ECONOMIA- Pagina 357

Aumento record dei prezzi in spiaggia. E il distanziamento sociale diventa realtà

Ma cosa hanno fatto di così meraviglioso i gestori delle spiagge? Hanno compreso per primi il significato di “distanziamento sociale”…

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Aumenti record dei prezzi in spiaggia. E il distanziamento sociale diventa realtà

 

Il cantiere della Torino-Lione si amplia per i lavori del tunnel di base

 Il cantiere Tav della Torino-Lione a Chiomonte si amplia. La scorsa notte è iniziata la prima fase dell’ampliamento per l’avvio dei lavori connessi alla costruzione  tunnel di base di 57,5 km.

La società Telt è il promotore pubblico incaricato dai governi di Italia e Francia di realizzare e gestire l’infrastruttura nella tratta transnazionale. A  Chiomonte il cantiere è stato ampliato di circa 1 ettaro. Lavorano 150 operai e tecnici di 7 imprese locali. Sul versante francese, sono  operativi 5  cantieri ed  è stato completato lo scavo meccanizzato dei primi 9 km del tunnel di base. Avviate anche le gare per  due nuovi lotti dello scavo della galleria di base, per un valore di 2,3 miliardi di euro.

Iren si rafforza nel settore rifiuti

Il Gruppo Iren ha presentato l’offerta vincente, pari a 90 milioni di euro, nell’ambito della procedura di vendita della divisione Ambiente di Unieco che comprende la società Unieco Holding Ambiente e altre società controllate e collegate attive nel settore dei rifiuti in cinque regioni italiane: Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Puglia.

L’operazione permetterà ad Iren Ambiente di consolidare la propria posizione tra gli operatori nazionali leader nel settore ambientale, ampliando notevolmente il bacino territoriale servito e acquisendo un posizionamento strategico nella raccolta di rifiuti di una vasta area della regione Toscana. Infine, tramite l’acquisizione degli impianti della Divisione Ambiente, Iren Ambiente rafforza il proprio ruolo di primario operatore in ambito nazionale nel trattamento ed avvio a valorizzazione o smaltimento dei rifiuti speciali.

La divisione Ambiente di Unieco si occupa infatti di intermediazione dei rifiuti destinati ai propri impianti, di trattamento e di smaltimento attraverso la gestione di discariche per rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi. È inoltre attiva nella raccolta di rifiuti urbani tramite la collegata SEI Toscana che è gestore unico del servizio di raccolta per l’ATO Toscana Sud (Arezzo, Grosseto, Siena), dove serve un bacino di circa 900.000 abitanti raccogliendo approssimativamente 500.000 tonnellate all’anno di rifiuti. Sempre nell’ambito dei rifiuti urbani, le società della Divisione Ambiente che si occupano di trattamento gestiscono impianti di trattamento meccanico biologico e di compostaggio. Per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti urbani, la Divisione Ambiente si occupa di gestione di discariche in Piemonte, Toscana e Puglia. Tramite una società collegata in Toscana, la Divisione Ambiente gestisce inoltre un impianto di valorizzazione energetica dei rifiuti urbani di potenzialità di circa 68.000 tonnellate all’anno.

I piani industriali di queste società prevedono importanti investimenti per l’ampliamento delle discariche esistenti e per la realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica del rifiuto urbano tramite digestione anaerobica e valorizzazione del biogas.

Iren potrà infatti consolidare nel proprio bilancio una parte delle società della Divisione Ambiente che hanno complessivamente registrato nel 2018 un EBITDA adjusted di circa 17 Mln €.

“L’operazione – ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Iren Massimiliano Bianco – è coerente con la nostra strategia di sviluppo della filiera integrata dei rifiuti ed inoltre ci consentirà di ampliare ulteriormente le infrastrutture di trattamento e smaltimento rifiuti integrandole in modo sinergico con quelle del Gruppo Iren. Tale acquisizione rappresenta per il Gruppo Iren un passo importante: ci consente di accelerare il conseguimento degli obiettivi strategici mentre ci configura come rilevante player a livello nazionale nella filiera dei rifiuti, sia per volumi gestiti che per capacità impiantistica.”

“Questa operazione – ha affermato il Presidente di Iren Renato Boero – consente a Iren di rafforzare il presidio nel settore Ambiente e di focalizzarsi ulteriormente sull’economia circolare incrementando la già radicata politica di sostenibilità aziendale. L’ingresso della Divisione Ambiente di Unieco nel Gruppo rappresenta un nuovo step del processo di consolidamento di Iren su due fronti: rafforza la presenza sui propri territori di riferimento e favorisce l’ingresso strategico in nuove regioni, in particolare Toscana e Marche”.

Cassa in deroga, l’Inps verso la chiusura della procedura di liquidazione

Si avvia al termine, per il Piemonte,  l’iter di liquidazione della Cassa in deroga che, sulla base del  decreto “Cura Italia”, ha visto il coinvolgimento anche delle Regioni in fase concessoria

Ecco tutti i numeri  del procedimento63.529 ad oggi le domande trasmesse dalla Regione all’ INPS, 62.258 quelle autorizzate dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, pari al 98 % del pervenuto. Per il restante 2 % è stata segnalata alla Regione la presenza di anomalie per le verifiche di competenza.

57.265  domande autorizzate sono state messe in pagamento al 21 giugno dalle sedi INPS del Piemonteil 100% di quelle trasmesse dalla Regione ad INPS entro il 31 maggio 2020.

Ad oggi sono  132.147 i lavoratori  per i quali INPS ha disposto il  pagamento diretto della Cassa in deroga124.942 lavoratori hanno già riscosso la prestazione, per i rimanenti 7.205 gli importi spettantigrazie all’impegno del personale INPS che  ancora una volta ha lavorato nel  fine settimana, saranno accreditati  entro il 30 di giugnotenuto conto dei tempi degli istituti bancari.

L’attività prosegue a pieno ritmo, sette giorni su sette, per la lavorazione delle 4.993 domande che la Regione ha trasmesso a giugno. Tali istanze sono state prontamente autorizzate da INPS  e ne è stata data immediata comunicazione ai datori di lavoro. Il relativo pagamento  sarà effettuato tempestivamente non appena perverranno all’Ente, da parte di aziende ed intermediari, i dati relativi ai lavoratori, mediante l’invio del mod. SR 41. 

 Per le aziende che sono state già autorizzate a fruire di 9 settimane di Cassa Integrazione in Deroga, a partire dal 18 giugno la richiesta di CIGD per le successive 5 settimane dovrà essere presentata direttamente ad INPS. La domanda è disponibile nel portale INPS, www.inps.it  

Per le aziende che sono state autorizzate a fruire di un periodo di CIGD inferiore a 9 settimane, è necessario invece presentare una nuova domanda alla Regione, per il periodo residuo, fino alla concorrenza delle 9 settimane.

Le sedi INPS del Piemonte hanno autorizzato, al 12 giugno scorso anche 30.479  domande di Cassa Integrazione ordinaria, in parte a pagamento diretto e in parte a conguaglio, per un totale di 551.406beneficiari  e 13.230  domande di Fondo di Integrazione salariale legate alle prestazioni emergenziali, per un totale di 177.649beneficiari.

Sono 32.282 le domande finora presentate di Reddito di emergenza (c.d REM) , pari all’ 8% del dato nazionale. 

Per quanto riguarda le prestazioni a supporto della genitorialità, da aprile ad oggi   sono stati erogati: 28.010 voucher baby sitting11.145 bonus asilo nido6.819 premi alla nascita e 927 assegni di natalità.

Infine, sono 565.893 i beneficiari del Bonus 600 Euro che hanno già ricevuto gli importi spettanti per marzo ed aprile.

Inps, straordinari per la cassa e una app per prenotare consulenze telefoniche

“Sul numero unico dell’Inps in queste ultime settimane,caratterizzate dalla difficile e complessa emergenza epidemica, si sono riversate migliaia di chiamate giornaliere creando attese e congestionando, qualche volta, l’efficienza del servizio telefonico. Fortunatamente tutti hanno ricevuto una risposta”, racconta Gianni Firera, responsabile della comunicazione.

Non è stato semplice affrontare la situazione ma grazie al lavoro assiduo di molti impiegati e funzionari dell’Inps Piemonte, che hanno lavorato su base volontaria anche il 25 aprile e il primo maggio, alla Regione, all’ordine dei commercialisti e ai consulenti del lavoro, consapevoli della straordinarietà della circostanza, il lavoro legato alla cassa in deroga per cui è stato presentato il modello Sr41 è praticamente concluso. Se qualcuno ancora aspetta dipende dal fatto che alcuni modelli non sono stati spediti all’Inps.

“Per evitare file telefoniche è consigliato scaricare sul proprio smartphone la App Inps Mobile”, spiega Firera, “che permette di prenotare consulenze telefoniche in una fascia predeterminata. Saranno i nostri operatori, in questo caso, a ricontattare i cittadini e le aziende all’orario prestabilito”.

L’appuntamento telefonico potrà essere prenotato anche attraverso il portale www.inps.it, dalla sezione “Sportelli di sede” oppure tramite il contact center al numero 803.164, da telefono fisso, o 06.164.164, da cellulare. Per gli intermediari sarà possibileprenotare anche un contatto video da “Agenda Appuntamenti”tramite piattaforma Teams.

Dal 15 giugno 2020 inoltre sono state ulteriormente potenziate le modalità di funzionamento del servizio di informazione e consulenza di primo e secondo livello delle Direzioni Provinciali e delle Agenzie del Piemonte.

Maria La Barbera

Digitalizzazione, l’Italia arretra nella classifica europea

L’indice Desi 2020 (Digital Economy and Society Index) è la fotografia delle nostre potenzialità e lo specchio delle nostre difficoltà circa le competenze digitali del nostro Paese.

L’Italia ha perso due posizioni in classifica Desi della Commissione europea, siamo 25esimi in digitalizzazione in UE, contro la 23esima posizione del 2019.

Sostanzialmente ci meritiamo questa posizione a causa di competenze digitali basse e per l’esiguo numero di specialisti e laureati nel settore dell’innovazione. La Commissione rileva come queste carenze in termini di competenze digitali si riflettano sulla nostra burocrazia. Queste carenze si ripercuotono su un modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali. L’utilizzo dei servizi pubblici digitali risulta scarso perché solo il 74% degli italiani utilizza internet. Di pari passo le imprese italiane presentano ritardi nell’utilizzo di tecnologie con il cloud o il big data e non adottano il commercio elettronico…

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L’Italia arretra ancora (ed è quartultima) nella classifica della digitalizzazione europea

 

Ai confini della realtà

Ai confini della realtà. Il telefilm iniziò negli anni 60, con l’approvazione di Alfred Hitchcock, Maestro del brivido. Dario Argento spiega la differenza tra poliziesco e thriller. Lo scopo del secondo era produrre paura ed inquietudine negli spettatori. Oramai assistiamo quotidianamente a  film di paura e brividi.

Ringraziamo Colao che ci ha comunicato che bisogna riformare la pubblica amministrazione, pena il non decollo dell’economia. Sono 35 anni che se ne parla, anzi che ne parlano. Appunto, ne parlano e basta. Si gradirebbe sapere come si dovrebbe fare. Non è dato sapere. Ho finalmente capito il perché dei 10 giorni degli Stati generali. Tanti parlano e poco si capisce, in caso d’ insuccesso la colpa è dell’ altro, nelle migliori tradizioni italiche. Un piccolo dettaglio: lo Stato Italiano deve “solo” 70 miliardi alle imprese italiane di rimborsi fiscali. Alla faccia del mercato nero. In Piemonte l’Arpa poteva diventare sede di ricerca per un vaccino anti covid.

Bella idea, rinviata a settembre. Praticamente nulla faranno. Chiara Appendino (forse) farà la Ministra. Dopo aver fatto danni a Torino farà danni a Roma. Persino Anna Rossomando non ne può più di questi pentastellati, sarebbe una buona candidata del centrosinistra, ma sono troppi i pretendenti 7, 8 o forse di più, se il pd farà le primarie ci sarà da ridere. Il rettore Saracco ci ha messo il capello e decideranno altri con buona pace di Mimmo Caretta e Paolo Furia. Bravi compagni di un un PD che  oramai poco conta. Anche Zingaretti si è accorto che o fa il segretario o fa il governatore. Non si tira indietro il prof Andrea Giorgis che  probabilmente ha la strada sbarrata per diventare Sindaco di Torino. Ed allora perché non diventare segretario nazionale PD? E già ci sono le solite critiche: bravo è bravo, mediatore è mediatore , ma il suo stile è troppo britannico. Non alza mai la voce. Come torinesi, come piemontesi  avremmo bisogno di qualche politico che pensa anche a noi. Altri 20 mila posti di lavoro sono saltati con il coronavirus nella nostra regione. I no Tav, viceversa, esultano. La corte europea ha sentenziato che la Tav costa troppo ed è notevolmente in ritardo .Chiara Appendino ricambia idea ridiventando no Tav. Non si pone minimamente il problema di essere parte di questo ennesimo fallimento italico. Anche i tedeschi hanno i loro problemi. Bancarotta di grandi gruppi che hanno avuto i bilanci certificati da compiacenti società di revisione. Sulla Tyssen Krupp coprono i dirigenti che in Italia sono stati condannati. Anche la loro giustizia fa cilecca. Siamo indignati ma tragicamente impotenti.

Intanto i nostri Stati generali non hanno esordito l’ effetto desiderato. In Europa nessun accordo sui soldi. Angela Merkel conferma che l’accordo si farà. Molte cose a quelle latitudini non tornano. Ad esempio: la Bulgaria riceve contributi per il 12% del suo prodotto interno. Italia per il 5 % Spagna per il 7 % e Francia per il 2%. Siamo i figli della serva ? Altre cose non quadrano, come la voce grossa dell’ Austria, decisamente piccola per, appunto, fare la voce grossa. Mi sa proprio che c’è un gioco delle parti. Per mediare bisogna mandare avanti qualcuno che dice di voler rompere. Noi italiani, sempre nelle nostre migliori tradizioni, non siamo capaci nel fare le debite alleanze. Persino la Grecia gongola, ora tocca a voi essere nella graticola. Intanto a Torino, in Piemonte, e in tutto il centro nord le imprese chiudono. Molte attività riemergeranno rilanciando lavoro nero ed totale evasione. Non si vuole disturbare i manovratori della finanza e d ecco i risultati. Non sono un economista ma l’unico risultato pratico che vedo è stampare moneta, dunque rilanciare l’inflazione. Aumenteranno i prezzi con il popolo che non avrà soldi per fare la spesa. Questa oltre che inflazione si chiama recessione. Troppi gli interessi incrociati da salvaguardare. La povertà aumenterà.
Felicissimo di sbagliarmi. Su una cosa , comunque, credo proprio di non sbagliarmi : siamo ai confini della realtà. Cadere oltre è un attimo, cadere oltre vuol dire essere in un incubo.

Patrizio Tosetto

Il trasporto pubblico non sarà più come una volta

Aziende e scuole protagonisti della riorganizzazione del trasporto post emergenza. Sistemi tariffari e programmazioni ormai superati vengono ridisegnate partendo dal dialogo con il territorio. L’Assessore Gabusi: «Faremo tutto ciò che è nelle possibilità della Regione Piemonte per organizzare un trasporto pubblico realmente rispondente alle nuove necessità».

 

Cambia la società, cambia la mobilità, deve cambiare anche il trasporto pubblico. «Non vogliamo arrivare all’ultimo momento – spiega l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – ma fare tutto ciò che è nelle possibilità della Regione Piemonte per organizzare un sistema di trasporto pubblico locale realmente rispondente alle nuove necessità dell’utenza. La domanda sta cambiando: la stiamo analizzando per ridisegnare l’offerta sulle necessità delle aziende, dei lavoratori e delle scuole. È importante chiarire che ciò stiamo facendo oggi non è solo una risposta alla situazione emergenziale, ma si tratta di interventi propedeutici al futuro con o senza emergenze sanitarie».

 

Il Trasporto Pubblico piemontese riparte dalla consapevolezza che difficilmente sarà come prima: un nuovo paradigma basato sul dialogo con il tessuto industriale e imprenditoriale e con il sistema scolastico per rispondere ai bisogni degli utenti. Il primo passo è stato l’istituzione, già durante l’emergenza, di un Gruppo Tecnico di Lavoro composto da Regione Piemonte, Agenzia della mobilità piemontese, Sindacati, Associazioni di categoria e le quasi cento aziende che erogano i servizi di trasporto pubblico locale, tra cui Trenitalia e GTT. Regione, Agenzia e la Fondazione Links della Compagnia di San Paolo hanno elaborato un questionario per le aziende per capire quali siano gli scenari organizzativi per i lavoratori, i termini di flessibilità degli orari e dei turni, le quote di smart working, il grado di collaborazione e di coinvolgimento delle organizzazioni aziendali. «Il questionario è già stato condiviso con le Associazioni di categoria – sottolinea l’Assessore Gabusi -, che stanno provvedendo a inviarlo direttamente alle aziende. Nell’arco di poche settimane Links raccoglierà le risposte e le analizzerà, per poi restituirci, nel mese di luglio, le indicazioni in base alle quali l’Agenzia della mobilità potrà ridisegnare l’offerta di treni e autobus. Lo stesso viene fatto con le scuole, con le quali martedì abbiamo già avviato il lavoro». «Crediamo – evidenzia la presidente dell’Agenzia della mobilità piemontese Licia Nigrogno – nel potere del dialogo con i protagonisti del cambiamento di paradigma che stiamo vivendo. Stiamo realizzando un’offerta ‘adattativa’, che andrà di pari passo con le variazioni delle abitudini lavorative e sociali che si verificheranno. Abbandoniamo un sistema calato dall’alto in favore di una programmazione aperta alle esigenze e alle suggestioni che arriveranno».

 

Tra gli elementi che saranno analizzati ci saranno le variazioni di utilizzo degli abbonamenti ai servizi. «Sappiamo – spiega l’Assessore Gabusi – che non tutti gli abbonamenti saranno rinnovati e che la domanda di trasporto pubblico diminuirà in funzione delle quote di smart working che saranno mantenute. Ci saranno meno passeggeri e in orari diversi. Chiaramente questo imporrà un cambiamento di orari e di mezzi: non potremo lasciare un autobus o un treno in orari a bassa frequentazione e dovremo rinforzare i servizi su orari nuovi, sapendo che le risorse economiche ci sono, ma sono limitate. Abbiamo chiesto a Roma l’anticipo dell’80% dei 500 milioni di euro del fondo nazionale per i trasporti di e stiamo aspettando la firma del decreto. Questo ci consentirà di pensare ad una ristrutturazione profonda, ma dovremo essere veloci e precisi per non sprecare nemmeno un euro».

 

I cambiamenti della mobilità legati all’emergenza COVID, la riduzione dei servizi e la successiva ripartenza, insieme alla flessione degli abbonamenti hanno consentito un’accelerazione imprevista alla progettazione regionale di un nuovo sistema di integrazione modale che prevede l’introduzione del Mobility as a Service (MaaS), un nuovo paradigma di mobilità il cui obiettivo è quello favorire l’utilizzo dei servizi di trasporto pubblici e privati, rendendoli accessibili e integrati attraverso un’unica piattaforma digitale e un unico sistema di pagamento ‘PayForUse’. Il Piemonte sarà la prima regione in Italia a realizzare un tale progetto di mobilità intelligente su scala regionale. Si tratta di un ecosistema che coinvolge gli enti locali, gli operatori di settore, i rappresentanti degli interessi e degli utenti per condividere un’unica strategia di innovazione e di miglioramento del sistema regionale dei trasporti.

 

«Siamo in un momento molto particolare – conclude l’Assessore Gabusi – in cui le forze sono concentrate sulla gestione di un presente ancora molto complesso e sono contemporaneamente impegnate a dare forma ad una visione importante per il futuro. Mentre cerchiamo di ampliare la capacità di carico dei mezzi insistendo sull’eliminazione del distanziamento a bordo e mantenendo solo l’obbligo di mascherine, abbiamo l’opportunità di disegnare, insieme con tutti gli attori di riferimento, il Piano decennale dei trasporti 2020-2030 e allo stesso tempo il Programma Triennale dei trasporti 2021 -2023. È un’opportunità proprio perché possiamo farlo in un momento di cambiamento storico importante. Ed è un’opportunità che non vogliamo perdere».

 

Autostrade per la Liguria, troppi cantieri frenano il turismo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / L’Autostrada dei Fiori e l’Autostrada Savona – Torino e viceversa  sono difficilmente percorribili a causa dei continui cantieri che generano code. Da Albenga a Savona occorre circa un’ora 

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E’ evidente che le criticità di quei percorsi autostradali sono arrivate tutte insieme all’attenzione dei  concessionari che forse avevano sottovalutato la manutenzione. Certamente appare strano che non abbiano colto i tre mesi di pandemia per lavorare su autostrade deserte. In  in questo modo si intralcia il recupero del turismo. Solo il vice sindaco di Alassio si è mosso tempestivamente nella direzione di chiedere adeguati interventi. La Liguria e’ già stata penalizzata gravemente perché isolata dal Piemonte e dalla Lombardia  da  dove proviene  la maggioranza dei suoi turisti. In molte realtà liguri quasi a fine giugno non hanno ancora programmato iniziative turistico- culturali, se non escludendo i grandi eventi che  provocano assembramento. Un minimo di coraggio e di fantasia sarebbe necessario perché chi arriverà da luglio vorrebbe avere un calendario sia pure  minore  di manifestazioni. Bisogna che tutti si risveglino dal letargo del lockdown  che ci ha salvati ma ha distrutto l’economia. Appare più preparata la città di Loano e le realtà del Levante. Per avere turisti bisogna offrire calendari di incontri , sia pure ridotti ,ma ricchi di valore. L’idea che i ricchi vadano al ristorante e i poveri sulla passeggiata con un ghiacciolo ci fa tornare tristemente agli Anni Cinquanta dove brillava solo Bordighera con il Salone internazionale dell’umorismo, scomparso ormai da molti anni.
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scrivere a quaglieni@gmail.com

Nulla sarà più come prima. Speriamo

Fra le tante frasi fatte che ascoltiamo in questi mesi di pandemia e di riflessioni più o meno sincere sulla situazione in cui si trova il mondo, una ripete come un mantra: “Nulla sarà più come prima”. E si fa soprattutto riferimento ad una riscoperta di valori etici e morali che, grazie al virus, sarebbero emersi e potrebbero influenzare, in meglio, il mondo.

A parte le considerazioni sulla fondatezza di tale auspicio, l’occasione è comunque utile per cercare di delineare che cosa andrebbe improntato a valori etici nel campo dell’economia e della finanza. La premessa è che è sicuramente urgente introdurre principi etici in un settore, come la finanza ed il maneggio del denaro, che non può sfuggire alle regole generali della correttezza anche morale.

L’obiettivo del profitto è legittimo nel mondo economico; ma non può giustificare qualunque tipo di comportamento, compresi quelli che vanno a ledere diritti di altri soggetti. E tale obiettivo, in un mondo che si è scoperto esposto a crisi imprevedibili di dimensioni planetarie, non può essere disgiunto da una maggior attenzione agli aspetti sociali che caratterizzano la vita dell’uomo.
Negli ultimi anni qualche voce si è levata per ricordare questi principi.

Ricordiamo ad esempio Benedetto XVI, che nel messaggio per la giornata mondiale della pace del 1 gennaio 2009 affermò, con riferimento alla crisi legata al fallimento Lehman “La crisi dimostra come l’attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive di considerazione a lungo termine del bene comune. Ciò riduce la capacità della finanza di svolgere la funzione di ponte tra il presente ed il futuro, a sostegno della creazione di nuove opportunità di produzione e di lavoro nel lungo periodo”.
Vabbé, dirà qualcuno, è il Papa, facile dirlo.
Allora scendiamo un gradino; nello stesso mese dello stesso anno ecco un altro monito.
“Questa è la crisi di un sistema che ha spinto gli operatori finanziari a prendere rischi sempre più sconsiderati, che ha lasciato le banche speculare piuttosto che fare il proprio mestiere, che è quello di finanziare lo sviluppo dell’economia”. (Nicolas Sarkozy, Presidente della Repubblica francese).
Ahimè, uno che predicava bene ma razzolava male; ma i concetti sono da sottoscrivere!

E per chiudere, una frase che ricorda molto un “umanesimo industriale”: «La funzione dell’industria non è solo e neanche principalmente quella del profitto. Lo scopo è migliorare la qualità della vita mettendo a disposizione prodotti e servizi.» (Giovanni Alberto Agnelli, Presidente Vespa, 1996. Purtroppo questo Agnelli, detto “Giovannino” è prematuramente scomparso).

Ciò premesso, cosa si potrebbe fare per passare dalle parole e dai principi aulici ai fatti concreti che consentano veramente di cambiare pagina in futuro?
Un primo, urgente intervento riguarda la netta separazione tra le banche “ordinarie” (quelle che erogano i crediti alle aziende) e banche “d’affari” (quelle che operano con obiettivi diversi, anche con strumenti speculativi). Le prime devono concentrarsi esclusivamente sul credito a breve termine, fornendo il cosiddetto “capitale circolante” indispensabile per una fluida gestione di crediti e debiti aziendali. Le banche “d’affari” devono invece operare a medio-lungo termine per finanziare costruzione di stabilimenti, costruzione di opere di pubblica utilità (autostrade, trafori, scuole, ospedali, ecc.), e così via. Qualcuno osserverà: “Ma è la legge del 1936!”. Ebbene sì, sostanzialmente è quella, basta con la “banca universale” che pretende di fare tutto, esponendo i clienti-depositanti al rischio di investitori-azionisti o peggio di investitori speculatori a loro insaputa! Un secondo intervento riguarda l’abolizione dio ogni tipo di bonus ai dirigenti delle banche.
Purtroppo la storia degli ultimi anni del sistema finanziario mondiale è caratterizzata in maniera evidente dal fenomeno dell’esasperata ricerca di profitto per le banche e di bonus per i loro manager. La cosa agghiacciante è che, anche nel caso di banche fallite, i responsabili hanno chiesto (e ottenuto!) la liquidazione dei bonus, come se nulla fosse accaduto. E’ come se un serial killer chiedesse un monumento in piazza anziché accettare l’ergastolo!

Un terzo intervento deve precedere l’abolizione delle cosiddette «scatole cinesi», cioè il sistema grazie al quale una piramide di società finanziarie riesce a controllare, con un modesto impegno di capitale, un impero finanziario. Meno “scatole cinesi”, più automobili, più elettrodomestici, più abiti confezionati, in una parola, meno “aria fritta” e più PIL!
Ed ancora, un punto delicatissimo: proibire l’uso dei derivati, quei mostruosi OGM finanziari creati per modificare la natura delle operazioni “tradizionali”: si pensi che nel mondo circolano attualmente, secondo le stime ufficiali, circa 3 milioni di miliardi di dollari di contratti derivati di varia natura, cioè TRENTATRE volte il PIL dell’intero pianeta. I derivati alimentano contrattazioni frenetiche (chiaramente di natura speculativa, non certo derivanti da investimento) che ricordano il pericoloso gioco del passaggio del cerino acceso da una mano all’altra; l’unica cosa certa è che ci si bruceranno le mani…

Naturalmente bisognerà anche bloccare i “paradisi fiscali”, impedendo di usare i paesi in cui non si pagano tasse o quasi ed in cui non si fanno controlli su chi possiede capitali, paesi in cui uno studio di avvocati o di notai ospita centinaia di società fantasma create solo per gestire soldi degli evasori di tutto il mondo. Bisogna bloccare questo meccanismo ad esempio impedendo ogni tipo di transazione finanziaria da e verso quei paesi. L’elenco potrebbe continuare ancora, toccando anche l’idea di un nuovo modello d’impresa (ne parlerò in un prossimo intervento) che non si limiti ad essere un “profittificio” ma tenda ad essere motore trainante di una collettività, con ricadute positive sia all’interno dell’azienda (non solo soci, ma anche dipendenti) sia all’esterno (il territorio in cui opera). Ma anche limitandosi a pochi, mirati interventi, si può sperare che veramente si possa un giorno dire: “Nulla è più come prima!”
Ed aggiungere, ovviamente: “Ora è molto meglio…”.

Gianluigi De Marchi 
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