Nel frastuono del dibattito sulla scissione o meno del Pd, sabato prossimo a Roma decolla una proposta. Che non e’ una semplice provocazione o l’ennesimo posizionamento tattico a cui siamo ormai abituati quando parliamo delle correnti, o delle bande, che costellano l’arcipelago del Pd. Una proposta e un progetto che Gianni Cuperlo ha gia’ illustrato nei giorni in una doppia intervista all’Unita’ e alla Stampa. Certo, parlare di “sinistra sociale” nel Pd attuale appare, lo riconosco, un po’ inusuale. Ma di fronte alla crescenti disuguaglianze sociali, alla crescente poverta’ delle famiglie italiane, all’aumento esponenziale e progressivo della disoccupazione giovanile e non solo, alla sempre piu’ insopportabile precarizzazione dei rapporti di lavoro e all’attenuarsi della stessa cultura dei diritti, forse e’ opportuno che faccia capolino nel Pd, cioe’ in un partito di centro sinistra, proprio una “sinistra sociale”. Del resto, noi sappiamo che proprio la storia, l’esperienza, il progetto politico e la testimonianza della sinistra sociale ha accompagnato la storia della democrazia italiana. Un patrimonio, questo, che ha caratterizzato il filone del cattolicesimo sociale come quello del socialismo e della sinistra democratica. E proprio queste 3 grandi tradizioni del passato, che difficilmente si possono archiviare o cancellare sull’altare di un dubbio ed anacronistico nuovismo, forse si rende necessario riprenderle anche e soprattutto nella stagione contemporanea. Certo, senza alcuna regressione nostalgica ma con la consapevolezza che la politica riformista, progressista e di sinistra non possono prescindere radicalmente dalle proprie radici culturali ed ideali. Infine, una rinnovata sinistra sociale e culturale puo’ essere utile, e forse indispensabile, anche per garantire e conservare la natura e il profilo originari dello stesso Partito democratico. Ovvero, una sinistra sociale con vocazione e proiezione politica – che non sia solo denuncia, protesta e testimonianza perche’ altrimenti sarebbe semplicemente marginale e poco incisiva – che sappia qualificare l’intero progetto politico del Pd. E con Gianni Cuperlo e molti altri esponenti nazionali e locali che si riconoscono in questo patrimonio culturale si lancia una sfida che puo’ essere vincente. Almeno per tracciare una “buona politica” e per rafforzare la qualita’ del messaggio del centro sinistra e del riformismo democratico nel nostro paese.
Giorgio Merlo