“Fratelli d’Italia ha sempre denunciato la grave situazione sotto il profilo dell’ordine pubblico e della sicurezza nella quale vertono i quartieri di Barriera di Milano e Aurora. Sono priorità che abbiamo ricordato in tutti i canali istituzionali anche davanti alle nuove Autorita’. Siamo felici che il nostro appello almeno sulla circoscrizione 6, grazie anche al lavoro del nostro Presidente Valerio Lomanto, sia stato accolto e ci auguriamo che lo stesso avvenga per l’area di Aurora da corso Novara a Porta Palazzo, dove da sempre la nostra consigliera di circoscrizione Patrizia Alessi denuncia una situazione inqualificabile. Siamo felici che anche il Sindaco Lo Russo debba finalmente ammettere che serve un’intervento urgente dopo stagioni di minimizzazioni e paragoni impropri. Lasciano tuttavia non poche perplessità le parole scritte sui social da Lo Russo su due aspetti. In primis Lo Russo parla di Polizia Municipale, ovvero quella Locale di cui il Pd con le altre forze di Governo sta stravolgendo quella riforma che potrebbe essere la svolta per il supporto del territorio con doveri certi, ma anche diritti. Ci aspettiamo quindi una comunicazione ai suoi referenti romani affinché facciano un passo indietro rispetto il nuovo testo unico di riforma che vanifica ed addirittura peggiora la normativa rispetto a quella precedente su cui si deve tornare. In secondo luogo Lo Russo parla di un progetto di “inclusione e sicurezza” in stile buonista, solito delle inutili politiche piddine del passato. Non si comprende però se verrà attivato con le risorse del Pnrr e comunque in che cosa consisterebbe. Di retorica dal Sindaco non abbiamo bisogno. Serve invece concretezza. Lasciando il beneficio del dubbio vigileremo affinché Barriera, come Aurora, non assistano a manfrine d’occasione da parte dell’amministrazione comunale” così in una nota commenta il deputato torinese di Fratelli D’Italia Augusta Montaruli.
Una certa politica ha calcolato che vaccino e pnrr sarebbero bastati per superare la pandemia e con frizzante spensieratezza si è dedicata ad altre priorità.
“Il Consiglio Metropolitano di Torino che si ritrova nei prossimi giorni non è un appuntamento secondario o marginale.
E cioè, o la Città metropolitana ritrova un suo ruolo e una sua funzione capace di essere punto di riferimento politico dei comuni della ex provincia, in particolare dei comuni della seconda cintura torinese, oppure si ridurrà ad essere quello che è stato in questi ultimi anni. E cioè, un ente burocratico e protocollare caratterizzato da un sostanziale “torinocentrismo”. Si tratta, cioè, di fare una scelta politica netta e chiara. Al riguardo, gli annunci programmatici del Sindaco di Torino Stefano Lo Russo sono indubbiamente incoraggianti e capaci di invertire la rotta di questi ultimi anni di esperienza istituzionale e politica.
Ma un elemento dev’essere chiaro sin da subito: e cioè, la Città metropolitana di Torino deve ridiventare, seppur in miniatura, quello che la Provincia ha rappresentato per molti decenni nei nostri territori prima di essere smantellata causa la sciagurata legge Del Rio del 2014. Ovvero, o si riscopre il ruolo di un ente sovracomunale decisivo per governare il territorio di moltissimi piccoli comuni, oppure si può tranquillamente fare a meno. E, accanto a questo ruolo, è indispensabile che la Città metropolitana sia lo strumento politico ed amministrativo per disegnare lo sviluppo complessivo di Torino, del suo hinterland e di tutta seconda cintura torinese.
Per questi motivi capiremo subito da che parte guarda il Consiglio metropolitano. Ed è per questo che ci aspettiamo molto dal Sindaco Lorusso e dalla sua maggioranza politica”.
Così Giorgio Merlo Sindaco di Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.
Nominati i vertici piemontesi di “Noi Di Centro”
“Renato Zambon è il nuovo coordinatore piemontese di ‘Noi Di Centro’ e Luca Pedrale è il Presidente regionale. La nuova formazione politica di centro, presentata il 4 dicembre scorso in una grande manifestazione al Teatro Brancaccio di Roma, ha come obiettivo la costruzione di un soggetto politico di centro in accordo con i partiti e i movimenti che già si riconoscono in questo campo politico.
Si tratta, cioè, come è stato detto più volte, di dare vita ad una sorta di ‘Margherita 2.0’. Ovvero, una forza riformista, democratica, plurale e di governo. Il nuovo soggetto politico che ha già costituito i suoi organi politici nelle varie regioni, è guidata dal segretario Clemente Mastella e come Presidente nazionale dal piemontese Giorgio Merlo.
Una iniziativa politica nata per riaffermare le ragioni politiche del centro nel nostro paese”.
“La situazione dei contagi da Covid-19 sul territorio turistico dell’Alta Valle di Susa è davvero molto critica e preoccupante – dichiara in una nota l’esponente di Forza Italia Alberto Colomb
“Perché il Covid-19 va curato preferibilmente al proprio domicilio, soprattutto per chi è vaccinato con la terza dose e non ha gravi sintomi, senza congestionare inutilmente gli ospedali di Pinerolo, Rivoli e della Città della Salute di Torino e soprattutto – conclude l’esponente azzurro – al fine di non compromettere le cure e i follow-up ai malati di tutte le altre numerosissime e severe patologie che esistono oltre il Covid-19”.
“Il pnrr è un’occasione unica per lo sviluppo del nostro paese e del nostro territorio.
“ I fondi del pnrr – conclude Ruffino – esistono, adesso alle nostre amministrazioni utilizzare al meglio gli sforzi di questo governo e della sua maggioranza.”
L’ipotesi scuola in dad dovrebbe essere ampiamente superata.
Non ci piace per niente che un documento ancora, metaforicamente, grondante sangue sia messo all’asta, mercificato come un cimelio e magari acquistato a suon di rilanci.
Il passato tragico della nostra nazione non può essere trattato alla pari dei memorabilia di rock star e campioni dello sport. Ma se così deve essere, sia la Regione Piemonte o il Comune di Torino – proprio in Piemonte e a Torino particolarmente violenti e drammatici sono stati gli anni di piombo e la follia del terrorismo – o comunque un soggetto istituzionale ad acquisire il volantino con il quale le BR rivendicarono il sequestro dello statista e Presidente della Democrazia Aldo Moro. Il documento sia poi conservato ed eventualmente esposto in un contesto adeguato, come monito e testimonianza di crimini che hanno segnato la nostra storia e il nostro Paese.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.
D’Alema nel Pd? È cosa buona e giusta…
Non capisco, francamente, la gazzarra che si è aperta nel Partito democratico dopo la volontà del
principale leader storico della sinistra italiana, cioè Massimo D’Alema, di rientrare prossimamente
nel partito che aveva contribuito a fondare e poi abbandonato nel recente passato per dare vita
alla piccola esperienza di Liberi e Uguali.
Certo, il linguaggio di D’Alema è sempre colorito e sferzante ma, al di là di questi dettagli, è indubbio che le sue recenti dichiarazioni fanno discutere.
E questo per due semplici ragioni, direi persin banali.
Innanzitutto D’Alema è un leader politico. Sì, forse è anche un capo come si chiamano oggi i
politici, ma è anche e soprattuto un vero leader politico. Merce abbastanza rara nell’attuale
panorama politico italiano. È di tutta evidenza che quando i leader parlano cerano dibattito e
confronto e anche scontro. Sono, cioè, divisivi. E D’Alema, su questo versante, è quasi un
campione assoluto. Ossia, le sue dichiarazioni non passano quasi mai inosservate perchè non
sono ascrivibili alle regole della comunicazione dell’attuale crisi politica. Cioè non si possono
ridurre ad un banale tweet o ad un insignificante post su FB. No, sono di norma riflessioni –
condivisibili o meno che siano – che richiedono inesorabilmente riflessioni, approfondimenti e
ovviamente repliche. Anche piccate. Come è puntualmente avvenuto anche questa volta. E come
da copione. Il resto sono solo chiacchiere inutili.
La seconda riflessione non è di metodo ma di merito. D’Alema ha detto, in sostanza, che si deve
ricostruire una grande forza di sinistra, progressista e di governo. Dopo la parentesi di Renzi e il
tentativo, a suo modo di vedere, di dare una sterzata moderata e centrista al Partito democratico.
E quindi, di conseguenza, destinato a mutare il profilo di sinistra e progressista di quel partito.
Verrebbe da chiedersi, al riguardo, ma dove consiste la novità? Ma da quando il Partito
democratico non vuol più essere un partito di sinistra e progressista nello scenario politico
italiano? C’è qualcuno, per caso, che mette in discussione – al di là delle insignificanti riflessioni
sul metodo e sulle variabili linguistiche – nel Partito Democratico che quel soggetto politico non
può più definirsi il grande “campo della sinistra italiana”? È del tutto scontato, quindi, che Articolo
1 confluisca nel Partito democratico. E chi si stupisce o è un ipocrita o è un ingenuo. Delle due
l’una, non si scappa da questa tenaglia.
Semmai, se vogliamo dirci la verità sino in fondo, c’è un elemento che imbarazza l’eventuale e
potenziale ritorno di Massimo D’Alema tra le fila del Partito democratico. E questo elemento ha un
solo problema: la leadership politica che D’Alema ancora conserva intatta. Certo, brutto carattere,
il che poi non è affatto vero; l’essere forse divisivo, come tutti i veri leader politici; la capacità di
non ridurre la politica a sola bega personale; e, in ultimo, il timore, forse, che ritorni un confronto
politico di qualità che esce dall’ordinaria amministrazione e dalla pura gestione dell’esistente.
Ecco perchè, in conclusione, si tratta di un dibattito e di una polemica abbastanza curiosa nonchè
singolare. Che il leader storico della sinistra italiana ritorni nel più grande partito della sinistra
italiana è scontato; che un leader della sinistra chieda al suo campo di unirsi in una sola grande
famiglia di sinistra è altrettanto scontato; e, infine, che un leader di sinistra non ami granchè chi,
all’interno di quella famiglia, declini anche una “politica di centro” non lo trovo affatto blasfemo o
calunnioso. Ma, al contrario, del tutto normale e scontato.
Invece, tocca a tutti coloro che si pongono l’obiettivo di ricostruire un “partito di centro”,
democratico e riformista, e che sappia declinare una vera ed autentica “politica di centro” porre le
fondamenta per un’altra casa politica, culturale e programmatica. Come, del testo, molti di noi
stanno già facendo.
Giorgio Merlo
La preoccupazione che si respira all’interno delle strutture ospedaliere piemontesi inizia ad essere tangibile in quanto, nonostante un numero di ricoveri infinitamente più basso rispetto ad un anno fa, i contagi tra il personale sanitario impattano gravemente sul funzionamento delle stesse strutture, già messe a disagio da un organico sottodimensionato rispetto alle esigenze.
A nome della Buona Destra Piemontese, sottoscrivo l’appello ed il grido di allarme lanciato in queste ore da Nursind ed Anaao-Assomed, in cui si denuncia in modo inequivocabile il mancato potenziamento del personale sanitario che sarebbe dovuto avvenire nell’ultimo anno, attraverso assunzioni attinte dalle graduatorie stilate dal Dirmei.
I vertici delle ASL e delle ASO piemontesi hanno tentennato durante tutto questo tempo fino ad arrivare a ritrovarsi nuovamente in una situazione di grave carenza di organico, con il conseguente progressivo blocco delle prestazioni non urgenti, degli interventi programmati e delle attività ambulatoriali.
In questi giorni gli specialisti, dagli oculisti ai radiologi, vengono dirottati nei Pronto Soccorso o utilizzati come Medici vaccinatori, bloccando di fatto l’assistenza sanitaria non connessa al Covid.
In questo modo si privano i pazienti della possibilità di accertamenti diagnostici e di visite specialistiche con il rischio di gravi ripercussioni future per gli stessi.
Buona Destra Piemonte ha denunciato più volte, nel corso dell’ultimo anno e mezzo le mancate assunzioni di personale sanitario che già avevano causato situazioni emergenziali nel corso di questa crisi sanitaria. A distanza di due anni dall’inizio della pandemia, ci ritroviamo nuovamente a dover denunciare le carenze di organico derivanti dalle mancate assunzioni, nonostante le risorse economiche e le graduatorie siano disponibili da tempo. Crediamo che dall’Assessorato alla Sanità Regionale, a partire dall’Assessore Dott. Icardi, una presa di coscienza della situazione in essere sia quantomeno necessaria e che dovrà essere seguita da azioni tangibili ed efficaci affinché questo problema, che si trascina da troppo tempo, venga finalmente risolto.
I cittadini piemontesi hanno fatto del loro meglio, risultando ad oggi tra le popolazioni con la maggior copertura vaccinale. Assicuriamo loro l’assistenza sanitaria dovuta.
Claudio Desirò
Coordinatore Regionale Buona Destra Piemonte