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Montaruli (Fdi): “Terroristi con la paghetta”

“A Torino potrebbe essere nata una nuova categoria: i terroristi con la paghetta.

Dopo mafiosi, truffatori mancava l’anarchico a spese dello Stato. Se fosse vero che Federico Buono, il 46enne che frequentava i centri sociali di via Alessandria e arrestato pochi giorni fa perché accusato di appartenere al gruppo eversivo messicano Its, percepiva il reddito di cittadinanza sarebbe una nuova dimostrazione dell’inefficienza di questa misura. Il reddito di cittadinanza non è un aiuto alle fasce deboli ma una droga per chi già delinque. Servono misure serie a sostegno dei più fragili che abbiano il lavoro come perno” commenta in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli.

“Noi di Centro” si radica sul territorio

Dopo la nomina di tutti i segretari provinciali, adesso è la volta dei coordinatori delle varie zone della provincia di Torino. A livello provinciale ogni zona corrisponde agli ex collegi della Camera dei Deputati mentre sul versante della Città ci sarà un responsabile per ciascuna circoscrizione.
Un lavoro che punta a fare di Noi Di Centro un partito nazionale e organizzato e fortemente presente nei territori, dove già si conta l’adesione di centinaia di amministratori locali e comunali.
Un progetto politico ed organizzativo che punta alle ormai prossime elezioni politiche e regionali. Una sforzo organizzativo che mira anche e soprattutto a recuperare una nuova dimensione della politica dopo essere stata svilita e delegittimata da anni di populismo patrocinato dal grillismo e
da tutte quelle forze che hanno individuato nel populismo e nella demagogia la leva decisiva per scardinare i connotati della politica democratica, partecipativa e collegiale.
È giunto il tempo, cioè, di voltare pagina e di archiviare definitivamente tutto ciò che ha contribuito ad immiserire la politica – a livello nazionale come a livello locale -, ad azzerare le culture politiche, a distruggere i partiti e, in ultimo, a squalificare la classe dirigente attraverso la prassi grottesca
“dell’uno vale uno”. Ecco perchè, come Noi Di Centro, vogliamo contribuire ad invertire la rotta che si è creata in questi ultimi anni. E lo si può fare solo con il ritorno della politica, dei partiti organizzati e, soprattutto, delle rispettive culture politiche”.

Renato Zambon  Segretario regionale Noi Di Centro
Guido Calleri Di Sala Segretario provinciale Noi Di Centro

“Le ragioni del Centro” nel Pinerolese

“Le RAGIONI DEL CENTRO” è il titolo del convegno che si terrà a Villafranca Piemonte mercoledì 13 aprile alle 21,00 presso la sala adiacente l’aula del Consiglio Comunale. Saranno illustrate le proposte ed i progetti del ‘Nuovo Centro’ in vista delle prossime elezioni politiche nazionali. Modera il convegno il Sindaco di Villafranca Piemonte Agostino Bottano. Introducono il segretario provinciale di “Noi Di Centro” Guido Calleri Di Sala e il segretario provinciale dell’Udc Ubaldo Caggiola. Interviene Giorgio Merlo, Presidente Nazionale ‘Noi Di Centro’. Sono invitati Sindaci e amministratori locali della zona e tutti coloro che, dopo il fallimento del populismo grillino e del sovranismo, credono in un progetto politico nazionale di centro riformista, democratico e di governo”.

Renato Zambon, segretario regionale ‘Noi Di Centro’.

Emergenza finita, Pd. “Ma nessun nuovo inizio per la sanità”

“Cirio ha voluto “celebrare” con una conferenza stampa la fine dello stato di emergenza della pandemia. Peccato che a questa fine non sembra possa seguire un nuovo inizio e la ricostruzione di un sistema sanitario in grado risolvere le criticità che in questi due anni sono emerse e di rispondere alle richieste che provengono dalla società. I tanti grazie rivolti a medici, infermieri, personale sanitario risultano privi di significato in un momento in cui la maggioranza di centrodestra non sa dare risposte al personale precario. Ci troviamo di fronte a una serie di problemi che questa Giunta regionale sembra incapace di risolvere: quello del personale, innanzitutto, che, assunto durante la pandemia con un contratto a tempo determinato, rischia adesso di non essere stabilizzato, di perdere il lavoro e di lasciare scoperti settori chiave della nostra sanità. Altro che abbattere le liste d’attesa! Rischiamo di non poter garantire molti servizi” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente del Consiglio regionale Daniele Valle.

“Dai pochi dati che l’Assessore alla sanità ha portato in Commissione – prosegue Gallo – emerge per il 2022 un quadro decisamente negativo di conti pari a circa 300 – 400 milioni di euro e in questi mancano azioni gestionali legate alle assunzioni del personale e all’abbattimento delle liste d’attesa. Il Partito Democratico sta cercando, in tutti i modi possibili, di fare la propria parte per poter garantire maggiori trasferimenti da parte del Governo. Nei giorni scorsi, insieme agli altri Presidenti dei Gruppi Pd dei Consigli regionali italiani, ho indirizzato un appello al Ministro Speranza per ottenere un rafforzamento del finanziamento nazionale per la sanità pubblica. Tante sono le sfide che ci attendono e che non possiamo permetterci di perdere: stabilizzazione e incremento del personale che deve essere formato, correttamente retribuito e messo nelle condizioni di poter svolgere il proprio lavoro nelle condizioni migliori, abbattimento delle liste di attesa che potrà essere ottenuto soltanto attraverso il potenziamento degli organici, ospedali più efficienti e meglio organizzati per un’offerta sanitaria territoriale più attenta, maggiore attenzione alla prevenzione, più investimenti nelle professioni sanitarie e nell’innovazione tecnologica in medicina”.

“Sulla campagna vaccinale il Presidente Cirio continua a dire cose non veritiere – commenta Valle – Davvero non ci capacitiamo di come si possa sostenere che nelle terze dosi il Piemonte sarebbe in testa alla classifica delle Regioni più grandi d’Italia, quando nessun dato lo conferma: infatti, secondo il Sole 24 Ore, sulle terze dosi il Piemonte si colloca al settimo posto (73,74%) dietro a Lombardia, Lazio, Puglia, Valle d’Aosta, Umbria e Molise, mentre per il ciclo completo, secondo il Gimbe, siamo ben all’undicesima posizione, con una percentuale di popolazione completamente vaccinata dell’82,9% contro la media nazionale dell’83,9%. Nella fascia tra i 5 e gli 11 anni, poi, per trovare il Piemonte bisogna proprio scendere fino agli ultimi posti della classifica, che ci vede al 15° posto (27% contro la media nazionale del 33,6%). Quindi, tanto compiacimento è del tutto privo di fondamento. E lo stesso dicasi per l’acquisto dei dispositivi, definito da Icardi un “lavoro eccezionale”. Riconosciamo che dalla seconda ondata il sistema di acquisti demandato alle singole Asl ha funzionato, ma durante la prima ondata tutti ci ricordiamo il caos e l’impreparazione conseguente alle indicazioni contraddittorie impartite dall’Unità di Crisi. Più che un lavoro eccezionale, una disfatta eccezionale.

“In momenti come questo e di fronte a una situazione tanto allarmante ci saremmo aspettati che il Presidente Cirio ci presentasse un piano d’azione e le linee guida del piano socio sanitario, invece nulla. La pandemia ci ha dimostrato l’importanza della nostra sanità e la necessità di continuare a investire su un sistema sanitario pubblico, universale e accessibile a tutti. E’ il momento di agire, di difenderlo e potenziarlo!” conclude Gallo.

Rifondazione: “Draghi a Torino? No grazie”

PER MANIFESTARE CONTRO IL GOVERNO DELLA  GUERRA! PER DIRE NO ALLA SPESA  MILITARE E CHIEDERE PIÙ RISORSE PER ISTRUZIONE, SANITÀ, SERVIZI SOCIALI, AMBIENTE

In occasione della presenza del Presidente del Consiglio Mario Draghi, che sarà in città martedì prossimo, il Partito della Rifondazione Comunista Torino assieme ad altre forze partitiche e associative organizzerà un’iniziativa di mobilitazione contro la guerra e il carovita.

Il Governo Draghi, afferma Fausto Cristofari segretario provinciale di Rifondazione Comunista, anziché adoperarsi per la cessazione immediata delle ostilità e per una soluzione diplomatica della crisi, propone come fondamentale l’aumento del sostegno militare all’Ucraina.

Ma davvero Draghi pensa che la pace si realizzi alimentando l’economia della guerra?

Aumentare di 13 miliardi di euro la spesa militare – continua Cristofari – significa comprimere ulteriormente una spesa sociale e sanitaria già largamente inadeguata.

Pensiamo come Rifondazione Comunista che sia necessario far  sentire al Presidente del Consiglio la voce di una città che ha bisogno di riconvertirsi a nuovi lavori, rispettosi dell’ambiente ed orientati verso la cura delle persone e del territorio, e che non vuole adattarsi alla prospettiva di diventare un polo per la produzione di armi, nascosto sotto il falso mantello della ricerca aerospaziale, con il marchio della Nato.

Rifondazione Comunista

Dal Coordinamento AGiTe “No” alle spese militari

Riceviamo e pubblichiamo

Il Coordinamento AGiTe contro le armi atomiche, tutte le guerre e i terrorismi (https://www.agite-to.org/)  nato nel maggio 2017 per sostenere la partecipazione dell’Italia alle trattative all’ONU, prima e la ratifica dopo la sua approvazione del Trattato ONU che mette al bando le armi atomiche (TPNW) ha incontrato il Prefetto mercoledì 30 marzo 2022  e nel corso dell’incontro ha ribadito:

  • la propria posizione di contrarietà a tutte le guerre, senza “se” e senza “ma”;
  • la condanna sin dall’inizio e senza mezzi termini dell’aggressione ingiustificata ad un Paese libero e sovrano quale l’Ucraina da parte della Russia;
  • il sostegno a tutte le associazioni e le singole persone che con grande coraggio manifestano la loro contrarietà alla guerra in Russia e in Ucraina.

AGiTe ritiene ingiustificata la corsa al riarmo che si è scatenata in tutto l’Occidente, Italia compresa.

AGiTe concorda con le parole di Papa Francesco:

“ci vergogniamo che si proponga l’impegno ad aumentare sino al 2% del PIL della spesa militare e che anziché cambiare paradigma nelle relazioni internazionali si pongano le basi per numerose e pericolose guerre future”.

I Paesi NATO nel loro insieme hanno una spesa militare pari al 54% della spesa militare mondiale (dati SIPRI relativi al 2020).

Che bisogno c’è di aumentare ulteriormente una spesa per le armi già folle?

A questo proposito è stato presentato e consegnato al Prefetto l’appello dei 50 premi Nobel «Riduciamo la spesa militare del 2%, per affrontare i problemi del mondo» “…ciascun attore sarà in grado di beneficiare dalla riduzione degli arsenali del nemico, e così pure l’intera umanità. In questo momento, il genere umano si ritrova ad affrontare pericoli e minacce che sarà possibile scongiurare solo tramite la collaborazione. Cerchiamo di collaborare tutti insieme, anziché combatterci…”.

E’ stata espressa la forte preoccupazione per quel che riguarda la sede dell’Ufficio Regionale per l’Europa del progetto DIANA (Defence Innovation Accelerator for North Atlantic) ossia un “acceleratore di innovazione destinata alla Difesa”, progetto nato a Bruxelles nel giugno 2021, nell’ambito dell’”Agenda NATO 2030” il cui scopo dichiarato è quello di supportare la NATO nell’innovazione tecnologica in una sinergia fra Pubblico e Privato

Torino è stata candidata a sede del progetto – il 20 gennaio scorso, durante in un incontro a cui hanno partecipato, oltre alle autorità militari, il sindaco e il presidente della Giunta Regionale-.

Per una città in forte difficoltà economica e industriale come Torino si prospetterebbe quindi l’idea di uno sviluppo fortemente condizionato dalla produzione bellica (destinata quindi alla distruzione di vite umane e di beni materiali).

Non è certo di produzioni belliche, orientate a generare soltanto prospettive di morte e di distruzione che ha bisogno la nostra Città ma di politiche di riconversione produttiva orientate a produzioni compatibili con le risorse naturali e sostenibili dal punto di vista ambientale e umano.

Sono stati presentati dati sul livello di povertà in Italia e nella nostra Città e Regione – nella Città Metropolitana di Torino e soprattutto nel Comune di Torino. Secondo le stime preliminari ISTAT, nel 2021 le famiglie in povertà assoluta in Italia sono il 7,5% (7,7% nel 2020) per un numero di individui pari a circa 5,6 milioni (9,4%, come lo scorso anno), confermando sostanzialmente le stime del 2020.

Nel corso dell’incontro sono state illustrate  tutte le criticità rilevate sulla Legge di Bilancio 2022-2024 ribadendo che le priorità del Paese, quelle verso le quali decidere aumenti % in base al PIL sono:

  • il lavoro buono e sicuro, in particolare dei giovani e delle donne;
  • il contrasto alla precarietà, non è accettabile che all’aumento del PIL aumenti il lavoro povero;
  • il rafforzamento ed adeguamento del SSN e del sistema pubblico di assistenza sociale territoriale;
  • gli investimenti legati al programma Next generation Eu;
  • un fisco più equo;
  • la riforma delle pensioni;
  • il welfare e inclusione sociale;
  • le nuove politiche industriali.

AGiTe ha chiesto al Prefetto di portare al Governo la richiesta di istituire il Ministero alla Pace, così come proporrà al Sindaco del Comune di Torino e al Presidente della Giunta Regionale di istituire l’Assessorato alla Pace per la programmazione e realizzazione di politiche vere e verificabili di pace e nonviolenza.

Sono state consegnate 237 firme a sostegno della contrarietà all’aumento della spesa militare, prime firme raccolte ai presidi di tutti i sabato mattina ore 11 in piazza Castello.

La raccolta firme che prosegue in forma cartacea e in rete

https://secure.avaaz.org/community_petitions/it/governo_italiano_e_parlamento_no_a_13_miliardi_in_piu_di_spese_militari/?cyArzbb&utm_source=sharetools&utm_medium=copy&utm_campaign=petition-1451362-no_a_13_miliardi_in_piu_di_spese_militari&utm_term=cyArzbb%2Bit

Il Coordinamento AGiTe

Allontanamento zero, Canalis (Pd): il no della Città Metropolitana

Ora la Giunta Cirio dia ascolto ai territori e ritiri questa proposta divisiva che mette a rischio la tutela dei minori.

Il Consiglio della Città Metropolitana di Torino nella seduta del 30 marzo ha approvato a maggioranza (12 voti su 18) un Ordine del Giorno a prima firma Schillaci di contrarietà al Disegno di Legge regionale “Allontanamento zero”.

La presa di posizione contraria di questo ente che rappresenta 2,2 milioni di abitanti, più di metà del Piemonte, si aggiunge a quella di molti Comuni: Torino, Cuneo, Verbania, Moncalieri, Collegno, Settimo, Grugliasco, Pinerolo, Chieri, Savigliano, Bra, Saluzzo, Rivalta, Piossasco, San Mauro, Alpignano, Rivarolo, Santena, Druento, Bruino, Cumiana, None, Strambino, Sant’Antonino, Airasca, Piobesi, Nomaglio, Massello, Rueglio, Lauriano, Baveno, Castelletto Ticino, Vigliano Biellese, Valdilana, Calamandrana. Molti altri comuni hanno depositato un ordine del giorno di contrarietà e lo approveranno al primo Consiglio utile.

Come può il Presidente Cirio ignorare questo appello dei territori, che ha carattere civico e non solo politico?

Oltre alla voce preoccupata delle istituzioni, si sta levando quella della società civile: le associazioni di famiglie affidatarie, quasi 100 docenti universitari, i sindacati, gli ordini professionali, i magistrati e le camere minorili, molti esponenti ecclesiastici. Non lasciamoli inascoltati come è accaduto per la legge regionale sul Gioco d’Azzardo Patologico.

Ogni bambino ucciso o maltrattato è un fallimento della società. Ecco perché in Piemonte è sbagliato parlare di “allontanamento zero”. Tante piccole vittime di infanticidio sarebbero vive e tanti bambini e ragazzi sarebbero cresciuti in un contesto sereno, se i servizi fossero stati messi in condizione di intervenire in tempo. Potenziamo i progetti e i servizi, per garantire un maggior accompagnamento alle famiglie fragili, ma anche per garantire, come extrema ratio, gli allontanamenti dei minori dalla famiglia, laddove sia necessario.

Sulla tutela dei minori dovremmo unirci e non dividerci, per questo chiediamo di ritirare un testo così divisivo e di avviare un tavolo di lavoro bipartisan per redigere invece un Piano per l’Infanzia e l’Adolescenza in Piemonte, che metta nuove risorse e investa sui servizi.

Monica CANALIS – vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale

“Risintonizza il Piemonte” ad Alessandria

Grimaldi (LUV): Il tour arriva nella provincia più colpita dalla pandemia, dove i tanti errori della Giunta sono stati pagati cari.

“Ci siamo riproposti di fare un tour del Piemonte e, come in un bilancio di metà mandato, raccontare e analizzare i primi due anni e mezzo di legislatura Cirio. Mercoledì sarà la volta di Alessandria, la provincia piemontese più colpita dalla pandemia e che forse più di tutte ha subito gli errori e i ritardi della Giunta. Ricordiamoci che il dramma delle Rsa è cominciato proprio a Tortona, che a lungo è stata anche l’approdo di tanti malati perfino da Torino” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, da una settimana impegnato in “Risintonizza il Piemonte”: un “tour” attraverso il territorio con tappe in tutte le città che stanno per andare al voto, che mercoledì 6 aprile arriverà ad Alessandria con un incontro alle 20,30 alla Casa del Quartiere. Saranno presenti tantissime voci ad arricchire questo bilancio politico, ambientale e sociale: attivisti, professionisti, studenti e lavoratori del mondo sindacale, associativo e dei movimenti, ma anche rappresentanti politici della sinistra ecologista, dell’area del centrosinistra, in particolare il candidato sindaco Giorgio Abondante, l’onorevole Federico Fornaro (LEU) ed esponenti locali di Sinistra Italiana, Articolo Uno, Europa Verde-Verdi, che avevan dato vita a Liberi Uguali Verdi.

“Sono stati proprio quelli i mesi della nascita di ‘Tele Cirio’” – prosegue Grimaldi – “il Presidente che, nonostante la lunga catena di comando, la moltiplicazione di task force esperti e commissari speciali, ha compiuto numerosi passi falsi e solo con estremo ritardo è arrivato a operare a pieno regime su misure di sicurezza e piano vaccinale”.

“Dopo 110 giorni è arrivata la prima pioggia del 2022, lo stato d’emergenza per l’acqua si avvicina, con la secca dei fiumi è a rischio il 33% dell’industria alimentare. Siccità, incendi, temperature alte, grandinate e alluvioni: non è un film di fantascienza, ma la nuova normalità della crisi climatica. Eppure c’è chi – come Lega e Fdi – preferisce vestire i panni del nemico del clima” – conclude Grimaldi. – “Parleremo di questo e di tanto altro perché in due anni e mezzo ci siamo opposti con centinaia di migliaia di emendamenti, ordini del giorno, interventi, mobilitazioni sui temi ambientali, sociali, del lavoro, dei diritti – che dire per esempio dei continui attacchi alla salute riproduttiva delle donne, alla loro autodeterminazione? Sappiamo che per invertire la rotta serve fare ancora di più. Ecco perché è il momento di risintonizzarci, organizzarci e cambiare tutto”.

Radicali: il Comune esponga bandiera ucraina

Nella giornata di mercoledì 30 Marzo, sul pennone libero del balcone di palazzo civico, a Torino, è stata issata una bandiera dell’Ucraina (ora rimossa). Il consigliere comunale di +Europa e Radicali Italiani Silvio Viale, capogruppo della Lista Civica per Torino, rivendica l’azione e afferma: “Il comune di Torino, come tanti altri comuni italiani, ha esposto sulla propria sede istituzionale la bandiera della pace. Ma non è sufficiente. Tutti auspichiamo che nel nostro mondo e nella nostra Europa ci sia pace, ma non a qualunque prezzo. In questa guerra c’è uno Stato aggressore: La Russia di Vladimir Putin, e uno Stato aggredito: l’Ucraina di Volodymyr Zelensky. La bandiera della pace è equidistante rispetto alle due parti ed è il motivo per cui è inaccettabile che il comune di Torino la esponga, senza schierarsi apertamente dalla parte di chi è vittima e non causa della guerra. La politica deve avere il coraggio di schierarsi: in questo caso, l’amministrazione della nostra città si schieri dalla parte della democrazia, della libertà, della sovranità e integrità territoriale dello Stato Ucraino, esponendo la bandiera gialla e blu: i colori di Torino, i colori dell’Unione Europea e i colori dell’Ucraina”.
I coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta, Daniele Degiorgis, Andrea Turi e Patrizia De Grazia; il Presidente di Radicali Italiani, Igor Boni e la coordinatrice di +Europa Torino, Beatrice Pizzini, sostengono l’azione del Consigliere Viale e si uniscono alla richiesta rivolta al comune di Torino: palazzo civico esponga orgogliosamente la bandiera dell’Ucraina in segno di solidarietà con le città assediate e bombardate.

Piemonte, Fregolent (Iv): 120 milioni di euro per le strade provinciali 

“Stanziati 120 milioni di euro per la manutenzione delle strade provinciali del Piemonte: le risorse interesseranno tutti i territori della Regione e verranno assegnati in 8 anni, dal 2022 al 2029”: è quanto dichiara Silvia Fregolent, capogruppo Iv in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Finalmente, dopo la riforma delle Province, vengono destinati dal governo finanziamenti adeguati per garantire la viabilità e la sicurezza delle strade di competenza provinciale”: conclude Silvia Fregolent.