STORIE DI CITTA’
All’improvviso due “vecchietti” che si tengono per mano. Con uno sguardo da eterni innamorati. Forse sono decenni che stanno insieme. Forse hanno figli lontani, sposati, che li hanno resi nonni
Gente, gente di questa città. Gente sconosciuta, che ti si avvicina allontanandosi. Non so voi. Io vengo rapito da questo insieme. Con gli occhi di chi riesce ancora a stupirsi. Amo passeggiare, camminare. Vedi e forse capisci ciò che diversamente non capiresti. Camminare fa bene. Ti aiuta a pensare. In me si affastellano diversi ricordi, riflessioni, pensieri. In modo caotico. E molte volte rischio brutte figure. Un’invadenza non voluta. Che bello osservare. A volte, raramente qualcuno si ferma per scambiare “due parole”. Generalmente anziani, generalmente non si riconoscono in ciò che li circonda. Sottilmente e definitivamente insoddisfatti. Poi lo spettacolo dell’uomo o donna telefonino. Ne fanno del loro essere un tutt’uno. Parlano come fossero soli. Molte volte non vedi l’apparecchio. Devi sforzarti nell’osservare auricolari penzolanti. Ricevono messaggi, mail, e continuano a parlare. Funamboli della comunicazione. Ovviamente i più “bravi” riescono a guidare. Ed io osservo rapito e basito: sono loro la realtà.
Poi donne ciabbattanti che urlando comunicano in lingue sconosciute. L’urlare è necessario. La prima in strada, la seconda al 5° piano. All’improvviso due “vecchietti” che si tengono per mano. Con uno sguardo da eterni innamorati. Forse sono decenni che stanno insieme. Forse hanno figli lontani, sposati, che li hanno resi nonni. Mi direte: chi te lo dice? Sicuramente non ho prove del mio dire, sono fantasie. Amo immaginarmi qualcosa, cercare di vedere oltre. E forse questa mia piccola bugia mi serve per vedere “il bicchiere mezzo pieno”. Voltando per una strada laterale incontro due giovanissimi. Anche loro mano nella mano. Innamorati, forse….Capisco che c’è sempre un buon motivo per sperare. Ovviamente questa non è la realtà. Sono solo frammenti, frammenti di un presente.
Patrizio Tosetto