ECONOMIA- Pagina 325

Iren ai vertici della sostenibilità

Iren ancora ai vertici della classifica mondiale CDP, organizzazione no profit che a livello globale raccoglie, analizza e diffonde dati sulle performance ambientali di imprese, città, stati e regioni La valutazione ottenuta conferma l’attenzione del Gruppo alle performance di sostenibilità

Iren spicca a livello mondiale per la sua leadership nella sostenibilità aziendale: è quanto emerge da report di CDP, organizzazione noprofit indipendente che a livello globale raccoglie, analizza e diffonde dati sulle performance ambientali di imprese, città, stati e regioni.

Iren ha infatti ricevuto il più alto riconoscimento (livello A) per le azioni e le strategie messe
in campo per ridurre le emissioni, mitigare i cambiamenti climatici e sviluppare un’economia
a basse emissioni di carbonio, sulla base dei dati riportati dall’azienda attraverso il
questionario sul cambiamento climatico 2020 di CDP.

Sulla base dei punteggi assegnati da CDP, Iren è tra le 8 imprese italiane e le 270 imprese
a livello mondiale che hanno ottenuto un livello A per le performance ambientali per
mitigare i cambiamenti climatici.

Migliaia di organizzazioni partecipano alla rilevazione annuale delle proprie emissioni di gas
effetto serra e analizzano i rischi e le opportunità legate al climate change, attraverso CDP
che detiene il più grande database internazionale sulle politiche di gestione del climate
change attuate dalle più importanti organizzazioni mondiali. Nel 2020, oltre 515 investitori
con oltre 106 trilioni di dollari di attività e più di 150 grandi buyer con oltre 4 trilioni di dollari
di spese di approvvigionamento hanno chiesto alle aziende di divulgare i dati sugli impatti
ambientali, i rischi e le opportunità attraverso la piattaforma di CDP e oltre 9.600 hanno
risposto – il più alto numero mai registrato.

“La sostenibilità – commenta Moris Ferretti, Vice Presidente di Iren – si conferma un
pilastro strategico del piano industriale del Gruppo al 2025 e ben 2,2 miliardi di euro di
investimenti su 3,7 complessivi previsti in arco piano saranno indirizzati in questa direzione.
Vogliamo affermare la nostra leadership nella sostenibilità attraverso lo sviluppo della
multicircle economy, estendendo il concetto di economia circolare alla natura multi-business
del Gruppo forti di una visione industriale a lungo termine focalizzata sull’uso consapevole
ed efficiente delle risorse”.

“Facciamo le nostre congratulazioni a tutte le aziende che hanno ottenuto un livello A”, ha
affermato Paul Simpson, CEO di CDP. “Essere leader nella trasparenza e nell’azione
ambientale è uno dei passi più importanti che le imprese possono fare, ed è ancora più
significativo in questo anno segnato dall’emergenza COVID-19. L’entità del rischio per le

imprese derivante dal cambiamento climatico, dalla deforestazione e dall’insicurezza idrica è
enorme e conosciamo le opportunità di azione che superano di gran lunga i rischi di
inazione. La leadership del settore privato creerà un “circolo vizioso” per una più forte
azione dei governi e farà sì che le ambizioni globali per un’economia sostenibile a zero
emissioni diventino realtà. La nostra lista di società che hanno ottenuto il livello A celebra le
aziende che si preparano ad eccellere nell’economia del futuro agendo oggi”.

Classifica del Sole 24 Ore: il Covid incide poco sulla qualità della vita in Piemonte

Pare che l’effetto Covid non pesi troppo sulla qualità della vita in Piemonte, rispetto alle altre regioni del Nord Italia

E’ quanto emerge dalla classifica del Sole 24 Ore sul benessere nei territori. A perdere  posizioni solo Novara, che è 42esima (-4), Biella, 57esima (-2) e Asti, 70esima (-4).

 Torino migliora e si posiziona, 21esima (-12) dopo Cuneo, che migliora di una posizione e si conferma il capoluogo di provincia dove si vive meglio nella nostra regione.

Verbania registra il miglioramento più significativo, con 18 posizioni guadagnate, collocandosi al 50esimo posto della classifica. Migliora di nove posizioni  Vercelli, che è 53esima, Alessandria sale di 8 posizioni:  è 75esima.

 

I DATI NAZIONALI: QUALITÀ DELLA VITA 2020: NELL’ANNO PIÙ DIFFICILE VINCE BOLOGNA. EFFETTO COVID SUL NORD MA IL SUD NON RECUPERA


Bolzano e Trento in seconda e terza posizione

Colpite duramente le grandi aeree metropolitane come Milano (12ª, -11 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) e Venezia (33ª, – 24).

Crescono Verona, Udine, Cagliari, Siena e Genova.

L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori, di cui

60 aggiornati al 2020. 25 nuovi indicatori documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale

 

Tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? La 31esima indagine del Sole 24 Ore sul benessere nei territori, presentata sul Sole Ore di lunedì 14 dicembre, parte proprio da questo interrogativo.

L’obiettivo dell’edizione 2020 – che analizza 90 indicatoriper la maggior parte (circa 60) aggiornati al 2020 in base agli ultimi dati disponibili – è raccontare in presa diretta il differente impatto della pandemia da coronavirus sui territori. L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: 1. Ricchezza e consumi; 2. Demografia e salute; 3. Affari e lavoro; 4. Ambiente e servizi; 5. Giustizia e sicurezza; 6. Cultura e tempo libero. Con una scelta di campo importante: all’interno di queste aree sono stati inseriti 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale. Tra questi nuovi parametri, ad esempio, ci sono i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio è stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalità di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani.

La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e traina un po’ tutte le province dell’Emilia Romagna. Ben cinque su nove si incontrano tra le prime venti: oltre al capoluogo, Parma (8ª), Forlì Cesena (14ª), Modena (15ª) e Reggio Emilia (17ª). In particolare, Bologna è prima in livello di Ricchezza e Consumi, quarta in Affari e Lavoro, seconda in Ambiente e Servizi, terza in Cultura e Tempo Libero. Di contro non brilla per Sicurezza e gestione della giustizia (106ª): è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un’alta presenza di fuorisede.

Covid-19, il duro colpo al Nord “affonda” Milano

Sul podio ci sono Bolzano (2ª) e Trento (3ª), habitué della top 5 della Qualità della vita, che hanno saputo tenere le posizioni anche nell’anno della pandemia, benché siano ora attese alla prova di un inverno difficile per l’economia della montagna. A parte queste due province, dall’indagine risulta come soprattutto il Nord della Penisola esca penalizzato dagli effetti su larga scala del virus: qui, infatti, si registra la diffusione più elevata del Sars-Cov-2 in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Colpita anche Milano – vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019 – che perde 11 posizioni, dove pesa il crollo del Pil pro capite in base alle stime 2020, ma anche il nuovo indicatore sullo spazio abitativo medio a disposizione (con una media di 51 mq per famiglia).

Penalizzate grandi città e località turistiche

La crisi penalizza le aree metropolitane più turistiche, come Venezia (33ª, in calo di 24 posizioni), Roma (32ª, -14), Firenze (27ª, -12) oppure Napoli (92ª, -11). E della mancanza di turisti risentono anche le località di marepeggiorano le province di Puglia e Sardegna (fatta eccezione per Cagliari e Foggia), Rimini (36ª, perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno), Salerno, Siracusa e RagusaIn controtendenza solo la Liguria, tutta in miglioramento, dove addirittura Genova (19ª) celebra con una buona performance la riapertura del viadotto sul Polcevera dopo il crollo del ponte Morandi recuperando 26 posizioni. A registrare “scatti di crescita”, piazzandosi nella top ten, sono anche altre province di medie dimensioni come Verona (, +3 posizioni), Udine (, +10 che ottiene la sua migliore performance in Giustizia e sicurezza) e Cagliari (, +11, regina della categoria Demografia e salute).

Il Nord scende, ma il Sud non scala la classifica

I bilanci post pandemia sono ancora prematuri. Ma per il momento, pur colpendo soprattutto i territori che tradizionalmente occupano la parte più alta della graduatoria, non è riuscito a trascinarli sul fondo. Il Sud, infatti, resta fermo nella parte bassa della classifica, con i sui problemi di sempre. Le aree metropolitane del Mezzogiorno guadagnano posizioni al capitolo Demografia e salute, proprio perché il virus ha picchiato più duro altrove, ma restano sul fondo nelle altre categorie dove pesano i divari strutturali ereditati dal passato. Questo anno chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno.

L’effetto Covid in 25 indicatori

Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020 – e inevitabilmente ha influito sulla la qualità della vita nelle province – l’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Tra questi: il Pil pro capite; le ore di cassa integrazione autorizzate; il Reddito di cittadinanza; i decessi e le nascite; le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese; il numero di bar e ristoranti; la litigiosità in tribunale.

Dall’analisi dei 25 parametri emerge la profondità della crisi economica e sociale, per ora tenuta a bada da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il Reddito di cittadinanza, per esempio, aumenta nelle grandi metropoli e al Sud: a Milano, dove gli assegni sono poco meno di 13 ogni 1.000 abitanti, tra dicembre 2019 e agosto 2020 ne sono stati emessi il 40,3% in più. A Napoli e Palermo si tocca quota 49 e 51,5 contributi ogni 1,000 abitanti, in salita del 36% e del 33,2 per cento. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 per cento, con la situazione aspra in tutte le province d’Italia.

Alcune aree hanno incrementato la spesa sociale per rispondere a bisogni come l’assistenza domiciliare e il trasporto di anziani e disabili. Lo rilevano i primi dati comunicati alla banca dati Siope (anche se bisognerà aspettare i bilanci consuntivi): Bologna registra un aumento pro capite del 53,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ci sono, tuttavia, territori in cui, tra gennaio e giugno, la spesa sociale sembrerebbe calata molto rispetto allo stesso periodo 2019.

Il dinamismo imprenditoriale, poi, caratterizza alcuni territori più inclini a cogliere le opportunità anche nella pandemia. In particolare, a Lecco (+30,77%), Prato (+29,69%), Brindisi (+26,61%), e Matera (+26,23%) sono aumentate le imprese che fanno e-commerce, mentre il boom di start up si registra a Imperia (+200%), Viterbo (+66,67%), Arezzo (+54,55%) e Siena (+50%).

Focus sul digitale con 10 parametri: chi eccelle nella svolta digitale

L’analisi dei dati territoriali 2020 presenti nella Qualità della vita permette di rilevare – attraverso un’ulteriore selezione di dieci dei 90 indicatori – i divari esistenti nel Paese sul fronte dell’evoluzione digitale, che ha registrato una spinta senza precedenti e rappresentato un’àncora di salvezza per tanti settori, diventando un asset sempre più importante per il futuro. La geografia dell’Italia digitale, però, non è per niente scontata. E l’arrivo del virus non ha trovato tutti pronti allo stesso modo. Tra i primati si rileva Firenze, premiata dall’indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa, mentre Viterbo è in testa per il numero di Spid erogate ogni mille abitantiMonza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa e, infine, Milano per l’incidenza di imprese che fanno ecommerce sul totale.

Dati consultabili e scaricabili online

Per la prima volta in trentuno edizioni della Qualità della vita verranno pubblicati i dati raccolti quest’anno per elaborare le classifiche: un contributo di valore che Il Sole 24 Ore vuole dare a chiunque legge nei numeri tendenze e correlazioni per “misurare” la crisi economica e sociale in corso, allo scopo di orientare al meglio i processi decisionali.

Tutti i 90 indicatori, in particolare i dati alla base dei punteggi attribuiti dalla redazione, e i trend relativi ai 25 parametri utilizzati per raccontare l’effetto del Covid sui territori saranno per la prima volta accessibili e scaricabili online su qualitadellavita.ilsole24ore.com con mappe interattive e pagelle per ogni cittàI dati saranno disponibili in formato machine readable per consentirne il riuso e la rielaborazione (eccetto l’uso commerciale), in una pagina GitHub del Sole 24 Ore – https://github.com/IlSole24Ore – e riutilizzabili dalla comunità di cittadini, ricercatori, media e decisori. Si tratta di dati raccolti da fonti istituzionali o forniti alla redazione da realtà certificate.

Vicinato.shop, l’e-commerce di prossimità anche a Volpiano


Il Comune finanzia un’iniziativa per favorire il commercio locale

Il Comune di Volpiano finanzia il progetto «Vicinato.shop», un e-commerce di prossimità riservato alle attività commerciali e artigianali di Volpiano. «Si tratta – spiega la presentazione – di una piazza virtuale che nasce per sostenere i negozianti, soprattutto dopo la grave crisi causata dall’emergenza sanitaria Covid che ha toccato sensibilmente il settore del commercio al dettaglio, ma, oggi ancor di più, anche per valorizzare il commercio di vicinato provando a contrastare la globalizzazione e il potere di grandi multinazionali. Vicinato.shop vuole dare modo ai cittadini di riscoprire la città e le sue attività, anche solo con un click».

Per favorire il commercio locale, la piattaforma prevede un meccanismo in base al quale il 10 per cento dell’importo speso rimane al cliente sotto forma di coupon da utilizzare per altri acquisti sul sito; il meccanismo è valido anche per l’acquisto di buoni (in tagli da 20, 50, 100 e 200 euro, validi 6 mesi) da spendere nei negozi che non hanno ancora attivato l’e-commerce.

Il progetto si sviluppa in due fasi: nei prossimi giorni verranno contattati negozianti e artigiani di Volpiano proponendo l’adesione al servizio, e subito dopo si potrà iniziare a comprare online. Grazie al finanziamento del Comune di Volpiano, l’adesione è gratuita fino al 31 marzo, successivamente il costo per vendere su volpiano.vicinato.shop sarà di 1 euro al mese, comprensivo anche del caricamento del primo catalogo-prodotti. È inoltre possibile registrare l’attività commerciale gratuitamente, senza usufruire del servizio di e-commerce ma utilizzando il sito solo come riferimento virtuale, inviando i propri dati via WhatsApp al numero 388.1591666 o via e-mail a volpiano@vicinato.shop. Il progetto è gestito da Sinergie s.r.l., start-up che raggruppa società operanti nella gestione di servizi alla pubblica amministrazione.

Commenta Marco Sciretti, assessore al Commercio del Comune di Volpiano: «Questa iniziativa è stata pensata prima dell’epidemia di Covid-19 in forme diverse. Con l’emergenza sanitaria abbiamo cercato strategie alternative che permettano ai commercianti di lavorare e ai cittadini di acquistare in sicurezza. Inoltre, con la digitalizzazione intendiamo promuovere lo sviluppo commerciale e le nuove modalità di vendita. Crediamo nel commercio locale, per questo dobbiamo fornire gli strumenti necessari per rimanere sul mercato».

Dalla Regione un aiuto a chi è in difficoltà a pagare l’affitto

“I 46 Comuni piemontesi ad alto disagio abitativo che hanno attivato uno sportello del Fondo inquilini morosi incolpevoli sono autorizzati a destinare le somme non utilizzate dei riparti 2014-2018 a favore di coloro che, a causa delle difficoltà incontrate nella prima fase critica dell’emergenza sanitaria, non sono in grado di far fronte al pagamento del canone di locazione”: è quanto annuncia l’assessore alle Politiche della Casa, Chiara Caucino, comunicando i contenuti di una delibera approvata su sua proposta dalla Giunta regionale.

Il settore Welfare abitativo aveva indirizzato ad inizio novembre una richiesta alla direzione generale del Ministero preposta alla gestione della condizione abitativa per sapere se la possibilità di utilizzare le eventuali economie, opzione prevista solo per il 2020, potesse essere estesa anche alle annualità precedenti. riscontrando un orientamento positivo.

I criteri sono quelli individuati dal decreto interministeriale del 23 giugno 2020. “La platea dei beneficiari – ricorda Caucino – comprende coloro che, pur non essendo destinatari di provvedimenti esclusivi di sfratto, possono presentare un’autocertificazione che attesti la perdita di reddito superiore al 30% nel periodo marzo-maggio 2020 rispetto all’anno precedente e la mancanza di liquidità sufficiente per il pagamento del canone di locazione e/o degli oneri accessori. Inoltre, il richiedente deve essere titolare di contratto, anche se registrato in modo tardivo e deve risiedere nell’alloggio da almeno un anno”. Sono esclusi dal beneficio gli immobili di categoria A1, A8 e A9. La verifica e il controllo dell’intervento avverranno tramite l’applicativo informatico EPICO, disponibile online su Sistema Piemonte.

“Ritengo che si tratti di una misura doverosa – conclude l’assessore Caucino – a sostegno di quei cittadini piemontesi che, a causa della pandemia, hanno visto accrescersi le difficoltà economiche e non possono far fronte al pagamento degli affitti. Garantire adeguate risposte e soluzioni che mitighino la grave situazione contingente rientra all’interno di quelle politiche di welfare che sono richieste dall’aggravamento della crisi sociale, che le Istituzioni debbono essere in grado di affrontare con strumenti idonei ed efficaci”.

Per chi fosse interessato a ricevere maggiori informazioni, è possibile rivolgersi al proprio Comune di residenza

Next generation Eu: “No ai centralismi”

“Per comporre e attuare il Piano nazionale Ripresa e Resilienza per l’uso delle risorse del Next Generation EU lasciamo da parte il centralismo.

Rendiamo i territori protagonisti. Non però con meri elenchi di opere da finanziare come qualcuno ha in mente, non Uncem. Ma con una visione. Chiara, precisa. Nella quale innovazione, green, coesione e rinnovamento dei servizi per le comunità siano assi di crescita. E con un percorso che abbia i territori, le zone montane quali chiave di lettura dell’intero piano italiano. Le risorse devono essere investite per l’attuazione della Strategia forestale, per generare le green communities, per rigenerare i borghi appenninici e alpini, per ampliare la Strategia aree montane e interne, per digitalizzare i Comuni e le loro Unioni. Ecco gli assi che il Governo deve avere ben presenti. E il Parlamento li deve sostenere per legare crescita inclusiva e riduzione delle sperequazioni tra i territori. Da qui si riparte”.

Lo afferma Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem

Il Mes sanitario: il supplizio di Tantalo per l’Italia

Tantalo era figlio di Zeus e di Plouto (un’oceanina, o ninfa del mare); fu re di Lidia, padre di Pelope e di Niobe. Un giorno il re uccise Pelope servendolo in pasto agli dei, e si macchiò di altre gravi colpe. Per i suoi misfatti Tantalo nell’oltretomba fu condannato a stare dentro un laghetto presso alberi carichi di frutta, sempre affamato e assetato perché l’acqua e i frutti si ritiravano non appena lui vi si avvicinava.

Questo è il supplizio di Tantalo”, punizione che impedisce al colpevole di soddisfare i suoi bisogni. Questa premessa è necessaria per capire in che situazione si trova oggi l’Italia, stremata dal coronavirus, con migliaia di imprese sull’orlo del fallimento e milioni di famiglie in gravissime difficoltà economiche.

I miliardi necessari per sopravvivere e per cercare di rilanciare l’economia sono tanti e finora il governo li ha trovati indebitandosi per cifre folli (oltre 140 miliardi di euro in pochi mesi, caricando sulle spalle delle prossime generazioni un onere che sarà insopportabile).
Eppure, davanti al governo, c’è una tavola riccamente imbandita, ricca di ogni ben di Dio, dove i miliardi abbondano e sono addirittura gratis: basta allungare la mano per prenderli…
Però appena Conte allunga la mano… zac! i miliardi si allontanano e restano lì inutilizzati, lasciando l’Italia preda della fame e della sete!
Spieghiamo l’allegoria in termini semplici per tutti.
La tavola riccamente imbandita è il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) sanitario, cioè il sistema creato dalla Comunità europea per offrire ai Paesi membri un sostegno economico da destinare al potenziamento delle strutture sanitarie.

Il meccanismo è “figlio” del più ampio MES ordinario, creato nel 2012 in sostituzione del precedente sistema detto “salva Stati”, che interviene per risolvere situazioni di grave crisi in uno dei diciannove Stati che hanno adottato l’euro.
Detto fondo è stato utilizzato negli anni passati, con ottimi risultati, per aiutare Paesi come Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. L’aiuto era offerto sulla base di rigidi principi (le famose “condizionalità”) e previa approvazione, da parte del Paese beneficiario, di vasti programmi di riforma e soprattutto di aggiustamenti macroeconomici tendenti a riequilibrare la situazione finanziaria e ridurne il suo debito pubblico. Tutti ricordano soprattutto le gravose condizioni imposte dalla cosiddetta “troika” (gruppo di esperti della comunità delegati ad imporre le regole del risanamento) alla Grecia; pochi ricordano che i greci dovettero “bere l’amaro calice” dell’austerità, ma ne uscirono riconquistando la loro affidabilità sui mercati (oggi i titoli del debito greco pagano uno spread rispetto ai bund tedeschi simile a quello dell’Italia!).Forse è per questo che l’attuale MES è percepito in maniera negativa, come un salvagente utile sì, ma rischioso per chi lo chiede (perché deve rinunciare alla “sovranità economica” cedendone parte all’UE).

Ma il “MES sanitario”, pur essendo una derivazione del MES, se ne differenzia radicalmente.
Il fondo si chiama Pandemic crisis support (una linea di credito precauzionale rafforzata), che serve a finanziare il potenziamento e il miglioramento dell’assistenza sanitaria diretta ed indiretta. Un intervento specifico e finalizzato, quindi, creato proprio per fronteggiare le conseguenze della pandemia in atto. A disposizione degli Stati ci sono 240 miliardi di euro; la quota riservata all’Italia è di 37 miliardi, che potrebbero essere utilizzati non solo per acquisto di macchinari, potenziamento della rete diagnostica, ampliamento o costruzione di nuove strutture sanitarie, ma anche per assumere nuovi medici ed infermieri.Tecnicamente si tratta di un prestito a tasso zero con durata 8 anni, ottenibile presentando un piano preciso ed articolato contenente i dettagli relativi a come e quanto si dedicherà a specifici progetti. Il piano deve essere presentato entro il 31 dicembre 2022.

Il governo al momento si è espresso con decisione contro l’ipotesi di far ricorso al MES sanitario; ma all’interno i pareri sono discordi e le tensioni aumentano. Il premier ha infatti affermato che i soldi del MES non sono una panacea, bensì prestiti, che non possono finanziare spese aggiuntive, che il risparmio in termini di tasso d’interesse è irrisorio e, soprattutto, che chiederlo provocherebbe uno “stigma” (termine che probabilmente è sconosciuto alla gran parte degli italiani; ma la trasparenza in questi tempi è un valore ininfluente…).
In realtà il rischio di dare un segnale di debolezza ai mercati è abbastanza contenuto: la debolezza della nostra economia è ben nota a tutti e ben evidenziata dai rating delle agenzie internazionali, che ci collocano all’ultimo livello dell’investimento, giusto un gradino sopra il livello speculativo dei “junk bond” …Il problema vero per l’Italia è un altro e cioè l’assenza di piani concreti e credibili per poter chiedere i fondi del MES sanitario: da mesi si discute su come utilizzare fondi per la “ricostruzione”, si convocano Stati generali, si creano “task force”, si elaborano “linee guida” ma si tratta solo di enunciazioni di principio, senza contenuti concreti e soprattutto senza indicazioni degli investimenti legati ai progetti!
In questo modo, non presentando un piano concreto a Bruxelles, tutto rimane un semplice “flatus voci”, e la tavola riccamente imbandita dall’Europa resta davanti all’Italia che non potrà mai approfittarne…

 Gianluigi De Marchi

Consulente finanziario indipendente
demarketing2008@libero.it

Open day dell’Istituto Alberghiero Artusi

E’ l’unico alberghiero paritario del Piemonte. Il 76% dei diplomati lavora nel settore enogastronomico

Domenica 13 Dicembre e Domenica 17 Gennaio tra le 10:00 e le 17:00 si svolgeranno gli open day dell’Istituto Alberghiero Artusi, scuola di eccellenza formativa nel settore enogastronomico, dal 1976.

Per l’occasione si potranno visitare l’istituto, i reparti di lavorazione ed il convitto, vedere gli allievi al lavoro, parlare con i docenti, il preside e la vicepreside.

L’Istituto situato a Casale Monferrato (AL), è l’unico Istituto Alberghiero paritario del Piemonte.

Secondo il preside, Claudio Giani, sono numerosi i punti di forza: «l’istituto dispone di tre diversi laboratori all’avanguardia: una cucina didattica, un laboratorio bar ed una sala ristorante didattica. I tre laboratori, dotati di attrezzature innovative, complessivamente formano un ristorante didattico. Oltre alle esercitazioni pratiche in sede, tutti gli allievi svolgono numerose attività formative all’esterno: dagli stage istituzionali svolti generalmente in hotel 4 stelle, 5 stelle o 5 stelle lusso (per complessive 18 settimane nel triennio); al progetto “L’Artusi va al mare” che consente anche agli allievi di prima e di seconda di fare pratica in un vero ristorante per alcune settimane all’anno, a numerose occasioni di servizi di Catering & Banqueting svolti come eventi pubblici, fiere, servizi privati e altro. Tutto questo sotto l’attenta guida e supervisione dei docenti di sala e di cucina, eccellenti professionisti del mondo della ristorazione capaci di trasferire agli alunni gli aspetti teorici e tecnici, ma anche la passione e la professionalità per emergere ed eccellere nel mondo del lavoro.»

Anche il progetto Eduscopio – uno studio della Fondazione Agnelli che incrocia ogni anno le informazioni del Ministero dell’Istruzione e del Ministero del Lavoro – negli ultimi sei anni ha evidenziato che l’Istituto Artusi è sempre risultato il più efficace della provincia di Alessandria relativamente agli indici di inserimento nel mondo del lavoro.

Per prenotare un posto all’open day è possibile andare sul sito dell’Istituto Artusi all’indirizzo http://www.istitutoartusi.it/open-day-lastampa o chiamare in segreteria allo 0142/73722.

I fondi UE per il Piemonte aumentano di due miliardi di euro

“Nella programmazione per il periodo 2021 – 2027 avremo dall’Unione Europea circa il 25,7% di risorse in più rispetto alla programmazione 2014 – 2020, passando complessivamente da 7,5 miliardi a circa 9,5 miliardi di euro, tuttavia questo aumento di risorse dovrà essere coperto con una maggiore quota a livello regionale, dunque bisognerà rivedere in aumento il cofinanziamento.

Questo aspetto è un punto fondamentale da tenere presente per stabilire ora la nostra programmazione per l’utilizzo dei fondi Ue dei prossimi anni. Bisognerà cercare di coprire con risorse europee quanto veniva in passato coperto con risorse regionali: dobbiamo mettere il bilancio della Regione nelle condizioni di reggere l’impatto”.

Lo ha dichiarato l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano durante l’informativa sui Fondi europei nella seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Industria, presieduta da Claudio Leone. Le risorse per le Politiche di Coesione per l’Italia saranno di 43,115 miliardi di euro, così suddivisi: 41,150 miliardi per la Coesione sociale in senso stretto (fondi strutturali), 1 miliardo e 30 milioni per il Jtf (fondo per la transizione energetica), 935 milioni per la Cooperazione territoriale europea.
Da maggio 2018 la Commissione europea ha dato gli obiettivi per un’Europa più vicina ai cittadini con cinque obiettivi di policy generali, che saranno poi articolati in singoli progetti specifici: per una Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini.

“Un gruppo di lavoro – ha detto l’assessore Tronzano in Commissione – sta lavorando per stilare una bozza del Documento strategico unitario. Lo scopo è arrivare, dopo i necessari confronti con tutti i soggetti coinvolti, ai programmi operativi regionali da sottoporre poi al governo insieme alle altre Regioni. Le prime risorse Ue arriveranno presumibilmente all’inizio del 2022, abbiamo quindi il problema di come finanziare in anticipo le azioni nel 2021. Dovremmo riuscirci perché il governo si è impegnato ad aiutare le Regioni”.

Nella cronologia dei tempi che accompagneranno questa fase di programmazione, è indispensabile che a livello europeo lo Stato giunga in tempi brevi a definire l’Accordo di Partenariato cui seguiranno i Regolamenti europei che conterranno le indicazioni operative per le regioni. Considerando tali tempistiche, per evitare che nell’anno 2021 non si possano attivare le iniziative previste per mancanza di risorse, lo Stato ha ipotizzato un anticipo di risorse FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) dunque di carattere statale in favore delle regioni, come misura “ponte” tra la vecchia e la nuova programmazione.

Per chiedere precisazioni e chiarimenti sono intervenuti i consiglieri: Monica Canalis (Pd), Silvio Magliano (Moderati), Domenico Ravetti (Pd), Diego Sarno (Pd).

Rete di archivi della collina, Chieri vince il bando

L’assessore Antonella Giordano: «Un portale ad hoc per valorizzare uno straordinario patrimonio culturale locale e rendere gli archivi accessibili ad un pubblico più ampio. Sfruttare le possibilità delle nuove tecnologie e raccontare storie facendo ‘parlare’ i documenti»

Il Comune di Chieri con il progetto «Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese» si è aggiudicato il bando della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, ottenendo un contributo di 40mila euro.

Il progetto «Rete di Archivi» vede Chieri come Comune capofila, e coinvolge inizialmente i Comuni di Arignano, Baldissero Torinese, Chieri, Gassino, Mombello di Torino, Pecetto Torinese, San Raffaele Cimena, Santena, Trofarello, ma altri Comuni potranno aggiungersi successivamente.

Lo scopo è la valorizzazione e divulgazione dello straordinario patrimonio culturale rappresentato dagli archivi del territorio chierese, attraverso la creazione di un portale ad hoc, così da rendere le fonti archivistiche accessibili anche ad un pubblico meno specializzato, con importanti ricadute amministrative, di ricerca, didattiche nonché turistiche.

«Gli archivi conservano una ricchezza documentaria difficilmente eguagliabilenella zona del chierese e nei Comuni delle nostre colline troviamo significativi fondi comunali ma non solo-spiega l’assessore alla Cultura Antonella GIORDANO-ma non devono essere pensati come “depositi di conoscenze” utili solo agli storici e ai ricercatori. Serve un nuovo approccio al tema degli archivi in conseguenza del mutato scenario degli ultimi anni, sia in tema di adeguamento tecnologico, sia rispetto ai cambiamenti sociali ed economici dei territori».  «Sempre più spesso gli archivisti si trovano a dover sviluppare e realizzare nuove soluzioni finalizzate all’evoluzione dei servizi dedicati all’utenza, soprattutto in questi difficili mesi di lockdown e pandemia, ed è evidente come i servizi archivistici si debbano adeguare alle aumentate possibilità che tecnologia e nuovi bisogni emergenti comportano-dichiara Vincenzo TEDESCO, responsabile dell’Archivio Storico della Città di Chieri -Ad essere risultato vincente nel nostro progetto è stato sia l’approccio di rete (fondamentale in ambito culturale), sia la volontà di una reinterpretazione degli archivi, che non vuol dire solo digitalizzare i documenti ma raccontare storie facendo “parlare” i documenti e i loro protagonisti, ovvero creare una nuova narrazione in grado di raggiungere strati della società sempre più ampi».

Il progetto «Rete di Archivi della Collina Torinese e del Chierese» si pone un duplice obiettivo: da un lato, facilitare la partecipazione ampia della comunità scientifica nel contribuire allo sviluppo di servizi innovativi; dall’altro superare il limite della divulgazione selettiva e contribuire alla condivisione del patrimonio documentale a fini sociali, civici, culturali, anche in ottica strumentale verso ambiti quali la didattica, il turismo e lo sviluppo locale. Inoltre, consentirà di affrontare un problema presente in quasi tutti i Comuni, ovvero la mancanza di un archivista in organico.

Oltre alla realizzazione del portale generale, il progetto prevede riordini o risistemazioni fisiche degli archivi di alcuni Comuni (Gassino, Riva presso Chieri, Mombello di Torino, San Raffaele Cimena), la realizzazione di pagine web dedicate agli archivi di ciascun Comune aderente, la digitalizzazione di documenti significativi, la pubblicazione di storie e percorsi tematici sui singoli siti degli archivi comunali, con testi ed immagini evocativi di storie di rilevanza locale e territoriale.

Apre Green Pea, la nuova sfida di Farinetti

Questa mattina, mercoledì 9 dicembre,  il taglio del nastro con successiva apertura al pubblico di Green Pea, il primo Green Retail Park al mondo dedicato al tema del Rispetto e della Sostenibilità, la nuova sfida di Oscar Farinetti, patron di Eataly 

Oltre a Farinetti, saranno presenti il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, la Sindaca di Torino, Chiara Appendino, e l’Assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco.

“Green Pea – spiega Farinetti- è un luogo di bellezza e di Rispetto per dare vita a un nuovo modo di consumare: con ogni tuo acquisto puoi diventare parte del cambiamento”.

From duty to beauty: 15.000 m² dedicati a cambiare il rapporto con l’energia, il movimento, la casa, l’abbigliamento e il tempo libero.

In vendita prodotti a basso impatto sull’ambiente – di alta qualità, Made in Italy e dal mondo – esperienze, eventi e tutti i servizi necessari per vivere Green. In pratica, il cliente ha a disposizione 66 negozi, un museo, 3 luoghi di ristorazione, una piscina, una spa e un club dedicato all’ozio creativo. In totale, 72 luoghi in cui il Rispetto da dovere diventa piacere.

Green Pea propone prodotti di alta qualità, progettati per un utilizzo responsabile e realizzati in armonia con la Natura.

Prodotti fatti per essere durevoli, nel pieno Rispetto ambientale e sociale.

Prodotti studiati per durare a lungo e che, giunti a fine vita, si possano riutilizzare o riciclare. Le aziende che li realizzano sono nella maggior parte dei casi italiane e hanno già un profilo spiccatamente Green, altre, invece, hanno cominciato il percorso con ottimi risultati.

“Per fare la nostra parte, – aggiunge Farinetti – abbiamo creato un luogo in cui rendere possibile atti di acquisto e di consumo ecosostenibili e rispettosi. Un luogo che esiste solo on land, perché soltanto quando tutti i nostri sensi sono coinvolti, cambiare comportamenti diventa semplice e bello. From duty to beauty: da Green Pea il Rispetto della Natura diventa un piacere, per tutti.

Perché il Rispetto è il valore su cui si gioca il futuro dell’umanità.
Rispetto verso la Terra e la Natura, Rispetto verso la gente tutta, anche per le prossime generazioni. E Green Pea è la casa di questa idea di Rispetto”.

Ma, perché un pisello?

perché nasce dalla Terra
è un prodotto che ha bisogno di acqua, come la vita sulla Terra
è sferico, come la Terra
è inclinato di 23°27’, come l’asse terrestre
è verde, come dovrebbe essere la Terra.