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Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato: territorio e qualità

Esistono vini che resistono al tempo e che, nonostante le innovazioni tecnologiche introdotte per la loro produzione, hanno saputo mantenere intatto il gusto col quale si sono fatti conoscere. E, forse, si sono anche migliorati. 

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, rappresenta un punto di riferimento per lo sviluppo di una filiera vitivinicola che esprime in pieno i valori di una porzione di regione che ha ancora tanto da esprimere: i lavori di ricerca e sviluppo,  nel tenere vivi i rapporti tra la natura e l’impresa, hanno dato vita  una rinnovata modalità di intendere e promuovere i propri prodotti di punta,  fra i quali possiamo ricordare: 4 docg – Barbera d’Asti, Nizza, Ruchè di Castagnole Monferrato e Terre Alfieri; e 9 doc – Albugnano, Cortese dell’Alto Monferrato, Dolcetto d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Loazzolo, Malvasia di Castelnuovo Don Bosco, Monferrato e Piemonte.
L’obiettivo futuro per il Consorzio è rappresentato dal raggiungimento costante verso i mercati europei : l’assemblea dei soci, infatti, ha lavorato a lungo per dare vita a un importante pacchetto di proposte importanti, di modifiche e di interventi atte a perseguire e rafforzare il percorso di crescita e sviluppo su cui il Consorzio si è concentrato.
Dalle dichiarazioni del Presidente del Consorzio,  Filippo Mobrici, secondo le quali il focus su cui si sta lavorando maggiormente riguarda la diversificazione e l’ampliamento dell’offerta vinicola verso i mercati nazionali e internazionali, noi de ” Il  Torinese ” abbiamo intervistato il Presidente : aver avuto la possibilità di approfondire  la conoscenza degli obiettivi del Consorzio e capire in cosa consiste la modifica al disciplinare per la realizzazione dei vini appartenenti al consorzio stesso, è stato un vero piacere.
 
1. Si è concluso da alcune settimane il Vinitaly: quali vantaggi ,  come Consorzio del Barbera,  avete percepito a seguito della vostra partecipazione? 

Partecipare a vinitaly è stato prima di tutto un ritorno alla normalità. Abbiamo avuto l’occasione di presentare la nostra nuova campagna Welcome to my place, che è un invito ai nostri consumatori di tutto il mondo a venire a trovarci a casa nostra, nel Monferrato. Le nostre aziende hanno potuto cogliere le opportunità commerciali che il nuovo vinitaly offre. Infatti da qs edizione il vinitaly ha incentrato la sua attenzione verso gli operatori invece che sul pubblico.
 
2. In un’ottica futura di crescita e di sviluppo del Consorzio, voi – intesi come soci – avete approvato una serie di modifiche allo statuto, in particolare al disciplinare in base al quale si dovranno produrre i vini della vostra zona. In cosa consiste, brevemente, questo pacchetto di regole?
 Le modifiche apportate dall’assemblea consorto al disciplinare del Barbera d’Asti si orientano nel segno dell’innalzamento qualitativo e nella sempre più valorizzazione del nostro vino principe. Abbiamo innalzato il grado minimo naturale delle uve( sempre più convinto che qualità si fa nelle vigne), abbiamo inserito nuove opportunità come la Riserva – che richiede 24 mesi di affinamento, di cui 12 in legno – , oltre che menzioni geografiche più piccole , come le denominazioni comunali che hanno lo scopo di identificare, con maggior dettaglio, i vini Barbera d’Asti provenienti da territori specifici, i comuni appunto.
Dopo 14 anni dall’ottenimento della Docg, queste novità rappresentano una svolta nella storia del Barbera d’Asti .
 
3. Quali sono le vostre aspettative in seguito all’approvazione di questo disciplinare, sotto l’aspetto della comunicazione , e tra il pubblico? 
 

E’ ovvio che le aspettative sono tante. Pensiamo che la riserva possa consentire, qualora ce ne fosse bisogno, di innalzare quella che è la percezione qualitativa del nostro vino, affermando ancora una volta che il Barbera d’Asti si posiziona, a ragione, tra i piu  grandi vini rossi italiani ed internazionali. Come si diceva prima, inoltre , con le menzioni geografiche comunali si potrà operare verso quello che oggi il consumatore cerca: la tracciabilita è l’identità chiara è netta di un prodotto, il vino, appunto. Da qui ne seguirà un grande progetto legato ,a sua volta,  alla sostenibilità perché , partendo dalle piccole realtà, è nostra intenzione creare sensibilità nelle piccole comunità comunali . E non solo al fine di rendere i nostri vini sostenibili per noi e per le generazioni future : non dimentichiamoci, infatti, che già oggi le aziende dei nostri viticoltori fanno del patrimonio unesco Langhe Roero e Monferrato, aspetto che, forse, andrebbe sottolineato con maggior forza.

Chiara Vannini

A Porta Palazzo c’è la moneta di prossimità

La Portineria promuove il commercio di vicinato

 

A Porta Palazzo e ad Aurora c’è una nuova moneta di prossimità che si potrà spendere in trenta negozi e locali per ottenere uno sconto del 10% sugli acquisti. La ‘banca’ che la distribuisce è la Portineria di comunità, che ha come missione principale quella di avvicinare le persone, creare comunità e in questo caso sostenere il commercio del quartiere provato da anni di pandemia e di crisi economica. Si parte domani con la distribuzione gratuita tra i 300 cittadini che hanno già una tessera della Portineria.  Questi potranno ricevere al massimo 30 monete ciascuno.

Hanno già aderito una trentina di attività commerciali tra cui panetterie, farmacie, botteghe, negozi di alimentari, bar e ristoranti. C’è la Regia Farmacia, luogo storico sempre aperto e a due passi dal Duomo, il negozio Tessuti Arcobaleno di corso Regina, che si tramanda da generazioni, con una proposta di stoffe di ogni tipo. E ancora ‘Cammelia, il tempo del the’, luogo dove poter passare un pomeriggio per degustare una delle tante qualità di tè del mondo, il Convitto, caffè torteria nel centro di Torino.

Ma come funziona la moneta di prossimità ribattezzata ‘Io spaccio cultura’? Chi la desidera deve rivolgersi ai portinai dell’edicola di piazza della Repubblica 1/F. Poi potrà andare in una delle attività commerciali indicate per fare acquisti ottenendo uno sconto intorno al 10% e piccoli omaggi.  Ogni fine mese i Portinai le ritireranno dai negozi ed eleggeranno l’attività commerciale che ha ottenuto la maggiore fiducia da parte dei suoi abitanti. La moneta può essere usata nelle attività della rete del Gasp!, Gruppo di acquisto solidale della Portineria,  nato a Porta Palazzo due anni fa durante il periodo pandemico come rete del commercio di prossimità fortemente voluta dai commercianti e abitanti per le spese a domicilio.

“Questa moneta simbolica diventa uno strumento per valutare l’impatto economico e sociale del quartiere, osservando le abitudini degli abitanti e sviluppando il commercio di prossimità in modo qualitativo e quantitativo. – commenta Antonio Damasco, direttore della Rete Italiana di cultura popolare – Il nostro compito come Portineria è innescare piccoli processi di mutuo aiuto tra abitanti. Così con questa iniziativa contiamo di far sentire ai commercianti ed esercenti la vicinanza del quartiere, un esperimento da esportare nelle altre comunità dove sorgeranno i prossimi presidi leggeri.”

Logistica, accordo tra CAAT e Apgo Fedagro Torino

Uniti nella logistica dell’ultimo miglio, firmata la convenzione con Postalcoop

 

È stata firmata il 9 maggio scorso la convenzione tra APGO Fedagro Torino, CAAT e Postalcoop, azienda leader nel settore dell’outsourcing, che collabora con brand internazionali e che, recentemente, ha anche aperto una sede operativa all’interno del Centro Agroalimentare di Torino.
Il progetto prevede una prima fase di sperimentazione di logistica di ultimo miglio, essenzialmente dedicata a clienti business, durante la quale le aziende grossiste avranno l’opportunità di provare gratuitamente il servizio di delivery nei confronti della città di Torino e l’area metropolitana, con la possibilità di usufruire di alcuni mezzi isometrici ad alimentazione elettrica, che sono stati messi a disposizione da Postalcoop.
Viva soddisfazione è stata espressa per l’obiettivo raggiunto dal Presidente di A.P.G.O Stefano Cavaglia’.
“Con questa convenzione fortemente voluta dalla nostra associazione APGO Fedagromercati e sostenuta dall’ente gestore – spiega il presidente di A.P.G.O Stefano Cavaglia’ – è stato fatto un passo importante a vantaggio degli operatori grossisti di CAAT. Ritengo che gli ortomercati di domani saranno rappresentati da importanti piattaforme multiservizi, dei veri e propri hub, dove la differenza sarà fatta dalla componente di servizio, mantenendo allo stesso tempo, quale punto di forza di queste realtà, il loro ruolo centrale tra la domanda e l’offerta di prodotti freschissimi e l’elevata professionalità degli Operatori che li animano.
Per questo motivo sono convinto che la collaborazione con un operatore logistico, che già lavora con un partner di livello internazionale, quale è Postalcoop, rappresenti un ottimo punto di partenza per il Centro Agroalimentare di Torino, finalizzato ad uno sviluppo dell’offerta di servizi da parte dei Grossisti.
Considerato l’impegno che A.P.G.O sta approfondendo nel progetto ambizioso di portare l’apertura e l’operatività del CAAT in orario diurno, sotto l’ala della Fedagromercati Nazionale, la Convenzione con Postalcoop risulta di estremo interesse e potenzialmente cruciale per consentire alle aziende associate e ai rispettivi clienti di essere sostenuti nella potenziale transizione da un supporto logistico di eccellenza e con mezzi adeguati alle loro esigenze”.
“Esprimo viva soddisfazione – ha anche dichiarato il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – per questa convenzione che consente al CAAT e ai propri operatori di proseguire lungo un percorso che è quello della sostenibilità ambientale, un percorso che abbiamo da anni abbracciato con convinzione e che oggi vede un’ulteriore accelerazione.
Consentiamo in questo modo ai nostri grossisti di avvalersi di un servizio innovativo e a bassissimo impatto ambientale, che vedrà vantaggi sia per gli operatori, sia per i loro clienti”.
“Abbiamo inoltre – aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino – scelto di inaugurare il lancio di questo servizio con due consegne gratuite di frutta e verdura all’associazione “L’angolo”, che ospita 170 mamme e bambini provenienti da un Paese in guerra, l’Ucraina. Sono grato ai grossisti del CAAT che, ancora una volta, hanno dimostrato sensibilità e generosità, donando i loro prodotti per finalità benefiche”.
Infine il Direttore Generale del CAAT Gianluca Cornelio Meglio ha dichiarato che questa convenzione conferma le grandi potenzialità del centro e che possono essere espresse tra operatori economici utili sinergie per l’organizzazione di servizi in grado di soddisfare le mutate esigenze che provengono dal mercato.
“L’avvio della sperimentazione – ha precisato il Direttore Generale del CAAT Gianluca Cornelio Meglio – consentirà la raccolta di dati al fine di un’analisi puntuale volta a definire, nel dettaglio, i contorni di un nuovo servizio in grado, nell’immediato futuro, di ampliare le opportunità di business da parte dei nostri grossisti”.

MARA MARTELLOTTA

Agricoltura e digitale: “Ponti e autostrade di valore con il network”

Ponti e autostrade di valore con il network costituiscono il tema della puntata in onda mercoledì 11 maggio prossimo, dalle 18 alle 19, sulla Radio web Radiovidanetwork, condotta da Simona Riccio, Founder e SMM del Caat, Centro Agroalimentare di Torino.

Dopo la precedente puntata dedicata alla digitalizzazione e all’agricoltura 4.0, alcuni dei temi trattati durante la Kermesse Macfrut – la fiera internazionale dell’ortofrutta organizzata da Cesena Fiera presso il Rimini Expo Centreappena terminata e dove Simona Riccio, Founder e SMM del Caat – Centro Agroalimentare di Torino, insieme al suo Team hanno partecipato, Parla Con Me continua a parlare di innovazione, tecnologia e networking insieme a:

>> Marco Vittorio Micotti – Networking Enthusiast

Durante la puntata verrà affrontato brillantemente il tema della digital transformation – quella che ormai si evince da anni,di quanto debba essere proposta in termini di innovazione e tecnologia utilizzata all’interno delle aziende al fine di confrontarsi su temi simili e crescere.

La tecnologiasostiene Micotti non deve fare paura, ma va affrontata, capita, studiata per far si che se ne possano sfruttare le opportunità e non le criticità. La tecnologia utilizzata in campo non deve essere vista come la sottrazione di risorse umane al settore, ma deve essere considerata quale un sosteuno nei confronti delle persone,al fine di poterle alleggerire in alcuni momenti dell’anno ed in alcune attività.

Micotti parlerà  anche dell’utilizzo dei droni in campo per la raccolta di dati, utili al fine di monitorare i campi e le risorse,allo scopo di ottimizzarle e non sprecarle.

Inoltre viene ben descritto quanto l’utilizzo corretto della rete possa fare da volano per creare relazioni vere e sincere tra persone e quali siano i potenziali di business che si possono ottenere.

Durante la puntata, proprio durante l’intervento di Micottisull’importanza dell’utilizzo della tecnologia al fine di diminuire anche lo spreco alimentare, verra lanciato da Simona Riccio e dal suo collaboratore Alessio Criscuolo, il nuovo progetto Parlami di Sprecopowered by Parla Con Me.

Parlami di Spreco pone al centro del dibattito l’ampio tema dello spreco alimentare, che affligge il nostro Paese e il nostro pianeta. Vuole offrire una tavola rotonda in cui gli ospiti, quali aziende e personalità di spicco, possano discutere il loro impegno nella lotta contro lo spreco alimentare, mettendo al centro le soluzioni innovative per contrastarlo. Nasce soprattutto perché è giusto ricordarci dello spreco tutti i giorni dell’anno!

🍎Parlami di Spreco ha come Testimonial l’Onorevole Maria Chiara Gadda – prima firmataria della legge Antispreco!

La trasmissione viene trasmessa in diretta web-radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network.

Dal giorno dopo è possibile seguire la puntata senza interruzioni sul sito www.parlaconmeofficial.it

 

Mara Martellotta

Riflettere sullo spreco: il tema di “Parlaconme” di giovedì

La trasmissione condotta dall’Agrifood & Organic Specialist Simona Riccio

 

Lo spreco alimentare è uno dei temi più di attualità, che verrà affrontato sulla pagina Linkedin della trasmissione PARLACONME di giovedì 12 maggio prossimo alle 18, condotta dall’Agrifood & Organic Specialist, Digital Strategist Simona Riccio, con la partecipazione di Franco Di Pietro, co-founder & Ceo di Biova Project, Paolo Rellini, Ceo & Co- Founder di Re Gusto e Andrea Gasco, Founder & CTO di iThanks e Simone Iumento, Communication & Marketing Manager di Phenix.
Testimonial ufficiale di “Parlami di spreco” è Maria Chiara Gadda, eletta alla Camera dei Deputati nel 2013 e riconfermata nel 2018, prima firmataria della legge antispreco.
“Difficile descrivere in poche parole quanto abbia significato nel mio percorso politico e personale – spiega Maria Chiara Gadda – la legge 166. Da una felice intuizione si è trasformata in un bagaglio infinito di conoscenza, di occasione di incontro con tante persone e realtà che mi sono rimaste nel cuore e che mi hanno cambiato la prospettiva su molte cose. Si tratta di un’esperienza che mi ha messo continuamente alla prova. Le leggi non camminano mai soltanto sulle gambe di chi le scrive, ma in particolare di chi le interpreta e le concretizza nella quotidianità”.
Sponsor della trasmissione sono Gullino e Melanzi’.
La trasmissione andrà in onda giovedì 12 maggio prossimo su Radiovidanetwork alle 18

Mara Martellotta

Le istituzioni insieme per la Città della Salute

Sarà uno dei più importanti e strategici Poli in Italia per la cura, la formazione e la ricerca clinica e biomedica. Confermato l’obiettivo di aggiudicare i lavori entro il 2022.

Sui rincari di materie prime ed energia il Piemonte proporrà un emendamento nazionale per adeguare i costi delle gare d’appalto
Il Parco della Salute di Torino è un progetto prioritario per il futuro del Piemonte e tutte le istituzioni del territorio lavoreranno unite per garantirne la realizzazione.
È una piena comunione di intenti quella espressa oggi dalla Cabina di monitoraggio di cui fanno parte la Regione Piemonte, il Comune di Torino e la Prefettura insieme all’AOU Città della Salute, l’Università degli studi di Torino e il Politecnico.
La riunione è stata convocata dal Presidente della Regione Alberto Cirio e dall’Assessore alla Sanità Luigi Icardi per fare il punto sullo stato di avanzamento del progetto.
Presenti all’incontro il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo il Vice Prefetto Brunella Favia, il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle, il rettore del Politecnico Guido Saracco e in rappresentanza dell’Università di Torino il vice rettore Area Medica e direttore della Scuola di Medicina Umberto Ricardi e il vice rettore all’Edilizia Giuseppe Di Giuda.
Quattro i temi prioritari condivisi dalla Cabina di monitoraggio.
Innanzitutto l’importanza di proseguire con la realizzazione del progetto attuale che diventerà non solo il più grande polo sanitario del Piemonte, ma uno dei più importanti e strategici in Italia per la cura, la formazione e la ricerca clinica e biomedica. Confluiranno sotto le ali del nuovo Parco l’ospedale delle Molinette, il Cto (quest’ultimo insieme all’Unità Spinale parte dell’azienda sanitaria e fisicamente in continuità con la sua sede attuale) e il Sant’Anna, ad eccezione dell’Ospedale infantile Regina Margherita che resterà al di fuori dal Parco della Salute come azienda sanitaria autonoma. Una decisione, come noto, deliberata dalla Regione nel gennaio del 2020 e già recepita in sede di gara come unica modifica al progetto originario.
Secondo tema affrontato quello che riguarda i posti letto e in generale l’offerta di cura sul territorio. Pur condividendo, infatti, l’importanza di proseguire con il progetto, senza mettere in discussione il percorso approvato e andato in gara, le Istituzioni sono tutte altrettanto concordi sulla necessità di avviare una riflessione parallela per assicurare a Torino e ai suoi cittadini un adeguato numero di posti letto per le patologie ad alta intensità che richiedono ospedalizzazione. Un tema questo che, dopo due anni di pandemia segnati dal bisogno costante di posti letto per garantire il diritto alla cura di ogni cittadino e delle criticità determinate dall’assenza di una adeguata rete di medicina territoriale, le Istituzioni sanno di non poter ignorare. È stata quindi condivisa la volontà di

lavorare insieme per fare in modo di potenziare ulteriormente non solo la rete ospedaliera del capoluogo piemontese e dei posti letto a sua disposizione, guardando anche alla nuova struttura che dovrà servire l’area di Torino Nord, ma anche la rete della medicina di territorio attraverso l’integrazione con il lavoro quotidiano dei medici di famiglia e le opportunità date dalla telemedicina e dalla tecnologia per la presa in carico delle patologie a bassa intensità di cura. Cambiare il paradigma per un nuovo modello di erogazione dell’offerta di salute è il presupposto che tutte le istituzioni ritengono indispensabile per abbassare dove possibile i livelli di ospedalizzazione,
Terzo tema prioritario, affrontato durante l’incontro, la volontà di valorizzare l’ingresso nel Parco della Salute del mondo imprenditoriale accanto a quello universitario, anche attraverso l’opportunità di individuare nuovi spazi da utilizzare, incluse le Arcate Ex Moi per la formazione innovativa. Anche in questo caso sarà consolidato il gruppo di lavoro messo in campo dalle diverse istituzioni coinvolte, per mettere a punto un progetto integrato degli spazi associati alle diverse funzioni del Parco, anche con il supporto di esperti in project management.
Infine, aspetto determinante, la Cabina di monitoraggio ha affrontato la necessità di
garantire la gara d’appalto e l’avvio del cantiere di fronte all’eccezionale rincaro delle materie prime e dei costi dell’energia, provocati anche dalla guerra in Ucraina.
Ad oggi sono in corso i lavori di bonifica dell’area avviati a fine settembre dello scorso anno e, in base al cronoprogramma, la Commissione di gara procederà alla valutazione dei progetti definitivi e delle relative offerte in autunno per giungere all’individuazione del vincitore entro fine 2022.
Su questo fronte, la Regione Piemonte e la Città della Salute hanno avviato da settimane un confronto con l’Anac, perché la situazione internazionale e le conseguenze sui costi di qualsiasi cantiere, imprevedibili quando la gara è stata avviata, rappresentano per tutti una forte criticità. Ciò che il Piemonte chiede è un meccanismo di riequilibrio analogo a quello che il Governo ha già approvato per le gare d’appalto lanciate a partire da fine gennaio di quest’anno, ma non previsto al momento per quelle che erano già in corso.
La Cabina di monitoraggio ha condiviso la volontà di proporre su questo tema un emendamento nazionale, attraverso il supporto dei parlamentari piemontesi, che consenta con una clausola di salvaguardia di tener conto delle variazioni sui costi intercorse dopo la pubblicazione di un bando di gara, senza necessità di indire una nuova procedura.
Condividendo la necessità dell’individuazione di una soluzione a livello nazionale, è stato confermato l’obiettivo comune di arrivare all’aggiudicazione dei lavori del Parco della Salute entro il 2022.

Ugl: “Un’autostrada non è un bene privato”

VIABILITA’ E LOGISTICA

Riceviamo e pubblichiamo

“L’Autostrada non può essere gestita come se fosse un’impresa. Non a caso la concessione è lo strumento con cui
lo Stato, quale espressione della collettività dei cittadini, realizza finalità pubbliche, utili alla stessa collettività. La
finalità della concessione non è la mera realizzazione del profitto, ma garantire senza intoppi la mobilità veicolare
dei cittadini, mantenere efficiente l’infrastruttura generando le condizioni per la crescita economica e sociale del
territorio a vantaggio dei cittadini.

Nello specifico, come rappresentanti di lavoratori, vogliamo mettere in evidenza come la viabilità autostradale sia
un settore del pubblico che non può ridursi alla sola attività di esazione del pedaggio! Autostrada è sicurezza,
autostrada è manutenzione, autostrada è prevenzione rischi, autostrada è presidio antincendio, autostrada è corretta
posa dei cantieri, autostrada è segnalazione degli ostacoli… tutte attività che in val Susa, su un itinerario
internazionale, la direttrice Torino – Modane fra Italia e Francia, sono attualmente realizzate con professionalità e
dedizione dai lavoratori di RO.S.S. srl” lo dichiara il Segretario Regionale Ugl Viabilità e Logistica Piemonte,
Gianluca Mazzotta.

RO.S.S. è oggetto di una vendita che “porta via” dal territorio della Val Susa una sua eccellenza. Sitaf, la società
della A32 Torino – Bardonecchia e del traforo del Frejus, è nata come società pubblica per una finalità pubblica.
Fra i suoi azionisti, accanto ad ANAS, c’erano i soggetti pubblici del territorio, rappresentanti delle collettività
(Provincia, Comuni, Camere di Commercio…), come in tante realtà che gestivano e controllavano, con “pubblico
profitto”, a vantaggio dei pubblici bilanci, tante concessionarie autostradali. Oggi Sitaf, anziché continuare a
finanziare con i suoi lauti profitti le casse pubbliche garantendo sicurezza, manutenzione e occupazione, è
progressivamente passata nelle mani di soggetti privati che fanno “efficientamento” con scelte di concorrenza fra
contratti di lavoro, che riducono all’osso l’impiego di personale, che usano disinvoltamente rapporti di lavoro
precari, che speculano anche a danno delle risorse di un territorio fragile, come quello di montagna, e lo fanno
senza minimamente ricordarsi che stanno sfruttando un’infrastruttura pubblica, cioè “di tutti” aggiunge il
Segretario Ugl Piemonte, Armando Murella.

Il caso di Tecnositaf appare emblematico. Società leader in Italia e all’estero nella realizzazione di sistemi per
la gestione del traffico, non solo per Sitaf, ma principalmente per Anas, per la quale realizza tutti i sistemi che
quest’ultima, che è anche azionista di Sitaf, utilizza per la gestione della rete stradale nazionale.

I rappresentanti del “pubblico”, chi a nome di ANAS siede nei Consigli di Amministrazione di queste società,
come delle altre Concessionarie in Italia, il Ministero che ha l’onere di dare in concessione un bene di tutti avente
finalità pubbliche, ma che ha anche il dovere di dirigere e garantire il rispetto di queste pubbliche finalità, l’Autorità
dei Trasporti, chiamata a regolare e mitigare gli effetti della deriva economicista delle privatizzazioni, trovino il
modo di evitare che un patrimonio di professionalità, di redistribuzione di redditi sul territorio, di garanzie di
qualità e continuità del servizio, non venga disperso con la vendita di RO.S.S. e con la liquidazione di Tecnositaf.
Perché l’autostrada e il traforo fra Torino e Modane, fra l’Italia e la Francia, è un bene pubblico di valore
internazionale ed europeo, e come tale va tutelato e gestito!

Clima: Torino a impatto zero, nel 2030 tra le 100 città

La Città di Torino rientra ufficialmente fra le 100 città europee che si impegneranno a diminuire le emissioni entro il 2030, diventando anche una “Mission City”, ovvero un hub di sperimentazione e innovazione in ambito climatico, esempio virtuoso per tutte le altre città europee.

“È stata premiata la capacità di Torino di avanzare proposte di valore e di grande qualità. Appena insediati ci siamo messi subito al lavoro per non farci sfuggire l’opportunità di poter avere risorse disponibili sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. È una grande sfida quella della sostenibilità ambientale e le Città ricoprono un importante ruolo per costruire comunità più green. Questo riconoscimento è motivo di grande orgoglio per Torino e per i tutti i torinesi” ha dichiarato il sindaco Stefano Lo Russo.

“Siamo davvero felici di aver ottenuto questo risultato – ha dichiarato Chiara Foglietta, Assessora alla Transizione ecologica e digitale e alle Politiche per l’ambiente – Appena insediati abbiamo scelto di candidarci alla call europea, sapendo che sarebbe stata per tutta la Città un obiettivo alto e sfidante. La selezione è frutto della capacità di fare rete e sistema fra differenti attori e pone la Città tutta di fronte a una delle sfide più grandi e importanti per il prossimo decennio. Oggi abbiamo strumenti in più per scrivere il futuro di Torino”.

La Commissione Europea ha seguito una procedura molto rigorosa per selezionare le 100 città climaticamente neutre entro il 2030 e il risultato è una lista molto forte e diversificata di città e Paesi Europei coinvolti.

La Città di Torino insieme alle altre 99 città europee sarà sostenuta e guidata in questa sfida dal Mission Board for climate-neutral and smart cities della Commissione Europea, attraverso un processo multilivello e co-creativo che sarà formalizzato in un Climate City Contract, adattato ad ogni città. La Mission Board è pienamente ancorata alla strategia europea del Green Deal per rendere l’Europa climaticamente neutrale entro il 2050.

La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dichiarato, in occasione dell’annuncio di oggi, che la transizione verde si sta facendo strada in tutta Europa e che c’è bisogno di pionieri che si prefiggono obiettivi ancora più alti. “Queste città ci stanno mostrando la strada per un futuro più sano. Li sosterremo in questo. Iniziamo il lavoro oggi”.

Le Mission Cities riceveranno 360 milioni di euro di finanziamento Horizon Europe per il periodo 2022-2023 per avviare i percorsi di innovazione verso la neutralità climatica. Le azioni riguarderanno la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica e la pianificazione urbana verde.

A livello locale, la Città sta già iniziando il dialogo con le principali istituzioni e coi partner strategici del territorio per portare avanti in maniera congiunta le azioni che potranno permettere di raggiungere l’ambizioso traguardo della neutralità climatica.

La candidatura alla call europea, presentata a gennaio 2022, prevedeva la compilazione di un questionario di descrizione della situazione della Città a livello di emissione di gas serra e le misure adottate per contrastarle in campo energetico, nei rifiuti, nel trasporto e in ambito smart city.

La candidatura è stata un lavoro di territorio partito da iniziative in corso, come la collaborazione con l’Energy Center del Politecnico di Torino. Il lavoro si svilupperà coinvolgendo il Politecnico, l’Università di Torino, la ESCP Business School e i numerosi attori dell’ecosistema locale presenti sulle due piattaforme di Torino City Lab e Torino Social Impact.

I contributi della Regione per i Distretti del Cibo

La Giunta regionale stanzia 50 mila euro di contributi per l’anno 2022 per la costituzione e l’avviamento dei Distretti del cibo, riconosciuti dalla Regione secondo il nuovo Regolamento approvato nel 2020 ai sensi della Legge regionale 1/2019, Testo unico sull’agricoltura.

L’intervento prevede un contributo fino a un massimale di 15.000 euro, per la copertura fino al 70% delle spese dei costi per i servizi di consulenza tecnica e amministrativa, per la redazione dei documenti tecnici di accompagnamento alla domanda e per le spese notarili di costituzione della società di distretto.

La domanda di aiuto deve essere presentata entro 9 mesi dal riconoscimento e può riguardare spese sostenute al massimo nei 12 mesi antecedenti e i 6 mesi successivi il riconoscimento.

Per l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo il contributo vuol essere un primo aiuto da parte della Regione nella costituzione del Distretto del Cibo ed è inoltre un invito a stimolare le realtà produttive e territoriali ad avviare nuovi Distretti. I Distretti del cibo infatti nascono per valorizzare insieme la filiera produttiva, l’offerta turistica, culturale e paesaggistica di un determinato territorio rurale.

Attualmente il Distretto del Cibo del Chierese e del Carmagnolese è il primo ad essere riconosciuto dalla Regione ai sensi della Legge regionale 1/2019.

Il futuro di Torino passa anche dalla transizione energetica

CITTÀ, POLITECNICO, UNIVERSITÀ E ESCP BUSINESS SCHOOL INSIEME

Firmato un Protocollo d’Intesa per delineare le strategie e supportare le politiche locali sulla decarbonizzazione 

Come tutti possiamo toccare con mano in questo periodo di crisi energetica, l’energia rappresenta oggi un bene essenziale per la sopravvivenza delle nostre economie e per la qualità della nostra vita. D’altra parte, non è più praticabile uno sviluppo energetico che prescinda dai criteri dettati dalla transizione ecologica. Dovrà necessariamente realizzarsi, quindi, una transizione energetica verso la decarbonizzazione, con il passaggio da un sistema basato sulle fonti fossili a uno fondato sulle fonti rinnovabili.

Per la Città di Torino si tratta di una sfida da cogliere, considerato che nel 2019 gas e prodotti petroliferi hanno rappresentato il 56.4% del consumo energetico finale dei settori municipale, terziario, residenziale, dell’illuminazione pubblica e dei trasporti in città, come testimonia il terzo rapporto di monitoraggio (2021) di TAPE – Turin Action Plan for Energy.

Il Protocollo d’Intesa presentato oggi all’Energy Center del Politecnico tra la Città di Torino – rappresentata dal Sindaco Stefano Lo Russo, il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino, rappresentati rispettivamente dai Rettori Guido Saracco e Stefano Geuna ed ESCP Business School – il cui Presidente Francesco Profumo era collegato on line – vuole contribuire a una pianificazione energetica integrata e multi-dimensionale per Torino, che consenta il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica.

I soggetti firmatari convengono sulla necessità di fare sistema sulla frontiera della ricerca e del supporto al processo di decisione politica attraverso lo sviluppo di metodologie e strumenti innovativi e condivisi e collaborando, ciascuno nell’ambito della propria missione, per guidare il processo di transizione energetica urbano.

A tal fine verranno definite, attraverso una strategia condivisa coordinata dal Laboratorio Energy Security Transition EST@energycenter, le aree funzionali in cui è necessario operare e delineare le strutture, gli strumenti e le azioni per implementare e seguire operativamente questi obiettivi, unitamente all’indicazione dei costi operativi, per individuare un approccio inter-disciplinare che interagisca con le altre transizioni, ovvero quella digitale e informatica, la transizione socio-culturale e quella economico-produttiva.

L’ambizione è quella di creare un vero e proprio “modello Torino” di supporto science-based al processo di decisione politica per l’energia, sviluppando “tecnologie” (gestione dati, modellazione fruibile e interrogabile, cataloghi di azioni/policy) per la Città e riproducibili in altri contesti nazionali e internazionali.

Il processo mira a creare competenze condivise, costruire una visione comune, definire una strategia operativa e sviluppare strumenti di supporto, allo scopo di implementare azioni concrete e misurabili e di accompagnare la Città lungo le traiettorie delle transizioni, con riferimento a energia e sostenibilità.

Tra gli obiettivi specifici dell’accordo, quindi, ci saranno: l’acquisizione dei dati per mappare costantemente il sistema energetico della città; la creazione di modelli, alimentati dai dati in grado di offrire una stima scientifica e quantitativa dei possibili impatti di scelte alternative; lo sviluppo di strumenti integrati e innovativi (database, piattaforme web interattive, decision theatre) a supporto del decisore e la creazione di un processo partecipativo e un dialogo diretto e costruttivo tra Amministrazione e popolazione attorno ai temi dell’energia e della sostenibilità.

Il Rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco ha commentato: “Il Politecnico ha aderito con entusiasmo alla chiamata della Città, perché il nostro sistema è estremamente complesso e per affrontarlo è necessario fare “massa critica”, mettere a sistema le nostre competenze a servizio dei decisori politici e fare in modo che le loro scelte siano indirizzate al meglio. I nostri Atenei a Torino collaborano da tempo sui temi della sostenibilità, per affrontare in modo sinergico le sfide del nostro tempo: lo abbiamo già fatto per il Governo italiano, e ora siamo più che disponibili a supportare la Città di Torino”.