Mi sembra di essere tornato indietro di un po’ di anni, quando andavano di moda i cineforum. Presentazione degli autori, proiezione.. .e poi dibattito. “Roma golpe capitale”, presentato anche a Torino, non è un film di orientamento politico, bensì di informazione su come sono andate le cose a Roma con la Giunta Marino. Di come é andata la defenestrazione del sindaco, scelto perché il più votato alle primarie del pd e cacciato dal suo stesso partito. Golpe? Come sostiene il mio amico Roberto Tricarico il golpe si è realizzato portando i consiglieri comunali del pd da un notaio per formalizzare la destituzione. Appunto, un moderno golpe. Senza spargimento di sangue ma pur sempre un golpe che non ha fatto bene alla nostra ancora fragile democrazia. Roma capitale del mondo, Roma irrevocabilmente ferita. Sempre sull’orlo del baratro. Un golpe che ha aperto la strada ai grillini che hanno completato l’opera del disastro totale. La giunta Marino colpevole di aver tentato di arrestare il disfacimento. Vado con ordine. Inizialmente con stupore. Il film inizia a Philadelphia. Qui è ritornato Ignazio Marino come chirurgo affermato. Poi una correlazione di immagini tra presente e passato tra Roma e Philadelphia . Con l’unica ” deviazione” nella nostra città, nel bar Roberto di via Garibaldi angolo via della Consolata, dove lavora Roberto Tricarico ex capo di gabinetto del sindaco. Al vertice del potere . Più volte senza rimorso o rimpianto mi ha detto: “potevo “riciclarmi” a Roma. E’ una città affascinante, avvolgente. Ma ho una dignità che mi ha portato a ricominciare da dove ero partito”. Ora il bar è diventato un punto di riferimento della malconcia sinistra torinese.
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Tante le suggestioni. La sintesi mi impone di selezionare. Prime fra tutto, le cifre. Alemanno diventa sindaco con 23 miliardi di euro di debiti. Il governo di Berlusca accolla il debito allo stato spalmando 500 milioni di euro all’ anno. In poche parole, da allora paghiamo tutti il debito di Roma. Ma non basta . Dopo 5 anni di giunta Alemanno il debito è di 898 milioni. Qui la prima “colpa”: arginare le perdite. Seconda “colpa”: voler combattere la criminalità organizzata e corruzione ” latino americana”, anche con la scelta di un assessore alla legalità. Marino (penso anche con la mediazione di Tricarico) chiede un consiglio a Giancarlo Caselli che gli propone Alfonso Sabella, magistrato impegnato contro le mafie, emarginato perché non guardava in faccia a nessuno. Terza ” colpa”: prima di tutto Roma. E nel scegliere i siti per ospitare le olimpiadi non assecondare gli interessi economici di Caltagirone. Quarta “colpa” : diritti civili, infastidendo la Chiesa e “sposando ” senza copertura legislativa persone dello stesso sesso. La reazione degli avversari? Giocare sporco manomettendo i computer, ad esempio per i permessi per l’accesso alla zona centrale di Roma della Panda del sindaco. Orchestrando azioni giornalistiche denigranti. Logorandolo anche sul piano psicologico. E poi trovando nel Pd di Matteo Renzi il killer. Altro esempio, l’appoggio di Renzi a Malagò molto arrabbiato con Marino perché non condivideva i siti scelti dal Coni. Mi rimane il dubbio: si è persa una battaglia o la guerra? Tra le immagini finali del film Roberto Tricarico è ripreso con una bici al muro. E con gentile garbo dice: ho smesso di andare in bici. Non definitivamente. Aspetto una stagione migliore per tornare ad inforcarla. Evidente la metafora. Gli ho telefonato dicendogli che sono pessimista sul ritorno della bella stagione. Speranzoso di sbagliarmi. E un modo di non arrendersi è anche andare a vedere il film.
Patrizio Tosetto