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Tamponi e vaccini “diretti”, Canalis (Pd): “Priorità ai minori”

La consigliera regionale Monica Canalis (PD): “Occorre che la precedenza vaccinale in base al criterio anagrafico venga riconosciuta non solo agli over 65 ma anche agli under 18.”

 

“Per migliorare le condizioni degli studenti e delle scuole occorre innanzitutto incentivare e velocizzare la vaccinazione della popolazione minorile, a cui oggi nel sistema piemontese a chiamata e convocazione diretta non viene assegnata una priorità particolare rispetto alle altre priorità.

Pertanto, occorre che la precedenza vaccinale in base al criterio anagrafico venga riconosciuta non solo agli over 65 ma anche agli under 18.

In Piemonte solo il 34% dei bambini tra 5 e 11 anni, che hanno fatto la preadesione, ha ricevuto la prima dose e le terze dosi sulla fascia 12-15 non sono praticamente partite.

Il 17,5% della fascia 12-19 e l’85,8% della fascia 5-11 non ha ricevuto nessuna dose.

A fronte delle poche preadesioni soprattutto nella fascia 5-11 servirebbe una più incisiva campagna di informazione, purtroppo, invece, abbiamo assessori che criticano il vaccino ai minori…

È vero che i minori hanno una inferiore mortalità da Covid, ma in assenza di vaccinazione sono più soggetti al contagio e quindi all’esclusione da un servizio essenziale come la scuola.

Anche sui tamponi si crei un percorso preferenziale per gli studenti per evitare il ripetersi di classi mandate in Dad con un solo caso positivo a causa della carenza dei tamponi”.

 

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e Consigliera regionale

Quirinale. Ruffino (CI): “Tatticismi estremi, generano sconcerto. Responsabilita grandi elettori”

“Fra le conseguenze che la pandemia ci ha consegnato c’è la sofferenza di tanta gente che si è ridotta in povertà assoluta o quasi, il dramma di una economia che nonostante tutto stenta a ripartire come dovrebbe.

Per chi come me arriva dal territorio e lo vive,si percepisce la preoccupazione ed anche lo sconcerto dato dalla confusione che regna sovrana per l’elezione del Presidente della Repubblica, in un momento in cui l’Italia dovrebbe remare in un’unica direzione e avere un unico obiettivo: stabilità e maturità politica”. A dirlo è Daniela Ruffino, deputata di Coraggio Italia, che chiede di mettere da parte le diatribe politiche che ruotano attorno al dibattito sul Quirinale: “La priorità è guardare al costo dell’energia, delle bollette, gli aumenti, l’inflazione, la disoccupazione, il tema della salute con i troppi malati oncologici in attesa di intervento. Ed ho citato solo una parte dell’emergenze che devono essere affrontate. Non da ultimo il debito pubblico che galoppa. Tutto ciò – conclude Ruffino – deve portarci a riflettere sull’opportunità di continuare sulla strada di tatticismi incomprensibili e sterili, che in questo momento servono solo a disperdere le energie e allontanare gli italiani dalla politica: un segnale atteso e’ l’elezione del nuovo Presidente sin dalle prime votazioni”.

Rifondazione: “A Torino la solita ricetta, botte a chi protesta!”

Riceviamo e pubblichiamo

Da tempo l’area ex Westinghouse, nel quartiere Cit Turin, è interessata da un progetto di ristrutturazione che ricalca ciò che già è stato fatto in varie zone della Città:
si prende una delle tante aree dismesse e ci si mette un supermercato, magari insieme a strutture delle quali le/gli abitanti del quartiere non hanno alcun bisogno. E’ la logica, ad esempio, che ha trasformato via Cigna in una sequela di centri commerciali, assolutamente priva dei servizi basilari. Tutto si fa ignorando e/o calpestando gli sforzi che gli abitanti dei quartieri fanno per costruire aggregazione e contrastare l’abbandono a cui sono stati “affidati” dalle varie giunte che hanno governato la Città.
E se la cittadinanza protesta, massima rigidità e botte a chi manifesta!
Sabato scorso, a Cit Turin, è andato nuovamente in scena questo sciagurato spettacolo, contro la lotta del Comitato Esse Non, che mobilita la popolazione del quartiere in opposizione al progetto di trasformare l’ex area industriale Westinghouse in un Centro Congressi da 5.000 posti e in un Centro Commerciale della Esselunga distruggendo un’area verde importante. E’ chiaro che le/gli abitanti del quartiere non hanno bisogno di un mega Centro Congressi e dell’ennesimo non-luogo rappresentato da un Centro Commerciale, ma hanno bisogno di servizi utili e di luoghi veri di aggregazione.
Non solo ciò non si fa, ma si reprime duramente chi rivendica di agire in questo senso.
E’ questa l’attenzione che il Sindaco Lorusso vuole rivolgere ai quartieri della nostra Città?
La Federazione torinese di Rifondazione Comunista esprime la propria solidarietà al Comitato Esse Non, all’associazione culturale Comala e a tutt* coloro che si battono contro questo progetto inutile e puramente speculativo.
 
Il Sistema Torino continua a prosperare, e va contrastato con la partecipazione popolare – dichiara Fausto Cristofari* – in presenza o meno di scadenze elettorali. E’ necessario quindi ribadire il massimo impegno per costruire, insieme a tutte le forze disponibili, una alternativa popolare a questa gestione sbagliata e fallimentare del bene comune, per affermare un’altra ipotesi di Città.”
 
* segretario provinciale PRC Torino

Pedrale e Zambon, “Noi Di Centro” cresce in Piemonte e si struttura nel territorio


“Dopo il recente lancio del partito a livello Nazionale guidato da Clemente Mastella e Giorgio Merlo, “Noi Di Centro” si struttura nel territorio a livello periferico. A cominciare dal Piemonte con la nomina dei coordinatori provinciali del nuovo partito.

Un lavoro di costruzione organizzativa funzionale alla definizione del progetto politico che, come noto, punta a rilanciare una prospettiva centrista da troppo tempo assente nel panorama politico nazionale e locale. Una sorta, come è stata definita in più occasioni, di ‘Margherita 2.0’ che vedrà nello stesso soggetto politico le varie formazioni centriste che non si riconoscono nel massimalismo della sinistra, nel populismo dei 5 stelle o nel sovranismo di alcuni settori della destra.

Ma, per fermarsi al Piemonte, ‘Noi Di Centro’ sta anche organizzando un grande appuntamento politico per la fine di gennaio a Torino deciso dal coordinamento regionale nei giorni scorsi. Una riflessione attorno alle ragioni politiche del centro nella società contemporanea dopo il fallimento del populismo grillino e la necessità di ritornare ad una politica che punti sulla competenza, sulla rappresentatività territoriale e, soprattutto, sulla qualità della classe dirigente. Un progetto che, nella nostra regione, come in quasi tutti i territori, sta raccogliendo l’adesione di molti amministratori locali e di mondi politici, sociali e culturali che in questi ultimi anni non avevano più avuto una rappresentanza politica e che hanno contribuito ad ingrossare le fila dell’astensionismo politico ed elettorale.

Un progetto, infine, che può recuperare quelle culture politiche che sono state rase al suolo negli ultimi tempi in virtù della moda populista che individuava nell’antipolitica e nel qualunquismo le ragioni per il rilancio della politica stessa. Oggi, finalmente, si può invertire la rotta, e ‘Noi Di Centro’ si presenta anche per centrare questo rinnovato ed indispensabile obiettivo”.

Luca Pedrale   Renato Zambon
Presidente regionale Noi Di Centro Segretario regionale Noi Di Centro

A Torino il presidente di +Europa, Riccardo Magi

Lunedì 17 gennaio, a Torino, si terrà un incontro pubblico con Riccardo Magi, deputato e presidente nazionale di +Europa, sugli sviluppi della politica nazionale.

Tra i temi in discussione l’elezione del Presidente della Repubblica, i Referendum, le iniziative parlamentari e le possibili e future alleanze, in particolare dopo il patto federativo recentemente siglato tra +Europa e Azione.

L’appuntamento è presso il Centro culturale l’ARTeficlO, via Bligny 18/L, a partire dalle ore 17,30.

Bilancio dei primi tre mesi da Non Eletto in Consiglio Comunale di Mino Giachino 

“Se i politici pagati da noi fossero costretti a presentare il Resoconto del loro lavoro forse ci sarebbero più fatti e il Paese e Torino  si riprenderebbero?”

 
Caro direttore, la politica è in crisi di risultati e di credibilità , il Paese è in declino e Torino ancora di più, perché dal 1996 (25 anni) cresce meno della media nazionale senza che mai uno degli eletti e ben pagati ve lo abbia detto . L’unico che lo ripete dal 2008 è il sottoscritto e non a caso non è stato candidato in Parlamento .Eppure gli eletti  in Parlamento o nelle Amministrazioni hanno la grande possibilità , se conoscono i problemi se hanno esperienza amministrativa e competenza…e se sentono dentro la passione per la propria Città e per il proprio Paese, di migliorare leggi o gli stanziamenti decisi dai Governi. Possono fare molto se vogliono e se sono in gamba, soprattutto se non vogliono solo pensare alla gnocca o al sole come disse un giorno un simpatico deputato.
Negli ultimi anni la qualità purtroppo è diminuita molto . Il declino del Paese e di Torino in particolare dipende dalla perdita di tante aziende, dal trasferimento di tante aziende ma anche dalla minore qualità della sua classe politica.
La politica è in crisi ma per rilanciare Torino, la sua economia e il lavoro, occoree una grande politica e una grande amministrazione .
Se i politici fossero costretti a render conto ufficialmente al Paese e agli elettori ogni anno di cosa hanno fatto forse le cose andrebbero meglio. E questo sarebbe anche utile per far ritornare la gente a votare . D’altronde gli eletti dal Parlamento  sino ai Comuni sono retribuiti e molte bene con i soldi pubblici. Così come fanno gli Amministratori di una azienda  privata che presentano i conti almeno una volta all’anno se non ogni trimestre anche gli eletti ogni anno dovrebbero presentare l’elenco delle cose fatte, così le maggioranze .
La Nuova amministrazione Comunale di Torino non ha neanche presentato il programma dei primi 100 giorni e  mi pare non abbia ancora chiaro il programma per rilanciare Torino la sua economia e il lavoro, malgrado le dolci sollecitazioni che Luigi La Spina, grande giornalista torinese, ogni tanto scrive su La Stampa.
Per dare il mio contributo al cambiamento voglio presentare ai torinesi il Bilancio del mio impegno per Torino dopo tre mesi dal giorno delle elezioni dalle quali io non sono stato eletto Consigliere Comunale. Perché si può fare politica con risultati importanti , vedi il risultato ottenuto per  la TAV, anche se non si è  eletti.
Partendo sempre dai dati economici non brillanti di Torino e dall’aumento della disoccupazione e della povertà ,
A) il 10 Novembre ho presentato la proposta della TAV VALLEY, la prospettiva di sviluppo e di rilancio economico che ci darà la realizzazione della TAV.
B) il 3 Dicembre con Giovanna Giordano abbiamo tenuto una Conferenza Stampa per sollecitare la accelerazione dei lavori della TAV, i cui ritardi vengono pagati dalla  economia e dal lavoro di Torino e della Bassa Valle di Susa.
C) mi sono occupato della assoluta mancanza di Sicurezza in Barriera di MILANO e in particolare nella zona attorno alla Parrocchia della Pace scrivendo più volte al Sindaco e al Prefetto . Il Prefetto Ruberto mi ha risposto e soprattutto su richiesta dell’Arcivescovo NOSIGLIA ha organizzato un positivo incontro del Comitato di Sicurezza che ha messo in moto l’intervento di Carabinieri e Polizia. Ieri sono intervenuti anche i Vigili Urbani.
D) PROPOSTA SETTORE AUTOMOTIVE. Visto che nella Legge di Bilancio del 2022 o legge finanziaria non erano previsti stanziamenti per un settore in grande trasformazione che vale ancora 1/4 della economia piemontese , ho lanciato la proposta di un TAVOLO AUTO NAZIONALE formato dai parlamentari delle 7 Regioni che avrebbe un peso enorme col Governo. L’obiettivo è una politica industriale dell’automotive che sostenga un settore che per l’Italia vale più di 1 milione di posti di lavoro e tanti miliardi di esportazioni e di entrate fiscali per lo Stato. Dentro il settore auto vi è tanta ricerca e innovazione e Torino e l’Italia hanno competenze uniche da salvaguardare per continuare ad essere importanti nella Mobilità del futuro. Le ricadute sul lavoro, sui giovani, sui Politecnici e sulle Scuole professionali sarebbero enormi e salverebbero aziende centenarie vedi la Cornaglia per fare un nome. Non si tratta di fare un favore agli eredi Agnelli ma al lavoro italiano.
Sulla mia proposta ho ricevuto pareri favorevoli dai Deputati e Senatori del PD, di Italia Viva, della Lega , di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Ora la Lega sta preparando una Mozione che verrà discussa con i Ministri Giorgetti e Cingolani.
Nei prossimi mesi continuerò ad impegnarmi per il rilancio di Torino con la Tav, l’Aeroporto , la Linea 2 della Metro e sulla Assistenza sociale.
Mino Giachino
Associazione SILAVORO

Costanzo, carcere di Torino: “caos allarmante”

Dopo che Rosalia Marino, la reggente uscente del carcere Lorusso e Cotugno di Torino, ha deciso di lasciare l’incarico denunciando di aver invece incontrato un silenzio assordante e  l’assenza di una qualunque reazione se non quella di cercare un capro espiatorio, credo sia il momento che il Ministero della Giustizia e della salute prendano in mano la situazione.
La direttrice uscente ha parlato di un tasso di sovraffollamento molto alto, un intero padiglione a vocazione sanitaria, una Atsm (articolazione per la tutela della salute mentale) maschile e femminile, dove vengono trasferiti detenuti con problemi fisici e psichiatrici che necessiterebbero di cure adeguate.
Anche il carcere di Torino Le Vallette è recentemente finito al centro delle cronache per la morte di Antonio Raddi, deceduto nel dicembre del 2019 per un’infezione polmonare dopo aver perso 25 chili.
Ho interrogato sia il Ministero della Salute che della Giustizia per chiedere conto della situazione allarmante che impedisce di garantire la dovuta assistenza sanitaria ai detenuti e che vede problemi endemici che devono essere presi di petto dal Ministero della Giustizia, in Piemonte e nel resto d’Italia”. Così in una nota la deputata Jessica Costanzo (Alternativa).

Gli amministratori No Green Pass chiedono verifica dei provvedimenti del Governo

Riceviamo e pubblichiamo

“Il Coordinamento Nazionale Amministratori Locali No Green Pass comunica agli organi di stampa che il 14 gennaio ha depositato presso la Stazione dei Carabinieri della città di Chieri, un atto al vaglio della magistratura affinché si proceda nella verifica della legittimità dei provvedimenti emanati dal Governo nei decreti legge che si sono susseguiti a partire dal DL n. 44 del 1/04/2021 arrivando ai decreti legge emanati nel corso delle festività (n. 221/2021 del 24 dicembre, n. 229/2021 del 30 dicembre e n. 1/2022 del 7 gennaio 2022). 

Ci eravamo promessi, come Coordinamento Nazionale, di essere l’ultimo baluardo delle libertà costituzionalmente sancite e per questo motivo abbiamo deciso di procedere attraverso gli strumenti democratici a nostra disposizione.
La denuncia è stata depositata dall’intero Ufficio di Presidenza composto dal Presidente Lauria Giuseppe e dai due Vicepresidenti Furgiuele Luigi e Borrini Antonio.
Questa iniziativa verrà allargata non sono a tutti gli amministratori sul territorio nazionale che vorranno aderire, ma tutti i cittadini che lo riterranno opportuno.
Come cittadini italiani e soprattutto come amministratori locali,
siamo certi che la magistratura farà il suo corso”.
Giuseppe Lauria, Presidente Coord. Nazionale Amm. Locali No Green Pass
Luigi Furgiuele, Vicepresidente Coord. Nazionale Amm. Locali No Green Pass
Antonio Borrini, Vicepresidente Coord. Nazionale Amm. Locali No Green Pass

I piccoli Comuni: “non solo soldi ai grandi”

Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo  che anche quando non ci sei resta ad aspettarti.  (Cesare Pavese)

NON SOLO SOLDI PER I GRANDI MA ANCHE PER I PICCOLI COMUNI, LA CITTA’ METROPOLITANA COINVOLGA I PICCOLI NELLA PIANIFICAZIONE DEI FONDI PER IL PNRR

Dai giornali ho appreso la discussione sulla ripartizione dei fondi P.N.R.R. in capo alla Città Metropolitana di Torino.

Oggetto di tale discussione sembrerebbe essere la parte di fondi messa a disposizione per i comuni di grandi dimensioni. Dovrebbe trattarsi solo della parte di quanto verrà trasferito in seguito ai Comuni della ex Provincia di Torino , in questo caso i fondi riservati ai Comuni “grandi”, limite minimo dai 15.000 abitanti, mentre la tranche più corposa sarà attribuita a tutti i Comuni “piccoli” (inferiore ai 15mila).

La suddivisione di questi fondi sarebbe, comunque, avvenuta prima dell’insediamento del nuovo Consiglio della Città Metropolitana (insediatosi nella giornata del 12/01/2022). Detto questo, vista la nomina e la distribuzione delle deleghe, confido nella capacità amministrativa dei neo eletti, in maggioranza Sindaci che conoscono e vivono tutti i giorni le criticità dei paesi (sono rappresentanti di aree e Comuni che sconfinano da quelli di montagna a quelli di pianura, passando perquelli collinari). Mi auguro che riescano a lenire la spaccatura provocata dal nuovo ente metropolitano nato da una legge che, nell’attesa che qualcuno la riformi dopo la sentenza di anticostituzionalità pronunciata dalla Corte Costituzionale, ha provocato un evidente e innegabile Torino dipendenza.

Quando si intraprende un nuovo percorso, è d’obbligo l’ottimismo, ed è con questo spirito positivo che attendiamo riscontri e tutele nei confronti del cuore pulsante della Città Metropolitana: i Piccoli Comuni.

Ci aspettiamo, in conclusione, che il nuovo Sindaco Metropolitano e il nuovo Consiglio coinvolgano i piccoli comuni nella pianificazione territoriale e ci tengano informati dei fondi che dovrebbero arrivare in modo da predisporre per tempo i progetti per gli investimenti attesi dai territori.

Noi di Anpci come sempre rimaniamo aperti al confronto, ed al dialogo costruttivo, per il bene del nostro territorio e dei nostri abitanti.


Franco Cominetto Presidente Anpci

Città Metropolitana di Torino

Sassoli e l’eredità dei cattolici democratici e popolari

Un anno fa se ne andava Franco Marini. Un esponente di primo piano del sindacato, della politica e delle istituzioni del nostro paese.

Pochi giorni fa ci ha lasciato David Sassoli. Un leader politico, una figura autorevole e qualificata del cattolicesimo democratico e popolare del nostro paese, e soprattutto, una persona stimata e ben voluta da tutti. Amici e avversari politici; cittadini comuni e uomini e donne impegnati nelle istituzioni; persone che seguivano la sua conduzione giornalistica e televisiva al Tg1 e persone che lo hanno seguito in tutti questi anni del suo impegno associativo, culturale, politico e istituzionale. Il giudizio è sempre lo stesso: era una persona perbene e semplice, capace di trasmettere una speranza e un futuro a tutte le generazioni partendo dalla proprie radici culturali ed etiche.

Ecco, ho voluto ricordare questi due grandi uomini, queste due grandi figure umane e politiche dei nostri tempi per arrivare ad una riflessione: Marini e Sassoli hanno rappresentato un universo valoriale, politico e culturale che non può e che non deve essere archiviato. Certo, persone diverse – come ovvio e scontato – ma con talenti simili che affondavano le radici nell’umanesimo cristiano e popolare e che hanno contribuito, attraverso il loro magistero concreto, a segnare in profondità la presenza, laica, dei cattolici nella società contemporanea. Italiana ed europea.
Ma, per fermarsi a David Sassoli scomparso pochi giorni fa, credo sia doveroso farsi una domanda. Semplice ma altrettanto impegnativa. E cioè, possiamo fare a meno di ciò che ha rappresentato concretamente David nel suo campo di impegno? Ovvero l’associazionismo cattolico, i gruppi cattolici, la politica, il partito, le istituzioni? A questa domanda va data una risposta. Non burocratica e protocollare o emotiva ma politica, culturale ed umana. Certo, David aveva uno stile – il suo stile era garbato, sobrio ed umile ma determinato e coraggioso nel riaffermare le sue ragioni e le sue convinzioni – ma dentro lo stile c’era un modo essere culturale e politico nella società contemporanea. Inconfondibile. l’Italia di oggi, ma l’Europa tutta, non possono fare a meno di questo filone ideale, di questo pensiero costituente, di questa cultura che ha ricostruito le sorti democratiche del nostro paese e dello stesso vecchio continente. Il dibattito, come ovvio, non può ridursi alla sola modalità organizzativa con cui si può tradurre questo insegnamento profondo e profondamente ancorato ai tempi in cui ognuno di noi vive. Perchè la sola dimensione politica ed organizzativa è importante e decisiva per chi non si limita ad una presenza puramente testimoniale ma, al contempo, dobbiamo prendere atto che il magistero di uomini come David Sassoli era riconoscibile anche e soprattutto per il suo “esempio”. Cioè, detto in altri termini, una presenza da “testimoni” nella concreta attività politica ed istituzionale. Cosa nè semplice nè dettata da ragioni politiciste ma percepibili, appunto, attraverso l’esempio e lo stile che venivano indirettamente e inconsapevolmente trasmessi ma immediatamente percepiti dai cittadini e dalla pubblica opinione. Di tutte le fedi politiche di tutti e da tutti gli orientamenti culturali.
Ecco, ho voluto ricordare all’inizio due persone, due cattolici democratici, popolari e sociali, due testimoni, due maestri, due leader che ci hanno lasciato ma che qualcuno – cioè noi cattolici democratici e popolari e sociali – ha semplicemente il dovere di proseguire quello che hanno concretamente segnato in anni di impegni a favore dei ceti popolari e degli ultimi. E lo dovremmo fare con umiltà, con un profondo senso del limite e, soprattutto, con la convinzione e la consapevolezza che abbiamo solo da imparare da quello che loro hanno trasmesso con l’esempio, con lo stile e con la proposta.
E la lezione, lo stile, l’esempio e la forza della testimonianza incarnate ad interpretate con umiltà e tenacia e con un coraggio inaudito da David Sassoli in questi anni e in questi ultimi mesi non possono e non devono essere cancellati o ridimensionati nella cittadella politica italiana. Non per il bene dei cattolici democratici, popolari e sociali ma per il futuro della nostra democrazia e per il destino del nostro paese e delle stesse istituzioni democratiche.

Giorgio Merlo