“INCOMMENTABILE SCORRETTEZZA”/ “La Conferenza dei Capigruppo ha concesso la convocazione, in modalità legislativa, della I Commissione del Consiglio regionale anche per esaminare la proposta di legge, del quale sono il primo firmatario, che prevedeva la destinazione di 55 milioni a favore del personale operante nel Servizio Sanitario Regionale impegnato nella gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Ma in sede Legislativa i Gruppi della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia hanno respinto questa Proposta, giustificando il loro voto con una curiosa motivazione che nemmeno il più impreparato fra gli studenti avrebbe avuto il coraggio di sostenere. In sostanza hanno copiato il testo e lo hanno incollato su un foglio bianco, apponendovi sotto la propria firma” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti. “Non ci sono parole adatte – conclude Ravetti – per commentare quello che fa questa maggioranza. Dal mio punto di vista l’eleganza e il rispetto in politica valgono molto”.
Regione, respinte le proposte della minoranza
Nella discussione generale nella Prima commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti, la Giunta regionale ha espresso parere negativo sulle due proposte di legge presentate dalla minoranza: quella sulla riduzione dell’orario di lavoro, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), e quella sulle misure aggiuntive al “Riparti Piemonte”, primo firmatario Raffaele Gallo (Pd).
Nel corso della seduta sono stati anche annunciati come relatori di maggioranza del Ddl 95 “Riparti Piemonte” Valter Marin (Lega) e Paolo Bongioanni (Fdi). Come relatori di minoranza per il momento sono stati individuati Ivano Martinetti (M5s), Marco Grimaldi e Silvio Magliano (Moderati).
Con la sua proposta di legge, Grimaldi chiede di attivare una sperimentazione in Piemonte per finanziare contratti di solidarietà espansiva che permettano una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, bilanciata da una assunzione ogni quattro riduzioni d’orario: “Si arriverebbe a uno sgravio fiscale di 2 mila euro per ogni neoassunto, migliorando così non solo la qualità della vita dei lavoratori, ma anche quella dell’azienda che potrebbe immettere forze fresche; penso al settore trasporti, dove la media dell’età dei lavoratori è alta e c’è necessità di giovani. Quello della riduzione dell’orario di lavoro è un tema storico, è ora che si faccia una sperimentazione anche nella nostra regione”.
Contraria la posizione della Giunta, illustrata dall’assessore al lavoro Elena Chiorino: “Abbiamo bisogno che le imprese producano ricchezza e siano solide per migliorare la condizione di vita di tutti, anche dei lavoratori, e tutelare i posti di lavoro. Oggi il rischio è la chiusura delle aziende. La prima azione è dunque sostenerle, sburocratizzando e supportando la ricerca e l’innovazione. In questo momento il bilancio regionale va impegnato a supporto delle imprese. Non possiamo pensare di distribuire denaro, pensando a strumenti costosi come il reddito di cittadinanza o il reddito di emergenza, se soffochiamo chi la produce con richieste e pretese insostenibili».
La necessità di aprire una discussione sul tema è stata invece sostenuta da Raffaele Gallo e Domenico Rossi (Pd) “aumenterebbe l’occupazione e la capacità di consumo” e da Sean Sacco (M5s), secondo il quale “contrariamente a quello che si pensa, la riduzione non è utile solo la lavoratore, ma anche alle aziende che possono trovare giovamento sul piano della produttività in un’ottica di espansione del mercato”.
Illustrando la sua proposta di legge a sostegno dell’economia piemontese e delle fasce deboli dopo l’epidemia di Coronavirus, Raffaele Gallo (Pd) ha annunciato che il suo gruppo presenterà emendamenti con lo stesso contenuto della Pdl nella discussione sul “Riparti Piemonte”. Le misure proposte dal Pd si finanzierebbero attraverso una riduzione del capitale di FinPiemonte di 80 milioni – “inutile tenere fermo un capitale così alto”, ha spiegato Gallo – e riguardano incentivi finanziari in diversi settori: dallo smart working alla sicurezza dei luoghi di lavoro, dal turismo alla lotta alla povertà, dalla ricapitalizzazione delle aziende piemontesi al recupero degli alloggi di proprietà pubblica, dallo sport al terzo settore. “Sono proposte che si intersecano e migliorano quelle contenute nel Riparti Piemonte, dando una prima risposta a molti settori dimenticati”, ha spiegato Gallo.
Il parere negativo sulla Pdl è stato espresso dall’assessore al bilancio Andrea Tronzano, che ha comunque detto di apprezzare lo spirito dell’iniziativa legislativa: “Siamo contrari a ridurre il capitale sociale di FinPiemonte: sono risorse importanti che saranno molto utili nel 2021, che già si preannuncia come un anno difficile per il bilancio regionale. Per quanto riguarda le misure, alcune sono già presenti nel Riparti Piemonte, penso allo smart working e alla sicurezza sul posto di lavoro, e saranno anche potenziate. Altre sono in via di definizione con precisi emendamenti che la maggioranza sta preparando, Su altri temi si può discutere, come quello sugli incentivi alla ricapitalizzazione delle aziende. Sempre che il governo non intervenga su questo tema, come sembrerebbe da alcune indiscrezioni”.
Favorevole alla proposta del Pd si è detto Sean Sacco. Andrea Cane (Lega) ha annunciato un emendamento al “Riparti Piemonte” proprio sullo smart working, spiegando che il suo gruppo da tempo stava lavorando su un’apposita Pdl e che con l’emendamento si intende dare sgravi fiscali alle aziende per l’acquisto di device.
Domenico Ravetti (Pd), primo firmatario della Pdl per dare nuove risorse al personale sanitario, ha chiesto lo stralcio di un analogo articolo del “Riparti Piemonte”, ricordando la precedenza temporale della sua Pdl.
“Hanno dovuto dormire all’addiaccio nella piazza antistante al municipio di Torino per una settimana prima di avere di nuovo un tetto sopra la testa”.
Sono le decine di homeless sfrattati dal dormitorio invernale di Piazza d’Armi. Sfrattati e buttati irresponsabilmente in strada in piena emergenza coronavirus. Dopo una settimana trascorsa davanti al Municipio i senza dimora sono stati trasferiti all’interno del padiglione Torino Esposizioni. Se si doveva chiudere il dormitorio di piazza d’Armi perché non si sono verificate prima le alternative praticabili? Forse perché si pensava che le persone sparissero, diventassero invisibili? Un atteggiamento, quello tenuto dall’amministrazione comunale, inconcepibile, causa di inutili sofferenze per persone trattate peggio degli animali.
Ezio Locatelli
Segretario provinciale Prc -Se
Magliano: “I colleghi in Comune approvano la mia proposta di mozione: i titoli di viaggio acquistati e non utilizzati causa COVID-19 vedranno estesa la propria validità o saranno rimborsati. Sono soddisfatto: giusto segnale di sostegno ai cittadini e di valorizzazione del trasporto pubblico”.
La Sala Rossa, convocata in videoconferenza, dice sì all’unanimità: passa la mia mozione che impegna la Giunta a interloquire con la Regione Piemonte, con AMP, con i gestori del trasporto pubblico e con GTT perché siano rimborsati o congelati (con estensione per un pari numero di giorni) gli abbonamenti non utilizzati da studenti e lavoratori in questi due mesi di lockdown. Coloro che avevano scelto di utilizzare il trasporto pubblico per recarsi al lavoro o a scuola non hanno poi di fatto utilizzato, durante l’emergenza da COVID-19, quanto acquistato. Soprattutto le famiglie numerose hanno dovuto affrontare esborsi importanti. Sono soddisfatto del fatto che anche i colleghi si siano dimostrati sensibili a questa esigenza. Anche questo è un modo per dimostrare solidarietà, in maniera concreta e utile, alle famiglie e ai lavoratori, e per dare valore al trasporto pubblico. I Moderati hanno portato avanti questa proposta con assoluta convinzione alla luce delle difficoltà nelle quali diverse famiglie si troveranno quando l’emergenza sarà completamente rientrata e della necessità di promuovere l’uso dei mezzi pubblici.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha stabilito, con un “motu proprio”, che solo dai cittadini può accettare critiche, vietate a chiunque altro.

Allasia: “Non lasciamo soli gli infermieri”
“In un momento di emergenza sanitaria come quello attuale cogliamo con ancor più chiarezza il valore del lavoro svolto da infermieri e infermiere che stanno assistendo i malati con spirito di sacrificio e coraggio, sono la linfa vitale di tutto il sistema salute.
A loro va il più sentito ringraziamento per la dedizione e la passione con cui stanno affrontando la situazione, che va spesso ben oltre i doveri professionali”. Così è intervenuto Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale in occasione della Giornata mondiale degli infermieri e delle infermiere, celebrata il 12 maggio. “L’impegno delle istituzioni, oggi più che mai, deve essere quello di non lasciare soli gli infermieri e il personale sanitario in generale, nel loro delicato quanto insostituibile compito, tutelando la loro salute e assicurando le condizioni affinché possano svolgere la loro attività in sicurezza”.
Ricordi di un impolitico di cinquant’anni fa
Di Pier Franco Quaglieni / Cinquant’anni fa Il mio amico Tito Gavazzi, che era stato uno stretto collaboratore di Adriano Olivetti come assessore alla cultura ad Ivrea, mi offri’ la candidatura di capolista al Comune di Moncalieri come indipendente. Pur tra tante esitazioni finii di accettare, anche se nel frattempo fui retrocesso da capolista numero 1 a capolista numero 3

Io riuscii secondo eletto della lista con poco stacco dal primo escluso che mi avrebbe ostacolato per l’ intero quinquennio. Alcuni mi votarono pensando di votare mio padre Piero, molto autorevole e allora conosciuto. Festeggiai con gli ultimi soldi rimasti con una cena offerta ai fedelissimi al ristorante “La Darsena” appena inaugurato. Fu nel complesso una bella anche se faticosissima esperienza. L’ ultimo giorno di campagna elettorale feci dieci comizi volanti. Il comizio più importante avvenne in piazza Vittorio Emanuele con Gian Piero Orsello che venne apposta da Roma per sostenermi. Quando venni in contatto con l’apparato di partito mi misi quasi subito le mani nei capelli. Quasi subito mi offrirono la direzione del settimanale “Torino giorni” che diressi svogliatamente fino al 1973. Garosci mi chiese di scrivere su “’Umanità”. Saragat mi ricevette al Quirinale congratulandosi con me. Voleva conferirmi anche una onorificenza , ma io non avevo l’età minima per riceverla. Ma le dolenti note cominciarono con gli incontri per la formazione della Giunta dai quali venni escluso, malgrado fossi il capogruppo. Per circa tre anni seguii assiduamente i lavori del Consiglio comunale e delle Commissioni e feci tante interrogazioni e interpellanze che non venivano prese seriamente in considerazione. Una di queste venne persino perduta e io per protesta abbandonai i lavori del Consiglio. Avevo un’idea idilliaca e in fondo distorta della politica che mi impediva il compromesso. Quando mi resi conto di questo, incominciai ad allontanarmi, Votare sì per disciplina di partito mi infastidiva, specie quando andava contro le mie idee. Nei lavori consiliari ero nel banco sotto a quello occupato dal presidente della Regione ed ex sindaco di Moncalieri Edoardo Calleri di Sala con cui non legai politicamente ma sul terreno intellettuale si stabilì tra noi un certo feeling. Era una persona preparata e colta, forse troppo spregiudicata, ma sicuramente di alto valore. Nel frattempo divenni amico di suo nipote Paolo Macchi che non fece mai nulla per far facilitare un rapporto tra me e lo zio. Allora si diceva che la città fosse un suo feudo e c’era chi la chiamava scherzosamente Moncalleri.
COMMENTARII di Augusto Grandi / Eppur si muove. No, non la Terra ma la politica italiana. Strano ma vero. In realtà non è per nulla strano. Perché la politica italiana è caduta talmente in basso da avere un assoluto bisogno di un cambiamento radicale. Nelle persone e nelle idee
Il nulla cosmico che sta caratterizzando la scena politica è ormai imbarazzante, inaccettabile.
Con la scusa dell’emergenza si sono affidati i pieni poteri ad una squadra di dittatorelli dello Stato Libero di Bananas che hanno evidenziato limiti imbarazzanti. Ma il fatto stesso che l’opposizione non sia stata in grado di contrastare questa deriva dimostra l’assoluta inconsistenza dell’intero centrodestra…
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Sotto le macerie della politica si registrano nuovi movimenti
Senza dimora. Grimaldi (LUV): “Tamponi a tutti”
“Perché accedano alle strutture, apriamo le foresterie militari”
“Abbiamo firmato l’appello per chiedere al Comune di prendere in carico le persone che bivaccano davanti a piazza Palazzo di Città e in Piazza d’Armi e ci siamo uniti, ancora una volta, al grido di allarme di tanti operatori sanitari, associazioni e soggetti del terzo settore che chiedono da tempo una riposta per i senza dimora, che in questa crisi vivono una condizione di estrema difficoltà.
Per loro restare a casa non è possibile” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in particolare in merito alla vicenda dello smantellamento (prorogato ma avvenuto il 3 maggio) del campo allestito dalla Città di Torino con la Croce Rossa Italiana e la Protezione Civile nell’ambito del “Piano di Inclusione Sociale – area 5 (azioni ed interventi di rete per l’inclusione sociale dei cittadini in condizioni di marginalità estrema)”.
“Parliamo di 96 uomini, 12 donne e altre 30 persone che dal mattino del 4 maggio si sono ritrovati in strada senza alcuna alternativa e hanno cercato riparo in piazza Palazzo di Città, mentre altri sono rimasti in Piazza d’Armi” – prosegue Grimaldi.- “È inutile scandalizzarsi perché restano all’aperto in condizioni sanitarie rischiose, se le istituzioni non fanno tutto il possibile per restituire condizioni dignitose a tutti loro”.
Al momento la gran parte degli aiuti alimentari ricevuti sono frutto della solidarietà di movimenti, singoli cittadini e organizzazioni del terzo settore. Le condizioni igieniche si aggravano quotidianamente, considerato inoltre che i bagni degli esercizi commerciali non sono agibili, né sono stati aperti i bagni pubblici in prossimità.
“È vero” – aggiunge Grimaldi – “che il Comune ha disposto una convenzione con strutture esterne e l’ampliamento dei posti, ma c’è un problema: l’accesso a questi luoghi è comprensibilmente vincolato a un tampone negativo. Come potranno i senza dimora inserirsi nelle graduatorie se la Regione non si fa subito carico di effettuare loro un doppio tampone? E poi possiamo fare molto di più per aumentare i posti per la notte: le foresterie militari sarebbero idonee e, dalle informazioni ricevute dalle associazioni, alla caserma Riberi (ex ospedale militare) ci sarebbero già una trentina di posti liberi, altri 50 alla caserma di Bardonecchia e 100 posti sarebbero poi disponibili all’Hotel Blu di Collegno. Che cosa aspettiamo a verificare e utilizzare questi luoghi per l’isolamento fiduciario e la quarantena di chi una casa non ce l’ha? L’Unità di Crisi aiuti il Comune a trovare delle soluzioni adeguate”.
E’ stata discussa oggi in Sala Rossa l’interpellanza sulla sicurezza e sanificazione nel trasporto in sharing, bici, auto, scooter, monopattini; presentata dalla consigliera comunale Federica Scanderebech.
“Ho dovuto presentare un’interpellanza, dopo non aver ricevuto alcuna risposta in sede di commissione, sulla sicurezza dei cittadini che utilizzano mezzi in sharing: dalle bici alle auto, senza dimenticare scooter e monopattini. Credo che in questo momento la sicurezza sanitaria debba essere una priorità in tutti i servizi che vengono erogati direttamente dalla Città o delegati a enti esterni. Una considerazione che vale per i servizi di trasporto pubblico quanto quelli in sharing, che per definizione, essendo in condivisione tra più utenti, potenzialmente possono diventare veicoli di diffusione del contagio. Mezzi peraltro che hanno continuato a essere usufruiti anche da personale sanitario durante il lockdown, in particolare 500 monopattini attivi (6 società su 8 hanno arrestato il servizio), 1.700 bici adoperabili e tutte le società di auto hanno mantenuto il servizio, con mia immensa preoccupazione sull’uso corretto in prevenzione dei contagi”, commenta Scanderebech.
“Per questo – continua la consigliera – reputo necessario e indispensabile prevedere la dotazione almeno sulle auto e sugli scooter in sharing di dispositivi di protezione individuale monouso, guanti e mascherine, oltre al sottocasco monouso per lo scooter. Che congiuntamente ad una sanificazione che non sia solo quotidiana, ma effettuata ad ogni cambio di utente potrebbe prevenire i contagi. E prevedere altrove l’obbligo dell’utilizzo di mascherine e guanti per l’uso dei mezzi in sharing”
“Ho consigliato inoltre – aggiunge Scanderebech – che sia data adeguata comunicazione, allegata ai veicoli in condivisione e sulle app, per l’utilizzo di buone pratiche al fine di evitare la diffusione del virus COVID-19, oltre per una opportuna comunicazione del momento in cui sia avvenuta l’ultima sanificazione. Addirittura a Shanghai alcune app di delivery indicano la temperatura corporea del riders, qua si chiede venga divulgato e comunicato nelle app la data e l’orario della sanificazione. Parrebbe che il Comune di Roma della stessa parte politica stia gestendo il tutto molto meglio, mi domando perché non si possano confrontare per attuare reali buone pratiche”
Conclude Scanderebech: “L’Assessore ha fornito una risposta vaga e frammentata, tanto da trasmettere l’idea che la Giunta non abbia un quadro preciso dei protocolli sulle procedure di sanificazione adottate a Torino. Mi pare che si stia navigando a vista. Non mi darò pace finché il tema non avrà le giuste e dovute risposte, anche presentando una mozione”.