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Quante uova di Pasqua vi sono avanzate?

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PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani
Per qualche giorno ancora dopo Pasqua ci piace mangiare le uova di cioccolato ma arriva il momento in cui vorremmo non averle più in casa o perché ci hanno stufato, si sa, anche l’aragosta mangiata tutti i giorni, che barba, che noia o semplicemente perché non vogliamo più avere la tentazione di cedere alla golosità.
E allora finiamola una volta per tutte: una torta tenerina meravigliosa, fondente, umida e cioccolatosa è la soluzione perfetta.
Per uno stampo di circa 18/20 cm. mi serviranno:
200 gr. di cioccolato, 70 gr. di olio di semi, 3 uova, 90 gr. di zucchero a velo, 20gr. di farina o fecola.
Accendo il forno a 180 in modalità ventilato, sciolgo il cioccolato a bagno maria, faccio raffreddare, aggiungo l’olio.
In un’altra ciotola monto con le fruste elettriche le uova con lo zucchero e unisco la farina setacciata. Aggiungo il cioccolato precedentemente sciolto e mescolo il tutto.
Verso l’impasto nello stampo foderato con carta forno e possibilmente un po’ imburrato.
La Tenerina è pronta per essere infornata; il forno deve essere già a temperatura.
Dopo circa 30 minuti il dolce sarà pronto, se desidero una consistenza meno umida lascerò cuocere qualche minuto in più, cospargo di zucchero a velo e con una tazza di tè o un caffè dico addio alle uova di Pasqua, almeno fino al prossimo anno.

Ristorante Gramsci, il format di ristorazione vincente nel centro di Torino

La famiglia DAMILANO, nota per le proposte gastronomiche del pastificio/bistrot di ‘ Defilippis’ in via Lagrange, e ‘ Zucca’ – il bar storico dei torinesi per l’ora dell’aperitivo -, da quasi un anno ha dato inizio a un’interessante percorso nella ristorazione con il “nuovo” GRAMSCI, situato nell’omonima via in centro città. 
La zona è quella della Torino glamour, dei turisti soprattutto stranieri che affollano  l’elegante e storico dehors del bar Zucca: proprio lì a fianco, si insedia il “nuovo” progetto della famiglia Damilano, il  ristorante ” nuovo” GRAMSCI : un solo muro che divide i locali ma uniti dal fil rouge della profonda espressione identitaria, riconoscibile e famigliare nel campo dell’enogastronomia del territorio.
Una solida volontá imprenditoriale che si è voluta esprimere anche nel delicato campo della ristorazione torinese, compito non facile. La lunga esperienza e lo stile dei Damilano, però, sta regalando i suoi frutti: un format di ristorazione che piace ai torinesi, in forza di un menù che propone piatti con l’ingrediente base, essenziale per fare una buona cucina, sostanzialmente che piace, ossia l’utilizzo di ingredienti di qualità. Ecco che una tradizionale albese di vitello, frollata 40 giorni ( come ci rivela lo chef del ristorante, Nicola di Tarsia), diventa una ” galuperie” – come si direbbe in dialetto piemontese -, un boccone dolcissimo e morbidissimo. Condita con una salsa a base di tuorlo d’uovo pastorizzato, emulsionato con limone e aceto di mele barricato, worcester, senape e olio di semi, rende il tutto molto più godibile e originale. Oppure il primo piatto di stagione, come le linguine con pesce spada e agretti: una porzione media, cottura al dente, un gusto che ricorda quelli di un pranzo al mare, in linea – senza dubbio- con le origini mediterranee dello chef.
Spazio anche a piatti della tradizione gastronomica locale, e non solo, sempre completati dal tocco geniale di Di Tarsia, pronto a stupire e a coccolare chi si affianca per la prima volta a questa realtà ristorativa.
Il menu – come dichiara lo chef – non ha bisogno di essere cambiato troppe volte nell’anno, bensì ha necessità di mantenere i piatti ” cult” che il pubblico si aspetta, con qualche aggiunta curiosa e fresca.
Nota ” golosa” dedicata al gelato alla vaniglia mantecato al tavolo: viene, infatti, offerta la possibilità di comporre autonomamente con topping e granelle la propria coppa.
Una carta vini, ovviamente, rivolta alle etichette DAMILANO, tante altre regionali, ma largo spazio anche agli champagne.
La novità del ristorante è sicuramente data anche dagli ambienti infornali ma ben organizzati, luminosi e architettonicamente ben congegnati, con elementi di arredamento di design moderni, comodi e funzionali, curati dallo studio Cohesion di Torino.
Ciò che fa del Gramsci un luogo di riferimento del mangiare bene,  è sicuramente il suo pubblico: eterogeneo, fatto di businessmen, ma anche di giovani, che vogliono assaporare piatti facili, fatti bene, aderenti alla tradizione culinaria regionale e italiana in genere, informali a pranzo e un pò più elaborati la sera.
Prezzi dai 20 ai 30 euro, esclusi vini.
Ristorante GRAMSCI
V.Gramsci 12 a
Torino
Chiara Vannini

Golosi involtini pasquali in gelatina

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Un detto popolare recita ”Non c’e’ Pasqua senza uova”

Nel rispetto della tradizione, per una Pasqua all’insegna della convivialita’ e degli antichi sapori, vi propongo un facile e fresco antipasto ideale per il pranzo o per il picnic di Pasquetta che vede le uova come immancabili protagoniste del menu’ in una festa di colori e sapori.

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Ingredienti per 8 persone:

 

8 fette di prosciutto cotto tagliato spesso

6 uova sode

100 gr. di tonno sott’olio

1 cucchiaio di capperi

2 cucchiai di mayonnaise

1 cucchiaio di peperoni sott’aceto tagliati a striscioline

1 dado per gelatina

2,5 dl. di vino bianco

2,5 dl. di acqua

cucchiaio di aceto bianco

sale q.b.

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Tritare quattro uova sode con i capperi, il tonno, la mayonnaise;

farcire le fette di prosciutto, arrotolare ad involtino e sistemare in una pirofila preferibilmente in vetro. Nel frattempo preparare la gelatina: portare ad ebollizione l’acqua, far sciogliere il dado, mescolare, aggiungere il vino bianco e il cucchiaio di aceto, mescolare nuovamente e versare sugli involtini di prosciutto. Guarnire con le striscioline di peperone e le rimanenti uova tagliate a piacere. Lasciar raffreddare in frigo per almeno 3 ore.

Buona Pasqua a tutti i lettori.

Paperita Patty

Tortino allo zafferano. Anche con gli avanzi di riso

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E’ una torta salata che potrete proporre come primo piatto, una preparazione semplice, cremosa, dal gusto delicato che deliziera’ il palato di tutti i commensali.

Ideale anche per utilizzare del riso avanzato da condire a piacere.

Ingredienti

300gr. di riso Carnaroli
1 uovo intero
1 bustina di zafferano
100gr. di pancetta affumicata a cubetti o prosciutto cotto
200gr. di ricotta morbida
50gr. di parmigiano grattugiato
Sale, pepe, burro, latte qb.

Cuocere al dente il riso in acqua salata, scolare e lasciar raffreddare. Dorare in padella la pancetta a cubetti, asciugare su carta assorbente. In una terrina mescolare il riso con l’uovo intero, lo zafferano, la ricotta, la pancetta, metà parmigiano, il sale ed il pepe. Aggiungere poco latte per rendere la preparazione più morbida.
Ungere una teglia da forno con burro fuso, cospargere con pangrattato, versare il riso, coprire con il parmigiano rimasto e fiocchetti di burro. Infornare a 200 gradi per 10 minuti e per altri 5 minuti con funzione grill. Servire caldo.

Paperita Patty

“San Giors”, con torrefazione e pasticceria nasce un centro del gusto dalle radici ultracentenarie

Di Maurizio Tropeano

“Tra spazi vuoti e spazi pieni io, come architetto, prediligo i secondi, soprattutto se mi permettono di evitare l’abbandono di locali storici e di recuperare, rinnovandole, tradizioni secolari come la torrefazione o la gastronomia”. Simona Vlaic, che dal 2017 ha preso in mano l’albergo ristorante San Giors, racconta così il percorso che dalla metà di maggio porterà alla riapertura del Caffè Roma Torrefazione e anche ad ereditare l’arte pasticciera di Gino e Marina Viziale e del loro laboratorio artigianale.

E così i grandi locali alla confluenza tra Porta Palazzo e Borgo Dora, in quel tratto di corso Giulio Cesare che si può considerare la porta di accesso al centro di Torino diventeranno un polo enogastronomico di eccellenza.

“Siamo, e vorremmo essere ancor di più un punto di riferimento per questo territorio, e potremo farlo perché siamo riusciti a cogliere le opportunità legate a scelte personali che porteranno alla cessazione dell’attività”. O anche alla scelta di Carla Clemente, la proprietaria del bar, di condividere il progetto di rilancio della torrefazione. “Il San Giors è nato 210 anni fa e con il bar condivide una storia di 154 anni”.
Un legame che riprenderà a metà maggio nel segno del “sanguis” e della “tradizione piemontese che nasce dalla nostra cucina e dalle idee dello chef Giulio Carlo Ferrero”. Dunque, panini con il vitello tonnato o acciughe al verde o alla finanziera. Ma anche quelli classici. “Il San Giors dal 2013 è nell’elenco dei locali storici d’Italia e vogliamo trasferire la nostra esperienza di tradizione e qualità nella vita di tutti i giorni di un bar che vogliamo legato a questo territorio. Sarà un bar pop, insomma, dove la torinesità incontra le diversità e le ricchezze di un borgo che è sempre stato multietnico”, spiega ancora Vlaic.
E dai primi di maggio Gino e Marina Viziale, affiancheranno la squadra del San Giors che ha rilevato il loro laboratorio. “Andiamo in pensione – raccontano mentre Marina sta finendo di preparare i dolci della tradizione pasquale e Gino di riordinare – ma siamo contenti di poter trasmettere tutta la nostra esperienza nel mondo della pasticceria perché permetterà di portare avanti una tradizione familiare nata nel 1993”. Il laboratorio si affaccia sul cortile interno dell’isolato, lo stesso dove insiste il dehors del ristorante. Ancora l’architetta: “Andiamo a lezione con l’obiettivo di diventare autosufficienti nella produzione di pane, grissini, e piccola pasticceria.

L’autoproduzione ci permette di essere più sostenibili da un punto di vista economico e anche di allargare l’attività di catering”. Dopo il primo maggio si parte e “chissà – conclude la signora Marina – che da questa nostra collaborazione non nasca il dolce del San Giors”.
Questo, però, è il futuro. Intanto da alcune settimane sui tavoli del San Giors è arrivato il menù di primavera che, per la prima volta, sarà accompagnato anche dalla carta degli oli extravergine d’oliva del Piemonte. Una scelta nata da una partnership con il consorzio di tutela che dovrebbe permettere di far conoscere le caratteristiche uniche dell’Evo subalpino ad un numero sempre maggiore di consumatori.

A tutto Barolo, weekend Go Wine dedicato al grande rosso piemontese

MONFORTE D’ALBA – Palazzo Martinengo – Moda Venue, Via Cavour, 10
Sabato 12 e domenica 13 APRILE 2025
Un intero weekend di degustazione firmato
Go Wine dedicato al grande rosso piemontese!
📍 Sala Grifoni, Palazzo Martinengo
(Moda Venue, Monforte d’Alba) sabato 12 e domenica 13 aprile
Banco d’assaggio dalle 11 alle 18
articolato su 2 turni
(dalle 11 alle 14.30 e dalle 14:30 alle 18)
 
Giunto alla XVI edizione, I Grandi Terroir del Barolo è un weekend dedicato all’approfondimento sul campo della nuova annata di uno dei più grandi vini del mondo – il Barolo – mediante banchi d’assaggio d’incontro con le cantine, esclusive masterclass e visite in cantina.
Sabato 12 aprile è in programma anche il Master sul Barolo.
 
🤩 L’ospite speciale dell’evento: Consorzio Tutela Vini Valtellina che sarà presente all’evento per raccontare terroir e vini, con uno speciale focus, nel corso delle Masterclass e nello spazio allestito nel banco d’assaggio di Palazzo Martinengo (nelle ultime tre edizioni abbiamo avuto il piacere di ospitare il Consorzio Chianti Classico, il Consorzio Vini Alto Adige e il Consorzio Vini Etna).
 
👫 Ecco l’elenco delle cantine protagoniste in presenza diretta da diversi comuni del disciplinare con l’elenco dei i loro Barolo in degustazione nelle varie M.G.A.
ABBONA ANNA MARIA – Farigliano
Barolo Bricco San Pietro 2021
Barolo Bricco San Pietro 2020
Barolo Bricco San Pietro 2019
 
BOASSO – Serralunga d’Alba
Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2021
Barolo Lazzarito 2021
 
BOLMIDA SILVANO – Monforte d’Alba
Barolo Bussia 2021
Barolo Bussia Vigna dei Fantini 2021
Barolo Le Coste di Monforte 2021
 
BRICCO MAIOLICA – Diano d’Alba
Barolo del Comune di Diano d’Alba Contadin 2021
Barolo del Comune di Diano d’Alba Riserva 2019
 
CASCINA CHICCO – Canale
Barolo Rocche di Castelletto 2021
Barolo Riserva Ginestra 2018
 
DOSIO VIGNETI – La Morra
Barolo del Comune di La Morra 2021
Barolo Fossati 2020
Barolo Serradenari 2020
 
FORTEMASSO – Monforte d’Alba
Barolo del Comune di Monforte 2021
Barolo Castelletto 2020
 
L’ASTEMIA – Barolo
Barolo Cannubi 2020
Barolo Terlo 2020
 
MANZONE PAOLO – Serralunga d’Alba
Barolo del Comune di Serralunga d’Alba 2021
Barolo Meriame 2021
Barolo Riserva 2019
 
MARCHESI DI BAROLO – Barolo
Barolo del Comune di Barolo 2020
Barolo Cannubi 2020
Barolo Sarmassa 2020
 
MONCHIERO F.LLI – Castiglione Falletto
Barolo del Comune di La Morra 2021
Barolo Rocche di Castiglione 2021
Barolo Riserva Pernanno 2019
 
DIEGO MORRA – Verduno
Barolo del Comune di Verduno 2021
Barolo Monvigliero 2021
Barolo Zinzasco 2020
 
PIAZZO COMM. ARMANDO – Alba
Barolo Valente 2021
Barolo Sottocastello di Novello 2020
Barolo Riserva Sottocastello di Novello 2016
 
PODERI LUIGI EINAUDI – Dogliani
Barolo Ludo 2021
Barolo Monvigliero 2020
Barolo Bussia 2019
 
PORRO GUIDO – Serralunga d’Alba
Barolo Santa Caterina 2021
Barolo Lazzairasco 2021
 
REVA – Monforte d’Alba
Barolo 2021
Barolo Cannubi 2021
Barolo del Comune di Serralunga 2019
 
SAN BIAGIO – La Morra
Barolo Galina 2019
Barolo San Rocco 2019
Barolo Riserva Bricco di San Biagio 2019
 
AGR. SORDO GIOVANNI – Castiglione Falletto
Barolo Ravera 2021
Barolo Parussi 2020
Barolo Perno 2020
 
👨‍🏫 DEGUSTAZIONI GUIDATE
Durante le due giornate sono previste alcune degustazioni guidate condotte il dal giornalista Gianni Fabrizio (curatore della guida ai Vini d’Italia del Gambero Rosso)
 
🚌 MASTER SUL BAROLO
Sabato 12 aprile il Master sul Barolo:
un’intera giornata in cui si è potuto approfondire sul campo la conoscenza di questo vino fra lezioni, percorsi nel territorio di produzione e degustazioni.
 
Il Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina ospite speciale dell’evento
 
Valtellina è stato ospite speciale dell’evento, grazie alla collaborazione con il Consorzio di Tutela dei Vini di Valtellina. Terroir e vini saranno così raccontati, con uno speciale focus sulle sue sottozone che caratterizzano un territorio unico.
Lo amano definire il “Nebbiolo delle Alpi”, rappresenta un territorio di grande cultura del vino, condivide con le Langhe la presenza del nebbiolo.
Il suo paesaggio è unico, con i tanti muretti a secco che si osservano percorrendo le Valle e che ne fanno il territorio viticolo terrazzato più esteso in Italia.
Come ama definire il Consorzio …”il vino in Valtellina è il risultato del dialogo continuo tra le Alpi, l’energia del sole, la brezza del Lago di Como e l’attività agricola tra i terrazzamenti”.
Due masterclass dedicate al confronto fra Barolo e Valtellina, mentre un banco d’assaggio presenterà una selezione di nebbioli dalla Valtellina di differenti cantine del territorio.
 
Presentati in anteprima i vini al banco d’assaggio che sarà allestito a fianco delle cantine del Barolo
Ca’ Bianche – Tirano
Valtellina Superiore La Tèna 2022
Sforzato di Valtellina Fasèt 2022
Casa Vinicola Pietro Nera – Chiuro
Valtellina Superiore Inferno Riserva 2018
Sforzato di Valtellina Il Gheppio 2019
Folini – Chiuro
Valtellina Superiore Valgella Riserva 2020
Vigneto Dos Bel
Involt “Agnelot” – Tresenda di Teglio
Alpi Retiche Igt Carline 2015
La Grazia – Tirano
Valtellina Superiore Goccia 2017
La Perla di Marco Triacca – Tresenda di Teglio
Sforzato di Valtellina Quattro Soli 2017
La Spia – Andevenno
Alpi Retiche Igt Bianco 2023
Le Strie – Ponte in Valtellina
Rosso di Valtellina 2023
Valtellina Superiore 2011
Marcel Zanolari – Bianzone
Rosso di Valtellina L’Essenziale 2022
Valtellina Superiore 2018
Nino Negri – Chiuro
Alpi Retiche Igt Bianco 2023 (da uve Nebbiolo)
Valtellina Superiore Grumello Sassorosso 2020
Valtellina Superiore Riserva Nebbiolo 2018
Sforzato di Valtellina Sfursat Carlo Negri 2021
Rainoldi Aldo – Chiuro
Valtellina Superiore Sassella 2022
Sforzato di Valtellina Sfursat Fruttaio Ca’ Rizzieri 2021
Tenuta Scerscé – Tirano
Rosso di Valtellina Nettare 2023
Valtellina Superiore Sassella Petrato 2021
Sforzato di Valtellina Infinito 2020
Triacca – Villa di Tirano
Valtellina Superiore Prestigio 2020
Il Nebbiolo della Valtellina, localmente noto come Chiavennasca, è un vitigno autoctono coltivato nelle terrazze vitate della provincia di Sondrio, in Lombardia. Questo vitigno si distingue per la sua capacità di adattarsi ai terreni montuosi e al microclima alpino della Valtellina, producendo vini di notevole finezza e longevità.
Caratteristiche del Nebbiolo Valtellinese
• Adattamento al territorio: Il Nebbiolo prospera nei suoli magri e rocciosi delle terrazze valtellinesi, beneficiando di un’esposizione solare ottimale e di un microclima influenzato dalla vicinanza delle Alpi.
• Profilo organolettico: I vini ottenuti da questo vitigno presentano un colore rosso rubino che tende al granato con l’invecchiamento. Al naso emergono profumi di frutti rossi, fiori appassiti e spezie, mentre al palato si distinguono per eleganza, struttura e una piacevole tannicità.
Disciplinare di produzione del Valtellina Superiore DOCG
Il Valtellina Superiore DOCG è una delle denominazioni più prestigiose per i vini prodotti con Nebbiolo in Valtellina. Il disciplinare di produzione stabilisce:
• Composizione ampelografica: Minimo 90% di Nebbiolo (Chiavennasca); possono concorrere altri vitigni a bacca rossa non aromatici idonei alla coltivazione nella Regione Lombardia fino a un massimo del 10%.
• Zona di produzione: Comprende diversi comuni della provincia di Sondrio, tra cui Sondrio, Berbenno, Buglio in Monte, Castione Andevenno, Chiuro, Montagna in Valtellina, Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Teglio e Tresivio.
• Resa massima: La produzione massima consentita è di 8 tonnellate per ettaro, con una resa in vino non superiore al 70%.
• Invecchiamento: Il vino deve essere sottoposto a un periodo di invecchiamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno. Per la menzione “Riserva”, l’invecchiamento minimo è di 36 mesi.
• Caratteristiche organolettiche: Il Valtellina Superiore DOCG presenta un colore rosso rubino tendente al granato con l’invecchiamento, profumo caratteristico ed etereo con sentori di frutti rossi e spezie, sapore asciutto, armonico, vellutato, con fondo gradevolmente amarognolo.
Ecco i vini che mi hanno particolarmente colpito:

VALTELLINA

Nino Negri – Chiuro
Alpi Retiche Igt Bianco 2023 (da uve Nebbiolo)
Valtellina Superiore Riserva Nebbiolo 2018
Sforzato di Valtellina Sfursat Carlo Negri 2021
Le Strie – Ponte in Valtellina
Valtellina Superiore 2011
Ca’ Bianche – Tirano
Sforzato di Valtellina Fasèt 2022
Rainoldi Aldo – Chiuro
Sforzato di Valtellina Sfursat Fruttaio Ca’ Rizzieri 2021
Nera – Chiuro
Valtellina Superiore Inferno Riserva 2018
Marcel Zanolari – Bianzone
Rosso di Valtellina L’Essenziale 2022
Valtellina Superiore 2018
Mamete Prevostini – Mese
Sommarovina Sassella 2022
Vigna Sassina Grumello 2020
Folini – Chiuro
Valtellina Superiore Valgella Riserva 2020
Vigneto Dos Bel

BAROLO

MONCHIERO F.LLI – Castiglione FallettoBarolo Rocche di Castiglione 2021
Barolo Riserva Pernanno 2019
REVA – Monforte d’AlbaBarolo Cannubi 2021
BOLMIDA SILVANO – Monforte d’AlbaBarolo Bussia 2021
Barolo Le Coste di Monforte 2021
PORRO GUIDO – Serralunga d’Alba
Nebbiolo 2024
Barolo Santa Caterina 2021
Barolo Lazzairasco 2021
Barolo vigna Rionda 2021
DOSIO VIGNETI – La MorraBarolo Fossati 2020
Barolo Serradenari 2020
MARCHESI DI BAROLO – BaroloBarolo Cannubi 2020
Barolo Sarmassa 2020
CASCINA CHICCO – CanaleBarolo Riserva Ginestra 2018
ABBONA ANNA MARIA – FariglianoBarolo Bricco San Pietro 2021
Barolo Bricco San Pietro 2020
Barolo Bricco San Pietro 2019
BOASSO – Serralunga d’AlbaBarolo Lazzarito 2021
MANZONE PAOLO – Serralunga d’AlbaBarolo Meriame 2021
DIEGO MORRA – VerdunoBarolo Monvigliero 2021
PODERI LUIGI EINAUDI – DoglianiBarolo Bussia 2019
SAN BIAGIO – La MorraBarolo Riserva Bricco di San Biagio 2019
SORDO GIOVANNI – Castiglione FallettoBarolo Perno 2020
 
Alla prossima !
LUCA GANDIN

“La Grande Grigliata” al Mondo Verde

lunedì 21 aprile – ore 12.30

AL MONDO VERDE

Via Giuseppe Cavallo 34 -Venaria Reale (TO)

Il profumo della brace, le risate che si mescolano alla musica in sottofondo, l’atmosfera rilassata dello stare immersi nel verde…

Torna “La Grande Grigliata”, il format ideato da To Be Events che unisce buon cibo, natura e intrattenimento.

Per partecipare alla Grande Grigliata è necessario compilare il form al link:

https://shop.tobevents.it/event/lagrandegrigliata/

Chi ha compilato correttamente il form verrà ricontattato per la scelta del menù e per segnalare in quel momento eventuali allergie o intolleranze.

ATTENZIONE: la prenotazione è obbligatoria e i posti sono limitati.

Nivà inaugura la sua nuova gelateria in Piazza Vittorio

Nel cuore di Torino, Nivà inaugura la sua nuova gelateria in Piazza Vittorio Veneto 8, un luogo dove la tradizione sabauda incontra l’innovazione artigianale. Per celebrare questa apertura, Nivà presenta “Crema Reale 1825”, un gusto che rende omaggio alla storia della piazza, celebrando i 200 anni dalla sua ristrutturazione. Gli ingredienti scelti sono quelli più amati dai torinesi dell’Ottocento: lo zabaione, la nocciola e il cacao. Un gusto sontuoso, cremoso, dalla struttura ricca e dal profumo avvolgente, che accompagna idealmente il visitatore in una passeggiata tra le arcate storiche di Piazza Vittorio.

Ci sono storie che nascono dall’amore per la genuinità e la tradizione, come quella di Nivà, una realtà familiare iniziata quasi quarant’anni fa sotto una buona stella – quella Michelin – con il ristorante “Bontan”, aperto da Diana De Benedetti e Silvio Rivolta sulla collina torinese nel 1988. Da allora, l’amore per le materie prime di qualità è la base di un progetto che oggi unisce due generazioni e otto gelaterie tra Torino, la città dove tutto è iniziato, Cannes, Porto e Lisbona.

In questi giorni Nivà ha spostato la sua storica gelateria di Piazza Vittorio dall’altro lato della piazza, al nr. 8.  Il nuovo locale, più grande, incarna perfettamente lo spirito di Nivà e, in uno dei luoghi più figurativi e amati della città, unisce la solidità della tradizione sabauda con la creatività delle nuove generazioni, offrendo ogni giorno prodotti che raccontano una storia autentica fatta di famiglia, passione e qualità.

Oggi il progetto Nivà è seguito da Diana e dai suoi figli, Dalia e Daniel, ognuno con il suo ruolo e tutti accomunati da un’unica grande passione, quella per il cibo. Grazie ai suoi viaggi, Dalia –ex concorrente di MasterChef, oggi foodteller e appassionata viaggiatrice – porta da Nivà nuovi concept e ispirazioni di gusto e rappresenta una fonte inesauribile di creatività e ricerca. Le sue storie di gusto prendono vita anche su Instagram: @daliarivolta.

Daniel, molto spesso dietro il bancone, è l’anima creativa della famiglia e a lui è affidata anche la comunicazione del gruppo. A loro da molti anni si è unito Roberto, ex farmacista che, con grande sapienza mescola ingredienti e studia le ricette trasformando le idee di famiglia in gelati apprezzatissimi anche all’estero.

 

LA NUOVA GELATERIA NIVÀ IN PIAZZA VITTORIO VENETO: UN DIALOGO TRA STORIA E INNOVAZIONE

Il nuovo locale incarna perfettamente l’anima del marchio: coniugare la tradizione con lo spirito contemporaneo. Le volte storiche dialogano con luci dal design organico e materiali moderni, senza contrasti netti. Elementi tecnologici e decorativi si integrano naturalmente, creando un ambiente immersivo. Il risultato è un luogo che supera la distinzione tra conservazione e innovazione, offrendo un’esperienza sensoriale unica.

Grignolino: il nobile ribelle 2025

Banchi di degustazione e masterclass per conoscere tutte le sfumature di questo vino eclettico.
Grazzano Badoglio (At)
Via IV Novembre 15, Grazzano Badoglio (At) mappa
12 Aprile 2025 – 14 Aprile 2025
Orario 11 – 19 / 11 – 19 / 10 – 17
Banchi d’assaggio
Orari e modalità di accesso
La manifestazione si svolgerà il 12, 13 e 14 aprile con i seguenti orari:
• Sabato 12 aprile dalle 11 alle 19
• Domenica 13 aprile dalle 11 alle 19
• Lunedì 14 aprile dalle 10 alle 17
Evento aperto sia al pubblico sia agli operatori.
Per il pubblico l’ingresso è libero senza prenotazione; è previsto un contributo per la degustazione di 15 € (10 € per i soci AIS).
SCOPRI I VINI

Note Storiche

Il nome “Grignolino” potrebbe derivare dal termine piemontese “grignòle”, che indica i vinaccioli, di cui gli acini sono particolarmente ricchi. Un’altra teoria lo collega al verbo dialettale “grignare”, che significa ridere. Le prime notizie documentate su questo vitigno risalgono alla fine del XVIII secolo, sebbene fosse già conosciuto e utilizzato per produrre vini “chiaretti” nel Cinquecento.

Note tecniche

Il Grignolino è un vitigno autoctono piemontese da cui si ottengono due vini a Denominazione di Origine Controllata (DOC): il Grignolino d’Asti e il Grignolino del Monferrato Casalese. Entrambi i vini sono regolamentati da specifici disciplinari di produzione che ne definiscono le caratteristiche e le modalità di produzione.
🏷️ Grignolino d’Asti DOC
• Vitigni ammessi: Grignolino in purezza. È consentita la presenza di uve Freisa fino a un massimo del 10% nei vigneti.
• Zona di produzione: Province di Asti e Alessandria.
 
Norme per la Viticoltura
• Resa massima: La produzione di uva non deve superare le 8 tonnellate per ettaro di vigneto in coltura specializzata.
• Titolo alcolometrico volumico minimo naturale: Le uve destinate alla vinificazione devono garantire un titolo alcolometrico volumico minimo naturale del 10,5% vol.
Caratteristiche del Vino
• Colore: Rosso rubino, che può variare in intensità e tendere all’aranciato con l’invecchiamento.
• Profumo: Delicato e caratteristico, con note fruttate di sottobosco e spesso accompagnato da sentori speziati di pepe bianco.
• Sapore: Asciutto, leggermente tannico, gradevolmente amarognolo, con un retrogusto persistente.
• Titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11% vol.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il disciplinare completo sul sito : Registro Nazionale delle Varietà di Vitehttp://catalogoviti.politicheagricole.itPDFDisciplinare di produzione – Grignolino d’Asti
🏷️ Grignolino del Monferrato Casalese DOC
• Vitigni ammessi: Grignolino minimo 95%; è consentita la presenza di uve Freisa e Barbera, da sole o congiuntamente, fino a un massimo del 5%.
• Zona di produzione: Comuni della provincia di Alessandria, in particolare nell’area del Monferrato Casalese.
Norme per la viticoltura
• Terreni: calcarei, argillosi o loro combinazioni
• Giacitura: esclusivamente collinare; sono esclusi i terreni di fondovalle, umidi e non sufficientemente soleggiati
• Densità d’impianto: minimo 4.000 ceppi per ettaro
• Forme di allevamento: controspalliera con vegetazione assurgente
• Sistemi di potatura: Guyot tradizionale, cordone speronato basso o altre forme atte a non modificare la qualità delle uve
• Resa massima: 8 tonnellate per ettaro
• Titolo alcolometrico volumico minimo naturale: 11,50% vol. (9,50% vol. per la versione spumante rosato; 12,00% vol. per le versioni riserva, vigna e riserva vigna)
 
Caratteristiche organolettiche
• Colore: rosso rubino chiaro, con tendenza all’arancione con l’invecchiamento
• Odore: caratteristico e delicato, con sentori di fragola, lampone e note di pepe bianco
• Sapore: asciutto, leggermente tannico, gradevole amarognolo con caratteristico retrogusto di mandorla
🏷️ Tipologie e menzioni aggiuntive
Il disciplinare prevede le seguenti specificazioni:
• “Riserva”: invecchiamento minimo di 30 mesi, di cui almeno 18 mesi in contenitori di legno
• “Vigna”: possibilità di indicare il nome del vigneto
• “Riserva Vigna”: combinazione delle due menzioni precedenti
Inoltre, è prevista la versione “Spumante Rosato”, con un titolo alcolometrico volumico minimo naturale di 9,50% vol.
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il disciplinare completo sul sito : Registro Nazionale delle Varietà di Vitehttp://catalogoviti.politicheagricole.itPDFDisciplinare di produzione – Grignolino del Monferrato Casalese
L’Associazione Monferace è un’iniziativa nata nel 2016 con l’obiettivo di rivalorizzare il Grignolino, un vitigno autoctono piemontese spesso sottovalutato, promuovendone una versione di alta qualità e lunga maturazione. Il progetto coinvolge produttori del Monferrato aleramico, nelle province di Alessandria e Asti, che condividono la visione di restituire al Grignolino il prestigio storico che merita.
🎯 Obiettivi dell’Associazione
• Nobilitare il Grignolino: trasformandolo da vino leggero e di pronta beva a vino strutturato e adatto all’invecchiamento.
• Recuperare tradizioni storiche: ispirandosi alle pratiche enologiche del passato, quando il Grignolino era apprezzato per la sua complessità e longevità.
• Creare una rete imprenditoriale: favorendo la collaborazione tra produttori per promuovere il territorio e il vitigno.
🍷 Caratteristiche del vino “Monferace”
Il vino prodotto sotto il nome “Monferace” segue un protocollo rigoroso:
• 100% Grignolino: utilizzo esclusivo del vitigno, senza tagli con altre varietà.
• Affinamento prolungato: minimo 40 mesi, di cui almeno 24 in botti di legno, per sviluppare complessità e struttura.
• Vinificazione tradizionale: metodi che rispettano le pratiche storiche del territorio.
🏞️ Territorio e Produttori
L’associazione comprende produttori situati nel Monferrato aleramico, un’area collinare con una lunga tradizione vitivinicola. Tra i membri fondatori figurano aziende come Accornero, Alemat, Angelini Paolo, Castello di Uviglie, Fratelli Natta, La Fiammenga, Sulin, Tenuta La Tenaglia, Tenuta Santa Caterina e Vicara.
📍 Sede e Contatti
• Sede: Castello di Ponzano Monferrato, Piazza Vittorio Veneto 1, Ponzano Monferrato (AL)
• Email: info@monferace.it
• Sito web: monferace.it
Ecco i vini che mi hanno particolarmente colpito:
ASTIGIANO
 
FRANCO ROERO Montegrosso d’Asti (AT) 2023
CROTIN 1897 Maretto (AT) “SAN PATELU” 2023
CASCINA REY Asti BISBETICO INDOMATO 2023
DAVIDE MARELLO Valfenera (AT) LEVOLÙ 2023
CALDERA FABRIZIA Asti LE SERRE 2023
GATTO PIERFRANCESCO
Castagnole Monferrato (AT) MONTALTO 2024
SPERTINO LUIGI Mombercelli (AT) 2024
AGOSTINO PAVIA Agliano Terme (AT) 2023
TENUTA OLIM BAUDA Incisa Scapaccino (AT)
ISOLAVILLA 2024
TENUTA MONTEMAGNO Montemagno (AT)
RUBER” 2023
TENUTA SANTA CATERINA Grazzano Badoglio (AT) ARLANDINO 2023
I PARCELLARI Govone (CN) PARCELLA 505 2021
MONFERRATO CASALESE
 
ACCORNERO Vignale Monferrato (AL)
BRICCO DEL BOSCO 2024
LIEDHOLM Lu e Cuccaro Monferrato (AL)
BRICCO DEL BOEMIA 2023
MAURO REI Sala Monferrato (AL) PRYNCIPE 23
CINQUE QUINTI Cella Monte (AL)
VIGNA SAN PIETRO 2022
MONFERACE
 
ACCORNERO Vignale Monferrato (AL)
BRICCO DEL BOSCO VIGNE VECCHIE RIS .2019
TENUTA SANTA CATERINA Grazzano Badoglio (AT) MONFERACE 2019
VICARA Rosignano Monferrato (AL)
UCCELLETTA 2019
LIEDHOLM Lu e Cuccaro Monferrato (AL)
RISERVA 2019
CASCINA FALETTA Casale Monferrato (AL)
INDELEBILE 2019
ANGELINI PAOLO Ozzano Monferrato (AL)
GOLDEN ARBIAN 2017
FREISA
 
LA MONTAGNETTA Roatto (AT) LA SVISTA 2022
GARRONE EVASIO E FIGLIO Grana (AT) 2023
CROTIN 1897 Maretto (AT) ARIS 2022
CASCINA GILLI Castelnuovo Don Bosco (AT)
IL FORNO 2022
FEA Calosso (AT) Sup 2021
SCARPA Nizza Monferrato (AT) 2020
499 Santo Stefano Belbo CN COSTE DEI FRE 2022
ADRIANO MARCO E VITTORIO Alba (CN)
LICE 2021
CLAUDIO MARIOTTO Tortona (AL) 2022
 
Alla prossima !
LUCA GANDIN

AffogaTOH, l’ultima golosità di Alberto Marchetti che fa bene al palato e alla ricerca

Un cremoso gelato al caffè ricoperto da una squisita crema di zabaione Zabà, una leggera e morbida panna montata e, dulcis in fundo, i croccanti nocciolini di Chivasso Fontana.

Si presenta così AffogaTOH, l’ultima golosa novità firmata Alberto Marchetti. Un affogato da passeggio, originale rivisitazione del celebre e raffinato Bicerin di Torino.

Ma c’è di più, la novità di casa Marchetti delizia il palato e fa del bene, sposando la nobile causa della ricerca. Metà dell’incasso dei primi 5000 AffogaTOH sarà, infatti, devoluto in beneficenza da Marchetti alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ETS

Ed è proprio Candiolo il fil rouge che unisce AffogaTOH di Alberto Marchetti e il TOH dell’artista Nicola Russo.

L’idea – spiega Alberto Marchetti – è nata dall’incontro con Nicola Russo. Rendere il mio gelato l’occasione per sostenere una buona causa mi ha subito affascinato. AffogaTOH mi dà la possibilità di sostenere Candiolo e di far conoscere questa importantissima realtà del territorio”.

Quando ho conosciuto Alberto – aggiunge Nicola Russo – ho ritrovato in lui lo stesso entusiasmo che mi guida ogni giorno. Così è stato naturale immaginare insieme un progetto capace di fare del bene”.

Due eccellenze che hanno fatto della torinesità la loro cifra distintiva, unite, quindi, per un grande progetto, la Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro ETS, nata nel 1986 per dare un contributo significativo alla cura e alla ricerca sul cancro attraverso la realizzazione di un polo oncologico all’avanguardia, l’Istituto di Candiolo – IRCCS.

Ringraziando Alberto Marchetti per aver voluto sostenere la Fondazione insieme a Nicola Russo, Andrea Bettarelli Responsabile Fundraising e Comunicazione dell Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, ha ricordato come le risorse di questa speciale iniziativa andranno a supportare le oltre 800 persone che ogni giorno lavorano con competenza e professionalità a Candiolo.


Alessandro Sartore