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Ravetti – Gallo (PD): “Bonus Piemonte: Una soluzione temporanea”

“Solo per alcuni, ma troppi esclusi e troppe differenze”

 

“Il Bonus Piemonte della Giunta Cirio è un provvedimento che contiene troppe criticità e che più che includere esclude! Troppe sono le attività produttive fuori da questo perimetro per le quali, fin da subito, abbiamo chiesto di trovare le risorse, e continuiamo a chiederlo!” affermano il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti e Raffaele Gallo.

“Rileviamo, inoltre – affermano gli esponenti dem – che per le categorie incluse sono previsti bonus differenziati, mentre con i nostri emendamenti abbiamo chiesto che il bonus fosse uguale per tutti i soggetti beneficiari, senza differenze! Questo è il primo intervento per economia e sanità della giunta Cirio ed è arrivato con ritardo e con tante, troppe storture! Anche lo stanziamento e la proposta di incentivo economico per gli operatori sanitari è copiato dalla proposta di legge del Pd!”

“La debolezza del “Bonus Piemonte” – concludono Ravetti Gallo – è dimostrata anche dalla reazione di protesta dei commercianti che lamentano la fragilità dell’azione del Governo regionale: riaprire, infatti, non significa ripartire. La Giunta Cirio è in ritardo di almeno due mesi nel fornire risposte che non sono certo quelle contenute nel “Riparti Piemonte””.

Leone (Lega): “Con «Impresa sicura» rimborso spese per i DPI”

La Regione Piemonte promuove il bando  «Impresa sicura» emesso da Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, di proprietà del ministero dell’Economia.

“Un contributo importante per gli imprenditori piemontesi, – sottolinea il Presidente della Terza Commissione di Palazzo Lascaris Claudio Leone – questa iniziativa consente alle aziende di chiedere il rimborso  delle spese sostenute dalle aziende per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale, finalizzati al contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica. Nelle prossime settimane tutti i settori e i comparti ripartiranno nella nostra Regione e farlo in sicurezza è un dovere a cui ottemperare”.

“Vogliamo aiutare gli operatori economici con ogni strumento possibile – conclude il Consigliere della Lega Salvini Piemonte Claudio Leone – e ricordiamo che  la domanda va presentata entro il 18 maggio in modalità telematica. Le imprese interessate possono inviare la prenotazione del rimborso dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 attraverso lo sportello informatico dedicato all’indirizzo  /prenotazione.dpi.invitalia.it/ le attività per l’erogazione dei rimborsi saranno avviate subito dopo la conclusione della fase di compilazione e i versamenti arriveranno entro il mese di giugno”.

Classe dirigente, adesso uno scatto di qualità

IL COMMENTO  di Giorgio Merlo / Il capitolo della selezione della classe dirigente continua ad essere uno dei temi irrisolti della politica italiana. Ed è una spia sintomatica della crisi profonda della politica contemporanea e del suo quasi nullo appeal tra la pubblica opinione.

È di questi giorni la riflessione di Alessandra Ghisleri che individua in uno striminzito 4,6% il tasso di fiducia dei cittadini nei confronti dei politici. Altrochè i sondaggi che snocciolano popolarità alle stelle per alcuni uomini di potere. Come si suol dire, sono tutti dati farlocchi e poco attendibili. Quello che conta , come dice giustamente la Ghisleri, è l’inconsistenza e non credibilità della attuale politica italiana riconducibile, prevalentemente, alla mediocrità e alla scarsa qualità della sua classe dirigente. Del resto, quando un partito vince le elezioni politiche e incassa un risultato eclatante all’insegna della distruzione di tutto ciò che trasuda passato e tradizione, che esalta l’improvvisazione, l’inesperienza e la incompetenza della sua classe dirigente, c’è poco da stare allegri. Ma le mode passano, come tutti sanno. E dopo la lotta furiosa contro la casta, contro la politica tradizionale, contro i partiti, contro il Parlamento e la democrazia rappresentativa, resta poco da salvare. Soprattutto quando scoppia una emergenza, una grave emergenza come quella che stiamo attualmente vivendo. E dove sono richiesti proprio quelle qualità e quegli ingredienti che sono stati violentemente respinti e delegittimati per anni. E cioè, competenza, esperienza, rigore professionale e, un pizzico di cultura politica. Ma, al di là di ciò che capita oggi sotto i nostri occhi, è del tutto evidente che la selezione della classe dirigente politica resta un tema sul tappeto. Di fatto irrisolto. Si tratta, in sostanza, di far sì che senza rimpiangere il passato o, peggio ancora, vivere di sola nostalgia, si inverta la rotta. Ovvero, che riemerga come un fiume carsico una classe dirigente che sappia coniugare competenza specifica con capacità politica; cultura politica con rigore morale; professionalità politica con rispetto degli avversari. In sintesi, una rivoluzione quasi copernicana rispetto alle dinamiche della politica contemporanea. Ed è proprio su questo versante che l’area cattolico democratica, cattolico popolare e cattolico sociale può essere nuovamente protagonista nella storia democratica di questo paese. Come lo è stata per molti anni dal secondo dopoguerra in poi. Perchè si tratta, nello specifico, di una classe dirigente che esiste, corre sotto traccia, è dispersa in mille rivoli ma è viva e vitale e contribuisce, su più versanti, a seminare valori, progetti, competenza, dirittura morale e anche e soprattutto cultura politica. Ecco, forse è arrivato il momento per farsi sentire di più. E meglio, senza riproporre le solite litanie che interessano a malapena ai diretti interessati ma investendo su una classe dirigente che mai come oggi è richiesta ed invocata. E, guarda caso, forse più dai nostri avversari e detrattori storici che non dai nostri simpatizzanti e amici di sempre.

 

Ravetti (Pd): “Personale sanitario, il centrodestra boccia ma copia”

“INCOMMENTABILE SCORRETTEZZA”/ “La Conferenza dei Capigruppo ha concesso la convocazione, in modalità legislativa, della I Commissione del Consiglio regionale anche per esaminare la proposta di legge, del quale sono il primo firmatario, che prevedeva la destinazione di 55 milioni a favore del personale operante nel Servizio Sanitario Regionale impegnato nella gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19. Ma in sede Legislativa i Gruppi della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia hanno respinto questa Proposta, giustificando il loro voto con una curiosa motivazione che nemmeno il più impreparato fra gli studenti avrebbe avuto il coraggio di sostenere. In sostanza hanno copiato il testo e lo hanno incollato su un foglio bianco, apponendovi sotto la propria firma” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti. “Non ci sono parole adatte – conclude Ravetti – per commentare quello che fa questa maggioranza. Dal mio punto di vista l’eleganza e il rispetto in politica valgono molto”.

Regione, respinte le proposte della minoranza

Nella discussione generale  nella Prima commissione presieduta da Carlo Riva Vercellotti, la Giunta regionale ha espresso parere negativo sulle due proposte di legge presentate dalla minoranza: quella sulla riduzione dell’orario di lavoro, primo firmatario Marco Grimaldi (Luv), e quella sulle misure aggiuntive al “Riparti Piemonte”, primo firmatario Raffaele Gallo (Pd).

Nel corso della seduta sono stati anche annunciati come relatori di maggioranza del Ddl 95 “Riparti Piemonte” Valter Marin (Lega) e Paolo Bongioanni (Fdi). Come relatori di minoranza per il momento sono stati individuati Ivano Martinetti (M5s), Marco Grimaldi e Silvio Magliano (Moderati).

Con la sua proposta di legge, Grimaldi chiede di attivare una sperimentazione in Piemonte per finanziare contratti di solidarietà espansiva che permettano una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, bilanciata da una assunzione ogni quattro riduzioni d’orario: “Si arriverebbe a uno sgravio fiscale di 2 mila euro per ogni neoassunto, migliorando così non solo la qualità della vita dei lavoratori, ma anche quella dell’azienda che potrebbe immettere forze fresche; penso al settore trasporti, dove la media dell’età dei lavoratori è alta e c’è necessità di giovani. Quello della riduzione dell’orario di lavoro è un tema storico, è ora che si faccia una sperimentazione anche nella nostra regione”.
Contraria la posizione della Giunta, illustrata dall’assessore al lavoro Elena Chiorino: “Abbiamo bisogno che le imprese producano ricchezza e siano solide per migliorare la condizione di vita di tutti, anche dei lavoratori, e tutelare i posti di lavoro. Oggi il rischio è la chiusura delle aziende. La prima azione è dunque sostenerle, sburocratizzando e supportando la ricerca e l’innovazione.  In questo momento il bilancio regionale va impegnato a supporto delle imprese. Non possiamo pensare di distribuire denaro, pensando a strumenti costosi come il reddito di cittadinanza o il reddito di emergenza, se soffochiamo chi la produce con richieste e pretese insostenibili».
La necessità di aprire una discussione sul tema è stata invece sostenuta da Raffaele Gallo Domenico Rossi (Pd) “aumenterebbe l’occupazione e la capacità di consumo” e da Sean Sacco (M5s), secondo il quale “contrariamente a quello che si pensa, la riduzione non è utile solo la lavoratore, ma anche alle aziende che possono trovare giovamento sul piano della produttività in un’ottica di espansione del mercato”.
Illustrando la sua proposta di legge a sostegno dell’economia piemontese e delle fasce deboli dopo l’epidemia di Coronavirus, Raffaele Gallo (Pd) ha annunciato che il suo gruppo presenterà emendamenti con lo stesso contenuto della Pdl nella discussione sul “Riparti Piemonte”. Le misure proposte dal Pd si finanzierebbero attraverso una riduzione del capitale di FinPiemonte di 80 milioni – “inutile tenere fermo un capitale così alto”, ha spiegato Gallo – e riguardano incentivi finanziari in diversi settori: dallo smart working alla sicurezza dei luoghi di lavoro, dal turismo alla lotta alla povertà, dalla ricapitalizzazione delle aziende piemontesi al recupero degli alloggi di proprietà pubblica, dallo sport al terzo settore. “Sono proposte che si intersecano e migliorano quelle contenute nel Riparti Piemonte, dando una prima risposta a molti settori dimenticati”, ha spiegato Gallo.
Il parere negativo sulla Pdl è stato espresso dall’assessore al bilancio Andrea Tronzano, che ha comunque detto di apprezzare lo spirito dell’iniziativa legislativa: “Siamo contrari a ridurre il capitale sociale di FinPiemonte: sono risorse importanti che saranno molto utili nel 2021, che già si preannuncia come un anno difficile per il bilancio regionale. Per quanto riguarda le misure, alcune sono già presenti nel Riparti Piemonte, penso allo smart working e alla sicurezza sul posto di lavoro, e saranno anche potenziate. Altre sono in via di definizione con precisi emendamenti che la maggioranza sta preparando, Su altri temi si può discutere, come quello sugli incentivi alla ricapitalizzazione delle aziende. Sempre che il governo non intervenga su questo tema, come sembrerebbe da alcune indiscrezioni”.
Favorevole alla proposta del Pd si è detto Sean SaccoAndrea Cane (Lega) ha annunciato un emendamento al “Riparti Piemonte” proprio sullo smart working, spiegando che il suo gruppo da tempo stava lavorando su un’apposita Pdl e che con l’emendamento si intende dare sgravi fiscali alle aziende per l’acquisto di device.
Domenico Ravetti (Pd), primo firmatario della Pdl per dare nuove risorse al personale sanitario, ha chiesto lo stralcio di un analogo articolo del “Riparti Piemonte”, ricordando la precedenza temporale della sua Pdl.

Locatelli (Prc-Se): “senza dimora trattati peggio degli animali”

“Hanno dovuto dormire all’addiaccio nella piazza antistante al municipio di Torino per una settimana prima di avere di nuovo un tetto sopra la testa”.

Sono le decine di homeless sfrattati dal dormitorio invernale di Piazza d’Armi. Sfrattati e buttati irresponsabilmente in strada in piena emergenza coronavirus. Dopo una settimana trascorsa davanti al Municipio i senza dimora sono stati  trasferiti all’interno del padiglione Torino Esposizioni. Se si doveva chiudere il dormitorio di piazza d’Armi perché non si sono verificate prima le alternative praticabili? Forse perché si pensava che le persone sparissero, diventassero invisibili? Un atteggiamento, quello tenuto dall’amministrazione comunale, inconcepibile, causa di inutili sofferenze per persone trattate peggio degli animali.

Ezio Locatelli

Segretario provinciale Prc -Se

Il sì della Sala Rossa sulla proposta di rimborso o congelamento abbonamenti

Magliano: “I colleghi in Comune approvano la mia proposta di mozione: i titoli di viaggio acquistati e non utilizzati causa COVID-19 vedranno estesa la propria validità o saranno rimborsati. Sono soddisfatto: giusto segnale di sostegno ai cittadini e di valorizzazione del trasporto pubblico”.

La Sala Rossa, convocata in videoconferenza, dice sì all’unanimità: passa la mia mozione che impegna la Giunta a interloquire con la Regione Piemonte, con AMP, con i gestori del trasporto pubblico e con GTT perché siano rimborsati o congelati (con estensione per un pari numero di giorni) gli abbonamenti non utilizzati da studenti e lavoratori in questi due mesi di lockdown. Coloro che avevano scelto di utilizzare il trasporto pubblico per recarsi al lavoro o a scuola non hanno poi di fatto utilizzato, durante l’emergenza da COVID-19, quanto acquistato. Soprattutto le famiglie numerose hanno dovuto affrontare esborsi importanti. Sono soddisfatto del fatto che anche i colleghi si siano dimostrati sensibili a questa esigenza. Anche questo è un modo per dimostrare solidarietà, in maniera concreta e utile, alle famiglie e ai lavoratori, e per dare valore al trasporto pubblico. I Moderati hanno portato avanti questa proposta con assoluta convinzione alla luce delle difficoltà nelle quali diverse famiglie si troveranno quando l’emergenza sarà completamente rientrata e della necessità di promuovere l’uso dei mezzi pubblici.

Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

Ruffino (Fi): “Qualcuno ha dato i pieni poteri ad Arcuri?”

Il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha stabilito, con un “motu proprio”, che solo dai cittadini può accettare critiche, vietate a chiunque altro.

Arcuri ha pasticciato come meglio poteva sulle mascherine e sui dispositivi di protezione individuale, e se oggi sono introvabili l’unico e solo responsabile è il commissario Arcuri.
Il quale ha attaccato prima i farmacisti e i distributori, colpevoli di non vendere le mascherine al prezzo di 0,50 centesimi più Iva, salvo ritrattare le accuse e addebitare la stessa responsabilità ad altri non meglio identificati soggetti.
     Ad Arcuri, evidentemente, nessuno ha mai spiegato che un bene prodotto da imprese private e messo vendita sul mercato tende a sparire ogni volta che un’autorità pretende di mettere la camicia di forza alle leggi del mercato. Nel dopoguerra era possibile reperire pane bianco e altri generi di prima necessità soltanto sul “mercato nero” perché i prezzi imposti dalle autorità non erano convenienti per i produttori. Arcuri si assuma la responsabilità degli errori commessi fin dal primo giorno, e ripetuti senza mai un cenno di autocritica. E accetti le mie critiche perché vengono da una cittadina prima che da una parlamentare.
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on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Allasia: “Non lasciamo soli gli infermieri”

“In un momento di emergenza sanitaria come quello attuale cogliamo con ancor più chiarezza il valore del lavoro svolto da infermieri e infermiere che stanno assistendo i malati con spirito di sacrificio e coraggio, sono la linfa vitale di tutto il sistema salute.

A loro va il più sentito ringraziamento per la dedizione e la passione con cui stanno affrontando la situazione, che va spesso ben oltre i doveri professionali”. Così è intervenuto Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale in occasione della Giornata mondiale degli infermieri e delle infermiere, celebrata il 12 maggio. “L’impegno delle istituzioni, oggi più che mai, deve essere quello di non lasciare soli gli infermieri e il personale sanitario in generale, nel loro delicato quanto insostituibile compito, tutelando la loro salute e assicurando le condizioni affinché possano svolgere la loro attività in sicurezza”.

Ricordi di un impolitico di cinquant’anni fa

Di Pier Franco Quaglieni / Cinquant’anni fa Il mio amico Tito Gavazzi, che era stato uno stretto collaboratore di Adriano Olivetti come assessore alla cultura ad Ivrea, mi offri’ la candidatura di capolista al Comune di Moncalieri come indipendente. Pur tra tante esitazioni finii di accettare, anche se nel frattempo fui retrocesso da capolista numero 1 a capolista numero 3 

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Ero legato sentimentalmente  a Moncalieri perché la prima storia d’amore che ho avuto, fu con una ragazza di Moncalieri che abitava in via San Martino. Era un motivo non politico ma affettivo allora di non poco conto. Ancora oggi quando passo per quella via sento il ricordo di quella ragazza mai più incontrata dal 1969. Un piccolo politicante locale, tale  Rodolfo Caponnetto, fece fuoco e fiamme per ottenere il numero uno e farmi cancellare dalla lista, anche se il mio nome non poteva allora dare molto fastidio. Scrivevo già su qualche giornale e avevo contribuito a fondare il Centro Pannunzio due anni prima. Avevo un ottimo rapporto con Alberto Ronchey, allora direttore della “Stampa”. C’era forse  qualcosa di più perché il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, che io avevo conosciuto in qualche occasione pannunziana, mi fece telefonare dal suo più stretto collaboratore Costantino Belluscio  per dirmi che avrebbe gradito la mia candidatura come figura intellettuale indipendente. 
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Feci una campagna molto spartana, anche se poi mio padre, che era contrarissimo alla mia candidatura (da poco ero diventato maggiorenne), mi elargì una somma che mi consentì di allestire due auto con altoparlanti e far stampare un numero adeguato di manifesti che i miei concorrenti ogni notte ricoprivano sistematicamente con i loro. Mi aiutò molto tra gli altri il mio fedelissimo amico Cav. Salvatore Guerreri, come fece anche, sottobanco, un altro mio carissimo amico liberale, il dottor Mario Altamura che era candidato a Torino per il Partito liberale. Conobbi da vicino la combriccola socialdemocratica moncalierese e torinese e rimasi quasi subito schifato. Gentucola ignorante attaccata al clientelismo gestito con mano ferrea da Terenzio Magliano e in modo meno sguaiato da Franco Nicolazzi e Pier Luigi Romita che non ebbi mai modo di incontrare. Vicino a me c’era l’autorevolissimo professore Aldo Garosci, eroe dell’antifascismo e collaboratore del “Mondo”, il prof. Gian Piero Orsello, ex  leder nazionale dei giovani liberali, l’avvocato Emilio Bachi presidente della Comunità israelitica. Va citato anche l’amico futuro avvocato Mauro  Nebiolo Vietti. Feci tantissimi comizi in tutte le piazze e le frazioni di Moncalieri. Nel corso di questi comizi dove ero quasi sempre introdotto dall’ amico Guerreri, ebbi modo di incontrare tante persone che mi aiutarono per la campagna elettorale con slancio e generosità  Per altri versi, il dottor Aldo Lanza, amico di Altamura, si mobilitò per me come il dottor Vasconi che nella consiliatura successiva venne eletto consigliere al mio posto. La vedova di un benemerito di Moncalieri che salvò tante vite umane dalle acque del Po, Abellonio ( con cui mio padre andava a pesca ) si mobilitò a mio favore. Mio Zio che era proprietario dell’ Argus fece distribuire dai suoi metronotte dei miei  Santini durante i loro giri notturni per Moncalieri. Alla fine della campagna elettorale avevo raggiunto un bel gruppetto di sostenitori, compreso un reverendo padre barnabita del Real Collegio di Moncalieri, amico di Mario Soldati, che fece qualche telefonata a mio sostegno. Ebbi modo di conoscere Moncalieri che allora, pur con 60 mila abitanti,era ancora un paesino, malgrado il Castello. Il concentrico era molto provinciale e le frazioni erano campagna. La cultura non esisteva perché tutto ruotava su Torino.
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Io riuscii secondo eletto della lista con poco stacco dal primo escluso che mi avrebbe ostacolato per l’ intero quinquennio. Alcuni mi votarono pensando di votare mio padre Piero, molto autorevole e  allora conosciuto. Festeggiai con gli ultimi soldi rimasti con una cena offerta ai fedelissimi al ristorante “La Darsena” appena inaugurato. Fu nel complesso una bella anche se faticosissima esperienza. L’ ultimo giorno di campagna elettorale feci dieci comizi volanti. Il comizio più importante avvenne in piazza Vittorio Emanuele con Gian Piero Orsello che venne apposta da Roma per sostenermi. Quando venni in contatto con l’apparato di partito mi misi quasi subito le mani nei capelli. Quasi subito mi offrirono la direzione del settimanale “Torino giorni” che diressi svogliatamente fino al 1973. Garosci mi chiese di scrivere su “’Umanità”. Saragat mi ricevette al Quirinale congratulandosi con me. Voleva conferirmi anche una onorificenza , ma io non avevo l’età minima per riceverla. Ma le dolenti note cominciarono con gli incontri per la formazione della Giunta dai quali venni escluso, malgrado fossi il capogruppo. Per circa tre anni seguii assiduamente i lavori del Consiglio comunale e delle Commissioni e feci tante interrogazioni e interpellanze che non venivano prese seriamente in considerazione. Una di queste venne persino perduta e io per protesta abbandonai i lavori del Consiglio. Avevo un’idea idilliaca e in fondo distorta della politica che mi impediva il compromesso. Quando mi resi conto di questo, incominciai ad  allontanarmi, Votare sì per disciplina di partito mi infastidiva, specie quando andava contro le mie idee. Nei lavori consiliari ero nel banco sotto a quello occupato dal presidente della Regione  ed ex sindaco di Moncalieri Edoardo Calleri di Sala con cui non legai politicamente ma sul terreno intellettuale si stabilì tra noi un certo feeling. Era una persona preparata e colta, forse troppo spregiudicata, ma sicuramente di alto valore. Nel frattempo divenni amico di suo nipote  Paolo Macchi che non fece mai nulla per far facilitare un rapporto  tra me e lo zio. Allora si diceva che la città fosse un suo feudo e c’era chi la chiamava scherzosamente Moncalleri.
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Durante il mio mandato conobbi bene e si stabilì anche un’amicizia con il vice sindaco e futuro sindaco Guido Piga socialista autonomista. Divenni in anni successivi amico della moglie e della figlia  di Piga nell’ambito del Centro “Pannunzio”. E conobbi anche Vincenzo Quattrocchi, futuro sindaco socialista che in più circostanze si rivelò un amico. Il povero Caponetto sempre prepotente quanto incolto divenne assessore al Bilancio. Avemmo più occasioni di scontro che di incontro. Una volta mi disse, urlando, che io ero colto, ma non furbo e che la politica richiede  furbizia. Una frase che a distanza di tempo ritengo una medaglia al valore civile. I rapporti in pochi anni degenerarono e quando iniziai ad insegnare incominciai a trascurare i lavori del Consiglio. Una volta verso mezzanotte una telefonata del Sindaco Giuseppe Riva, un oscuro geometra, mi sollecitò, come piacere personale, ad andare a votare il bilancio che senza il mio voto non sarebbe stato approvato e mi offrì anche la macchina per venirmi a prendere. Andai a votare, ma nella dichiarazione di voto dissi che in futuro avrei fatto gruppo per me stesso e chiusi ogni rapporto con Caponetto e  i suoi accoliti che convocarono un’assemblea congressuale sotto Ferragosto, in gran segreto, per escludermi. Piccole miserie  che mi indussero ad abbandonare ogni velleità politica. Una scelta giusta che mi consentì di dedicarmi totalmente alla cultura. Di tutto quel periodo io ricordo con fierezza solo il discorso-  studiato insieme all’arch. Gian Piero Vigliano di “ Italia nostra”! – in consiglio comunale in difesa dell’area verde delle Vallere che volevano in parte lottizzare e i discorsi per festività nazionali  come il 4 novembre o il 25 aprile.  Il 20 settembre 1970 il sindaco non volle accettare la mia proposta di ricordare il centenario della Breccia di Porta Pia. Tra i consiglieri ricordo con affetto il mio carissimo amico Cesare Pogliano purtroppo destinato a morte precoce e il principe del foro avvocato Caretta – ambedue erano liberali – che mi voleva nel suo Lions’ di Moncalieri dove andai a parlare una volta.
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Ricordo invece con disgusto la volgarità ignorante e violenta del consigliere missino e con una certa commiserazione alcuni consiglieri comunisti e democristiani incapaci di proferire parola e solo capaci ad alzare la mano all’atto del voto. Con il giovane democristiano Domenico Giacotto si stabilì un rapporto o cordiale destinato a durare nel tempo. Un personaggio folcloristico era l’assessore repubblicano Giuseppe Cutugno, un personaggio che avrebbe fatto inorridire La Malfa e Spadolini . Tornai a Moncalieri poche volte e una per ricevere il premio Saturnio, presente il mio amico Quattrocchi. Mi stupii per quel riconoscimento. Conobbi anche Sergio Chiamparino che faceva il funzionario del Pci a  Moncalieri ed assisteva dalla tribuna del pubblico ai Consigli comunali. In cinque anni non ci fu mai un rapporto, neppure un caffè,se non qualche parola di sfuggita. Credo che la sua antipatia nei miei confronti sia nata proprio in quegli anni. Era un comunista guareschianamente  molto ligio .Lo conobbi  più a fondo quando il mio amico Piero Fassino lo invito’ ad un pranzo con me : negli anni 80 era diventato funzionario del Partito  provinciale. Poi dal 1992 iniziò il suo imprevedibile decollo che lo portò prima in Parlamento, poi alla carica di sindaco e di presidente della Regione Fui anche presidente per un anno di quel premio, ma non riuscii ad affiatarmi con la giuria quasi sicuramente per colpa mia. Poi venni invitato dal Sindaco di Moncalieri nel 2006 a ricordare Mario Soldati nel centenario della nascita. Dopo tanto tempo quasi casualmente sono entrato in rapporti con l’Assessore alla cultura Laura Pompeo che ha dato una svolta eccezionale alla politica culturale di Moncalieri. Con le sue iniziative  i moncalieresi non sono più costretti ad andare a Torino e molti torinesi vanno a Moncalieri,  attratti dagli eventi progettati da Pompeo che è un’archeologa autorevole, allieva e collaboratrice negli scavi del grande Giorgio Gullini. E’ stata lei a riconciliarmi in qualche modo con Moncalieri, invitandomi il 2 giugno 2018 a tenere l’orazione ufficiale. Fu una bella e partecipata cerimonia che ai tempi della mia consiliatura non si faceva.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com