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Ex Embraco, verso un nuovo piano industriale

FRANCESCA BONOMO (PD) E JESSICA COSTANZO (M5S): “ADESSO FARE IL PUNTO CON GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI”

Al tavolo al Mise per la Ex Embraco-Whirlpool di Riva di Chieri oggi  hanno partecipato anche i rappresentanti di Ventures e di Whirlpool Latin-America, Invitalia e i sindacati.

I rappresentanti di Whirlpool Latin-America, presenti al tavolo, hanno illustrato i punti alla base di un prossimo possibile accordo con Ventures che avrebbe l’obiettivo di supportare un nuovo piano di reindustrializzazione e tutelare i lavoratori.

Bonomo e Costanzo riferiscono: “Dal tavolo è emerso che un advisor internazionale avrà il compito di verificare la presenza di nuovi possibili investitori in grado di rilanciare le attività produttive dello stabilimento di Riva di Chieri. Vista la possibilità di una nuova reindustrializzazione siamo già state rassicurate che ci sarà un prossimo incontro al Ministero del lavoro per cercare di dare garanzie di continuità degli ammortizzatori sociali. Rispetto dunque alla pesante situazione di partenza, oggi si sono mossi i primi passi di discontinuità. Auspichiamo che anche la regione Piemonte collabori per ciò che è di sua competenza, perchè una conclusione positiva della vertenza è possibile solo in un’ottica di squadra e di sinergia a tutti i livelli istituzionali. ” Concludono le due deputate.

Addio a Beppe Cerchio, politico di lungo corso

È morto ‘sul campo’ mentre stava effettuando un intervento in pubblico a Baldissero Torinese, dove viveva, Giuseppe Cerchio

L’ex assessore all’Industria della Regione Piemonte e consigliere regionale, già vicepresidente della Provincia di Torino e militante Dc di lunghissimo corso, negli ultimi anni in Forza Italia,  aveva appena iniziato un discorso ad una riunione sul controllo del vicinato indetta dal sindaco ma si è quasi subito accasciato sulla sedia. Inutili sono stati i tentativi di rianimarlo col defibrillatore. Il fatto è avvenuto intorno alle 22.30 di lunedì 3 febbraio. Aveva 78 anni.

Fdi, cantieri di lavoro nelle periferie

Riceviamo e pubblichiamo

MARRONE : “DA DESTRA FATTI, NON PAROLE”

“La destra sociale è questo: fatti, non parole”. È soddisfatto il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone commentando l’uscita delle graduatorie dei cantieri di lavoro per over 58 e per disoccupati. “In campagna elettorale – prosegue Marrone – avevamo promesso di stare al fianco delle fasce più deboli, oggi la destra al governo della Regione Piemonte conferma la parola data. Grazie al nostro lavoro, a stretto contatto con l’assessore Elena Chiorino, possiamo annunciare che i progetti approvati per la Città metropolitana, sono 98 per un totale di 415 cantieristi. Un numero importante, che aiuterà molte persone a rimboccarsi le maniche e darà loro un lavoro. Le persone inserite nel cantiere, infatti, percepiranno un’indennità lorda giornaliera di 29,70 euro, per un massimo di 30 ore di lavoro a settimana. L’assegno sarà poi erogato dall’Inps al lavoratore. Il nostro compito ora – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia – sarà quello di dare la massima risonanza al bando pubblicizzandolo nei nostri sportelli sociali di Barriera di Milano e Lingotto. Quelle periferie in cui la destra sociale lotta ogni giorno in difesa degli italiani”.

La solidarietà di Allasia a poliziotti e militari feriti al Cpr

Esprimo solidarietà alle forze dell’ordine per l’ennesima aggressione avvenuta questa notte presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di corso Brunelleschi a Torino

È  inaccettabile che undici poliziotti e due militari siano rimasti feriti colpiti da mattoni mentre facevano il loro lavoro. Atti come questi sono da reprimere con fermezza. Dietro a queste violenze c’è una regia occulta guidata dalle frange estremiste degli anarchici. Le rivolte presso il Cpr  di Torino sono ormai all’ordine del giorno, nessuna tolleranza verso delinquenti e violenti, serve il pugno duro.

Stefano Allasia, Presidente del Consiglio regionale del Piemonte

Pd in Italia e in Piemonte: quanto resta ancora della notte?

Di Domenico Ravetti *

Meglio ripeterlo: Bonaccini ha vinto in Emilia Romagna, ha vinto lui, non il PD nazionale

Ha vinto grazie alla sua “emilianità”, grazie al patto tra il PD locale, il civismo e l’innovazione politico culturale a sinistra del PD rappresentata dalla lista che candidava Elly Schlein. Ed infine, Bonaccini ha vinto anche grazie alle speranze portate nelle piazze dai giovani del movimento delle Sardine.

 

Ebbene, qualche settimana prima del voto Zingaretti & co avevano iniziato a convincerci a cambiare tutto per partecipare ad un nuovo ed ambizioso progetto finalizzato a segnare il perimetro di uno spazio grande; dovevamo mettere insieme, diversamente da oggi, altre persone coraggiose e credibili. Uno spazio senza ambiguità sulle emergenze climatiche, sulla lotta alle disuguaglianze, sui diritti all’istruzione, alla salute, all’abitare, al lavoro.

Mi pareva fosse iniziato un dibattito sincero per riaggregare e per coinvolgere. Avevo l’impressione, forse la convinzione, che i dirigenti nazionali del mio Partito avessero offerto una generosa disponibilità a mettersi in discussione per dare al Paese l’opportunità di generare un’alternativa realmente competitiva al crescente nazionalismo a doppia guida Salvini Meloni. Dopo la vittoria di Bonaccini, io non so se è cambiata la direzione e quali pensieri prevalgano. Non so se prevale la linea di continuità con il passato, non so se ha ancora il predominio la posizione interna che vede nel Governo con il M5S l’unica via per convertire il populismo in riformismo responsabile, non so in quale stato di avanzata decomposizione è la certezza che il PD può andar bene così, al massimo basterebbe, secondo alcuni, qualche pennellata di bianco in qualche stanza. So che, per come sarà possibile, non mi accontenterò e agirò, non da solo, di conseguenza perché è alto il rischio che il nostro riformismo si trasformi in qualcosa di irrilevante con la conseguenza non fantasiosa di lasciare il campo alla sfida tra sovranismo e un nascente fronte liberal democratico a cui, seppur con qualche difficoltà, stanno lavorando in tanti in Europa, in Italia e in Piemonte. Un fronte, lo dico con chiarezza e per tempo, con il quale sarebbe bene trovare le ragioni di una alleanza a partire dalle prossime sfide elettorali 2021 – 2022 per le città del Piemonte.

Infine, al Congresso ho votato Zingaretti e mi pare tuttora di aver fatto bene. Tuttavia mi rivolgo a coloro che immaginano sopportabile il PD così come è anche nel futuro: vi pare che la Presidenza del Partito, prima assegnata a Paolo Gentiloni, possa continuare ad essere vacante? Aggiungo, vi pare che la segreteria nazionale possa lavorare con Ministri, vice Ministri, sottosegretari come, per esempio, Paola De Micheli vice segretaria nazionale del PD, Enzo Amendola responsabile Esteri e Cooperazione internazionale, Andrea Giorgis responsabile Riforme Istituzionali, Giuseppe Provenzano responsabile Politiche del lavoro, Antonio Misiani responsabile Dipartimento Economia e Sviluppo, Marina Sereni responsabile Enti Locali e Autonomie? Mi chiedo se corrisponde al vero che, come nell’era Renzi, la segreteria nazionale non è più stata convocata da mesi.

* Presidente Gruppo Pd Regione Piemonte

Le vignette di Mellana

Esageruma nen!

E’ da tempo che mi pongo un interrogativo al quale non sono ancora riuscito a dare una risposta: ma chi accidenti sono i MODERATI?

Hanno persino un partito intitolato a loro. Dunque sono una categoria politica della politica. Ma la domanda fondamentale, quella che a volte non mi ha fatto dormire, è: in cosa sono moderati?. Mangiano poco, appena il sufficiente per tirare avanti? Bevono  un bicchiere di vino al giorno e neppure tutti i giorni? Fanno l’amore una volta al mese? Per imprecare non dicono mai parolacce ma solo “perbacco!”, “birichino…”.
E in politica cosa li distingue dai conservatori i quali, nomen omen, non vogliono cambiare nulla? Vogliono cambiare il mondo ma senza esagerare?
Tradotto cosa vuol dire?  I paperoni al mondo sono l’1% e possiedono il doppio del 90% della popolazione mondiale. Con calma, senza fretta ci potremmo impegnare a far scendere il numero dei paperoni al 0,90% della popolazione mondiale e a far scendere i loro patrimoni solo al doppio di quello dell’85% del resto degli umani?
Anche sull’inquinamento da polveri sottili potremmo farlo scendere progressivamente ma  nei prossimi cento anni? Ci sono tante pensioni troppo basse, moderatamente le si potrebbe alzare ma non subito tutte? E via dicendo. Insomma se sei moderato non hai fretta che le cose cambino perché  tu stai bene come stai e se cambiamo un poco, un pochino magari, alla volta magari per te non cambia poi nulla. E’ così?
 
Mi è venuto un dubbio però: si può essere esageratamente moderati?
Claudio Mellana

Banda larga, Ruffino (Fi): “Non dimenticare i piccoli comuni”

“È una buona notizia quella data dall’assessore regionale all’Innovazione, Matteo Marnati, di circa 1000 comuni del Piemonte raggiunti dalla banda larga entro il 2022

L’intesa con Open Fiber e l’impegno della Regione ad agevolare tutte le procedure per la posa delle infrastrutture sono atti amministrativi importanti per consentire al Piemonte di recuperare il tempo perduto.

Negli incontri che l’assessore Marnati avrà con i sindaci e gli amministratori locali si porrà inevitabilmente la questione delle priorità e quindi di quali Comuni dovranno essere raggiunti prima di altri dalla rete a banda larga. Su questo punto vorrei richiamare l’attenzione dell’assessore e della Giunta regionale verso quei Comuni montani che soffrono più di altri la condizione di isolamento infrastrutturale rispetto alle grandi città. Per questi Comuni disporre della banda larga è senz’altro un atout importante per dare respiro all’economia montana e inserirla nel circuito delle attività produttive. Su questo aspetto intendo assicurare il mio personale impegno a favore delle comunità montane”.

 

on. Daniela Ruffino

Deputato Forza Italia

L’immobilismo in Comune e Regione frena la crescita

Stati generali dei 5Stelle a Torino. Farò il diavolo a quattro per potere andare. Dipende se sarà a porte aperte, ovviamente. Dubito, ma la speranza è l’ ultima a morire

 

Il perché dell’ eventuale scelta è presto detto. Chiaretta è in poleposition per diventare coordinatore nazionale. Donna (il che non guasta mai) non ha fatto pressoché nulla come Sindachessa, ma non è detto che, per loro, sia un limite.

E poi, diciamocelo, è tra i pochi che non ha detto tanti strafalcioni. Se poi ha dei conti sospesi con la giustizia non importa, noi siamo garantisti e ora anche per Beppe Grillo non è più un problema. Forse c’ è dell altro. Spariti al Sud i pentastellati vogliono ripartire dal Nord e, sempre magari, gli antagonisti gli danno una mano. Ora non possono proprio fare gli schizzinosi e tutto fa brodo. Chi ha definitivamente chiuso la porta in faccia sono i PD locali. Ed anche quelli nazionali qualche dubbio lo nutrono, oramai. Rimane il Prof. Marco Revelli che comunque non fa testo avendo un debole, da oltre 50 anni , per le cause perse. Nulla di nuovo da questa parte politica, insomma. Le novità arrivano da destra. Matteo Salvini si fa intervistare alla Camera. Prima le piazze erano la sua vita. Vedremo che cosa farà in Campania e Puglia. La Meloni  garantisce: non ti preoccupare Matteo, al Sud ci pensiamo noi. Conosciamo meglio il territorio.Localmente, mi sa che il Governatore Cirio molla e l’ assessore che prenderà il posto di Roberto Rosso sarà un leghista. Che poi, a pensarci bene, sono sempre i leghisti i soci di maggioranza.

Purtroppo c’ è dell’altro. 9 mesi di governo e  immobilismo totale. Una sola delibera del Consiglio regionale. Anche qui un record negativo assoluto. Criticare ( giustamente) il governo per immobilismo e poi essere immobili non è una bella cosa. Mi sa che il virus pentastellato di non fare quello che agli altri si chiede di fare si sta diffondendo. Ma tant’e’, che almeno per quel che ci riguarda non si vota  a Torino come a Roma. Appuntamento al referendum sulla riduzione dei parlamentari. Ma anche lì , al di là del risultato, cambierà poco. Si vedrà. Altra cosa che non capisco.: i dati del governo sull’ economia sono tendenzialmente positivi per sgravi fiscali ed occupazione. A Torino ed in Piemonte disastro. Artigiani e negozianti chiudono perché sostengono di non farcela con le tasse. Se poi parli con chi regge ti dice che non può fatturare tutto ed in alcuni casi supera abbondantemente il 50 %. Molte fabbriche chiudono. E la multinazionale che sostiene di perdere mensilmente e che così non può andare e, magari ha già incassato i benefici fiscali.

Mi sembra proprio che il meccanismo non funziona e continuiamo ad essere dentro ad una spirale negativa. La crisi va avanti da 13 anni e non si ferma. Non tutto il Paese è in queste condizioni. Il Professor Massimo Cacciari ridicolizzata Conte Presidente del Consiglio. Dopo l’Emilia Romagna parlate di vittoria. Ma lo sapete che tutto il Nord è a trazione di destra? E qui c’ è la stragrande quantità del prodotto interno! Grazie nell’aver inserito il Piemonte e dunque Torino. Cari politici locale torinesi e  piemontesi datevi una mossa, diamoci una mossa. Non c’ è più tempo da perdere.

 

Patrizio Tosetto

Nasce il Comitato per il No al referendum sul taglio dei parlamentari

Oggi sabato 1 febbraio si è costituito a Torino il coordinamento dei Comitati per il NO al Referendum Costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari

L’iniziativa nasce per rafforzare la cooperazione tra organizzazioni e cittadini in una situazione grave di mancanza di informazione resa ancora più difficile dalla decisione della convocazione della consultazione popolare fissata al 29 di marzo.

Tra gli obiettivi che si è dato il coordinamento: sollecitare una maggiore informazione sul territorio del Piemonte affinché i cittadini possano recarsi alle urne conoscendo i reali effetti del voto referendario; sollecitare tutti i media a promuovere una informazione chiara e obiettiva sui contenuti del voto con dibattiti e confronti; promuovere azioni che verranno messe in campo già nei prossimi giorni per sollecitare le Istituzioni (Prefettura, Regione Piemonte, Corecom regionale) ad attivarsi sul rispetto delle leggi sulla Par Condicio e per una informazione corretta e obiettiva su questo tema referendario.

Sotto lo slogan “NO AL TAGLIO DELLA DEMOCRAZIA“, da non confondere con il taglio dei costi della politica, nei prossimi giorni verranno organizzati dibattiti e confronti sul territorio aperti alle diverse posizioni sul contenuto del voto referendario.

All’incontro, erano presenti i rappresentanti di diverse organizzazioni politiche, della società civile e singole personalità, tra gli altri: Fabio Malagnino rappresentante del Comitato NoiNo – Fondazione Einaudi; Galgano Palaferri rappresentante del Partito Liberale Italiano; Prof. Pierfranco Quaglieni – Direttore del Centro Pannunzio; Mario Barbaro – Coordinatore dell’Associazione Marco Pannella di Torino, esponente del Partito Radicale e del Comitato “C’E’ CHI DICE NO”; Davide Frascella della Segreteria PSI Piemonte; Blanca Briceno – Associazione Airesven; Sergio Rovasio Presidente Associazione Marco Pannella di Torino, esponente del Partito Radicale e del Comitato “C’E’ CHI DICE NO”.

Cronaca di una morte annunciata

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PAROLE ROSSE di Roberto Placido   La storia si ripete, sempre uguale nella sua diversità. Nel senso che rivedo gli stessi errori compiuti nel passato, recente

La storia in questione sono le manovre, partite da tempo, per le elezioni amministrative del 2021 che decideranno anche il nuovo Sindaco della città di Torino. Tralasciando il giudizio sull’attuale amministrazione, ne abbiamo già parlato e torneremo a parlarne, sulla quale si esprimeranno i torinesi nell’unico giudizio che conta, quello elettorale, osservo quanto succede tra gli “addetti ai lavori” o presunti tali. Le schermaglie tra gli aspiranti candidati nel principale partito del centrosinistra, il Partito Democratico, sono partite da tempo, senza una regia anzi, uno contro l’altro armati. L’epilogo non potrà che portare ad una candidatura esterna a quel partito ed ai partiti in generale. La morte a cui mi riferisco nel titolo, utilizzando quel grande libro di Gabriel Garcia Marquez, è appunto quella dei candidati di partito e del PD (Partito Democratico) in particolare.

Viene fuori chiaramente la mancanza di una leadership, di un progetto comune da proporre alla ipotetica coalizione, ai torinesi, alla città. Si ripete quanto successe nel 2011 dove i tre più quotati candidati di allora non riuscendo a fare sintesi aprirono la strada all’arrivo ed alla candidatura di quel Piero Fassino con i risultati sia amministrativi che elettorali che tutti conoscono. Allora le divisioni locali favorirono il partito nazionale che voleva sbarazzarsi di un ex segretario nazionale ingombrante e lo stesso che pensava di utilizzare la candidatura come trampolino di lancio per altre opportunità non avendo grande interesse a restare a Torino. Ora le divisioni e la debolezza dei partiti, sia di chi è all’opposizione, il PD, che di chi guida l’amministrazione cittadina, il Sindaco Chiara Appendino, aiutano ad andare verso una soluzione che taglia fuori tutti i pretendenti e va verso una candidatura esterna.

La collaborazione nel governo nazionale e la frantumazione del Movimento cinque stelle fa il resto. Quindi tutto deciso? Non è detto. Come al solito tendono a fare i conti senza l’oste che in questo caso sono i cittadini torinesi, la coalizione di centro e cosa potrebbe sorgere o restare esclusa da un’operazione del genere. Per quanto riguarda la coalizione di centro destra, argomento che merito un ragionamento a se stante, per la prima volta ha l’occasione straordinaria di potere vincere le elezioni amministrative in quello che una volta era, per il centro sinistra, il “villaggio di Asterix”, Torino.