politica- Pagina 20

Pentenero (Pd): La maggioranza guardi alle proposte dell’opposizione 

Stop ai lavori in consiglio regionale?

17 marzo 2025 – “I lavori del Consiglio Regionale sono in stallo perché la maggioranza, e non le opposizioni,  è a corto di argomenti. È il sintomo di una mancanza di progettualità che denunciamo da anni e della difficoltà di fare sintesi: siamo di fronte al governo degli annunci e delle veline, in cui soluzioni, atti e azioni concrete per il Piemonte e per i piemontesi passano in secondo piano” afferma il segretario del PD del Piemonte e consigliere regionale, Domenico Rossi

“Per superare lo stallo, basterebbe guardare ai provvedimenti proposti dall’opposizione. Soltanto il Partito Democratico da inizio legislatura ha presentato 38 Progetti di Legge che attendono di essere portati all’attenzione del consiglio. Sono tanti gli argomenti su cui già da domani possiamo andare in aula: il Pdl sugli insediamenti logistici a rilevanza sovracomunale; il contrasto alla violenza economica sulle donne che subiscono violenza di genere; l’installazione di impianti a fonti rinnovabili sulle aree agricole di elevato interesse agronomico; la promozione e il sostegno delle Comunità energetiche rinnovabili; l’istituzione della giornata regionale della libertà di coscienza, di religione e di pensiero; la proposta sugli Hikikomori. O ancora cominciare l’iter per la proposta sulla disciplina dell’attività di lobby e sulla partecipazione alle politiche regionali. Ma tante altre sono le proposte di colleghe e colleghi” aggiunge Rossi.

“Ci domandiamo perché, se davvero esiste tutta questa continuità di governo e se i provvedimenti erano praticamente pronti, sono mesi che la maggioranza e la giunta Cirio non presentano nulla in Consiglio regionale?” dichiara la capogruppo PD a palazzo Lascaris, Gianna Pentenero

“Durante la campagna elettorale, il presidente Cirio aveva fatto tante promesse, assicurando che interventi fondamentali come la legge urbanistica e il piano sanitario fossero già pronti. Però oggi questi provvedimenti non si vedono neanche in bozza e senza una spiegazione seria ai cittadini piemontesi” incalza la rappresentate Dem.

“L’attività del Consiglio regionale ormai va avanti tra ritardi, disorganizzazione e mancanza di efficienza. Non si riesce nemmeno a rispettare la programmazione trimestrale dei lavori, in cui sono previsti anche progetti di legge delle minoranze, e il confronto democratico viene costantemente evitato. La maggioranza sembra proprio impegnata a svuotare di contenuto i lavori dell’aula, cercando di limitare al minimo ogni possibilità di dibattito. Ne è un esempio il tema dello jus scholae, dove è intervenuto direttamente il presidente Cirio per non lasciare spazio ai consiglieri di maggioranza. Forse non tutti la pensavano come lui stesso aveva dichiarato sui giornali?” aggiunge la rappresentante Dem.

“Ancora peggio va nelle commissioni. Vengono convocate spesso inutilmente – conclude Pentenero – visto che i consiglieri della maggioranza sono assenti e fanno così mancare il numero legale. Risultato: i lavori si bloccano e non si riesce ad approfondire temi cruciali per il Piemonte”.

Scanderebech (FI): “Villa Genero, la realtà è un’altra”

Dopo il taglio del nastro avvenuto lo scorso venerdì a Villa Genero alla presenza di Sindaco e Assessore, l’Amministrazione comunale ha celebrato con grande enfasi la conclusione dei lavori di riqualificazione del parco, presentandoli come un importante intervento di restauro e valorizzazione.

Tuttavia, recandomi personalmente in loco a seguito di segnalazioni di diversi cittadini, ho potuto constatare che la realtà è ben diversa da quella narrata durante l’inaugurazione. Nonostante il ripristino del muro pericolante e la riapertura di una piccola porzione del parco, Villa Genero versa ancora in uno stato manutentivo precario e lontano dall’essere realmente riqualificata.

Tronchi d’albero abbandonati, cestini divelti, tombini ostruiti, statue imbrattate e danneggiate, porfidi dissestati, pali metallici lasciati nel parco, muretti ceduti e un tempietto storico ancora murato e pericolante sono solo alcune delle problematiche irrisolte che dimostrano come questo intervento sia stato più una trovata propagandistica che una vera riqualificazione.

Per questo motivo, ho depositato un’interpellanza in Consiglio Comunale per chiedere conto all’Amministrazione di quali siano i veri piani per il recupero e la valorizzazione di Villa Genero. Non è accettabile che un’area dal potenziale straordinario venga lasciata in queste condizioni e che i cittadini vengano illusi con inaugurazioni prive di contenuto reale.

Chiedo dunque all’Amministrazione di intervenire concretamente per restituire dignità a Villa Genero, prevedendo un piano di manutenzione serio e l’inserimento del parco nei circuiti turistici della città, affinché possa davvero diventare un fiore all’occhiello di Torino e non restare l’ennesimo esempio di incuria.

Federica Scanderebech
Consigliere comunale di Torino

Torino in piazza per l’Europa

Nonostante una pioggia battente anche Torino è scesa in piazza a favore dell’Europa, realizzando una manifestazione che – a parte quella di Roma – è stata una delle più incisive e riuscite d’Italia. 

L’iniziativa è stata presa da un Comitato di cittadini volenterosi che tramite la portavoce, Rori Sforza, ha affermato che è giunto il momento in cui tutti i cittadini consapevoli devono fare la propria parte.  La richiesta rivolta agli organi di comunicazione, e ai  politici e alle istituzioni è stata chiara: “costruire gli Stati Uniti d’Europa per una Europa unita e federale” e, per intanto, sostenere tutte le iniziative dei Paesi e del Parlamento Europeo volte a creare la massima coesione fra gli Stati Europei in tutti i campi, a partire da quello della difesa comune. 

Insieme a tante cittadine e cittadini – tra cui molti giovani – sono stati presenti in piazza e sono intervenuti anche rappresentanti di partiti politici e istituzioni. Tra questi l’ex presidente della regione e parlamentare Europea Mercedes Bresso, con un forte intervento europeista e in sintonia con le posizioni pro – Ursula von der Leyen  del Partito socialista Europeo. In sintonia il segretario cittadino del P.D. Marcello Manzù, rafforzate da Andrea Turi di Più Europa e di Cristina Peddis di Azione che insieme hanno ribadito che la resistenza Ucraina e la libertà e l’indipendenza Ucraina sono quelle della stessa Europa, che altrimenti vedrebbe premiato il feroce neo imperialismo Russo di Putin e la spregiudicatezza e il cinismo di  Trump, con buona pace di un certo tipo di “pacifisti” alla Conte e alla Salvini.

Sempre sulla necessità di un Europa unita, ormai quasi unico faro di rispetto dei diritti umani e civili, della solidarietà e del progresso sociale e delle libertà fondamentali dovute ad ogni persona, è intervenuto Giampiero Leo, vice presidente del Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte e portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”.  Leo ha anche voluto ricordare, a fianco del profetico Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, il sogno europeo di De Gasperi, Schumann e Adenaurer, nel quale era compresa anche la costituzione della C.E.D. (Comunità europea di difesa).

Visione europeista solidale, umanitaria, ma altresì sostenitrice del diritto internazionale – così violentemente stracciato da Putin con l’invasione della Ucraina  – così ben interpretata e difesa dal grande Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Proprio con un lungo e caloroso applauso di stima e solidarietà a Sergio Mattarella sollecitato dalla Consigliera Regionale di Stati Uniti d’Europa, Vittoria Nallo, si è concluso l’happening con il desiderio e l’impegno di ritrovarsi presto a continuare questo lavoro.

L’art. 18 di Donat-Cattin e lo Statuto che servirebbe oggi

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Uno degli elementi portanti e costitutivi dello storico “Statuto dei lavoratori” varato nel maggio del
1970 non fu soltanto aver portato “La Costituzione nelle fabbriche”, come disse nel dibattito alla
Camera il “Ministro dei lavoratori” dell’epoca, Carlo Donat-Cattin. Ci fu un altro elemento che
qualificò quella legge che ha segnato in modo indelebile e profondo la legislazione democratica e
riformista sul lavoro nel nostro paese. E quel tassello fu l’introduzione, appunto, dell’art. 18 che
impediva, di fatto, il licenziamento dei lavoratori nelle aziende che avevano oltre 15 dipendenti.
Norma che fu ritoccata pesantemente prima dalla riforma Fornero e poi da quella varata da Renzi
con il jobs act riducendolo ad un semplice indennizzo.

Ora, è di tutta evidenza che nessuno vive di nostalgia o di solo rimpianto. Certo, l’azione e
l’iniziativa politica e di governo di Donat-Cattin, leader della sinistra sociale della Dc, non hanno
più avuto eguali nella storia democratica del nostro paese. Seppur nel rispetto di tutti i Ministri del
Lavoro che si sono succeduti quella riforma ha segnato la legislazione del mondo del lavoro, la
condizione concreta dei lavoratori e anche, e soprattutto, le relazioni tra le parti sociali. Una
riforma che, al di là del trascorrere inesorabile del tempo, continua ad essere una bussola di
riferimento per chi crede che i principi costituzionali debbano trovare una seria ed organica
cittadinanza nei luoghi di lavoro. In tutti i luoghi di lavoro. Al di là e al di fuori dell’art. 18 che il
capo della cosiddetta “rivolta sociale”, ovvero il segretario generale della Cgil Landini, vorrebbe
ripristinare. Posizioni, come quella di Landini, che sono comunque lontane anni luce rispetto
all’approccio riformista e democratico di uomini e statisti statisti come Donat-Cattin. Pur nella
radicale diversità dei rispettivi contesti politici, culturali e sociali.

Ma, al di là di queste considerazioni e del dibattito un po’ surreale sull’art.18 – al centro,
comunque sia, della prossima consultazione referendaria – quello su cui sarebbe necessario
avviare una riflessione seria ed argomentata è la necessità di riscrivere un nuovo “Statuto dei
lavoratori”. Partendo, come ovvio e scontato, proprio dallo Statuto varato nel 1970 che conserva
una straordinaria modernità anche nell’attuale contesto del mondo del lavoro seppur ad oltre 50
anni dall’approvazione di quello storico documento. Ma per potere centrare quell’obiettivo sono
necessarie due condizioni di fondo. Da un lato una precisa volontà politica del Ministro del Lavoro
e dell’intero Governo e, dall’altro, un’azione del sindacato che sia ispirata ad un vero ed autentico
riformismo. Cioè l’esatto opposto di quello che pratica oggi lo storico sindacato rosso, ovvero la
Cgil. Solo attraverso un riaggiornamento e una rivisitazione, partendo però dai pilastri essenziali
dello Statuto votato nel 1970, sarà possibile far decollare una nuova legislazione che deve fare i
conti con le condizioni dei lavoratori da un lato e la dinamica dei nuovi lavori dall’altro. Senza
accampare le ormai stucchevoli pregiudiziali ideologiche e politiche della Cgil o la solita strategia
dell’opposizione del “tanto peggio tanto meglio” cara, purtroppo, a molti settori della sinistra
contemporanea

Gestione rifiuti, incontro della lista civica La Piazza

Nelle ultime settimane si è ripreso a parlare di inceneritore. Martedì 18/3 ci confronteremo sul tema della gestione dei rifiuti a Torino, con l’aiuto della Consulta Ambiente e Verde della Città di Torino e dell’associazione RifiutiZero Piemonte

LISTA CIVICA LA PIAZZA

#InPiazzaConNoi

Rifondazione Comunista a fianco del Comitato del Meisino

Riceviamo e pubblichiamo
Lunedì 17 marzo, alle ore 18:00, al Campus ci sarà la conferenza stampa del comitato  “Salviamo il Meisino”, dopo che 39 persone hanno ricevuto un avviso di garanzia per le mobilitazioni in difesa di questa riserva naturale, Zona di protezione Speciale e Rifugio di Avifauna, contro la costruzione di un Centro per l’educazione sportiva e ambientale.

I lavori sono finanziati con soldi PNRR, ed è anche per le scadenze di progetto imposte, che gli assessori Tresso e il plurindagato Mazzoleni, dopo una primafinta apertura con un’assemblea pubblica, continuano a rifiutare il confronto con la realtà di movimenti, associazioni e normali cittadini/e che si oppone ai lavori

Gli ambientalisti non sono criminali, non sono insurrezionalisti o neo BR, sono persone tra i 23 e i 79 anni, studenti, lavoratori e lavoratrici, pensionati/e, spesso alla prima vera esperienza di attivismo, che fanno resistenza pacifica, presidiando i lavori e facendo monitoraggio civico e opera di denuncia. Gli attivisti chiedevano uno stop dei lavori fino all’udienza del ricorso, prevista il 18 marzo, e invece le ruspe hanno distrutto il boschetto vicino alla tettoia del Meisino.

Rifondazione Comunista sarà presente alla Conferenza Stampa del 17 marzo per manifestare la più ampia solidarietà ai 39 indagati, al comitato “Salviamo il Meisino”,  e ai cittadini e cittadine tutti che da più di 2 anni stanno praticando una resistenza pacifica contro la devastazione del parco del Meisino, colpiti, come dicono loro stessi “per non esser stati indifferenti di fronte alla devastazione di uno dei parchi di maggior valore naturalistico della città”
Rifondazione Comunista è contro la criminalizzazione del dissenso e contro il DL1660 che promette sicurezza ma in realtà riduce gli spazi di partecipazione, trasforma il dissenso, anche pacifista, in una forma di violenza privata verso il pubblico, introduce nuovi reati e nuove pene ed aumenta a dismisura il potere degli apparati. Invece dei diritti uno stato di polizia
Torino, 16 marzo 2025

Ufficio stampa Rifondazione Comunista Torino

Anche a Torino in piazza per l’Europa

Esponenti di partiti politici, associazioni e cittadini hanno preso parte alla manifestazione torinese  per l’Europa svoltasi ieri in piazza Carignano, in concomitanza con l’evento di Roma in piazza del Popolo promosso da Michele Serra e Repubblica. Numerose le bandiere europee e qualcuna della pace e  dell’Ucraina presenti sotto la pioggia.

Anche Europa Radicale ha partecipato alla manifestazione: “Torino si distingue per fortuna dalla manifestazione romana di oggi lanciata sull’onda della proposta di Michele Serra, che ha avuto una pessima metamorfosi – spiegano Giulio Manfredi e Graziella Miraudo di Europa Radicale – Tutto serve in questo periodo tranne che essere ambigui. Noi radicali e federalisti europei, da sempre, stiamo con la democrazia, l’Europa, lo stato di diritto, e contrastiamo in ogni modo gli imperialismi criminali di Putin”. Un evento analogo si è tenuto anche a Cuneo.

Daniela Ruffino alla guida di Azione Piemonte

Azione Piemonte, dal congresso i nuovi vertici regionali del partito
Si è svolto oggi a Rivoli il primo congresso di Azione che ha visto l’elezione a segretario regionale di Daniela Ruffino, già commissaria e attuale deputata del partito guidato da Carlo Calenda.
Ruffino è stata eletta all’unanimità come Giovanni Barosini, che ha assunto la carica di presidente.
Vicepresidente regionale è il biellese Lorenzo Alaimo, mentre i vicesegretari regionali sono il vicesindaco di Alessandria, Fabrizio Finocchi e il segretario provinciale di Azione a Cuneo, Giacomo Prandi. L’assemblea votata quest’oggi è composta da 116 iscritti.
Daniela Ruffino ha affidato le prime deleghe: Maria Gabriella Canelli alla comunicazione e al coordinamento dei tavoli tematici; Claudia De Cicco all’ ambiente e nucleare; Giovanni De Luigi alla sanità e pari opportunità mentre
Stefano Giuliano sarà il nuovo coordinatore regionale Under 30.
Seguendo l’obiettivo nazionale, ovvero quello di mettere fine al bipolarismo gladiatorio e muscolare, Azione in Piemonte rafforzerà il legame con i territori e manterrà vivo il dialogo con i cittadini perché, come ha sottolineato la neo segretaria Ruffino “è a loro che dobbiamo le risposte, attenzione e soluzioni ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana”.