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Politica in alto mare

Caos nel centro sinistra anche sulla scelta dei presidenti di quartiere

Tutti vogliono un quartiere sicuro per essere eletti. Anche se mi sembra che solo la zona  centro  è sicura. Manco Barriera di Milano, per il Pd è sicura. L’uscente Carlotta Sslerno Presidente dei Moderati veleggia in consiglio comunale per, eventualmente diventare vicesindaco. Deve tutto a Mimmo Portas che fa le bizze, minacciando in giorno si e l’altro pure di passare al centrodestra. È fatto così, se non lo si accontenta si arrabbia molto, moltissimo.
Per ora ha avuto quello che voleva e sono trent’anni che gioca in proprio. Ha costruito una bella aziendina che tutti chiamano Moderati.
Estremamente redditizia. Chi si vuole candidare pare debba pagarsi tutto con una congrua sottoscrizione ai Moderati. Mimmo Portas è “padrone” indiscusso. Abile. Molto abile, si fa eleggere nelle liste del PD ed aderisce al gruppo di Italia Viva pur rimanendo se stesso. Tutto questo gratis. Parco nelle spese ed attento nelle entrate. Chiamalo fesso? Assolutamente no.
Anzi, direi decisamente bravo per se’ e per i suoi, tra cui Carlotta Salerno. Perché il PD Torinese gli va dietro? Semplice:  è disperato. Con Lo Russo si gioca il tutto per tutto. Se vince è Bingo. Se perde, a naso, tutti a casa.
E magari è la volta che qualcosa cambia… Dio solo sa quanto questa  sinistra ne ha bisogno. Ne ha bisogno Torino come l’Italia.
Dirlo è più facile che farlo. Ma almeno , cavolacci tentare. Eppure no. Contro Damilano le solite cose. E’ troppo condizionabile da Salvini e Meloni. Sarà, ma a me sembra che l’emergente nazionale e locale sia il Ministro  Giorgetti. Pure Cirio se ne è accorto e lasciate le sue aspettative verso Fratelli d’Italia veleggia alla corte del varesino Giorgetti,  e molti sostengono che anche Damilano ascolterà solo lui. Effettivamente molti di Fratelli d’Italia sono imbarazzanti con quella che alcuni pensano sia “voglia di fascismo”, di no vax e di complottisti da quattro soldi. Ed i leghisti locali non vogliono essere da meno. Accettano nelle loro file anche chi  ha sostenuto che è colpa di Anna Franck se è morta in un campo di concentramento perché ha provocato i camerati nazisti con la sua presenza. Solo nello scriverlo mi viene il voltastomaco. E per una volta anche Guido Crosetto mi ha deluso. Continuo a stimarlo ma a tutto c’è un limite. Equipara il caso di Durigon con i 24mila euro trovati nella cuccia del cane diMonica Cirinna’ . Ora, che lei  non ci faccia una bella figura è indubbio.
Ma si deve ancora capire il perché. Poi l’arresto del fratello per camorra fa tremare i polsi. Mentre su Durigon c’è poco da capire. Il parco a Latina ha un nome e cognome. Volere sostituire Falcone e Borsellino con Arnaldo  Mussolini sa, decisamente di filo fascismo. Manco Salvini è riuscito nel difenderlo. E i pentastellati? Cuccioli, loro.
Si sono messi in testa di superare il Pd nel primato del Partito più allo sbando. Magari ci riescono in un amen. Ma questa non è la città che solo conosciamo. C’è una Torino, un Italia che pensa anche agli altri , e non solo a se stessi. Ad esempio a Settimo Torinese dove il centro accoglienza Beppe Fenoglio non si ferma mai. Ora tocca agli agli Afgani. Ragazze e ragazzi sempre presenti veramente encomiabili. Loro sì , veramente encomiabili, i politici no. Loro no, decisamente non encomiabili. Retorica? Buonismo ? No, solo dare un perché ad un’esistenza decisamente traballante. Poi l’Afghanistan ci ricorda che la mamma dei cretini è sempre incinta. Solo che se è, diciamo così inadatto Biden Presidente Usa, giusto per usare un eufemismo, la stupidità riguarda tutti noi. Purtroppo.

Patrizio Tosetto 

Torino tra usato sicuro e vecchie proposte buone ma riciclate male

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Di ALA.DE.GRANHA

L’usato sicuro ha un suo perché. Anche in politica. Così, dopo aver blaterato per mesi sulla competenza a prescindere (a prescindere dalla simpatia, nel caso), la gauche caviar torinese ha avuto la tentazione di riesumare il vecchio Sergio Chiamparino.

Ex sindaco, ex presidente della Regione Piemonte ed ora potenziale soccorritore del candidato piddino in difficoltà, quello Stefano Lo Russo che si è sempre vantato di non essere simpatico ma che, di fronte a sondaggi preoccupanti, vorrebbe farsi trainare dall’ex sindaco che, al di là di tutto, ha sempre giocato sulla propria simpatia e sulla capacità di dialogo anche con gli avversari…

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Torino tra usato sicuro e vecchie proposte buone ma riciclate male

La Piazza raccoglie firme per la lista

Una firma per “La Piazza”: dove e quando

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Per presentare la lista alle prossime elezioni amministrative per la Circoscrizione 2, sono necessarie almeno 100 firme di cittadini residenti a Santa Rita, Mirafiori Nord e Mirafiori Sud.
Vieni a firmare per la Lista Civica La Piazza! Ci trovi:

LUNEDI’ 30 AGOSTO
A MIRAFIORI SUD
dalle 18,30 alle 19,30via Coggiola 19 (fronte bocciofila Vecchio Borgo Mirafiori)
Mappa
A MIRAFIORI NORD
dalle 17,30 alle 19,30via Bonfante (pressi parrocchia Ascensione)
Mappa
Ti aspettiamo e ti ringraziamo sin da ora!
E dillo ai tuoi amici, parenti o conoscenti residenti a Santa Rita, Mirafiori Nord e Mirafiori Sud.
In caso di necessità ci saranno banchetti anche martedì 31. Seguiranno informazioni più dettagliate.

“Vaccino sotto i 12 anni? Facciamo parlare la scienza”

Pubblichiamo la dichiarazione dell’on. Osvaldo Napoli, capogruppo di Coraggio Italia al Comune di Torino:

     È un dato di fatto che le due maggiori società farmaceutiche produttrici del vaccino anti-Covid, cioè Pfizer-Biontech e Moderna, hanno finora richiesto l’autorizzazione alla FDA americana per la somministrazione del vaccino ai soggetti over-12. È stata concessa alla Pfizer e, probabilmente, lo sarà anche a Moderna.

     L’assessore piemontese Chiara Caucino ha ritenuto di anticipare le evidenze della ricerca scientifica dicendosi contraria a “sperimentare” il vaccino agli under 12. Se un politico ha bisogno di mostrare bandiera su ogni tema, Caucino è stata brava. Una strizzatina d’occhio al mondo No-vax può fare sempre comodo. Per il resto mi permetto un suggerimento banale: lasciamo che siano la ricerca e la clinica a pronunciarsi. Montare polemiche sul nulla serve solo a riempire le pagine dei giornali.

Classe dirigente e qualità della democrazia

Da anni si discute su come selezionare la classe dirigente politica nel nostro paese.

Certo, per svariati decenni la classe dirigente era la conseguenza concreta e diretta di un cursus honorum preciso e dettagliato. C’erano alcuni ingredienti di fondo che caratterizzavano quel percorso: militanza politica, radicamento territoriale, rappresentanza sociale, capacità di elaborazione politica e culturale e, soprattutto, conoscenza dei problemi. Certo, poi c’erano le eccezioni ma, di norma, il contesto politico ed ambientale in cui maturava la classe dirigente politica ed amministrativa rispettava quei canoni di fondo. Una prassi e un percorso che sono definitivamente saltati dopo l’irruzione dei partiti personali, dei cartelli elettorali e, soprattutto, dopo l’avvento del populismo di marca grillina. Metodi e prassi – o meglio sub culture – che hanno distrutto i partiti democratici e collegiali, raso al suolo le tradizionali culture politiche, azzerato la competenza e la preparazione e, infine, premiato l’improvvisazione, la casualità e la strutturale e granitica fedeltà al capo partito. Elementi, questi, che di fatto bloccano all’origine qualsiasi forma di selezione vera ed autentica di una credibile classe dirigente politica. Il tutto è condito da leggi elettorali che, come ovvio e persin scontato, riflettono la natura e il profilo dei partiti. Cioè partiti o rigorosamente personali oppure, come nel caso del Pd, articolato in una molteplicità di correnti militarmente organizzate che riproducono la natura personale del partito. Nel caso specifico, ogni corrente è un partito in miniatura.
Ecco perchè non sarà affatto facile invertire la rotta sul tema, spinoso e decisivo, della selezione della classe dirigente. Un tema antico e noto alle cronache politiche se è vero che già all’inizio della seconda repubblica si paventava il rischio che il tempo dell’investitura dall’alto precedeva quello della legittimazione democratica dal basso. E proprio la fedeltà è diventata il criterio di fondo attorno al quale si gioca l’intero capitolo della selezione della classe dirigente. Una fedeltà al capo che prescinde dalla politica, dalla discussione, dal confronto e da tutto ciò che qualifica la politica, rafforza i partiti e rilancia la partecipazione democratica. Un compito e una sfida che nella politica italiana non possono più attendere e che richiedono da parte dei partiti, o di ciò che resta di loro, un soprassalto di orgoglio. Certo, non sono sicuramente le primarie lo strumento per centrare questi obiettivi. Un escamotage burocratico e protocollare che ha dimostrato la sua strutturale inefficacia e la sua inutilità se si vuole realmente favorire una selezione mirata e qualificata della classe dirigente. E, forse, è anche giunto il momento affinchè le storiche e nobili tradizioni culturali del nostro paese riscoprano sino in fondo la loro ricchezza e la loro specificità per rilanciare quei valori e quelle modalità concrete che hanno contribuito per decenni a fare della politica non solo un esercizio di esaltazione del capo e delle sue gesta ma un luogo di elaborazione e di costruzione della politica. Per questi motivi la selezione della classe dirigente diventa, ora più che mai, un tema decisivo per la stessa qualità della nostra democrazia.

Giorgio Merlo

Sinistra Ecologista: Ecco le candidature, energie nuove per cambiare aria in città

Caro direttore, combattere la precarietà, cambiare tempi e orari del lavoro, alzare i salari, “uscire insieme” dalla pandemia, per combattere la crisi climatica, per costruire una Torino solidale e inclusiva, contro ogni discriminazione. SINISTRA ECOLOGISTA è nata per questo. La sera di mercoledì 25  Sinistra Ecologista ha iniziato  la raccolta delle firme necessarie per la presentazione delle liste al Consiglio comunale e alle Circoscrizioni.

LE PAROLE DEI CANDIDATI

“Siamo molto soddisfatti della squadra che si è creata, a dimostrazione della fiducia che c’è attorno al nostro progetto rosso-verde” dichiarano Jacopo Rosatelli e Alice Ravinale, portavoce del gruppo che ha fra i suoi promotori il consigliere regionale Marco Grimaldi.
La testa di lista è formata da 6 persone. Apre la 21enne Sara Diena, la più giovane, una delle leader dei Fridays for future torinesi, a seguire. l’insegnante, collaboratore de “il manifesto” e dirigente Arci Jacopo Rosatelli, l’avvocata Alice Ravinale, l’attivista lgbtqi+ Emanuele Busconi, l’insegnante architetta e già assessora all’istruzione Federica Patti e Beppe Piras, architetto e anima del “Bike Pride” per la mobilità sostenibile.
“Per testimoniare la nostra fortissima impronta ecologista ci teniamo a sottolineare la presenza della giornalista Claudia Apostolo, per anni inviata del settimanale Rai Ambiente Italia, delle docenti universitarie Silvana Dalmazzone e Cristina Caimotto, e del fondatore del comitato Torino Respira Roberto Mezzalama, che fra l’altro è anche autore di uno dei libri più importanti sulla crisi climatica in Italia uscito quest’anno per Einaudi”, affermano i portavoce della lista.
“La prossima Giunta dovrà curare le ferite economiche e ambientali e, allo stesso tempo, offrire una nuova prospettiva di rilancio di Torino come capitale della qualità della vita e del progresso civile e sociale in Italia e in Europa, sapendo coinvolgere le sue energie migliori come abbiamo provato a fare noi. Ecco quaranta persone di generazioni diverse e  impegnate socialmente e politicamente in modo diverso, ma tutte unite da due valori: giustizia sociale e giustizia climatica” afferma il consigliere regionale Grimaldi, che ricorda il contributo dei partiti Sinistra Italiana e Possibile.
“Per rappresentare i bisogni della cittadinanza candidiamo persone che sono quotidianamente a contatto con la gente, che ne conoscono i problemi, ma anche che ne condividono l’impegno nelle tante associazioni di volontariato, nei sindacati, nei circoli ricreativi che in questo periodo di pandemia hanno dato il meglio di loro stesse”, concludono i portavoce Rosatelli e Ravinale.

Profughi a Chieri: quali modalità di accoglienza?

Il consigliere comunale Rachele Sacco di progetto Per Chieri – Salviamo l’ospedale Insieme ha scritto al Prefetto Palomba e al Sindaco di Chieri Sicchiero per avere maggiori informazioni e dettagli sulla modalità di accoglienza dei profughi afghani in città a seguito delle dichiarazioni del Sindaco che dava disponibilità da parte di Chieri ad accoglierli. Ecco il testo integrale della missiva (la lettera è stata inviata lunedì ma ad oggi non è pervenuta risposta da nessuno dei destinatari):

Vi scrivo a seguito della comunicazione, su diversi siti di informazione, della volontà espressa dal Sindaco di Chieri Alessandro Sicchiero di accogliere nella città di Chieri i profughi provenienti dall’Afghanistan a seguito della recente crisi umanitaria.
Pur condividendo, in linea di principio, lo spirito solidale e umanitario espresso dal Sindaco, gradirei conoscere gli aspetti più pratici e pragmatici delle conseguenze, eventuali, di questa disponibilità.
Sia ben chiaro che nessuno mette in dubbio la necessità di soccorrere ed aiutare le persone che fuggiranno dagli orrori della guerra civile che sta sconvolgendo quel Paese, ma sarebbe opportuno, al di là dello slancio solidaristico, porci necessarie questioni di ordine concreto.
La prima è chi gestirà tale emergenza. Se al pari dell’accoglienza fino ad oggi gestita, anche per i profughi afghani, a procedere sarà direttamente la Prefettura per conto del Ministero degli Interni, ed eventualmente quali competenze potrebbero essere in capo direttamente al Comune di Chieri.
Mi chiedo se al momento siano state fatte ipotesi sulla consistenza numerica dei profughi, sulla capacità della nostra città di accoglierli e, quindi, questione ben più importante, su dove e come saranno accolti. Quali strutture idonee vanta la nostra città per accogliere e gestire adeguatamente i profughi e in quale misura e per quanto tempo.
Infine, con quali risorse saranno gestiti i profughi, con fondi locali o fondi nazionali appositamente stanziati per gestire questo flusso eccezionale?
Io credo che i cittadini di Chieri, che rappresento in qualità di consigliere comunale, debbano avere chiari anche questi elementi prima di “fare la loro parte”.
Infine, capisco quanto prematura possa essere la questione, ma credo che molti concittadini vorrebbero avere garanzie che ad essere soccorsi siano soprattutto donne e bambini, soggetti molto più vulnerabili alla violenza talebana. Capisco quanto possa essere difficile porre un discriminante su chi merita o meno di essere accolto e soccorso, ma tutti sappiamo che proprio le donne saranno le più perseguitate dall’estremismo islamico e, quindi, se Chieri accoglierà chiederei di dare precedenza soprattutto a queste persone.

Ruffino (Ci): Riportiamo i ragazzi a scuola con regole semplici e chiare 

“Manca meno di una settimana all’apertura degli istituti scolastici ma la confusione è ancora molta sulle regole che garantiranno la sicurezza nelle classi e ministero, presidi e sindacati continuano a litigare. Dopo l’esperienza vissuta, continuare a sentir parlare di classi pollaio mi addolora profondamente. Come mi addolora l’ipotesi che l’unica alternativa possibile,  per evitare problematiche e gestioni surreali e incerte tra mascherine, tamponi, green pass, possa essere quella di riportare i ragazzi in un’aula virtuale ricorrendo alla dad. Siamo di fronte ad un nuovo labirinto fatto di regole, obblighi, divieti e indicazioni. Faccio un appello al ministro Bianchi affinchè si faccia uno sforzo di semplificazione e chiarezza. Evitiamo di complicare la vita ai protagonisti del mondo della scuola e proviamo a ritornare alla normalità a partire già dall’anno scolastico in partenza a settembre 2021, ridando dignità ad una formazione in presenza”.
Così in una nota la deputata di Coraggio Italia, Daniela Ruffino

Locatelli (Prc-Se): nessuno si appropri indebitamente delle sardine

“Appropriazione indebita. L’idea che il trascorso movimento delle sardine sia associato solo ed esclusivamente a candidature nel centrosinistra per le prossime amministrative non corrisponde affatto alla realtà. Tantomeno a Torino dove le immagini riportate ancor oggi dai giornali danno plasticamente la raffigurazione di una nutrita presenza di “sardine” che, sia detto, hanno fatto una scelta diversa,  quella di appoggiare o candidarsi in Sinistra in Comune (la lista sostenuta da Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista, DemA, Torino Ecosolidale) a sostegno di Angelo d’Orsi Sindaco di Torino”. Così il segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino Ezio Locatelli stigmatizza la notizia riportata dai giornali di candidature delle cosiddette sardine. “E’ del tutto evidente – continua Locatelli – che nessuno può pensare di appropriarsi di piazze che hanno visto la presenza di decine di migliaia di persone animate non solo dall’idea di contrastare il populismo di destra ma dall’aspettativa di una società più giusta ed eguale. Noi in quelle piazze c’eravamo e anche in tante e tanti. C’eravamo, applauditissimi, con l’idea che i populismi e le forze reazionarie vanno contrastati portando avanti una politiche di giustizia sociale, di difesa del diritto e dignità del lavoro, del diritto alla casa, alla salute, alla vivibilità ambientale. Politiche e diritti, sia detto, messi a repentaglio dalle scelte governative di questi anni. Ognuno faccia le scelte che meglio crede ma nessuno si appropri indebitamente di piazze che ci sono state al tempo delle sardine per salvaguardare semplicemente determinati equilibri politici. Quelle piazze si sono riempite anche e soprattutto per chiedere cambiamenti che sono tutti da costruire”.

Italexit manifesta davanti al tribunale

Milioni di cittadini che da quasi due anni assistono alla sostanziale violazione dei più elementari diritti
costituzionali, a colpi di DPCM e di provvedimenti di proroga di questa “emergenza” infinita.

Siamo arrivati al
punto di ricattare apertamente chi ha compiuto la libera, e perfettamente lecita, scelta di non vaccinarsi,
negando il diritto al lavoro o comunque sottoponendo questi lavoratori alla gogna di una reiterata
sottoposizione ad esami invasivi che possono arrecare seri danni alla salute.

Tutte le forze politiche, anche quelle di finta opposizione, alla fine accettano di fatto passivamente questa
indegna violazione dei più elementari diritti di libertà pur in presenza di studi scientifici ed evidenze
statistiche che sottolineano come il green pass non costituisca, nemmeno dal punto di vista sanitario, una
risposta efficace alla diffusione del virus.

Noi di Italexit per l’Italia non ci stiamo e facciamo appello alla coscienza democratica ed etica dei
magistrati italiani per bloccare questo strisciante processo neoautoritario, nella speranza che i giudici che
esamineranno l’inevitabile contenzioso che inonderà i Tribunali nelle prossime settimane trovino la forza
morale di resistere alle pressioni del potere esecutivo e garantiscano la tutela dei principi costituzionali del
nostro ordinamento giuridico.

Con questo spirito Italexit per l’Italia” lancia l’iniziativa “C’è un Giudice a Berlino?” e invita tutti i
cittadini ad unirsi ai presidi che verranno organizzati dal partito nelle prossime settimane dinanzi ai
tribunali di tutta Italia per difendere la democrazia e la libertà, nella convinzione che chi riveste la
delicatissima funzione di custode dei nostri diritti saprà e vorrà ascoltare.

A Torino la prima manifestazione si terrà il 27 agosto 2021 alle ore 18,30 ai giardini davanti al
Tribunale, corso Vittorio Emanuele II, 130 e a seguire tutti i venerdì di settembre alla stessa ora.

Italexit