Artigiani del gusto, un mulino, l’area didattica, una piccola torrefazione e un palinsesto di oltre 350 eventi
Dal progetto alla realtà. E’ stato inaugurato nei giorni scorsi dopo soli sei mesi di lavori e 6 milioni di investimento, il Mercato Centrale Torino
Nato da un’idea di Umberto Montano, imprenditore della ristorazione, e dall’esperienza imprenditoriale del gruppo Human Company della famiglia Cardini-Vannucchi, co-fondatore e leader in Italia nel settore del turismo all’aria aperta, il progetto Mercato Centrale è partito nel 2014 a Firenze nello storico mercato di San Lorenzo ed è stato replicato nel 2016 a Roma, in Stazione Termini. Così come per Firenze e Roma, anche per Torino la location scelta per il mercato, il Centro Palatino, si inserisce in una zona in piena riqualificazione – il quartiere di Porta Palazzo – per riproporre a torinesi e turisti un luogo da vivere e condividere nel segno della bontà elementare. Artigianalità, territorio e vocazione culturale: questa è la ricetta vincente che ha fatto del format il nuovo punto di riferimento di chi sceglie, vive e ama il cibo. Molto più di un luogo dove mangiare e fare la spesa, Mercato Centrale è una destinazione in cui cibo e cultura s’incontrano generando forte aggregazione sociale. Mercato Centrale Torino occupa 4.500 mq distribuiti su tre livelli e 26 botteghe tra artigiani del gusto, ristorante, scuola di cucina, birreria, bar e caffetteria e molte novità. All’ingresso del Mercato Raffaele D’Errico accoglie il pubblico con il “pane di Porta Palazzo”, primo atto d’amore verso la città di Torino. Il mulino, affidato a Mattia Giardini e Alberto Iossetti di ViVa La Farina, macina il grano duro destinato a questo pane speciale, offrendo a tutti la possibilità di creare il proprio blend di farine personalizzato. Nuovo anche l’approccio alla macelleria con due diverse proposte: Marco Martini, storica realtà piemontese che segue l’intera filiera produttiva della regina Fassona, e la famiglia Savigni con la carne allevata in Toscana nel pieno rispetto del benessere animale. Al Mercato Centrale Torino ci saranno anche grandi Maestri di Cucina, il visionario Davide Scabin, l’eclettico Marcello Trentini (Magorabin) e i gusti della tradizione piemontese al ristorante Farmacia del Cambio. Due i format inediti: Carbone Bianco per Scabin, con cotture esclusivamente a carbone proposte per zuppe, uova, verdure e la Fata Verde per Trentini, con una linea di cucina vegetariana. In entrambi i casi, a prezzo pop. Così come sarà per la Farmacia del Cambio, il ristorante del Mercato nel quale sarà possibile riservare il tavolo.
Sempre al piano terra ci sono la pizza tradizionale napoletana di Marco Fierro, il gelato di Alberto Marchetti, fatto con una selezione accurata delle migliori materie prime. L’hamburger di Chianina di Enrico Lagorio, prodotto con carni provenienti dai suoi storici allevamenti in Val di Chiana, i formaggi e il burro di Beppino Occelli, autentica espressione dei sapori delle Langhe e degli alpeggi, e il tartufo di Luciano Savini, esaltato dalla conoscenza gastronomica di Aurelio Barbero. Ci saranno le specialità della tradizione romanesca racchiusi nel Trapizzino di Stefano Callegari, la pasta fresca di Egidio Michelis, con i suoi piatti che raccontano storie e tradizioni del Piemonte così come i formaggi e i salumi selezionati da Beppe Giovale. Il fritto dorato e fragrante di Martino Bellincampi, tra tradizione romana e piemontese. E poi ancora i profumi delle specialità siciliane di Carmelo Pannocchietti, il pesce del Mediterraneo di Valerio Lo Russo, il girarrosto con i polli ruspanti di Alessandro Baronti e il vino, tra calici e bottiglie, sapientemente selezionato da Luca Boccoli. Infine, in esclusiva il primo negozio fisico “sperimentale” Cortilia, il mercato agricolo online, che per la prima volta farà conoscere i suoi prodotti freschi da comprare direttamente al Mercato. E ancora la distilleria di Simone Mari, aperta fino a tardi, alla quale è possibile accedere direttamente dalla piazza. Da maggio saranno aperti saranno gli spazi che Mercato Centrale ha dedicato alla formazione: la Scuola di cucina Lorenzo de’ Medici guidata da Carla e Fabrizio Guarducci, il laboratorio didattico di formaggi di Beppino Occelli, la torrefazione didattica di Franco Mondi e l’aula didattica del Mercato Centrale. Il secondo piano e le due storiche ghiacciaie risalenti al XVIII secolo – che torneranno ad essere visitabili gratuitamente – rappresentano il palcoscenico d’eccezione del Mercato per ospitare un fitto calendario di eventi culturali e installazioni site-specific per diventare un luogo di destinazione della città, una vera e propria area del fare. Primo fra tutti il progetto Plotting the Central Body dell’artista Maria Pecchioli, una ricerca interdisciplinare che negli scorsi mesi ha letto lo spazio urbano come corpo e indagato le energie della città. Non solo cibo quindi, ma anche progetti artistici e culturali, dibattiti, incontri e laboratori. Sono oltre 350 gli eventi gratuiti già in calendario e aperti al pubblico che animeranno il Mercato Centrale nell’arco dell’anno. Il debutto sarà lunedì 15 aprile dalle 18 con Cortilia Academy; il 24 e il 25 aprile i due laboratori di avvicinamento al jazz per bambini. E poi gli incontri divulgativi su scienza e storia, le lezioni con i ragazzi di Viva La Farina per imparare a riconoscere e scegliere le farine, il percorso condotto da Savigni e Martini per un viaggio attraverso i sapori della carne piemontese e i salumi toscani. Immancabili le collaborazioni con Torino Jazz Festival, Il Salone del Libro, MITO e tante altre istituzioni e associazioni culturali della città. Il progetto architettonico e la direzione lavori sono stati affidati allo studio torinese TECSE Engineering guidato dall’Architetto Alessandro Betta. La direzione artistica invece, è stata curata dallo studio Q-bic di Firenze, dei fratelli Luca e Marco Baldini, che ha cercato di valorizzare forme, materiali e colori dell’edificio. Lo sviluppo degli spazi è stato pensato per dare massima visibilità agli artigiani e ai loro laboratori. I materiali scelti sono quelli tipici dei mercati rionali: legno, ferro, ceramica, resina, usati volutamente nel loro colore d’origine, per accentuare il senso di naturalezza e spontaneità in coerenza con le materie prime di qualità.
CS