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I Radicali e Segre ricordano la breccia di Porta Pia

Sabato 19 settembre 2020 / 150° ANNIVERSARIO DELLA BRECCIA DI PORTA PIA, RADICALI E ASSOCIAZIONI MANIFESTERANNO A TORINO SABATO 19 SETTEMBRE ALLE ORE 16 IN VIA XX SETTEMBRE (ALTEZZA DUOMO) DI TORINO. ALLE 17  CERIMONIA COMMEMORATIVA IN PIAZZA SAVOIA SOTTO L’OBELISCO CON L’AVV. BRUNO SEGRE.

Alle ore 16, in occasione del 150° Anniversario della Breccia di Porta Pia si svolgerà a Torino una manifestazione sit-in promossa dai Radicali in Via XX Settembre (davanti al Duomo) di Associazioni e organizzazioni politiche per ricordare la Breccia di Porta Pia, il grande evento di liberazione, grazie all’esercito piemontese, dal potere temporale della chiesa  

Da Via XX Settembre ci recheremo al suono della marcia dei bersaglieri in Piazza Savoia, sotto l’Obelisco-Monumento dedicato alle Leggi Siccardi del 1850, che abolirono i privilegi goduti dal clero cattolico, allineando la legislazione piemontese e successivamente quella italiana a quella degli altri stati europei.

Alle ore 17 in Piazza Savoia aprirà la manifestazione la marcia dei bersaglieri con l’intervento dell’Avv. Bruno Segre, Presidente onorario dell'”Associazione nazionale del Libero Pensiero Giordano Bruno”, fondatore della rivista L’Incontro.

Nessuna istituzione italiana ha previsto manifestazioni commemorative in occasione di questa storica data. A distanza di 150 anni i valori della laicità e della separazione tra Stato e chiesa sono sempre più ignorati e a rischio con continue invasioni di campo della chiesa negli affari interni dello Stato italiano.

 Uff. Stampa: 337-798942

ANNIVERSARIO BRECCIA DI PORTA PIA

La Breccia di Porta Pia fu l’episodio del Risorgimento che sancì l’annessione di Roma al Regno d’Italia avvenuta il 20 settembre 1870 con l’ingresso dell’esercito piemontese nella città papalina. Decretò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica e fu un momento di profonda rivoluzione nella gestione del potere temporale da parte dei papi. L’anno successivo la capitale d’Italia fu trasferita da Firenze a Roma (legge 3 febbraio 1871, n. 33). L’anniversario del 20 settembre è stato festività nazionale fino al 1930, quando fu abolito a seguito della firma dei Patti Lateranensi.

 

OBELISCO DI PIAZZA SAVOIA

L’obelisco di Piazza Savoia a Torino fu messo in ricordo delle leggi Siccardi del 1850 di separazione tra Stato e chiesa, e che abolirono il Foro ecclesiastico e molti privilegi di cui godeva la chiesa.

Sul monumento si legge anche l’epigrafe: «Abolito da Legge IX Aprile MDCCCL il Foro ecclesiastico, popolo e municipio posero IV Marzo MDCCCLIII»

Il monumento contiene i nomi degli 800 comuni che sostennero entusiasti l’opera, scolpiti su tutti i lati. Il giorno della posa della prima pietra, il 17 giugno 1852, furono murati nel basamento i numeri 141 e 142 della Gazzetta del Popolo, una copia della legge Siccardi, monete, semi di riso, grissini e una bottiglia di vino Barbera.

I travagli del centrosinistra in attesa del voto

A Torino accordo fatto nel centrosinistra per come scegliere il candidato sindaco. Garante l’inossidabile Chiampa. Primarie: e lui porterà Saracco Rettore del Politecnico. 

Incontro con Mauro Laus, dove il senatore ha garantito di essere a disposizione. In altre parole ha deciso con Chiampa qualcosa per non presentarsi alle primarie e c’era anche la possibilità di una sua vittoria. C’ è anche Il prof Mario Calderini in panchina pronto ad ogni evenienza. Insegna a Milano ma è pendolare.
Vive nella nostra città ed ha insegnato al Poli. Deve la sua fama nell’essere stato Presidente di FinPiemonte ai tempi della Governatrice Mercedes Bresso anche lei  (per puro caso) docente al Poli. Grande amico di Calderini ora è Andrea Giorgis. Oramai nel centrosinistra torinese se non hai una laurea con 25 anni d insegnamento (possibilmente o in giurisprudenza o al Poli) non vai da nessuna parte.  Segretario regionale e provinciale PD? Dignitoso ed aristocratico silenzio. Gli altri pretendenti ? Se vorranno e soprattutto se  raccoglieranno le firme necessarie potranno correre.  Da La Volta al candidato del senatore Lepri. E gli altri partitini legati a Renzi o Calenda? C’ è spazio per tutti. Ma a una condizione: mai con i cinquestelle anche al secondo turno.  Poi che ora Bonaccini ha chiesto a Matteo Renzi di rientrare nel Pd, per il  toscanaccio si sta aprendo, anzi si è aperta una prateria. Chi sta rischiando di brutto è Nicola Zingaretti che ci ha messo la faccia sul referendum ed ha il 97% del suo popolo schierato per il No.  Giggjno l’unica cosa che fa da Ministro degli esteri è passare a fine mese ed incassare lo stipendio.  Situazione nel Mediterraneo fuori controllo. Quel mediterraneo che Giggino aveva collocato sulle sponde della Russia.  Se regge ancora la Toscana il pd la sfanga.  Poi mi sa c’è solo la Campania con De Luca che di fatto è uno che, oramai, gioca il proprio.  In Puglia vincerà il centrodestra o per meglio dire perderà l’ attuale governatore Emiliano, grande sponsor dell’accordo con i pentastellati che voteranno altri che non Emiliano. Se Scalfarotto arriva al 3 per cento Matteo Renzi se la ride.  Per il resto cappotto centrodestra. A Torino si aspetta il voto di Venaria. Solo per avere conferme.  Spariscono i grillini e il ballottaggio tra destra e sinistra. Massima curiosità per ciò che verrà detto il 22 settembre con la solita certezza che al governo nulla cambierà, con buona pace di Orlando che vorrebbe il rimpasto.
Patrizio Tosetto

Napoli (Fi): “I torinesi non hanno diritto ai voli Alitalia?”

Da molti mesi i torinesi che devono raggiungere Roma, e coloro che da Roma devo recarsi a Torino, dispongono di due soli voli Alitalia: uno al mattino presto per Roma, e un volo serale da Roma per Caselle. Una situazione surreale è scandalosa per una compagnia che è stata gratificata di 3 miliardi di euro dallo Stato, come se in quei soldi non ci fossero anche le tasse dei torinesi.

Ha perfettamente ragione l’ad di Caselle, Andrea Andorno, a denunciare l’effettivo stato di abbandono dell’aeroporto di Caselle da parte di quella tornata a essere la compagnia di bandiera. Mi chiedo di che cosa si stanno occupando i ministri grillini e torinesi al governo, dai vice ministri Castelli e Giorgia ai ministri Azzolina e Dadone. Dobbiamo pensare che a loro non interessa nulla dei disagi che devono affrontare i torinesi? Mi chiedo se sia davvero uno sforzo insostenibile per Alitalia raddoppiare almeno i voli per Roma, portandoli a 4 giornalieri.

on. Osvaldo Napoli, direttivo di Forza Italia alla Camera

CCNL rider, Grimaldi: “contratto ‘pirata della strada’

“Conte fermi i furbetti della gig-economy, e prenda in mano la nostra Proposta di Legge al Parlamento: no al cottimo, sì a tutele di un vero contratto di lavoro”

“È un contratto ‘pirata della strada’, ditemi se vi sembrano condizioni dignitose. Sapevamo che le aziende, pur di mantenere i privilegi dello sfruttamento del caporalato digitale, avrebbero firmato un contratto di comodo con qualsiasi sindacato disponibile, e così è stato: il CCNL rider sottoscritto nelle scorse ore è ai limiti della decenza. Noi crediamo che il pagamento a cottimo sia una pratica fuori dal tempo e molto pericolosa per i lavoratori perché, per un fattorino in bicicletta, essere pagato a consegna significa sentirsi obbligato a correre più veloce e mettersi in pericolo per fare più consegne possibile. Invece nel contratto firmato il pagamento a cottimo rimane e, nonostante quanto si legge, è addirittura più penalizzante di quello attualmente in vigore: una consegna da 15 minuti (più o meno la norma) viene pagata 2,50€ e tutte le consegne al di sotto dei 15 minuti vengono penalizzate; una consegna da 7 minuti verrà pagata la miseria di 1,16€” – è il pensiero di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione Piemonte, in merito alla firma del primo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro firmato da AssoDelivery , associazione che rappresenta l’industria italiana del food delivery, e il sindacato UGL.

“Se nella situazione attuale, per riuscire a guadagnare 10€ in un’ora (con una piattaforma che pagava 2.50€ per ogni consegna) un fattorino deve riuscire a fare quattro consegne in quel lasso di tempo – prosegue nel suo ragionamento Grimaldi –, con le regole del CCNL il rischio è che un rider debba correre come un disperato nella speranza di riuscire ad effettuarne più del doppio, sempre che gli arrivino gli ordini: a me – attacca Grimaldi – non pare proprio un contratto a tutela dei lavoratori, ma che avvantaggia solo le piattaforme del food delivery”.

“La nostra posizione è sempre stata agli antipodi – continua Grimaldi, da sempre impegnato nella battaglia a tutela dei ‘fattorini’ – fin dal novembre del 2018, quando in Consiglio regionale è stato approvato un nostro emendamento che vieta il cottimo nei servizi di consegna a domicilio in Piemonte, prima regione a farlo. Ma questo non bastava, per questo abbiamo successivamente presentato una proposta che riscrivesse le regole del gioco, ridefinisse il concetto di subordinazione e garantisse le tutele del lavoro, regolarizzando i lavoratori della gig economy a livello nazionale, e prevedendo di estendere a rider, fattorini e a tutti i lavoratori delle piattaforme tecnologiche i diritti da cui erano, e saranno anche dopo la firma di questo CCNL, esclusi: condizioni contrattuali formulate per iscritto, il riconoscimento delle spese commisurate all’utilizzo dei propri mezzi, il diritto a godere di tutele assicurative e previdenziali, l’accesso alla formazione, il divieto della retribuzione a cottimo e un orario di lavoro settimanale non inferiore alle otto ore e, soprattutto, un salario (minimo orario legale) dignitoso”.

“Purtroppo ci aspettavamo questo epilogo – conclude Grimaldi – stiamo infatti ancora aspettando che il Ministero del Lavoro e le Commissioni parlamentari ci chiamino in audizione, questo perché la legge per regolamentare la gig economy è rimasta in qualche cassetto. Ma mentre da Roma si prende tempo, le aziende invece corrono, o meglio fanno correre i rider per le strade, e firmano contratti capestro con sindacati che non rappresentano nessuno, sfruttando una scappatoia che purtroppo è presente nella legge uscita dalla conversione del decreto: le parti avevano 12 mesi per raggiungere un accordo e questa firma last minute serve solo per continuare lo sfruttamento dei fattorini”.

Referendum, cattolici democratici e popolari protagonisti per il No

“L’appello per il No illustrato nei giorni scorsi in una affollata conferenza stampa a Torino ha registrato un crescendo di consensi e di adesioni e, soprattutto, ha rilanciato le ragioni politiche e culturali del cattolicesimo democratico e popolare attorno ad un tema decisivo come la qualità e il futuro della nostra democrazia.

Un appello che, accanto alla massiccia adesione dei popolari torinesi e piemontesi, ha raccolto anche la condivisione di settori culturali affini. Dai settori liberali ad una significativa area della sinistra democratica, dalla esperienza delle sardine ad esponenti politici e culturali dell’area laica torinese. Se, durante le varie presentazioni e confronti pubblici, abbiamo potuto constatare e riaffermare le ‘ragioni’ del No e registrare, al contempo, una forte e convinta motivazione di questo campo per recarsi ai seggi domenica prossima, dall’altro non possiamo non ricordare che sono proprio le ragioni politiche, culturali e costituzionali del cattolicesimo popolare che in questa circostanza sono state progressivamente valorizzate e condivise. Senza alcuna rivendicazione corporativa o di nicchia, c’è stato un sussulto di dignità di quest’area che si è riscontrato a livello nazionale ma anche, e soprattutto, a livello torinese
e piemontese. In un clima, lo vogliamo sottolineare ancora una volta, aperto alle correnti culturali e politiche che su questi temi – dalla difesa della Costituzione alla centralità del Parlamento, da un serio equilibrio dei poteri dello Stato al ruolo e alle funzioni delle Assemblee elettive – hanno trovato una forte convergenza. Ecco perchè il dibattito pubblico emerso dai quesiti referendari non può essere rubricato come una esperienza inutile e passiva. Al contrario, ha innescato un confronto dove sono emerse concezioni diverse, se non alternative, di come si può e si deve declinare la democrazia nella società contemporanea. E dove i cattolici democratici e popolari hanno fatto emergere, ancora una volta, la loro specificità politica e culturale”.

Giampiero Leo. Giorgio Merlo. Alessandro Risso

Pillola Ru486, la Regione precisa

In merito alle polemiche sull’utilizzo della pillola abortiva Ru486 in Day hospital, la Sanità del Piemonte non ha preso, al momento, alcuna decisione.

L’assessore regionale agli Affari legali Maurizio Marrone spiega che “sta verificando con l’Avvocatura regionale eventuali profili di illegittimità del provvedimento del Ministero della Salute rispetto alle disposizioni della Legge 194, in quanto sarebbero emerse delle criticità.

L’argomento non è ancora approdato al tavolo della Giunta regionale, né è stato oggetto di valutazioni etiche da parte dell’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, che attende di conoscere il quadro completo degli approfondimenti legali in corso”.

Scuola, Gallo (Pd): “Ordinanza passo falso di Cirio”

 “Ancora una volta, l’ennesima in un anno di governo regionale, il Presidente della Giunta regionale ha deciso di proseguire su una strada sbagliata, perfettamente consapevole che il Governo l’avrebbe richiamato:

infatti è stata  impugnata a livello nazionale la discussa ordinanza sull’autocertificazione a casa della febbre e sulla successiva misurazione a scuola, una decisione in contrasto con le linee del Governo” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Raffaele Gallo.

“In un momento importante come questo e dopo settimane di confusione e di annunci discordanti della Giunta, l’ennesimo passo falso che genera ulteriore confusione per le Famiglie e i nostri ragazzi!” aggiunge l’esponente Dem.

Quando potranno tornare a scuola i ragazzi con disabilità?

“Si parla di mascherine, banchi e termoscanner: non dei diritti di una parte degli alunni, per i quali ancora non conosciamo né data né modalità del ritorno a scuola. Ho chiesto alla Giunta di relazionare urgentemente sull’argomento: quanti degli oltre 15mila ragazzi con disabilità iscritti alle scuole piemontesi di ogni ordine e grado sono già tornati in classe?”

I diritti di alunni e studenti con disabilità dovrebbero essere al primo posto nella lista delle urgenze e delle priorità: sono ancora, invece, di fatto esclusi dal dibattito di questi giorni. Mentre politica si divide su mascherine, banchi e termoscanner, stiamo ancora aspettando indicazioni precise su tempi, termini e modi del ritorno in classe per gli alunni e gli studenti con disabilità. Quanti dei 15mila ragazzi con disabilità che, dalla Scuola per l’Infanzia alla Scuola Secondaria di Secondo Grado, sono iscritti alle scuole piemontesi sono già tornati in classe? Ho chiesto alla Giunta di rendere conto a Palazzo Lascaris su questo argomento: è in gioco il diritto allo studio di tanti.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Grimaldi (LUV): “‘bogia nen’? Cirio piuttosto non faccia il ‘bòcia’”

“Il Governo impugna e Cirio gongola;  il Presidente cerca lo scontro coi Ministri, ma governare il Piemonte non è un gioco”

Il governo ha impugnato l’ordinanza della Regione Piemonte che raccomanda alle scuole di misurare la febbre agli allievi all’ingresso e, se non è possibile, di verificare che l’abbiano fatto le famiglie chiedendo un’autocertificazione.

“‘Bogia nen’? Cirio piuttosto non faccia il ‘bòcia’; il Presidente cerca lo scontro coi Ministri, ma governare il Piemonte non è un gioco” – commenta il capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione, Marco Grimaldi. “Ma Cirio lo sa che se qualche scuola ha misurato la febbre agli studenti, non lo ha fatto certo grazie ai termometri finanziati dalla Regione? Già, perché nonostante i proclami, le conferenze stampa e i post sui social, neppure un euro dei 500mila promessi dalla Giunta sono stati versati alle scuole. Zero domande, zero iban, zero termometri” – la conferma arriva indirettamente dall’Assessore Gabusi che ha risposto oggi all’interrogazione urgente di Grimaldi.

“Cirio e la sua Giunta hanno creato una gran confusione – prosegue Grimaldi – a partire dalla promessa di mettere un medico in ogni scuola, possibilità prontamente smentita da Icardi, passando per gli annunci di nuovi stanziamenti per dotare ogni istituto scolastico di termoscanner, fino ad arrivare al balletto delle ordinanze nelle quali Cirio raccomandava alle scuole di misurare la febbre agli studenti prima dell’inizio delle lezioni, idea che ha fatto infuriare tutto il mondo della scuola, specie per l’intempestività della proposta, arrivata a soli tre giorni dall’inizio delle lezioni e dopo che ogni istituto aveva messo a punto un proprio programma di rientro consono alle linee guida ministeriali”.

“Nessun termometro è stato pagato dalla Regione Piemonte anche perché la delibera di stanziamento è di venerdì scorso, a sole 72 ore dal suono della prima campanella; insomma – conclude Grimaldi – da parte di Cirio c’è stata solo propaganda e oggi abbiamo la conferma del vero obiettivo della sua manovra: stare qualche giorno sulle prime pagine dei giornali. Da questo punto di vista, l’impugnativa del Governo per noi è una brutta notizia: ora Cirio potrà fare la vittima e dire che lui ci aveva provato. Che tristezza”.

Ospedale Als To5, Salizzoni: “Rischiamo di perdere tempo”

Il vice Presidente del Consiglio regionale: “Fare certezza sui rischi idrogeologici ma il documento con cui si chiede un nuovo studio sul sito è solo una manovra dilatoria”

 

Riaprire la discussione sulla localizzazione del nuovo ospedale unico dell’AslTO5 significa perdere ulteriore tempo, ripartire dalla casella iniziale, e, quindi, mettere in forse questa infrastruttura. Ma quanto fatto e deciso negli ultimi cinque anni era tutto uno scherzo? Strutture obsolete come quelle di Moncalieri e di Chieri quanto possono ancora reggere? La sanità piemontese ha bisogno di ospedali moderni, efficienti, sicuri e dotati di attrezzature di ultima generazione:

così il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro SALIZZONI commentando l’approvazione da parte dell’Aula dell’Ordine del giorno relativo al nuovo ospedale dell’AslTO5.

“L’area Vadò era stata individuata alla fine di un faticoso confronto con le amministrazioni locali, ed era stata scelta soprattutto guardando la logistica – ricorda Mauro SALIZZONI nel suo intervento durante il dibattito consiliare – Un precedente studio aveva già escluso il rischio alluvionale. Visto che permangono dubbi in proposito, si è ritenuto di procedere ad un’ulteriore perizia. Tutti concordiamo sul fatto che si debbano avere certezze in tal senso ma un conto è procedere ad una nuova perizia, altro è chiedere di riaggiornare lo studio sul nuovo ospedale della TO5, la cui sede non può certo essere condizionata dal colore politico di questa o quella amministrazione”.

“La scelta del sito dove realizzare il nuovo ospedale deve corrispondere a precisi criteri, deve essere un ospedale comodo da raggiungere e deve essere baricentrico-aggiunge ancora Mauro SALIZZONI-Ma la baricentricità non è da intendersi come un’astratta distanza tra punti geometrici, bensì occorre tenere conto della distribuzione della popolazione nell’area dell’Asl, ovvero la densità abitativa. Più di un terzo degli abitanti sono concentrati a Moncalieri e Nichelino. Il rischio è molti cittadini finirebbero con il far riferimento al futuro Parco della Salute, che, quindi, potrebbe risultare sottodimensionato in termini di posti letto”.