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Giuseppe Conte a Mirafiori tra riarmo e automotive

Ieri Giuseppe Conte, presidente M5s, è intervenuto alla manifestazione ‘Salviamo Mirafiori. Salviamo il lavoro’, promossa dal gruppo parlamentare europeo The Left tenutasi a Torino.  “Il governo Meloni – ha detto – ha sottoscritto un piano di riarmo che prevede  800 miliardi per riarmare l’Europa, soprattutto a favore della Germania e dei paesi che se lo possono permettere, mentre saremo costretti a tagliare sanità, scuola, istruzione e spesa sociale. Noi siamo qui perché siamo con i lavoratori di Mirafiori, con i lavoratori che in questo momento sono in grande sofferenza per la crisi dell’automotive”

Stellantis, Grimaldi (AVS): la cassa a Mirafiori è maggiorenne, ma Elkann non ha dato risposte

“Elkann di fronte alle Camere, con il suo tono educato, ha detto le stesse cose di Tavares, ma senza assumersi responsabilità. Ha enumerato le somme di tasse versate al nostro Paese, dimenticando che la società ha versato 0 di IRAP in Piemonte dall’inizio della sua fuga. E ha dimenticato i 18 anni di cassa integrazione con cui Mirafiori oggi diventa maggiorenne. Il 2025 è cominciato con 10.800 auto a gennaio, poco più di un terzo rispetto al gennaio 2024. Ma per il Governo il problema è la transizione ecogica e l’economia di guerra la soluzione. È un alibi perfetto per rimuovere le proprie responsabilità e i propri ritardi. Non è un orizzonte futuribile. Serve un progetto industriale, che indichi espressamente investimenti, nuovi modelli, garanzie sotto il profilo produttivo e occupazionale. Serve riportare modelli mass market qui, avviare il reshoring di tutte le produzioni trasferite all’estero” – lo ha dichiarato il Vicecapogruppo di AVS alla Camera, Marco Grimaldi, nel corso dell’iniziativa di questa mattina davanti alla Porta 2 di Mirafiori.

L’intramontabile ‘superiorità morale’

LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Anche e soprattutto dopo la polemica sul documento di Ventotene – che, tra l’altro, ha permesso
agli italiani di saperne un po’ essendo del tutto sconosciuto ai più, come ovvio e scontato –
emerge un dato che, purtroppo, persiste a prescindere da qualsiasi cambiamento storico e
politico. E cioè, la presunta ‘superiorità morale’ della sinistra italiana. Un elemento, questo, che
storicamente ha accompagnato il comportamento concreto della sinistra italiana seppur nelle sue
multiformi espressioni. In particolare, però, quella di derivazione comunista. Ma è indubbio che
questo tic resiste a prescindere dal cambiamento dei partiti, delle classi dirigenti, del costume e
della stessa cultura politica. Perchè c’è uno stile che rende quasi esclusivo questo atteggiamento.
E lo stile è quello di chi, di fronte a qualsiasi discussione, si erge come dispensatore di saggezza e
di consigli rendendo la sua opinione quasi sempre dogmaticamente intoccabile. È appena
sufficiente ascoltare le quotidiane dichiarazioni dei vari esponenti della sinistra, nelle sue “100
sfumature di rosso”, per arrivare alla conclusione che si tratta sempre di giudizi insindacabili ed
oggettivi. Insomma, una sorta di verità di fede condita da una sequela di insulti, di invettive e e di
contumelie che vengono puntualmente scagliati contro gli avversari che, nel frattempo, non sono
nient’altro che nemici giurati ed implacabili. Nemici da delegittimare prima sotto il profilo morale
ed etico e poi da annientare sul versante politico. I recenti dibattiti parlamentari – dibattiti si fa per
dire, come ovvio – lo hanno confermato in modo persin troppo plateale. Anche perchè adesso,
almeno così pare, è in corso una gara tra chi insulta di più a reti unificate la Presidente del
Consiglio. Una gara che dovrebbe decretare, alla fine, chi la spunta politicamente all’interno del
cosiddetto campo largo. Altrochè battere il linguaggio dell’odio o invocare il rispetto
dell’avversario. Qui ci troviamo di fronte, carte alla mano, ad una sorta di criminalizzazione politica
permanente e strisciante del nemico che va, in un modo o nell’altro, battuto e definitivamente
eliminato. Certo, fa persin impressione ascoltare gli attacchi personali che vengono lanciati contro
i nemici politici, qualunque sia il tema in discussione e l’oggetto da approfondire.
Ora, anche i sassi sanno che nel nostro paese, e da sempre – cioè da sin dopo il secondo conflitto
mondiale – esiste una sorta di egemonia culturale della sinistra. Una egemonia che, nel corso dei
decenni, si è affinata e perfezionata. Nel campo televisivo – soprattutto – come nei gruppi
editoriali; nell’università come nella magistratura; nel giornalismo come nel sindacato; nella carta
stampata come nel mondo degli intellettuali. Una egemonia che non ha un contraltare – purtroppo
– nei gruppi politici e culturali alternativi anche se, com’è altrettanto evidente, non ha un consenso
di massa nella pubblica opinione. Eppure, come si diceva un tempo, riesce a dettare l’agenda. E
gli esempi sono all’ordine del giorno. La differenza, forse, rispetto a tempi più recenti, è che
questa egemonia culturale si è sempre di più saldata con la volontà di criminalizzare politicamente
l’avversario/nemico. E questo perchè la sinistra esprime sì giudizi politici ma, soprattutto,
valutazioni etico/morali che assumono una valenza dogmatica ed insindacabile. Al punto che chi
la contraddice o è un reazionario, o un bieco conservatore, o un oscurantista o, molto più
semplicemente, un fascista.
Ecco perchè i sinceri democratici e liberali – di qualsiasi cultura siano – dovrebbero adesso battere
un colpo e denunciare una malapianta che, purtroppo, continua ad incrinare la qualità della nostra
democrazia e a indebolire la stessa credibilità delle nostre istituzioni democratiche. E ciò dipende
da chi non si riconosce nella sinistra e nelle sue multiformi espressioni. Ma, soprattutto, dal
coraggio e dalla capacità di saper costruire una vera alternativa culturale e valoriale. Oltrechè ad
uno stile autenticamente democratico e profondamente rispettoso del pluralismo. Senza
arroganza politica, senza presunzione moralistica e, infine, senza alcuna supponenza etica.

“Per crescere di più”: Gianni Letta presenta alla Camera il nuovo libro di Mino Giachino

Il Paese deve ritornare a crescere di più se vuole diminuire il grande Debito Pubblico (3.000 miliardi) diminuendo il quale si diminuiranno gli attuali 83 miliardi che ogni anno spendiamo per interessi. Tagliare la inefficienza logistica che nel  2010 costava 40 Miliardi e oggi secondo Coldiretti costa al Paese 90 miliardi è un interesse nazionale. rendere più competitivi i nostri porti e aeroporti e le nostre reti ferroviarie darà al nostro Paese un contributo importante a aumentare la crescita di almeno 1 punti di PIL l’anno l’ex sottosegretario Giachino nel libro presentato stanane nella sala Matteotti della Camera chiede un nuovo Patto della Logistica col quale lo Stato si impegna a ridurre i tempi dei controlli nei porti a stanziare strutturalmente  fondi per il FERROBONUS e il Marebonus a accelerare la costruzione delle Opere, a chiudere centri violenti  come Askatasuna e a incentivare la vendita franco destino. Gianni Letta che ha avuto importanti parole di elogio per il lavoro al governo di Giachino ha sottolineato l’ importanza della battaglia per la TAV e per spostare a To la Autorità dei trasporti E ha invitato Giachino a continuare la sua battaglia per rendere sempre più competitiva la logistica italiana nell’interesse del Paese.

 

Rifondazione: come fermare la guerra e le spese militari

Venerdì 21 marzo alle ore 21 la Federazione Provinciale di Rifondazione Comunista ha organizzato un dibattito per discutere di come fermare la guerra e le spese militari, su come costruire un’alternativa alla follia che centrodestra e centrosinistra stanno costruendo in Italia ed in Europa.

Ne discuteranno Elena BASILE, ambasciatrice, Angelo D’ORSI, storico, Paolo FERRERO, segretario provinciale di Rifondazione Comunsita e Piergiorgio ODIFREDDI, matematico.

Paolo Ferrero ha dichiarato: “Siamo molto felici che prestigiosi intellettuali abbiano accettato di dialogare su come affrontare l’attuale situazione mondiale e su come costruire l’alternativa alle folli politiche europee ed italiane che stanno portando alla guerra e stanno aumentando dismisura le spese militari. Contro questi signori che distruggono la sanità pubblica, la previdenza, il welfare per comprare bombe e carri armati occorre disertare e costruire la rivolta popolare.”

Dalla terza guerra mondiale a Barriera di Milano il problema sono i politici

Durissima fidarsi di Putin. Ora poi che è stato sdoganato da Trump risulta quasi impossibile. Ma la notizia del giorno è la manifestazione promossa dal giornalista Michele Serra. Ha preso con una fava ben tre piccioni. Riunire la sinistra, stigmatizzare che senza l’unità politica dell’Europa non si può fare e sostenere che con il riarmo non si va da nessuna parte.
Veramente è un  “lavoro” che avrebbero dovuto fare i partiti di sinistra, ma si sa che la perfezione non è di questo mondo. Conte e cinquestelle vogliono essere pacifisti e Trumpiani. Beati loro che non credono alla coerenza. Anonima e spaesata la Meloni. Non so se avete notato: gli esponenti di Fratelli d’Italia, nei loro interventi la citano almeno 10 volte. Per i leghisti c’è solo Salvini e quelli di Forza Italia hanno fatto loro lo slogan: io speriamo che me la cavo. Oltre ciò Rizzo e Vannacci sono diventati una coppia d’oro. Misteri della fede.
Per ora l’accoppiata Trump e Musk ha fatto solo disastri comportandosi come due bulli di provincia. Persino molti statunitensi si stanno chiedendo: mamma mia che cosa abbiamo combinato. E l’incredibile è oramai davanti a noi.  La Gran Bretagna è leader di parte dei paesi europei che per Trump dovrebbero essere cancellati dalla Storia e probabilmente dalla geografia.
Proprio così, gli inglesi che non volevano più sentire parlare di Europa sono diventati i più acerrimi sostenitori di una Europa armata fino ai denti. Del resto non è una novità che tra russi ed inglesi non è mai corso buon sangue. E noi poveri cittadini come ci sentiamo? Presi in mezzo, ed abbiamo paura della guerra. Di una terza guerra mondiale.
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Del resto non siamo messi bene con i governanti che abbiamo. Ed alla fine l’accordo tra Putin e Trump c’è stato? Lecito chiederselo. Hanno parlato per più di tre ore e poi Trump ha detto che sulle armi non hanno fatto alcunché . Vedo la tregua traballante.  Una tragica ripetizione di quel che sta succedendo a Gaza con Netanyahu letteralmente fuori controllo. Che poi la Meloni fosse contro il Manifesto di Ventotene non mi pare una novità. Lo scrisse Altiero Spinelli  al confino perché antifascista. Nel 1941 quando la paura di una vittoria nazifascista in Europa era un pericolo concreto. Tutta l’Europa democratica da 80 anni ci invidia Altiero Spinelli.  Tutti tranne la nostra Presidente del Consiglio con i suoi sodali, ovviamente.
Questa volta ha perso un’occasione assomigliando al Gambero.
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Ultima considerazione sulla nostra Torino. Ultimamente si vive meglio nella nostra città? A mio modestissimo parere, dipende  dai quartieri. È una questione di classe? Anche. Triste ammetterlo ma è proprio così. Il solito esempio è Barriera di Milano dove la situazione è totalmente incontrollabile. Viceversa a Cit Turin o Crocetta mi sembra una situazione accettabile.  Dunque? Sbaglierò ma dalle grandi questioni alle piccole questioni un filo comune: una classe politica assolutamente ininfluente nell’affrontare e risolvere le questioni “sul tappeto”. Mala tempora currunt.
PATRIZIO TOSETTO

Più opportunità e servizi per gli animali

E anche per le famiglie che li ospitano e tutta la comunità. Un gruppo di lavoro per le modifiche alla Legge

Mario Salvatore Castello, Consigliere Segretario del Consiglio regionale del Piemonte con delega ai Garanti regionali, al corso per il patentino per i proprietari di cani: “Stiamo lavorando per incrementare i corsi, ma anche per realizzare nuove attività e maggiori servizi”

“Più opportunità e servizi per migliorare la qualità della vita degli animali domestici, delle famiglie che li ospitano e, di riflesso, per tutta la comunità, favorendo la convivenza tra tutti”: è l’annuncio che il Consigliere segretario dell’Ufficio di Presidenza, Mario Salvatore Castello, che è delegato ai Garanti regionali, ha voluto anticipare intervenendo, insieme e Paolo Guiso, Garante regionale per il benessere animale, al corso per il patentino per i proprietari di cani, organizzato dal Comune di Pianezza insieme a ProLoco Pianezzese, AslTo3, Enpa, e Ordine dei Medici Veterinari, ai sensi dell’Ordinanza Ministeriale 6 agosto 2013.

“Lavoreremo perché i corsi per i proprietari di cani, in particolare, e di animali domestici, in generale, siano realizzati anche in altri comuni – ha detto Castello -; realizzeremo altre iniziative di analisi e sensibilizzazione per migliorare la consapevolezza delle famiglie che ospitano animali da compagnia e la convivenza civile, oltre un corretto approccio agli spazi pubblici. Istituiremo un gruppo di lavoro per proporre integrazioni alla attuale Testo Unico regionale sul benessere animale”.

Moderati: “Nuovo Piano Regolatore, quale futuro per la città?” 

Oggi si è svolto, presso la Sala delle Colonne di piazza Palazzo di Città 1, a Torino, il convegno promosso dal Gruppo Consiliare Moderati del Comune di Torino sul tema del “Nuovo Piano Regolatore, quale futuro per la città?”

I lavori sono stati introdotti dal Capogruppo dei Moderati in Comune Simone Fissolo, il ruolo di moderatore è stato assunto da Giacomo Portas, leader dei Moderati, e sono intervenuti il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, l’Assessore all’urbanistica della Città di Torino Paolo Mazzoleni, la Vicepresidente Ance Torino Paola Orsini e il Presidente della Commissione Edilizia della Città di Torino Subhash Mukerjee.

“Noi Moderati in Consiglio Comunale sosteniamo il nuovo Piano Regolatore – ha dichiarato Simone Fissolo – sono trent’anni (1995) che Torino ha approvato l’ultimo Piano Regolatore. Oggi alcune sopravvenute esigenze quali la decrescita demografica cittadina e il cambiamento di abitudini dettato dalla pandemia da Covid 19 hanno fatto in modo che il Piano Regolatore trentennale dovesse essere revisionato e aggiornato. Il nuovo Piano Regolatore si basa su tre aspetti principali che riguardano la bonifica e la trasformazione dei luoghi abbandonati, la transizione energetica ecologica per la riduzione della CO2 e affrontare la decrescita demografica”.

“Credo che un nuovo Piano Regolatore sia fondamentale – dichiara il Sindaco di Torino Stafano Lo Russo – per accompagnare il cambiamento che si fa sempre più veloce della città. La finalità di questo Piano Regolatore su cui si sta celermente lavorando si basa sul costruire traiettorie di sviluppo sostenibile per i prossimi 30 anni. Da qui nasce l’esigenza di una visione e di una sua dinamicità per stare al passo con il rapido cambiamento in corso. Il Comune per la prima volta ha messo in atto 909 milioni di fondi di investimento pubblico per far sì, inoltre, che aumentino quelli privati.

L’Assessore Mazzoleni è intervenuto per spiegare il contenuto e le dinamiche del nuovo Piano Regolatore su cui si sta lavorando, tenendo conto di Torino come quarta città italiana per dimensione e importanza, caratterizzata dalla dimensione di prossimità dei quartieri, che è stata accelerata durante la pandemia.

“Abbiamo un’idea chiara di città che possiamo costruire. Torino è una città caratterizzata dalla presenza di quartieri dotati di una loro centralità che garantiscono una maggiore facilità di organizzazione politica e sociale. Il nuovo Piano Regolatore si basa su tre pilastri fondamentali: la città come innovazione, la città come welfare e la città come ecosistema. La finalità è quella di aumentare la qualità all’interno dei servizi nello spazio pubblico, stimolando Torino ad accettare e accogliere la sfida della sostenibilità. Il Piano Regolatore deve influire sui quartieri, rafforzando le loro rispettive centralità e potenziandone gli spazi di riferimento per la vita quotidiana dei residenti. Fondamentali saranno le connessioni tra i quartieri determinate da un efficientamento delle linee di trasporto pubblico (nel Piano Regolatore vigente non vi sono riferimenti al settore del trasporto urbano e metropolitano). Gli spazi inutilizzati della città dovranno essere trasformati in centri di innovazione, polifunzionali, di creatività, promuovendo un mix dinamico di attività. Al centro del progetto va assolutamente inserita la valorizzazione del tessuto urbano con una maggiore estensione delle aree verdi, degli spazi pubblici e servizi utili ai quartieri. Il prossimo Piano Regolatore dovrà tutelare e collegare parchi, fiumi, viali alberati e corridoi ecologici per un maggiore benessere urbano e rendere la città maggiormente resiliente. Il nuovo Piano Regolatore, che dovrà essere adattivo, flessibile, efficace, attivabile, digitale e aggiornabile, dovrà anche regolare i rapporti tra Torino e i comuni limitrofi, evitando periferie isolate incentivando la trasformazione lungo i bordi urbani”.

Hanno concluso i lavori del convegno Paola Orsini e Subhash Mukerjee, che hanno sottolineato l’importanza di un nuovo Piano Regolatore quale strumento fondamentale per attuare un cambiamento e un processo di rigenerazione urbana che deve adattarsi alle molte esigenze della città. Deve essere chiaro, hanno evidenziato, che la sua comparsa non porterà un cambiamento improvviso, ma sarà necessario un costante lavoro per la sua attuazione.

Mara Martellotta

Treno AV Bardonecchia, Conticelli (PD): “La Regione minimizza il problema” 

Assolutamente insoddisfacente la risposta di Trenitalia portata in commissione dall’assessore Gabusi in merito all’esclusione della fermata di Bardonecchia dalla linea ad alta  velocità Torino – Parigi. La soppressione della fermata di Bardonecchia, già eliminata e poi reinserita nel 2022, ora sostituita con Oulx, è definita una scelta “di mero incoming turistico, soprattutto estero”.
Lo dichiara la vicepresidente della II commissione Nadia Conticelli, consigliera regionale del Partito democratico.
Il passaggio dei due Frecciarossa da e per Roma, che potrebbe essere mantenuto anche nei fine settimana estivi, riduce la stazione di Bardonecchia unicamente al traffico nazionale, con la beffa che, si precisa, in caso di richiesta da parte della clientela il servizio potrebbe essere nuovamente valutato – sottolinea Conticelli – .Va da sé che il flusso turistico, ovvero la domanda, si genera con il servizio e non viceversa, soprattutto in un contesto come Bardonecchia dove, negli anni, si è scelto di realizzare una forte integrazione del sistema sciistico con la linea ferroviaria, in virtù del quale oltre il 30 per cento dei turisti sceglie il treno come mezzo di accesso.  La linea diretta per la Francia rischia di indebolire le nostre stazioni sciistiche a vantaggio di quelle del versante d’oltralpe in cui in una fase in cui i cambiamenti climatici stanno già fortemente penalizzando gli investimenti del settore”.
Nella seduta odierna  in commissione Trasporti  si è fatto anche il punto sulle linee ferroviarie dismesse o sospese e sugli investimenti necessari per riattivarle: la Pinerolo Torre Pellice,  la Novara Varallo, la Alessandria Castagnole Lanze, la Asti Chivasso, la Asti Casale, la Cuneo Mondovì, la Santhià Arona e la Vercelli Casale – aggiunge ancora Conticelli – . In assenza però di una forte integrazione del trasporto pubblico su ferro e su gomma e del biglietto unico integrato sarà difficile sostenere economicamente le riattivazioni. Il rinnovo dei contratti di servizio a livello regionale e metropolitano offre un’occasione importante per integrare servizio, tariffe e abbonamenti”.
“Su questo sollecitiamo un confronto concreto e puntuale con l’assessore – conclude la vicepresidente della commissione e consigliera dem – . In campagna elettorale, era stato promesso agli studenti piemontesi l’abbonamento gratuito per i trasporti; ad oggi l’abbonamento studenti, oltre ad aver subito un sensibile aumento, non consente su tutti i territori di poter utilizzare in alternativa bus e treni penalizzando di fatto l’utenza che attende risposte concrete e tempestive”.