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I libri più commentati del mese

Di quali libri ha discusso community de Il Passaparola dei Libri nel mese di luglio? Come c’era da spettarsi, al primo posto c’é Come D’Aria , della sfortunata Ada D’Adamo postuma vincitrice del più recente Premio Strega; al secondo posto un altro romanzo premiato, al Bancarella stavolta, ovvero La Portalettere di Francesca Giannone; terzo posto per L’Insostenibile Leggerezza Dell’Essere, romanzo “cult” del defunto Milan Kundera, tornato prepotentemente alla ribalta letteraria.

 

Incontri con gli autori

 

Questo mese abbiamo fatto la conoscenza di Stefania P. Nosnan, scrittrice udinese autrice di Sangue agli Dei (Bertoni, 2023) un giallo ambientato in una riserva Navajo e con la scrittrice e giornalista Tindara Lanza de’ Rasi che ha esordito nella narrativa con il suo primo romanzo L’Ibiscus Stava Fiorendo (Kimerik, 2023) 

 

 

Per questo mese è tutto: vi ricordiamo che se volete partecipare ai nostri confronti, potete venire a trovarci su FB e se volete rimanere aggiornati sulle novità in libreria e gli eventi legati al mondo dei libri e della lettura, visitate il nostro sito ufficiale all’indirizzo www.unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Il sorriso di Renzo Villa e l’invenzione della tv privata

Una fetta di sorriso è il titolo di un libro molto bello che si legge in un fiato.

L’ha scritto Cristiano Bussola, giornalista alessandrino di nascita e torinese d’adozione, appassionato di televisione. Racconta, attraverso una quarantina di testimonianze, l’avventurosa storia del luinese Renzo Villa, uno dei pionieri della televisione commerciale italiana, morto prematuramente nel 2010. Pagina dopo pagina, sfogliando i ricordi di registi e conduttori, cantanti e comici, cameraman e telespettatori, prende vita l’incredibile impresa di un uomo che amava lo spettacolo e la cultura al punto da spingersi, nel 1975, a fondare la prima tv privata in Italia a trasmettere via etere al fianco del petroliere Giuseppe Mancini e dell’amico Enzo Tortora, notissimo volto del piccolo schermo grazie alla Domenica Sportiva e a Portobello. L’esperienza di Telealtomilanese, che trasmetteva da Busto Arsizio in provincia di Varese, dovette fare i conti con mille ostacoli e con il sequestro operato dalla   polizia del trasmettitore e delle telecamere dell’emittente. Ma Villa e Tortora non erano certamente dei tipi che si lasciavano intimorire. Nel 1977 fondarono una nuova tv, Antennatre Lombardia, emittente che farà la storia delle trasmissioni televisive, all’avanguardia dal punto di vista della tecnologia e del linguaggio, con uno studio ( il celebre Studio 1 a Legnano) che poteva vantarsi di essere il più grande d’Europa, trasmettendo le immagini a colori nell’anno in cui anche la Rai andò oltre al bianco e nero. Nelle interviste raccolte da Cristiano Bussola con un lavoro dove s’intuisce la grande passione per il piccolo schermo viene ricostruita la storia della creatura mediatica di Renzo Villa che lanciò la réclame a livello imprenditoriale in un contesto di creatività e sperimentazione con programmi che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo come La Bustarella, condotta da Ettore Andenna, Il Pomofiore condotto da Lucio Flauto con la regia di Cino Tortorella ( il mitico mago Zurlì dello Zecchino d’Oro) e Bingooo, il gioco a premi ispirato alla versione anglosassone della tombola che andò in onda per 420 puntate, condotto dallo stesso Villa che compose ed eseguì anche la sigla del programma (“Se la vita non ti sembra bella, gioca al Bingoo, ridi, canta e balla, se sei triste e pieno di guai, vieni dai, e sorriderai…”)  che, incisa sul vinile a 45 giri registrò la vendita record di un milione e mezzo di copie. Le testimonianze raccolte da Bussola offrono una visione ricchissima della personalità di Villa e degli anni ruggenti di Antennatre Lombardia tra il 1977 e il 1987. Oltre al già citato Andenna ci sono gli esordi di Massimo Boldi e del suo personaggio Max Cipollino, Gerry Bruno già leader dei Brutos, Enrico Beruschi e Elena, la figlia di Lucio Flauto, Donatella Rettore e Wally Villa che tiene viva la memoria del marito attraverso l’associazione di amici che porta il suo nome. E ancora Peppo Sacchi, Memo Remigi, Johnson Righeira (L’estate sta finendo fu un grande successo sull’emittente lombarda),il giornalista sportivo Ravezzani, Wilma De Angelis e tantissimi altri. L’ultima parte del libro è dedicata all’album fotografico di quel decennio d’oro che suscita ricordi ed emozioni. Cristiano Bussola ha avuto il grande merito di dare l’opportunità a chi ignorava questa storia e i suoi protagonisti di conoscere Renzo Villa e i suoi collaboratori che, dal più umile operatore e tecnico ai volti più noti e popolari, hanno contribuito alla storia delle televisione italiana regalando a una larghissima platea di spettatori una grande “fetta di sorriso”.

Marco Travaglini

 

“Una fetta di sorriso. Renzo Villa, l’inventore della tv commerciale raccontato da chi lo ha conosciuto” di Cristiano Bussola, Paola Caramella Editrice – Euro 18,00. Link per l’acquisto:

https://www.paolacaramella.it/product/una-fetta-di-sorriso/

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Karl-Markus Gauss “Viaggio avventuroso intorno alla mia camera”

-Keller Editore- euro 18,00

In questo breve e affascinante libro lo scrittore austriaco è un flâneur della sua stanza: perimetro limitato in cui lui ha l’abilità di avventurarsi e ogni oggetto su cui posa lo sguardo diventa lo spunto per un volo fantastico… altrove. Viaggiare nella storia e nel mondo, ma stando fermi e osservando quello che ci circonda e abita le nostre stanze; per farlo occorre avere cultura e fantasia.

Il germanista Karl –Markus Gauss, classe 1954, ci aveva già appassionati con il precedente “Nella foresta delle metropoli”, una mappa temporale del vecchio continente in cui era chiara la sua grande capacità di essere un viaggiatore nella memoria europea.

Ora dalla sua casa di Salisburgo osserva le stanze e parte da semplici oggetti per aprire mondi da esplorare e raccontare.

Un tagliacarte con la scritta «scatole in Eternit-brevetto Hatschek» è l’innesco per ripercorrere la storia dell’inventore del materiale edilizio a lunga conservazione, che lo rese ricco e fu impiegato ovunque, perché non si sapeva ancora quanto fosse mortale. Gauss ricostruisce l’avventura di Ludwig Hatschek, nato nel 1856 in Moravia, poi trasferitosi nell’Alta Austria, studi in Inghilterra e la sua creazione che, dopo la morte a soli 60 anni (causata dall’Eternit), fu portata avanti dal figlio che continuò a venderlo in mezzo mondo.

Questo solo un esempio, poi quadri, foto, raccolte di oggetti, librerie stracolme, bauli di famiglia, ricettario della nonna……tutto quello che è l’habitat domestico dello scrittore diventa trampolino di lancio per ricucire biografie, pensieri, viaggiare in altri paesi e in altre epoche. Tutto diventa materia che nelle sue mani si trasforma in racconto intelligente, dotto, interessante. Impossibile riassumere i tanti spunti che scoprirete e che vi faranno amare questo filosofo della memoria.

 

 

Isaac Bashevis Singer “Max e Flora” -Adelphi- euro 19,00

E’ rocambolesca la trama di questo romanzo dello scrittore yiddish Premio Nobel Isaac Bashevis Singer ((1902- 1991), uscito a puntate tra agosto e aprile 1972 sul quotidiano di New York (in lingua yiddish) “Forverts”, e finora inedito in volume.

E’ la storia di una coppia di coniugi ambientata nella Varsavia ebraica a inizio Novecento. Sono i Max e Flora del titolo, ebrei polacchi emigrati in Argentina dove hanno fatto fortuna con una fabbrica di borsette, ma anche gestendo un lucroso traffico di prostitute per il bordello di una certa Berta. Flora è analfabeta con un passato da attrice e sogna di tornare sul palcoscenico. Max gongola del successo ottenuto oltreoceano e della bella moglie.

I due partono da Buenos Aires, destinazione Varsavia, per reclutare nuova manovalanza femminile di dubbia destinazione finale, giovani operaie o/e «carne fresca» per la seconda attività redditizia.

Max e Flora si muovono nel ghetto ebraico, riallacciano i rapporti con i vecchi amici, a partire dal malavitoso Meir Panna Acida. L’azione si svolge tutta intorno a via Krochalma, pullulante di ladri, prostitute, rabbini, gestori di attività sordide e miseria umana varia ed assortita.

Singer ha passato gran parte della sua vita negli Stati Uniti, eppure il suo pensiero è tornato spesso nei romanzi in quella strada dove aveva abitato con la famiglia nel 1908, dove era cresciuto, aveva studiato e preso parte a tutti gli eventi chassidici. La via principale del quartiere ebraico di Varsavia, cancellato poi dalla Shoa.

E’ lì che i protagonisti si trovano immersi in grovigli amorosi, segreti del passato, e viene messa a dura prova la loro solidità di coppia particolare. Una serie di vicende tra il tragico e il ridicolo.

Flora è legata da un’ infinita riconoscenza all’uomo che l’ha salvata dal destino incerto, la sua dedizione arriva addirittura a scegliergli le amanti. Dal canto suo Max è pienamente appagato da Flora che soddisfa ogni suo capriccio. Le sortite extraconiugali paradossalmente cementano il loro legame e la passione che li unisce. Ma l’incontro con Rasha, la 15enne badante di un’anziana, rischia di far vacillare Max che (40enne) medita addirittura di sfidare la legge pur di stare con il nuovo amore. Aspettatevi complicazioni di ogni sorta.

A Varsavia accade di tutto: il ghetto imbriglia le loro vite e li scaraventa in una girandola di gangster, innamoramenti, ladruncoli, rabbini, tra sordide camere di hotel, case di sconosciute, stazioni e via così di grovigli criminali…..

 

 

Carlo Vecce “Il sorriso di Caterina” -Giunti-

A mettere al mondo Leonardo da Vinci il 15 aprile 1452, uno dei maggiori geni dell’umanità, sarebbe stata la schiava circassa, Caterina. Lo svela nel suo romanzo Carlo Vecce, professore all’Orientale di Napoli, filologo e studioso del Rinascimento, che padroneggia 6 lingue, autore di saggi dottissimi, abilissimo nello scandagliare importanti archivi storici.

Il 14 maggio Vecce ha annunciato che dopo anni di approfonditi studi e ricerche ha scoperto chi era la madre di Leonardo. Tutto accuratamente documentato e reso accessibile in forma romanzata.

Il libro ricostruisce la vita di Caterina, nata libera e selvaggia sugli altopiani del Caucaso, figlia del guerriero Jacob. La sua vita cambia drasticamente quando viene catturata alla Tana (ultima colonia veneziana alla foce del Don).

E’ l’inizio della sua schiavitù, considerata meno di niente, passata di mano da un padrone all’altro: comprata, rivenduta e prestata. Trascinata contro la sua volontà via mare fino a Costantinopoli, poi a Venezia; sempre in lotta con la fame, rischiando stupri e morte.

La schiava circassa a un certo punto si ritrova a Firenze, proprietà dell’avventuriero Donato di Silvestro che fugge a Firenze dove ritrova il suo primo amore, monna Ginevra; la sposa e le regala Caterina.

E’ in casa loro che la giovane viene notata dal notaio Ser Piero, sposato a sua volta, che se innamora e, contravvenendo alla legge, la sottrae alla famiglia di cui è schiava. E’ con lui che Caterina concepisce quel figlio che, essendo frutto di una relazione extraconiugale, rischia di esserle portato via.

Ser Piero però non l’abbandona e insieme fuggono a Vinci, dove il piccolo Leonardo nasce il 15 aprile 1452.

Caterina ha 25 anni quando con un parto travagliato mette al mondo il suo primo figlio Leonardo. Ma poiché è stato concepito quando lei era una schiava e fuori dal matrimonio è qualcosa che le leggi dell’epoca puniscono severamente, ragion per cui non potrà mai dichiarare il loro legame di sangue.

Il nome scelto per il nascituro è quello del Santo protettore degli schiavi, e crescerà con lo zio, i nonni e Caterina che lo allatta e lo cresce per 10 anni, nel ruolo di balia dei figli del padrone di casa.

Quando il piccolo non ha neanche 6 mesi lei viene dichiarata libera con un atto notarile stilato proprio da Ser Piero da Vinci.

Anni dopo sposerà un ex soldato diventato contadino, avrà altri 5 bambini e il loro matrimonio durerà 40 anni. Anche se la sua strada si separerà da quella di Leonardo, il suo amore per lui sarà insuperabile, ampiamente ricambiato.

Rimasta vedova lo raggiungerà a Milano dove lui lavorava presso Ludovico il Moro; ed è lì che morirà di malaria il 26 giugno 1494, accudita fino all’ultimo dal figlio.

Leonardo organizzò per lei un funerale principesco e si ipotizza che i suoi resti potrebbero essere tra quelli riportati alla luce durante i recenti scavi nella Cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa di San Francesco Grande.

 

 

Carlo Arancio “Sicily in Decay”

Carlo Arancio è un giovane prodigio siciliano, nato a Catania il 20 marzo 1992, studi di architettura, fotografo di sensibilità e talento, che si avventura in palazzi abbandonati e ferma nelle sue immagini il tempo inesorabile del degrado. Risultato: foto stupende che parlano all’anima e raccontano stralci di vite passate.

E’ talmente bravo che ha vinto gli ND Awards 2020, contest internazionale, come migliore fotografo non professionista nella sezione architettura d’interni. Inoltre vanta collaborazioni prestigiose con grandi fotografi, primo fra tutti Thomas Jorion.

Il volume raccoglie gli scatti della sua prima mostra personale a Catania “Sicily in Decay. Serie Biscari e serie Scammacca”.

Libro pregiato dell’allestimento aperto al pubblico dal dicembre 2020 ad aprile 2021 in due location poco distanti una dall’altra. A Palazzo Biscari (nella parte adibita a co-working) e nel piano nobile di Palazzo Scammacca, (restaurato ed ora aperto al pubblico come spazio espositivo).

La sua è una sorta di missione di vita ed è legata soprattutto alla magnifica terra che gli ha dato i natali, la Sicilia, dove le dimore lasciate a se stesse sono innumerevoli e nascondo meraviglie incredibili. Lui le scopre, vi entra con passo felpato, grande rispetto ed estrema sensibilità, poi compie la sua magia: riesce a cogliere l’essenza del luogo, la intuisce tra calcinacci e muri scrostati.

Se visitate la sua pagina social Sicily_ in_ Decay trovate le magnifiche foto che scatta in ville, chiese e palazzi fatiscenti.

Il libro è acquistabile sul suo sito, va consultato ripetutamente, con calma, e ad ogni sguardo scoprirete qualche dettaglio in più. Perché, come ci ha raccontato, il suo non è semplicemente addentrarsi in luoghi massacrati dall’incuria.

Se volete conoscere meglio questo artista si è raccontato nella lunga intervista che ha concesso al Torinese

https://iltorinese.it/2023/07/07/sicily-in-decay-le-fotografie-di-carlo-arancio/

 

Per scoprire le sue opere e acquistare il libro è da consultare il sito

www.sicilyindecay.com

Per le foto al Winners Awards 2020 il link del Contest:

https://ndawards.net/winners-gallery/nd-awards-2020/non-professional/interior/812/gold-award/

Ad Alassio la presentazione del “Diario italiano” di Quaglieni

Mercoledì 2 agosto alle ore 21,30, con il Patrocinio della Città di Alassio, nella’Auditorium “R. Baldassarre” della Biblioteca civica (piazza Airoldi e Durante, 7), la giornalista Maria Luisa Alberico presenterà il libro di Pier Franco Quaglieni  Diario italiano. Figure del nostro tempo, Edizioni Pedrini 2023. Il libro prosegue e amplia gli orizzonti tracciati dai libri precedenti del prof. Quaglieni con nuovi personaggi della storia italiana, tra i quali Piero Angela,Eugenio Scalfari, Walter Tobagi, Gino Strada, per citare alcuni dei 29 profili, senza mai indulgere all’agiografia banalizzante, ma con  luci ed ombre nel rifiuto di ogni mitizzazione o critica preconcetta, secondo i criteri storici più rigorosi. Ingresso libero. Locale climatizzato.

Luca Mangoni del gruppo Elio e le Storie Tese racconta “Supergiovane Forever”

Sabato 29 luglio, ore 19.00
Capodoglio, via Murazzi del Po Gipo Farassino 37

Luca Mangoni del gruppo Elio e le Storie Tese racconta “Supergiovane Forever”, il suo libro, scritto a quattro mani con Paolo Cosseddu, edizioni People, la casa editrice fondata da Giuseppe Civati.

Chi ha frequentato gli storici Murazzi di Torino non può che ricordarsi il loro legame con la musica e, proprio al Capodoglio che ha appena aperto nello spazio che era l’Alcatraz, gli aneddoti di Luca Mangoni ci faranno attraversare gli ultimi decenni di storia musicale vista dal punto di vista di uno dei gruppi da sempre più interessanti del panorama italiano, gli Elio e le Storie Tese.

Proprio in concomitanza con il nuovo tour del gruppo, Mangoni presenta questo libro in cui racconta le sue molteplici identità, dall’infanzia in una Milano che non c’è più alla passione politica, dai determinanti incontri ai tempi della scuola fino all’attività di stimato architetto e, soprattutto, di irresistibile performer. Una storia tra realtà e leggende, alcune fra queste raccontate dalla viva voce di due che lo conoscono bene: Faso e Rocco Tanica.

Con lui sabato a Torino ci sarà Paolo Cosseddu, direttore editoriale della rivista Ossigeno e coautore del libro. Introduce l’incontro Francesca Druetti. L’evento è inserito nell’ambito del Salone OFF del Libro di Torino.

L’ingresso è libero e gratuito, per informazioni 3386567889.

Al via a Bardonecchia l’Estate di “Scena 1312 Books”

 

Al via a Bardonecchia l’Estate di “Scena 1312 Books”, la rassegna di incontri con gli autori, che fa parte della stagione di Scena 1312, organizzata dall’Amministrazione Comunale e da Estemporanea.

Novità di quest’anno la location degli appuntamenti, in gran parte ospitati presso la Base Logistico Addestrativa di Bardonecchia, oltreché nel foyer del Palazzo delle Feste.

Ieri la tappa inaugurale con la presentazione del libro “In forma con Kubi “di Alessandra Altamura ed Enrica Ruffa.
Il prossimo 3 agosto Bruna e Carla Parodi presenteranno il loro “Geometrie al femminile”. Il 10,11 e 12 agosto tre incontri con tre autori: si comincia con Stefano Luti ed il testo “Una goccia di amore oltre la morte”, Matteo Negro parlerà del suo libro “La seconda possibilità” mentre, vongole uno sguardo di stretta attualità, Filippo Poletti sarà al Palazzo delle Feste per presentare “Ucraina:grammatica dall’inferno “.
Ed ancora, il 16 agosto un pomeriggio con le Regine di Casa Savoia in compagnia di Luciano Regolo. A concludere la rassegna il presidente dell’Uncem Marco Bussone, con cui si parlerà del “Grande ciclismo in Piemonte”.

 

 

Paolo Squillante, “Dimensione Impero”: un libro adrenalinico tra Storia e Fantascienza

Informazione promozionale

L’Impero Romano non è mai crollato e anzi ha continuato ad espandere i suoi confini, rubando tecnologie da altri universi…

 

Incontro con l’autore

CI PARLI DI LEI E DELLA SUA PROFESSIONE

Sono il dottor Paolo Squillante, nato a Roma nel 1983 e laureato in Psicologia con la specializzazione in Psicoterapia Gruppoanalitica.

Per quasi dieci anni ho lavorato in cliniche psichiatriche nella capitale e attualmente sono impiegato in alcune Onlus per evitare la dispersione scolastica dei ragazzi nelle periferie più difficili.

Inoltre ho diverse pagine su vari social, dove promuovo benessere psicofisico, con video e stories: Tiktok (paolosquillante14), Istagram e Facebook (Paolo Squillante).

Da sempre sono appassionato di Storia, soprattutto il periodo della Roma Antica e della Seconda Guerra Mondiale.

Oltre a ciò, mi appassiona sia la fantascienza che il fantasy come genere sia letterario che cinematografico.

Infatti Dimensione Impero è un ibrido tra storia e fantascienza e risponde alla mia personale domanda, che mi sono posto fin da bambino: cosa ne sarebbe stato della realtà odierna se l’Impero Romano non fosse mai crollato e scomparso?

Ovviamente in una trama che unisce tradizioni millenarie con la modernità e le relative tecnologie ho provato a rispondere a questa domanda in Dimensione Impero.

 

LA TRAMA

Marco è un noto scienziato e ha inventato uno scudo energetico che protegge qualsiasi cosa da ogni tipo di minaccia, dalle radiazioni a veri e propri attacchi con armi da fuoco.

Ad un certo punto, proprio mentre sta ultimando tale scoperta, si risveglia in un’altra realtà, dove l’Impero Romano non è mai crollato e anzi ha continuato ad espandere i suoi confini, rubando tecnologie da altri universi.

Tale minaccia ha costretto il resto del mondo ad unirsi per contrastarlo.

Marco perciò è stato rapito dai Romani che vogliono la sua arma e si ritroverà a fuggire, coinvolto in una guerra che non gli appartiene, su un mondo non suo e in costante pericolo di vita, poiché il suo scudo è conteso da entrambe le fazioni.

 

COME NASCE DIMENSIONE IMPERO?

Un mese esatto dal primo lockdown che ha costretto tutti noi a vivere momenti drammatici, rinchiusi in casa e distanti dagli affetti, quella notte la mia mente ha prodotto un bellissimo sogno. Tale visione onirica, la quale la si può trovare opportunamente modificata nel primo capitolo di Dimensione Impero, mi ha spinto a scrivere tale opera. Nelle pagine del libro si trova tutta la mia passione per l’Antica Roma e per la fantascienza. Infatti, a volte celati e a volte in maniera esplicita, vi sono riferimenti a tutti i libri, saghe cinematografiche e serie televisive di cui sono un grande estimatore.



COME DEFINIREBBE DIMENSIONE IMPERO?

Lo trovo un libro adrenalinico che  si legge tutto d’un fiato. Il protagonista vivrà in costante tensione aiutato da altri personaggi il cui intento non è sempre chiaro.

Inoltre vi sono alcune figure femminili molto forti, astute, intelligenti e dal carattere deciso. Per me è importante l’emancipazione della donna, che nelle pagine di Dimensione Impero ha un ruolo fondamentale per la salvezza di Marco e dell’intera umanità.

 

COSA L’HA COLPITA DI PIÙ DEL SUO ROMANZO?

Quello che mi ha colpito di più è che non ho trovato nessuna difficoltà nella stesura, come invece spesso accade agli scrittori; vi ho semplicemente messo tutto me stesso, le mie passioni, le mie conoscenze, la mia energia.

 

CHE MESSAGGIO VUOLE DARE CON DIMENSIONE IMPERO?

Tutti abbiamo un sogno nel cassetto. Il mio era di pubblicare un libro. Fin da quando ho memoria ho sempre scritto: romanzi, poesie, racconti. Perciò mi rivolgo a voi, a te lettrice e a te lettore: credi nei tuoi sogni, lotta per loro, non abbandonarli. Il mondo è pieno di difficoltà, molti ti metteranno i bastoni tra le ruote e cercheranno di spegnere la tua luce. Ma tu, invece, coltivala e lotta per te; se ci credi davvero, se non ti arrendi tutto è possibile e il tuo sogno diventerà realtà.

 

HA ALTRI PROGETTI?

Certamente, Dimensione Impero in realtà è il primo volume di una storia ben più lunga. Attualmente sto scrivendo il proseguimento.

RINGRAZIAMENTI?

Il primo va alla mia famiglia, a mia figlia e mia moglie. Quest’ultima è stata la prima lettrice del testo e mi ha consigliato e guidato. Ringrazio i miei genitori che mi hanno cresciuto credendo nei miei sogni e dandomi le energie per lottare per essi. Ringrazio anche i miei suoceri, in particolare il padre di mia moglie che mi ha indicato la casa editrice. I miei amici che mi hanno supportato in questo progetto. E infine, ovviamente, ringrazio la Porto Seguro Editore e il suo staff, che con esperienza, dedizione, pazienza e professionalità, mi hanno permesso di realizzare il mio sogno.



Qui è dove si può comperare il libro online, oltre che in tutte le librerie italiane.

 

https://amzn.eu/d/ibMZQM0

(Amazon)

 

https://www.portoseguroeditore.com/?s=Dimensione+Impero+

(Sito della casa editrice)

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Andrew Sean Greer “Less a zonzo” -La nave di Teseo- euro 20,00

Se avete amato “Less” -che nel 2018 ha fruttato il Premio Pulitzer ad Andrew Sean Greer-, questo romanzo può essere letto come la seconda puntata delle avventure del protagonista, che ora si mette al volante di uno scassatissimo pulmino verde e in compagnia del carlino Dolly attraversa l’America profonda del Midwest, le vaste praterie verso il sud e il mare.

Bella scommessa proseguire nel solco di un testo da Pulitzer, eppure Greer ci si è buttato durante il lockdown che ha trascorso in Italia, tra la Liguria e Milano, e ha deciso di farci scoprire insieme al suo protagonista spazi dell’America che lui stesso non conosceva.

Il romanzo è scritto sulla scorta dei molti appunti che Greer aveva preso durante due road trip che aveva fatto nel 2016 verso Sud-Ovest e due anni dopo nel Sud –Est nel. A muoverlo a salire davvero su un camper è stata la curiosità di

scoprire l’anima del bacino elettorale che aveva votato Trump. Di fronte alla vittoria del ticon lo scrittore si è reso conto che forse non conosceva il suo paese che avevo scelto così incautamente; è allora che ha deciso di andare a scoprirlo.

Il protagonista Less, romanziere di successo, è legato in modo stabile al compagno Freddy Pelu, ma la vita al suo fianco non è di quelle che scorrono senza intoppi. Qui deve fare i conti col suo passato, la morte di un suo ex amante, e con una crisi finanziaria.

Tentare di fuggire dai problemi è la soluzione che trova, approfitta del pretesto di un tour di presentazioni letterarie per incamminarsi a bordo del camper Rosina verso un paese intrigante come l’America. E via a sondare la provincia americana, in compagnia solo del cane Dolly. Lo attendono incontri con personaggi bizzarri, avventure e disavventure impacciate e buffe; e si perde pure alla ricerca del padre che si era eclissato quando lui era solo un bambino.

Pagine indimenticabili sono quelle che narrano la visita di Less in una piantagione di cotone del Mississippi, dove avverte il peso di una pagina di storia del paese brutale e spietata, e mette in luce l’orrore dello schiavismo e del razzismo, che ancora persiste in tante zone. Tutto raccontato con quella vena comica che ammanta le gesta e i pensieri di Less, ingenuo e goffo; personaggio che si fa amare anche quando scopre aree e realtà dure degli Stati Uniti d’America.

 

Inès Cagnati “Giorno di vacanza” -Adelphi- euro 18,00

L’autrice, figlia di contadini veneti emigrati in Francia, era nata in Francia, a Monclar, nel1937 ed è morta nel 2007, dopo una vita in cui aveva vinto svariati premi, ma era sempre rimasta appartata, sfuggente e lontana dalla comunità letteraria. Ora Adelphi ha tradotto e pubblicato questo suo romanzo che è del 1973 e col quale ha vinto il Roges Nimier.

La storia del romanzo è piuttosto dura, di quelle scritte meravigliosamente e che restano nel cuore.

Protagonista è Galla, nata in una famiglia contadina sempre in lotta con la povertà più nera. La madre ha messo al mondo uno stuolo di femmine, una più disgraziata dell’altra; il padre è un bruto che picchia regolarmente moglie e figlie, e impicca i cani di casa quando decreta che siano ormai anziani e inutili.

L’unica via di fuga per Galla è la malandata bicicletta arrugginita con cui percorre 35 km per andare in città, al liceo dove è interna; anche se la madre avrebbe preferito che rimanesse sempre in casa per aiutarla.

Galla vive sospesa tra due realtà; da un lato la scuola, le compagne e l’amica del cuore e sull’altro versante invece i dolorosi rientri nella stamberga. Ad attenderla è soprattutto la madre che però è una donna consumata dalle continue gravidanze, la vita grama e il marito violento.

Il suo amore per Galla è un’arma a doppio taglio, un legame malato per cui ogni volta che la figlia torna al convitto lei si dispera tra lacrime e un sotteso ricatto emotivo che fa sentire Galla in colpa per la vita che sta cercando altrove.

Una famiglia disastrata in cui l’unico maschio è morto prima di nascere. Un colpo malvagio del destino che sarebbe stato insopportabile. L’unica a saperlo è Galla che ha raccolto il corpicino senza vita dopo l’aborto spontaneo della madre, alla quale ha nascosto il sesso del piccolo e lo ha segretamente sepolto nella palude.

Restano le tante femmine, la più piccola è Antonella, creatura cieca e fragile sempre sul ciglio della morte. L’unica a salvarsi dalla furia del padre è la sua preferita, Maria, la più carogna di tutte. E di più non anticipo…..

 

Robert Louis Stevenson “Americana” -Biblioteca del vascello- euro 19,00

L’autore scozzese (nato a Edimburgo nel 1850 e morto a Valima nel 1894), famoso per capolavori immortali come “L’isola del tesoro” e “Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hayde”, in queste pagine racconta il suo viaggio per raggiungere Fanny, la donna di cui si era innamorato.

E’ nel 1979 che Robert si allontana dalla famiglia di grandi costruttori di fari che lo voleva ingegnere; lui

come da tradizione familiare si iscrive alla facoltà, ma ben presto vira senza tentennamenti sulla lettura, diventando uno dei più grandi scrittori dell’800.

A segnare il suo destino sarà l’incontro con Fanny Van de Grift, (1840 – 1914), americana più grande di lui, separata e madre di due figli. Se ne innamora e nonostante l’opposizione dei familiari, lega la sua vita alla donna che gli resterà accanto fino alla fine.

American” è l’avvincente resoconto del viaggio che Stevenson, in rotta con i suoi, malato, con i polmoni minati, e pochi soldi in tasca salpa da Glasgow su piroscafo di emigranti diretto in America. Un viaggio in seconda classe, nel sottoponte, dove inizia la sua avventura, diretto verso la California dove Fanny lo attende.

Stevenson detto anche “Tusitala” ovvero narratore di storie in questo diario ci racconta gli incontri con un’umanità composita.

Poi l’arrivo a New York e il resto del suo percorso, con svariati mezzi e difficoltà, faticosissimo tanto che la sua salute peggiorerà parecchio per lo strapazzo, attraverso l’immensa America, fino a Monterey dove finalmente abbraccia la donna della sua vita. I due si sposano a San Francisco nel 1880.

In questo diario di viaggio c’è tutta la malinconia e la grandezza dello scrittore che dopo capolavori letterari, una vita breve ma intensissima, si spegne per un’emorragia cerebrale, tra le braccia di Fanny nel loro paradiso in terra, alle Isole Samoa. Ed è li che Tusitala come lo chiamavano gli abitanti del luogo viene sepolto sul Monte Vanea, con l’epitaffio che lui stesso scrisse, inciso sulla tomba.

 

Amanda Lear “La mia vita con Dalí” -Il Saggiatore- euro 19,00

In questo libro Amanda Lear ripercorre i 16 anni della sua vita trascorsi come amica, musa e amante dell’imponente pittore surrealista del 900 Salvador Dalí.

La Lear, prima di diventare un personaggio televisivo (che si è divertito anche a giocare su una certa ambiguità) era una squattrinata studentessa che si manteneva agli studi presso le Belle Arti posando come indossatrice.

La prima volta che incontra l’estroso artista è nell’autunno del 1965 a Parigi. Lui è un personaggio accentratore, camaleontico e poliedrico. E’ Marchese di Pübol, (all’anagrafe Salvador Domingo, Felipe, Jacinto Dalì i Domènech), scultore, scrittore, fotografo, cineasta , designer, sceneggiatore, uomo geniale e di difficile gestione.

All’epoca Amanda ha 17 anni, molti sogni anche se ancora nebulosi, una bellezza fuori dal comune, magrissima, intelligente, vive alla giornata e frequenta personaggi vari e assortiti, musicisti, fotografi, giovani artisti che si dilettano in qualche incursione nelle droghe.

Fa subito colpo su Dalì che la include nella sua corte ristretta ed esclusiva, e le dichiara «Da questo momento non ci lasceremo mai, lo sa?». E’ solo l’inizio di un rapporto con il genio eccentrico che dapprima Amanda considera presuntuoso, egocentrico e un po’ ridicolo.

Ma sfuggire al magnetismo di Dalì non è cosa facile. Il libro è il racconto di un legame attraverso una serie di aneddoti, dialoghi, viaggi e incontri con personaggi famosi e sulla cresta dell’onda.

Amanda entra in pieno nel cerchio magico dell’artista che rimane comunque sempre legatissimo alla moglie Gala; donna spigolosa che non è mai messa in discussione e guarda con sospetto la giovane amica del marito.

Il libro è una messe di ricordi in cui la Lear racconta anche come Dalì non sopportò che lei riuscisse a spiccare il volo con ali proprie e scoraggiò sempre i suoi tentativi di emergere in campo artistico. Un uomo così totalmente preso dal culto di sé stesso, non lasciava spazio ad altri; ad Amanda sconsigliava di cimentarsi nella pittura perché solo chi è dotato di testicoli può essere un pittore geniale.

La rottura avviene quando la Lear inizia a incidere dischi e allontanarsi in varie tournée in giro per il mondo. Lei ottiene successo e Dalì si allontana; Amanda è giovane e inanella successi, mentre Dalì inizia a scendere la china del triste declino, aggravato da una malattia degenerativa. Ma il colpo di grazia sarà la morte della moglie. Lui si rinchiude nel castello dove abitava con Gala, non vuole vedere nessuno; ma per Amanda farà un’eccezione e il loro ultimo incontro è straziante.

 

Graziella Porta: le indagini del vicequestore Rodolfo Guglielmetti

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Il vicequestore Guglielmetti con “Il prezzo dell’abbandono” è alla sua seconda indagine, i lettori apprezzano il suo peculiare cinismo ironico che usa per dipanare misteri venuti dal passato. Nei suoi casi si incontrano famiglie problematiche e donne offese nel corpo e nelle emozioni.”

L’AUTRICE:

Come ti definiresti? Mi piace dire di essere a metà fra una casalinga felice e una divulgatrice scientifica. Sono anche ex docente di matematica, cuoca appassionata e scrittrice amatoriale di teatro, cosa che ho fatto per oltre quindici anni.

Perché scrivere romanzi se tu hai un bagaglio scientifico alle spalle? “Scrivere mi riempie di energia, mi rende euforica. I pensieri inseguono una trama per mesi e poi è come se le parole uscissero da sole dalle dita. A volte mio marito reclama la cena e io sono ancora lì che batto frenetica la tastiera del pc. So che detto così sembra una patologia compulsiva tuttavia, vi assicuro, è una gran bella malattia. Inoltre, chi scrive gialli deve seguire un rigore logico per i tempi, gli eventi e anche per i colpi di scena che devono essere dosati, mai eccessivi. Ho anche dovuto raccogliere un minimo di conoscenza delle scienze forensi perché il lettore merita che i dettagli forniti dal medico legale siano corretti; quindi, la formazione scientifica non contrasta lo scrivere, anzi.

Da dove raccogli l’ispirazione per i temi e i personaggi? “Insegnando ormai da anni, ho incontrato situazioni familiari complesse e variegate. Il tema della famiglia mi è molto caro perché, se ci si pensa non si può negare che la formazione di un individuo inizi dalla culla. La famiglia ci plasma, che la si abbracci a vita o la si rifiuti per sopravvivere. Nei miei romanzi, quelli pubblicati e quelli nel cassetto, tutto inizia sempre da una famiglia. Alcuni dei miei personaggi sono inventati, ma i principali si ispirano a persone reali. Ne creo figure simpatiche, peculiari, strane e misteriose a cui faccio vivere storie assolutamente di fantasia. Per mia fortuna non ho mai incontrato assassini!”

Il prezzo dell’abbandono” è la tua seconda pubblicazione, nel primo romanzo “Il profumo del sapone” Guglielmetti scava nel passato di una famiglia all’apparenza normalissima ma nel profondo estremamente problematica. Hai già pronta una terza indagine e qualche progetto per il futuro? Sì, il vicequestore Guglielmetti è già impegnato nella sua ultima indagine, combattuto fra la moglie che gli chiede di andare in pensione e il suo attaccamento al dovere. All’orizzonte c’è il vicequestore Gallo, un personaggio con un gran cuore e qualche difficoltà a socializzare, ma non voglio anticipare troppo!

SINOSSI:

Ne “Il profumo del sapone” la famiglia Degliorti vive una vita anonima in un anonimo palazzo di Corso Concordia a Milano, Zona Risorgimento, non molto lontana dal centro. Gli inquilini del palazzo vi direbbero che non hanno mai sentito un litigio provenire dalla loro porta, si potrebbe dire che i Degliorti vivono nel silenzio, ma un segreto riemerso dal passato squarcerà con un grido di morte tanta pace. Lo zio d’America, presentatosi inatteso alla loro porta in una normale domenica sera, il lunedì mattina viene trovato morto dissanguato nel salotto di casa. Toccherà al vicequestore Guglielmetti e alla sua peculiare squadra, fra cui il commissario capo Crivelli, dipanare sospetti e moventi. Tra battute pungenti e lo sconforto di una indagine ostacolata da molte menzogne emerge un quadro familiare fragile e al contempo spietato. Mentire in questa famiglia è patologico. Chi ha ucciso lo zio d’America dopo vent’ anni di assenza? Un nemico del suo misterioso passato o il fratello pieno di rancore per i torti subiti, la cognata frustrata, la madre affetta da Alzheimer, il giovane nipote deluso o un estraneo che si è introdotto in casa?

Il prezzo dell’abbandono” è un intrigante giallo in cui il male si annida nei legami di sangue e il passato ritorna a tormentare il presente. In un appartamento a Milano, viene ritrovato il corpo di Andrea Scarpa, filantropo e noto imprenditore di tessuti tecnici, ucciso con un colpo di pistola alla nuca. La moglie, Eirene Villanova, è stata ridotta in fin di vita da indicibili torture. Considerato che la donna è una semplice casalinga con una vita apparentemente priva di nemici, si cerca il movente fra gli agguerriti concorrenti in affari del marito oppure da chi lo minaccia da tempo per aver aperto una casa rifugio per donne violate. In questo quadro si inserisce la sorella della vittima, Caterina Scarpa, che avvisata dalle autorità è volata a Milano da New York dove vive oltre le proprie possibilità in compagnia di un certo John Miller, noto truffatore e ladro di identità. Caterina è una donna fredda, patologicamente bugiarda e la morte di Andrea gli frutta una bella quota nell’azienda. Un movente da milioni di euro. Tutto si stravolge quando viene scoperto l’ingombrante passato di Eirene e della sorella minore Annamaria ricoverata da alcuni anni in una clinica psichiatrica vicino a Milano.

Tra depistaggi, minacce e colpi di scena, Guglielmetti e il commissario Crivelli saranno costretti a scavare nei meandri più torbidi dell’animo umano. Riuscirà a far luce sul groviglio di menzogne che avvolge il caso e a ottenere giustizia per le vittime?

DOVE TROVARE I ROMANZI:

Il profumo del sapone” e “Il prezzo dell’abbandono”, sono facilmente reperibili oppure ordinabili, nelle librerie online e in quelle fisiche. Entrambi i romanzi sono pubblicati in formato cartaceo e e-book.

CONTATTI

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L’isola del libro

 

Cormac McCarthy “Il passeggero” -Einaudi- euro 21,00

Il grande scrittore americano Cormac McCarthy, morto recentemente a 89anni, il 13 giugno 2023, ha fatto in tempo a vedere pubblicata la sua ultima opera “Il passeggero”.

Il premio Pulitzer (vinto nel 2007 con “La strada”), dopo 17 anni di silenzio, era tornato in libreria con questo romanzo che ci catapulta nel vortice di un mistero e mille quesiti sul vivere.

Protagonista è Bobby Western che di lavoro fa il sommozzatore; una notte si infila nella muta da sub e scende nel mare della baia del Mississippi per recuperare il relitto di un aereo precipitato negli abissi. Il velivolo è un JetStar della Lockeed, scomparso dai radar da qualche giorno e Bobby lo raggiunge a circa 12 metri di profondità, trovandolo quasi intatto.

Quando punta la torcia sull’oblò vede al suo interno i cadaveri di 9 passeggeri ancora seduti ai loro posti. Nessun evidente segno di collisione, sembra che nulla sia fuori posto, a parte il fatto che inspiegabilmente è finito sott’acqua.

Dal velivolo mancano la borsa del pilota, un pannello della strumentazione e non si trova neanche la scatola nera che potrebbe spiegare l’accaduto.

Bobby si pone alcune domande non irrilevanti: da dove arriva quell’aereo, perché si è inabissato, e perché è intatto anziché frantumato in mille pezzi (come solitamente succede negli impatti contro la superficie del mare che diventa muro)?

Altro mistero da chiarire: perché non ci sono notizie o articoli in merito all’incidente che ha fatto sprofondare un velivolo da tre milioni di dollari e stroncato le vite di 9 passeggeri?

Il mistero si infittisce quando Bobby riceve la visita inaspettata di 2 personaggi muniti di distintivi, sembrano dei mormoni e appartengono a qualche agenzia governativa. Lo tartassano con una serie di domande inquietanti che spalancano una voragine di misteri.

Una sorta di interrogatorio durante il quale gli comunicano anche che i passeggeri dovrebbero essere 10; che fine ha fatto il corpo mancante?

Seguendo il suo istinto Bobby intuisce di trovarsi in pericolo, così mette in atto la sua fuga attraverso Texas, Montana, Wyoming, in un susseguirsi di tappe, incontri, pensieri sul senso stesso dell’esistenza.

Una storia che nasce dall’ingegno dello scrittore la cui vita è stata densa come mille romanzi. E’ stato studente brillante ma interrotto, militare in Alaska, marinaio, esperto di cavalli e scrittore da Pulitzer.

La trama di questo libro si sviluppa poco per volta. Ci guida nella difficile alchimia di sparire e tornare in abiti che sentiamo più nostri, nella rincorsa ai rimpianti e agli amori passati, ma anche agli affetti controversi e proibiti. Come quello di Bobby per la sorella, di cui non anticipo nulla ma che fa parte della struttura portante della narrazione…..E questa è solo la punta dell’iceberg di un romanzo che parla di tempo, sentimenti, svolte, regno dei morti …

 

Patrick Hamilton “Schiavi della solitudine” -Fazi Editore- euro 20,00

Ha il passo lento questo romanzo dello scrittore inglese Patrick Hamilton, vissuto nella prima metà del Novecento, e quasi sconosciuto in Italia.

Nacque nel Sussex nel 1904 in una colta famiglia di letterati; amante del teatro visse una breve parentesi come attore, poi si dedicò alla scrittura, ed ebbe successo come drammaturgo e romanziere, prima di morire ancora nel fiore degli anni nel 1962.

In questo delicato e ironico libro scandaglia con sensibilità ed occhio acuto la solitudine di un gruppo di personaggi che si muovono sullo sfondo della Seconda guerra mondiale; nell’inverno del 1943, in un paesino appena fuori Londra sulla quale imperversano i bombardamenti e la distruzione.

Un piccolo nucleo di sconosciuti che si ritrovano a vivere in una ex sala da tè, la Rosemund Tea Rooms, trasformata in pensione signorile. Gli ospiti fissi incrociano le loro giornate, scambiandosi convenevoli, discussioni e opinioni, mentre fuori il mondo sta andando a fuoco e i tempi sono particolarmente duri e incerti.

Persone diversissime tra loro, solitudini dalle diverse fogge che si incontrano durante i riti quotidiani che scandiscono la vita alla Rosemund Tea Rooms. Vite tra amori, perbenismo, tradimenti, pettegolezzi, pregiudizi e morte. E qualche scossone ….

Hamilton ci racconta in particolare la vita di Miss Roach, 39enne nubile, impiegata come segretaria tuttofare in una casa editrice londinese.

La sua vita scorre lenta, quasi letargica tra incombenze monotone e ripetitive, fino a quando irrompono due incontri che aprono nuovi capitoli nel suo solito tran tran.

A dare una bella scossa alla sua inerzia emotiva è l’incontro con il tenente Pike. Lui è un ufficiale americano stanziato lì vicino e con lui inizia un non ben definito flirt, tra alti e bassi.

Poi a scuotere Miss Roach è anche l’incontro e una parvenza di progressiva amicizia con la giovane profuga tedesca Vicki Kugelmann, vista con sospetto e isolata dagli altri. Le due donne sono quasi coetanee ma molto diverse caratterialmente; una è tranquilla, posata e analitica, laddove Vicky è più trasgressiva e maliziosa.

La grandezza del romanzo sta nel raccontare piccoli gesti, consuetudini, pensieri in un modo delicatissimo in chiave ironica e a tratti comica. E vedremo come si muoveranno i vari protagonisti che incrociano le loro storie in triangoli amorosi non ben chiari e inaspettati. Una lettura piacevolissima che ricorda i grandi romanzieri come Dickens e Thomas Hardy.

 

 

Antonio Caprarica “Carlo III” – Sperling & Kupfer- euro 19,90

Per l’incoronazione di re Carlo III e della consorte Camilla è arrivato in libreria l’ultimo libro del giornalista e scrittore Antonio Caprarica; che non ha bisogno di essere presentato dal momento che è uno dei massimi esperti di corona inglese (dopo 15 anni come corrispondente Rai da Londra), personaggio televisivo tra i più gettonati per commentare le vicende della casa reale più famosa del pianeta.

Un corposo libro, scorrevole come un avvincente romanzo, nel quale Caprarica risponde a domande che tutti ci facciamo ma alle quali lui si applica con conoscenza di causa e approfondimenti da Royal Watcher

Che tipo di sovrano sarà Carlo che ha atteso per tutta la sua lunga vita questo momento? Come dirimerà le controversie familiari, e come gestirà un paese che dopo la Brexit è in piena crisi economica. Lui e la consorte Camilla come potranno sottrarsi al peso del fantasma di lady D? In poche parole quale sarà il destino della monarchia inglese dopo la morte della regina Elisabetta, modello inimitabile di regnante saggia e accorta, amata a tutte le latitudini del globo.

Emerge il ritratto di un re dal passato non sempre felice, a partire dall’educazione rigidissima in scuole durissime scelte dal padre Filippo, col quale il rapporto è sempre stato complicato. Dopo essere stato bullizzato dai compagni, il ragazzo sensibile, timido, insicuro e colto si è trasformato in uno degli scapoli più ambiti del pianeta: vissuto sempre all’ombra della madre longeva oltre ogni altro sovrano della storia.

Una vita di privilegi e lussi, parecchia solitudine stemperata dal legame con la nonna Regina madre, l’unica che sembrava capirlo davvero. Da sempre abituato ad essere riverito e servito, ma con un’attenzione all’ambiente prima di tutti gli altri.

Poi la nota vicenda del disastroso matrimonio con Diana, che pare non si sia mai sforzata di entrare nel ruolo di consorte del nuovo sovrano. Caprarica svela anche che, nonostante l’amore di sempre per Camilla Parker Bowles, almeno nei primi anni di matrimonio, Carlo sarebbe stato un consorte fedele, in attesa che Lady D facesse la sua parte.

In realtà i due erano davvero male assortiti: interessi completamente diversi, gap generazionale, profondità di pensieri e background culturale inesistente di lei a fronte di quello monumentale e raffinato di Carlo. Il resto della storia è noto. E la vicenda oltre ad avere reso a lungo infelice Carlo, lo ha danneggiato non poco agli occhi dei sudditi.

La sua vita è stata un alti e bassi di popolarità e gradimento. Ha dovuto affrontare parecchie sfide; dall’educazione dei figli rimasti orfani dell’adorata madre, alla consacrazione di Camilla come compagna di vita e di trono; dopo essere stati entrambi dileggiati in seguito alle dichiarazioni al veleno di Diana e poi alla sua tragica morte.

Tra le difficoltà immediate, quella del rapporto con il figlio ribelle Harry che ha spalato tonnellate di fango sui Windsor, nessuno escluso. Come andrà a finire nessuno può saperlo, ma l’analisi di Caprarica è approfondita e acuta. Così come è interessante il suo resoconto dell’abilità di Carlo nell’amministrare le sue tenute, con un occhio di riguardo al rispetto dell’ambiente, ed un altro ai conti. Insomma un ritratto a tutto tondo del sovrano che ora regnerà su un paese alle prese anche con i problemi del Commonwealth. Un libro che travalica il gossip ed è documentatissimo.

 

Alessandro Barbero “Brick for stone” -Sellerio- euro 16,00

Lo storico Alessandro Barbero ha ambientato questo romanzo nella New York del 2001, quella dell’11 settembre e dell’attentato alle Torri Gemelle, che campeggiano in copertina e sono ormai un simbolo universale di quanto devastante può essere uno spietato atto terroristico.

E’ un romanzo in cui si avvicendano più personaggi e più voci. Al centro l’agente della Cia Harvey Sonnenfeld, abile e serio funzionario, che ne ha viste così tante da essere ormai disilluso. Da una serie di labili indizi sospetta che sia imminente un attentato al Trade World Center. Sulla scorta di questa intuizione si muove per capire se un’azione di simile portata sarebbe davvero realizzabile, e come, giusto per cercare di prevenirla.

Intorno a lui vengono coinvolti, chi in un modo e chi in un altro, alcuni newyorkesi diversissimi tra loro per età, etnia, competenze e storie.

Segue una narrazione a tratti surreale in cui si avvicendano: un professore tedesco esperto in graffiti urbani, un ingegnere russo specializzato nella protezione dei sistemi elettronici dagli insetti, una cassiera afroamericana che ama un uomo sposato, una fotografa italiana che sogna premonizioni, tra le quali un aereo…

Loro ed altre comparse discutono, vivono ansie e amori, in un caleidoscopio narrativo in cui si inseriscono pure ipotetici pensieri degli attentatori che stanno per schiantarsi a bordo di due aerei contro le torri Nord e Sud. Ed è una disperata corsa contro il tempo il tentativo di Sonnenfeld di stanare e fermare il gruppo terroristico che lavora nell’ombra per mettere a punto l’attentato del 2001.