libri- Pagina 61

L’isola del libro: Speciale Windsor / 2. Oltre Elisabetta II

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

In attesa che i royal watcher diano alle stampe libri aggiornatissimi in cui analizzano la situazione dopo la triste dipartita della regina Elisabetta II, possiamo intanto leggere alcuni testi che hanno ben individuato le dinamiche in atto da tempo all’interno della casa reale britannica. Libri in cui esperti di alto livello disegnano le personalità dei principali protagonisti presenti e futuri, tutti importanti, anche se in modi diversi, per il delinearsi del nuovo corso.

Vittorio Sabadin “La guerra dei Windsor” -Utet- euro 18,00
Questo libro ci aiuta a riflettere sui giovani royal inglesi e i loro complicati rapporti. Si focalizza su William e Kate, Harry e Meghan, che, a seconda delle loro scelte e dei loro comportamenti, sono l’ago della bilancia da valutare per il futuro della monarchia britannica.
Una monarchia millenaria corre il rischio di sfaldarsi e perdere smalto perché a picconarla c’è Meghan Markle, l’ambiziosa e tenace attrice americana che ha preso all’amo Harry. E’ l’ultima entrata nella famiglia reale ed è stata accolta con grande favore; eppure ha deciso di andarsene a vivere con il suo principe e i loro figli lontano dalla brumosa Inghilterra, per planare nella calda e soleggiata California e condurre una dorata vita da super vip.
In queste pagine Sabadin ripercorre la storia più recente della famiglia reale e i particolari della Megxit dopo il 9 marzo 2020, data che ha segnato l’ultimo appuntamento ufficiale dei duchi di Sussex al fianco della regina Elisabetta II. Poi anche la deflagrazione delle accuse lanciate dai “fuggiaschi”.
Di tutt’altra pasta è invece fatta Kate, la futura regina, moglie dell’erede al trono William.
Sabadin ci racconta la sua vita, il suo eccellere negli studi e negli sport, la sua capacità di stringere solide amicizie e la costante pazienza decennale al fianco di William fin dai tempi dell’università. Una giovane splendida donna che riga dritto ed esegue diligentemente quello che le si dice di fare. Mai un passo falso o una parola di troppo, sempre perfetta; come moglie del futuro re della monarchia più in vista, come madre affettuosa e attenta dei suoi tre bambini e magnifica tanto da non sembrare nemmeno vera. Invece lei è così, e totalmente diversa dalla cognata Meghan Markle. Laddove la divorziata americana che ha stregato il cadetto Harry è stata una mina che ha fatto esplodere i rapporti nella famiglia reale, Kate è sempre stata la donna saggia che finché ha potuto ha cercato di tenere uniti i fratelli.
Pagine poco benevole invece tracciano la figura di Meghan Markle, grande manipolatrice che ha orchestrato l’incontro con l’uomo famoso e ricco da accalappiare. Pare ci sia riuscita fin troppo bene, dimostrandosi capricciosa e pretenziosa. Si dice che ambisca diventare la donna più famosa del pianeta e per realizzare la sua sete di notorietà pare sia disposta a tutto, come i fatti fino ad ora hanno dimostrato.
Quasi si prova pena per l’Harry fragile, debole, che appare totalmente stregato e succube della moglie che se lo trascina dove vuole: anche lontano dalla nonna che lo aveva sempre amato moltissimo e dal fratello che l’aveva sempre protetto.
Subito dopo essere stata impalmata l’attrice ha iniziato a bistrattare e licenziare i collaboratori, primo fra tutti “il braccio destro di Harry”; insomma ha fatto il vuoto intorno per meglio controllare la situazione. Emerge a tinte forti una Meghan con la quale è impossibile andare d’accordo. Commediante capace di piangere a comando, perché in fondo la sua vita sembra il film che si è costruita su misura per il suo esorbitante ego. E i vari aneddoti raccolti nel libro ce lo raccontano in modo convincente, comprese le continue offese nei confronti della regina Elisabetta….cosa inaudita..

Antonio Caprarica “William & Harry” -Sperling & Kupfer- euro 19,90
Il giornalista, scrittore ed ex corrispondente Rai da Londra, Antonio Caprarica, in questo libro ci racconta i come e i perché della frattura avvenuta tra i fratelli William ed Harry, l’eredità più preziosa lasciata da Lady D. che li amava sopra ogni altra cosa. In parte la tenuta della monarchia britannica si basava anche sulla prospettiva di William sul trono e al suo fianco il fratello Harry; amatissimi dagli inglesi che non dimenticano il loro contegnoso sfilare a capo chino dietro la bara della madre. Una prova titanica per un 15enne e un 13enne rimasti improvvisamente orfani di colei che maggiormente li copriva di affetto.
Erano legatissimi e inseparabili, anche se il primo -destinato al trono- aveva ricevuto un’educazione finalizzata al suo futuro ruolo di regnante; mentre il secondogenito era un po’ quello di riserva, ma godeva anche di maggiore libertà.
William, che da bambino era incontenibile, poi è maturato diventando un giovane responsabile, bravissimo negli studi e negli sport, con uno stuolo di fidati amici e compagni di studi. I tè settimanali con la nonna regina servivano a fare scuola e riversavano sul ragazzo l’esperienza e i consigli preziosi della monarca più amata sulla terra. Harry era il più fragile, particolarmente legato a lady Diana, ed è quello che probabilmente è stato maggiormente segnato dalla sua tragica precoce morte. E’ cresciuto con quel dolore che più volte ha contribuito a portarlo fuori carreggiata con bravate discutibili. William l’ha sempre difeso e protetto, e anche Kate è stata meravigliosa con quel fratello acquisito.
Tra le cause della fine dell’idillio ci sono più fattori. Carlo è stato un ottimo padre, ma i molteplici impegni insiti nel suo ruolo di erede al trono probabilmente non gli hanno permesso di svolgere a tutto tondo il ruolo genitoriale. Ha fatto quello che ha potuto e non deve essere stato facile nemmeno per lui.
Harry probabilmente si è sentito meno importante del fratello maggiore e qualche lacuna è sicuramente rimasta non colmata.Il resto l’ha fatto il ciclone Meghan che, se da un lato ha imbrigliato le sue energie peggiori, dall’altro sembra averlo dominato completamente. L’equilibrio esistente tra i fratelli e Kate è stato letteralmente spazzato via dalla new entry americana, con la quale è stato impossibile portare avanti la bella idea dei “fab four” alleati nel perorare cause umanitarie.
Harry ha avvallato le accuse che l’attrice ha gridato ai quattro venti contro la sovrana e l’istituto della monarchia, dimenticando che la nonna era amica di Nelson Mandela e razzista non è mai stata. Probabilmente parte del livore del principe però affonda nel suo passato in casa Windsor e insieme alla moglie ha pensato male di sfogarsi in pubblico. E nello strappo della Megxit anche lui ci ha messo del suo.La frattura con il fratello -che riveste un ruolo strategico nella casa reale- sembra sempre più ampia, come hanno dimostrato le ultime comparsate dei duchi di Sussex; che dopo aver deciso di staccarsi dalla famiglia sembrano finiti nelle retrovie degli eventi pubblici ai quali non hanno potuto evitare di partecipare.
I tentativi di riconciliazione sono stati fatti in occasione del funerale di Filippo di Edimburgo, nonostante l’inopportuna intervista rilasciata da Harry e Meghan a Oprah Winfrey in concomitanza con gli ultimi giorni di vita del nonno. Kate aveva tentato di far riavvicinare i fratelli, ma l’impresa è miseramente fallita. Peggio ancora è andata per il Giubileo di Platino del regno di Elisabetta, per non parlare della distanza dei fratelli ai funerali della sovrana.
Nelle pagine di Caprarica c’è la puntuale ricostruzione della vita e dei rapporti tra i due fratelli, ma cosa accadrà in futuro non è ancora stato scritto. Ed ora si attende il libro di memorie di Harry che si preannuncia esplosivo.

Enrica Roddolo “Elisabetta & i segreti di Buckingham Palace” euro 16,00
Qui la giornalista ed esperta di reali ci conduce all’interno delle stanze e delle sale di Buckingham Palace che dal 1837 è il cuore della monarchia britannica e teatro di tantissime vite, vicende , segreti e retroscena dei Windsor.
L’autrice dedica il libro alla storica “Firm”, come è chiamato il team reale, e ripercorre non solo la storia della reggia più famosa al mondo, ma anche passi, pensieri dei tanti personaggi della vita di corte che tra quelle pareti si sono avvicendati facendo la storia.
Si parte dal famoso balcone al quale si affaccia da sempre la famiglia reale tra matrimoni, giubilei ed eventi pubblici importanti; poi si scivola nel salone dei banchetti ufficiali dove tutto è preparato con una precisione al millimetro; e così via entriamo in una stanza dopo l’altra.
Un tour accurato dentro il palazzo che è il luogo dove vengono accolti capi di Stato e celebrities giunte da ogni angolo del mondo, ammessi al cospetto dei sovrani che si sono passati la corona nel corso degli anni.

Ma è anche la “casa” della famiglia reale. E’ lì che si sono svolte le vite private dei sovrani; dai nonni e i genitori di Elisabetta a lei, con il consorte il duca di Edimburgo che rivestiva il ruolo di capo famiglia, l’unico autorizzato a dialogare con la regina da pari a pari.
Nel libro sono tanti gli aneddoti e i sipari che portano in scena momenti importanti per la famiglia reale, molti inediti, conditi da risvolti segreti di questo monumentale palazzo intriso di storia.

Eva Grippa “Kate” -DeAgostini- euro 17,00
La futura regina d’Inghilterra Kate Middleton ha compiuto 40 anni (splendidamente portati e all’apice della sua bellezza) il 9 gennaio 1922, Poco dopo è uscito in Italia questo libro della scrittrice, giornalista di Repubblica e Royal watcher Eva Grippa, dal sottotitolo “Luci e ombre della futura regina”.
Diciamo subito che Kate sembra perfetta per il ruolo che ricopre e le luci nel suo caso sono sfavillanti. Ombre invece apparentemente non ce ne sono. Comunque difficilmente emergerebbero dal momento che essendo lei un personaggio pubblico ha saputo proteggersi bene e non è mai venuta meno a una delle sue caratteristiche tra le più apprezzate dalla casa reale, ovvero la discrezione.
Sappiamo che è cresciuta in una famiglia borghese che ha fatto fortuna grazie all’ingegno della madre che ha saputo gestire alla perfezione anche i tre figli; educazione rigorosa, piena di amore e suggerimenti preziosi
(che Kate ha saputo ascoltare … e guarda dove l’hanno portata!), le scuole migliori e le frequentazioni giuste.
Sarà la prima regina inglese commoner e laureata. Sebbene nelle sue vene non scorra sangue blu, di fatto il blasone se lo è conquistato sul campo, con la serietà in tutto quello che fa. Si muove con stile innato ed eleganza ad ogni apparizione pubblica; strepitosa quella ai funerali della regina Elisabetta II, in cui tra occhi tristi, cappello e veletta, era più bella che mai, ed ha trasformato il lutto in elemento di incommensurabile classe e stile.
Il suo apprendistato è stato lungo, impegnativo e notevole, nulla le è stato regalato dalla Royal family.
Ha saputo aspettare ben 10 anni prima che William si decidesse a sposarla…e bene che ha fatto perché fin da subito Kate è stata al suo fianco nel modo giusto. Amorevole, fedele, intelligente e colta, madre di tre splendidi bambini che educa personalmente insieme al marito. Lei cresciuta in una famiglia doc è riuscita a creare lo stesso clima amorevole nel suo matrimonio, offrendo a William quell’unione familiare che non aveva mai avuto. Ha anche lenito la ferita della morte di Lady D, incarnando per il consorte un universo intero di affetto e solidità.
Responsabile e rispettosa, eccellente in tutto quello che ha fatto, grande sportiva e con interessi comuni con William, Kate è ligia al dovere; se prende un impegno lo svolge fino in fondo e pure in modo egregio.
Fin da subito si è stagliata come grande risorsa per la casa reale e la sua strada è in costante ascesa. In questo libro conosciamo meglio la sua storia e finiamo per amarla ancora di più.

Angela Kelly “The other side of the coin” -HarperCollins Publishers-
E’ un affascinante libro fotografico in cui la stilista di moda, sarta e modista britannica Angela Kelly ci conduce praticamente negli armadi della sovrana più iconica del mondo. La Kelly è stata assistente personale, consigliere e curatore della regina Elisabetta II dal 2002 fino alla sua recente morte. E’ lei che ogni giorno la vestiva e lo ha fatto anche il giorno della sua ultima apparizione, il 6 settembre quando nell’amato castello di Balmoral ha ricevuto la neo premier britannica Liz Truss.
Angela Kelly è stata anche una delle prime persone ad avvertire l’approssimarsi della fine della vita della regina perché da più di tre mesi viveva con lei, rivestendo il ruolo di confidente oltre che guardarobiera e stilista di Elisabetta. Deve essere stata anche colei che l’ha vestita per l’ultimo viaggio e su cosa aveva disposto al riguardo la regina mantiene il più stretto riserbo.
In questo libro c’è la testimonianza visiva di come la Kelly per circa 20 anni ha avuto un rapporto speciale e privilegiato con la sovrana, alla quale ha dedicato la sua vita consigliandole i leggendari abiti e cappelli colorati che rendevano Elisabetta unica in tutto e per tutto, quella sempre immediatamente visibile nella folla che accorreva a omaggiarla.
Ci si intenerisce a guardare le immagini in cui gli abiti color pastello della regina sono conservati negli armadi, divisi per colore e tonalità. Come aprire una piccola porta che ci permette di affacciarci sul privato della donna più famosa del pianeta, accanto alla quale la Kelly, oggi 64enne, è stata presenza costante, compagna nel noioso isolamento del lockdown, sempre un passo dietro e di supporto alla sua regina.

“Her Majesty. A photografic history 1926-today” -Taschen- euro 50,00
Altra testimonianza per immagini della vita di Elisabetta II, che racconta la lunga vita della sovrana, nata nel 1926, sposatasi nel 1947 ed incoronata nel 1953. Il prezioso volume racchiude splendide fotografie che hanno immortalato tanti momenti della vita privata e pubblica della sovrana. In un mix di bellezza, storia, glamour e cultura.
Ripercorriamo i viaggi di Stato in tutto il mondo, gli incontri e le strette di mano con i grandi della terra, con le celebrità che si sono inchinate di fronte a Elisabetta.
Poi tanti momenti di vita familiare e più privata, tutto da scoprire con un tuffo al cuore e rimpianto. Immagini che raccontano una vita assolutamente unica e irripetibile e attraverso i tanti fotogrammi che ricompongono l’affascinate percorso della Storia.

I libri più letti e commentati di settembre

Torniamo a occuparci dei libri più letti e commentati dai membri del gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri nel mese di settembre.

Al primo posto, trainato dalla notizia della morte della Regina d’Inghilterra, troviamo uno dei più recenti libri di Antonio Capranica, dedicato a Elisabetta II: Intramontabile Elisabetta.

Secondo posto per Tomas Nevinson, ultimo romanzo del grande scrittore Javier Marias, recentemente scomparso: a lungo si è fatto il suo nome come possibile vincitore del premio Nobel.

Ultimo gradino del podio per il romanzo di Olivia Ninotti Sembrava Un British Invece Era Un Merdish, del quale abbiamo parlato più volte, visto il successo che sta ottenendo: a causa del titolo irriverente, il libro ha sollevato vivaci polemiche e potete leggere la replica della scrittrice sul nostro sito.

Andar per libri… e non solo

Dal 29 settembre al 2 ottobre 2022 si terrà la XX edizione di Pisa Book Festival: articolato tra diversi luoghi (Arsenali Repubblicani, Museo delle Navi e Palazzo Blu) l’evento vedrà la partecipazione di autori, editori e librai. Tutte le informazioni sul sito della manifestazione.

Dal 7 al 9 ottobre 2022 si terrà Firenze Books, una tre giorni interamente dedicata ai libri, una grande libreria indipendente con presentazioni e laboratori; Info su firenzebooks.it

Incontri con gli autori

Questo mese abbiamo intervistato Alessandra Pritie Maria Barzaghi autrice de Le Verità Dei Figli Adottivi. Luci e ombre dell’adozione internazionale (Scatole parlanti, 2022) che affronta un tema interessante e delicato.

Marco Fuccello è l’autore de L’Ultimo Sguardo (Capponi, 2022), una storia d’amore in equilibrio precario e lo sforzo necessario a ricomporre un legame dopo una rottura.

Per questo mese è tutto, vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

I cinquant’anni de La donna della domenica

Cinquant’anni fa usciva nelle librerie, edito da Mondadori, “La donna della domenica”, il primo e il più popolare dei libri di Fruttero & Lucentini, che secondo gli esperti del genere va considerato il capostipite del “giallo italiano”.

Il romanzo è ambientato nella Torino degli anni Settanta, città che per cerri versi va considerata come la vera protagonista con tutte le sue luci e le ombre, descritta nei dettagli, resa reale in ogni sua piega, sintesi e rappresentazione della vita italiana di quegli anni. La trama è abbastanza nota. Nel suo pied-à-terre viene ucciso con un’arma del tutto originale l’architetto Garrone  un personaggio sordido che vive di espedienti e fa parte di una sorta di “teatrino privato” nel quale Anna Carla Dosio, la moglie di un ricco industriale, e Massimo Campi, giovane omosessuale della buona borghesia, deplorano i vizi, le ostentazioni e la volgarità dei loro conoscenti. Il commissario Santamaria si trova così a indagare tra l’ipocrisia, le assurde velleità e i chiacchiericci che animano il mondo della borghesia piemontese, tra professionisti dalla doppia vita, dame dell’alta società dal fascino snob, e industriali con pochi scrupoli. Pagina dopo pagina si scopre che la vera indagine non è tanto quella tesa a scovare il colpevole quanto il desiderio di svelare vizi e difetti di una società dove regna la doppiezza. Si passa così dalla noia di ricchi imprenditori, alla stanca relazione omosessuale che trascina avanti Massimo Campi, al disprezzo di quell’ambiente di parvenu per i meridionali immigrati e per i ceti più popolari che vivono nei quartieri della città della Fiat. Si intuisce così che Torino, in apparenza ordinata e precisa fino ad essere noiosa, nasconde un cuore malefico e folle. E sono gli stessi autori a far riflettere nel libro il commissario Santamaria, sostenendo come “altre città regalavano al primo venuto splendori e incantamenti, esaltanti proiezioni verso il passato o l’avvenire, febbrili pulsazioni, squisiti stimoli e diversivi; altre ancora offrivano riparo, consolazione, convivialità immediate. Ma per chi, come lui, preferiva vivere senza montarsi la testa, Torino, doveva riconoscerlo, era tagliata e squadrata su misura. A nessuno, qui, era consentito farsi illusioni: ci si ritrovava sempre, secondo la feroce immagine dei nativi, al pian dii babi, al livello di rospi”. Dal libro è stato tratto anche un celebre, omonimo film diretto da Luigi Comencini e sceneggiato da Age e Scarpelli nel 1975 con Marcello Mastroianni (Santamaria), Jacqueline Bisset (Anna Carla Dosio), Jean-Louis Trintignant (Massimo Campi), Lina Volonghi (Ines Tabusso), Claudio Gora (Garrone), Aldo Reggiani, Pino Caruso, Omero Antonutti.

Marco Travaglini

Il suo nome è Jasmine… ma tutti la chiamano Jaz

Un nuovo romanzo è  stato presentato ai Ronchiverdi di Torino, il primo di Giorgio Mortara

È stato presentato ai Ronchiverdi a Torino il primo romanzo di Giorgio Mortara, dal titolo  “Il suo nome è  Jasmine”… ma tutti la chiamano Jazz.

Giorgio Mortara, nato a Torino, vive e lavora quale allenatore di Triathlon presso il centro sportivo Ronchiverdi e ha già pubblicato opere di carattere sportivo, quali “Malato di sport” del 2011 e “Ti allenerai mica anche oggi” del 2012. Qui è  alla sua prima prova narrativa. L’amore può essere una trappola, ma al tempo stesso un sentimento appassionato. Protagonista è Riccardo, un medico di base rassegnato e intrigato dalla vita, che viene sconfitto nel momento in cui Claudia, la moglie, lo lascia per Luca, un avvocato mondano, brillante e sorridente.

Riccardo è  un soggetto poco sorridente che cura i suoi pazienti più  con le parole che con i farmaci. Si consola con la corsa e le cene con i suoi due amici di sempre. Poi giunge in studio Jasmine, che tutti chiamano Jazz.

L’amore tra Riccardo e Jazz scoppia fulmineo e istantaneo, quasi come un uragano dei sensi, che scoperchia passione e ardori, lasciando affiorare qualche corpo estraneo. Leggendo il romanzo ci si potrebbe chiedere se quell’amore così  profondo non nasconda un doppio fondo. Jazz appare sincera o è  forse parte di un progetto che potrebbe portare a fondo lo stesso Riccardo? Il dubbio diventa tormentoso, spasmodico e non consente all’amore di essere sufficiente, in assenza di una verità totale, assoluta, capace di cambiare la vita di tutti.

Il libro affascina per il suo incontro inaspettato, un grande amore e un grande dubbio, la lotta tra razionalità  e sentimento. Si tratta di una vita ordinaria che entra in una nuova dimensione.

Mara Martellotta 

“Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’‘800 tra miti e simboli”

Presentato nella Sala delle Feste di “Palazzo Madama”, il nuovo volume del giornalista e storico Paolo Possamai

Ai piedi dell’altopiano carsico, Trieste è la capitale mitteleuropea per eccellenza, magico punto d’incontro fra la cultura italiana, quella slava e quella tedesca. E’ la città di Svevo, di Saba e dell’irlandese Joyce (che qui visse per sedici anni e qui scrisse e pubblicò tutte le sue opere giovanili), città della Barcolana, “città della bora”, città “inventata” da Maria Teresa d’Austria che a metà Settecento volle farne il porto dell’Impero e città dai celeberrimi Caffè storici, primo fra tutti il “Caffè degli Specchi” (dove esordì come direttore d’orchestra Franz Lehar), nel suggestivo salotto della piazza Unità d’Italia, affacciata al Golfo con vista sul Castello di Miramare e incastonata in un anfiteatro di mirabili architetture, storia e atmosfere ancorate ai fasti dell’Impero Asburgico. Una storia, quella della “piccola Vienna sul mare” tutta legata ai traffici e ai commerci marittimi con l’Oriente. “Una storia rivendicata ogni dove, sui palazzi dei mercanti e delle pubbliche istituzioni, ma anche sui teatri e sugli alberghi con le facciate ricoperte da bassorilievi, i tetti abitati da centinaia e centinaia di statue, i portoni istoriati, i soffitti affrescati sempre con dèi e miti che richiamano all’identità laica, civile, imprenditoriale della città. Una fitta trama di simboli, metafore, allegorie, dalla mitologia con Mercurio (divinità del guadagno e del commercio e..dei ladri), Nettuno (dio dei mari e delle correnti), Ulisse, Giasone e Venere, fino al taglio dell’istmo di Suez”. A parlare è Paolo Possamai, giornalista e scrittore vicentino (una lunga importante carriera giornalistica e di scrittura storica alle spalle), ed oggi direttore di “Nordest Economia”, che nei giorni scorsi è stato ospitato in “Palazzo Madama” a Torino per la presentazione del suo ultimo libro, dedicato per l’appunto a Trieste (e al disvelamento di questa città tanto bella quanto “bizzarra”) dal titolo intrigante di “Nettuno e Mercurio. Il volto di Trieste nell’ ‘800 tra miti e simboli”, Marsilio Editore. L’appuntamento fa parte del ciclo “Monumenta Italiae. Quattro incontri per un patrimonio”, in collaborazione con l’“Associazione Amici della Biblioteca d’Arte dei Musei Civici di Torino – Fondazione Torino Musei”. Dalle pagine di Possamai emerge il volto urbano di una delle città tra le più affascinanti ed atipiche, raccontato per la prima volta attraverso una narrazione mitologica e fotografie inedite realizzate da Fabrizio Giraldi e Manuela Schirra, per spiegare uno degli episodi urbani più significativi del neoclassicismo in Europa. La prefazione è a cura dello storico dell’arte, Giuseppe Pavanello.

Dopo l’incontro con Paolo Possamai, i prossimi appuntamenti di “Monumenta Italiae”, in “Palazzo Madama”, si terranno lunedì 3 ottobre (ore 18) con Lisa Parola, storica dell’arte, autrice di “Giù i monumenti? Una questione aperta” edito da “Einaudi” e lunedì 10 ottobre (ore 18) con Renzo Villa e Giovanni Carlo Federico Villa, direttore di “Palazzo Madama” e docente presso le Università di Bergamo e Udine, autori di “Statue d’Italia. I. Storia della statuaria commemorativa pubblica dal Risorgimento alla Grande Guerra”, per “Silvana Editoriale”.

g.m.

Nelle foto:

–       Paolo Possamai

–       Cover libro

L’isola del libro: Speciale dedicato alla Regina Elisabetta II

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Sembrava davvero eterna la sovrana più longeva della storia, ed è con un senso di incredulità che si è appresa la sua morte a 96 anni, poco più di un anno dopo quella dell’amato consorte, il principe Filippo. Sono state scritte infinite pagine e andate in onda dirette e speciali che hanno annotato, indagato e sviscerato tutto il possibile su questa regina immensa che ha attraversato il Novecento ed affrontato ulteriori sfide nel Duemila. Settanta anni sul trono, nel corso dei quali si sono dati il cambio 14 presidenti americani, 15 primi ministri britannici, e anche sul soglio di San Pietro i Papi si sono avvicendati mentre lei è sempre stata lì; icona a livello mondiale.
Con la sua dipartita, si dice che rischi di finire un’era in cui la Corona Britannica è stata la Casa Reale per eccellenza, unica e irripetibile. Basti pensare che quando si dice Regina in automatico nella mente di tutti è lei che balza agli occhi e nella mente; l’intramontabile Elisabetta II entrata a pieno titolo nelle pagine della storia e nelle case di 5 generazioni (se non contiamo i bambini, che però hanno deposto i fiori per lei in tutto il regno).
Vogliamo sperare che la fine le sia giunta lieve, a passo rispettoso e clemente, e restiamo legati alla sua ultima immagine pubblica. Quando nell’amato Castello di Windsor, due giorni prima aveva incontrato la neo Premier dei Conservatori Liz Truss, e la sua mano tumefatta non era passata inosservata.
Eppure, anche se molto esile, pallida ma sorridente, abbiamo pensato che la fine non fosse poi così vicina.
Invece è accaduto e la commozione per la sua dipartita è dilagata a livello mondiale. Il suo funerale è stato di un’imponenza mai vista prima.
500 capi di stato e altri grandi della terra sono accorsi a Londra per renderle omaggio; tutti rigorosamente “blindati” per partecipare alla sontuosa cerimonia orchestrata alla perfezione, ripresa in diretta dalle principali televisioni del pianeta.
Dopo giorni in coda per poter salutare la loro sovrana, abbiamo visto i sudditi sfilare in commosso silenzio davanti al feretro, ed hanno reso perfettamente l’idea di quanto fosse amata dal suo popolo e non solo da quello.
Si è scatenata una travolgente ondata di commozione a livello globale. La folla oceanica a fare ali al passaggio del corteo funebre; tra rispettoso silenzio, ma anche applausi e lancio di fiori.
Uno strepitoso ed immenso omaggio -profondamente intriso di gratitudine e rispetto- ha accompagnato la regina nel suo spettacolare funerale fino a Windsor, dove ora riposa insieme al marito, ai genitori e alla sorella. Immagini di una coreografia suprema e di enorme portata emotiva, un evento storico senza precedenti

Su Elisabetta II e la sua complicata famiglia sono stati impressi fiumi di inchiostro, allora vediamo di ricordare alcuni titoli.

Antonio Caprarica “Elisabetta per sempre regina” -Sperling & Kupfer -euro 19,50
Ora che non c’è più, è emblematico questo titolo che la consegna all’immortalità e ne ricostruisce anche i passi meno conosciuti.
Caprarica- che la Regina l’ha incontrata ed è stato il primo giornalista salentino invitato a sedere alla sua tavola- ripercorre la vita di Elisabetta II, (Elizabeth Alexandra Mary). Da quando nacque il 21 aprile 1926 con un taglio cesareo, nella dimora dei nonni materni, dalla duchessa Elizabeth Bowes-Lyon (in seguito chiamata regina madre e morta alla veneranda età di 102 anni), al 17 di Bruton Street nel quartiere elegante e tranquillo di Mayfair. E non era affatto previsto che potesse diventare regina.
La storia ormai è nota a tutti. L’abdicazione dello zio re Edoardo VIII, che scelse l’amore per l’avventuriera Wallis Simpson, mise la corona sulla testa del padre di Elisabetta, il timido e balbuziente re Giorgio VI, che con senso del dovere e supportato dalla moglie, fu un ottimo re e fonte di ispirazione per la futura Queen. Da allora i passi della giovane sposa, madre e regnante che ha dedicato tutta la vita al servizio dei sudditi, è stata ripetuta ad infinitum.
La marcia in più del libro di Caprarica consiste nella sua abilità di farci capire che dietro i fatti per lo più noti si cela sempre la parte più intrigante, e lui ci aiuta proprio ad andare oltre le quinte. In queste scorrevoli ed accattivanti pagine scopriamo alcune cose inedite della sovrana e del mondo che le ruotava intorno.
I ritmi della sua giornata, che iniziava con la sveglia regolare alle 7,30, con la colazione servita su un vassoio d’argento, ed altre sue abitudini immutabili. L’amore incondizionato per la natura, i cavalli e i suoi cani; tutto impreziosito da aneddoti che ci proiettano più a fondo l’anima di questa donna strepitosa.
Senza anticipare le molteplici sorprese del libro, vale la pena leggerlo per capire meglio la vita di Elisabetta II, l’impegno, l’abilità di traghettare il Regno attraverso la storia e le sue dinamiche. Una regina che a testa alta ha sempre tenuto la barra dritta, anche quando i marosi della vita privata avrebbero potuto farla affondare.
A partire dall’attenzione che l’amato marito riservava alle belle donne – ma lei passava oltre e le definiva semplicemente “le amiche di Filippo”- perfettamente consapevole che la loro profondissima unione restava insindacabilmente inaffondabile.
Lui era la sua “roccia”, hanno trascorso insieme 73 anni. Ce la ricordiamo sola, a capo chino, mascherina nera sul volto, al funerale del principe Filippo di Edimburgo. Possiamo solo immaginare quanto deve essere stato difficile ritrovarsi ancora più sola, alle prese con il torbido sex affair del figlio Andrea, le mattane di Harry e Megan e le loro velenose interviste.
Leggendo questo libro riusciamo a capire meglio la forza interiore, la saggezza e la lungimiranza con cui questa donna e sovrana immensa ha saputo affrontare la vita.

Vittorio Sabadin “Elisabetta l’ultima regina” -Utet- euro 16,00
Il giornalista e scrittore Vittorio Sabadin è un altro esperto di reali e non per niente nei giorni successivi alla morte della regina è stato invitato a svariati programmi televisivi; per aiutarci a decodificare meglio Elisabetta II, la sua vita e il futuro su cui si affaccia suo figlio, ora re Carlo III.
In queste pagine documentatissime ripercorre l’incredibile vita di questa icona assolutamente unica, diventata sovrana ad appena 25 anni, alla prematura morte del padre re Giorgio VI, stroncato dalle 60 sigarette giornaliere e dal tumore a soli 56 anni. La notizia raggiunse Elisabetta in Kenya con il marito Filippo, mentre era in rappresentanza del sovrano bloccato dalla malattia. E per Elisabetta, da allora, niente è stato mai più spensierato come prima.
Sabadin ricostruisce magnificamente tutti i passi salienti della lunga vita della regina che tenne sempre tenacemente fede all’impegno preso pubblicamente: «Dichiaro di fronte a voi che l’intera mia vita, per lunga o corta che sia, sarà dedicata al vostro servizio….».
Nel libro ripercorriamo l’amore e il sodalizio con il bellissimo marito, “l’Unno” Filippo di Grecia, il rapporto con il figlio Carlo e la mina vagante Diana Spencer; in un susseguirsi di frame della sua vita pubblica e di quella più privata ed intima.
Dall’amore per il Royal Yacht Britannia su cui Elisabetta ha trascorso preziosi e rari momenti di riposo a quello per i cani corgi. Poi le relazioni con i capi di Stato del mondo, con i premier…..e tanto altro. Emerge in tutta la sua potenza la figura di una donna che ha concepito la regalità come servizio e senso del dovere.

Alberto Mattioli e Marco Ubezio “Elisabetta la regina infinita” -Garzanti- euro 16,00
Mattioli è un giornalista, Ubezio un avvocato con la passione per la monarchia inglese, i due hanno unito le forze e scritto con cognizione di causa questo libro che tralascia i gossip e va dritto alla sostanza. Gli autori partono dallo strazio che la sovrana deve aver provato nell’aprile dell’anno scorso quando ha
dato l’ultimo saluto all’uomo della sua vita. Il principe Filippo aveva predisposto minuziosamente tutti i passaggi che avrebbe voluto per il suo funerale, e lei li rispettati alla lettera. Ha accompagnato a testa china il marito nella cappella di San Giorgio; sul catafalco una semplice corona di fiori bianchi (scelti da lei personalmente) e il suo biglietto scritto con mano ferma, 3 semplici parole che contenevano tutto: «Your loving Lilibet».
Emerge da queste pagine la figura monumentale di Her Majesty: forte, decisa, saggia, dotata di uno humor, anche tagliente ma irresistibile, che è stata una cifra importante della sua vita e del suo modo di affrontare gli ostacoli. Perché Elisabetta II ha affascinato tutti, a tutte le latitudini del mondo e trasversale alle classi sociali?
Se ripercorriamo la storia, il suo regno è iniziato quando il paese era già in declino, sebbene ancora una grande potenza.
I suoi predecessori avevano regnato su un quarto delle terre emerse, il maggiore impero della storia. Il nonno e il padre avevano vinto 2 guerre, re Giorgio era Imperatore dell’India.
Il Commonwealth regge, ma solo 15 dei 53 stati che ne fanno parte la riconoscevano come loro Regina, e tra questi ci sono i due più importanti, Canada e Australia.
Ecco, gli autori si sono posti questa domanda e hanno trovato le risposte nella figura granitica della regina che non si è limitata a servire la corona. E’ stata elemento strategico per l’unione dei suoi sudditi, ha svolto egregiamente il suo compito ed ha incarnato la sovranità fino a farla coincidere con la sua persona. Sembra tristemente profetica la frase con cui Alberto Mattioli e Marco Ubezio si pongono il quesito: «….Elisabetta c’è sempre stata, anche se purtroppo non ci sarà sempre….la sovrana fedele a un giuramento che è coinciso con le sue più intime convinzioni, scenderà dal trono solo per trasferirsi nella tomba».
Immaginano che «…quando il giorno arriverà e ci renderà tutti tristissimi, Elisabetta se ne andrà con la coscienza pulita:….lei il suo dovere l’ha fatto al meglio delle sue possibilità»….

Andrew Morton “The Queen. Elisabetta 70 anni da regina” -Rizzoli- euro 20,00
Morton è uno dei più famosi biografi della Royal Family, nonché l’autore della discussa biografia “Diana. La sua vera storia” (1992) scritta sulla scorta delle tante confidenze della principessa, che gli svelò dettagli inediti della sua vita tormentata, tra regole di corte rigidissime e il matrimonio pessimamente assortito.
Da precisare che questa di Andrew Morton è una biografia della regina non autorizzata.
Una carrellata su 70 anni di regno in cui miscela racconti privati, confessioni ottenute da fonti vicine alla casa reale e da persone molto informate, aneddoti curiosi e inediti che tratteggiano un ritratto sorprendente della sovrana.
Tra i tanti punti cruciali della sua vita, i tempestosi divorzi dei figli, finiti sotto i riflettori dei media mondiali e che, secondo le confidenze di una persona vicina a Elisabetta, le avrebbero procurato un livello di stress molto più alto di quello che la sua aplomb lasciava immaginare.
Morton insiste sul fatto che lo sgretolamento dei matrimoni di Carlo e Andrea avrebbero messo a durissima prova il leggendario equilibrio di Sua Maestà.
E via via altri retroscena di altri momenti delicati del suo regno, primo fra tutti le reazioni alla morte di Diana. Tutto condito da particolari poco conosciuti….e magari da prendere con qualche cautela

 

Eva Grippa “Elisabetta e le altre” – DeAgostini- euro 17,00
Qui la prospettiva adottata dalla giornalista e royal watcher Eva Grippa è quella di ricostruire la figura della sovrana attraverso i suoi rapporti con 10 donne che hanno avuto un ruolo importante nella sua lunga vita.
Si parte dalla tata Marion Crawford, poi ripudiata perché avrebbe spifferato troppo di quello che accadeva nella famiglia reale.
C’è il legame con la regina madre, l’indomabile Queen Mother Elizabeth Bowes –Lyon, che amava mantenere uno stile di vita decisamente elevato e con un debole per il Martini (che sembra essere stato un elisir di lunga vita dal momento che è riuscita a spegnere 102 candeline).
Altro legame profondissimo quello con la sorella Margaret; bella, sensuale, assetata di vita e libertà. Sfortunata in amore e nei matrimoni, finita male e infelice.
Per Elisabetta è sempre stata la sorellina da proteggere. Inseparabili da bambine e unite da un affetto profondo anche quando la regina ha dovuto frenare Margaret. La sua infelicità per la contrastata storia d’amore con l’affascinante –ma già sposato- colonnello Peter Townsend, fu una delle prime questioni di cui la giovanissima regina dovette occuparsi.
Fortissimo il legame della sovrana con la figlia Anna; entrambe concrete, parsimoniose, con un incrollabile senso del dovere, amanti di cani e cavalli. Nel 1987 le ha conferito il prestigioso titolo di “principessa reale”, e da sempre lei ha rispettato un’agenda fittissima di impegni istituzionali e a favore di numerosi enti di beneficenza.
E’ sempre stata un enorme aiuto per Elisabetta che, nel 2002, quando perse la sorella e la madre, trovò prezioso conforto nella figlia e disse «Anna non è la persona giusta per offrire una spalla su cui piangere, ma è un perfetto braccio destro su cui appoggiarsi per procedere». E’ questa l’unica donna ammessa a seguire a piedi il al feretro di quella madre tanto amata.
Tra le altre donne che hanno intersecato il suo cammino, le nuore Diana Spencer e la vulcanica Sarah Ferguson, Camilla Parker Bowles, e le mogli dei nipoti, Kate Middleton e Meghan Markle, così diverse tra loro.

 

Cecil Beaton “The Royal Portraits” -Thames and Hudson-
Perché non chiudere questa carrellata con un libro fotografico di grande pregio, del grande Cecil Beaton (1904 – 1980); che fu molto più del fotografo di teste coronate, star hollywoodiane e personaggi illustri. Conquistò la fama anche come costumista, scenografo e arredatore.
Lavorò nel mondo della moda e dello spettacolo disegnando costumi per il cinema; sempre ad altissimo livello e al centro del glamour internazionale.
Il prezioso volume racchiude un tesoro di sue incantevoli 290 foto dei grandi protagonisti della corona inglese, di cui 20 a colori e 270 in bianco e nero.
Vi sono magnificamente immortalati donne e uomini dei Windsor, dalla regina madre a Elisabetta e Margaret, consegnate per sempre alla storia in questa immagini che le ritraggono giovani, splendide e con tutta la vita davanti. Rivedere Elisabetta in tutto lo splendore e il fasto della sua incoronazione non ha prezzo.

“Il cappello dell’Imperatore“ con il Pannunzio a Palazzo Cisterna

Lunedì 26 settembre alle ore 17,30 a Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria 12), Massimo Novelli, in dialogo con l’autrice, presenterà il libro di Anna Arisi Rota “Il cappello dell’Imperatore. Storia memoria e mito di Napoleone Bonaparte attraverso due secoli di culto dei suoi oggetti”, Donzelli Edizioni. Organizza il Centro “Pannunzio”.
Non occorre prenotazione.

Se la crescita urbana si fa paradosso

A Piossasco, nel giardino a tre gradoni di “Casa Lajolo”, Paolo Verri presenta il suo nuovo libro

Domenica 25 settembre, ore 17

Piossasco (Torino)

Torinese, classe ’66, Paolo Verri è innanzitutto “uomo di libri”. E oggi uno dei manager culturali più importanti d’Italia, impegnato da oltre vent’anni nello studio e nella progettazione di spazi urbani. Una “specializzazione” che, domenica prossima 25 settembre (ore 17) lo porterà – nell’ambito della terza edizione di “Bellezza tra le righe” , organizzata da “Fondazione Casa Lajolo” e “Fondazione Cosso”– a Piossasco, nel giardino di “Casa Lajolo” (dimora storica del Piemonte) proprio per disquisire su “Le città e il loro futuro, per una libertà ‘costruttiva’”. Occasione: la recente uscita del suo nuovo libro “Il paradosso urbano” edito da “Egea”.

“Crescita, crescita, crescita: che sia economica, tecnologica o demografica, l’importante – si legge – è che il futuro punti sempre al rialzo. Vale per gli individui e i loro desideri personali, per le imprese, per gli Stati. E, oggi più che mai, per le città. Eppure lo sviluppo – fondamentale per un’evoluzione degli ecosistemi cittadini – può anche innescare meccaniche insidiose, talvolta perfino distruttive. Soprattutto se risulta fine a sé stesso”. Di qui il “paradosso urbano” che dà il titolo al libro di Verri, in cui si raccontano le “metamorfosi emblematiche” di “Nove città in cerca di futuro”, capaci di sconfiggere crisi, creare strategie alternative e raggiungere risultati concreti per il benessere delle proprie comunità non attraverso perdenti competizioni, quanto piuttosto collaborando con tutti gli interlocutori in campo nella ricerca vincente di un reciproco scambio, di buoni progetti e buone informazioni. Barcellona, Torino, Pittsburgh, Lione, Milano, Istanbul, Tokyo, Wrocław, Matera: sono queste le città al centro di un viaggio che Verri ha compiuto di persona nelle vesti di “urban practitioner”. Alla luce della sua esperienza pluridecennale, quindi, l’autore “cerca di riflettere su come le città stiano diventando sempre di più i luoghi in cui si elaborerà il futuro del pianeta, in cui si sperimenteranno nuovi modelli sociali e tentativi di pace permanente, in cui si svilupperanno una ricerca di frontiera e insieme modelli di cooperazione culturale inediti”. Viaggi non privi di difficoltà, contraddizioni e paradossi, “ma in cui sarà fondamentale – si sottolinea – la capacità di dialogare, talvolta reinventarsi, perfino tornare sui propri passi e ricominciare da capo, alla ricerca di un delicato equilibrio tra crescita, valorizzazione della propria identità storico-culturale e il rispetto, se non rinnovamento, dei processi democratici”.

Paolo Verri è stato direttore del “Salone Internazionale del Libro di Torino” dal 1993 al 1997, oggi vanta un’esperienza pluriennale nell’ambito dello “sviluppo urbano”. Come “urban practitioner” ha diretto il Piano Strategico di Torino fino al 2006, i festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia nel 2011, gli eventi del Padiglione Italia di “Expo Milano 2015” e “Matera 2019 Capitale europea della cultura”. È consulente per numerose amministrazioni italiane e straniere in materia di progettazione culturale ed è docente di “Place attractiveness & Big events” allo “IULM” di Milano, nonché di “Organizzazione di grandi eventi” al “Master Comunicare lo Sport” dell’“Università Cattolica di Milano” e coordinatore del Diploma magistrale in “Transdisciplinary Design” allo “IED” di Milano.

Incontro con l’autore compreso nel biglietto d’ingresso: 8 Euro. Prenotazione obbligatoria: Casa Lajolo”, via San Vito 23, Piossasco (Torino); tel. 333/3270586 o info@casalajolo.it

g. m.

Nelle foto:

–       Paolo Verri

–       Cover libro

La visione del futuro di Giulio Cesare Rattazzi

“La biografia di Rattazzi ci consegna il profilo di una personalità che ha saputo interpretare, con grande rigore intellettuale e passione civile, la dimensione etica della politica, servizio al bene comune e alla promozione della dignità e dei diritti delle persone”.

Le parole di Rosy Bindi, già ministra e presidente della Commissione parlamentare Antimafia, riassumono così la poliedrica figura di Giulio Cesare Rattazzi, intellettuale verbanese di nascita  e torinese d’azione, storico preside del prestigioso istituto Avogadro, proposta ai lettori nel libro “Giulio Cesare Rattazzi. Uomo e politico del nostro tempo”, curato da Tiziano Pera e recentemente pubblicato dalla casa editrice verbanese Tararà con l’introduzione dell’ex ministra della sanità. Poco più di duecento pagine ricche di testimonianze, foto, ricordi che raccontano a dieci anni dalla scomparsa la parabola politica di un uomo colto, arguto, ironico e dotato di uno stile e di una eleganza che sono sempre più merce rara in questi tempi. Giulio Cesare Rattazzi, “Gege” per gli amici, era nato a Verbania il 22 agosto del 1936 e per quasi mezzo secolo è stato uno dei protagonisti più vivaci e interessanti, dal punto di vista culturale, della scena non solo locale (fu più volte vicesindaco e assessore nella sua città, oltre che promotore e dirigente di importanti realtà intercomunali) ma anche piemontese e nazionale. Dagli anni ’60 ( dopo la laurea in fisica all’ateneo torinese) dove ricoprì l’incarico di dirigente nazionale dei giovani democristiani fino all’esperienza maturata negli anni ’70 con il Movimento Politico dei Lavoratori di Livio labor, dagli anni della sinistra indipendente e del rapporto dialettico con il Pci fino all’ approdo convinto e entusiasta nell’Ulivo di Romano Prodi e successivamente nel Partito Democratico, Rattazzi visse  con la politica un rapporto intenso e appassionato, intendendola come strumento di cambiamento, di miglioramento della vita delle persone. Una politica dove i valori, la tensione, la passione, l’ ispirazione  hanno saputo intrecciare la battaglia per un futuro migliore con la condivisione del dolore, delle ansie, dei problemi della vita di tutti i giorni. Nelle testimonianze raccolte da Tiziano Pera emerge il profilo di un uomo che incarnava la sua idea di militanza politica con l’attività di amministratore. A Verbania prima, a Torino poi, Rattazzi fu protagonista in tanti organismi dove lasciò il segno di un impegno fortemente sostenuto da una visione etica della politica. Per molti anni nel Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte in rappresentanza dei Comuni piemontesi mentre negli anni ’70 e ’80 fu Segretario Regionale e membro della Segreteria Nazionale della Lega per le Autonomie Locali, nonché nell’Anci e nel Consiglio dei Comuni d’Europa. A Torino, dove si era trasferito, venne eletto in Consiglio comunale come indipendente nell’Ulivo nel 2006, e riconfermato alle amministrative del 2011 nelle liste del Partito Democratico, diventando Vicepresidente dell’organismo che si riunisce in Sala Rossa. Si occupò anche di comunicazione e televisione dai tempi della nascita dell’emittente Tele Vco 2000, del circuito “Cinque stelle” (il consorzio costituito da 28 tv locali) e del “Terzo polo” come segretario nazionale dell’Associazionismo tra Tv locali e Vicepresidente di un Circuito televisivo nazionale, pubblicando con la prefazione di Leopoldo Elia il volume ”L’Antenna Negata” sulle anomale vicende dell’assetto televisivo italiano. Dal 2001 al 2006 ricoprì l’incarico di vicepresidente del Corecom, il Comitato regionale piemontese delle comunicazioni. L’attenzione ai media, all’associazionismo, all’importanza delle relazioni culturali è documentata in ogni pagina di questo ritratto senza mai incorrere nel rischio dell’agiografia. La scuola fu l’altra, grande passione di “Gege” Rattazzi. Dagli esordi all’istituto Cobianchi di Verbania all’Avogadro di Torino, da professore e dirigente scolastico contribuì alla costruzione di una scuola moderna e pronta a tradurre in progetti concreti le aspettative dei giovani. Per un lunghissimo arco temporale, dal 1979 al 2006, svolgendo l’incarico di preside dell’ istituto torinese di corso San Maurizio, una delle scuole più prestigiose e storiche di tutto il paese, introdusse tra i primi in Italia la specializzazione di informatica, il liceo scientifico tecnologico nei corsi diurni, il progetto Sirio nei corsi serali per studenti lavoratori, contribuendo alla nascita degli istituti tecnici di Mirafiori “Primo Levi” e “Enzo Ferrari”. Rattazzi era molto amato dagli studenti e da dirigente appassionato e lungimirante, seppe dare alla scuola un ruolo nell’evoluzione sociale ed economica del paese con lo scopo di farne un luogo di preparazione civile alle responsabilità della democrazia. Nel racconto della sua vita che compone l’ossatura di “Giulio Cesare Rattazzi. Uomo e politico del nostro tempo” sono moltissimi gli episodi, gli spunti di riflessione, le intuizioni che costituiscono una ricca eredità da raccogliere, testimoniando la modernità e l’attualità del lascito culturale di quest’uomo “brillante e operoso”.

Marco Travaglini

“Biblioteche in Festa”

Il 24 e 25 settembre a Racconigi e Savigliano 

L’iniziativa, promossa da Le Terre dei Savoia e dal Progetto Cantoregi, prevede
incontri, convegni e spettacoli. Tra gli ospiti anche Davide Longo, Lella Costa e Giusi
Marchetta.
Due giorni dedicati al mondo della lettura e del sistema bibliotecario territoriale,
rivolti sia all’opinione pubblica generica, sia agli operatori del settore. Questa, in
breve, la filosofia della prima edizione di “Biblioteche in Festa” che il prossimo 24 e
25 settembre animerà l’offerta culturale di Racconigi e Savigliano. Un programma
ricco ed eterogeneo quello predisposto dalle Terre dei Savoia e dal Progetto
Cantoregi in collaborazione con tanti Enti e Fondazioni del territorio: dalla
presentazione di “Letture al Castello” al percorso “Iter in Hortis”, dall’incontro con
Davide Longo al reading teatrale di Lella Costa, dal convegno “Le biblioteche della
provincia di Cuneo si raccontano tra prospettive, progetti e speranze” alla lectio
magistralis di Giusi Marchetta. Una manifestazione che intende rimettere al centro
l’importanza della lettura e della condivisione delle buone pratiche bibliotecarie,
intrecciando momenti teatrali, convegnistici e letterari. A tutti i presenti, inoltre,
verrà rilasciato un apposito attestato di partecipazione per gli usi consentiti dalla
legge. Per ulteriori informazioni: info@leterredeisavoia.it ; 0172.86472.

Foto P. Dell’Aquila