ECONOMIA- Pagina 255

Start up e innovazione a “Parlaconme”

Sono stati i temi centrali della puntata di fine anno condotta da Simona Riccio, founder e Social Media Manager del CAAT

 

Start up e innovazione nel settore agroalimentare rappresentano i temi centrali della puntata di PARLACONME, andata in onda mercoledì 22 dicembre scorso, dalle 18 alle 19, sulla Radio web Radiovidanetwork, condotta da Simona Riccio, Founder e Social Media Manager del CAAT.
Questa tematica era stata già affrontata nell’edizione di PARLACONME dello Speciale di Carmagnola, proprio con lo stesso relatore Giorgio De Ponti, Product Strategy Manager di EPTA Group. Insieme a lui, in questa seconda puntata di PARLACONME, è intervenuta Emanuela Di Costa, Sales & Marketing di EPTA Group.
Nel corso della puntata sono state spiegate le necessità avvertite dalle start up, i preziosi contributi che possono apportare le giovani generazioni nel settore dell’agricoltura e il ruolo importante assunto dal marketing e dalla comunicazione, oltre che le modalità che la grande distribuzione deve seguire per adattarsi ad accogliere questa nuova generazione.
“Le start up – ha spiegato Giorgio De Ponti – saranno in grado di adattarsi alle nuove generazioni soltanto nel momento in cui sapranno cogliere i cambiamenti che esse richiedono. Si tratta, sicuramente, di rivisitare le superfici dei punti vendita e proporre sempre più prodotti di qualità a scaffale, con meno assortimento, ma maggior qualità, e con un prezzo accessibile a tutti, tenendo fermi il riconoscimento e il rispetto della filiera agroalimentare. Sarà anche necessario saper intrattenere il cliente in store con esperti del settore, valorizzando le informazioni sul prodotto e comunicandole attraverso i canali fisico e digitale. Soltanto in questo modo si riusciranno a fidelizzare le generazioni Zeta e Alfa”.
“La digital transformation – aggiunge Giorgio De Ponti – risulta fondamentale, ma è altrettanto indispensabile attuarla in modo corretto e coinvolgente. È necessario comprendere che chi è nato con uno smartphone in mano vuole ed esige questo tipo di servizio. Ci aspettiamo che nel futuro il prodotto fresco venga sempre più venduto nello store fisico, mentre quello secco sarà prettamente venduto online. Di certo bisogna essere in grado di creare e gestire sito, e commerce e canali social, mantenendo una filiera la più corretta possibile”.
“Non si può dimenticare neanche – sottolinea Giorgio De Ponti – il packaging, rivolgendo moltissima attenzione al pack sempre più sostenibile, identificabile a scaffale, utilizzato quale mezzo di comunicazione del brand, facendo emergere, soprattutto, l’importanza della qualità dello stesso pack e la sua utilità nel diminuire lo spreco alimentare spesso presente nelle mura domestiche. Per poter avere un prodotto a scaffale di un certo livello è necessario che sia affiancato da una comunicazione capace di non svalutare assolutamente il prodotto e di non svenderlo”.
La prossima puntata di PARLACONME, in onda mercoledì 5 gennaio prossimo, dalle 18 alle 19 su Radiovidanetwork, avrà come ospite Alessandro Ossola, Presidente di Bionic People e atleta Paraolimpico.

Mara Martellotta

Dal Pnrr 41 milioni per sei Comuni della Città Metropolitana

Il presidente della Regione Cirio: “Premiata la capacità progettuale dei Comuni.

Queste risorse consentiranno di implementare e potenziare su molti interventi le risorse già messe in campo dalla Regione”.

 

Oltre 41 milioni di euro, a valere sui fondi del PNRR, per la città metropolitana di Torino. E’ quanto ha comunicato il Ministero dell’Interno, con una nota del 31 dicembre scorso, riconoscendo la bontà di ben 14 progettualità che i Comuni hanno presentato al bando previsto dalla legge di bilancio 2020, le cui domande scadevano il 4 giugno dello scorso anno, a sostegno di investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

“Sono risorse importanti che premiano, ancora una volta, la capacità progettuale dei Comuni piemontesi. Accanto alle risorse del PNRR alcuni interventi verranno cofinanziati dagli Enti locali, consentendo così di implementare e potenziare su molti interventi le risorse già messe in campo dalla Regione Piemonte – sottolinea il presidente Alberto Cirio -. Complimenti ai Comuni per questo importante lavoro”.

Ecco, nel dettaglio, le risorse:

– Carmagnola € 5.000.000,00 per 1 intervento;

– Chieri € 5.000.000,00 per 1 intervento;

– Giaveno € 1.412.381,70 per 2 interventi;

– Ivrea € 4.999.361,00 per 6 interventi;

– Pinerolo € 4.617.358,00 per 2 interventi;

– Torino € 20.000.000,00 per 2 interventi.

Per gli hotel di Torino è stato un anno difficile

Abbastanza positivo il trend delle prenotazioni negli alberghi in montagna, ma non è la stessa cosa a Torino.

Federalberghi traccia un bilancio del 2021 ed emerge che gli ultimi mesi non sono bastati a salvare un anno ancora fortemente penalizzato dal Covid-19 per il comparto turistico-ricettivo torinese. Rispetto al 2019 si evidenzia un calo del 45% nelle presenze e i primi sei mesi, caratterizzati dalle zone gialle, arancioni e rosse e  dalle restrizioni agli spostamenti interregionali, sono andati peggio del 2020. I fatturati del 2020 e del 2021 assommati non si avvicinano neanche al fatturato del 2019. Nel 2020, poi, il settore turistico-ricettivo della provincia ha perso il 23,8% dei dipendenti. Gli eventi di nuovo in presenza negli ultimi mesi dell’anno, come Salone del Libro, Nitto Atp Finals, Coppa Davis, Tff hanno determinato un aumento delle presenze: 60% a settembre (- 20% sul 2019), 70% a ottobre e novembre (rispettivamente -15% e -10% rispetto agli stessi mesi del 2019).

Limite al contante. Gli artigiani: “Servono incentivi “

“Con il nuovo anno riprende la danza del limite al contante. Dal 1 gennaio la soglia viene dimezzata e scende a 999 euro, la stessa di undici anni fa.

La santa crociata contro il contante, che secondo chi ci governa dovrebbe spezzare le reni agli evasori, è contraddistinta da un continuo e disorientante sali-e-scendi dell’asticella: dai 12.500 euro del 2002 agli attuali 999, passando per 4.999, poi 2.499, quindi 2.999, e poi 1.999…un’odissea, non nello spazio ma nei portafogli dei cittadini, che sicuramente sarà frutto di ineccepibili erudizioni degli esperti delle cose fiscali, eppure a distanza di vent’anni resta ancora da dimostrare l’efficacia di questa ballerina misura nel contrasto all’evasione. Sia chiaro: l’evasione va combattuta, l’uso dei pagamenti digitali va incentivato. Ma sulle modalità, riteniamo di dissentire. Ancora una volta si penalizzano artigiani e commercianti, prevedendo multe che variano in base al valore del prodotto acquistato. Ma, vi ricordate quando gli esattori facevano la posta ai clienti all’uscita dai negozi, per controllare gli scontrini? Una misura poliziesca, così efficace che poi è stata eliminata. E le costose assurdità come le lotterie degli scontrini o il cashback di Stato? Diciamocelo, questa altalena del limite al contante è la foglia di fico della politica, dell’incapacità di colpire i grandi evasori e della non volontà di pensare vere ed efficaci politiche di incentivo per i negozianti e cittadini. Alla base di tutto c’è la perenne presunzione che l’artigiano e il commerciante sia un ‘evasore in sonno’, da tartassare e controllare. È stato evidente in questa pandemia, che ci ha visti colpiti da chiusure e restrizioni di ogni tipo, trasformati prima in sanificatori poi in controllori di green pass, insomma in butta-fuori sia dei no vax sia della vecchietta con i contanti nella borsetta.

Ci compiacciamo del fatto che, se non altro, le banche avranno un ritorno, grazie al quale confidiamo che rallenteranno la chiusura degli sportelli, conserveranno l’occupazione e avranno più risorse da investire nell’economia reale piuttosto che nella finanza.”

 

Distretti urbani per rilanciare il commercio In arrivo i fondi regionali

Con l’ultima tranche di 282.906 euro assegnati  a 15 Comuni, la Regione ha finanziato tutte le 77 comunità che avevano chiesto un sostegno per istituire i «distretti urbani del commercio». L’operazione, promossa dall’esecutivo di piazza Castello ha lo scopo di favorire lo sviluppo del commercio di vicinato e la rigenerazione urbana per stare al passo con la concorrenza delle grandi catene commerciali.

La Regione ha previsto di investire 5.402.796 euro, tra spese di istituzione e spese in conto capitale, di cui 2.771.806 euro già assegnati (1.506.904 per l’istituzione e 1.264.900 per le attività dei primi 25 distretti). Entro la prima metà del 2022 sarà finanziata la parte rimanente di 2.771.806 euro.

«Abbiamo anticipato i tempi per dare ai comuni la possibilità di organizzarsi meglio sia per quanto riguarda l’istituzione dei distretti sia per formare il personale che dovrà poi gestirli – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Turismo e Commercio Vittoria Poggio –. Mantenendo l’impegno di finanziare tutte le comunità, sarà ampliata l’offerta commerciale delle nostre città e i cittadini ne avranno un beneficio quando potranno usufruire di spazi urbani rigenerati e dunque più vivibili. Si apriranno prospettive nuove per il commercio di prossimità in un momento in cui serve vivacità e spirito di iniziativa».

I 77 comuni potranno investire le risorse per abbellire aree dismesse, riqualificare il verde pubblico, migliorare l’accessibilità e la sistemazione della viabilità, recuperare immobili commerciali dismessi o sfitti, un ventaglio di opportunità che promettono di diversificare l’offerta commerciale e rigenerare intere porzioni di territorio urbano.

L’ultima tranche riguarda sette comunità della provincia di Torino (GrugliascoSusaPiossasco, l’Unione Montana Alta Valle di Susa, l’Unione Montana Alpi GraieNichelino, Almese) quattro della provincia di Alessandria (OvadaPozzolo Formigaro, l’Unione Montana Valli Borbera e Spinti, Gavi) due di Verbania (Omegna e Ornavasso), uno di Cuneo (Scarfinigi) e uno di Vercelli (Santhià).

Distribuzione gas: concessioni ad Ascopiave, ACEA, Iren

Il Consorzio formato da Ascopiave, ACEA, ed Iren si è aggiudicato la gara per l’acquisizione da A2A di alcune concessioni nell’ambito della distribuzione di gas

31 dicembre 2021 – Oggi il Consorzio formato da
Ascopiave (58%), ACEA (28%), e Iren (14%), dopo essersi aggiudicato la gara per la cessione
da parte di A2A di concessioni nell’ambito del servizio di distribuzione del gas naturale, ha
sottoscritto un accordo con il Gruppo A2A per l’acquisizione dei relativi assets.

Il perimetro di attività oggetto dell’operazione comprende circa 157 mila utenti, distribuiti in 8
Regioni d’Italia, facenti parte di 24 ATEM, per oltre 2.800 km di rete.

Il valore economico dell’acquisizione in termini di Enterprise Value, alla data del 30 giugno 2021,
è di 126,7 milioni di Euro. L’EBITDA annuo medio atteso, nel periodo 2022-2024, è di circa 12,8
milioni di Euro, mentre la RAB 2020 degli assets acquisiti è pari a 108,9 milioni di Euro
(comprensiva della RAB centralizzata pari a 6,2 milioni di Euro).

Il corrispettivo previsto per l’acquisizione sarà finanziato dai flussi di cassa della gestione
ordinaria e dalla capacità di indebitamento esistente delle Società facenti parte del Consorzio.
Il closing dell’operazione è previsto per il primo semestre del 2022.

Gli assets oggetto dell’operazione verranno confluiti dal Gruppo A2A in una Newco, il cui capitale
sarà acquisito dai consorziati in proporzione alle quote detenute nel Consorzio, con l’intesa che
si procederà alla scissione dei relativi perimetri di interesse a favore di Acea ed Iren entro 12
mesi dal closing.

“Acea, Ascopiave e Iren esprimono soddisfazione per l’operazione che è in linea con i rispettivi
indirizzi strategici ed è in grado di estrarre efficienze grazie all’integrazione degli asset acquisiti
con le attività di distribuzione già in portafoglio. Tale operazione consente, inoltre, di consolidare
ulteriormente la presenza nei territori tradizionalmente presidiati dalle Società.”

Perimetro di interesse di ACEA
Il perimetro di interesse di ACEA è costituito da concessioni in 5 ATEM, di cui 2 in Abruzzo, 2 in
Molise e 1 in Campania, per un totale di circa 30.700 PDR. L’Enterprise Value è pari a 35,8 milioni
di Euro.

Perimetro di interesse di Ascopiave
Il perimetro di interesse di Ascopiave è costituito da concessioni in 15 ATEM del Veneto, Friuli
Venezia Giulia e Lombardia, per un totale di circa 114.300 PDR.
La valutazione degli assets acquisiti in termini di Enterprise Value è pari a 73,2 milioni di Euro,
inclusa la partecipazione del 79,37% nella società Serenissima Gas S.p.A., titolare di una parte
delle concessioni del perimetro (circa 41.700 PDR).

Perimetro di interesse di Iren
Il perimetro di interesse di Iren è costituito da concessioni in 4 ATEM, di cui 1 in Lombardia e 3
in Emilia-Romagna, per un totale di circa 12.300 PDR. L’Enterprise Value è pari a 17,7 milioni di

Euro inclusivo di 1,3 milioni relativi al ramo d’azienda di proprietà di Retragas la cui cessione è
sospensivamente condizionata all’ottenimento dell’autorizzazione della riclassificazione degli
asset di trasporto in asset di distribuzione
Nell’operazione il consorzio è stato assistito dall’advisor finanziario Lazard e dallo studio legale Chiomenti.

L’industria torinese guarda con fiducia al 2022

Il 2020 è stato difficilissimo e il 2021  ha rappresentato l’anno della ripresa: ora  l’industria piemontese guarda al 2022 con ottimismo e si registra il consolidamento della fiducia del territorio.

Lo scenario emerge dall’indagine congiunturale trimestrale realizzata da Unione Industriali di Torino e Confindustria Piemonte.

A dicembre è stato esaminato un campione di 1.200 imprese e pur registrando un lieve raffreddamento delle attese, si conferma per il primo trimestre 2022 la buona tenuta degli indicatori strutturali. Stabili gli investimenti, diminuisce di due punti il ricorso alla Cig, aumenta l’utilizzo di impianti e risorse, buoni i tempi e le condizioni di pagamento. In crescita le attese sull’occupazione: il saldo ottimisti pessimisti sfiora il 15%.

Il 26% delle aziende prevede all’inizio 2022 un aumento della produzione, mentre cala l’export, con un saldo ottimisti-pessimisti dell’1,2%, che risente delle nuove restrizioni anti Covid. Positivo l’andamento per gli investimenti, grazie alle risorse del Pnrr. Si registra quasi il 30% delle aziende con programmi di spesa di un certo impegno. Sul territorio  le previsioni si mantengono positive in tutte le aree, e per quanto riguarda i settori, nel manifatturiero le attese per il primo trimestre sono più prudenti rispetto al terziario, con indicatori positivi ma in assestamento rispetto a settembre. Per le 800 aziende del campione di questo comparto, le previsioni su produzione, ordini, export e occupazione sono ancora positive, ma si assestano su un livello di maggiore prudenza.

Centinaia di domande per trasferirsi a vivere in montagna

Sono circa 600 le domande pervenute alla Regione sul bando che offre incentivi per chi sceglie di trasferirsi da una città italiana in uno dei piccoli Comuni delle montagne piemontesi.

La maggior parte delle domande sono giunte dal Piemonte (461), dalla Lombardia (72), dalla Liguria (23). Richieste sono arrivate anche da Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Sardegna, Puglia, Calabria, Sicilia ed Abruzzo.

Per quanto riguarda il Piemonte, 251 domande sono giunte da Torino e provincia, 92 da Cuneo, 48 da Biella, 22 da Alessandria, 19 da Novara, 13 dal Verbano-Cusio-Ossola, 9 da Asti, 7 da Vercelli. Tra le altre regioni se ne segnalano 37 da Milano, 14 da Varese e 16 da Genova.

Su base provinciale, 252 hanno scelto Torino, 126 Cuneo, 71 Biella, 44 Alessandria, 42 VCO, 20 Vercelli, 11 Novara, 5 Asti.

Il bando prevede che chi risiede in un centro urbano in Italia e intende acquistare o restaurare un immobile in un paese montano del Piemonte con meno di 5.000 abitanti, da far diventare prima casa trasferendovi la residenza, può ricevere contributi da 10.000 a 40.000 euro.

“La montagna – afferma il presidente della Regione Alberto Cirio – è uno dei patrimoni più grandi della nostra terra e il compito di chi amministra è creare le condizioni affinché questa risorsa straordinaria possa attrarre investimenti economici ed essere vissuta appieno ogni giorno, attraverso le strade, le scuole, i servizi. Un luogo per i turisti, ma anche per chi lo sceglie per vivere con la propria famiglia. Questo bando ha proprio questo scopo. Contribuire a ripopolare la nostra montagna, aiutando chi è pronto a sceglierla e a cambiare la propria vita. È il tassello di un percorso che abbiamo solo iniziato e che svilupperemo ancor di più attraverso le risorse del Pnrr in arrivo dall’Europa. Accanto alla vocazione legata all’auto, all’idrogeno e all’intelligenza artificiale, la montagna sarà l’altro nostro grande ‘progetto bandiera’. E in una terra che si chiama Piemonte, non potrebbe essere altrimenti”.

Il vicepresidente ed assessore alla Montagna Fabio Carosso è “particolarmente soddisfatto per l’adesione dei cittadini ad una misura innovativa introdotta dalla Regione Piemonte per contrastare lo spopolamento delle vallate alpine e per agevolare le persone o le famiglie alla ricerca di una vita dai ritmi più lenti, a contatto con la natura, in cui magari iniziare una nuova attività o continuare il proprio lavoro in smart. Sono davvero tanti coloro che hanno colto lo spirito profondo della nostra iniziativa che ha come obiettivo dare nuova linfa a tanti piccoli Comuni, oggi a rischio spopolamento, che sono in grado di offrire qualità della vita a chi, per svariati motivi, desidera cambiare sperimetando un nuovo modo di vivere e lavorare”.

In totale, l’importo richiesto come contributo è poco più di 19 milioni e la Giunta regionale ha stanziato per questa iniziativa 10,5 milioni. Nelle prossime settimane gli uffici verificheranno le domande.

Oltre 66 milioni il volume degli investimenti per l’acquisto di immobili e lavori di ristrutturazione, 180 le domande con richiesta di punteggio per i figli sotto i 10 anni, 87 con richiesta di punteggio per lavoro in un comune montano, 130 con richiesta di lavoro in smart working. La maggior parte delle domande, 229, è di persone nate tra il 1980 ed il 1989, 126 tra il 1990 ed il 1999, 113 tra il 1970 ed il 1979, 75 tra il 1960 ed il 1969, 17 prima del 1960, 11 dopo il 2000. Potevano presentare domanda i nati dal 1955 di cittadinanza italiana, europea o extra-europea, titolari di permesso di soggiorno di durata non inferiore ai 10 anni.

Per favorire soprattutto l’adesione dei più giovani, ai nati dopo il 1980 verrà assegnato un punteggio più alto. Punteggio premiante anche per gli interventi effettuati in un Comune ad alta marginalità, l’attività lavorativa esercitata in un paese montano oppure in smart-working almeno al 50% nell’abitazione per la quale si chiede il finanziamento, un Isee uguale o inferiore a 20.000 euro, almeno un figlio di età uguale o inferiore a 10 anni, che avrà residenza e dimora abituale nell’immobile acquistato.

Punti in più anche per recuperi realizzati con soluzioni architettoniche e paesaggistiche previste dalla Regione Piemonte e per l’utilizzo dei materiali tipici del paesaggio alpino piemontese, ma anche se l’incarico dei lavori viene dato ad imprese con sede legale in un Comune montano piemontese.

Per beneficiare dei contributi occorre essere titolari del diritto di proprietà, oppure impegnarsi ad acquisire un diritto di proprietà, di un’unità immobiliare ad uso residenziale censita catastalmente nel territorio dei 465 Comuni interessati (48 in provincia di Alessandria, 12 Asti, 48 Biella, 132 Cuneo, 3 Novara, 132 Torino, 66 Verbano-Cusio-Ossola, 24 Vercelli) e trasferirvi la propria residenza e dimora abituale per dieci anni.

In caso di contributo relativo all’acquisto, l’atto di compravendita dovrà essere stipulato entro 6 mesi dalla data di approvazione della graduatoria, mentre i lavori di recupero del patrimonio esistente dovranno essere ultimati entro 18 mesi. La rendicontazione dovrà essere trasmessa, invece, entro 3 mesi dalla conclusione dei lavori di recupero, ovvero dalla stipula dell’atto di compravendita.

2022 Anno dello Sviluppo sostenibile della Montagna

ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU DICHIARA IL 2022 ANNO INTERNAZIONALE DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA MONTAGNA. UNCEM: UNA GRANDE NOTIZIA A VENT’ANNI DAL 2002. CELEBREREMO 70 ANNI DI UNCEM IN UN ANNO SPECIALE

Il 2022 sarà l'”Anno internazionale dello Sviluppo sostenibile della Montagna”. Lo ha stabilito  l’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Una notizia e una scelta importantissime, secondo Uncem. L’Anno internazionale cade esattamente a vent’anni dal precedente, il 2002. Il 2022 sarà peraltro anche quello dei 70 anni di Uncem. Che dunque celebrerà il “compleanno” in un anno speciale.

“L’ONU – si legge nella nota ufficiale diffusa – inviterà tutti gli Stati membri, il sistema delle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali e regionali e le parti interessate, tra cui la società civile, il settore privato e il mondo accademico, a osservare l’Anno al fine di aumentare la consapevolezza delle problematiche connesse”. Il rappresentante del Kirghizistan, introducendo la Risoluzione in materia, ha affermato che le montagne sono l’habitat di specie uniche di flora e fauna e che i paesi di montagna costituiscono tipi unici di ecosistemi e i problemi che devono affrontare a causa del cambiamento climatico sono specifici. Pertanto, l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, così come lo sviluppo sostenibile in questi paesi, richiedono l’attuazione di una serie speciale di misure che rispondano alle loro esigenze. La Risoluzione invita tutti gli Stati membri e le organizzazioni internazionali e regionali e altre parti interessate a osservare l’Anno internazionale per aumentare la consapevolezza dell’importanza dello sviluppo sostenibile della montagna. La proclamazione dell’Anno internazionale dello sviluppo sostenibile delle montagne non solo riconosce la necessità di preservare il sistema di supporto vitale globale indispensabile per la sopravvivenza dell’ecosistema globale, ma fornisce anche una solida base per ulteriori lavori sostanziali sullo sviluppo della montagna, avendo così un vero significato globale per il futuro dell’umanità, ha detto.

“È una grande notizia per tutti, per tutti gli Stati – evidenzia Marco Bussone, Presidente Uncem – Alla proposta del Kirghizistan nella Risoluzione ha lavorato intensamente l’Italia. E voglio ringraziare in modo speciale Rosa Laura Romeo, alla guida della Mountain Partnership della FAO, della quale Uncem fa parte, che ha agito con un’azione diplomatica importantissima per raggiungere la votazione della Risoluzione all’Assemblea ONU. Nel 2022 potremo avviare una serie di iniziative e analisi, politiche e opportunità a caratura internazionale. Con tutti gli Stati che faranno la loro parte. Italia ed Europa sono certo guideranno il percorso e i processi. Uncem farà la sua parte nel settantesimo di fondazione, che abbiamo aperto con l’Assemblea nazionale che si conclude oggi”.

Obbligo catene da neve, che cosa c’è da sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Con l’arrivo dell’inverno aumenta anche il freddo e la possibilità di nevicate. Per questo motivo, la legge italiana obbliga ad avere con sé in auto le dotazioni invernali (catene da neve a bordo o pneumatici invernali), dal 15 novembre al 15 aprile. Nel caso in cui la strada sia coperta di neve e/o ghiaccio, allora le catene sono la scelta migliore. Vediamo tutto quello che bisogna sapere a riguardo e le migliori in vendita.

Le catene per le gomme sono uno strumento davvero utile in auto contro neve e ghiaccio. Se la neve si accumula sulla carreggiata e il ghiaccio rende il percorso difficoltoso, duro e scivoloso, le catene aumentano sensibilmente la presa delle ruote sulla strada e garantiscono un elevato standard di sicurezza per guidare senza rischi.

Con le intemperie invernali, infatti non si può scherzare: chi vive nel nord Italia o in zone montane sa bene cosa significa provare l’esperienza di guidare su strade innevate. Le catene, inoltre, sono un’alternativa valida, sicura ed economica agli pneumatici invernali.

La legge italiana obbliga gli automobilisti a installare gli pneumatici invernali sulla vettura o a tenere a bordo le catene da neve dal 15 novembre 2021 al 15 aprile 2022. L’obbligo vale sui tratti stradali e autostradali maggiormente soggetti al rischio di precipitazioni nevose, dove è presente l’apposita segnaletica.

Attenzione: in caso di insolvenza rispetto alle disposizioni previste dall’articolo 6 del Codice della Strada, sono previste sanzioni che variano da 85 euro a 338 euro sui tratti autostradali e dai 41 euro ai 169 euro su quelli comunali. Oltre alla sanzione è prevista anche la decurtazione di tre punti sulla patente.

Per chi non ha gli pneumatici invernali, dunque, le catene da neve sono uno strumento assolutamente indispensabile da tenere in auto durante la stagione invernale per la propria sicurezza e per evitare le multe salate e la decurtazione dei punti dalla patente. In base a quanto prescritto dalla legge, le catene devono essere omologate e avere l’etichetta con marchio CE, a garanzia di funzionalità e resistenza, come queste che vi consigliamo noi.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.