ECONOMIA- Pagina 421

Un’idea per il commercio: “mini credit” per la ripresa

Un’iniziativa a sostegno dei commercianti torinesi per facilitarne la ripresa post emergenza Covid 19. Ne parliamo con il suo ideatore, l’avvocato torinese Simone Morabito

 

Se in Cina la produzione industriale, nei primi due mesi dell’anno, ha registrato una contrazione del 13.5%, rispetto allo stesso periodo del 2019, dovuta all’emergenza Covid 19, l’agenzia di rating Moody’s avverte che l’economia italiana è,  er la medesima emergenza, in recessione e stima una contrazione per l’economia del -0,7%. La Commissione europea avanza previsioni più  negative, aspettandosi per l’anno in corso una contrazione dell’1%. Risultano, così, assolutamente, indispensabili iniziative atte a facilitare la ripresa economica soprattutto a livello locale, a favore dei soggetti di piccole e medie dimensioni.

“Sono oggi più che mai preziose tutte quelle iniziative – spiega l’avvocato Simone Morabito –  che possano costituire un volano per la ripresa dell’economia torinese, una volta che sarà terminata l’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus.

Lo strumento che, come Studio associato, abbiamo diffuso sia in Italia sia all’estero (a Torino anche in favore dell’Associazione Commercianti di piazza Statuto), consiste nel far circolare tra i propri contatti dei buoni – garantiti dal medesimo commerciante – sull’esempio dei “Bond” dei locali commerciali di New York, per un importo determinato (da 50, 100, 150, 200 euro ed oltre) che vengano pagati ora attraverso bonifico o altre soluzioni agili come Satispay, e capaci di dare diritto all’acquisto, nei corrispettivi negozi, di beni del valore indicato nel buono, maggiorato del 25%”.

“Ho chiamato questi buoni “Mini Credit” – prosegue l’avvocato Morabito – Per capirne la portata faccio un esempio: un cliente acquista, in uno degli esercizi commerciali aderenti, un Mini Credit da euro 75,00 che potrà utilizzare più avanti,  comprando per euro 100,00. Questo strumento va incontro a quei commercianti che non hanno ancora implementato servizi di e-commerce e che, pertanto, allo stato attuale, non possono essere attivi sul mercato, vuoi per limiti tecnici o per imposizioni legislative”.

“Ritengo che questo progetto – aggiunge l’avvocato Morabito – possa diventare uno strumento  estremamente prezioso per facilitare la fase di ripresa economica post emergenza Covid 19, con una duplice ricaduta positiva. Da un lato, infatti, sarà in grado di dare respiro, già da ora, ai commercianti che stanno soffrendo in seguito alla chiusura delle proprie attività (ottenendo immediata liquidità), dall’altro lato coloro i quali acquisteranno i buoni saranno poi invogliati ad utilizzarli, una volta terminata la crisi sanitaria e riaperti gli esercizi commerciali, godendo del valore superiore del Mini Credit rispetto a quanto effettivamente speso, potendo così aiutare la ripresa economica della nostra città “.

 

simone.morabito@studiomorabito.eu

 

Costanzo (M5S): “Risorse Tav alla sanità”

“In questo momento di emergenza estrema, la crisi economica divampata come riflesso immediato di quella sanitaria ci obbliga a una riflessione, non più rinviabile, sull’utilizzo orientato dei fondi pubblici e sulle priorità economiche che il nostro Paese deciderà di darsi da qui in avanti.

Ho dunque inviato una lettera al Presidente del Consiglio Conte, in cui espongo alcune cifre e apro una riflessione sull’opportunità di dirottare le ingenti e cospicue risorse destinate al Tav Torino-Lione ed, in particolare, quelle italiane immediatamente disponibili sul capitolo di spesa 7532 MIT, verso le reali necessità del nostro paese.
Mai come in questi giorni ci siamo resi conto di quali siano le priorità imprescindibili per uno Stato, mai come in questi giorni ci siamo resi conto degli errori compiuti in tutti questi anni, con scelte di spesa che si sono rivelate discutibili e insostenibili.
Credo dunque sia giunto il momento per considerare davvero il vantaggio di una tale scelta in termini di benessere e come risposta alle esigenze nazionali. Il TAV può essere sospeso e i lavori estinti, invocando la clausola della forza maggiore Covid 19, già riconosciuta dalla Commissione UE in favore del nostro paese”.

E intanto la Cina si espande in Africa…

L’Africa è lontana, vista dalla luna

COMMENTARII /Di Augusto Grandi

Il compianto Sergio Endrigo ha probabilmente delle gravi responsabilità nella formazione di Giggino Di Maio. La canzone si intitola “Perché non dormi fratello” e l’incredibile ministro degli Esteri deve averlo preso in parola. Dorme e sogna un’Africa molto ma molto lontana. Non si risveglia neppure quando la sua collega Lamorgese lascia sbarcare centinaia di migranti partiti dalle coste africane, vicine, molto vicine. Senza mascherine, senza le distanze di sicurezza, senza controlli, senza blocchi riservati ai bambini a passeggio…

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..E intanto la Cina si espande in Africa..

Produzioni agricole, deroghe e agevolazioni

La Conferenza Stato-Regioni approva il decreto del Ministero delle Politiche Agricole a sostegno dei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo, zootecnico e apistico

 

A seguito delle numerose difficoltà conseguenti all’emergenza sanitaria provocata dal COVID-19, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha predisposto un decreto contenente una serie di proroghe e deroghe su cui si è raggiunta l’intesa nella Conferenza Stato-Regioni tenutasi nei giorni scorsi. Oltre a garantire la necessaria flessibilità al mondo produttivo, l’atto ministeriale si pone l’obiettivo di assicurare la corretta attuazione dei diversi Programmi di intervento nei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, olivicolo e zootecnico.

 

In questo particolare momento che stiamo vivendo nel nostro Paese – dichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’Abbate – è importante, laddove possibile, allentare le maglie della burocrazia per permettere alle imprese che stoicamente ed eroicamente continuano ad operare di non pregiudicare il proprio lavoro. Il comparto primario, dai campi, i pescherecci e le stalle sin alla tavola degli italiani, sta svolgendo un ruolo fondamentale per garantire i doverosi approvvigionamenti alimentari. Dobbiamo rendergli onore agevolandoli laddove possibile ma, soprattutto – conclude L’Abbate – sostenendo i prodotti freschi e locali, oggi che sono preclusi importanti canali di vendita come ristoranti, bar e mense”.

 

Per il comparto vitivinicolo, il termine ultimo per la presentazione delle domande di aiuto per la misura della ristrutturazione e riconversione dei vigneti è fissato al 15 luglio mentre la graduatoria di ammissibilità delle domande è prevista al 15 gennaio 2021. Non verranno applicate sanzioni per chi non abbia realizzato sinora l’intera superfice oggetto di domanda di aiuto negli scorsi anni. Inoltre, sarà possibile dilazionare i tempi di realizzazione e richiedere il pagamento in forma anticipata.

 

Per il settore ortofrutticolo e olivicolo, non si applicano le sanzioni relative alle condizioni di equilibrio stabilite dalla Strategia Nazionale e alla spesa minima del fondo di esercizio, si soprassiede sul mancato aggiornamento del fascicolo aziendale, viene prorogato al 30 maggio il termine per il rimborso da parte delle OP (Organizzazioni dei Produttori) ai soci delle spese rendicontate per l’annualità 2019 mentre viene prorogato al 1° giugno il termine per la presentazione delle relazioni sull’attuazione del programma di attività per il biennio 2019-2020. Si evitano i controlli in loco viste le circostanze eccezionali di pandemia in corso.

 

Diverse, infine, le misure che interessano i comparti zootecnico e dell’apicoltura. Sono sospesi i controlli relativi alla verifica della sussistenza dei requisiti necessari per il mantenimento delle autorizzazioni per i centri di imballaggio delle uova e il periodo di emergenza non viene conteggiato. Sono sospesi fino al 31 dicembre, poi, i controlli e le verifiche in loco sulle comunicazioni della filiera lattiero-casearia mentre sono validi fino a fine anno i tesserini per l’abilitazione alla classificazione delle carcasse bovine e suine. I controlli in loco per il comparto apistico vengono svolti, nel periodo interessato dalle restrizioni anti-diffusione Coronavirus, nella percentuale minima stabilita dalla normativa unionale in materia.

 

Colombe e uova artigianali, la disfatta pasquale

Quest’anno spariranno dalle nostre tavole, uova, colombe e pasticceria artigianale pasquale

E’ vietata la vendita da un’interpretazione governativa del Dpcm dell’11 marzo sul contenimento dell’emergenza coronavirus, secondo cui le imprese artigiane di pasticceria, obbligate alla chiusura, non possono vendere i loro prodotti neppure attraverso la modalità di asporto, consentita invece ad altre attività.

Confartigianato ritiene che “lo stop alla produzione e vendita delle pasticcerie sia un’assurda discriminazione rispetto ai negozi e alla grande distribuzione, ai quali è  permessa la commercializzazione di prodotti dolciari”.

In base ai calcoli il divieto alle colombe, uova e dolci tipici pasquali causa in Piemonte perdite per circa 40 milioni di euro in un mese, a danno di 1.600 pasticcerie e gelaterie, delle quali 1.200 sono imprese artigiane, circa il 76% dell’intero  settore.

Salute, lavoro e prevenzione. Quando la storia si ripete

Salute, lavoro, prevenzione sul lavoro e nel territorio per prevenire in materia di salute pubblica. Dovrebbe essere un tutt’uno

Purtroppo entriamo nel mondo dei sogni e delle utopie, che sono,  come tali, irrealizzabili. Ma qualcuno, tanto tempo fa, ci ha tentato, cercando percorsi pratici per realizzare queste politiche di prevenzione e diremmo oggi, di previsione. Come il dottor Ivan Oddone, dottore in medicina s’intende, diviso tra la sua professione e la politica.

Più verso la politica sindacale, imparolato per diventare segretario della camera del lavoro di
Torino nei primi anni 60, creatore di un vero metodo finalizzato alle prevenzione e diagnosi.
Due gli elementi fondanti. Il principale era la mappatura in una determinata area dei fattori di
rischio. Base per tutti i medici di base, secondo fattore, di conoscenza, per curare. Non fu solo
una attrazione teorica, ed ebbe, seppur in modo limitato una pratica applicazione in Francia.
In questa mappatura fondamentale il ruolo del sindacato per individuare i fattori nocivi prodotti
dalla fabbrica. Di fabbriche nocive il Piemonte ha dato il suo tragico contributo da Ciriè, all’ Acna
di Cengio, passando per Casale.

Dall’eternit alle polveri sottili inalate respirate e devastanti per polmoni e bronchi. Alla Fiat le
cose non erano diverse. Mio padre operaio Fiat ed eletto in commissione interna alla Grandi
Motori girava i reparti con la mascherina sempre dietro. Nel 1973
a casa proiettò diapositive spiegandomi i danni procurati dal silicio ai polmoni. Vittorio Valletta
aveva progettato tutto per la produzione, nulla per la salute degli operai. Salute non solo degli
operai ma delle loro famiglie. Farne buon uso e buon ricordo per l’ oggi ed il domani possibile
sarebbe buona cosa. Del resto si è sempre detto prevenire è meglio che curare ed in questo
caso si stanno anche ripetendo fattori.La mappatura per capire che cosa è successo o l’
assenza di mascherine, introvabili nel nostro Paese perché, fino a ieri , non prodotte da noi, presumo perché considerate non remunerative.

Oramai è assodato che siamo stati presi totalmente alla sprovvista. E siamo ( ahimè ) subito
confermati nel nostro scetticismo sulla tenuta dell’ Inps. Sono bastate solo tre ore per verificare
che il Re è nudo ed anche,  diciamocelo, incapace. Ottima l’idea di far anticipare alle banche
la cassa integrazione. Ottima ma per ora irrealizzabile. Domanda: ma il presidente del Consiglio
Conte si è parlato con il presidente Inps?

Il presidente Inps conosce la macchina organizzativa dell’istituto che presiede?
Mi sa che le risposte sono negative.
Colpa dell’attuale vertice Inps? Sicuramente sua la colpa di non saperlo. Sistema saltato
dopo tre ore. Ridicolo, se non fosse solo tragico.
Finita l’emergenza aspettiamo (quasi sicuramente invano) atti concreti come le dimissioni per
manifesta incapacità.

Altra musica in Germania, dopo 48 ore erogati contributi economici per chi ne ha fatto richiesta.
Ma si sa, anche qui, i tedeschi saranno antipatici ma tanto efficienti, a diversità nostra dove
la simpatia non è sufficiente a compensare l’inefficienza. Continuo, voglio, desidero essere
ottimista. Accidenti, ammetto: un ottimismo messo a dura prova. Almeno questa vicenda sia
un campanello d’allarme. Dimostra che non bastano i soldi. Bisogna essere in grado saperli
spendere e, possibilmente, spenderli bene. Riprendere produzione ed economia non sarà
semplice. Più facile interrompere i lavori che riprenderli. E visto che ci siamo vogliamo che anche
la qualità del lavoro cambi in meglio, tra sanità, sicurezza ed inquinamento. Vogliamo troppo?
Può anche darsi, ma non vedo altre strade percorribili diverse da questa.

Patrizio Tosetto

Banche chiuse e bancomat vuoti nei paesi di montagna

Non solo gli Istituti di credito hanno chiuso molti uffici e filiali nei Comuni montani nelle ultime settimane, a causa dell’emergenza sanitaria. Molte banche hanno anche smesso di ricaricare i bancomat e le cassette di sicurezza non sono accessibili

Uncem (Unione comunità ed enti montani) continua a ricevere lettere di Sindaci indignati, non informati delle chiusure così come gli utenti. “Almeno un giorno o due la settimana le filiali potevano essere lasciate aperte – commenta Marco Bussone, Presidente Uncem, che ha scritto una nuova lettera stamani all’Abi, ai banchieri, al Ministro Gualtieri – Invece le banche più grandi in particolare hanno bloccato pure i bancomat, non ricaricandoli. Per avere qualche soldo in tasca, dai Comuni montani bisogna fare chilometri lungo la valle per un prelievo. E così anche per i depositi da parte di esercenti e altri operatori. Questa azione unilaterale non va assolutamente bene e non agevola i cittadini. Il rischio evocato dai Sindaci è che queste chiusure non siano temporanee, ma definitive. Ne abbiamo viste troppe negli ultimi anni e non vorremmo ne seguissero altre al termine dell’emergenza sanitaria”.

Uncem ha anche chiesto agli Istituti di Credito, in un nuovo “patto” da scrivere con i territori, di offrire gratuitamente i Pos a tutti gli esercizi commerciali delle aree montane, eliminando il canone e calmierando le commissioni. “Sarebbe un atto di attenzione per i territori – spiega ancora Bussone – che agevolerebbe gli operatori e i cittadini”

Soluzioni innovative per risolvere la crisi

Il mondo finanziario sta reagendo alla grave crisi economica generata dalla pandemia in maniera “tradizionale”, inondando i mercati di liquidità ed attuando politiche di ampliamento del debito pubblico.

Eppure mai come in questo periodo è pericoloso creare nuovo debito che andrà a gravare sulle spalle delle nuove generazioni, zavorrandole di un peso che sarà insostenibile se non si verificasse (fatto altamente improbabile) un boom economico di straordinaria portata.

Sarebbe molto meglio studiare una forma alternativa (che non è certo di “finanza creativa”, essendo già stata sperimentata con successo un secolo fa) di raccolta di capitali da destinare al sostegno ed al rilancio dell’attività produttiva.

Intendo riferirmi all’emissione di un prestito irredimibile (cioè senza obbligo di rimborso), che paghi ai possessori una rendita perpetua ad un tasso “incentivante” (oggi potrebbe essere un 3% annuo).

Il titolo, denominato “Rendita”, è un tipo particolare di obbligazioni, che attribuisce al possessore solo il pagamento degli interessi e non anche la restituzione del capitale.

Ne ho già accennato su queste colonne lo scorso 23 marzo, illustrandone i vantaggi sia per lo Stato che per i risparmiatori-investitori.

Ritorno ora sull’argomento con una nuova riflessione.

Gli interventi finora messi in campo sono tutti rigorosamente nazionali, ognuno pensa al suo orticello, senza una strategia comune che invece, in un mondo che da anni predica la globalizzazione, dovrebbe pensare in grande, a livello europeo se non addirittura mondiale.

Molti in Europa hanno proposto l’emissione di Eurobond (denominati, sull’onda dell’emotività, “coronabond”), cioè titoli emessi e garantiti dall’intera Comunità europea e non da un singolo Stato. Favorevoli a questa soluzione (che, tra l’altro, sottolineerebbe in maniera visibile ed efficace che l’Europa esiste e non è solo un flatus voci…) sono alcuni Paesi come l’Italia, la Spagna, la Francia, il Portogallo, il Belgio e, negli ultimi giorni, altre nove nazioni minori); ma i Paesi con finanze solide si oppongono ferocemente all’ipotesi, non volendo condividere il debito dei Paesi “deboli”.

Bene, allora mettiamo in campo un po’ di fantasia, e proviamo ad emettere Europabond dei Paesi favorevoli, che s’impegnino a sorreggersi mutualmente, dando così maggior solidità all’emissione rispetto a quelle di ognuno di loro. Titoli che potremmo definire, come suggerito dall’amico Francesco Femia (collega da lunga data con il quale ho scritto il saggio storico IL REGNO UNITO D’ITALIA e con il quale ho affinato questa proposta) con la sigla IEB, cioè “Irredeemable European Bond”.

Vuoi vedere che anche i risparmiatori e le banche tedesche o olandesi sottoscriverebbero questi titoli? Con l’effetto di indirizzare proprio verso i Paesi “deboli” le loro risorse, beneficiando di un interesse reale elevato anziché accettare interessi negativi acquistando i Bund tedeschi…

 

 Gianluigi De Marchi 

demarketing2008@libero.it

Turismo e Via Lattea, un piano per non soccombere

L’intervento del sindaco di Pragelato Merlo

“I numeri dei comuni appartenenti alla Unione Montana Via Lattea sono abbastanza noti. I sei comuni contano 4500 abitanti circa e oltre 5 mila persone che lavorano per il settore riconducibile al comparto della ‘neve’ e del turismo più in generale. Ma sono centinaia gli esercizi – ristoranti, alberghi, trattorie, bed & breakfast, casa vacanze, e via discorrendo – che sono collegati direttamente al turismo invernale ed estivo di questi Comuni e che contribuiscono, con la loro attività, a creare reddito ed occupazione per l’intera valle. Oltre ad essere, come tutti sanno, un polo turistico e sportivo tra i più gettonati a livello nazionale ed europeo.

Ora, alla luce di questa drammatica emergenza sanitaria con cui dovremo, purtroppo, convivere a lungo, ritengo sia indispensabile che i vertici politici ed istituzionali della Unione Montana Via Lattea affrontino unitariamente e al più presto possibile questa anomala ed inedita situazione per individuare la strada che permetta da un lato un supporto finanziario concreto ed immediato per tutte queste aziende e, dall’altro, un piano di rilancio di questa infrastruttura che crea sviluppo ed occupazione per le due valli.

Certo, oggi la tutela e la garanzia della salute dei cittadini è indubbiamente l’unica e vera priorità in questa fase difficile per tutti. Però, come amministratori locali di queso comparto territoriale abbiamo anche il dovere, sin da subito, di elaborare un progetto che sia capace di salvaguardare un settore che era e resta decisivo per la conservazione della specificità, della bellezza e della unicità di questi territori. E il confronto, credo, va già avviato anche in questo clima di emergenza nazionale”.

Come fare domanda per il buono spesa a Torino

La Città di Torino informa che il  servizio, attivo da venerdì 3 aprile alle ore 10:00, consentirà al cittadino di procedere al caricamento on line della domanda per accedere al buono spesa per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, dando priorità a coloro che non ricevono alcun sostegno economico pubblico (Reddito di Cittadinanza, REI, NASPI, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altro da specificare nel modulo da compilare)

Le specifiche per l’attribuzione dei buoni spesa ai diversi nuclei familiari sono state così definite dalla Città di Torino, in funzione del numero di componenti del nucleo stesso:
– da 1 a 2 componenti buono spesa di € 300
– da 3 a 4 componenti buono spesa di € 400
– da 5 o più componenti buono spesa di € 500

L’erogazione avverrà attraverso la consegna al cittadino di un documento in formato pdf che contiene l’indicazione dell’ammontare equivalente a quanto assegnato in buoni spendibili da € 25/cadauno, che il cittadino potrà scaricare da uno specifico portale che verrà indicato con la mail di conferma e stampare su carta o salvare sullo smartphone per il loro utilizzo presso gli esercizi commerciali convenzionati.
La Città di Torino ha identificato nella società DAY il soggetto, già fornitore dei buoni pasto per il comune, per la gestione dei buoni spesa da assegnare ai cittadini.

Esiste una seconda modalità di accesso al servizio, essa prevede il ricorso ad un call center dove un operatore comunale effettuerà, in collegamento telefonico con l’utente, la compilazione della domanda on-line per conto dell’utente, sul medesimo portale. Il servizio di call center sarà aperto nei seguenti orari:
Venerdì 3 aprile dalle ore 10 alle ore 18
Sabato 4 aprile dalle ore 9 alle ore 17
Domenica 5 aprile dalle ore 9 alle ore 12
Dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 18

L’indirizzo della pagina web per l’inoltro delle domande online ed il numero del call center saranno comunicati sul sito della Città www.comune.torino.it  a partire dalle ore 10 di venerdì 3 aprile 2020.