IL NUOVO LIBRO DI GIORGIO MERLO

Lo spaesamento dei cattolici

“Cattolici senza partito” (Edizioni Lavoro, collana Studi di Storia) è il nuovo libro del giornalista Giorgio Merlo, con prefazione di Guido Bodrato. Vi anticipiamo parte dell’introduzione scritta dall’autore

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“Ma esiste veramente uno «spaesamento» politico dei cattolici in politica? Attorno a questa domanda ruota la riflessione del libro. Peraltro rapida e snella. Molto dipende dalle circostanze storiche, dalla contingenza politica e anche, se non soprattutto, dalle regole che disciplinano la concreta dialettica politica contemporanea. Ma un fatto è indubbio: cresce nell’area cattolica italiana il disorientamento politico, la difficoltà a individuare forze e soggetti politici che sappiano farsi carico delle istanze culturali e sociali che provengono dal quel mondo ideale e valoriale. Nessuno pensa, salvo settori del tutto minoritari se non irrilevanti, a dar vita ad una soggettualità politica di chiaro orientamento cattolico. Fuor di metafora, la Democrazia cristiana non rinasce più. Come giustamente ha detto Guido Bodrato, uno dei padri nobili del cattolicesimo politico italiano, la «Dc è stato un fatto storico». Ovvero, è stato il risultato di una concreta esperienza storica che in quel particolare momento, e poi per molti anni, ha segnato e caratterizzato la crescita e il consolidamento della democrazia italiana, che ha garantito un periodo di crescita economica e di giustizia sociale e che, soprattutto, ha salvaguardato e rafforzato le istituzioni democratiche nel nostro paese. Ma l’esperienza della Dc, che 3 è stata anche la storia delle sue correnti, e sempre per dirla con Bodrato, è come un «vetro infrangibile che quando si è rotto, è andato in mille frantumi e pertanto non è più ricomponibile». Una descrizione quanto mai efficace e pertinente che esclude, alla radice, per l’oggi qualsiasi tentazione nostalgica o conservatrice. Ma, al contempo, non si può non rilevare che in politica un vuoto è destinato prima o poi ad essere colmato. Lo dice l’esperienza storica ma lo confermano anche i trend politici. E la stagione che stiamo vivendo è anche il frutto di questa crisi di rappresentanza culturale e di scarsa autorevolezza politica. Una situazione che era stata rimossa con l’avvento dei cosiddetti «partiti plurali». Cioè strumenti politici che dovevano superare e archiviare definitivamente la stagione dei «partiti identitari» che hanno caratterizzato l’intera prima Repubblica e che hanno segnato ancora l’avvento della seconda Repubblica (…)”

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Giorgio Merlo