L’Orchestra Nazionale della Rai affida l’ inaugurazione della nuova stagione a Debussy, un testo innovativo per il teatro musicale contemporaneo
A inaugurare la stagione 2015-16 dell’Auditorium Rai di Torino sarà il dramma lirico “Pelleas et Melisande” di Claude Debussy, articolato in cinque atti e dodici quadri, su libretto di Maurice Maeterlinck. L’opera, proposta sotto forma di concerto, verrà eseguita giovedì 15 ottobre alle 20.30 all’Auditorium Rai Arturo Toscanini, con trasmissione in diretta su Rai 5, con la conduzione di Mathieu Mantanus, e su Radio 3, con replica venerdì 16 ottobre sempre alle 20.30. Claude Debussy era profondamente convinto dell’innovazione che quest’opera avrebbe rappresentato nel linguaggio musicale dell’epoca, tanto da scrivere “Non pretendo di avere scoperto tutto con Pelleas, ma ho cercato di tracciare una strada che altri potranno seguire”.
La pagina, sintesi perfetta del simbolismo musicale di Debussy e di quello teatrale di Maeterlinck, verrà interpretata dal direttore principale dell’orchestra Nazionale della Rai, Juraj Vulcuha. La compagine Rai ripropone questo splendido dramma musicale a ventun anni dalla sua ultima esecuzione, avvenuta nel lontano ’94, proprio poco dopo la nascita dell’Orchestra Sinfonica della Rai con sede a Torino. Accanto al Direttore Vulcuha, un cast artistico quasi tutto francese, con il soprano Sandrine Piau e il baritono Guillaume Andrieux nei ruoli dei protagonisti, il baritono Paul Gay in quello di Golaud, il soprano Chloe’ Briot nei panni del piccolo Yniold, il contralto Karan Armstrong in quello di Genevieve. Il baritono Mauro Borgioni comparirà nel doppio ruolo del dottore e del pastore, mentre il basso Robert Lloyd in quello di Arkel.
Da tempo Debussy attendeva un soggetto per comporre un’opera. Riuscì a trovarlo solo nel 1892 nel testo di Maeterlinck, rimanendo ulteriormente folgorato dalla rappresentazione di questo dramma teatrale, avvenuta a Parigi nel 1893. Il compositore francese completò il Pelleas soltanto nel 1902, a causa di numerosi ripensamenti, e l’opera andò in scena al Theatre National de l’Opera-Comique a Parigi, il 30 aprile di quell’anno, creando sconcerto tra il pubblico e divisioni nella critica. La lunga gestazione dell’opera ebbe, tra le altre cause, anche un rovello costante per Debussy, il suo sforzo di evitare, il più possibile, di cadere nella tentazione wagneriana di fare della sua opera una copia francese del Tristano e Isotta. Se Pelleas si allontana dal dramma musicale wagneriano per la scelta di un testo in prosa e la conseguente rigenerazione del canto sul tono tipico della conversazione, Debussy si approprio’ dei motivi conduttori, spostando il luogo deputato di raccordo psicologico e architettonico alla sola orchestra. Le voci di Pelleas, infatti, non fanno mai propri nessuno dei temi di cui è intessuta la partitura. Gli accordi incompleti e fluttuanti dell’anarchia armonica di Debussy rappresentano la cifra più personale di questo innovativo compositore del Novecento. L’orchestra, su questa base armonica, si fa carico di unire le brevi scene di un testo che rinuncia all’unità di tempo e distribuisce l’azione in una regione del sogno e dell’indeterminato. In Pelleas, infatti, è molto evidente l’intrinseca complementarietà di simbolo e inconscio, capace di rendere questo testo antioperistico e antirealistico una pietra miliare nella complessa evoluzione del teatro musicale contemporaneo.
Il concerto di giovedì 15 ottobre sarà preceduto, alle 18.45, sempre all’Auditorium Rai, dalla prima conversazione del ciclo intitolato “Saper ascoltare”, una serie di incontri organizzati in collaborazione con la Banca di Asti, tenuti dal professor Paolo Gallarati, che vogliono introdurre il pubblico ai classici della musica moderna.
Mara Martellotta