VIA PO 33 – Rubrica di Cinema a cura di Cristina Colet
Il senso di sviluppo senza limiti, percepito in forma ottimistica come soluzione ai problemi dell’umanità sia dal mondo capitalista che da quello comunista. Unʼidea, quella di un “futuro migliore”, che oggi sembra drammaticamente lontana
FCTP (Film Commission Torino Piemonte) a Venezia insieme alla Rossofuoco di Davide Ferrario per presentare per la Selezione Ufficiale della 71a Edizione della Mostra del Cinema di Venezia (27 agosto- 6 settembre 2014) l’ultima fatica firmata da Davide Ferrario (regista tra gli altri di Tutti Giù per Terra e di Dopo Mezzanotte), La Zuppa del Demonio.
Il titolo, coniato dall’autore Dino Buzzati in riferimento a un documentario del 1964 che descriveva le Lavorazioni industriali dell’altoforno, nasce da una serie di conversazioni intercorse tra il regista Davide Ferrario e Sergio Toffetti, direttore dell’Archivio Nazionale del Cinema d’Impresa con l’idea di valorizzare il materiale conservato a Ivrea. Il tema portante su cui ragiona La Zuppa del Demonio è il progresso inteso come, spiega Ferrario: «Il senso di sviluppo senza limiti, percepito in forma ottimistica come soluzione ai problemi dell’umanità sia dal mondo capitalista che da quello comunista. Unʼidea, quella di un “futuro migliore”, che oggi sembra drammaticamente lontana: ma proprio per questo val la pena investigare lʼimmaginario prodotto da questa strepitosa utopia universale, capace di improntare un intero secolo.»
La Zuppa del Demonio è una riflessione tra ieri e oggi sull’industria italiana, attraverso materiali d’archivio realizzati all’epoca del boom economico, quando non ci si inorridiva nel vedere, come spiega ancora Ferrario: «le ruspe fare piazza pulita degli olivi centenari per costruire il tubificio di Taranto che oggi porta il brand dell’ILVA: eppure per lungo tempo l’idea che la tecnica, il progresso, l’industrializzazione avrebbero reso il mondo migliore ha accompagnato soprattutto la mia generazione, quella nata durante il miracolo economico italiano.»
Il cinema d’impresa a lungo dimenticato porta firme celebri come Antonioni, Taviani, Bertolucci che grazie all’opera di conservazione dell’ANCI è possibile consultare in parte sul canale youtube: https://www.youtube.com/user/cinemaimpresatv.
La Zuppa del Demonio, che sarà presente in sala a partire da settembre, non propone interviste a esperti, né offre didatticismi o commenti storici, ma ripropone attraverso un lavoro di montaggio quanto è stato realizzato molti decenni fa quando l’Italia guardava al progresso puntando sull’industria, ben altra cosa rispetto a oggi.
Cristina Colet