Boc antivirus. Perchè no?

La grave crisi economica e finanziaria provocata dal Coronavirus è rapidamente passata dalle corsie degli ospedali alle sale operative delle banche e delle Borse mondiali, imponendo di trovare soluzioni per far ripartire l’economia.

Il governo e l’Europa hanno stanziato enormi risorse finanziarie per ridare ossigeno ad imprese e famiglie, ma tutti i progetti elaborati sono basati su un utilizzo esclusivo dell’arma del debito e, quindi, non fanno che rinviare di mesi o anni il “momento della verità”, cioè il giorno in cui i debiti accesi dovranno essere restituiti.

Giusto concedere fidi alle imprese garantite dallo Stato, giusto sospendere le rate dei mutui, giusto rinviare le scadenze delle bollette delle utenze, … e poi?

E poi bisognerà trovarli questi benedetti soldi, per restituirli a chi ce li ha prestati!

A livello nazionale ho già proposto su questo giornale di emettere un BTP “Tricolore” senza scadenza, un titolo di pura rendita che assicuri il pagamento in perpetuo delle cedole senza obbligo di restituire il capitale; ma sembra di parlare ai sordi. Un BTP del genere potrebbe raccogliere, in più emissioni, qualche centinaio di miliardi riducendo il debito e migliorando quindi il famigerato rapporto debito/PIL!

Propongo ora un altro strumento (anch’esso non è, come il precedente, una novità assoluta, ma sarebbe bene “risuscitarlo” perché è stato dimenticato da anni) che ha grande valore a livello ..

Mi riferisco ai BOC, i Buoni ordinari comunali, previsti dalla legge 23/12/94 n.724 (art. 35), per finanziare specifici investimenti d’interesse collettivo. Titoli che, a differenza dei BTP, non possono assolutamente coprire esigenze di spesa ordinarie (pagamento di stipendi o pagamento di interessi su prestiti precedenti), ma solo esigenze di spese pluriennali per investimenti in opere pubbliche (una scuola, una piscina, una rete ferroviaria locale, ecc.).

I BOC devono avere una vita minima di 5 anni e (fatto molto importante ai fini dell’equilibrio delle finanze comunali) possono prevedere la convertibilità in azioni di società possedute dagli enti locali emittenti. Il rendimento dei titoli può essere superiore di un punto rispetto a quello dei titoli di Stato (per compensare il maggior rischio implicito), e le cedole pagate scontano l’imposta agevolata del 12,50% (rispetto al 26% “ordinario”). Per facilitare la liquidità dei titoli è prevista la loro quotazione in Borsa.

Vediamo gli aspetti positivi dello strumento che attualmente giace dimenticato nei cassetti delle amministrazioni locali.

Un primo vantaggio è quello della possibilità di prevedere la convertibilità dei titoli in azioni della società che gestisce l’opera pubblica. Ad esempio, nel caso di un BOC per costruire un collegamento ferroviario o un impianto sciistico, l’obbligazionista, alla scadenza del prestito, potrà chiedere di diventare socio della S.p.A. Per invogliare la conversione (e quindi ridurre l’ammontare dell’esborso finale alla scadenza del BOC) si possono predisporre agevolazioni particolari che invoglino alla conversione i risparmiatori-cittadini (ad esempio abbonamento gratuito per i soci per lo sfruttamento dell’infrastruttura, deduzione fiscale del controvalore dell’acquisto delle azioni, ecc.).

Un altro vantaggio è la sollecitazione di un “senso civico” fra i residenti di un Comune, chiamati a creare la “loro” opera con i loro risparmi, facendo circolare il capitale all’interno del Comune.

Un ulteriore vantaggio è la realizzazione di una “indipendenza finanziaria” del Comune, che non deve elemosinare i fondi agli Enti territoriali superiori (Regione o Stato), ma può dotarsi di opere importanti per la collettività, facendo leva sul “patriottismo” dei cittadini.

Per i potenziali sottoscrittori i vantaggi sono di tipo reddituale (incasso di cedole superiori a quelle pagate dei titoli di Stato), di tipo fiscale (imposta sul reddito ad aliquota agevolata), di tipo sociale (beneficio di opere e servizi utili).

Vogliamo aggiungere una “chicca”?

Consentiamo ai possessori dei BOC di pagare le imposte locali consegnando i titoli al Comune! Il debito locale si trasformerebbe in capitale, tutti sarebbero felici e contenti, compresi i tanti “evasori fiscali in pectore” che pagherebbero sì le imposte, ma beneficiando nel frattempo di interessi e decidendo quando e per quale importo avvalersi della facoltà.

Volete approfondire l’argomento?

Leggete il mio ultimo libro RICOSTRUIRE LA FINANZA, in cui illustro con molti particolari non solo i BOC ma anche molti altri strumenti utili per uscire dalla crisi economica che ci sta strangolando; potete chiederla al 3356912075 o via mail a demarketing2008@libero.it

 

Gianluigi De Marchi

 

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