“Servono regole chiare e un impegno immediato della Regione Piemonte”
Torino, 9 giugno 2025 – Con l’articolo 18 del nuovo Decreto Sicurezza, il Governo ha inferto un colpo pesantissimo e ideologico alla filiera della canapa industriale, introducendo il divieto generalizzato di tutte le attività legate ai fiori di canapa, senza distinguere tra usi ricreativi e attività legali, trasparenti e regolamentate.
Il risultato? Un intero comparto agricolo e produttivo viene gettato nell’incertezza, trattato come fuorilegge, nonostante le coltivazioni riguardino varietà di canapa prive di effetti psicotropi, registrate e ammesse dalle normative europee. È un approccio repressivo e miope, che sacrifica occupazione, investimenti e sostenibilità ambientale sull’altare della propaganda.
In Piemonte, sono oltre 200 le aziende coinvolte, per un fatturato annuo stimato di 200 milioni di euro. Si tratta di imprese attive in settori strategici come la cosmetica, l’alimentare, la bioedilizia, il tessile, la floricoltura e la produzione di integratori, che nulla hanno a che fare con lo spaccio o il consumo di sostanze stupefacenti.
Questi imprenditori – come emerso con forza nell’audizione delle Commissioni Ambiente e Agricoltura del Consiglio regionale – chiedono chiarezza normativa, regole transitorie per tutelare chi ha investito legalmente nel settore, e ristori immediati per evitare fallimenti e licenziamenti.
Questa norma non distingue, non ascolta, non tutela. Tratta la canapa industriale – che è legale, utile e certificata – come fosse droga. Così facendo, affossa un comparto che rappresenta una concreta alternativa ecologica, una risorsa per i territori montani e un’eredità storica italiana: fino agli anni ’50, l’Italia era il secondo produttore al mondo di canapa industriale, e il Piemonte, con Carmagnola, era un’eccellenza riconosciuta.
Chiediamo pertanto che la Regione Piemonte si attivi senza esitazioni:
- aprendo un tavolo permanente con le associazioni di settore;
- promuovendo una proposta normativa regionale a tutela della filiera;
- facendo pressione sul Governo per una regolamentazione chiara, scientifica e proporzionata.
Difendere la canapa industriale non è una battaglia ideologica: è una battaglia di legalità, lavoro e futuro sostenibile. Non possiamo permettere che, per colpa di un decreto confuso, a pagare siano le imprese che rispettano le regole, creano occupazione e innovano i nostri territori.
Mauro CALDERONI – Consigliere regionale del Partito Democratico
“È un dato positivo che a Torino l’affluenza sia nettamente sopra la media nazionale”, dichiara la consigliera regionale Vittoria Nallo (Stati Uniti d’Europa per il Piemonte). “Torino si conferma una città viva, universitaria, con una forte voglia di partecipare. Siamo anche la provincia con il maggior numero di richieste di voto fuorisede per motivi di studio: un segnale importante, soprattutto da parte delle nuove generazioni”, prosegue Nallo. “Il quorum sappiamo che non sarà raggiunto, ma era prevedibile: i quesiti sul lavoro erano superati e ideologici. Ripartiamo però da chi ha comunque scelto di andare votare.”
Grimaldi (AVS): A Gaza deve tornare l’ONU

Referendum, alle 12 affluenza 9,61% a Torino
L’Ufficio Elettorale ha comunicato le affluenze degli elettori alle ore 12 per i cinque quesiti referendari:
Quesito numero 1: 9,61%
«Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione» – (Scheda di colore verde chiaro)
Quesito numero 2: 9,61%
«Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale» – (Scheda di colore arancione)
Quesito numero 3: 9,61%
«Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi» – (Scheda di colore grigia)
Quesito numero 4: 9,61%
«Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione» – (Scheda di colore rosso rubino)
Quesito numero 5: 9,62%
«Cittadinanza italiana: dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana» – (Scheda di colore gialla)
La precedente tornata elettorale di referendum (2022) si è svolta in una sola giornata e pertanto non è possibile fare un raffronto a livello di affluenze.
La prossima rilevazione delle affluenze è in programma alle ore 19.
TORINO CLICK
Referendum: votare sì, no o non votare
Andare a votare al referendum: una scelta consapevole
Perché votare SÌ
Chi sceglie il SÌ vuole cambiare lo stato attuale delle cose. Ritiene che la proposta del referendum rappresenti un miglioramento, una risposta concreta a un problema o un’opportunità di riforma.
Perché votare NO
Chi vota NO desidera mantenere la situazione attuale o non è d’accordo con i cambiamenti proposti. Votare no è comunque una forma attiva di partecipazione e una presa di posizione chiara.
Rispettare ogni scelta, anche chi sceglie di non votare
La democrazia si fonda sul diritto di scelta. Anche non recarsi alle urne può essere una forma di espressione politica, una scelta consapevole che merita rispetto.
Non votare può voler dire:
Rifiutare il quesito o il contesto in cui è proposto
Esprimere sfiducia nel sistema
Affermazione del diritto all’astensione
L’importante è informarsi, riflettere e rispettare.
Che si scelga di votare SÌ, NO o di non votare, è fondamentale riconoscere la legittimità di ogni decisione. La democrazia si rafforza con il confronto civile e con il rispetto reciproco.
Enzo Grassano