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La rassegna mensile dei libri

L’estate sta finendo? I libri da leggere non finiscono mai e lo sanno bene gli iscritti alla nostra community “Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri”, la più grande, tra quelle in lingua italiana, dedicata al mondo dei libri e della lettura.

E’ una fine estate malinconica, però, quella che ha accompagnato le nostre letture perché segnata dalla scomparsa di due autori molto amati e molto discussi nel nostro gruppo, così è stato inevitabile che tra i libri più commentati ci fosse  Q, il più emblematico romanzo di Luther Blissett il collettivo di autori fondato dal compianto Luca Di Meo, e Tre Ciotole, l’ultimo romanzo pubblicato da Miche a Murgia, anche lei scomparsa nel mese di agosto: I Miei Stupidi Intenti, di Bernardo Zannoni,  vincitore del Premio Campiello 2022 è invece un titolo che sta suscitando molto interesse e ne sentiremo parlare ancora a lungo; L’Esorcista romanzo scritto a quattro mani da William Friedkin, che ne realizzò anche un film entrato nella leggenda, e Willian P. Blatty. La morte dell’anziano regista ha riproposto ai lettori contemporanei un classico del brivido.

Incontri con gli autori

Questo mese abbiamo incontrato e intervistato per voi il giornalista e scrittore Alessandro Robecchi, autore della serie di romanzi gialli nota come “Ciclo Monterossi”; lo scrittore e giornalista   Roberto Alajmo che ha condiviso con noi alcuni aspetti legati al suo personaggio Giovanni Di Dio e il traduttore Pier Paolo Stoppino

Per questo mese è tutto. Vi invitiamo a seguire Il Passaparola dei libri sui nostri canali sociali e a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale, per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Giorgio Colasanti: “La Terra del Paradiso – viaggio lungo i sette mari”, storia d’avventura e d’amicizia

Informazione promozionale

 

INCONTRO CON L’AUTORE  Giorgio Colasanti è un giovane scrittore. 23 anni, ama i generi fantasy, avventura e fantascientifico. “Sono incantato dall’era della pirateria –  ci racconta – e da tutta quell’avventura che la rende così misteriosa. Fin da piccolo mi è sempre piaciuto scrivere storie, immaginare finali alternativi e, soprattutto, immaginare mondi alternativi”.

 

Come nasce l’amore per la scrittura?

La mia passione per la scrittura si sviluppa in modo sempre più crescente agli inizi del 2020 quando, per caso e per gioco, mi candidai a un annuncio per fare il newser per un sito che tratta videogiochi. Da lì in poi ho iniziato a scrivere per svariati siti e, durante il lockdown per la pandemia covid-19, iniziai a scrivere un racconto che, pian piano, prese forma e diventò il mio attuale libro.

Perché la scelta del fantasy?

Penso che scrivere fantasy dia la possibilità, sia agli autori sia ai lettori, di esprimere ciò che non si può fare, cercare di realizzare ciò che è impossibile. Vedo il fantasy come una via di fuga dai canoni perfezionisti che il mondo odierno ci impone.

Fantasy, certo. Ma nel libro non mancano gli aspetti storici…
Il mio libro è sì, un fantasy, ma ha anche caratteri storici (parliamo dell’era della pirateria), di avventura e di azione. Ho pubblicato “La Terra del Paradiso – viaggio lungo i sette mari” con la casa editrice PAV Edizioni nell’agosto del 2022. E’ un libro che tratta dell’era piratesca, con l’aggiunta di veri cenni storici su personaggi e luoghi realmente esistiti. Inoltre, ha il tema incentrato sull’avventura e sull’amicizia.

Siamo curiosi. Qualche accenno alle vicende narrate?

La storia è incentrata sulle vicende e avventure del pirata Jhonny, alla ricerca del famigerato tesoro attraversando i più vasti mari, pieni di pericoli ed insidie nascosti, il tutto accompagnato dal famoso diavolo dei mari Barbanera. Non mancheranno colpi di scena e le fantastiche leggende marinaresche.

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Sinossi:

XVII secolo. Filibustieri e bucanieri si lanciano frettolosamente a solcare le grandi acque degli oceani. L’obiettivo? Portarne alla luce gli affascinanti tesori. Solo uno, ancora, è avvolto nel mistero. Chi sarà il fortunato a trovarlo? Oltre alle centinaia di carogne, i servitori di re Giorgio I sono pronti a difendere le terre del regno costantemente saccheggiate, punendo qualsiasi forma di ingiustizia. In molti si uniscono alla causa del re per difendere la propria patria e tanti altri osano sfidarlo. Chi sarà il più giusto tra tutti? Avventure e colpi di scena ci accompagnano in questa estenuante ricerca. Peccato che l’isola sia notoriamente impenetrabile. Ma sarà davvero così?

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Il libro è disponibile sul sito della PAV Edizioni al seguente link:

https://pavedizioni.it/prodotto/la-terra-del-paradiso

Nonché ordinabile presso le varie librerie, o sui loro siti, come per esempio Mondadori, La Feltrinelli, StreetLib, IBS ecc.

Inoltre, è disponibile su Amazon, anche in formato Kindle al seguente link:

https://www.amazon.it/Terra-Paradiso-Viaggio-lungo-sette/dp/B0BB5YL6MV/

Il libro è tra i dieci finalisti del concorso letterario “Ovidio” e tra settembre e ottobre ci sarà la premiazione.

Potete trovarmi su Facebook www.facebook.com/giorgio.i.colasanti/ e su Instagram www.instagram.com/giorgio_colas/, lì pubblicherò tutti i miei aggiornamenti riguardo a eventi o posti dove sarò per presentare i miei libri.”

“Dialogo tra un poeta e una scrittrice”

E’ un’occasione di confronto tra due arti letterarie al Giardino dell’Anagrafe all’interno della rassegna “Estate in circolo”

 

Giovedì 14 settembre prossimo, alle ore 20.30, presso il Giardino dell’Anagrafe di via Carlo Ignazio Giulio 14, a Torino, si svolgerà  l’evento “Dialogo tra un poeta e una scrittrice”, all’interno della rassegna artistica “Estate in circolo”. Protagonisti della serata saranno il poeta Gian Giacomo Della Porta e la scrittrice Elisabetta Lugli.

Attraverso la lettura di alcuni estratti appartenenti a grandi opere e altri personali lavori dei protagonisti verrà proposto un dialogo tra poesia e prosa al quale il pubblico sarà chiamato a partecipare con domande e condivisioni. Sarà una preziosa occasione per entrare in contatto con la parte più profonda di noi stessi e citando il grande poeta americano Allen Ginsberg, “allargare l’area della coscienza”.

Le letture poetiche che verranno proposte, tutte di stampo intimistico, spazieranno da Leopardi e Foscolo fino a Caproni e Giuseppe Conte. Le letture di prosa riguarderanno grandi autori del Novecento tra cui Carlo Emilio Gadda, Antonio Tabucchi e Luigi Pirandello oltre a testi di poesia e narrativa che affrontano le stesse tematiche scritte da Della Porta e Lugli.

Gian Giacomo Della Porta è nato a Torino nel 1989, poeta e Editore, pubblica la sua prima silloge di poesia nel 2016 dal titolo “Voci dal pollaio”, vincendo il Premio Quasimodo. Nel 2018 pubblica la seconda silloge “Monete luride” e inizia a collaborare con nomi importanti del panorama artistico internazionale, quali Mogol e Alessandro Quasimodo.

Nel 2020 fonda la casa editrice Gian Giacomo Della Porta Editore e nel 2022 contribuisce alla creazione del festival Ariel Lerici PeaGiovani.

Elisabetta Lugli, scrittrice, ha pubblicato nel 2017 la sua prima opera di narrativa intitolata “La libreria degli amori impossibili”, pubblicata da Newton Compton Editori, di cui vi è  anche la traduzione in tedesco e il relativo libro in commercio.

Professionista nel mondo del food and drink tiene una rubrica per Torino Cronaca e scrive per diversi blog online.

MARA MARTELLOTTA

“Granuli poetici” di Salvatore Seguenzia: come superare il mondo attraverso lo spirito

Informazione promozionale

Nuova opera letteraria di Salvatore Seguenzia, novello poeta nonché scrittore siciliano nato nel maggio del 1969 nella città che lui stesso definisce “l’isola nell’Isola” ossia ad Augusta in provincia di Siracusa. È la città voluta dall’Imperatore Federico II di Svevia, dove il centro storico è un’isola, ricavata dal taglio di un istmo nel XVI secolo, collegata alla terraferma attraverso due ponti.

È sposato, padre di due figli, ha conseguito due lauree e da oltre trent’anni è un Ispettore della Guardia di Finanza. Da un paio d’anni ha scoperto che il suo fazzoletto di terra, dal meraviglioso fascino mediterraneo inebriato dal calore dell’Etna, è diventato il suo mentore che gli permette di sprigionare quel sentimento poetico che si materializza con la lirica o la narrativa. Questa qualità, da qualche anno, è apprezzata dalla Casa Editrice Aletti Editore la quale gli ha permesso di pubblicare la sua terza silloge poetica che avrà la sua immagine trasferita in territorio Georgiano. Nella sua opera affronta i problemi delle attuali realtà, delle moderne vedute giovanili e delle problematiche esistenziali tanto da potersi inserire nella corrente letteraria e saggistica della “nuova creazione poetica”. Senza dubbio, l’inizio del XXI secolo è un punto di svolta della poesia creativa del nuovo millennio. Infatti, la poesia, vista come un qualcosa con regole ferree e finalizzata a celebrare il mondo, è diventata gradualmente un luogo per delle nuove esplorazioni.

Attraverso innovazioni formali e tematiche, la poesia, pertanto, si rinnova per servire nuove ambizioni perché la sua funzione è quella di rivelare una nuova forma del sentimento poetico a tutti coloro che desiderano ancora percepire emozioni. Per tale motivo il poeta cerca un nuovo equilibrio tra divulgazione e sublimazione. Nel XXI secolo, molti poeti – anche se gradualmente – si rivolgono a temi finora ignorati nella poesia che prende il suo avvio proprio dal moderno progresso. Salvatore Seguenzia da quasi dieci anni ha sposato la poesia e la scrittura attraverso le quali vuol trasmettere un nuovo sentimento poetico che inevitabilmente cambia, si evolve e – a volte – torna indietro per poi scattare nuovamente avanti. Quando gli chiedono il perché scrive una poesia, la sua risposta è che non ci sono risposte perché il sentimento poetico nasce nell’attimo in cui lo avverte e poi lo descrive con la parola: come quando ammira le onde da una caletta, a volte bagnano la battigia a volte si infrangono negli scogli ma, nello stesso momento, ascolta la melodia dell’anima della caletta.

Cesare Pavese identificava la creazione di un poeta sostenendo che ogni poeta ha una tematica centrale che emerge qualunque sia l’argomento trattato; in Salvatore Seguenzia, la custodia delle radici, il senso di appartenenza a un territorio prima ancora che a un gruppo sociale di riferimento, la memoria come atto civico, rappresentano la cornice entro la quale far emergere il senso profondo del nostro essere qui e ora, la traiettoria che accompagnerà il nostro arco vitale. Questi elementi identitari e costitutivi, prima dell’uomo Seguenzia e poi del poeta Salvatore, sono spesso intrecciati nella certificazione di un nuovo umanesimo, consapevole della posizione privilegiata che l’uomo ricopre nel mondo della natura. Lo stesso autore afferma che ogni mattina prima di recarsi al lavoro, fa un tragitto che lo porta a contatto con il suo amato mare e, come si conviene con un amico, lo accoglie sempre con la frase: “Buongiorno mare”. Questa attenzione per le piccole cose, che custodiscono il vero senso della vita, contraddistingue la poetica di Seguenzia, nel tentativo estremo di mettere al centro del villaggio l’uomo, i suoi diritti universali, uno sguardo misericordioso verso i meno fortunati che spesso chiedono solo di essere considerati per ciò che sono, persone e non numeri da incasellare in fredde statistiche economiche. Il poeta sa che non esistono i confini o le razze, che sono invenzioni dell’uomo, per manipolare e conservare il potere di pochi che sconfina nella libertà di molti.

La silloge Granuli poetici delimita, come in una ipotetica cartina esistenziale, i sentieri da percorrere per la pienezza, ogni poesia una insegna luminosa che ci ricorda chi siamo e cosa rimarrà di noi. Con questa pubblicazione Salvatore Seguenzia si affaccia per la prima volta a portare il suo pensiero in una lingua diversa, uno sconfinamento necessario poiché le sue tematiche sono universali e non mediabili da culture e storie differenti dalla nostra. La dimensione che si addice maggiormente a questa raccolta è quella dell’ascetismo, in un tentativo mistico di superare il mondo e la carne da parte dello spirito. È evidentemente una tensione che si può raggiungere eludendo le nostre piccole faccende quotidiane, solo durante la composizione poetica, in quel distacco in cui ci sentiamo granuli unici ma contemporaneamente parte del tutto. Infatti il poeta siciliano è consapevole che in Georgia la cultura e la vita sociale sono diverse rispetto alla nostra essenza vitale; ragion per cui, attraverso questo nuovo stimolo, vuol incrementare l’onda emotiva per poter acquisire, attraverso il suo pensiero sincero e trasparente, nuove linee guida che gli permetteranno di assimilare – da altre angolature – nuove visuali del sentimento poetico fondamentali per l’accrescimento empatico con chi ama la poesia, affinché possa ancora far risvegliare quell’emozione interiore che talvolta si cela nell’intimo esistenziale.

In conclusione, ad oggi l’autore siciliano ha scritto altri libri di poesia quali “Megar… imando Hyblaea” (2020) e “Stille del mio silere” (2022) nonché di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021) e “Il calendario storico” (2022). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali come “Il Federiciano”, “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”, “Poeti del nuovo Millennio”. Inoltre, molte sue poesie sono state lette dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la Letteratura, nonché dal Prof. Hafez Haidar scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano e due volte candidato al Premio Nobel per la Pace e per la Letteratura e riprodotte sui canali virtuali. Infine, lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane” ed è tra i vincitori in alcuni concorsi letterari nazionali quali “Terre dei Padri” e “Antonio Veneziano”.

Bardonecchia conferma il festival letterario “BardoNoir”

Dopo i giorni difficili dell’emergenza dovuta all’esondazione del torrente Frejus, l’Amministrazione Comunale di Bardonecchia ha deciso di confermare uno degli eventi principali dell’estate 2023: il Festival letterario Bardonoir, in programma dal 25 al 27 di agosto prossimi, presso la Base Logistico Addestrativa in viale Bramafam 60.

Durante i tre giorni della manifestazione saranno a Bardonecchia alcuni tra i più importanti scrittori nazionali di noir, giallo e thriller, tra i quali il fiorentino Marco Vichi, Fabiano Massimi, Barbara Baraldi, Alice Basso, Pasquale Ruju, Daniele Cambiaso e Cristina Stillitano. E con loro molti nomi noti tra gli autori subalpini: Massimo Tallone, Maurizio Blini, Rocco Ballacchino, Claudio Rolando e Gioele Urso.
Questo il programma completo della manifestazione:
Venerdì 25 alle ore 18: “Quando il thriller incrocia la grande storia”, incontro con Fabiano Massimi, presenta Giorgio Ballario.
Sabato 26 alle ore 12 aperinoir: “Il romanzo poliziesco visto con gli occhi dell’investigatore”, incontro con Maurizio Blini. Presenta Giorgio Ballario.
Alle ore 16: tavola rotonda “La carta e il territorio: il ruolo dello scenario nell’ambientazione del romanzo giallo”, con Daniele Cambiaso, Massimo Tallone, Rocco Ballacchino, Pasquale Ruju. Alle ore 17,30: “Un uomo, una città, una storia: il commissario Bordelli” incontro con Marco Vichi, intervista di Beppe Gandolfo, giornalista Mediaset.
Domenica 27 alle ore 11,30: aperinoir sul tema “Il delitto della porta accanto”
con Claudio Rolando e Gioele Urso. Alle ore 15: tavola rotonda “Le donne lo fanno meglio (il noir)”, con Barbara Baraldi, Alice Basso e Cristina Stillitano, presenta la giornalista e scrittrice Patrizia Durante.
Venerdì 25 e sabato 26 sono in programma due cene con gli scrittori aperte al pubblico, per le quali è necessario prenotarsi presso l’Ufficio Turistico. I posti disponibili sono limitati. È preferibile prenotarsi anche per partecipare agli aperinoir di sabato 26 e domenica 27 agosto.
Al termine della cena del 26 agosto si svolgerà uno spettacolo di letture noir a cura degli attori della Compagnia teatrale Accademia dei Folli.

“Bardonoir raccoglie il testimone delle due edizioni del festival Montagne in Noir, che si sono svolte a Bardonecchia nel 2018 e 2019, prima che la pandemia costringesse a cancellare tutti gli eventi culturali – spiega Giorgio Ballario, direttore artistico della manifestazione – Per quanto riguarda gli scrittori ospiti, abbiamo creato un giusto mix fra autori nazionali e locali. Tra i primi svettano il fiorentino Marco Vichi, autore di un’ormai lunga serie di polizieschi ambientati in Toscana, e l’emiliano Fabiano Massimi, il “re” del thriller storico, molto conosciuto ed apprezzato anche in Francia e Germania. E poi un trio terribile di “donne noir”: Cristina Stillitano, Alice Basso e Barbara Baraldi. Quest’ultima, oltre ad essere un’apprezzata autrice di gialli e thriller, è da poco diventata direttrice editoriale del famoso fumetto Dylan Dog. Infine, per venire a nomi geograficamente più vicini a noi, Tallone, Blini, Ruju e Ballacchino».

“A pochi giorni dai rovinosi eventi del 13 agosto – dice il sindaco Chiara Rossetti – Bardonecchia è pronta ad accogliere autori e pubblico del Festival BardoNoir. Fin dalle prime ore, dopo l’esondazione del torrente Frejus, il nostro obiettivo è stato quello di tornare rapidamente alla normalità. Abbiamo lavorato per questo in squadra con l’aiuto ed il supporto di tantissime persone. Essere qui, oggi, ad annunciare l’apertura del Festival del Noir e l’arrivo a Bardonecchia di tanti autori del genere ci conforta sul fatto che l’obiettivo è stato raggiunto”.
Per informazioni: Ufficio del Turismo – Piazza Valle Stretta 4

In punta di piedi. Sabato 26 agosto a Gavi il libro di Clara Cipollina

Sabato 26 agosto, alle 18,15 presso l’Oratorio dei Bianchi di Gavi, Franco Verdona presenterà il libro di Clara Cipollina “In punta di piedi e socchiudendo gli occhi” (Impremix Edizioni,Torino). Un racconto che si presenta come un atto liberatorio, una testimonianza ad alta voce di una storia che si incrocia con altre. La scrittura di Clara Cipollina è chiara,mai banale,spesso essenziale,talvolta drammatica. Storie che s’inframmezzano tra un capitolo e l’altro, diventano un tutt’uno con il dialetto di Gavi e la terra dove l’autrice è nata e cresciuta, con le atmosfere di casa e dell’aia della cascina che rimandando alle origini, alla terra, al tema già sviluppato attorno alla figura del padre – il contadino Mario, mezzadro classe 1911 – protagonista del suo precedente libro, Le mani e la terra. E’ un viaggio a ritroso, con passo lento e garbato, quello che Clara compie in “punta di piedi”, partendo dalla cascina del Merlo, sotto la Madonna della Guardia, dove lo sguardo si perde tra colline e vigneti fino a Gavi. Nei traslochi con il mobilio caricato sul carro trainato dal bue si rivivono le immagini dell’epopea contadina che il cinema di Ermanno Olmi ci regalò con L’albero degli zoccoli . L’incedere della narrazione porta il segno di una umanissima filosofia che ruota attorno al senso della vita dell’autrice, insegnante in pensione che ha scritto anche un importante volume accademico su Matteo Vinzoni, il celebre cartografo della Serenissima Repubblica di Genova. Un grumo di emozioni e di tremendi punti interrogativi imposti dalla scoperta e dallo sviluppo della sclerosi multipla con la quale è costretta a convivere da molto tempo. Le radici sono importanti, e Clara Cipollina con il piglio della bambina “_cianfurosa” _di un tempo lo ricorda al lettore facendolo partecipe, conducendolo senza obbligo sulle tracce di se, gratificandolo con il susseguirsi delle scoperte. La scuola con i vecchi banchi e “_l’odore d’inchiostro nei calamai profondi_”, il lavoro a giornata nei campi, i genitori e i fratelli, le fughe e la grande fame d’affetto e considerazione. Gran parte dei ricordi ruota attorno a quell’universo contadino che si raffigura nell’albero in fondo all’aia. E’ lì che troviamo il suo imprinting, la linea retta, quasi un solco tracciato dal vomere di un aratro nelle terre attorno al Lemme che ne segna carattere e personalità. Il ritmo del racconto è segnato da frequenti flashback, da rimandi e ritorni che seguono una logica precisa, quasi che Clara – da ottima insegnante di lettere qual è stata – avesse steso tra le parole un invisibile filo da seguire. Scrive:”.._la nostra prima casa a Gavi era nel Filatoio, anticamente una filanda, tanti piani, tanti appartamenti che mi sembravano incastrati insieme, scale e corridoi si erano mangiati l’aia della mia cascina_”. Ebbe in seguito un’altra opportunità quando “_dal filatoio traslocammo nella casa della Mentina, spostandoci semplicemente sull’altro lato della strada, in quel lembo di terra incastonato tra le case, ritrovai un pezzetto dell’ aia antistante la cascina. In alto riebbi una pagina di cielo a scandire il giorno dall’alba alla notte_”. I ricordi del microcosmo racchiuso nel cortile, i giochi con gli amici, le memorie gastriche dell’olio di fegato di merluzzo, il DDT che a quel tempo si spruzzava generosamente per contrastare mosche e insetti, si intervallano con le angosce di una donna che deve fare i conti con gli impedimenti, le limitazioni imposte dalla malattia invalidante, la sensazione di essere privata della propria femminilità. Il racconto scorre lungo le oltre trecento pagine proponendo immagini che, come in un caleidoscopio, mescolano memoria e quotidianità. Le magistrali a Novi, dalle Pietrine; la vecchia Genova con i suoi caruggi e le _crêuze (“.__.amavo vedermela addosso, imponente, arrampicata sulla montagna alla mia sinistra, lambita dal mare alla mia destra..__”) ai tempi dell’Università e degli studi sull’amato Vinzoni che rivoluzionò la cartografia; gli anni omegnesi, nella città natale di Gianni Rodari sulle rive del lago d’Orta, dove insegnò per diversi anni (.. “__la scuola media Filippo Maria Beltrami, dove mi aspettava la 1°E, la mia prima scolaresca, indimenticabile, come il primo amore__”) il matrimonio e i figli, il presente spesso difficile, reso complicato dalla malattia. In questa originalissima autobiografia un posto speciale è occupato da ricordi come quelli delle notti stellate sul Lemme._ _”__Alle cascine da bambina vivevo la notte nelle serate di veglia nelle stalle, ma a Gavi, quando la luce della luna invadeva la stanza dove dormivo, sostavo a lungo dietro il vetro della finestra ad osservare l’incanto delle scie luminose che si formavano sull’acqua del Lemme e sulle fronde dei salici piangenti. I terrazzini delle case dove ho abitato a Gavi, soprattutto quello della casa della Mentina e quello odierno della casa che appartenne allo zio Baci e alla zia Pina, costituirono delle meravigliose balconate sulla ruralità della mia infanzia__”._ _La donna matura, riflessiva e disincantata, si mescola con l’animo d’eterna bambina. _Lungo il suo cammino in punta di piedi Clara Cipollina fa come l’acqua della Nigoglia che, ostinata, esce dal lago d’Orta, attraversa Omegna e “_scorre in direzione contraria_”. Tornano entrambe alle sorgenti, verso casa. Al tempo della sua permanenza Omegna, città delle caffettiere, vantava un tessuto sociale vivace, un microcosmo a dimensione umana con tanti punti di aggregazione che ne accompagnarono la crescita e la sensibilità, saldando amicizie e rapporti. Oltre a Gavi e al lago d’Orta c’è poi Novara, città dove vive tutt’ora. Come scrisse Nadia Gallarotti, forse e senza voler far torto a nessuno l’amica più cara di Clara nella prefazione del suo primo libro, era “_la città necessaria, vicino al posto di lavoro di Bruno_”, in grado di garantire a Clara “_un ritmo di vita più accettabile e l’accesso più facile alle cure di cui ha avuto bisogno_”. Novara con le fredde nebbie d’inverno “_che avvolgono i suoi viali, mettendo i brividi nelle ossa, ma anche la sorpresa- in primavera di scoprire un paesaggio, tutt’attorno alla città, che si trasforma in un lucido specchio, dove l’azzurro del cielo si riflette nell’acqua delle risaie_”. La narrazione si chiude con un capitolo dolente, difficile. La scomparsa prematura di Nadia nel febbraio del 2018, i ricordi resi pubblici nell’ultimo saluto che proprio lei rivolse all’amica. Si avverte il senso del vuoto, dell’assenza che può essere mitigata solo parzialmente dalle memorie condivise. E la consapevolezza che la vita continua a girarci intorno e dobbiamo strapparne a brandelli , di volta in volta, qualche morso, come fa Clara Cipollina raccontandosi nel libro, con determinazione e coraggio.

Marco Travaglini

Mughini, il “rompicazzi” come categoria dello spirito

È il polemista italiano più attenzionato dai retequattristi in fascia preserale. Siamo tutti o quasi sintonizzati lì, a sentire i dati sull’audience.
Situazionismo, smorfie narcise e torture alla sedia. E’ Giampiero Mughini, opinionista di vecchia scuola. Analogico per anagrafe. Dotato di profonda cultura e vasta bibliofilia. Un passato in gioventù, nel radicalismo politico marxista di Lotta Continua, subito lasciato alle spalle, per manifesto odore di bruciato. Il suo ultimo libro:”I rompicazzi del Novecento, piccola guida eterodossa al pensiero pericoloso” ( Marsilio, collana gli specchi, 2022, 248 pagg., €. 19) è la rivelazione letteraria di un “altro” Mughini. Scrittore di vaglia.
Inizia la narrazione, trattando estesamente della Romania sotto il feroce regime fascista e antisemita di Corneliu Codreanu. Nei primi decenni del secolo scorso. Attraverso le storie di vita, di tre intellettuali di punta di quel periodo, Emil Cioran, Mircea Eliade e Eugène Jonesco, spiega la natura dell’oppositore, nelle pieghe più sottili del suo comportamento e della sua psicologia. Esistenze vagliate e analizzate ai raggi x. Prosegue su questa falsariga, a raccontare dell’Italia in guerra di Giovanni Ansaldo, Giaime Pintor e Giuseppe Prezzolini. Degli “estremisti moderati” li avrebbe definiti Mario Pannunzio. Vissuti tra la pratica prudente del dissenso e l’anelito insopprimibile alla libertà. Sempre, purtroppo, sotto lo sguardo vigile della dittatura mussoliniana. E non si poteva nascere altrove.
Il “rompicazzi” come categoria dello spirito, rifiuta il tutto che lo ingloba. Il tutto conforme. Una spallata a destra e una a sinistra. Rischiando il carcere e a volte perdendo la vita. La dove la linea di demarcazione tra l’ ‘onore’ e la ‘vergogna’ diviene sempre più sottile e indecifrabile. Il nostro poi, uscendo dalla storia politica, ci porta dentro l’anticonformismo rompicazzista ravvisato nel costume del dopoguerra. Attraverso le vite dello scrittore Giovanni Celati, della band inglese dei Rolling Stones e della regina degli scandali mondani capitolini Marina Ripa di Meana. E poi la sua vita da “rompicazzi orgoglioso di esserlo”, come si autodefinisce al calar del sipario testuale, Mughini Giampiero. Tra licenziamenti e congedi dai giornali di ogni colore, sempre in direzione ostinata e contraria. Sia che fossero “lib” oppure “lab”. Senza compromessi volti a sacrificare il suo libero pensiero critico. Pagando sempre di persona. Mai utilizzando il “come dire” tanto in voga oggi, nel parlato intercalare del linguaggio radio-televisivo. “Come dire” virgola e poi niente. Un unicum di cui hanno buttato via lo stampo. Irreplicabile, se non da se. Chi vuole se lo perda. In video, su carta. Lui non fa una grinza.

ALDO COLONNA

Ad Andora “Diario italiano” e un ricordo di Beppe Sangiorgio

Lunedì 21 agosto alle ore 21,30 ad Andora nell’Anfiteatro dei Giardini di Palazzo Tagliaferro, Largo Milano , per il ciclo “Sguardi laterali”, avrà luogo la presentazione dell’ultimo libro di Pier Franco Quaglieni “Diario italiano. Figure del nostro tempo”, Pedrini Edizioni 2023. Interverranno Maria Luisa Alberico e Bruna Bertolo. Introduzione e coordinamento  di Christine Enrile.
L’incontro sarà anche occasione per presentare il libro “Torino. Declino e rilancio”, raccolta degli articoli del giornalista Giuseppe Sangiorgio su “La Stampa” a cura di Luciana Ponsetto Sangiorgio.

Le librerie più belle e singolari

Le librerie sono luoghi incantati, posti meravigliosi, pianeti magici che ci coinvolgono in storie avvincenti, dove sogno e realtà si incontrano, dove il peso e l’importanza di avvenimenti del passato dimorano testimoniando di fatti ed eventi che ancora oggi ci influenzano, dove la fantasia e l’immaginazione di racconti incredibili ci fa volare via dalla realtà creando per noi un rifugio dall’oggettività del vita di tutti i giorni.

La libreria è un territorio sacro, non solo un posto dove i libri vengono venduti, ma una località dalle proprietà terapeutiche. Diceva Montesquieu “Non ho avuto mai un dolore che un’ora di lettura non abbia dissipato”. Le librerie sono luoghi di culto dunque, ma anche vere e proprie attrazioni che per la loro struttura, per la loro storia, per gli arredi e lo stile richiamano molti visitatori, turisti e appassionati di lettura. Girando per l’Italia ma anche per il mondo intero ne troviamo di bellissime e storiche ma anche molte dal design moderno e d’avanguardia. Vediamone alcune davvero particolari.
libreria
Partiamo dalla nostra bellissima Torino che ospita, tra le altre, una meravigliosa e storica libreria, sofisticata e ricercata: La Luxemburg. E’ la più antica di Torino, fondata nel 1872 ed è considerata una tra le più belle del mondo. Catalogo molto fornito, libri in molteplici lingue, riviste internazionali, questo elegante negozio si fa promotore di importanti eventi culturali ed è un punto di riferimento per i lettori della città e non solo.
El Ateneo, a Buenos Aires, era un bellissimo teatro progettato nel lontano 1919. Dopo ben 80 anni cambiò destinazione d’uso divenendo una meravigliosa libreria, un posto unico e scenografico. Il palco è ora un accogliente bar e le tribune laterali delle accoglienti sale di lettura.
A Roma, a Palazzo delle Esposizioni, troviamo il Bookabar. Bianca, minimal e dagli spazi molto ampi. Il catalogo è davvero fornito e i locali molto grandi permettono una mostra dei libri molto estesa con uno ottimo risalto per i titoli. All’interno della libreria, come si evince dal nome, si trova un bar moderno e piuttosto modaiolo.

Nella romanticissima capitale francese troviamo Shakespeare & Company. In questo luogo storico si incontravano i maggiori scrittori della Beat Generation e ad oggi rappresenta un vero e proprio fondamento della vita letteraria parigina. Vengono organizzati importanti eventi settimanali come il sunday tea, presentazioni di libri e letture di poesia.
Spostandoci in un altro continente, nella vivacissima Città del Messico troviamo la libreria più grande del mondo El Péndulo: un giardino e un ristorante in mezzo a migliaia di libri. Grandi piante ornamentali e sedie in vimini. Una riserva del pensiero e della lettura.libreria 2
Atlantis Books si trova a Santorini. Un paesaggio meraviglioso e incomparabile: mare cristallino e cielo azzurro mentre, seduti in terrazza, si legge un libro. Nata nel 2002 dall’idea di alcuni ragazzi che erano nell’isola in vacanza, oggi ospita vari eventi e festival, un cane ed un gatto. Un posto davvero unico.Tornando a casa nostra non possiamo non citare Acqua Alta a Venezia. Un negozio incredibile che, come tutta la città combatte appunto,con l’acqua che spesso diventa invadente e inopportuna. Non ci sono scaffali posizionati in basso, i libri si trovano all’interno di gondole e canoe. Un concentrato di cultura, di amore per i libri e di tenacia. Niente catalogo in digitale, unico supporto un sorridente e gentilissimo proprietario che accompagna nella ricerca del libro desiderato.

libreria 3La Città dei libri di Powell, Portland in Oregon è una delle librerie che vende libri usati più grandi del mondo. Gli avventori vengono accolti con una mappa che li aiuta ad orientarsi all’interno dell’edificio. 1 milione di libri, 200 impiegati, 10.000 visitatori al giorno. La formula vincente? Mettere un libro in vendita nuovo vicino ad uno usato e a bassissimo costo.
Altre bellissime librerie degne di nota ma soprattutto di visita sono: City Lights Books a San Francisco in California, Livraria Lello & Irmão a Porto in Portogallo, dove per entrare è necessario acquistare il biglietto, Daikanyama T-Site a Tokyo, Giappone, meraviglioso luogo tra il verde degli alberi, The Last Bookstore, Los Angeles in California, scaffali particolarissimi in una ex-banca abbandonata, Caverne aux Livres, nei pressi di Auvers-sur-Oise in Francia, allestita all’interno di un treno dismesso e Polare a Maastricht, in Olanda, nell’intimità di una sobria e spiritualissima chiesa domenicana, migliaia di scaffali ospitano altrettanti libri e nell’abside è possibile gustarsi un buon caffè.

Maria La Barbera

 

Classifica Amazon: Torino decima tra le città che amano leggere

Torna la classifica delle città italiane più appassionate di lettura stilata da Amazon.it

 

Milano non rinuncia al primo posto in classifica e apre il podio a due new entry, Pavia e Siena, che si assestano in seconda e terza posizione.

 

Amore per la lettura in aumento a Pisa e Cagliari che entrano nella top 10 collocandosi rispettivamente al quarto e al settimo posto. 

 

“Spare. Il Minore” è il libro più letto dagli italiani.

 

Milano, 10 agosto 2023 – Che sia per evadere dalla vita quotidiana, per ricercare nuovi stimoli e lasciarsi ispirare o semplicemente per fare una pausa, leggere un libro è – e rimane – una delle più grandi passioni degli italiani. E anche quest’anno, Amazon.it ha stilato la lista delle città che hanno letto di più, i generi letterari preferiti e i libri più amati nel periodo da luglio 2022 a giugno 2023.

Non vuole rinunciare al primo posto in classifica la città Meneghina che per l’undicesimo anno di fila resta in testa tra le città italiane che hanno letto di più nel corso dell’anno. Seguono quattro new entry inaspettate: la città dalle 100 torri, Pavia, si assesta al secondo posto, mentre chiude il podio la città toscana del celebre Palio,Siena, classificandosi al terzo. E le novità non finiscono qui, perché in quarta posizione fanno la loro apparizione ipisani che, all’ombra della Torre Pendente, si sono lasciati trasportare da incredibili storie e mirabolanti avventure. Rimonta, rispetto allo scorso anno, Padovache sale dall’ottavo al quinto posto. Non stupisce la presenza in classifica di Bologna, al sesto posto, patria di Guido Guinizelli, fondatore del Dolce stil novo. Al settimo posto, un’altra novità: i cagliaritani, immersi nella lettura tra un raggio di sole e un soffio di maestrale. Chiudono la classifica Firenze, Roma e Torino. E se milanesi e cagliaritani prediligono letture in formato digitale, sono pavesi e senesi a non rinunciare al romanticismo della carta stampata.

Le città che hanno letto di più: ecco la top 10 completa

  1. Milano
  2. Pavia
  3. Siena
  4. Pisa
  5. Padova
  6. Bologna
  7. Cagliari
  8. Firenze
  9. Roma
  10. Torino

Viaggio lungo lo Stivale alla scoperta dei generi letterari più apprezzati

Gli italiani sono tutti accomunati dalla grande passione per la lettura, ovunque si trovino. Ma quali sono i generi più amati? A livello nazionale, hanno spopolato quest’anno i libri per bambini e ragazzi, i più letti da milanesi, senesi, bolognesi, cagliaritani, romani e torinesi. Seguono i libri di letteratura e studi letterali, di cui sono particolarmente appassionati i pavesi. Al terzo posto tra i generi più letti, non può mancare un po’ di dolcezza: il romanticismo, infatti, non passa mai di moda. Seguono, poi, i thriller e i libri su salute e benessere, anche se pisani e fiorentini si distinguono per un interesse spiccato per le tematiche economiche.Manga, scienze sociali, biografie, medicina e tecnologia e arte, dal cinema alla musica, chiudono la top 10 dei generi più letti in Italia.

Spare. Il Minore”, il libro più amato dagli italiani, e le altre letture preferite

Gli italiani non hanno proprio saputo resistere ai gossip sugli intrighi di corte: è, infatti, “Spare. Il Minore” il libro più letto. La versione della storia raccontata direttamente dal Principe Harry in persona che mette nuova luce sulle dinamiche dei reali inglesi. Impossibile resistere! Al secondo posto tra i libri più amati, “Dammi mille baci” di Tillie Cole, la storia di un ragazzo e una ragazza uniti da un legame creato in un istante e custodito per un decennio. Segue “Il caso Alaska Sanders” di Joël Dicker, il racconto di uno sconvolgente omicidio avvenuto in una tranquilla cittadina del New Hampshire. Al quarto posto torna “Fabbricante di lacrime” di Erin Doom che continua ad appassionare gli italiani. A sorpresa, si classifica al quinto posto “La Scienza delle Pulizie: La chimica del detersivo e della candeggina, e le bufale sul bicarbonato” di Dario Bressanini. Ebbene sì: il bicarbonato non disinfetta e non lava, il sapone lava e igienizza, ma non disinfetta, la candeggina sbianca e disinfetta, ma non rimuove lo sporco. Queste e tante altre sono le curiosità che gli italiani, ormai guru di pulizia e igiene, hanno voluto scoprire attraverso la lettura.

 

Da chi legge a chi scrive passando per “Amazon Storyteller”

Prosegue la quarta edizione italiana di “Amazon Storyteller”, il premio letterario per autori autopubblicati, un’opportunità senza pari per scrittori emergenti ma anche per lettori alla ricerca di nuove storie. Le candidature per partecipare all’iniziativa sono ancora aperte: fino al 31 agosto 2023 gli autori possono proporre le proprie opere inedite direttamente da Kindle Direct Publishing, in modo semplice, rapido e gratuito, informato cartaceo e digitale. Tutti i clienti di Amazon.ithanno la possibilità di leggerle su qualsiasi dispositivograzie all’app Kindle gratuita per iPhone, iPad,smartphone e tablet Android, PC e Mac, nonché sugli e-reader Kindle e sui tablet Fire. Il vincitore del premio Amazon Storyteller 2023 sarà annunciato a novembre.