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Nuova vita ai vecchi libri! Nasce a Torino la “Biblioteca condivisa e diffusa”

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Già aperti i primi spazi, insieme alle “buche delle lettere” dove lasciare pensieri scritti a mano

Giovedì 20 marzo, prima inaugurazione

I libri non si buttano. Mai! Neppure quando li hai letti (anche più volte) e ne hai le pareti piene. Del resto, Una stanza senza libri – scriveva già ai suoi tempi (l’attribuzione è incerta, ma assolutamente condivisibile) il grande Cicerone – è come un corpo senz’anima. E l’anima non si butta certo al macero. Ci mancherebbe! Si può offrire, quale segno di amicizia e d’amore. Quello sì. Così come i vecchi libri, cui proprio non riusciamo più a trovare un posto nelle nostre librerie. O semplicemente, anche in questo caso, come gesto di generosa amicizia verso il prossimo. Uno scambio. O un atto di solidarietà verso chi, forse, non può permettersi il pur semplice acquisto di un libro. Da queste considerazioni, nasce l’idea di una vera e propria “Biblioteca condivisa e diffusa”, nata “per salvare libri usati dall’abbandono e dal macero, dando loro una nuova vita libera, in spazi sociali e culturali accessibili ed inclusivi”. Intelligentemente “colpevoli” (si fa per dire!) della bella pensata, le cosiddette “Compagne di Banco”, alias Elena Forno (oggi occupata in “UniTO”, nel 2024 il suo primo libro “I motori della Rivoluzione” per “Buendia Books”) e Chiara Avidano (free lance in vari settori comunicativi, nel 2022 autrice della raccolta di poesie “Misto Archivio” per “Neos Edizioni”), che compagne di banco lo sono state veramente, al “Liceo classico Alfieri”, per poi ritrovarsi a scrivere un blog, da marzo 2024, e a promuovere incontri di “lettura silenziosa condivisa”, i “silent reading party” che spopolano in Europa, e momenti di presentazione e riflessione con scrittori, sempre entrambe fedeli all’obiettivo di “tenere il filo della realtà al di là della rete”. Il che vuol dire sfidare e sfidarsi con non poco coraggio, anche oltre i giochi della quotidiana realtà.

Di qui, per l’appunto, il progetto, per ritornare a bomba, della “Biblioteca condivisa e diffusa”.  Già pronte le prime due sedi. Il primo spazio si inaugura giovedì 20 marzo, alle 18,30, al “Villino Caprifoglio”, in viale Medaglie d’Oro 88, “bizzarra casetta del Valentino che pare uscita da una fiaba classica”, un tempo gestito dalle “Biblioteche civiche”, oggi rinato grazie alla presa in carico della struttura da parte di “Campo Base”, progetto sociale di “1Caffè Onlus”, fondato nel 2011 dall’attore torinese Luca Argentero e da Beniamino Savio (attuale presidente), pensato per erogare servizi agli enti del “Terzo Settore”.

Il secondo punto, in attesa di apertura, è invece nell’“ex scuola” di via Rubino 2, a Mirafiori Nord, che il Comune di Torino ha dato in concessione a “I buffoni di corte”, associazione che lavora con la disabilità cognitiva e coi giovani: attualmente l’edificio è oggetto di ristrutturazione e, appena sarà pronto, ospiterà un’altra costola della “Biblioteca”. La caccia è aperta anche per il reperimento di altre sedi sul territorio cittadino. “Entrambi questi luoghi – spiegano le ‘Compagne di Banco – offriranno uno spazio per i libri a disposizione di chi desidera leggerli, prenderli in prestito o tenerli, magari riportandone uno in cambio di quello presoIntorno ai libri, coordineremo anche incontri a tema per dare vita a momenti di comunità, legati dalla condivisione e dallo scambio. L’idea è uscire dal mondo digitale che assorbe e svuota, ritrovando spazi fatti di empatia e tempi lenti. E non è tutto.

In parallelo, infatti, Elena e Chiara lanciano anche il progetto “Le parole tra noi da salvare”, legato al recupero delle “cassette delle lettere”, ormai per “Poste Italiane” inutili reperti da rottamare (in tempi di abbandono dell’antica – così bella! – modalità di comunicare con carta e penna) e, invece, per le due fanciulle, poeticamente utilizzabili come “contenitori di pensieri e parole”. “Noi andiamo in controtendenza– precisano – e invitiamo le persone a prendere carta e penna e ridare senso al gesto dello scrivere, come momento intimo di cura verso la persona a cui si pensa ma anche verso sé stessi. Si dà spazio al pensiero che, dalla mente, passa alla mano e scende nelle lettere tracciate su carta. Quindi, è davvero parola pensata”.

Le “cassette delle lettere” saranno a disposizione dei torinesi in alcuni luoghi strategici: il Villino Caprifoglio” al parco del Valentino, la “Casa del quartiere Bagni pubblici” di via Agliè, l’“hub culturale” di via Baltea 3, la “nuova sede” dell’associazione culturale “I buffoni di corte” di via Rubino, la “Casa nel parco” di Mirafiori Sud. In questi luoghi, durante gli incontri aperti di lettura e scrittura organizzati da “Compagne di Banco”, ma anche nei momenti liberi (le cassette sono aperte e disponibili), “si potranno depositare i propri pensieri di carta, le proprie lettere mai spedite, le parole che si vogliono in qualche modo salvare e conservare”.

Infine, l’invito lanciato da Elena Forno e Chiara Avidano: quanti avessero libri da donare o spazi in grado di accogliere la “Biblioteca condivisa e diffusa” possono scrivere a info@compagnedibanco.it

Sempre sul sito www.compagnedibanco.it si possono anche consultare tutti gli appuntamenti del progetto finora programmati.

Gianni Milani

Nelle foto: Le “Compagne di Banco” e alcuni dei libri “salvati” e destinati alla “Biblioteca condivisa e diffusa”

Belgravia: presentazione di “Sussurri dall’anima” e “Incendi – poesie indocili”

 

Editi da Paola Caramella Editrice

La Libreria Belgravia e Paola Caramella Editrice promuovono un doppio appuntamento culturale giovedì 20 marzo, alle ore 18.30. Saranno presentati i libri “Sussurri dall’anima”, dell’autrice Ilenia Dell’Aquila, e “Incendi-poesie indocili”, del poeta Fabio Partemi. Gli autori dialogheranno con la giornalista Mara Martellotta e l’avvocato Alberto Cochis, già moderatori di una passata presentazione. Questo appuntamento fa parte dell’evento “Comunità attiva – la settimana della comunità educante”.

Il pubblico si confronterà con gli autori Ilenia dell’Aquila e Fabio Partemi, che presenteranno rispettivamente un romanzo e una silloge di poesie. L’importanza della parola è il fil rouge che unisce due opere sostanzialmente diverse, sorelle nella capacità di “creare mondo”, un pensiero che di riporta a “Le Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, fondamentale per creare il mondo che li circondava.

Nel romanzo di Ilenia Dell’Aquila, “Sussurri dall’anima”, si viene guidati nell’inconscio di Aura, la giovane fanciulla protagonista della vicenda, affetta da una malattia che le ha strappato violentemente la vita da adolescente.

Le poesie di Fabio Partemi, contenute nella silloge “Incendi – poesie indocili”, si immergono negli stati d’animo ricchi di vuoto, di assenze amorose e di estraneità dal mondo in cui si vive, e i versi paiono rappresentare la salvezza dell’uomo ancor prima di quella del poeta.

Gian Giacomo Della Porta

“Odissee Incompiute”. Alla “Luxemburg” di Torino, incontro con Lorenza Pieri

Per “A/R Andata e racconto”, concorso organizzato dal Salone del Libro e Gruppo FS Italiane

Sabato 15 marzo, ore 18

Il titolo è decisamente allettante. “Odissee incompiute”, come dire “raccontare di viaggi” o “di idee di viaggi” risolti o irrisolti. Compiuti o destinati ad acrobazie inconcludenti e senza fine. Viaggi di terra o di mare (“Odissee”) … o, meglio, della mente e dell’anima. Viaggi come visionaria sconfinata e sconfinante risposta all’abitudinarietà del quotidiano. A questo ci invita a pensare il titolo della “lectio magistralis” che la scrittrice Lorenza Pieri, romagnola d’origine ma cresciuta all’isola del Giglio, terrà il prossimo sabato 15 marzo, alle ore 18, presso la nuova Libreria “Luxemburg”, in via Cesare Battisti “Galleria Subalpina 11/D”, a Torino. L’incontro rientra negli appuntamenti pensati, sotto il claim di “Viaggiare con leggerezza”, per la terza edizione di “A/R Andata e racconto. Appunti di viaggio”, concorso letterario organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino e “Gruppo FS Italiane”, di cui la Pieri è fra gli otto (scrittori e scrittrici) membri di Giuria.

Ideato per stimolare la scrittura intorno al tema del “viaggio” che, sin dall’antichità e dal mito intramontabile di Ulisse, affascina l’essere umano, al concorso sono ammessi racconti inediti (con lunghezza compresa fra le 15mila e le 20mila battute , spazi inclusi) sottoposti al giudizio di una competente Giuria che selezionerà i tre “migliori” da premiare nell’ambito del “Salone del Libro” che si terrà dal 15 al 19 maggio al “Lingotto Fiere” e che verranno pubblicati in un’antologia cartacea (o ebook), insieme ai testi originali di scrittori e scrittrici facenti parte della Giuria finale. La partecipazione al concorso è gratuita e la consegna del racconto deve avvenire seguendo le indicazioni presenti nel regolamento entro e non oltre le ore 12 del 21 marzo 2025. Per info: www.salonelibro.it e www.fsnews.it – concorsi@salonelibro.it

Orbene, ritornando all’appuntamento (che al concorso farà giocoforza riferimento) con la scrittrice Lorenza Pieri, diciamo subito che la scelta dell’autrice (che dal 2014 al 2022 ha vissuto e lavorato a Washington D.C. negli Stati Uniti) non poteva ricadere su persona migliore, proprio partendo dalla sua esperienza personale di viaggiatrice e “nomade” (più o meno convinta, chissà?), come certificano i suoi più di venti traslochi e i dieci posti in cui ha vissuto, in tre Paesi e due continenti diversi. Esperienze da cui, di certo, la Pieri (naturalizzata americana e attualmente residente a Milano, dove insegna “scrittura creativa” e svolge l’attività di “editor” per il “Gruppo Mondadori”) partirà per raccontare le “Odissee incompiute”, ovvero “lunghi viaggi che non prevedono ritorno o in cui il ritorno a casa è impossibile, perché la casa è diventata un’altra e chi torna non è più lo stesso”. Si parlerà di molti libri che sono “‘Odissee’ al contrario”, come il suo primo romanzo “Isole minori”, pubblicato da “E/O” nel 2016 (in cui sono le donne a partire da un’isola mentre gli uomini restano ad aspettare) e di capolavori americani che raccontano andate senza ritorno, come “Furore” di John Steinbeck e “Cartoline” di Annie Proulx. “Si parlerà del partire per emigrare, per fuggire, per cercare nuove identità, per rivalutare il punto di partenza. Il tutto con un bagaglio leggero”. Di certo non inzuppato nella melma defaticante di esistenze tutt’altro che facili, come quella della poliedrica artista franco – americana (ma cittadina del mondo) Niki de Saint Phalle (1930 – 2002), nota soprattutto per le sue “Nanas” (grandi e colorate sculture femminili), cui Lorenza Pieri dedica il suo ultimo libro, una biografia dal titolo “Volevo un regno più grande” (“Electa”, 2024), di cui, inevitabilmente, non si mancherà di parlare nell’incontro di sabato prossimo organizzato alla “Luxemburg”, in “Galleria Subalpina”.

Gianni Milani

Nelle foto: Lorenza Pieri; cover “Volevo un regno più grande” (“Electa”, 2024)

“Sotto la neve” di Manuela Repetti al Circolo dei Lettori

Presentazione del libro a Torino venerdì 14 marzo alle 18 con l’autrice e la giornalista Chiara Dalmasso

Adagiata sulla punta di una penisola sul mare glaciale artico si trova la cittadina di Lastville, un piccolo agglomerato di case popolate da poche migliaia di persone: d’estate, una meta turistica ricercata dagli amanti degli orsi polari e i beluga; nei mesi invernali, l’ultimo baluardo della civiltà prima della vastità della tundra canadese.

Qui da dieci anni vive Linda che, nonostante la morte improvvisa del marito, ha deciso di rimanere dopo essersi abituata al clima rigido e all’idea di vivere in una piccola comunità composta da avventurieri e da persone alla ricerca dell’estremo per ritrovare un equilibrio perso. Tuttavia, la quotidianità della donna viene scossa quando una bambina scompare nel nulla. Tutto il paese si mette in moto per cercarla ma, con il passare delle ore, le ombre del paesaggio invernale crescono e, oltre a coprire le possibili tracce, si insinuano anche nella mente e nel cuore delle persone.

Edizioni Epoké

Andrea De Carlo per “Prendersi cura”

Sarà il celebre scrittore milanese il nuovo protagonista del Progetto ideato dal “Salone Internazionale del Libro” in collaborazione con “Esselunga”

Venerdì 14 marzo, ore 18,30

Con “Diamo spazio all’ascolto”, l’ormai consueto claim che accompagna gli incontri (con scrittrici, scrittori e figure del mondo culturale particolarmente apprezzate dal grande pubblico) del Progetto “Prendersi cura”, ideato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino, main partner “Esselunga”, che dal 2021 sostiene la manifestazione, sarà lo scrittore Andrea De Carlo – dopo la scrittrice romana Chiara Gamberale – il protagonista del secondo appuntamento organizzato, come sempre fra autunno e primavera, nei negozi “Esselunga” o in spazi pubblici ad essi vicini, nonché ovviamente nel mese di maggio al “Salone” di “Lingotto Fiere”.

Milanese, non solo scrittore, ma anche musicista e fotografo (in anni di residenza negli USA ed in Australia), nonché assistente alla regia di Federico Fellini, co-sceneggiatore con Michelangelo Antonioni e regista del cortometraggio “Le facce di Fellini” e del film “Treno di panna”, De Carlo (al suo attivo come scrittore 22 romanzi, tradotti in 26 Paesi e venduti in milioni di copie) presenterà a Torino, venerdì 14 marzoalle ore 18,30, il suo nuovo libro “La geografia del danno”, pubblicato per i tipi de “La Nave di Teseo”. L’incontro si terrà nei locali aulici della “Sala Gonin” di “Torino Porta Nuova”, vicino al negozio “Esselunga” di via Sacchi.

L’appuntamento, a ingresso libero e su prenotazione sul sito www.salonelibro.it , sarà introdotto da Marco Pautasso, segretario generale del “Salone del Libro”. Il tema su cui si concentra, quest’anno, “Prendersi cura” è quello della “famiglia”: le “relazioni” e la “parità di genere”, la “cura del nucleo” dal quale veniamo ed al quale tendiamo.

“La cura – afferma, in proposito Annalena Benini, direttrice del ‘Salone Internazionale del Libro’ – è costituzionalmente una relazione: tra chi è nel bisogno e chi se ne occupa. Prendersi cura degli altri ed essere curati, in diverse fasi della nostra vita, è una delle esperienze emotive centrali della nostra esistenza. Prendersi cura vuol dire molte cose: curare gli altri, se stessi, lo spazio in cui viviamo e quello che condividiamo, la natura, i mondi più o meno vicini con i quali interagiamo. La famiglia è il primo luogo in cui l’azione della cura si manifesta, o perlomeno così dovrebbe essere, quello in cui impariamo quali sono le nostre prime responsabilità e cosa fare per formarci come persone in relazione con il mondo esterno”.

E, attraverso l’avventura del suo ultimo libro, proprio di “famiglia” parlerà Andrea De Carlo, rendendo partecipe il pubblico e invitandolo a riflettere su una “storia vera” (pur se romanzata) “che viaggia attraverso il tempo, per cercare di indagare i riflessi che le vite dei nostri antenati hanno su di noi e quanto e come chi ci ha preceduti determini in parte chi siamo oggi”: una, e più storie, che sono storia di un “segreto di famiglia”, di una traversata oceanica dall’Italia al Cile in cerca di fortuna, di un’emigrazione dalla Sicilia alla Tunisia per le stesse ragioni. “Il libro è la storia di una ragazza cilena che arriva a Genova all’alba della Prima Guerra Mondiale e di un giovane ingegnere navale che perde la testa per un’attrice di teatro, ma anche di una compagnia di commedianti sudamericani che cela talenti straordinari e di una coltellata che sfigura un uomo e distrugge una famiglia”. Andrea De Carlo parte da una rivelazione che lo ha turbato, per cavalcare un’indagine che lo porta indietro nel tempo, ai primi decenni del secolo scorso e successivamente ancora più indietro, alla fine dell’Ottocento. Poco alla volta, grazie a vecchie fotografie ritrovate, scritti, incontri e un lavoro di osservazione e deduzione, l’autore ricostruisce, in tal modo, e ci presenta, con l’essenziale incisività di una scrittura fortemente partecipe e singolare, le vicende avventurose e drammatiche della sua famiglia. Che diventeranno tema portante di discussione, ampliandosi dalla pagina narrativa alla concretezza di una quotidianità su cui il pubblico sarà invitato e stimolato a riflettere e a condividere o a dissentire con esiti dialogici sicuramente intensi e coinvolgenti.

“Con questa iniziativa ‘Esselunga’ torna a dimostrarsi – sottolineano i responsabili del Supermercato, fondato nel 1957 a Milano e oggi attivo in Italia con oltre 170 punti vendita fra Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romana, Toscana, Liguria e Lazio – una realtà commerciale particolarmente, e da sempre, attenta nel sostenere le comunità dei territori in cui opera anche attraverso la promozione di eventi culturali”. Sempre in collaborazione con il “Salone Internazionale del Libro” di Torino, “Esselunga” è stata anche nel 2022 e nel 2023 promotrice nella “Sala Olimpica” di incontri e presentazioni di libri e autori legati al “mondo sportivo”. Nel 2023, inoltre, ha permesso l’incontro tra il pubblico e alcuni atleti olimpici e paralimpici e ha allestito un food truck con la sua “Cucina Esselunga” per i partecipanti alla manifestazione.

Gianni Milani

Nelle foto: Immagine – guida “Prendersi cura”; Andrea De Carlo; cover “La geografia del danno”

Mara Antonaccio e la sua “Garibaldina”:  la nuova indagine di Milli Pazienza

“La Garibaldina”, ultima creatura letteraria della scrittrice Mara Antonaccio, in vendita presso lo store online Amazon, non è il solito thriller fine a sé stesso, ma un’indagine profonda sulle dinamiche dell’essere umano, attorno alle quali ballano quegli eventi della storia che fungono da legante delle stesse, mettendo in evidenza le personalità dei personaggi in un modo tale che alla fine del romanzo pare quasi di conoscerli, che in qualche modo e per qualche ragione abbiano fatto parte delle nostre vite.

I tratti realistici dei personaggi, e in particolare quelli della protagonista Milli Pazienza (chi ha letto “Delitto al Museo Egizio” ha imparato un po’ a conoscerla), mettono ognuno di noi a confronto con il proprio specchio, uno straordinario legame di parole che un letterato consapevole dona al lettore, la percezione che avviene appena sotto la pelle quando si entra in contatto empaticamente con persone, oggetti e simboli.  Riconoscendo l’universalità di quei comportamenti che sperimentiamo quotidianamente, fatti di coraggio, fragilità, fatica di rendere funzionale ciò che in ognuno di noi rimarrà per sempre disfunzionale, troviamo in Milli un esempio umano straordinario poiché privo di ipocrisia e difesa, come vuole la bella letteratura. In fondo la letteratura non è che uno maschera utile a raccontare la verità.

Sembra che ogni evento della storia scaturisca dallo sguardo di Milli, come se nascesse  un fiore attraverso i suoi occhi o da una particolare condizione dell’animo. Questa sensazione assume un significato veramente poetico se pensiamo a “Le Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, la poesia, fondamentale per creare, prima ancora che per descrivere, il loro mondo. Insomma, il mondo non prende forma reale attraverso gli occhi di Milli, questo sarebbe banale, e l’autrice del libro non lo è, ma viene creato attraverso il canto delle interazioni umane e dall’urlo della fragilità. Il thriller in sé funziona molto bene: è fluido, appassionato e scritto con il rispetto per la parola che contraddistingue l’opera di Mara Antonaccio.

Dalla sinossi: “È passato più di un anno dal suo arrivo ai RIS di Parma e Milli si è integrata sia nella vita lavorativa, che in quella personale. Ai RIS si è creato un bel gruppo di lavoro con il capitano Parisi e i colleghi, la sua amicizia con il maresciallo Ciro Cangemi si è rafforzata, come la sua liason con il dott. Astolfi, il farmacista. La quiete della Bassa viene però turbata da una serie di delitti a sfondo sadomaso, in cui è implicata una cantante lirica, Mercedes Acosta. Tutte le vittime sono del mondo della lirica e vengono uccise in modi orribili, che sanno di omicidio rituale. ‘La Garibaldina’ è più di un semplice giallo: è una storia di resilienza, crescita e battaglie personali, in cui la protagonista si confronta con una giustizia che non è mai solo bianca o nera, ma si tinge di mille sfumature. Un romanzo avvincente, che intreccia investigazione, introspezione psicologica e mistero, tenendo il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima pagina”.

Gian Giacomo Della Porta

Antonio D’Alfonso: “Progetto Kronos”, due destini intrecciati tra Roma e New York

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Tra scoperte inquietanti e incontri pericolosi, il confine tra scienza e ossessione si assottiglia, Claudio e Giulia si troveranno costretti a scegliere: sacrificare il passato o rischiare il futuro?

Roma e New York. Due destini intrecciati. Un segreto che sfida il tempo. Giulia, partita per New York per lavoro, si trova coinvolta in un mistero inquietante legato al suo enigmatico supervisore e a un uomo dall’oscuro fascino. Un dettaglio li accomuna: un orologio identico, simbolo di un segreto più grande di quanto lei possa immaginare. Claudio è un giovane fotografo in bilico tra il passato e il futuro, sospeso tra l’amore per Giulia e il richiamo di una nuova vita. Nel cuore della metropoli, tra scoperte inquietanti e incontri pericolosi, il confine tra scienza e ossessione si assottiglia, Claudio e Giulia si troveranno costretti a scegliere: sacrificare il passato o rischiare il futuro? Un romanzo, un thriller avvincente, dove amore, mistero e ambizione si intrecciano in una corsa contro il tempo.

L’AUTORE
Fin da sempre affascinato dalle arti, Antonio D’Alfonso ha coltivato una profonda passione per il canto, la musica e la scrittura. Ogni forma espressiva rappresenta per lui un viaggio nell’anima, un mezzo per esplorare emozioni e raccontare storie che lasciano il segno. Nel suo percorso artistico, la scrittura è diventata un modo privilegiato per dar vita a mondi e personaggi, intrecciando mistero, emozioni e riflessioni profonde. Con il suo romanzo, in cui il Progetto Kronos gioca un ruolo chiave, intreccia scienza e umanità, realtà e immaginazione, creando una narrazione coinvolgente e avvincente. “Il tempo è il più grande inganno: lo crediamo immutabile, ma nelle mani giuste o sbagliate può essere riscritto.”

“Scrivere è dare voce ai sogni” 

Intervista ad Antonio D’Alfonso

D: Il suo romanzo sta per essere pubblicato con Masciulli Edizioni. Cosa può dirci sulla storia
e sui suoi protagonisti?

Antonio D’Alfonso: Il romanzo segue il viaggio interiore ed esteriore di Claudio, un giovane che si
trova a un bivio tra il dovere e il desiderio di inseguire i propri sogni. La sua storia si intreccia con
quella di Giulia, partita per New York alla ricerca di nuove opportunità, e con una serie di
personaggi enigmatici, che aggiungono mistero e tensione alla trama. È una storia di crescita, scelte
difficili e connessioni umane.

D: Il romanzo è ambientato tra l’Italia e New York. Perché ha scelto queste due
ambientazioni?

Antonio D’Alfonso: Volevo raccontare il contrasto tra il familiare e l’ignoto, tra il calore delle
radici e il fascino di un nuovo inizio. L’Italia rappresenta la stabilità, la famiglia, mentre New York
è l’incognita, il sogno da rincorrere. Anche io, come Claudio, ho vissuto momenti di cambiamento e
decisioni importanti, e questa ambientazione mi ha permesso di esplorare quelle emozioni.

D: Come nasce la sua passione per la scrittura?

Antonio D’Alfonso: Scrivere è sempre stato il mio modo di dare forma alle emozioni, di raccontare
storie che potessero toccare il cuore delle persone. Amo la musica, il canto, l’arte in tutte le sue
forme, e credo che la scrittura sia un ponte tra questi mondi.

D: Nel suo romanzo c’è un elemento di mistero, con il Progetto Kronos e alcuni personaggi
enigmatici. Quanto è importante per lei mantenere la suspense?

Antonio D’Alfonso: Moltissimo! Amo costruire storie in cui il lettore si senta coinvolto e spinto a
cercare risposte. Il mistero è un ingrediente che rende la lettura avvincente, e il Progetto Kronos è
una chiave che apre molte domande.

D: Per concludere, cosa spera che il lettore porti con sé dopo aver letto il suo romanzo?

Antonio D’Alfonso: Vorrei che ognuno trovasse una parte di sé in questa storia, che si sentisse
ispirato a seguire i propri sogni, anche quando sembrano lontani. La vita è fatta di scelte, e spero
che il mio libro possa lasciare un segno nel cuore di chi lo leggerà.

 

Link per acquisto del libro: https://www.masciulliedizioni.com/prodotto/progetto-kronos/

 

“Cosa resta di una guerra”

“Cosa resta di una guerra – un operatore umanitario in Bosnia Erzegovina”  di Michele Ricca sarà presentato il 18 marzo al Qubi, alle 18, alla presenza di Alessandro Barbero e di Enrico Remmert

Sarà presentato martedì 18 marzo alle ore 18, presso il Qubi di via Parma 75, a Torino, il libro intitolato “Cosa resta di una guerra – un operatore umanitario in Bosnia Erzegovina” di Michele Ricca. Interverranno alla presentazione lo storico Alessandro Barbero e lo scrittore Enrico Remmert.

Dalla sinossi: “Cosa resta di una guerra” contiene pezzi di vita e di lavoro raccolti dall’autore durante l’impiego come Protection Officer per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR) in Bosnia Erzegovina nel 1996. Attraverso gli occhi dell’autore emergono allo stesso tempo molti aspetti utili per comprendere i contorni di una sanguinosa guerra civile nel cuore dell’Europa. Il volume contiene 25 storie racchiuse in 7 capitoli ed è arricchito da diverse mappe tratte da Limes e dalla prefazione di Alessandro Barbero. I capitoli si aprono tutti con ricche contestualizzazioni composte da dati, sigle e definizioni. Le appendici, nel finale, presentano a loro volta cifre, link e considerazioni personali dell’autore. Nel mezzo le tante storie vere che parlano di croati, bosniaci e serbi, di truppe NATO, di personale ACNUR, di organizzazioni umanitarie, di forze dell’ordine e autorità locali, di vittime ed ex combattenti, di rifugiati e profughi, di estremisti e criminali, di preti e mullah. Un contributo inedito utile a tenere presente cosa lascino dietro di sé le guerre quando i riflettori mediatici si spengono.

Info@ilpontesulladora.it

Mara Martellotta

Paolo Mascherpa, “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare”

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Un  percorso di consapevolezza e speranza raccontato in prima persona per farci sapere che anche dal buio nascono i colori.

L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare è una testimonianza che vuole dare speranza. In questa autobiografia l’autore si mette a nudo e racconta, in maniera profonda, coinvolgente e sofferta, la sindrome maniaco-depressiva. Nel farlo Mascherpa non si risparmia e descrive anche i momenti più difficili, regalando al lettore la possibilità di comprendere quanto sia complesso e delicato il nostro cervello.

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IL DISTURBO BIPOLARE

Il disturbo bipolare fa parte dei disturbi dell’umore ed è caratterizzato da gravi alterazioni delle emozioni, dei pensieri e dei comportamenti. L’umore può essere definito come una tonalità emotiva che prevale sulle altre influenzando la vita psichica dell’individuo. Nonostante gli stati d’animo continuino ad alternarsi e a susseguirsi gli uni agli altri, nell’individuo sano l’umore tende a rimanere stabile e in equilibrio.

Nell’individuo bipolare è proprio questo equilibrio a venir meno, dando vita a svariati sintomi che influenzano le relazioni sociali e il normale svolgimento della vita. Inoltre, spesso chi soffre del disturbo, durante le crisi, non ne è consapevole in quanto le fasi maniacali e depressive sono considerate normali.

Tuttavia esistono segnali evidenti che permettono a chi gli sta vicino di riconoscerlo.

Il disturbo bipolare è infatti caratterizzato dall’alternanza di due fasi principali: depressione e mania/ipomania.

La fase depressiva è caratterizzata da umore depresso, diminuzione di interesse, aumento/perdita di peso, ansia, disturbi del sonno … e altri. Nei casi più gravi vi è il rischio di suicidio.

La fase maniacale è caratterizzata da euforia, maggiore loquacità, attività mentale accelerata, perdita di contatto con la realtà, esposizione a comportamenti rischiosi, eccessiva energia e conseguente sensazione di minor bisogno di dormire e altri.

Il suo manifestarsi invece è singolare: se il disturbo può essere latente e poco visibile, momenti di stress fisico ed emotivo o accadimenti inaspettati possono accendere la miccia, rendendo il comportamento più estremo.

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TRAMA

Ne “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” Mascherpa ci narra come vive e come pensa chi soffre di bipolarismo. Lo fa in prima persona, senza sconti, libero da pudori o convenzioni: “Il mio (episodio maniacale) durò più di qualche settimana e i sintomi erano più di tre. L’autostima ipertrofica o grandiosità era presente. […] Il diminuito bisogno di sonno […], la loquacità e la spinta a parlare […], la fuga delle idee o esperienza soggettiva che i pensieri si succedano rapidamente […], la distraibilità era presente. Anche il punto sei era presente: aumento dell’attività finalizzata oppure l’agitazione psicomotoria. […]

Fino a ribaltare la prospettiva. Nonostante la complessità del percorso di cure, Paolo Mascherpa nel suo libro ci mostra la via che lo ha portato a vivere una vita serena. Il messaggio che vuole dare l’autore è che la guarigione è possibile e non si tratta solo di una vaga speranza, ma di una possibilità concreta.

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RECENSIONE

Piacevole e intenso, il libro si mostra scorrevole e appassionante. Grazie alla precisione dell’autore e al lavoro di ricerca svolto (nel libro l’autore riporta un estratto del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali – DSM-5), “L’arcobaleno nel deserto. Diario di un bipolare” si rivela uno strumento utile ai professionisti e ai familiari per comprendere a fondo il punto di vista dei pazienti bipolari nelle diverse fasi del loro disagio.

L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare” è disponibile

– in formato cartaceo e Kindle: https://amzn.to/3Dbwvb8

– in versione audible su Storytel: https://www.storytel.com/it/books/l-arcobaleno-nel-deserto-diario-di-un-bipolare-9539318

 

L’AUTORE

Paolo Mascherpa nasce a Pavia il 10 aprile 1970. Lavora in banca ma scrive da sempre con passione.

Oltre a “L’arcobaleno nel deserto – Diario di un bipolare”, ha pubblicato la serie di fiabe per bambini “Le incredibili avventure del Cavalier Cotoletta”, i romanzi “Scripta” e “Utopika”, la raccolta di racconti “Riflessi” e il racconto “Il commissario Minotti”.

Ama plasmare personaggi, renderli vivi e creare mondi e avventure. La curiosità e l’interesse per la scrittura lo hanno portato a frequentare un master in copywriting presso l’Istituto europeo di design e i corsi di I e II livello di scrittura creativa alla scuola “Alexander Dumas” di Milano.

Sogna di fermare il tempo per non smettere mai di scrivere.

Per conoscere l’autore e tutte le sue opere vi invitiamo a visitare il sito: https://paolomascherpa.it/

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“Derma”, in libreria la nuova raccolta poetica di Arianna Vartolo

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L’Angolo della Poesia

di Gian Giacomo Della Porta

Arianna Vartolo, classe 1998, è l’autrice di “Derma”(Arcipelago Itaca Edizioni, 2025), la nuova raccolta poetica, in libreria dal 28 febbraio, che segue la sua opera prima in versi intitolata “L’aiuto a non morire”(Cultura e Dintorni Editore, 2019).

La sensibilità poetica di Arianna Vartolo si esprime nella profondità di tutte quelle sensazioni “superficiali” che creano attorno a ognuno di noi una sorta di mappa del mondo che ci circonda. Il titolo della sua nuova opera, “Derma”, è significativo proprio nell’indicare al lettore lo strato emotivo indagato dai suoi versi. Si sente il tratto universale della percezione che avviene appena sotto la pelle quando si entra in contatto, non solo empaticamente, con oggetti, persone e simboli, lo straordinario legame di parole che un letterato consapevole dona al lettore, creando una sorta di specchio che accomuna le vite di tutti.

Riflettendo sui temi della Vartolo, viene da sé la riflessione sulle potenzialità dell’epidermide e del derma di “creare mondo”, un pensiero che riporta alle “Vie dei Canti” di Bruce Chatwin, in cui si narra della magia che gli aborigeni australiani evocavano attraverso il canto, la poesia, fondamentale proprio per creare, prima ancora che per descrivere, il loro mondo. I versi di Arianna Vartolo sembrano nascere dalle sensazioni primitive di una viva pittura rupestre, e riportano al momento in cui dal ballo e dal canto nacque la poesia. Le poesie contenute in “Derma”raffigurano una sorta di inevitabile condanna che il fanciullino, presente in ogni poeta, deve alla bellezza.

Arianna Vartolo è nata nel 1998 a Roma. Compare nell’antologia “Abitare la parola: poeti nati negli anni Novanta” per Giuliano Ladolfi Editore (2019). Di lei è stato scritto, tra gli altri, su ClanDestino, Pangea, Laboratori Poesia – della cui redazione fa inoltre parte dal 2021. Alcuni suoi inediti e lavori sono apparsi su riviste cartacee e online tra cui Atelier e Inverso (per cui ha collaborato), nonché su La bottega della Poesia del quotidiano La Repubblica – Roma. Nel 2021 è rientrata tra i finalisti del Premio di Poesia Città di Borgomanero – Achille Marazza e del XXII Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Guido Gozzano”.

 

Gian Giacomo Della Porta