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Le Verità sul vino, Falseum

 

Castello di Verrone ( Bi )

Falseum ha ospitato l’evento “Le Verità sul Vino” sabato 21 settembre dalle 15 alle 20,30 e domenica 22 settembre dalle 11 alle 19,30 trasformando le sue sale in un percorso di “degustazione culturale”.
L’evento, giunto alla 5a edizione, è organizzato dall’associazione Turismo in Langa, in partnership con la cooperativa Itur che gestisce la realtà museale con il Comune di Verrone, grazie al contributo della Fondazione CrB.
“Di vino si può parlare e scrivere tantissimo, ma nulla si avvicina all’esperienza di una degustazione” dice il neo sindaco di Verrone Gian Luca Bazzan.

I visitatori, muniti di calice personale da degustazione assegnato all’ingresso, hanno potuto accedere alle varie stanze tematiche del museo che hanno ospitato una postazione presidiata dai produttori dei vini più apprezzati del Piemonte e hanno potuto degustare le etichette , spesso associate a leggende metropolitane, luoghi comuni o curiose credenze popolari. Compito della locandina dell’evento
di Falseum è stato fare chiarezza su tali credenze, grazie alla presenza di sommelier o narratori del vino appositamente formati.

Ecco Le cantine ospiti dell’edizione 2024
di “Le Verità del Vino” :

• Azienda vitivinicola Eusebio di Stroppiana Marilena Lusent – orange wine a base erbaluce;
• Azienda agraria Fiorini – Bartis Colli Pesaresi DOC Rosso 2021;
• Microliquorificio La Culma con Bitter;
• Azienda Agricola Pozzo con Erbaluce di Caluso docg 2023;
• Azienda Agricola Stefano Vampari con Bramaterra doc 2018;
• Azienda Agricola Nazzari Franc con Essenza;
• Azienda Agricola Guido Vada con Barbera d’Asti docg Tanguera.
Previsti anche incontri DiVini con due postazioni ,in cui sono stati serviti
un Derthona Timorasso Colli Tortonesi doc e
un Monreale Barbera Colli Tortonesi doc.

Ecco i vini che mi sono particolarmente piaciuti:

GUIDO VADA
Tanguera 2021 Coazzolo
15gg sulle bucce, vigne di 20 e 30 anni
Vinificazione in cemento
Naso: ciliegia, amarena
Bocca: frutta fresca, finale mandorlato, bella beva

VIGNETI MOGNI – MONLEALE
PÈDER 2021
COLLI TORTONESI
BARBERA
Vigne di circa vent’anni, vinificato in acciaio
Naso: complesso e antico
Bocca: complesso amarena, spalla acida oscura

AZ .VITIVINICOLA EUSEBIO
DI STROPPIANA MARILENA
SALUSSOLA ( BI)
RISENT 2020
vino rosso
Terreno serra Morenica , vigne di 60 /70 anni
Affinamento 12 mesi in Barrique usate
Bocca: rustico, mentolato, ribes di sottobosco
Bocca: mentolato complesso e pieno,
finale long time

POZZO
Reiri
Erbalucedi Caluso 2023
Macerazione freddo a circa 4°, solo due giorni in acciaio, vigne di cinquant’anni in anfiteatro Morenico vicino al lago di Viverone
Naso: preciso ed elegante
Bocca: pulito, preciso, fresco ed immediato

POZZO
L’ ARBAT
ERBALUCE DI CALUSO
PASSITO RISERVA 2018

Dopo un’accurata selezione di grappoli che vengono lasciati almeno cinque mesi in cassette di legno, il vino viene invecchiato per almeno cinque anni in piccole botti.
Naso: pulito, fantasticamente, complesso, sentori di frutta matura Bianca
Bocca: complesso ed eleganti sentori di terziario e di sottobosco

FIORINI
COLLI PESARESI
SANGIOVESE 2021
SIRIO
Versante sud-est, 300 mt , vigne di otto anni,
Vinificato in acciaio , 85% sangiovese 15% merlot
Naso: frutta, ciliegia ,bel equilibrio, lineare, sottile cioccolato e cuoio
Bocca: armonico, equilibrato, bella beva con finale di buona godibilità e un elegante cioccolato e cuoio

FRANCO NAZZARI
GRIGNOLINO DEL MONFERRATO CASALESE 2023

Terreno bianco calcareo a scaglie e componente acida
Vigne 30% di trent’anni, 70% di 60
400 m, quattro giorni sulle bucce, 30% di mantenimento del Grigno,
Vinificato in acciaio
Naso: preciso, elastico Rosa canina, fiori freschi
Bocca: equilibrio, eleganza, buona beva e consistenza in bocca

In questa edizione Domenica 22 settembre ho avuto il piacere e l’onore di condurre un salottino molto seguito dal titolo :
” Il vino analcolico non può essere considerato vino, sarà vero? ”

Il vino dealcolato è un tipo di vino privato della componente alcolica. È un’alternativa sempre più apprezzata per chi non vuole rinunciare al gusto del vino senza gli eventuali effetti collaterali associati all’alcol. Nonostante susciti
ancora qualche perplessità nei contesti enogastronomici tradizionali del nostro Paese, infatti, è perfetto per astemi, sportivi e per chi, per motivi religiosi o di salute, deve o preferisce limitare il consumo di alcol.
Quindi si definisce:
– vino dealcolizzato (o dealcolato) se il tasso alcolometrico effettivo del
prodotto non è superiore a 0,5 % vol.
– vino parzialmente dealcolizzato (o dealcolato) se il tasso alcolometrico
effettivo del prodotto è superiore a 0,5 % vol. ed è inferiore al 9%.

Se il grado alcolico è dello 0% si parla di bevande analcoliche prodotte con mosto d’uva.
Questi prodotti sono ideali anche per chi segue un’alimentazione vegana perché non contengono nessun prodotto di origine animale come colla di pesce o proteine del latte, spesso inseriti nella produzione del vino tradizionale.

Come si produce il vino analcolico?
Dealcolizzazione: partendo da un vino alcolico
In questa tipologia rientrano due processi principali:
– Distillazione sottovuoto.
Il vino viene sottoposto a una depressione, in modo da far evaporare l’alcol. Questo è il metodo meno costoso, tuttavia, comporta il
rischio di perdere molte delle caratteristiche aromatiche distintive del vino .
– Osmosi inversa.
Il vino passa attraverso membrane a pressioni molto elevate per separare l’etanolo (con l’acqua e altre molecole) dal vino. Le sostanze aromatiche vengono successivamente reintegrate al vino dealcolato in un secondo momento, calibrando zuccheri e acidità per mantenere l’equilibrio e il profilo aromatico desiderato.

Direttamente dall’uva
Le uve bianche intere vengono introdotte nella pressa pneumatica ed il mosto che si ottiene dalla loro spremitura soffice, dopo un primo travaso, viene collocato nei serbatoi a temperatura controllata dove rimane fino al suo utilizzo per la produzione della bevanda
Nel caso di varietà frizzanti, il mosto si trasferisce quindi all’interno dell’autoclave dove si combina con l’anidride carbonica per creare l’effervescenza .

Che sapore ha il vino analcolico?
Sicuramente più delicato al gusto, il vino analcolico si presenta visivamente
difficilmente distinguibile dalla sua versione classica. Nelle versioni frizzanti, i
vini analcolici non fanno mancare le bollicine, aggiungendo un tocco di vivacità al palato. Il loro retrogusto fruttato può presentare note di mela, pesca e fiori di sambuco, donando una sensazione fresca e piacevole al palato. Queste
caratteristiche lo rendono una scelta apprezzata sia da chi desideravun’alternativa senza alcol, sia da chi semplicemente ricerca un’esperienza
gustativa leggera e raffinata.

Ecco alcuni riferimenti legislativi:

Regolamento UE/1308/2013 su OCM Unica prodotti agricoli (come modificato per effetto PAC 2023/2027):
Allegato VII, consente di realizzare in versione dealcolata (0%) / parzialmente dealcolata le seguenti tipologie:
“vino”,
“vino spumante”,
“vino spumante di qualità”,
“vino spumante di qualità del tipo aromatico”,
“vino spumante gassificato”,
“vino frizzante”,
“vino frizzante gassificato”
Dealcolazione deve avvenire dopo che il prodotto abbia raggiunto pienamente le rispettive caratteristiche previste dalla propria tirpologia di prodotto.
Vini DOP / IGP possono essere prodotti in versione dealcolata / parzialmente dealcolata solo se il rispettivo disciplinare lo consente
Se inferiore a 10%, va indicato in etichetta il termine di conservazione .

Allegato VIII indica le tecniche di cantina utilizzabili per produrre in versione dealcolata (0%) / parzialmente
⁃ parziale evaporazione sotto vuoto;
⁃ tecniche a membrana;
⁃ distillazione.
L’eliminazione dell’etanolo nel prodotto vitivinicolo non deve essere effettuata in combinazione con un aumento del tenore di zuccheri (= arricchimento) nel mosto di uve.
Inoltre …

Tagli:
⁃ NON ammesso il taglio tra vino “normale” e vino dealcolato / parzialmente delacolato (sì vendibile, ma come bevanda)
⁃ Ammesso invece il taglio tra due delcolati / parzialmente delacolati (etichettabile come vino dealcolato / parzialmente delacolato)
Spumante
⁃ (anidride carbonica prodotta naturalmente) → può essere realizzato in versione solo parzialmente dealcolata, ultilizzando come base un vino dealcolato / parzialmente delacolato
⁃ (gassato artificialmente) → può essere realizzato in versione dealcolata e parzialmente dealcolata, utilizzando come
base un vino dealcolato / parzialmente dealcolato

Alcune considerazioni:
Se viene rispettata la disciplina europea
Stati membri POSSONO i vini delacolati /parzialmente dealcolati prodotti negli altri
essere legittimamente commercializzati in Italia (da subito!!)
Invece Disciplina italiana sul vino e sulle accise
pone ostacoli ai produttori italiani
⁃ norme italiane ( Testo Unico del vino 2016 )
⁃ prassi amministrative italiane (operaz di dealcolizzazione)
unicamente a discapito dei produttori italiani .

CONCLUSIONE:
Il vino dealcolizzato sarebbe un’ottima soluzione per sistemare il grande invenduto che il settore vitivinicolo ha in alcuni settori.
In questo momento il Moscato è uno dei vitigni più prodotti dealcolizzato , ma la Barbera e altri vitigni a bacca rossa come il Sangiovese ,il Montepulciano e il Primitivo potrebbero essere una valida alternativa.

Alla prossima

LUCA GANDIN

Lasagne ai sapori dell’orto

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Una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti

 

Vi propongo un primo piatto dal gusto solare, una lasagna vegetariana “light”, priva di besciamella. Un piatto leggero e delicato composto da pochi e semplici ingredienti dal sapore gustoso. Una versione piu’ leggera della classica lasagna. Verdure sfiziose che creano un gusto ricco senza l’utilizzo di carne in un morbido incontro di sapori. Perfetta per la primavera e l’estate, elegante delicata, squisita per tutti.

 

Ingredienti:

 

1 confezione di pasta fresca per lasagna (pronta in forno)

2 melanzane

4 zucchine

2 confezioni di sottilette “fila e fondi”

Sugo di pomodoro q.b.

Basilico q.b.

Olio evo q.b.

 

Preparare un sughetto di pomodoro (fresco o pronto) con aglio, cipolla, basilico e sale. Cuocere lasciandolo abbastanza liquido. Grigliare le melanzane e le zucchine precedentemente lavate ed affettate. Ungere una teglia da forno, versare sul fondo tre cucchiai di salsa di pomodoro e stendere bene. Sistemare le sfoglie di pasta sino a coprire il fondo, fare uno strato di melanzane, sale, sottilette a pezzi, salsa e un filo di olio. Proseguire con le altre sfoglie alternando melanzane e zucchine sino ad esaurimento degli ingredienti. Infornare a 200 gradi per circa 30 minuti.

 

Paperita Patty

Montiglio Monferrato, torna la ‘Fiera Nazionale del Tartufo’

Il 6 e il 13 ottobre la quinta edizione con treno storico e grandi ospiti nazionali tra cui il cantautore Danilo

Amerio e la conduttrice tv Syusy Blady.

Al via per due domeniche consecutive, il 6 e il 13 ottobre, la Quinta Edizione della ‘Fiera Nazionale del Tartufo’ di Montiglio Monferrato (AT), la prima ad aprire la stagione del tartufo bianco in Piemonte.

Un evento che richiama ogni anno oltre 15mila visitatori da Italia ed estero, con un ricco e attrattivo programma di sicuro richiamo per il territorio montigliese. Con le sue 14 frazioni nate dall’unione nel 1998 – primo esempio di fusione tra municipalità in Piemonte – di tre comuni con Colcavagno e Scandeluzza, costituisce uno dei migliori esempi nazionali di ‘paese diffuso’ con anche uno specchio d’acqua, il Lago di Codana, sulle cui rive si esibirono nel Dopoguerra tutti i grandi della musica italiana, Mina inclusa.

Esprime soddisfazione Dimitri Tasso, commentando gli oltre 100 espositori di ogni genere, oltre al tartufo, che ogni anno riconfermano fiducia e fedeltà a Montiglio Monferrato, creando aggregazione e partecipazione crescenti: “Un grande risultato la crescita della Fiera negli ultimi anni, nonostante lo stoppandemico. I numeri sono incoraggianti, e confortano il lavoro di squadra compiuto sin qui. Anche quest’anno un’edizione ricca di novità e nomi noti, con il cantautore Danilo Amerio, la conduttrice televisiva e scrittrice Syusy Blady e i giornalisti di fama nazionale Paolo Massobrio, Cinzia Montagna e Maurizio Scandurra. Siamo altresì lieti di proseguire con impegno e vigore sempre maggiori nel cammino sin qui intrapreso anche con ‘Fondazione FS’ per la valorizzazione dei nostri colli monferrini con i treni storici. Ringrazio sentitamente il Direttore Generale dell’Ente, l’ingegner Luigi Francesco Cantamessa, per il sodalizio e l’energia profusa a piene mani per l’ottima riuscita del progetto, che quest’anno abbraccia felicemente anche il Biellese, da cui provengono annualmente numerosi visitatori. E, con lui, l’Associazione ‘Feralp Team’ di Bussoleno per la fattivacollaborazione”.

Le ‘Littorine del Tartufo’, due esemplari della mitica serie ‘ALN668’ tornano infatti eccezionalmente in scena domenica 6 ottobre per un viaggio andata e ritorno sulla tratta Torino-Asti-Montiglio Monferrato.

Il 13, invece, seconda domenica di Fiera, invece, il percorso prevederà le fermate Biella-Santhià-Chivasso-Cavagnolo-Montiglio Monferrato. Prenotazioni e acquisto biglietti sul sito www.railbook.it, con la possibilità di ricomprendere anche il pranzo presso la Pro Loco.

L’iniziativa fa parte del ‘Progetto LocoMonferrato’ finanziato dal Ministero del Turismo. Particolare attenzione allo sviluppo del rapporto fra giovani e storia dei trasporti su rotaia verrà data grazie anche a ‘LocoLab’, opportunità condivisa e promossa da Archivio di Stato, Co.mi.s, Legambiente, Atam, Comuni di Cavagnolo e Brusasco, Istituti Comprensivi I.C.1 As2, I.C. Brusasco, I.C. Castelnuovo D.B., Cocconato e Montiglio Monferrato per proporre workshop interattivi tematici ai giovanissimi allievi delle scuole di Asti e Brusasco (TO) dislocati per l’occasione sul territorio comunale: ove, all’interno della vecchia stazione ferroviaria, sarà possibile visitare un plastico di fermodellismo davvero unico nel suo genere.

Sul versante generalista, invece, torna l’appuntamento con Paolo Massobrio e Cinzia Montagna, autori e protagonisti di un vivace e frizzante talk-show dinamico aperto al pubblico, domenica 6 ottobre dalle

10.30, intitolato “Se il tartufo è local… fino a quando? Riflessione sui cambiamenti climatici”.

Domenica 13 ottobre, invece, Cinzia Montagna dialogherà con Syusy Blady, storica conduttrice televisiva, scrittrice e cabarettista per un viaggio a ritroso nei migliori anni del piccolo schermo. Il tema

avvincente sarà: Top Truffle e Tap Model: il tartufo incontra Syusy Blady”.

Alle 15.30, invece, al ‘PalaTartufo’ al coperto allestito vicino le scuole del paese, andrà in scena ‘C’era

una volta la canzone italiana’, talk-show narrativo-musicale con protagonista il cantautore Danilo Amerio: autore di evergreen per Anna Oxa, Mia Martini, Umberto Tozzi, Raf, Giorgio Faletti e moltissimi altri, scoperto da Pippo Baudo e ben 4 volte in gara al Festival di Sanremo dal 1992 al ’95, recentemente tra i grandi protagonisti nel Team Gigi D’Alessio a ‘The Voice Senior 2024’ su Raiuno.

Con lui, a raccontare raccontandosi, anche Maurizio Scandurra, il giornalista radiotelevisivo cattolico già opinionista a ‘La Zanzara’ di ‘Radio24’ (il celebre programma di Giuseppe Cruciani e David Parenzo) nonché insignito della Cittadinanza Onoraria di Montiglio Monferrato nel 2019 per le sue opere di benemerenza.

Spazio anche allo sport affascinante e spettacolare. Domenica 6 ottobre, dopo la 17° gara di podistica del tartufo mattutina, sarà la volta del lancio dei paracadutisti direttamente al centro dell’area fieristica con il celebre ‘Bandierone’ raffigurante in dimensione 6×4 metri l’effigie del Comune. Un evento attesissimo, preludio al grande raduno interregionale dei paracadutisti stessi che vedrà quale cornice e teatro proprio il

Comune di Montiglio il prossimo dicembre.

Chiosa infine Dimitri Tasso: “Il circuito delle 5 Fiere del Tartufo del Basso Monferrato, alias Montiglio

Monferrato, , Moncalvo, Montechiaro d’Asti, San Damiano D’Astie Murisengo dimostra unità e lungimiranza

in tema di promozione del territorio. Con ‘LocoMonferratoMontiglio si riconferma Comune interessante, tra i 22 finanziati in tutta Italia per i progetti turistici legati alle microaree, insieme ai confinanti Murisengo e Piovà Massaia, in tema mobilità sostenibile e promozione delle architetture del Romanico. Chiudono il cerchio

il progetto ’TABUI’, app dedicata ai luoghi da visitare in zona, e la forte interazione fra giovani e trasporti quale liason efficace a continuare a dare linfa ai nostri amatissimi borghi. Vi aspetto tuttiin Fiera”.

Per favorire l’accesso del pubblico, sono stati predispostiampi parcheggi dedicati in zona MontExpo, collegati al percorso espositivo mediante un servizio gratuito di navetta continua dalle ore 10.30 alle ore 18.30.

Per informazioni, www.comune.montigliomonferrato.at.it, tel. 0141 994008 – 0141 232304.

Al via Terra Madre Salone del Gusto, tutte le novità

Torino, Parco Dora, dal 26 al 30 settembre

Tutte le occasioni per mangiare, bere, incontrare, imparare, ballare…

Le architetture del Parco Dora di Torino, spazio industriale restituito alle persone, simbolo di rigenerazione cittadina, sono ormai pronte ad accogliere la 15esima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, dal 26 al 30 settembre. Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la manifestazione, anche quest’anno a ingresso libero, presenta centinaia di occasioni per gustare, bere, incontrare e sperimentare le migliori produzioni alimentari che rappresentano la cultura di popoli e territori, grazie agli oltre 3 mila delegati e 700 espositori da tutte le regioni italiane e da 120 Paesi. Il calendario di appuntamenti, tutti legati dal claim We are Nature, è in continuo aggiornamento e sempre più articolato. Così, per meglio organizzare la visita, tra una conferenza e un giro al Mercato, ecco una guida, mappa alla mano, per vivere Terra Madre, minuto per minuto!

Prima di tutto le informazioni essenziali: come raggiungere Parco Dora? Grazie alla collaborazione con GTT_Gruppo Torinese Trasporti, è possibile muoversi facilmente con bus e metropolitana, ma anche con bike, moto e car sharing. A incentivare la mobilità sostenibile anche i circuiti di comunicazione di Trenitalia regionali. E per la prima volta, quest’anno, è possibile incontrare i produttori e vedere la manifestazione in anteprima – insieme a operatori, buyer e giornalisti – basta essere soci Slow Food (o tesserarsi all’ingresso) e visitare Terra Madre il giovedì 26 settembre dalle 10, prima dell’apertura per il grande pubblico, giovedì 26 alle 15. Oltre a questa possibilità i soci Slow Food avranno moltissimi vantaggi, tra cui corsie dedicate all’ingresso per saltare la coda tutti i giorni.

 

Dall’ingresso Mortara, le tante declinazioni del vivere Slow: orti, città, libri e itinerari

 

Se si accede dall’ingresso Mortara, il viaggio di Terra Madre si apre con due grandi aree dedicate ai principali progetti associativi. L’Orto Slow Food, progettato e realizzato in collaborazione con Planet Smart City: un orto bello da vedere, che rappresenta i valori della socialità e del fare insieme, che propone un percorso sensoriale con grandi cassoni, posizionati in maniera tale da essere accessibili a tutti, ricchi di piante orticole e alberi da frutto, come antiche varietà di mele e pere piemontesi, per toccare e annusare foglie, frutti e terra. Il progetto degli orti Slow Food a Terra Madre festeggia 20 anni, e, grazie al contributo di UniCredit si rinnova, uscendo dalle aule scolastiche per coinvolgere anche le comunità che realizzano orti in quartieri periferici e carceri, ospedali e biblioteche. A disposizione di scuole e famiglie, l’aula didattica l’Orto in una stanza, per scoprire, insieme alla rete Slow Food italiana e ai rappresentanti degli Orti in Africa, la biodiversità delle produzioni autoctone, e scoprire le buone pratiche orticole che preservano suolo e acqua. A cura di Iren anche i suggerimenti pratici da riprodurre in ambito domestico sulla gestione del compost. Nello spazio famiglie, sostenuto da L’Erbolario che offre prodotti per la cura di bimbi e mamme, si può trovare un momento di pausa, sperimentando i giochi educativi di Quercetti ispirati al mondo della natura, e rilassarsi nell’area morbida realizzata in collaborazione con Giovani Genitori.

Adiacente all’orto, lo spazio Slow Food accoglie i soci e chi vuole saperne di più su progetti e campagne del mondo della Chiocciola, ma non solo: al suo interno si trovano l’area dedicata alle pubblicazioni di Slow Food Editore, tra grandi classici e ultime novità, e la sala incontri dove esplorare la sfera del gusto, della pizza e del vestire sostenibile grazie a ospiti d’eccezione come Giulia Zanni, campionessa del Mondo di Pizza 2024, e Dario Casalini, fondatore di Slow Fiber. Sempre nello stand Slow Food, le sarte di Slow Fiber sono protagoniste al telaio di dimostrazioni dal vivo di cucito e mettono in pratica la loro maestria realizzando scaldacollo in seta e lana proposti in vendita. Da non perdere la degustazione delle miasse, sottili e croccanti rettangoli di farina di granturco cotte su apposite piastre, presentata da Loris Caretto, coltivatore custode del Pignoletto Rosso e referente della rete Slow Mays, in abbinamento allo spettacolo teatrale della compagnia Lo Zodiaco di Caluso.

 

La tappa successiva è Nutrire le città, un palcoscenico dedicato all’ecosistema urbano, alle food policies e al tema dello spreco alimentare. Dalle degustazioni di etichette da vigneti urbani di città come Roma e Brescia, alle testimonianze di chi, a Trieste, Cagliari e in Piemonte, sta integrando l’educazione alimentare nel programma scolastico, per passare alle esperienze di acquisto diretto dai produttori, i Mercati della Terra di Slow Food in primis, ma anche le community supported agriculture (CSA) e i gruppi d’acquisto. Con Lentamente viaggiare si esplorano invece le proposte di viaggi sostenibili, in Italia e all’estero: visite guidate tra Carso e Trieste, laboratori di ravioles in Val Varaita, percorsi di gastronomic trekking lungo la Costiera Amalfitana, escursioni tra le terre della transumanza in Abruzzo e tour in bicicletta nella Riserva Naturale di Torre Guaceto: sono alcuni esempi delle attività raccontate dai referenti degli itinerari del progetto Slow Food Travel e non solo. Sempre in quest’area, Ismea propone laboratori di smielatura e degustazioni per ripercorrere la Penisola attraverso le varietà di mieli.

 

Dall’ingresso Borgaro: un viaggio gastronomico tra reti tematiche e regioni italiane

 

Se si cambia il punto di partenza, dall’ingresso di via Borgaro Alta, a inaugurare la visita è l’area dedicata alle reti Slow Food, dove produttori e artigiani condividono la loro storia e i tanti modi di salvaguardare varietà, territori e tradizioni attraverso il progetto dei Presìdi Slow Food e non solo. Slow Grains, supportata da Pastificio Di Martino, riunisce a Parco Dora le realtà che dal Nord al Sud Italia valorizzano i grani tradizionali, come il Mulino Papavero Rosso di Cuneo, la Cooperativa Grani Antichi del Reatino e il Montefrumentario in Campania, mentre Slow Mays presenta alcuni esempi di biodiversità: il pan de Sorc, un pane dolce e speziato nato nelle terre di Gemona in Friuli, il mais Quarantino, antica varietà di granoturco marchigiana, e il mais Piadera, coltivato da oltre tre generazioni a Fregona (Tv). Grande rappresentanza anche dei componenti della rete Slow Beans, che attraverso i legumi raccontano culture agricole e sapori autentici, dalla Comunità della Valbelluna con il gialet, alla Comunità di Favalanciata nelle Marche, fino alla cicerchia degli Iblei e la sua farina, da cui nasce una polenta speciale. Infine, nello spazio Slow Olive, realizzato grazie al contributo del Gruppo ASA e la partecipazione di Ricrea, si ascoltano le testimonianze dei produttori del Presidio degli olivi secolari, tra cui Sergio Spada della Cab di Brisighella, menzione speciale nella Guida agli Extravergini 2024, e Vincenzo Signorelli, che nell’omonima azienda propone visite e degustazioni, arricchendo le esperienze dell’itinerario Slow Food Travel Etna e Catania. Sempre aperto anche l’Oil Bar, per degustare oli extravergini di alta qualità e imparare a riconoscerne le caratteristiche.

 

Il percorso prosegue con gli espositori del Mercato italiano e gli spazi delle Regioni, alla scoperta di tutta la Penisola e della sua biodiversità paesaggistica, culturale e gastronomica. Dal Friuli-Venezia Giulia alla Puglia, dal Trentino-Alto Adige alla Liguria, tutti gli stand propongono degustazioni, workshop e incontri con produttori, docenti, cuochi e referenti territoriali. Punta su un programma di showcooking anche la Cia-Agricoltori italiani, in collaborazione con produttori e cuochi da Nord a Sud. Non mancano i padroni di casa: all’area Piemonte, rappresentata da molti espositori, si aggiungono gli spazi di Regione PiemonteCittà di Torino, Turismo Torino e Provincia e della Camera di Commercio di Torino, main partner dell’evento, che nel proprio stand ospita appuntamenti che vedono protagonisti i Maestri del Gusto di Torino e Provincia e numerose associazioni di artigiani, dal Vermouth di Torino ai grandi classici di Torino e delle sue vallate, fino alla formazione delle nuove generazioni grazie a progetti che hanno visto la collaborazione di Slow Food, insieme alla Camera di Commercio e ai Maestri del Gusto, con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Animano gli spazi espositivi con le loro attività laboratoriali Borghi più belli d’Italia e Borsa merci telematica italiana, che mette a disposizione materiali informativi per favorire acquisti consapevoli da parte dei consumatori, e Invitalia, presente nella buyer lounge della manifestazione.

 

Il cuore di Parco Dora: riscoprirsi Natura, tra i banchi del Mercato e gli incontri in Arena

 

Tappa obbligatoria delle visite a Terra Madre è la grande tettoia di Parco Dora, dove converge l’anima più cosmopolita di Terra Madre. Il Mercato internazionale riunisce Presìdi Slow Food e prodotti provenienti dai cinque continenti: cacao e cioccolato da Ecuador e Colombia, cereali e salse dal Giappone, formaggi a latte crudo di Irlanda e Svizzera, ma anche specialità dei Mercati della Terra, come quello di Karva in Slovacchia e di Yunlin a Taiwan. Agli espositori si aggiungono gli eventi degli spazi internazionali, come la lezione di cucina sul borsch guidata dall’Alleanza Slow Food dei cuochi in Ucraina, la passeggiata tra le erbe commestibili e medicinali di Parco Dora insieme agli esperti di Slow Food North America, e le degustazioni targate Slow Food France che vedono i formaggi Presìdi Slow Food in abbinamento ai vini della Slow Wine Coalition. Segue l’area dedicata alle Slow Food Farms, dove è possibile scoprire tutti i segreti del modello agroecologico in un percorso di visita che ne approfondisce le parole chiave: conoscenza, comunità, diversità, giustizia e sinergia. Ancora pochi posti disponibili per gli eventi nell’Area Knowledge come l’appuntamento sulle storie di resistenza del Quilombo de Palmares in Brasile, delle comunità nere rurali del Sud degli Stati Uniti e del continente africano, e il workshop sul ruolo svolto dal giornalismo investigativo nella creazione di un sistema alimentare sostenibile. Restano invece gratuiti e aperti a tutti gli incontri dell’Area Biodiversity, dove i produttori delle comunità internazionali Slow Food raccontano i frutti del loro lavoro: il mondo della frutta secca, la coltivazione del té, il potere di legumi e cereali ancestrali e la biodiversità dei mieli indigeni. Strettamente connessa è l’esposizione artistica che Slow Food realizza insieme a Paratissima e con il sostegno della Compagnia di San Paolo. Le opere, create da artisti e performer italiani e internazionali, sono state selezionate per far immergere i visitatori nelle complesse sfide ambientali e sociali legate all’attuale sistema alimentare.

 

Per chi ha voglia di cimentarsi in un gioco partecipativo, il posto ideale è la Escape Room diffusa realizzata nell’ambito del progetto BEAUTIFOOD. Pensata per far divertire e allo stesso tempo riflettere su temi di grande attualità, questa esperienza interattiva coinvolge gruppi composti da 2 a 5 giocatori e propone tanti enigmi da risolvere: che impatto hanno gli allevamenti intensivi sulle risorse naturali e sulla sostenibilità? Quanto cibo sprechiamo? Come ottimizzare la filiera del cibo con alcuni semplici accorgimenti? Un’occasione per scoprire insieme come diventare più consapevoli delle proprie azioni quotidiane.

 

L’esperienza di Terra Madre continua nello spazio Noi custodiamo natura, dedicato alle terre alte e ai loro custodi. Qui si può conoscere la  rete Slow Food dei castanicoltori, annusare i fieni dei pascoli alpini, scoprire le attività del nuovo Presidio dei prati stabili e dei pascoli, divertirsi con i  giochi in legno di PEFC Italia, che – con Sinergie Outdoor – permettono anche ai più piccoli di comprendere l’importanza del rispetto del bosco. Nell’area conferenze, realizzata con il supporto di FSC Italia, si condividono idee sul futuro delle terre alte, con l’obiettivo di costruire – insieme ad alcuni dei maggiori esperti d’Italia – una strategia per rimettere la montagna al centro, come luogo privilegiato del vivere e dell’abitare.

Al centro dell’attenzione, la pastorizia, la biodiversità dei pascoli, i formaggi, le lane, le erbe selvatiche, i frutti del bosco, come funghi e tartufi, le api e gli impollinatori e i mieli millefiori e monovarietali, proposti per l’assaggio nell’area Slow Bees, realizzata con il contributo di Ricola. E sempre a proposito di erbe, mieli e impollinatori, passeggiando per lo spazio, il pubblico può incontrare anche il caramellaio Ricola arrivato direttamente dalla Svizzera per far assaggiare le iconiche caramelle d’Oltralpe appena formate.

 

Conferenze e incontri, da sempre il fil rouge per approfondire i grandi temi, grazie agli interventi di ricercatori, esperti e produttori, si svolgono in moltissimi spazi e, in particolare, in tre arene. Quella dedicata a Joannah Stutchbury, ambientalista e attivista, impegnata da anni per difendere le foreste del Kenya, uccisa nel 2021 proprio per il suo lavoro, ospita un programma di incontri focalizzati sulla relazione tra natura e differenti ambiti – clima, coscienza, educazione, donne, biodiversità – e tocca temi di attualità – come la giustizia lungo la filiera del cibo – affrontati da personaggi noti in Italia e all’estero. Tra questi, Michele Serra, giornalista, scrittore e autore che, dopo il suo monologo, dialoga con il pubblico presente; il drammaturgo e compositore, Moni OvadiaMiguel Altieri, dal Cile, coordinatore generale del programma dell’agricoltura sostenibile delle Nazioni Unite; Federico Faggin, uno dei padri della Silicon Valley che sarà a Terra Madre per parlare di rapporto fra natura e coscienza, insieme al teologo Vito MancusoLella Costa, che ci accompagnerà alla scoperta delle lezioni di meraviglia di Rachel Carson, Morgan Ody, dalla Francia, coordinatrice generale di La Via Campesina International; Larissa Mies Bombardi, ricercatrice brasiliana oggi costretta all’esilio per i suoi studi sui pesticidi, Elena Granata, una della maggiori urbaniste italiane, che approfondirà il rapporto fra le città e lo sguardo delle donne, e Filippo Giorgi, esperto internazionale nel campo della modellistica del clima, dello studio dei cambiamenti climatici e dei loro impatti sulla società, unico scienziato  italiano nell’esecutivo dell’IPPC, Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici, premiato con il Nobel per la Pace nel 2007. Qui trovate la lista completa di relatrici e relatori. 

 

L’Arena in ricordo di Sergio Staino, disegnatore, fumettista, giornalista e attento osservatore del nostro tempo, apre il suo programma con l’omaggio a Staino di Paolo Hendel e continua con Francesca Santolini, autrice di Ecofascisti, con Giorgio Vacchiano, nominato dalla rivista Nature tra gli 11 migliori scienziati emergenti nel mondo che stanno lasciando il segno nella scienza, e molti altri. L’Arena Staino guarda alla natura attraverso il racconto delle reti tematiche di Slow Food, gli esempi virtuosi di allevatori che hanno aderito alla campagna  Allevare rispettando gli animali e la terra si può, e l’impatto di pratiche intensive e cambiamento climatico sulla pesca e sulle Comunità di Slow Fish. Non solo, si racconta anche il percorso dei progetti di Slow Food a tutela della biodiversità: l’evoluzione dei Presìdi Slow Food;  le storie di cuoche e cuochi che fanno parte dell’Alleanza Slow Food, come Laho Lengos, da Taiwan, e Jennifer Rodriguez Rojas, dalla Colombia, e la crescita dell‘Arca del Gusto, che dal 1999 ha catalogato patrimonio di 6350 prodotti a rischio di estinzione.

 

Chiudono il cerchio i due spazi realizzati con il sostegno di Reale Mutua: la Your Next Arena e la Wellness Area. Il primo è uno spazio in cui si approfondisce il legame tra cibo e salute, con incontri dedicati ad alimentazione e falsi miti, educazione al gusto e diete sostenibili. Moltissime le figure interessanti che sarà possibile conoscere in quest’area, dall’etnobotanico americano Danny Childs a Sandor Ellis Katz, uno dei maggiori esperti di fermentazione al mondo, da Fulvio Marino, panificatore fra i più apprezzati in Italia e volto televisivo, alla cuoca, scrittrice e influencer Irene Volpe.

La Your Next Arena dà spazio e voce ai giovani dello Slow Food Youth Network, ma non solo: ospita la delegazione di ragazze e ragazzi che, dopo l’esperienza dell’Anteprima di Terra Madre, tenutasi a Roma a maggio, hanno raccolto in tutta Italia buone pratiche e idee per rigenerare gli ecosistemi del Paese. All’interno della Wellness Area, non distante dalla Your Next Arena, Reale Mutua ospita momenti dedicati allo sport e al benessere personale con il supporto di Technogym e la partecipazione di ospiti esclusivi. Un nome fra tutti, l’ex ginnasta Yuri Chechi.

 

Sempre i giovani sono i protagonisti nello stand dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ospita colazioni con i prodotti degli alumni Unisg; degustazioni dedicate a prodotti unici e rari, come il formaggio affinato nel tufo di Monteu Roero e il garum artigianale prodotto da funghi, scarti di verdure e pesce; dibattiti su temi di attualità come insicurezza alimentare, crisi climatica e intelligenza artificiale; laboratori di analisi sensoriale, e aperitivi a base di vermouth e bevande botaniche fermentate.

 

Le tappe per gustare, sorseggiare e… ballare 

 

Il piacere e la consapevolezza convergono in due spazi d’eccezione. Torna l’Enoteca della Slow Wine Coalition, dove rilassarsi degustando un bicchiere di vino, ma non solo! Più di 500 delle migliori etichette italiane selezionate dalla redazione della guida Slow Wine e dalla Banca del Vino, suddivise per regioni, e tipologie – bollicine, vini bianchi, vini rossi, vini rosa, vini dolci. Tra le curiosità, un’ampia selezione di Vermouth di Torino, uno spazio dedicato al Sidro con prodotti dall’Italia, Francia, Belgio, Georgia, Olanda e Danimarca, una sezione con i vini delle aziende certificate Demeter, e alcune etichette dei membri internazionali della Slow Wine Coalition. Tutti serviti nei calici Bormioli Luigi, proposti e raccontati dai Sommelier della FISAR e dai Pommelier APAS, e serviti a temperatura perfetta grazie a Liebherr. Una mostra, ospitata in Enoteca, racconta le azioni di sostenibilità (ambientale, economica e sociale) per Terra Madre realizzate nell’ambito del progetto Circular SEeD da Slow Food Italia in collaborazione con circulareconomyforfood.eu, Hellobarrio e la partecipazione di 17 realtà partner della manifestazione. Nato con l’edizione 2006 del Salone del Gusto, il percorso di sostenibilità in questi 20 anni ha toccato i principali punti dell’organizzazione dell’evento: dai materiali di allestimento all’energia, dai trasporti alla gestione dell’acqua. Per quanto riguarda invece i rifiuti, Terra Madre è ancora oggi l’unico evento al mondo con 35 isole di raccolta gestite da operatori, formati con il sostegno di numerosi partner, per aiutare i visitatori a differenziare correttamente ogni singola frazione. Sempre a proposito di azioni ambientali, passeggiando per Parco Dora il pubblico può acquisire i principali consigli antispreco proposti da Cuki in una serie di paline.

E poi l’area della Slow Food Coffee Coalitionil punto di riferimento per fare un’esperienza di caffè differente, realizzato insieme ai due main partner del progetto, Fondazione Lavazza e De’ Longhi. Numerosi gli appuntamenti in programma, tutti gratuiti e su prenotazione, tra cui le home barista masterclass, per approfondire conoscenze teoriche e aspetti pratici, e gli incontri con i produttori, per scoprire le storie di giovani coltivatori provenienti da Filippine, Messico e Thailandia.

 

Tra gli spazi dei partner sono presenti Acqua S.Bernardo, sostenitore ufficiale di Slow Food Italia e dell’Alleanza Slow Food dei Cuochi, che nel proprio stand invita a partecipare alla sfida dell’impatto zero con il gioco Ogni goccia contaParmigiano Reggiano, in kind partner dell’evento, che presenta le diverse stagionature in un ricco programma di degustazioni; Pastificio Di Martino, che celebra la Pasta di Gragnano Igp insieme a ospiti d’eccezione: Gianluca Pisacane, executive chef del Sea Front Pasta Bar di Napoli e Peppe Guida, chef stellato di Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense, e QBA – Quality Beer Academy, che oltre a proporre incontri con mastro birrai internazionali e molti appuntamenti di Beer&Food pairing, presenta in anteprima mondiale la Duivelsbier Wild, l’ultima etichetta dello storico birrificio belga Boon di Lembeek.
Scopri tutti gli spazi e gli eventi dei partner.

 

Meritano una visita lo stand di BBBell, che come di consueto, oltre a curare la connettività dell’evento, anima il programma di Terra Madre by Night con dj set, bollicine e sfiziosi panini, e quello di UniCredit, dove ogni giorno il torneo buddy challenge permette di sfidarsi a ping pong per vincere una selezione di prodotti regionali dal Mercato di Terra Madre. Bormioli, nel proprio spazio propone otto masterclass dedicate a vini provenienti da diversi territori d’Italia  in collaborazione con Vigneron.Wine. Sotto la tettoia si trova anche Demeter, main partner dell’evento, con una nutrita rappresentanza di aziende biodinamiche certificate e tanti seminari e workshop che spaziano dalla fertilità del suolo all’orto terapico, dagli infusi e le essenze fino al rapporto con gli animali.

Non mancano i grandi classici delle manifestazioni Slow Food, come i Laboratori del Gusto, ospitati da Eataly Lingotto, nelle Aule vino e Cibo e nella Cucina dell’Alleanza, allestiti con gli arredi di Grandsoleil, come anche l’Enoteca e lo stand Slow Food: viaggi culinari nel sud della Turchia, degustazioni che esaltano i vegetali in tutte le loro forme e consistenze, abbinamenti che uniscono vitigni e produzioni casearie di territori unici e ricette capaci di valorizzare culture africane, latinoamericane e asiatiche. Tante occasioni in cui mettere alla prova i nostri sensi, scoprire nuove culture, profumi e sapori, ascoltare il racconto diretto di chi si prende cura della terra, imparare nuove tecniche in cucina.

 

Terra Madre è un evento che si vive anche di sera! 

 

Sabato 28 settembre alle 21, presso il Centro Congressi del Santo Volto, con lo spettacolo “Da qui alla luna”Andrea Pennacchi Giorgio Gobbo ricordano la tempesta Vaia e riflettono sulla fragilità del pianeta. L’opera, scritta da Matteo Righetto, ripercorre la tempesta attraverso lo sguardo degli abitanti delle vallate bellunesi, e si inserisce nel programma del Forest Stewardship Council (FSC) Italia, che porta a Terra Madre le sue riflessioni sul presente e sul futuro delle foreste.

 

Dalla mattina e fino alla chiusura alle 23.30, completano l’offerta gastronomica le Cucine di Strada e i Food Truck, con le loro specialità italiane e regionali. Tra le novità BStradi, bottega contemporanea che diffonde l’emilianità, che a Terra Madre ospita i laboratori di buone pratiche antispreco promosse da Cuki, sostenitore ufficiale di Slow Food Italia e green partner dell’evento; lo Slow Truck di Paolo Betti, cuoco dell’Alleanza del Trentino-Alto Adige che ha creato una casa della biodiversità su ruote per raccontare i territori valorizzando piccoli produttori locali; TuttoFaBrodo, realtà specializzata in Xiao Long Bao, i mitici ravioli asiatici realizzati a mano e cotti al vapore, e, dalla Lombardia, Ca’ Dal Saggia, piccola e giovane azienda agricola sita in Oltrepò Pavese, che propone la sua cucina dalla terra al piatto. Come di consueto, alle loro proposte si possono abbinare quelle dei birrifici artigianali, tutti segnalati sulla Guida alle birre d’Italia 2025: dal Piemonte, Filodilana, con le selezioni “birre da bere e basta”, “italian grape ale” e le “birre da meditazione”; dalla Toscana, il Birrificio del Forte, che quest’anno ha ottenuto il Premio speciale costanza, e dal Veneto Ofelia, Chiocciola sulla guida alle Birre, che a Parco Dora porta le sue produzioni pure, giuste e senza compromessi.

Ma Terra Madre non è solo Parco Dora. Quest’anno gli Appuntamenti a Tavola e le Cene Off si svolgono in diverse location della città. Tra quelle ancora disponibili, la cena a buffet presso le Fonderie Ozanam, dove l’Alleanza Slow Food piemontese alterna piatti della tradizione a rivisitazioni creative, e la cena dei cuochi dell’Alleanza Slow Food in Albania, in programma da Eataly Lingotto. Numerose le iniziative della Nuvola Lavazzache ospita degustazioni, lezioni in compagnia di pastry chef e laboratori sulle mille sfumature del caffè. Si riconferma anche il programma di Terra Madre Off, con tanti eventi in giro per Torino: i Welcome Tour di Turismo Torino e Provincia in città e dentro Parco Dora, l’itinerario in bus alla scoperta dei Maestri del Gusto di Torino, la cena conviviale proposta da Mirafood – Comunità Slow Food, il mercato della biodiversità Gogreen in Piazza San Felice e i test di assaggio dei nuovi prodotti FiorFiore Coop in Galleria San Federico.

Tutti i vincitori di “Bere il Territorio”, premio ad Antonio Ricci

La premiazione si svolgerà sabato 28 settembre al Castello di Grinzane

 

La XXIII° edizione del Concorso Letterario Nazionale di Go Wine

 

Al popolare autore televisivo e scrittore Antonio Ricci

il riconoscimento de “Il Maestro” di Bere il territorio.

 

Premi Speciali a:

Anna Schneider, per la ricerca in campo vitivinicolo

All’Accademia della Vigna di Alba

Al libro “Lo Zibibbo di Calabria”

 

Si svolgerà sabato 28 settembre alle ore 17,30 presso il Castello di Grinzane Cavour, Sala delle Maschere, la Cerimonia finale di premiazione del Concorso Letterario Bere il territorio, promosso da Go Wine e giunto al traguardo della ventitreesima edizione.

 

Un’iniziativa culturale che ha sempre accompagnato la vista dell’associazione nata ad Alba nel 2001, per un progetto teso a promuovere cultura del vino ed enoturismo in Italia. Per la seconda volta l’evento finale si celebra nella prestigiosa sede del Castello di Grinzane Cavour.

 

Bere il territorio è sempre stato un riferimento in tal senso, per comunicare una determinata visione del vino, per unire vignaioli e consumatori attenti e consapevoli, per promuovere un’immagine positiva del vino di qualità e degli importanti valori sociali e culturali di cui è portatore.

 

Attraverso tante edizioni il Concorso si è evoluto, con nuove iniziative e nuove relazioni, mantenendo tuttavia saldi alcuni punti di riferimento.

A cominciare dal titolo, nato per una sorta di provocazione, e rimasto sempre attuale:

“Bere il territorio” per attribuire un valore aggiunto a ciascun vino di qualità ed apprezzare, attraverso il calice, non solo il prodotto in sé, ma anche la cultura e l’ambiente che esso racchiude.

Da alcuni anni l’iniziativa si è rafforzata sempre ispirandosi all’idea che ha ispirato fin dalla costituzione l’associazione Go Wine: ovvero guardare ad una figura qualificata di consumatore che non ama solo conoscere e degustare i vini, ma avverte il desiderio di farsi viaggiatore per scoprire i luoghi dove ciascun vino si afferma e dove uomini e donne del vino operano.

Si mantiene peraltro inalterato lo spirito di fondo che anima l’iniziativa culturale: storia, tradizioni, paesaggio e vicende culturali sono diversi i fattori che distinguono il vino da una qualsiasi bevanda e che si esaltano nel percorrere un territorio del vino.

 

I temi della ricerca e della sostenibilità si affiancano in modo sempre più importante alla sezione generale del Concorso e riguardano alcuni riconoscimenti che verranno attribuiti sabato prossimo al Castello di Grinzane Cavour.

Antonio Ricci, popolare autore televisivo e scrittore, sarà assegnato il riconoscimento de “il Maestro” di Bere il territorio.

Il riconoscimento al “Maestro” è stato istituito a partire dalla terza edizione e si propone di premiare importanti figure della cultura italiana, che possano essere di riferimento per i più giovani o testimoni di un particolare rapporto con l’identità dei luoghi e della civiltà materiale che li caratterizza.

Il riconoscimento de “Il Maestro” è stato nelle precedenti edizioni attribuito a Luigi Meneghello, Niccolò Ammaniti, Claudio Magris, Lorenzo Mondo e Gianmaria Testa, Sebastiano Vassalli, Dacia Maraini, Alberto Arbasino, Enzo Bettiza, Franco Loi, Francesco Guccini, Pupi Avati, Raffaele La Capria, Gustavo Zagrebelsky, Maurizio Maggiani, Luciano Canfora, Marcello Fois, Maurizio Molinari, Paolo Pejrone, Tullio Pericoli e Ugo Nespolo.

 

Nella sezione generale è risultato vincitore Ciro Lubrano, vita fra Ivrea e l’isola di Procida, con il racconto “Aglianichello o Per e’ Palummo”.

 

Un premio speciale verrà attribuito ad Anna Schneider, per l’importante lavoro svolto in tutta la sua carriera a favore della ricerca in campo vitivinicolo.

 

Il riconoscimento ad una pubblicazione che abbia come tema il vino o che, comunque, riservi al vino una speciale attenzione, va in Calabria al volume di Saveria Sesto con il libro “Zibibbo di Calabria, storie di uomini e di donne (Rubbettino Editore).

 

Sono tre i riconoscimenti riservati al tema della sostenibilità, indicato nell’art. 8 del Bando di Concorso. Un Premio istituito per il terzo anno consecutivo nel segno del rinnovamento della progettualità del Concorso, con un radicamento legato al territorio della Provincia di Cuneo e non solo, secondo alcune linee di indirizzo indicate dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Vincitori sono “L’Accademia della Vigna”, innovativo progetto radicato sul territorio di Alba, Langhe e Roero e promosso dall’Impresa Sociale WeCo, che interpreta un tema di grande attualità legato al lavoro nelle vigne, per la formazione delle persone e contro lo sfruttamento del lavoro.

E… due cantine: La Raia di Novi Ligure per il tema della biodiversità e Ricci Curbastro (Franciacorta) per la sostenibilità anche in chiave sociale.

 

La Giuria del concorso è composta da: Gianluigi Beccaria (Università di Torino), Valter Boggione (Università di Torino), Margherita Oggero (scrittrice), Bruno Quaranta (La Repubblica), Massimo Corrado (Associazione Go Wine).

 

Sostengono questa iniziativa la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un’importante selezione di aziende vinicole italiane che sostengono i progetti culturali Go Wine:

 

Abbona Anna Maria, Adriano Marco e Vittorio, Alessandro di Camporeale, Amalia Cascina in Langa, Antonelli – San Marco, Ar.Pe.Pe., Arunda, Badia a Coltibuono, Bera, Biovio, Boasso Franco-Gabutti, Borgo San Daniele, Bric Castelvej, Bricco Maiolica, Brunelli, Butussi Valentino, Ca’ ed Curen, Ca’ Lojera, Ca’ Lustra, Cagnotto Marcello, Cantina del Mandrolisai, Cantina di Mogoro, Cantina di Venosa, Cantina Oriolo, Cantina Produttori Bolzano, Cantine Colosi, Cantine degli Astroni, Cantine del Notaio, Cantina Eusebio, Capezzana, Carlin de Paolo, Cascina Alberta, Cascina Castlèt, Cascina del Pozzo, Cascina Gilli, Cascina Mucci, Cascina Paladin, Castello di Gabiano, Castello di Luzzano – Fugazza, Castello di Razzano, Castello di Spessa, Castello di Verduno, Caudrina di Romano Dogliotti, Cecchetto Giorgio, Cesani Vincenzo, Chiarlo Michele, Cieck, Cinelli Colombini Donatella, Coffele, Colle Manora, Collefrisio, Colterenzio, Conte Collalto, Contesa, Conti Zecca, Contucci, Cooperativa del Nebbiolo di Carema, Crota Cichin, Cuomo Marisa, D’Angelo, Donnafugata, Dosio, Emo Capodilista – La Montecchia, Endrizzi, F.lli Piacentini, Fattoria dei Barbi, Fattoria di Magliano, Fattoria La Rivolta, Fattoria San Lorenzo – Crognaletti, Felline, Ferraris Luca, Feudi di San Gregorio, Feudo Ramaddini, Fiorini, Forteto della Luja, Francone, Fucci Elena, Gianni Doglia, Gostolai, Gigi Rosso, Grosjean Frères Maison Vigneronne, Guerrieri Rizzardi, Gulfi, I Magredi, I Vini di Emilio Bulfon, Il Feuduccio di Santa Maria d’Orni, Il Roncal, La Canonica, La Cappuccina, La Costa, La Maliosa, La Masera, La Tordera, La Tosa, L”Astemia, Le Macchie, Leone De Castris, Les Crêtes, Librandi, Lis Neris, Longo Alberto, Lunae Bosoni, Maciot, Maculan, Malvirà, Manaresi, Manzone Giovanni, Manzone Paolo, Marchesi Alfieri, Marchesi di Barolo, Marello, Marinig, Mauro Vini, Montecappone, Montetondo, Moris Farms, Mormoraia, Moroder Alessandro, Mottura, Nada Giuseppe, Negro Angelo & Figli, Negro Maria Luigina, Nizza Silvano, Pacenti Franco, Palatino, Palladino, Paltrinieri, Parusso Armando, Perla del Garda, Pesca Vittorio, Planeta, Podere Riosto, Podere Riparbella, Poderi Colla, Poderi Luigi Einaudi, Poderi Moretti, Poggio al Chiuso, Poggio di Bortolone, Pressenda Diego, Prevostini Mamete, Produttori di Manduria, Rebollini, Ricchi Stefanoni, Ricci Curbastro, Rivera, Rocca delle Macie, Rossovermiglio, Russiz Superiore, San Biagio, Sant’Andrea, Sarotto Roberto, Scubla, Sedilesu, Serio & Battista Borgogno, Sobrero Giorgio, Sordo Giovanni, Stanig, Tallarini, Tedeschi Fratelli, Tenuta Ambrosini, Tenuta Bossi – Marchesi Gondi, Tenuta Cavalier Pepe, Tenuta Il Falchetto, Tenuta Iuzzolini, Tenuta Montemagno, Tenuta Monteti, Tenuta Roletto, Tenuta San Leonardo, Tenuta San Mauro, Tenuta Scuotto, Tenuta Tamburnin, Tenute Silvio Nardi, Terre Bianche, Terre d’Aquesia, Tizzano, Torchio Winery 1953, Torre Fornello, Travaglini Giancarlo, Travignoli, Triacca, Umani Ronchi, Vagnoni Fratelli, G.D. Vajra, Val del Prete, Venica & Venica, Verdi Bruno, Vietti, Vigna Alta, Vignalta, Villa Franciacorta, Villa Matilde, Villa Simone, Vite Colte, Vivallis, Zenato, Zeni Fratelli, Zymè.

Hamburger di fassone made in Piemonte

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Un piatto unico appagante e sfizioso

Gli hamburger fatti in casa sono perfetti per un piatto unico appagante e sfizioso. Genuini e privi di conservanti si preparano velocemente,  pochi semplici ingredienti di qualita’e un risultato perfetto. Elemento principale la carne di “fassone” tenera, succulenta e saporita, apprezzata da tutti.

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Ingredienti :

 

500gr. di carne tritata di “fassone”

1 cipolla media

2 tuorli

Sale e pepe q.b.

3/4 panini da hamburger

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Stufare la cipolla affettata sottilmente con una noce di burro e un pizzico di sale. In una ciotola impastare a mano la carne tritata con il sale, il pepe, i due tuorli e la cipolla stufata. Formare i medaglioni di carne (con questa dose ne vengono 3 o 4, dipende dallo spessore) e cuocerli sulla piastra pochi minuti per parte. Tagliare i panini e tostare la parte interna in padella. A piacere spalmare un velo di senape sul pane, disporre la carne e completare con una fetta di pomodoro e una foglia di insalata verde. Servire con croccanti patatine fritte. Altro che fast food!

Paperita Patty  

Il premio Miglior Barbera 2025 al Bricco dell’Uccellone Braida 2021

La guida essenziale dei vini d’Italia, firmata da Daniele Cernilli ( Doctor Wine) ha assegnato al Bricco dell’Uccellone Braida, vendemmia 2021, il premio miglior Barbera 2025.

Dal 2019 la guida ha istituito una speciale classifica che premia i migliori vini prodotti in ampia prevalenza da un singolo vitigno, tra i principali coltivati in Italia, sia autoctoni sia internazionali.

Il Bricco dell’Uccellone Braida si è affermato come il vino che ha ottenuto il punteggio più alto quest’anno nella sua  categoria, nell’ambito della degustazione effettuata dalla redazione della guida.

Questo riconoscimento ha destato grande soddisfazione in Raffaella e Giuseppe Bologna, proprietari dell’azienda vinicola di Rocchetta Tanaro che, nel 1982, ha creato l’iconico vino.

“Da sempre produciamo, con orgoglio e ostinazione, Barbera a Rocchetta Tanaro. Nelle espressioni più diverse, dalla vivace e tradizionale La Monella alle riserve Montebruna e Bricco della Bigotta, dall’AI Suma, che è una vendemmia tardiva, al contemporaneo Curej.

Il Bricco dell’Uccellone è uno dei vini che ha portato nel mondo il nome dell’Italia, di Braida, della nostra Rocchetta e su questo vino in particolare la ricerca stilistica non si è mai arrestata negli anni, per regalare sempre la massima bevibilità oltre a tutte le caratteristiche che si desiderano in un grande vino, come l’evoluzione perfetta del frutto, l’armonia tra la forza del vitigno e il grado di potenza dato dalla singola vendemmia”.

Ci sono vini che si fanno amare al primo assaggio, che si fanno ricordare e che entrano nella storia e la sanno plasmare. È il caso del Bricco dell’Uccellone del Braida, prima vendemmia nel 1982, ormai 42 anni fa.

In un contesto in cui la Barbera era considerata un vitigno popolare, Giacomo Bologna, avanguardista, reinterpreta il potenziale di quest’uva con una visione aperta alla modernità e all’internazionalità.

Giacomo Bologna seppe pensare in grande e la sua ricetta si basa sulla selezione dei cru, le rese molto più basse dell’ordinario e l’affinamento del vino in barrique di rovere francese per donare al vino eleganza e longevità.

Tre anni dopo la prima vendemmia, all’uscita in commercio di questa bottiglia che all’epoca era etichettata come vino da tavola, il successo fu travolgente. I riconoscimenti iniziarono a piovere sul Bricco dell’Uccellone, tanto che una giornalista inglese JancisRobinson nel suo Oxford Companion to Wine, alla voce Barbera scrive : “L’uomo che per primo mise la Barbera sul piedistallo, dimostrando che era un vino serio, fu Giacomo Bologna dell’Azienda Braida, il cui Bricco dell’Uccellone fu la prima Barbera ad essere commercializzata a livello internazionale”

Dal 2019 il Bricco dell’Uccellone è entrato nella Hall of fame dei Wein legend.

Mara Martellotta

Taste Alto Piemonte: alla conquista di Milano

Milano, 16 settembre Milano per la prima volta Taste Alto Piemonte, la più grande manifestazione dedicata ai vini dell’Alto Piemonte a Milano. L’evento, organizzato dal Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte in collaborazione con AIS Milano, si è svolto presso l’Hotel Westin Palace ed ha offerto d’immergersi nell’eccellenze vitivinicole dell’Alto Piemonte potendo incontrare i produttori e degustare una selezione delle ultime annate delle 10 denominazioni DOC e DOCG: Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Gattinara, Ghemme, Lessona, Sizzano e Valli Ossolane.

Il Piemonte nord-occidentale è frequentato soprattutto dal turismo dei laghi e delle montagne; con questo evento si è riusciti a mettere un accento sulle storiche produzioni vinicole, offrendo l’opportunità di scoprire da vicino le aziende del territorio .
Dal 1999, il Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte promuove e valorizza i vini delle province di Biella, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola. Attraverso la tutela e la diffusione delle denominazioni di origine, il Consorzio sostiene le aziende della regione, che comprendono sia storiche realtà locali sia nuove iniziative, spaziando da grandi produttori a piccole aziende artigianali.
In aggiunta ai banchi d’assaggio, l’evento ha promosso masterclass di approfondimento, intitolati “Excursus Alto Piemonte”, offrirendo un viaggio dettagliato attraverso il territorio e le sue denominazioni, svelando alcune caratteristiche peculiari di questa affascinante zona vitivinicola. Le masterclass sono state condotte da Mauro Carosso, Presidente di AIS Piemonte, e Altai Garin, Sommelier della delegazione AIS Milano .

Masterclass “Excursus Alto Piemonte”

Partiamo dai vitigni: il nebbiolo e la Vespolina. per poi esplorare le sabbie di Lessona, i suoli vulcanici di Gattinara e i porfidi di Boca
1. I Dof Mati Viticultrici – Colline Novaresi Vespolina DOC, “Bona”, 2022
2. Cantina La Smeralda – Colline Novaresi Nebbiolo DOC, 2020
3. Enrico Crola – Colline Novaresi Nebbiolo DOC, “Giulia”, 2020
4. Cantine Garrone – Valli Ossolane Nebbiolo Superiore DOC, “Prunent 10 Brente”, 2020
5. Clerico Massimo – Lessona Riserva DOC, “Vigna Gaja”, 2015
6. Antoniolo – Gattinara Riserva DOCG, “Osso San Grato”, 2019
7. Podere ai Valloni – Boca DOC, “Vigna Cristiana BIO”, 2015
Le storiche denominazioni della collina fluvio glaciale novarese, Fara, Sizzano e Ghemme
8. Boniperti Gilberto – Fara DOC, “Barton”,2021
9. Cantina Comero di Cominoli Paolo – Sizzano DOC, 2020
10. Platinetti Guido – Ghemme DOCG, “Vigna Ronco al Maso”, 2020
11. Vigneti Costacurta – Ghemme DOCG, 2020
12. loppa – Ghemme DOCG, “Santa Fe”, 2018
13. Torraccia del Piantavigna – Ghemme DOCG, “Vigna Pelizzane”, 2017

Degustazione tutta alla cieca dov’è è stato possibile “giocare” e sviluppare le proprie conoscenze dei vini.
Il viaggio è stato condotto in maniera magistrale dai due sommelier sopra citati facendo perdere la cognizione del tempo agli astanti pur mantenendo altissimo il coinvolgimento tecnico e passionale.
Qualità media e pulizia dei vini elevatissima .
Davvero una bella serata.
Bravi !!!

Ecco alcuni vini assaggiati ai banchi che mi sono particolarmente piaciuti:

CANTINE GARRONE
PRUNENT
DIECIBRENTE 2020
VALLI OSSOLANE
NEBBIOLO SUPERIORE
Terreni argillosi nella parte alta e terreno subacido scheletro e sabbia , disgrego glaciale, vigna di 90 anni ,versante ovest , vinificato in acciaio poi 24 mesi di botte francese da 2600
Naso: fantastico, erbaceo, erba mentolata
Bocca: complessa, persistente LT , sentori di Roccia ,Vino di Montagna, sentori di menta fresca, bell’equilibrio nel finale .
Fantastico! Grazie Marco !

CARLONE DAVIDE
BOCA 2020
Da cloni autoctoni veramente rari di Nebbiolo, 85% Nebbiolo 15% Vespolina
Versante Sud-Ovest ,400-460 mt
Vigne 0,5 ettari 50 anni; 2 ettari 15 anni
Terreno ricco di porfidi che donano un suolo acido e sterile
15 gg sulle bucce, vinificato in acciaio, 34 mesi di cui almeno 18 in botti di rovere di Slavonia. Affinamento in bottiglia per almeno 4 mesi.
Naso: fantastico Roccia sangue, mentolato leggero, erbe officinali ,viola e menta
Bocca: pulito ,bellissimo finale armonico e persistente che ricorda un vino di terreno acido.
Grazie Michela e Davide !

LE PIANE
MIMMO 2020
80% Nebbiolo 15% croatina 5% vespolina
24 mesi di botte grande di Slavonia da 5000 e 8000
Naso: sentori d’amarena e piccoli frutti rossi , sentori di timo , erbe balsamiche e note di sottobosco
Bocca: è croccante, minerale con tannino setoso.

LE PIANE
VINO ROSSO 2021
le vigne migliori di Croatina ( circa 100 anni )
Vinificato in acciaio poi 12 mesi di tonneaux e 12 mesi di botte di Slavonia di varie dimensioni
Naso: profumi di frutti rossi maturi, note di spezie ed erbe officinali con un finale minerale
Bocca: Aromi di bacche scure, ciliegia, tabacco e frutto maturo con pienezza sapida. Finale molto elegante e piacevole.
Grazie Christoph !

ANTONIOTTI ODILIO
BRAMATERRA 2020
Vigne di 40 anni e metri 400/450, terreni porfirici di origine vulcanica
24 giorni sulle bucce, vinificato in tini vetrificati sotto terra che mantengono una temperatura di 15 gradi, 34 mesi botti francesi di Allier da 1000 e 2500
Naso: pulito con sentori molto ben identificabili
Bocca: grandissima eleganza e un finale che conserva durezza per un fantastico long time , balsamico e frutta di sottobosco.
Grazie Odilio e Mattia !

ANTONIOLO
SAN FRANCESCO
GATTINARA
RISERVA 2019
Gattinara da Vigne di Spanna al 100%
Terreni porfirici ,di origine vulcanica con meno ferro, vinificato in acciaio, poi 18 mesi tonneaux poi 18 mesi di botte grande e poi 12 mesi di bottiglia
Naso: profumo fruttato e speziato, con sentori di frutti rossi, pietra focaia, rosa e vaniglia
Bocca: fresco, balsamico ed elegante che conserva un formidabile timbro minerale vulcanico
Grazie ad Elio Camperi per le sempre precise indicazioni !

PIETRO CASSINA
BRAMATERRA LEO 2018
Nebbiolo 80%, Vespolina 10%, Croatina 5%, Uva rara 5%. Affinamento per 5 anni botti di rovere svizzero.
Naso: Violetta e frutti rossi maturasono con una componente vegetale ( peperone)
Bocca: pulizia fantastica, mineralità che fa da cornice al corredo aromatico. Il tannino è molto armonico ,acidità ben presente, così come la sapidità. Ritorni vegetali ,balsamici, leggermente dolci tipi della botte usata .
Grazie Pietro !

PODERI AI VALLONI
GRATUS 2018
Vigne di 35 anni, terreni di origine vulcanica porfidi di colore rosso violaceo
85% Nebbiolo, 15% Vespolina , 8 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio, 12 mesi in botte di rovere di Slovenia da 2500
Naso: sentore di lampone e pepe tipiche della vespolina
Bocca: equilibrio ed eleganza dominano con un bel finale persistente . Bella beva .
Grazie Anna !

TENUTE SELLA
LESSONA 2019
Terreno di formazione di glaciale e morenica del Monte Rosa( sabbie marine di colore giallo aranciato)
Vigneti oltre 55 anni , mt 300 ,
85% Nebbiolo 15% Vespolina, 20 giorni sulle bucce, vinificato in acciaio , 24 mesi di botte di Slavonia da 2500
naso: fantastico equilibrio, con sentori terziari ben definiti
bocca: eleganza e persistenza di note balsamiche ,di frutti rossi e di sottobosco
Grazie per la simpatica chiacchierata a Gioachino Sella !

DOF MATI
BONA
VESPOLINA 2021
Omaggio a Bona di Savoia ( Regina dello Scacchiere)
terreni calcareo argillosi, vigne 1999 ,vinificato in acciaio per 18 mesi
Naso: profumi intensi, fresca e morbida con note speziate di pepe al fondo erbaceo.
Bocca: pulito ,armonico, bella beva con forte persistenza di Pepe nel finale.
Grazie Sara !

Perfetta organizzazione Ais Milano ( tutti Sommeiller gentili e sorridenti) ,bella location funzionale e vicino alla stazione .

Alla prossima.

LUCA GANDIN

Bonollo 1908: “Bene il rilancio di Ballor”. E il nuovo design di Of Amarone punta ai mercati internazionali

Di Maurizio Tropeano

Ricerca e innovazione. Bonollo 1908 celebra i 25 anni di OF Amarone Barrique – “ Nel 1999 abbiamo rotto gli schemi di un settore tradizionalmente molto restio al cambiamento. Fino ad allora la grappa era diffusamente considerata un prodotto contraddistinto da un carattere forte, duro, non elegante. Con OF le cose sono cambiate ed oggi esiste una nuova categoria di grappe, quelle eleganti, invecchiate in barrique…. ” – e guarda con ottimismo al percorso iniziato due anni fa con il rilancio sul mercato dei prodotti di Ballor, lo storico brand nato a Torino nel 1856 e che i cinefili hanno conosciuto attraverso la Prunella, il liquore della disastrosa serata del trio Fantozzi, Filini e Calboni all’Ippopotamo nel Secondo Tragico Fantozzi. “Ad ora, però, – spiega Elvio Bonollo, quarta generazione (nel consiglio d’amministrazione con il padre Bruno, il fratello Filippo e il cugino Luigi) alla guida dell’attività – il liquore che nasce dalla macerazione delle bacche di prugnolo selvatico non rientra nei nostri piani che sono ispirati all’entusiasmo dei fondatori negli anni della Ballor di fine Ottocento. Ci siamo innamorati della loro passione per la qualità assoluta delle ricette che ritroviamo anche nella nostra passione famigliare tesa al continuo perfezionamento dei nostri liquori e dei nostri distillati”.
Dal suo punto di vista “non si tratta di un’operazione vintage ma di una precisa scelta industriale maturata a partire dal 2015 quando abbiamo acquisito il marchio che punta a conquistare una generazione di consumatori tra i 30 e i 40 anni”.

 


Ricerca e innovazione, dunque. “A New York abbiamo trovato un libro usato dai barmen del 1908 dove nel Brooklyn Cocktail si suggeriva di utilizzare il vermouth Ballor. In questa lunga ricerca abbiamo recuperato anche altro materiale storico che abbiamo iniziato a catalogare e che prima o poi esporremmo. Questa ricostruzione, che andrà ancora avanti, ci ha permesso di recuperare delle ricette che i nostri maestri distillatori e liquoristi hanno iniziato a reinterpretare con la stessa ossessione per la qualità, ma in chiave anni Venti del Duemila”.
E così sono stati rilanciati il Vermouth, il Gin e, da meno di un anno, l’Amaro unendo il meglio della tradizione storica con la più evoluta esperienza e capacità liquoristica dell’azienda padovana.

Bonollo 1908, rafforza la sua presenza nel mondo dei liquori e dei distillati con un’incidenza sui mercati internazionali pari al 20%. Nel 2023 i ricavi complessivi aziendali hanno evidenziato una crescita sull’anno precedente superando gli ottanta milioni di euro.
Il distillato di punta è OF: “Con il nostro lavoro siamo riusciti a sdoganare la grappa dal concetto di inferiorità proprio del passato, promuovendo un modello di consumo che valorizza la sua più entusiasmante caratteristica: il suo incredibile potenziale edonistico”. Un modello che sarà “sempre più centrale per il futuro”. Per celebrare questo primo quarto di secolo, l’azienda nata nel 1908 e localizzata a Mestrino e Conselve, in provincia di Padova, ha lanciato il nuovo design di OF e un nuovo motto – Taste OF Beauty – “che riflette l’evoluzione dell’esperienza multisensoriale di OF”.
Protagonista del restyling – un lavoro lungo tre anni realizzato in collaborazione con Robilant Associati – è l’intera collezione OF. C’è un nuovo decanter “dalle linee morbide ma decise, che custodisce l’eleganza e la ricchezza sensoriale di ogni prodotto”. E un codice cromatico personalizzato legato all’essenza dello specifico distillato: “Il ramato delicato per OF Amarone Barrique, l’arancione per OF Dorange che richiama la solarità siciliana e l’arancia che ne esalta la ricetta, il verde per celebrare le note fresche e balsamiche di OF Amaro”.

Per fare grappa “non serve consumare suolo perché utilizziamo ciò che resta dopo l’ottenimento del vino: nella vinaccia c’è ancora un’incredibile ricchezza aromatica che può essere trasformata in un distillato entusiasmante. OF nasce soprattutto da un lavoro appassionato di ricerca e innovazione”. Una filosofia che è stata applicata nel rilancio di Ballor e che in questi anni ha portato ad investimenti significativi anche sull’economia circolare, dalla produzione di energie rinnovabili, grazie al recupero del biogas generato dai residui di distillazione e della lavorazione delle vinacce nell’impianto di Conselve, alla costruzione di un innovativo magazzino automatico al servizio della logistica a Mestrino.

Nocciolini in festa: il dolce più piccolo del mondo

I Nocciolini di Chivasso aggregano la cultura, la storia, il commercio e l’enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.

Tre soli ingredienti, zucchero, albume e nocciole, e appena un grammo di peso. È il Nocciolino di Chivasso, il dolce più piccolo del mondo, ma il più grande nell’aggregare cultura, storia, commercio ed enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.

Protagonista della Nocciolini Week (14 – 22 settembre), il celebre dolce chivassese sarà il filo conduttore della 28° edizione della Festa dei Nocciolini di Chivasso, che animerà il territorio con il programma di eventi e iniziative più ricco di sempre da venerdì 20 a domenica 22 settembre.

Presentata oggi in Ascom Confcommercio Torino e provincia, la Festa dei Nocciolini è organizzata da Ascom Confcommercio Chivasso in collaborazione con il Comune di Chivasso e con il supporto della Camera di commercio di Torino. La Festa offrirà al pubblico il meglio del commercio con le eccellenze enogastronomiche del territorio, la mostra mercato, i produttori di nocciolini, le cene speciali dei ristoranti, lo street food, il cooking contest, musica, giochi, intrattenimento e cultura per tre giorni. Momento culminante, domenica 22 con la consegna del Nocciolino d’Oro al ristoratore Gian Luigi Giachino e del Nocciolino ’d Tola al funzionario della Commissione Europea a Bruxelles Massimo Gaudina.

«Il Nocciolino è molto più di un semplice dolce: è un simbolo identitario importante della comunità chivassese attraverso quasi due secoli di storia – ha sottolineato la Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. Questo piccolo dolcetto ha assistito ai cambiamenti, alle sfide e alle trasformazioni della nostra città, dalle guerre ai grandi mutamenti sociali, rimanendo sempre un saldo punto di riferimento per l’identità culturale del nostro territorio. Con la Festa dei Nocciolini celebriamo non solo la nostra tradizione dolciaria, ma anche la forza di una comunità che trova in questo dolce il simbolo della sua storia e del suo futuro. Il Nocciolino, oggi come allora, continua a rappresentare l’anima autentica di Chivasso, portando con sé i valori di accoglienza e condivisione che da sempre ci contraddistinguono».

 

«La Festa dei Nocciolini – ha commentato il sindaco di Chivasso Claudio Castello – è un momento di consapevolezza per un settore nevralgico dell’economia chivassese che mette insieme intraprendenza commerciale e cultura agroalimentare, entrambe cresciute nella tradizione storica che va dalla pittura di Demetrio Cosola ai nuovi investimenti dell’imprenditoria. La collaborazione con Ascom, la nascita del Distretto Urbano del Commercio, il riconoscimento del “valore storico di tradizione” ottenuto dal “Gran Mercato del Mercoledì” sono tappe rilevanti di una vivacità mai sopita del commercio chivassese. Questo appuntamento ci spinge a proseguire lungo questa strada, motivando ogni operatore commerciale ed ogni testimone di questo territorio a diventare potenziali destinatari del Nocciolino d’oro e del Nocciolino ’d Tola, aspetti salienti di un evento che varca ogni anno di più i confini cittadini e metropolitani».

L’enogastronomia è protagonista venerdì 20 e sabato 21 con le Cene dei Nocciolini, che vedono per la prima volta 5 ristoranti fare rete – Ristorante GiachinoOsteria San MarcoLocanda del SoleRistorante Pesci Vivi e Ristorante La Fortezza -, per proporre intriganti menù a base di nocciolini e dei loro ingredienti accompagnati dall’Erbaluce di Caluso.

Via Torino sarà la cornice della Mostra Mercato delle eccellenze enogastronomiche locali e delle regioni italiane, dove si potranno trovare le proposte dei Maestri del Gusto, progetto della Camera di commercio di Torino, con le loro specialità e un esclusivo aperitivo servito a mezzogiorno in punto. Dalle 10:00 di sabato alle 20.00 di domenica.

 

Largo al divertimento serale, venerdì in via Po con il dj set di Just 4 Deejays, e sabato in piazza del Castello la musica indie di Polinesia.

«Una ricorrenza istituzionalizzata – ha evidenziato l’assessore al Commercio e Turismo del Comune di Chivasso Chiara Casalino -, entrata ormai a pieno titolo nel cuore dei chivassesi e non solo, la Festa dei Nocciolini si conferma prestigioso palcoscenico della nostra tradizione pasticcera, accendendo i riflettori anche sul commercio ed il turismo. Gli eventi promossi in collaborazione con Ascom Confcommercio offrono infatti al territorio l’opportunità di conoscere o riscoprire le qualità materiali ed immateriali di Chivasso, valorizzando il Distretto Urbano del Commercio e l’incantevole capoluogo. Musica, spettacoli, approfondimenti sapranno attrarre anche quest’anno un pubblico sempre più in crescita e fidelizzato ai nostri commercianti».

«Chivasso ha una ricchissima e variegata offerta di negozi, un mercato settimanale secolare, ristoranti eccellenti, bar e pasticcerie di pregio; da qui, grazie a molti collegamenti stradali e ferroviari si possono visitare castelli, laghi, colline – ha commentato il presidente di Ascom Confcommercio Chivasso Carlo Nicosia –.  La città, sempre più consapevole della propria attrattività, polo commerciale per il territorio chivassese e anche punto di partenza per il turismo in Canavese e nel Monferrato, si presenta con la 28° edizione della Festa dei Nocciolini, ricca di eventi focalizzati sull’accoglienza. La lungimiranza di Ascom, che nel 1995 ha scelto come protagonista il “dolce più piccolo del mondo”, il sostegno di Comune e sponsor privati, il patrocinio di Regione e Città metropolitana fanno sì che la Festa dei Nocciolini sia davvero la vetrina della città e l’occasione annuale di riflessione sul futuro. Vi aspettiamo a Chivasso!».

Sabato 21 e domenica 22, in Piazza della Repubblica, si terrà l’attesa Rassegna della Liquoristica Piemontese e del Vermouth, e il Festival del Gelato Artigianale di Rivara si presenterà quale ospite della rassegna. Negli stessi giorni, dalle 16 alle 19 va in scena “Cuochi a-tipici del Canavese”, il cooking contest degli Chef emergenti di Chivasso e del Canavese, tra tradizione e innovazione. In via Torino per tutto il sabato e la domenica ci sarà GiocaChivasso, giochi di ruolo, da tavolo, card games, miniature e videogame per tutta la famiglia.

Non mancherà lo street food di qualità. Via Po ospiterà, infatti, una decina di postazioni di street food provenienti da tutto il Piemonte e dall’Italia, con una vasta offerta culinaria per tutti i gusti. Da non perdere gli agnolotti della Pro Loco di Chivasso, presente con uno stand nella via.

Il ricco programma di eventi collaterali, iniziato sabato 14 settembre con la Nocciolini Week, che prosegue fino a domenica 22, vede tra le numerose proposte, ‘Sgranocchiamo Nocciolini’, dove i tre produttori di nocciolini chivassesi ospitano i Sindaci di Moncrivello, San Sebastiano da Po e Agliè per raccontare al pubblico i castelli dei loro Comuni.

Ed è, infine, grande l’attesa per l’Erbaluce Day, giovedì 19 settembre, che vede 21 bar ed enoteche chivassesi impegnate in menù e degustazioni di Erbaluce in collaborazione del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini docg di Caluso e doc di Carema e Canavese.

 

La rassegna è realizzata grazie al supporto di Camera di commercio di Torino, in collaborazione con i Maestri del Gusto, con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Chivasso, Distretto Urbano di Chivasso.

Foto credits Mario Sofia