ECONOMIA- Pagina 355

Autotorino chiude per la prima volta dopo mezzo secolo

Per la prima volta dopo 55 anni di storia Autotorino annuncia la chiusura straordinaria di tutte le sue filiali. È questo il suo contributo per contrastare l’emergenza sanitaria in corso

‘Dopo 55 anni di storia, il Gruppo Autotorino prende per la prima volta la decisione di chiudere tutte le sue concessionarie. Senza attendere ulteriori provvedimenti del Governo, nel rispetto delle 1700 persone che lavorano con noi, dei nostri Clienti e della salute degli Italiani. Penso sia il modo più efficace e coraggioso per combattere la situazione sanitaria in corso. Confido che azioni forti di limitazione della mobilità delle persone potranno dare un aiuto decisivo per un ritorno alla normalità, certo che questo sacrificio potrà contribuire a contrastare gli effetti del virus e far uscire il Paese dall’emergenza quanto prima.

Noi, come sempre, ci metteremo forza, determinazione e coraggio, perché il 3 aprile potremo ricominciare a percorrere un nuovo pezzo di strada’.

Così il Presidente Plinio Vanini ha annunciato questa sera la chiusura straordinaria della rete delle 51 filiali del Gruppo Autotorino, il principale dealer automobilistico italiano, che si articola nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, nonché in Veneto e Friuli con le insegne Autostar.

Da mercoledì 11 marzo saranno disponibili sui siti www.autotorino.it e www.autostargroup.com tutti i riferimenti utili per dare informazioni a chi abbia scadenze imminenti o servizi aperti presso le filiali.

Smart working: antidoto oggi, opportunità domani

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: «Oggi, come dicono i medici, stare a casa è la miglior soluzione per fermare questo virus. Ma, in futuro, potenziare il telelavoro – laddove sia possibile .-  potrà portare benefici per imprese e lavoratori, evitare lo spopolamento delle nostre montagne e delle nostre valli e anche sostenere le famiglie e la natalità»

Trasformare una grave emergenza in un’occasione per sperimentare davvero qualche cosa di innovativo, che potrebbe, se applicato sistematicamente, cambiare in meglio il mondo del lavoro. D’altronde gli esperti sono tutti d’accordo: per limitare l’emergenza coronavirus occorre uscire di casa il meno possibile. Allo stesso tempo, però, le aziende non possono e non devono fermarsi.

Ed ecco che allora il telelavoro (o smart working)  diventa una soluzione che non solo può tornare utile oggi, ma che può davvero migliorare il mondo del lavoro anche quando questa maledetta epidemia finirà. Migliorando la qualità del lavoro per le aziende, la felicità dei lavoratori e, perché no, sostenendo anche la natalità. Ne è convinta l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che ha già attivato i propri uffici per fare il punto della situazione sulle misure che la Regione già offre per il telelavoro e proporne di nuove.

E intanto lancia un appello a tutte le imprese che, già oggi, sono in grado di far lavorare i propri dipendenti da casa: «Il telelavoro consentirebbe di limitare innanzitutto gli spostamenti di persone e contenere al meglio il coronavirus – spiega Chiorino – e pertanto chi può , già oggi, farlo, dovrebbe prenderlo seriamente in considerazione, fino alla fine di questa emergenza. Anche a tutela delle imprese stesse che vedrebbero ridurre drasticamente il rischio che un proprio dipendente contragga la malattia».

Ma l’esponente della giunta Cirio va oltre e pensa al futuro: «Oggi le tecnologie offrono, nella stragrande maggioranza dei casi, di poter svolgere da casa le medesime mansioni che, normalmente, vengono svolte negli uffici, nelle scuole e anche nelle università. Alcuni Atenei hanno immediatamente reagito all’emergenza facendo registrare ai docenti le lezioni da casa o in streaming. Così come so che parecchi uffici stanno lavorando a distanza. Certo, si tratta di una “rivoluzione culturale” non da poco, difficile da metabolizzare per tutti e che necessita di essere ancora ben normata in tutti i suoi aspetti, ma oggi, con le dotazioni tecnologiche che quasi tutte le famiglie hanno, come un pc e una normale connessione ADSL, è possibile davvero fare quasi tutto». «Chiaramente – precisa Chiorino – esistono lavori che non si possono svolgere a distanza, come quelli che vengono realizzati nelle fabbriche, ma in tanti altri casi gli impedimenti possono essere superati».

Chiorino evidenzia alcuni dei vantaggi che un maggiore utilizzo del telelavoro porterebbe al sistema: «Credo che molte aziende risparmierebbero sui costi degli uffici – spiega – ma soprattutto potrebbero disporre di una flessibilità oraria maggiore, considerando che il lavoratore opererebbe da casa. Non solo, per i lavoratori i vantaggi sarebbero parecchi: anche, banalmente, la possibilità di fare la spesa in pausa pranzo e di potersi gestire il lavoro, come detto, in maniera più flessibile»·.

Il telelavoro consentirebbe anche di valorizzare di più le famiglie, favorendo anche la natalità. Una mamma o un papà, ad esempio, avrebbero la possibilità di gestire il proprio figlio senza dover fare affidamento a parenti o a baby sitter, magari approfittando delle pause per andare a prendere il figlio a scuola. Troppe volte mi sento dire da donne che vorrebbero un figlio che il lavoro rende impossibile la realizzazione del loro sogno. Con lo smart working, questo problema verrebbe superato. Per non parlare di chi vive in Comuni isolati o di montagna che, grazie al telelavoro, potrebbero scongiurare il rischio spopolamento».

Idee, proposte, che ovviamente potrebbero essere modulate a seconda delle esigenze delle singole imprese: «Non è affatto detto – conclude Chiorino .- che non si possano individuare soluzioni intermedie, come alcuni giorni di lavoro “casalingo” e altri in ufficio. Ma penso che in futuro, grazie alla crescita esponenziale delle tecnologie, tutto sarà ancora più semplice. In questi giorni, insieme al mio staff, stiamo lavorando a distanza e i risultati che sto constatando sono ottimi».

«Oggi come oggi, nell’emergenza che stiamo vivendo – conclude l’assessore regionale al Lavoro – posso solo suggerire alle imprese di utilizzare il più possibile il telelavoro anche se, e mi rendo perfettamente conto, molti non sono ancora pronti. Ma per il futuro proporrò di estendere la possibilità di avvalersi di questa pratica a tutti coloro che possono farlo, studiando, insieme ai colleghi della Giunta, anche misure per permettere – a chi ha ancora a che fare con barriere digitali – di poter utilizzare lo smart working in tutte le sue potenzialità».

Interventi per l’economia, Costanzo (M5S): “Ecco come agirà il Governo”

“In questo momento di estrema emergenza siamo in stretto contatto con diverse categorie di lavoratori, tra cui gli ambulanti e i titolari di asili nidi privato, fortemente preoccupati per il futuro delle loro attività” spiega Jessica Costanzo, deputata piemontese del M5S

“Ci arrivano – dichiara Costanzo – moltissime immagini di piazze deserte da tutta Italia: i cittadini devono restare il più possibile nelle loro abitazioni, e a ciò si sono aggiunte, già nei giorni scorsi, le chiusure dei mercati attraverso ordinanze comunali. La situazione per gli ambulanti è dunque particolarmente critica già da diversi giorni e lo diventerà ancor di più dopo il decreto in vigore da questa mattina.
Dagli asili nido privati – prosegue Costanzo – nasce invece la richiesta di permettere temporaneamente ad almeno uno dei due genitori di bambini in fascia d’età 0-6 permessi parentali extra. Rinforzare il già esistente BONUS NIDO  in particolare per questi mesi (febbraio, marzo e aprile) o in alternativa istituire un Bonus-rimborso per chi ha sostenuto il pagamento di una retta mensile di un servizio che per causa di forza maggiore è rimasto chiuso”.

Per quanto riguarda la situazione piemontese nello specifico, Costanzo spiega come “già a fine febbraio con il primo decreto sul Coronavirus il governo aveva accolto un mio ordine del giorno che valutava la possibilità di estendere al Piemonte misure già adottate per altre Regioni, quali il differimento delle scadenze fiscali e contributive, la moratoria dei mutui, l’attivazione di ammortizzatori sociali snelli e immediati e la previsione di indennizzi per i lavoratori autonomi”.

Infine, per quanto riguarda le misure da adottare nell’immediato per far fronte alla crisi di sistema che sta investendo il nostro Paese, Costanzo dichiara: “Proprio ora, come ha dichiarato poco fa il Ministro Patuanelli, il governo sta lavorando alla sospensione di alcuni pagamenti già dalla prossima scadenza fiscale del 16 marzo per andare incontro alle esigenze di artigiani, negozianti e partite Iva. Altro punto fondamentale è quello di estendere la cassa integrazione a tutti i lavoratori, anche quelli di aziende con meno di 6 dipendenti, per fare in modo che tutti coloro che in questa fase stanno purtroppo perdendo il lavoro o si trovano senza stipendio possano avere il sostegno dello Stato per poter ripartire appena sarà possibile farlo” conclude la deputata.

Da fine febbraio aumentato del 50 per cento l’uso di internet in Piemonte

I dati sono contenuti in una ricerca del consorzio Top-IX al quale l’assessore ai servizi digitali, Matteo Marnati, aveva chiesto di eseguire una comparazione del traffico Internet in Piemonte prima e durante l’emergenza

GOOGLE +45% FACEBOOK +42% MA ANCHE LE PIATTAFORME RICREATIVE SONO IN ASCESA

 

Tutto prevedibile. Da quando è scattata l’emergenza Coronavirus, l’utilizzo di Internet da parte dei piemontesi è cresciuto del 20% rispetto allo stesso periodo del 2019 e del 50% rispetto al mese di gennaio. Google è arrivato a +45%mentre Facebook a +42%. In aumento anche l’utilizzo di Netflix e delle piattaforme di svago.

I dati sono contenuti in una ricerca del consorzio Top-IX al quale l’assessore ai servizi digitali, Matteo Marnati, aveva chiesto di eseguire una comparazione del traffico Internet in Piemonte prima e durante l’emergenza.

«Il sistema regge anche a fronte di un significativo picco di richieste – spiega Marnati – il dato confortante è che l’utilizzo in aumento delle piattaforme ricreative indica una maggiore propensione da parte dei cittadini a stare in casa anche se sono ancora molti quelli che non hanno percepito la gravità della situazione».

Ogni anno si registra, secondo Top-IX, un incremento fisiologico del traffico Internet, ma nei primi tre mesi del 2020 il trend di crescita appare «significativo» se confrontato allo stesso periodo del 2019.

Se si osserva la pendenza della crescita dei due anni è immediatamente evidente l’accelerazione registrata nel 2020: si passa da un 6,5% a quasi il 20%. E non è un caso, che il maggior incremento si registri a partire dal 24 febbraio.

L’incremento è costante, intorno al 50%, sui tre nodi Core della rete di TOP-IX: i due torinesi, CSI (+50%) e IT-Gate (+52%) e quello milanese (+49%).

Per quanto riguarda i principali Content Delivery Network (CDN) di TOP-IX, Netflix, Google, Facebook e Limelight, la crescita media del traffico generato oscilla tra il 23 e il 39 per cento. Come a dire, che accanto alle notizie, si cercano svago e intrattenimento. Particolarmente rilevante la crescita per quanto riguarda i valori massimi raggiunti da Google (+45,1%) e Facebook (+42,1%).

Ma da notare è anche la crescita degli Internet Service Provider (ISP) locali come BBBell, che segna una crescita del 19,8% per quanto riguarda la media del traffico. Crescita che arriva al 47,8% per Micso, che registra anche una significativa crescita per quanto riguarda i picchi di traffico (+36,6%).

Osservando il panorama degli altri Internet Exchange italiani si registrano indici di crescita in sintonia con quello registrato da TOP-IX, con MIX (Milano Internet Exchange) che cresce con maggior decisione rispetto a NAMEX (Roma Internet Exchange Point).

Il CAAT rimane aperto garantendo tutti i servizi

Con l’adozione di tutte le misure di prevenzione e sicurezza sanitaria previste dalla situazione di emergenza presente

Il CAAT, Centro Agroalimentare di Torino, ribadisce il suo ruolo come mercato e presidio pubblico, sempre aperto e riconosciuto dalle autorità, a livello sia nazionale sia locale per la sua funzione di pubblica utilità.

Il CAAT aderisce, inoltre, alla rete nazionale di Italmercati ( filiera che riunisce i principali 15 mercati all’ingrosso italiani), che ha organizzato lunedì 9 marzo scorso due ore di confronto in call per ribadire il ruolo dei mercati quali strumento di pubblica utilità, anche e soprattutto in situazioni di crisi come quella che si sta vivendo, in seguito all’emergenza provocata dalla diffusione del Coronavirus.

Il Centro Agroalimentare di Torino resterà aperto e rispetterà gli orari consueti, con il precipuo intento di garantire la prosecuzione delle attività, il transito di merci, l’accesso al mercato da parte di fornitori, operatori ed acquirenti. Il mercato, infatti, è un servizio di interesse generale di somministrazione di beni primari che deve, quindi, essere garantito nella sua prosecuzione, mantenendo la sicurezza ad alti livelli sia per l’utenza sia per i consumatori finali.

Il CAAT ha messo in atto, in questo campo, procedure finalizzate a tutelare la sicurezza di lavoratori e clienti, tra cui la distribuzione di dispositivi igienizzati a disposizione degli utenti, un’informazione ancor più capillare sulle nuove direttive e disposizioni in materia sanitaria, ed ha attuato il contenimento del numero dei soggetti presenti negli spazi comuni, implementandone, altresì, le misure di igienizzazione.

Nuove ed ulteriori misure per incrementare la sicurezza dei luoghi di lavoro all’interno del CAAT sono al vaglio della Direzione e potranno essere adottati a breve.

Il CAAT, inoltre, siede al tavolo della Rete nazionale dei Centri Agroalimentari-Italmercati, attraverso cui intrattiene rapporti istituzionali con il governo centrale e, in particolare, con il ministro delle Politiche agricole, Alimentari e Forestali Teresa Bellanova.

Italmercati, a sua volta, intrattiene un confronto telematico tra tutte le realtà mercatali aderenti alla rete, allo scopo di approfondire in tempo reale la situazione presente in ogni parte d’Italia. Le merci continuano a viaggiare, senza problemi, e questa conferma provieniente da Italmercati ribadisce la solidità del sistema e la sicurezza delle merci trasportate. Il confronto attuato all’interno di Italmercati con la call di lunedì 9 marzo scorso ha permesso, inoltre, di sviluppare ulteriori misure di contenimento dei rischi, adottando anche procedure alternative, come il telelavoro.

Contrasto alle frodi agroalimentari: la Regione estende i controlli

Allargati al settore mellifero, corilico, lattiero – caseario, oltre a vitivinicolo e risicolo. Per il 2020 impegnati 107 mila euro per i servizi antisofisticazioni agroalimentari

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa. ha approvato il 6 marzo il programma annuale d’intervento dei servizi antisofisticazioni agroalimentari – SAA per il 2020, finalizzato al contrasto delle frodi agroalimentari sul territorio piemontese. Per l’attuazione del programma la Giunta ha impegnato 107 mila euro.

Il Testo unico sull’agricoltura, legge regionale n.1/2019, prevede che la Regione Piemonte si avvalga dei servizi di antisofisticazione come strumento per la repressione delle frodi agroalimentari. Le attività dei servizi di antisofisticazione delle Province piemontesi e della Città Metropolitana di Torino sono coordinate dall’Ufficio regionale di coordinamento dei SAA che fa capo all’Assessorato all’Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte.

Ogni anno i servizi antisofisticazioni agroalimentari svolgono attività ordinaria in particolar modo sui comparti vitivinicolo e risicolo. Con l’approvazione dell’attuale programmazione per il 2020 la Giunta ha esteso i controlli ad ulteriori comparti dell’agroalimentare: mellifero, corilico, lattiero – caseario.

“Per l’anno 2020 la Regione Piemonte – precisa l’assessore Marco Protopapa – ha ritenuto necessario effettuare controlli straordinari a fronte delle frodi individuate nei settori di produzione del miele, delle nocciole e dei latticini, ad esempio per accertamenti nella commercializzazione di formaggi Dop, nelle modalità di trattamento post-raccolta delle nocciole, nella miscelazione di mieli provenienti da paesi terzi. Resta infatti fondamentale tutelare sia i consumatori sia i produttori piemontesi che operano per garantire la qualità e l’eccellenza dei prodotti agroalimentari made in Piemonte sui mercati”.

L’appello degli esercenti dei cinema e dello spettacolo

È ufficialmente online la petizione proposta da ANEC Lazio per richiamare la massima attenzione del Governo sugli effetti devastanti della chiusura delle attività di pubblico spettacolo di cui al DPCM 08/03/2020.

È di fondamentale importanza firmarla e fare in modo che quante più persone possano farlo a loro volta. A tale scopo ti invito a segnalarla fin da subito attraverso i tuoi canali social o sul tuo sito web.  A breve il Governo dovrebbe emanare un decreto a sostegno di tutto il tessuto economico-produttivo nazionale, per cui il tempo non è molto.
È il momento di decidere per la vita, sia combattendo il coronavirus che le sue conseguenze nefaste sulla nostra economia e sul sistema culturale del nostro Paese.

Cisl Scuola: “Se Conte vuole governare ricominci dalla scuola”

I sindacati hanno scritto al premier Giuseppe Conte prima dello  sciopero del 6 marzo, a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori della scuola, soprattutto dei precari.

Un esercito di 185 mila persone, ultimo anello di una catena logora che si regge grazie anche all’indispensabile apporto di insegnanti con contratti a tempo determinato, in molti casi ultradecennali, che rivendicano un percorso che li avvii finalmente alla stabilizzazione…

 

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Più di settanta milioni di euro per aiutare il turismo

Il turismo piemontese potrà contare su circa sessanta milioni di euro per il triennio 2020-2021, ai quali entro pochi mesi se ne aggiungeranno circa 17 provenienti dalla rimodulazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr): è questa la disponibilità finanziaria annunciata dalla Giunta  in Regione in Terza commissione illustrando il Bilancio di previsione

Tra i principali obiettivi figura il sostegno all’offerta turistica attraverso il potenziamento e la qualificazione delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere. La Regione intende sostenere le piccole e medie imprese che erogano i servizi turistici e che ci saranno specifici investimenti per la promozione dei territori.

Sono intervenuti esponenti di M5, Pd e Lega, che hanno espresso forti preoccupazioni per le possibili ricadute negative all’ intero comparto turistico piemontese causate dall’emergenza del Coronavirus.

In particolare il Pd, attraverso il suo capogruppo, ha auspicato di incominciare un’analisi della situazione al fine di individuare le priorità prima dell’approvazione in Aula del Bilancio, in maniera tale da poter apportare le necessarie modifiche dettate dalla contingenza. E per fare ripartire a pieno regime l’intera macchina del turismo piemontese una volta superata l’emergenza, la Lega ha chiesto particolare attenzione alla comunicazione.

Il Piemonte chiede al Governo di congelare plastic tax e sugar tax

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: «Le nostre imprese che lavorano con materiali plastici, dalla produzione, al riciclaggio, fino all’imbottigliamento non possono, soprattutto in questo momento, pagare un prezzo così elevato. L’Esecutivo metta da parte le ideologie e revochi i provvedimenti. L’antidoto per le imprese e il lavoro c’è già e si chiama patriottismo industriale».

 

Immediata sospensione, per tutto il 2020, della «plastic tax» e della «sugar tax». E’ quanto chiede al governo l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che ha già contattato alcuni parlamentari piemontesi perché si faccia sinergia portando l’istanza anche in Parlamento.

«In un contesto di crisi produttiva generalizzata, plastica, acque minerali e bibite gassate rappresentano un mercato e un indotto importante e che funziona. Già prima di questa situazione avevo denunciato l’assurdità e la non proporzionalità di queste imposte, convocando un tavolo e facendomi capofila delle lamentele che ci sono arrivate anche dalle altre Regioni italiane. Ma oggi, con l’emergenza coronavirus, quello che prima poteva essere oggetto di discussione diventa un’emergenza inderogabile: dobbiamo difendere le nostre realtà produttive, i lavoratori e le loro famiglie e uno dei modi per farlo e congelare, per tutto il 2020 queste due imposte “ammazzaimprese”».

Anche perché stiamo parlando di numeri importanti: in Piemonte vengono imbottigliati circa 2,8 miliardi di litri di acqua minerale all’anno con 27 concessioni attive. Un movimento che rappresenta un terzo dell’intero mercato Italiano e settore che vale oltre 500 milioni di euro e un giro d’affari altrettanto importante per l’indotto, occupando oltre 1000 lavoratori diretti e altri 4000 tra indotto e stagionali. Mineracqua e Assobibe, le due principali associazioni di categoria, stimano intorno al 20 per cento il potenziale calo di fatturato provocato da «plastic tax» e «sugar tax». Una vera e propria stangata, soprattuto in tempo di coronavirus, che già causa una significativa contrazione dei consumi. Per capirne la portata basti pensare che il gruppo San Benedetto, che fattura circa 700 milioni di euro, ha dichiarato che subirà un aumento di spesa di 105 milioni di euro.

«Farò presente, dati alla mano, il problema al Ministro del Lavoro e a quello dello Sviluppo economico – conclude Chiorino – In questo momento abbiamo bisogno di mettere da parte ideologie di ogni sorta e pensare soltanto a tutelare le nostre imprese, i lavoratori e le loro famiglie. Solo così possiamo davvero combattere gli “effetti collaterali” dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e affrontando. Parlando di lavoro e impresa l’antidoto per il coronavirus esiste già: si chiama patriottismo industriale».