lotti superiori al milione– aumentati comunque dal 2006 del 76%, il che mostra come la bolla non si sia ancora ridotta sufficientemente– un tracollo clamoroso del 53%( 34% rispetto al 2015). Di converso, salgono le vendite dei Dealers( +3% nel fatturato e +7% relativamente alle opere del valore di oltre un milione), che oggi controllano il 57% del Mercato dell’Arte( come sembrano lontani i tempi di pochi anni fa in cui Christie’s e Sotheby’s da sole fatturavano i 2/3 del settore), Nel novero dei Dealers, i Galleristi rappresentano al momento il 51% dei produttori di fatturato, le Fiere il 41%( con un incremento del 57% dal 2010 e del 5% rispetto al 2015, con un totale di vendite di 13,3 miliardi) e le vendite online il 9%. L’ottantuno per cento delle vendite si consolidano fra Usa( 40% da soli) , U.K. e Cina. Considerato che l’1% degli artisti quotati in Asta rappresentano circa il 50% del fatturato delle medesime, si evidenzia anche in questo aspetto specifico un’evidente bolla di eccessiva concentrazione, concentrazione che si conferma non di meno relativamente al settore più trainante, il Postwar & Contemporary che, pur perdendo il 18% del fatturato rispetto all’anno top del 2014, produce ancora oltre metà delle transazioni complessive in quanto al fatturato( 37% come numero). Il settore Modern si conferma al secondo posto col 23% di fatturato( ma perde il 43%, con Impressionisti e Postimpressionisti che limitano la perdita al 31%: sempre meno le opere di qualità non musealizzate in circolazione, “ cannibalizzate” nel recente passato da grandi investitori privati o istituzionali), mentre gli antichi Maestri, col 13% del fatturato globale, mostrano invece un aumento del 5%, a testimoniare uno sforzo, da parte dei più attenti operatori, di ricerca non irrilevante anche in termini di crescita culturale complessiva della Società

Quali le conseguenze? Ovviamente le Case d’Asta stanno dismettendo in modo ampio il personale( o ne vengono abbandonate) anche ai massimi livelli, in un contesto in cui si sta viepiù verificando come la loro attività si sia mostrata in passato non raramente poco accurata e spesso attenta al puro incremento del fatturato( anche con operazioni a prezzo garantito soventemente catastrofiche o concedendo credito ad acquirenti magari importanti ma senza ottenere le dovute garanzie) a fronte di commissioni eccessive         ( mediamente il 40% fra quello che incassa in venditore e quello che paga il compratore), chiudono bilanci pessimi e quelle poche come Sotheby’s controllate da azionariato diffuso rischiano di essere acquisite da investitori privati estremorientali. Il contrario pare accadere per le grandi( nulla da fare per le piccole!) Gallerie( che- i nomi sono noti, da Gagosian a Pace- ormai fatturano i miliardi di Dollari e stanno subentrando alle Case d’Asta, le quali vengono dalle medesime spesso utilizzate, ma, com’è giusto che sia, come “mezzo”, grazie alla cura della clientela) e per le grandi Fiere( ma anche quelle più regionalizzate stanno posizionandosi sempre meglio), capaci, nella loro espansione sui vari Continenti, di fatturare in pochi giorni anche diversi miliardi di Dollari, nonché, per ora parzialmente, per le vendite online.

https://paoloturatitactica.wordpress.com/2017/03/22/lostato-dellarteglobalizzata-nel-2016-una-breve-analisi-econometrica-di-paolo-turati/

 

Rendimenti finanziari: accumulare o decumulare?

In un’economia finanziaria in cui da anni il rendimento, specie degli investimenti a reddito fisso o a tasso indicizzato(anche sull’inflazione) si aggira attorno allo zero( prima volta nella Storia), i gestori si sono visti costretti ad ingegnarsi onde consentire agli investitori di poter trarre una cedola periodica “comunque” dal loro investimento. Sono ormai molte le Istituzioni che gestiscono il Risparmio che propongono l’opzione del Decumulo

Si tratta di un pagamento periodico di un importo in percentuale, a scelta del cliente, sull’intero investimento effettuato e a prescindere dal rendimento dell’investimento sottostante per una durata prefissata in un certo lasso di tempo. Prevede il pagamento ogni 3, 6 mesi o annuo di un importo pari al 3% o 5% del totale dello stesso. Ovviamente, il pagamento cresce in importo assoluto in caso di ulteriori investimenti e diminuisce a seguito di eventuali riscatti erogato cresce per effetto dei versamenti aggiuntivi ma non si riduce per effetto di eventuali riscatti parziali.

a) Al 30/06/2015 totale premi versati al momento della richiesta del servizio: €100.000,00

Percentuale richiesta per il decumulo: 3%

Cedola erogata annualmente: € 3.000,00 (importo lordo)

Cedola erogata semestrale: : € 1.500,00 (importo lordo)

Cedola erogata trimestrale : € 750,00 (importo lordo)

b) Al 30/06/2016 versamento aggiuntivo di €100.000,00 ed il totale premi versati ammonta a €200.000,00

Percentuale richiesta per il decumulo rimane il 3%. Alla prima ricorrenza annuale , semestrale o trimestrale già scelta, l’importo erogato sarà pari a :

Cedola erogata annualmente: € 6.000,00 (importo lordo)

Cedola erogata semestrale: : € 3.000,00 (importo lordo)

Cedola erogata trimestrale : € 1.500,00 (importo lordo)

c) Al 30/08/2016 riscatto parziale di €50.000,00

Percentuale richiesta per il decumulo rimane il 3%. L’importo erogato, non si riduce, sarà pari a :

Cedola erogata annualmente: € 6.000,00 (importo lordo)

Cedola erogata semestrale: : € 3.000,00 (importo lordo)

Cedola erogata trimestrale : € 1.500,00 (importo lordo).

Se il rendimento del sottostante esorbita in percentuale quello del decumulo, si avrà un incremento del capitale investito, viceversa in caso opposto, mentre il capitale medesimo investito resterà immutato in caso di coincidenza fra rendimento percentuale del sottostante investito e percentuale di Cedola di Decumulo. Operazione di “galleggiamento” non da sottovalutare, anche se il ‘combinato disposto’ delle cadenze del “sopra e sotto” il capitale investito, vuoi per guadagno, vuoi per riduzione del medesimo per il Decumulo, può talora portare, specie nel caso dei Fondi Comuni, a delle sperequazioni dovute alla “cronologicità” nella fiscalità da onorare, ancorché nel caso con ritenuta alla fonte, nei confronti dell’Erario.

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