ECONOMIA- Pagina 417

Il Piemonte chiede al Governo di congelare plastic tax e sugar tax

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: «Le nostre imprese che lavorano con materiali plastici, dalla produzione, al riciclaggio, fino all’imbottigliamento non possono, soprattutto in questo momento, pagare un prezzo così elevato. L’Esecutivo metta da parte le ideologie e revochi i provvedimenti. L’antidoto per le imprese e il lavoro c’è già e si chiama patriottismo industriale».

 

Immediata sospensione, per tutto il 2020, della «plastic tax» e della «sugar tax». E’ quanto chiede al governo l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che ha già contattato alcuni parlamentari piemontesi perché si faccia sinergia portando l’istanza anche in Parlamento.

«In un contesto di crisi produttiva generalizzata, plastica, acque minerali e bibite gassate rappresentano un mercato e un indotto importante e che funziona. Già prima di questa situazione avevo denunciato l’assurdità e la non proporzionalità di queste imposte, convocando un tavolo e facendomi capofila delle lamentele che ci sono arrivate anche dalle altre Regioni italiane. Ma oggi, con l’emergenza coronavirus, quello che prima poteva essere oggetto di discussione diventa un’emergenza inderogabile: dobbiamo difendere le nostre realtà produttive, i lavoratori e le loro famiglie e uno dei modi per farlo e congelare, per tutto il 2020 queste due imposte “ammazzaimprese”».

Anche perché stiamo parlando di numeri importanti: in Piemonte vengono imbottigliati circa 2,8 miliardi di litri di acqua minerale all’anno con 27 concessioni attive. Un movimento che rappresenta un terzo dell’intero mercato Italiano e settore che vale oltre 500 milioni di euro e un giro d’affari altrettanto importante per l’indotto, occupando oltre 1000 lavoratori diretti e altri 4000 tra indotto e stagionali. Mineracqua e Assobibe, le due principali associazioni di categoria, stimano intorno al 20 per cento il potenziale calo di fatturato provocato da «plastic tax» e «sugar tax». Una vera e propria stangata, soprattuto in tempo di coronavirus, che già causa una significativa contrazione dei consumi. Per capirne la portata basti pensare che il gruppo San Benedetto, che fattura circa 700 milioni di euro, ha dichiarato che subirà un aumento di spesa di 105 milioni di euro.

«Farò presente, dati alla mano, il problema al Ministro del Lavoro e a quello dello Sviluppo economico – conclude Chiorino – In questo momento abbiamo bisogno di mettere da parte ideologie di ogni sorta e pensare soltanto a tutelare le nostre imprese, i lavoratori e le loro famiglie. Solo così possiamo davvero combattere gli “effetti collaterali” dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e affrontando. Parlando di lavoro e impresa l’antidoto per il coronavirus esiste già: si chiama patriottismo industriale».

 

Treni e aerei tagliati per il crollo dei passeggeri

All’aeroporto di Caselle tagli drastici ai voli da parte di numerose compagnie aeree come British, Wizz e altre. Il calo dei passeggeri supera il 20 per cento

Anche i collegamenti ad alta velocità Frecciarossa sulla Torino-Milano, subiscono un drastico taglio dell’offerta: su 58 treni alta velocità di Trenitalia,  sono 8 i convogli tagliati   tra Torino-Milano e Roma, metà all’andata e metà al ritorno, da lunedì  a sabato e 10 la domenica. Tagliato anche un treno av di Italo. L’emergenza coronavirus, con la chiusura delle scuole, l’annullamento di eventi e convegni e il calo dei turisti rischia di mettere in ginocchio anche le ferrovie.

Misure economiche “antivirus”, dalla Regione pronti 50 milioni per le piccole imprese

Quali aiuti economici per far fronte all’emergenza coronavirus? a Regione Piemonte intende integrare il decreto del governo che arriverà martedì

Lo ha detto  a  Radio Capital il governatore Alberto Cirio, nel corso del programma Circo Massimo.
Così il presidente del Piemonte: “C’è il fondo di garanzia per le piccole medie imprese da 50 milioni per assicurare  liquidità da parte delle banche. Abbiamo  anche trovato 10 milioni da stanziare per le famiglie che hanno i bambini a casa e hanno costi e disagi. Ci sono inoltre  7 milioni con i fondi europei per una grande campagna di promozione del Piemonte. Ma qui mi appello al Capo dello Stato perché ci sia un coordinamento nazionale”

Mirafiori, la sindaca in visita a proGIreg

Nel pomeriggio di mercoledì, Chiara Appendino ha fatto una visita tecnica a Mirafiori ad alcuni luoghi emblematici di proGIreg, il progetto finanziato dalla Commissione Europea per sperimentare soluzioni basate sulla natura per la rigenerazione urbana di aree postindustriali in Europa e in Cina, accompagnata da Alberto Unia, Assessore all’Ambiente, e dai tecnici di ogni reparto comunale deputato.

 
Torino, nello specifico nel quartiere Mirafiori, è l’unica città italiana in cui sono organizzati i Living Lab di proGIreg. Le altre città sono Dortmund (Germania), Zagabria (Croazia) e Ningbo (Cina), città all’avanguardia nella rigenerazione urbana in cui vengono sperimentate infrastrutture verdi e 8 tipologie di soluzioni basate sulla natura (“nature based solutions”), che possono svolgere un ruolo importante nella vita urbana quotidiana
 
I luoghi visitati a Mirafiori sono stati il cantiere di Orto WOW, in cui OrtiAlti ha progettato un tetto verde, un giardino per gli insetti impollinatori in cassone ed alcune arnie per rigenerare, con la partecipazione attiva dei cittadini, la vecchia fabbrica di macchine agricole di via Onorato Vigliani 102 per la nature based solution 5 “pareti e tetti verdi”.
 
Poi la visita si è spostata nell’area di sperimentazione di nuovo terreno fertile rigeneratonature based solution 2 “new soil”, dedicato alla silvicoltura tra gli orti circoscrizionali e il Mausoleo della Bela Rosin, a cura di Dual e Environment Park.
 
Lultima tappa è stato Orti Generali, il parco di 160 orti urbani e 3 ettari di attività di riqualificazione urbana sul torrente Sangone, con city farm, apiari e orti collettivi in cui i cittadini da un anno possono sperimentare la nature based solution 3 “Social garden – orti urbani di comunità”, a cura di Associazione Coefficiente Clorofilla. 
 
Sono partner del progetto, oltre a Città di Torino, anche Fondazione della Comunità di Mirafiori, Politecnico e Università di Torino e i numerosi dipartimenti coinvolti, Environment Park, Dual e terze parti che collaboreranno fino al 2023 allo sviluppo di infrastrutture verdi.  Nelle 36 azioni di proGIreg scienziati, ricercatori, progettisti lavorano insieme ai cittadini di ogni età per creare, provare e migliorare le soluzioni per rigenerare le città.
l progetto proGIreg implementa nel quartiere Mirafiori di Torino e nelle altre città europee installazioni sperimentali “nature based solutions”, come la messa a punto e l’utilizzo di pareti e tetti verdi, nuovo terreno fertile, orti urbani gestiti collettivamente nelle scuole e tra le case, giardini per gli impollinatori e la realizzazione di corridoi verdi.
 
Chiara Appendino ha commentato: «Grazie a proGIreg, ho avuto modo di entrare personalmente in contatto con una serie di utilissime iniziative che creano valore aggiunto per l’intera comunità, unendo attenzione all’ambiente, al sociale e all’innovazione. Invito le cittadine e i cittadini ad informarsi e prendere parte a questi progetti che stanno animando sempre più Mirafiori.»

La 500 torna a stupire nella versione elettrica. E dopo 63 anni rilancia Mirafiori

E’stata presentata in anteprima mondiale a Milano  la Nuova 500, la prima vettura di FCA  full electric che si propone di rivoluzionare il mondo dei veicoli a zero emissioni

Dalla  prima generazione, quella degli anni Sessanta, la 500 torna a stupire. Fin dalle origini è stata un  fenomeno di costume  targato Torino.

Sempre sulla cresta dell’onda da  63 anni, ora potrà anche significare la rinascita di Mirafiori. L’autonomia della Nuova vettura arriva a 320 km con ciclo WLTP, grazie alle batterie Lithium-Ion con  una capacità di 42kWh.

Servizi sociali, ripristinati i fondi sul bilancio regionale

Nella proposta di Bilancio presentata dalla Giunta regionale del Piemonte viene completamente ripristinato il taglio del trenta per cento attuato dalla precedente amministrazione sul Fondo regionale per la gestione dei servizi sociali

L’assessore al Welfare, Chiara Caucino,  ha sottolineato come per il 2021 e 2022 sia stata stabilita “una dotazione finanziaria di 44.374.000 euro, che pone così rimedio ai drastici tagli che avrebbero arrecato un grave danno all’operatività dei servizi sociali, già in forte difficoltà. Segno, questo, di una precisa volontà dell’assessore che intende valorizzare e creare le condizioni più favorevoli per quei servizi che sono essenziali per tutti i cittadini piemontesi”.

L’assessore ha poi ribadito che “non possano sussistere, in un sistema efficiente, disparità sociali ed economiche, garantendo l’impegno a rendere omogenee le modalità di erogazione delle prestazioni su tutto il Piemonte, anche alla luce della prossima definizione del Piano regionale per la non autosufficienza, come obbligo di legge”.

I costruttori di veicoli industriali sognano che il governo esca dal letargo

il traffico delle merci da e per il nostro Paese viene reso difficile, se non bloccato, dalla troppa dipendenza da vettori e conducenti stranieri, che – in questo frangente – sono addirittura arrivati a rifiutarsi di lavorare in Italia.

Gli approvvigionamenti quotidiani scarseggiano o vengono a mancare, le imprese industriali del settore automotive stanno rischiando un sostanziale blocco produttivo: la situazione sta mettendo in ginocchio l’intero sistema economico italiano.

 

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Mamma e lavoratrice, che stress

In occasione della Festa della Donna viene naturale una riflessione sulla condizione delle madri lavoratrici, tra diminuzione delle nascite e aumento diffuso dello stress. Che la soluzione sia l’home working?

 

Tra il 2011 al 2017, in Italia, quasi 170mila donne hanno lasciato il lavoro soprattutto per la difficoltà nel coordinare impegni di lavoro e famiglia, lo dice l’Ispettorato nazionale del lavoro. C’è chi ha la fortuna di avere nonni efficienti o chi può permettersi la baby sitter e quindi può continuare a lavorare seppur con qualche sacrificio; chi invece non ha alternativa per l’accudimento dei propri figli e si trova costretta a lasciare il posto di lavoro.

 

Secondo l’ultima ricerca svolta da Sitly, piattaforma specializzata nella ricerca di babysitter, il 72% delle mamme intervistate in Italia ammette che la conciliazione tra lavoro e famiglia è possibile, ma non è semplice, anzi. Così anche quelle mamme che scelgono di conservare l’occupazione non riescono a trovare un proprio equilibrio personale. Secondo il Household Longitudinal Survey (il più grande sondaggio di questo tipo mai realizzato in Inghilterra) è risultato che le donne lavoratrici con figli mostrano livelli di stress più elevati del 18% rispetto alle donne senza figli. E il 34% delle mamme coinvolte nella ricerca di Sitly ha ammesso di essere fortemente stressato.

 

Denatalità

Non c’è da stupirsi se la denatalità è un processo più che mai attuale nel Bel Paese: 116mila nati in meno in Italia, nel 2019, dai dati Istat di recente pubblicati.

I fattori che aumentano il ‘fertility gap’, cioè la differenza tra quanti figli una madre desidererebbe e quanti figli ha realmente, sono la disoccupazione, così come il grado di istruzione, ma anche la difficoltà nel conciliare impegni famigliari e professione. Dalla ricerca Beaujouan/Berghammer i risultati emersi in Italia sono preoccupanti: le donne italiane vorrebbero quasi 2,1 figli a testa ma ne hanno 1,4. Cercare di andare in aiuto alle donne lavoratrici potrebbe essere uno dei tasselli per contrastare il fenomeno.

 

Stress lavoro-correlato

Secondo l’Accordo europeo del 2004, accolto nel nostro Paese da un Accordo interconfederale del 2008, lo stress lavoro-correlato assume, a livello internazionale, europeo e nazionale, la connotazione di ‘oggetto di preoccupazione sia per i datori di lavoro, sia per i lavoratori’. Nessun luogo di lavoro e nessun lavoratore può essere considerato immune dallo stress. Un tema che non dovrebbe essere sottovalutato dunque soprattutto quando si parla di mamme, donne, lavoratrici.

 

Lo smart working è la soluzione?

Per i ricercatori della Household Longitudinal Survey né il lavoro da casa né quello flessibile hanno effetti benefici sui livelli di stress delle mamme lavoratrici: la diminuzione dello stress, da questi studi, è da correlare soprattutto al numero di ore lavorative, oltre che alla possibilità di godere di aiuti esterni, al supporto del partner,, al numero dei figli da accudire.

 

L’80% delle mamme intervistate da Sitly ritiene però che sarebbe la flessibilità dell’orario di lavoro (che lo smart working garantisce) il primo aiuto contro il loro stress.

Anche l’esperienza dello smart working di cui molte multinazionali si stanno facendo promotrici mette in evidenza come il/la dipendente risparmi tempo, veda diminuire le spese per pranzo e benzina, riesca a conciliare meglio il lavoro con la famiglia, riducendo così lo stress. Infine, il suo essere essere più motivato porta una ricaduta positiva sull’azienda con l’aumento della produttività.

 

Un caso pratico

Da una ricerca Eurostat, nel 2018 il 5.2% degli occupati all’interno dell’UE di età compresa tra i 15 e i 64 anni ha lavorato da casa. Alzano la media Olanda e Finlandia, con il 14% dei lavoratori che trasformano la casa in ufficio; seguono Lussemburgo e Austria. L’Italia è sotto la media, con il 3,6%, così come la Slovacchia e la Repubblica Ceca.

Sitly è una realtà olandese nata nel 2009 e oggi presente in 13 Paesi del mondo. Quasi la totalità dei collaboratori (30 ad oggi) è composta da donne mamme e quasi la totalità ha un accordo di smart working. Proprio in Olanda, notoriamente all’avanguardia per tutto ciò che è il sostegno alla famiglia, si è sviluppata una realtà fortemente in crescita (+47% dei genitori iscritti al sito e +75% di babysitter registrate nell’anno 2019) e che sa supportare la donna nel suo essere lavoratrice.

 

Ps Viene naturale una postilla vista la situazione in cui versa il nostro Paese in questi giorni. Tante aziende hanno promosso lo smart working per i propri dipendenti per evitare spostamenti e occasioni di aggregazione. Che possa essere la prima occasione per testare i vantaggi di questa modalità lavorativa andando, seppur non come obiettivo primario, a supporto delle madri? Parlando della Cina, la rivista Bloomberg ha definito questa scelta ‘Il più grande esperimento di smartworking mai messo in atto’.

 

Da Torino al Portogallo un nuovo concetto di casa

Un progetto in campo ricettivo che coinvolgerà le più belle terre portoghesi

Lui imprenditore, torinese DOC seppure rientrato recentemente da Londra, lei designer italo-brasiliana trasferitasi recentemente a Torino da Rio da Janeiro. Si sono trovati insieme non solo nella vita privata, ma anche in quella professionale. E’ di Cristiane Parisi l’idea di lanciare un’alternativa al concetto tradizionale di abitazione, utilizzando container houses (sì proprio quelli che vengono utilizzati per il trasporto navale delle merci!), mentre è di Carlo Patetta Rotta l’idea di creare un vero e proprio brand , in.Cube, per progettare veri e propri resort utilizzando unicamente i containers, abitazioni molto più eco-sostenibili di quelle tradizionali. Non si scava, infatti, il terreno per creare fondamenta e l’energia elettrica deriva dall’utilizzo di pannelli fotovoltaici sul tetto. Per gli ospiti del container si abbassano, così, i costi medi di soggiorno senza rinunciare al confort.

“Ho viaggiato molto in Sud-America ed in Europa e da tanti anni avevo il desiderio di avere un pied a terre nelle città e località a me più care – racconta Cristiane – Nel 2015 ero in Uruguay dove presi alcune lezioni di kite-surf ; proprio in questa occasione ho potuto realizzare, con mia grande sorpresa, che il mio istruttore viveva in un…..container. Da allora ho iniziato a seguire questo nuovo trend di mercato e le principali aziende produttrici di questo tipo di abitazioni. La tecnologia utilizzata in questo settore si è evoluta notevolmente e l’utilizzo dei container si sta diffondendo velocemente”.

“Il nostro primo progetto – racconta Carlo – è a Comporta, in Portogallo, una zona a 120 km a Sud di Lisbona ancora sconosciuta a molti, ma parecchio frequentata da più di venti anni dal jet-set internazionale ( Philippe Starck e Christian Louboutin non sono solo presenze costanti d’estate, ma hanno anche comprato casa nella zona). La cantante Madonna, ad esempio, ha trascorso uno dei suoi ultimi compleanni passeggiando a cavallo sulla spiaggia incontaminata di sabbia bianca che si estende per più di 40 km”.

“Grazie a regole molto restrittive da parte delle amministrazioni locali – spiega Cristiane – tutta la zona è ancora incredibilmente selvaggia e pochissimo abitata; sulla spiaggia è letteralmente impossibile costruire, le uniche costruzioni sono piccoli ristoranti ricavati dalle case di pescatori, mantenendo l’antico charme; nell’interno i proprietari terrieri possono costruire solo sul 25% della terreno che posseggono. Il risultato è un posto paradisiaco e unico. Negli anni si è sviluppata qui una vera e propria filosofia, che si potrebbe definire dello “Slow-Living”. Chi viene in questi posti cerca pochi elementi, ma molto precisi: relax, confort, natura incontaminata, privacy e semplicità….persone che, normalmente, vestono solo abiti firmati, qui sono in maniche di camicia e a piedi scalzi tutto il giorno”.

“E’ proprio per queste caratteristiche che abbiamo scelto Comporta come nostro primo progetto – spiega Carlo Patetta Rotta – Non c’e’ dubbio che le nostre abitazioni sono semplici, per la bellezza e il comfort ci penserà Cristiane con il suo bespoke design. Lo stile, invece, sarà categoricamente quello portoghese: azulejos (le famose piastrelle portoghesi), tetti ricoperti di paglia e oggetti in sughero”.

“Un’altra caratteristica fondamentale del nostro resort – aggiunge Carlo – è che sarà posizionato a breve distanza da alcuni dei più bei golf club del Portogallo. In questo modo riteniamo di poter attrarre anche i numerosi giocatori di golf che arrivano da tutto il mondo per praticare il loro sport preferito e, per facilitare questo, stiamo infatti contrattando prezzi vantaggiosi per i nostri ospiti per l’utilizzo dei migliori campi della zona”. Alla mia domanda a che punto del progetto siano, Carlo risponde: “Il terreno è stato identificato e il progetto del resort completato. Adesso siamo in fase di fund-raising, cioè di ricerca degli investitori. Stiamo parlando anche a investitori internazionali, ma in realtà saremmo più contenti di poter coinvolgere investitori italiani che ci possano seguire non solo nel progetto portoghese, ma anche in quelli successivi: il prossimo, infatti, abbiamo già deciso che sarà a Torino”.

Mara Martellotta

INCUBELIVING.COM

Caccia: “Con la Regione si torna al Medioevo”

Riceviamo e pubblichiamo / “La Giunta Regionale del Piemonte si appresta a ripristinare  lo sterminio di ben 15 specie selvatiche.  Si prepara un colpo definitivo alla nostra martoriata fauna selvatica”

Lo stesso raggruppamento politico di centrodestra, guidato allora da Cota, che nel 2012 aveva abrogato la L.R. 70/96 al solo scopo di impedire il Referendum regionale contro la caccia si appresta ora ad introdurre nel nostro ordinamento una serie di modifiche legislative che, se accolte, ci porteranno indietro di trent’anni:

⦁ Incremento di 15 unità delle specie cacciabili
⦁ Azzeramento del legame cacciatore-territorio
⦁ Caccia di selezione agli ungulati anche in orario notturno
⦁ Agevolazione dell’arrivo in Piemonte di cacciatori foranei ora limitato tra il 5% e il 10%
⦁ Immissioni di animali d’allevamento “pronta caccia” tutto l’anno.
⦁ Cancellazione della norma che avrebbe consentito ai proprietari dei fondi di vietare la caccia sui propri terreni, divieto, quello dei proprietari, ritenuto peraltro legittimo dalla Corte Costituzionale, superando così quanto previsto dall’art. 842 C.C. .

In Prima Commissione Bilancio il disegno di legge n. 83 “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2020”; è all’ordine del giorno da lunedì 2 marzo 2020.
In particolare, l’art. 16 del d.d.l. modifica, abrogandolo, Il comma 5 dell’articolo 2 della Legge Regionale n. 5/2018 e ripristina la possibilità di cacciare ben 15 specie, quasi tutte di uccelli: fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, combattente, moriglione, allodola, merlo, pernice bianca, lepre variabile.
L’iniziativa ci pare del tutto fuori luogo e priva di alcuna giustificazione. Si tratta infatti di uccelli di piccole dimensioni e con abitudini alimentari prevalentemente insettivore, utili quindi a tenere sotto controllo la proliferazione di specie dannose per le colture agricole (allodola, merlo). In altri casi le specie oggetto della proposta esibiscono carattere migratorio e sono comunque presenti nella nostra Regione con numeri estremamente ridotti. La pernice bianca è specie in sofferenza su tutto l’arco alpino, mentre non esistono dati sulla consistenza numerica della lepre variabile, che è comunque certamente molto ridotta. Numerose specie sono particolarmente tutelate a livello comunitario: pavoncella, combattente e moriglione sono classificate come Specie di Interesse Conservazionistico di livello 2 (specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole) mentre canapiglia, codone, marzaiola, mestolone, frullino, allodola risultano essere SPEC 3 ( specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole).
Teniamo inoltre a precisare che nessuna delle 15 specie è responsabile di danni all’agricoltura o ad altre attività antropiche degni di rilievo: il loro prelievo venatorio, quindi, assume unicamente finalità di tipo ludico e nessuna giustificazione di riequilibrio ambientale o faunistico può essere addotta in suo appoggio.

Le associazioni del Tavolo Animali & Ambiente chiedono al Consiglio regionale e alla Giunta regionale che le disposizioni sulla caccia siano stralciate dal DDL n. 83/2020.

 

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Roberto Piana
LAC – Lega Abolizione Caccia