ECONOMIA- Pagina 245

Agenzia delle Entrate, pagare si deve. E si può in videochiamata

La fase sperimentale era stata avviata a Torino nel dicembre scorso, oggi l’Agenzia delle Entrate estende a tutto il Piemonte il servizio di assistenza in videochiamata

Si tratta di un vero e proprio sportello a distanza che consente tutte le operazioni dello sportello fisico, anche  la firma di documenti.

Nei primi 6 mesi di operatività, a Torino sono state fatte circa 3.000 prenotazioni, pari a circa 51% dei posti disponibili.

I Comuni del Piemonte si rinnovano con la trasformazione digitale

La Regione lancia un Programma d’azione e una TASK FORCE per accedere ai fondi dedicati alla trasformazione digitale del Piemonte

Piemonte digitale 2030. È questo il nome del nuovo programma d’azione regionale che sosterrà e accompagnerà i comuni piemontesi nell’accesso ai fondi per la trasformazione digitale, a partire dai bandi del PNRR attualmente on line, grazie a una task force dedicata che fornirà alle amministrazioni un’assistenza progettuale e procedurale.

La Regione Piemonte, nella consapevolezza che la logica competitiva del PNRR e, più in generale, la spinta sempre più forte alla transizione digitale a cui sono chiamate le pubbliche amministrazioni rende necessario e urgente un forte supporto pubblico sulle competenze, ha deciso di mettere a disposizione un team di professionisti ed esperti del CSI Piemonte e della Fondazione Torino Wireless, in collaborazione con gli altri Entiche operano a supporto della transizione digitale della PA: Anci Piemonte, Uncem Piemonte, ANPCI e il Dipartimento per la trasformazione digitale.

Un progetto importantissimo commentano il presidente della Regione e gli assessori allInnovazione e allo Sviluppo delle Attività Produttive per supportare i nostri comuni, stare al fianco soprattutto di quelli piccoli, che costituiscono la spina dorsale della nostra regione, e che sono meno strutturati rispetto a quelli grandi. Siamo in un momento storico estremamente ricco di opportunità con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una mole di risorse e di opportunità ma occorre favorire conoscenza e assistenza. Con Piemonte Digitale 2030 la Regione Piemonte, all’interno della strategia di rafforzamento dell’ecosistema regionale pubblico, intende supportare gli enti e agevolare il processo di trasformazione digitale che migliorerà lavita dei cittadini, fornendo gli strumenti e le conoscenze necessarie per affrontare la sfida del PNRR.

La squadra è a disposizione delle amministrazioni, soprattutto lepiù piccole e con maggiore necessità di supporto, e ha come obiettivo facilitare l’accesso alle opportunità offerte dai bandidedicati espressamente alla “Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione”.

“Siamo orgogliosi di far parte di questo importante programma regionale sottolinea Pietro Pacini, Direttore generale del CSI Il CSI ha le competenze e le professionalità per supportare le Amministrazioni nel percorso di trasformazione digitale, aiutando subito gli enti ad accedere agli ingenti finanziamenti previsti dai bandi del PNRR.  Il Consorzio è in grado offrire soluzionitecnologiche semplici e sicure ai Comuni che vogliano sfruttare le opportunità delle misure di intervento del PNRR che rappresenta una straordinaria opportunità di rilancio per il nostro territorio e il CSI non si tira indietro, confermando il proprio ruolo di partner tecnologico della Pubblica Amministrazione”.

Questo programma d’azione – commenta il presidente di Fondazione Torino Wireless, Massimiliano Cipolletta – è un tassello determinante per consolidare e far evolvere la nostra posizione di territorio innovativo che investe sul futuro e siamo, pertanto, davvero grati alla Regione di averci coinvolti in una iniziativa di tale portata strategica. Fondazione Torino Wireless ha sviluppato e messo in campo negli anni, rispetto alla PA e alle imprese, competenze consolidate di analisi, assistenza e accompagnamento su bandi e progetti legati all’innovazione e, dunque, questa sfida per una PA sempre più digitale e vicina ai bisogni di cittadini e imprese ci trova più che mai pronti ed entusiasti. Conferma la nostra missione di cerniera sui temi dell’innovazione tra pubblico, privato e società e rafforza il rapporto di complementarità e partnership con CSI Piemonte”.

***

Le risorse disponibili sul PNRR sono moltissime, fino a 260 milioni di euro per la digitalizzazione del territorio piemontese, suddivisi in 5 grandi misure che finanzieranno:

1) la migrazione al cloud, per trasferire sistemi, dati e applicazioni verso cloud certificati e sicuri;
2) il consolidamento della piattaforma digitale PagoPA come punto privilegiato di contatto tra enti e cittadini per le transazioni economiche;
3) l’adozione dell’app IO, l’infrastruttura unica che permetterà alle PA di notificare gli atti amministrativi a valore legale alle persone fisiche e giuridiche;
4) l’incremento dell’adozione dell’Identità digitale: SPID e CIECarta d’Identità Elettronica;
5) l’adeguamento dell’esperienza dei cittadini nei servizi pubblicia standard di accessibilità e usabilità.

Le risorse saranno assegnate in ordine di prenotazione con l’erogazione di voucher, somme predefinite per tipologia edimensione dell’amministrazione locale. Aderendo a tutte e 5 le misure previste i piccoli Comuni, fino a 2.500 abitanti, ad esempio, potranno contare su importi indicativi fino a 184milaeuro, quelli fino a 5.000 abitanti su 214mila euro, i Comuni fino a 100mila abitanti su 889mila euro e quelli più grandi, fino a250mila abitanti, su oltre 1,7 milioni di euro.

Per accedere ai finanziamenti gli enti però sono chiamati a rispondere rapidamente ed è per questo che la Regione Piemonte ha deciso di istituire una task force dedicata che fornirà alle amministrazioni che ne faranno richiesta un’assistenza progettuale e procedurale, accompagnando l’ente nei diversi passaggi, dall’adesione sul portale padigitale2026.gov.it, alla progettazione degli interventi per ottenere i finanziamenti.  

Da lunedì 27 giugno basterà mandare un’e-mail a pnrr.digitale@regione.piemonte.it ed entro 24 ore si sarà ricontattati, oppure sarà possibile telefonare al numero 011.4324006, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 da lunedì al venerdì per dubbi o chiarimenti o ricevere assistenza nella risposta ai bandi.

Saranno anche organizzati degli incontri sul territorio per presentare le modalità di accesso ai fondi del PNRR. I primi appuntamenti si terranno ad Asti il 30 giugno, quindi Novara il 1° luglio e Torino il 4 luglio.

L’obiettivo finale di questa importante operazione di supporto è favorire l’adozione di soluzioni coerenti con la normativa e gli standard nazionali, avvalendosi delle infrastrutture, delle piattaforme e dei servizi che costituiscono l’architettura del sistema informativo regionale, assicurando in tal modo organicità e coesione territoriale.

Siccità, in campo anche Intesa Sanpaolo: arrivano 100 milioni di euro a sostegno delle imprese agricole

• Finanziamenti dedicati con rimborso rateali o in unica scadenza per il risparmio delle
risorse idriche
• Iter semplificato e veloce per poter accedere al credito nel più breve tempo possibile
• Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto le prime
regioni ad accedervi ma sarà possibile estendere il plafond anche ad altre aree

– Intesa Sanpaolo ha stanziato un plafond di 100 milioni di euro a
sostegno delle piccole e medie aziende agricole che stanno subendo i danni causati dalla
siccità. La banca vuole così dare un sostegno immediato e dedicato al fine di rispondere nel più
breve tempo possibile alla situazione di emergenza venutasi a creare in Italia e in particolar
modo nei territori delle regioni Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e
Veneto.

E’ prevista la possibilità di richiedere finanziamenti a breve termine con rimborso in un’unica
soluzione (per capitale ed interessi) alla scadenza oppure con rimborsi rateali aventi periodicità
regolare, e a medio-lungo termine, finalizzati al risparmio dell’acqua e in generale alla
ottimizzazione delle risorse idriche. Sarà possibile attivare queste soluzioni con iter semplificati
e veloci al fine di poter accedervi nel minor tempo possibile.

Nel caso in cui lo stato di emergenza si ampliasse ad altre regioni, Intesa Sanpaolo estenderà il
proprio sostegno alle aziende interessate.

Intesa Sanpaolo mette a disposizione tutte le proprie filiali sul territorio per fornire prontamente
informazioni e assistenza, in particolare attraverso la rete dedicata della Divisione Agribusiness
presente nelle aree a maggior vocazione agricola con 250 punti operativi e oltre 1.000
professionisti.

Il coleottero che scheletrizza i vigneti: allarme in Piemonte

Aumentano in Piemonte i danni provocati dall’insetto Popilla japonica. Confagricoltura Piemonte ha raccolto la documentazione fotografica di molti  vigneti e frutteti ‘scheletrizzati’, in particolare nel nord della regione e nel Canavese. Gli agricoltori chiedono alla Regione di poter attuare trattamenti fitosanitari specifici contro questo coleottero che devasta le colture.

Nasce a Torino, con Green Pea Building, l’edificio del futuro per gli uomini del futuro

Nasce a Torino, con Green Pea Building, l’edificio del futuro per gli uomini del futuro

Settore piemontese del farmaco: il 5,71% sul totale nazionale. Rilancio dell’industria della life science

IL PIEMONTE APRE UNA NUOVA FASE

Bioindustry Park e Città della Salute cerniera ideale con i grandi poli europei e italiani Un quarto delle startup italiane del settore è incubato nei centri di ricerca regionali

Colleretto Giacosa

Il Piemonte si trova a cavallo tra due aree leader globali nelle life sciences: il bacino padano con Lombardia ed Emilia, e il Rhône-Alpes. Si viene così a creare un asse inedito che potrebbe replicare o addirittura estendere la Biovalley che già si è sviluppata tra Alsazia, Baden-Guttenberg e l’area di Basilea. È questo uno dei temi discussi sulla base dello studio “L’industria della life science, il futuro del Piemonte?” nel corso di un evento promosso da Confindustria PiemonteIres Piemonte e UniCredit.

Lo studio parte dai dati globali. Nel mondo sono in fase di studio 15.000 nuovi farmaci, di cui 7.000 sono già in fase clinica. Gli investimenti stimati tra il 2019 e il 2024 sono pari a mille miliardi di dollari. Nel nostro Paese la filiera delle scienze della vita registra un valore della produzione di oltre 225 miliardi di euro, un valore aggiunto di 100 miliardi e 1,8 milioni di addetti. Il valore aggiunto totale (considerando anche l’indotto) corrisponde al 10% del PIL nazionale. Analizzando i grandi poli europei, la sola Biovalley che è oggi l’hot-spot leader in Europa, comprende 40 istituzioni scientifiche, 900 aziende (incluso il 40% delle più grandi aziende farmaceutiche del mondo), 100.000 studenti e più di 11 Life Science Parks. A Lione il polo Life science and health dà lavoro 72.500 persone, il 12% di tutta l’occupazione locale, con 2.100 stabilimenti con dipendenti e 1.600 studi clinici condotti ogni anno. A Milano, solo lo Human Technopole è una realtà in grado di attrarre 1.500 ricercatori, e si sta sviluppando all’interno di una filiera della salute che ha generato nel 2018 oltre 25 miliardi di euro di valore aggiunto e un indotto di oltre 24 miliardi.

Il Piemonte può invece contare oltre un quinto delle 571 imprese censite da Assobiotec, piazzandosi al secondo posto dopo la Lombardia, mentre è leader nell’incubazione di start-up, con il 24% del totale nazionale. Il cuore pulsante di questo ecosistema è il Bioindustry Park Silvano Fumero, oggi società benefit, creato negli anni’ 90 con una governance mista pubblica (Finpiemonte, Città Metropolitana di Torino, Camera di Commercio di Torino, Confindustria Piemonte e Confindustria Canavese) e privata. Oltre 27.000 metri quadri sono adibiti a laboratori, uffici, impianti pilota.  Sono 42 i soggetti insediati tra cui 5 grandi imprese, una media, 29 piccole, 4 centri di ricerca, 2 associazioni e la Fondazione ITS Biotecnologie e Nuove Scienze della vita, per un totale di più di 600 addetti. Uno sviluppo accelerato dal Polo di innovazione BioPmed, che integra importanti punti di forza nella ricerca (4 Università, Politecnico di Torino e centri di ricerca quali Fondazione Edo ed Elvo Tempia, Centro di Biotecnologie Molecolare MBC, INRIM Istituto nazionale di ricerca metrologica, Istituto zooprofilattico sperimentale del Piemonte e della Valle d’Aosta), multinazionali del farmaco di importanza internazionale quali Bracco Imaging,  Merck Serono-RBM, AAA – Advanced Accelerator Applications a Novartis Company, insieme a piccole medie imprese che hanno saputo attingere a fondi di venture capital. A questa realtà consolidata, si affiancherà il Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino in grado di generare ulteriori sinergie fra sanità, ricerca, didattica, imprenditoria e residenzialità. L’obiettivo è ospitare più di 500 ricercatori, costituendo un’adeguata massa critica per sostenere la competizione internazionale nella filiera della salute, e accelerare il trasferimento tecnologico.

Il Piemonte si sta muovendo nella giusta direzione, forte della sinergia fruttuosa tra pubblico e privato, tra centri di formazione e ricerca avviata nell’ultimo ventennio. Penso all’importanza che ha avuto per il Bioindustry Park la presenza tra i soci fondatori del Gruppo Bracco, una delle realtà italiane più importanti nel settore e che, insieme a Merck, è stata propulsore grazie all’investimento costante in ricerca e innovazione e a interlocutori pubblici attenti a valorizzare l’opportunità. Oggi il Bioindustry Park può essere modello per lo sviluppo di un distretto con vision internazionale e attrattivo per le molte aziende interessate a investire nel comparto. Con un occhio di riguardo, sempre, allo sviluppo della ricerca, che è alla base di ogni ideazione, e alla capacità di fare rete anche trasversale con settori diversificati” spiega Fiorella Altruda, presidente Bioindustry Park.

Confindustria Piemonte ha inserito il settore della Life Science fra i 10 obiettivi verticali, 10 settori produttivi, 10 eccellenze sui quali puntare per il futuro della nostra economia, con il Piano Industriale del Piemonte, grazie agli investimenti che saranno resi possibili attraverso le risorse del PNRR e della prossima programmazione europee. Quello di oggi è un ulteriore confronto per la messa a terra delle risorse e permettere alle nostre Imprenditrici, ai nostri Imprenditori e ai nostri concittadini di cogliere le opportunità offerte dal PNRR e dai Fondi Strutturali per una nuova visione del futuro con, al centro, il lavoro e la ricostruzione della ricchezza, non solo economica ma anche sociale e culturale” ha sottolineato Marco Gay,  presidente di Confindustria Piemonte.

La natura senza precedenti della pandemia da Covid-19 ha dimostrato ancora una volta l’importanza di investire in ricerca e nell’innovazione, in tutti i settori dell’economia e, in particolare, in Life Science, dove le aziende biotecnologiche, farmaceutiche e di dispositivi medici sono state fondamentali per contenere e risolvere la crisi sanitaria. L’innovazione è per UniCredit una priorità e oggi più che mai, deve parlare un linguaggio globale. Con UniCredit Start Lab favoriamo le connessioni tra le start-up e le controparti sia industriali che finanziarie. In Italia, negli ultimi anni, abbiamo messo in contatto le start-up più promettenti con oltre 700 aziende e 800 investitori” ha spiegato Giusy Stanziola, del Start Lab & Development Programs di UniCredit.

Tornando ai dati dello studio, oggi il settore piemontese del farmaco in senso stretto, pesa in termini di imprese attive per il 5,71% sul totale nazionale, e circa l’8,8%, comprendendo anche i dispositivi biomedicali e il 7% sul totale dei servizi. In termini di addetti vale il 4,5% per il segmento manifatturiero e il 9,4% per quello dei servizi. Per quanto attiene alla produzione dei farmaci il Piemonte vale invece l’1% in termini di occupati e fatturato, e il 2,2% dell’export, pari a quasi un miliardo nel 2021. In Piemonte ci sono 39 aziende in questo settore, e circa tremila sono gli occupati. La crescita del fatturato è costante a ritmi del 30% negli ultimi cinque anni, e del valore aggiunto (+36%). Ancora meglio la redditività, con un costo per addetto che è passato da 57.813 euro nel 2016 a 64.9992 euro, a fronte di ricavi pro-capite per lavoratore saliti da 331.987 a 401.091 euro. La Lombardia genera 14,4 miliardi di ricavi dalle vendite, il Piemonte è staccato ad appena 801 milioni. Il comparto delle apparecchiature elettromedicali ed elettroterapeutiche registra un export di 800 milioni, di cui il Piemonte detiene una quota del 10%. Le vendite equivalgono a 160 milioni, raddoppiate rispetto al 2016.

Lungo tutta la filiera Life Science, decisivo è infine il ruolo del capitale umano. Secondo lo studio va sviluppata la formazione del medico ricercatore, per cui in Italia manca il sostegno e il coordinamento delle piccole esperienze frammentarie in corso. Nell’ambito dei corsi di laurea in biotecnologie e medicina sono da potenziare percorsi di formazione alla ricerca, integrati con i programmi di specializzazione e di dottorato, per consentire a studenti di alto potenziale l’avvio di una carriera nel campo della ricerca. Serve poi lo sviluppo dei dottorati industriali per favorire il trasferimento tecnologico, coinvolgendo le imprese del settore Life Science. Fondamentale sarà anche avviare con il sistema privato un tavolo di confronto, e Confindustria Piemonte ha ribadito l’impegno a fornire il suo contributo come interlocutore intermedio.

 

Siccità, oltre 200 interventi finanziati in Piemonte

 

Quasi 6,8 milioni di euro per opere di somma urgenza e più di 800 mila euro per trasportare acqua con le autobotti

 

Con l’accoglimento della richiesta dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, sono in arrivo in Piemonte 7,6 milioni di euro per intervenire sull’emergenza idrica che da settimane sta mettendo a dura prova il territorio. In particolare, quasi 6,8 milioni di euro sono destinati a 102 interventi di somma urgenza e più di 800 mila euro vengono utilizzati per 142 interventi di trasporto dell’acqua con le autobotti.

«Si tratta di un primo stanziamento per le somme urgenze che ci sono state segnalate dai territori più colpiti. Abbiamo però trasmesso a Roma una ricognizione più approfondita di interventi meno urgenti, ma che riteniamo comunque necessari per prevenire il ripetersi in futuro di situazioni come questa e ci auguriamo che anche su queste altre opere possa arrivare al più presto un sostegno – commentano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica e l’assessore alla Protezione Civile Marco Gabusi –. Siamo in presenza di un’emergenza in cui la rapidità degli interventi è determinante. Siamo perciò soddisfatti della velocità con cui il governo ha risposto alle nostre richieste stanziando subito una prima tranche di risorse da destinare alle somme urgenze. Questo è il primo passo di un percorso più strutturale che dobbiamo però fare tutti con rapidità se vogliamo dare un vero aiuto ai territori che maggiormente stanno soffrendo in questo momento».

«Ora auspichiamo che con altrettanta rapidità il Governo accolga anche la richiesta della stato di calamità per l’agricoltura – aggiunge l’assessore alla Agricoltura Marco Protopapa – indispensabile sia per ristorare i nostri agricoltori di fronte ai danni causati da questa prolungata siccità, ma anche per attivare gli investimenti necessari per una futura nuova gestione dell’acqua».

Gli interventi riguardano le interconnessioni di rete, la sostituzione o il potenziamento di pompe, le opere di progettazione per il potenziamento di sorgenti o di sostituzione della rete idrica e il ripristino di pozzi già esistenti e abbandonati, ovvero opere che servono per evitare il picco di criticità dei mesi estivi. Sono inclusi anche gli interventi di distribuzione di risorse idriche con autobotti nei Comuni che ne hanno dichiarato la necessità.

In particolare, alla provincia di Alessandria sono destinati 95.000 euro per due interventi con autobotti.
Alla provincia di Biella vanno quasi 111.000 euro per 19 interventi: circa 42.000 euro sono destinati alle autobotti e 69.000 alle somme urgenze.
In provincia di Cuneo arrivano quasi 3,3 milioni di euro per 34 interventi quasi interamente in somma urgenza.
Alla provincia di Novara sono destinati oltre 1,7 milioni di euro per 22 interventi, di cui 68.000 per le autobotti e il resto per opere di somma urgenza.
In provincia di Torino sono in arrivo oltre 209.000 euro per 23 interventi, di cui 155.000 euro vanno alle somme urgenze e 54.000 per le autobotti.
In provincia di Vercelli vanno circa 17.000 per 7 interventi, la maggior parte dei quali per interventi con autobotti per un importo di 12.000 euro e la rimanente parte per le somme urgenze.
Per il Verbano Cusio Ossola sono stati stanziati oltre 2,1 milioni per 65 interventi: quasi 1,6 milioni sono destinati agli interventi di somma urgenza e oltre 540.000 euro alle autobotti.

Presentato il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica per un Piemonte più connesso, sicuro,  sano e competitivo

Il Piemonte punta a diventare la prima Regione in Europa per chilometri ciclabili attrezzati. Per farlo la Regione Piemonte mette in campo 40 milioni di euro di fondi europei per attuare il Piano Regionale della Mobilità Ciclisticapresentato oggi a Torino alla presenza del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, degli assessori ai Trasporti Marco Gabusi, al Turismo Vittoria Poggio e all’Ambiente Matteo Marnati, dei rappresentanti dell’ANCI Associazione Nazionale Comuni Italiani e della FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, oltre al partner italo-olandese Decisio, che ha collaborato alla stesura del Piano.

Frutto di due anni di intenso lavoro, il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica rappresenta lo strumento di pianificazione e programmazione di settore che la Regione predispone e approva con cadenza triennale per conseguire le finalità della legge e in coerenza con il Piano Nazionale della Mobilità Ciclistica.

«Il Piemonte punta a diventare la prima regione in Europa per piste ciclabili attrezzate e questo Piano ci aiuterà a raggiungere l’obiettivo – ha detto il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Investiremo più di 40 milioni di euro, attraverso i fondi europei del Fesr, per dotare il nostro territorio di infrastrutture adeguate, perché la bici è una risorsa strategica non solo per la mobilità ecologica ma anche per il turismo. E i turisti, come i cittadini, devono potersi muovere con facilità e in sicurezza lungo percorsi ciclabili adatti e strutturati.

Il Piemonte si posiziona tra le prime Regioni in Italia ad aver assunto una propria governance integrata per lo sviluppo di una rete ciclabile. Grazie a questo Piano la Regione traccia la via per un Piemonte in cui la bici sia una scelta sicura, piacevole e vantaggiosa per sempre più persone, al pari degli altri mezzi di trasporto. I Piemontesi amano andare in bici e dal 2001 l’utilizzo è cresciuto quasi spontaneamente del 35%, ma siamo ancora indietro rispetto ai modelli europei. Oggi il 3,5% degli spostamenti avviene in bicicletta: grazie all’applicazione di questo Piano da parte degli Enti Locali a cui si rivolge arriveremo all’8% nel 2030 e al 17% nel 2050.

Sarà compito della Regione Piemonte governare la transizione verso una mobilità sostenibile e ciclabile attraverso un approccio multidisciplinare e con una governance efficace in grado di sostenere funzioni di programmazione, attuazione, valutazione e coordinamento per diffondere la cultura della mobilità ciclistica e migliorare i processi decisionali.

Le azioni principali della Regione Piemonte consistono nell’individuare la rete che ricade nel suo territorio, nel definire gli indirizzi relativi alla predisposizione delle reti ciclabili in ambito urbano ed extraurbano, nell’individuare il sistema delle aree di sosta e le azioni per promuovere l’intermodalità, nel prevedere la realizzazione di azioni di comunicazione, educazione e formazione.

 

«Per usare una figura del ciclismo la Regione Piemonte vuole essere un gregario per portare alla vittoria tutto il modo che gira intorno alla bicicletta, che va dalla mobilità alle attività produttive, dalla quotidianità al benessere – evidenzia l’assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi -. Abbiamo ormai capito tutti che non basta una striscia colorata sull’asfalto per definire uno spazio ciclabile: per questo motivo abbiamo finanziato con fondi regionali studi e progetti in quattro capoluoghi di provincia e ora, con questo piano strategico siamo al fianco dei Sindaci per rendere i territori davvero fruibili per le due ruote.Il 57% dei pendolari si sposta per meno di 5 km e la distanza media percorsa all’interno dei Comuni è di 1.2 km per spostamento: questi sono elementi perfetti per muoversi in bicicletta e noi vogliamo rendere la bici il miglior mezzo di trasporto per questo tipo di spostamenti. Ma guardiamo con attenzione anche ai percorsi più lunghi: come evidenzia bene il Piano, sarà essenziale favorire l’intermodalità e l’estensione del servizio. Saremo perciò molto attenti a sviluppare gli interventi necessari sempre in collaborazione con gli Enti Locali». Gli ambiti d’intervento sono stati individuati utilizzando i criteri guida quali il collegamento da e verso le principali stazioni ferroviarie, il rango urbano all’interno del sistema della mobilità del quadrante e la presenza di rilevanti flussi di pendolarismo, il collegamento di bacini territoriali omogenei di almeno 30.000 abitanti e 10.000 addetti e la presenza di attrattori di rilievo come Università, poli sanitari, poli logistici, ecc.

 

«Con il nuovo piano regionale della mobilità ciclistica – commenta l’assessore regionale al Turismo Vittoria Poggio -, il Piemonte ambisce a scalare ulteriormente la classifica nazionale dei luoghi più attrezzati per la qualità dei percorsi urbani ed extra urbani, ma anche per l’offerta e la qualità dei servizi che secondo le indagini più recenti lo collocano tra i più ricercati. Si inserisce in questo novero il Gran Tour Unesco in Bicicletta, un progetto realizzato da VistPiemonte percorribile già oggi lungo i siti Patrimonio dell’Unesco, un anello di 600 chilometri che consente di andare alla scoperta di località uniche al mondo in modo «slow», tra capolavori artistici e naturali».

 

«Dobbiamo passare dai power point del Piano Regionale della Mobilità Ciclistica ai progetti veri e propri – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati –. Certamente i fondi e il Piano sono essenziali, ma non bastano: dobbiamo fare un importante percorso culturale che richiede un grande lavoro, è necessario convincere il cuore delle persone. Non abbiamo alternative: se non facciamo questo percorso avremo sempre più problemi, come stiamo vedendo purtroppo con le emergenze climatiche. La cosa più importante è la consapevolezza che bisogna spingere velocemente sulla diffusione di una mobilità sempre più sostenibile».

 

Il Piano Regionale della Mobilità Ciclistica definisce gli indirizzi per l’aggiornamento della pianificazione degli Enti locali con norme tecniche e linee guida guardando alle migliori pratiche europee per l’attuazione della rete ciclabile di interesse regionale con l’obiettivo di favorire ed incentivare approcci sostenibili negli spostamenti sistematici quotidiani e del tempo libero.

 

Tra gli obiettivi strategici del Piano la sicurezza è al primo posto ponendo come punto d’arrivo l’eliminazione degli incidenti mortali entro il 2050. Parallelamente punta a ridurre l’inattività fisica e la sedentarietà del -15%.

 

Numerose, infatti, sono le chiavi di lettura che valorizzano il PRMC: Sicurezza e salute, Confort ed attrattività, Accessibilità, Percorribilità e velocità, Coerenza e coesione, Competitività e sviluppo economico. L’impegno di Regione Piemonte è quello di sostenere coerentemente il livello quali-quantitativo, i progressi generati del sistema trasportistico e la direzione verso la quale il sistema di mobilità sta evolvendo.

 

 

“Ho fatto un Coworking, anzi 100”, spunto per una analisi con il pubblico del fenomeno

Presentato il volume sul coworking di Massimo Carraro, fondatore di Rete Cowo, dal titolo

Giovedì 7 luglio, alle 18.30, si è tenuto l’incontro dal titolo “Il Coworking oltre lo Smartworking a Torino”, discussione aperta con Massimo Carraro, autore del libro “Ho fatto un Coworking,anzi 100”e fondatore di Rete Cowo.

Carraro ha dato avvio a una stimolante discussione su come sia cambiata l’organizzazione del mondo del lavoro dall’inizio della pandemia ad oggi e quale sia il reale significato oggi dello Smartworking.

Il relatore si è poi posto la domanda sulle modalità con cui il coworking possa fronteggiare i disagi legati al lavoro da remoto, che spesso altro non significa che “dadasa”.

L’occasione di questo prezioso momento di confronto è stata la presentazione del suo libro intitolato “Ho fatto un Coworking, anzi 100. Se la relazione viene prima del business: storia di Cowo”, una vera e propria guida per chiunque operi nel campo si interessi alle tematiche dello smartworking.

L’incontro ha visto la partecipazione, oltreché di Carraro, anche di sei coworking manager dei maggiori spazi di coworking torinesi e con loro si è sviluppata una discussione sul presente e il futuro del coworking in tempo di smartworking.

L’incontro si è svolto presso Torino Coworking Center, in via Pinerolo  16, che rappresenta 1400 mq di spazi professionali totalmente dedicati all’office sharing e al networking tra professionisti.

Imprese e ricerca, la rivoluzione parte dal Politecnico. Il Pnrr finanzia le infrastrutture tecnologiche di innovazione

Confermato dal Ministero dell’Università e della Ricerca il finanziamento da oltre 145 milioni di euro per 4 progetti proposti dal Politecnico di Torino

Sono state selezionate tra le 39 proposte pervenute al Ministero dell’Università e della Ricerca le quattro nuove Infrastrutture Tecnologiche di Innovazione proposte dal Politecnico di Torino e finanziate complessivamente con 145.596.192 euro, a valere per il 49% sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per quanto riguarda la Missione 4 (Istruzione e Ricerca), nella sua componente dedicata all’accompagnamento delle tecnologie nel passaggio dalla ricerca all’impresa e per il 51% su fondi provenienti da un partenariato pubblico-privato da costituire

Per Infrastrutture Tecnologiche di Innovazione si intendono quei centri di ricerca, costituiti spesso come nodi o network anche dislocati fisicamente in luoghi diversi, che essendo interconnessi creano nell’insieme una infrastruttura che ne amplifica l’impatto in termini di produzione di ricerca all’avanguardia e nuove tecnologie, di conoscenza e trasferimento tecnologico.

Queste infrastrutture hanno anche importanti ricadute socio-economiche sui territori in cui vengono insediate, e anche per le quattro Infrastrutture proposte dal Politecnico lo scopo è di creare un ecosistema in cui le imprese – sia le grandi aziende che le PMI – possano ricevere servizi per l’innovazione, formazione e supporto nella messa a terra delle nuove tecnologie.

“Per il Politecnico l’ottenimento di ben quattro Infrastrutture Tecnologiche di Innovazione rappresenta un risultato importantissimo. Finanziamenti così consistenti in infrastrutture rappresentano infatti un patrimonio che potrà, grazie a un proficuo rapporto tra pubblico e privato, garantire anche per gli anni a venire un notevole impatto sui territori sui quali insisteranno laboratori e centri finanziati grazie a questo bando. Il Politecnico potrà così dotarsi di nuove attrezzature e anche di una rete ancora più efficiente di strumenti per condurre le proprie ricerche e per accompagnare verso il mercato prodotti altamente innovativi nei settori più attuali della ricerca mondiale: energia, mobilità sostenibile e tecnologie del futuro nel settore automotive, aerospazio. Inoltre, come sottolineato in più occasioni dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa, nel caso delle Infrastrutture Tecnologiche di Innovazione sarà l’Italia a fare da modello all’Europa su come implementarle attraverso i partenariati pubblico privati”, commenta il Rettore del Politecnico Guido Saracco.

LE INFRASTRUTTURE TECNOLOGICHE DI INNOVAZIONE PROPOSTE DAL POLITECNICO

 

  • INFUTURO – “Infrastruttura tecnologica di innovazione INFUTURO”

Il settore automobilistico si trova dinnanzi a sfide che cambieranno completamente la mobilità su strada così come la conosciamo oggi, nella direzione riassunta dall’acronimo ACES: Autonomous driving, Connected, Electrification, Sharing mobility.

Nel contesto italiano, al fine di mantenere una presenza nel business dell’automotive e acquisire competenze per la mobilità del futuro, è strategico creare nuove infrastrutture moderne ed efficienti che possano attrarre lo sviluppo e la validazione di attività di livello internazionale.

L’Infrastruttura INFUTURO si colloca in questo filone di ricerca e innovazione, con il coinvolgimento di due partner pubblici e la manifestazione di interesse di player internazionali del settore.

Le attività saranno distribuite in due siti nella regione Piemonte: Pista prove Trino (Trino Vercellese) e Laboratorio veicoli e powertrain connessi e autonomi (Torino).

“INFUTURO è fortemente integrato con il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile e con le altre iniziative del Politecnico in ambito automotive quali il centro CARS. Nasce dalla stretta collaborazione fra il Politecnico e le aziende del settore automotive per creare un’infrastruttura per la prova di veicoli a zero emissioni autonomi e connessi e delle infrastrutture per la “smart mobility”. INFUTURO sarà un’infrastruttura aperta alle aziende e ai centri di ricerca che renderà accessibili possibilità di sviluppo uniche a livello internazionale a beneficio delle imprese comprese le PMI”, commenta il professor Andrea Tonoli, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino e coordinatore dell’Infrastruttura tecnologica di innovazione INFUTURO.

Budget totale: 38.494.000 €

 

  • IRSME – “Infrastruttura di innovazione nazionale in rete per la simulazione e il monitoraggio del sistema energetico”

Esempio di Infrastruttura multi-sito che coinvolgerà tutte le Regioni italiane, IRSME rappresenterà un Laboratorio Nazionale Multidisciplinare basato su una piattaforma IT che collega, sulla rete nazionale GARR, laboratori nazionali già esistenti o creati appositamente per la simulazione, la prototipazione e il test di sistemi energetici.  La nuova infrastruttura IRSME risponde alle sfide poste dalla transizione energetica permettendo analisi e simulazioni di modelli di infrastrutture energetiche, tecnologie, componenti sia reali che virtuali e la loro interazione.

Lo scopo dell’Infrastruttura è di favorire l’integrazione nel sistema energetico delle fonti rinnovabili e l’uso ottimizzato delle risorse, sia dal punto di vista energetico-ambientale che da quello tecnico-economico, e contribuire alla transizione ecologica.

Hanno manifestato il proprio interesse ad aderire all’Infrastruttura 13 soggetti pubblici e 46 aziende private.

“Il progetto, rappresenta una grande opportunità di collaborazione e di trasferimento tecnologico tra aziende ed enti di ricerca; la manifestazione di interesse, a cui hanno aderito bene 46 aziende, ha evidenziato che non solo i grandi player energetici ma anche le piccole medie imprese hanno visto prospettive interessanti per la loro competitività nella partecipazione all’iniziativa. Abbiamo davanti una grande sfida che quando sarà vinta renderà disponibile al Paese uno strumento potente e innovativo di supporto ai decisori tecnici e politici”, commenta il professor Romano Borchiellini, del Dipartimento Energia “Galileo Ferraris” del Politecnico di Torino, Referente del Rettore per l’Energy Center del Politecnico e coordinatore di IRSME – Infrastruttura di innovazione nazionale in rete per la simulazione e il monitoraggio del sistema energetico.

Budget totale: 34.708.000 €

  • ISM4Italy – “Infrastruttura di innovazione per la mobilità sostenibile in Italia”

L’Europa promuove con sempre maggiore forza una strategia di mobilità sostenibile e intelligente. In quest’ambito si colloca l’azione dell’Infrastruttura ISm4Italy, che rafforzerà i settori industriali della mobilità intelligente, elettrica e autonoma in ambito terrestre (automobilistico e ferroviario) e aerospaziale. Tali settori beneficeranno in particolare di soluzioni e metodi dalle aree della robotica e dell’intelligenza artificiale come “driver” per l’implementazione di veicoli e velivoli autonomi.

Hanno manifestato il proprio interesse ad aderire all’Infrastruttura 6 soggetti pubblici e 16 aziende private.

 

“Il progetto ISM4Italy rappresenta la naturale evoluzione del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, con l’intento di raccordare un’iniziativa di tipo industriale con un progetto di ricerca e sviluppo a TRL più basso. La coesione di intenti ad elevato TRL tra aziende e università e centri di ricerca rappresenta una novità assoluta per il panorama nazionale”, commenta il professor Giorgio Guglieri, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino e coordinatore di ISM4Italy – Infrastruttura di innovazione per la mobilità sostenibile in Italia.

Regioni su cui è distribuita l’infrastruttura: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Campania, Puglia.

Budget totale: 39.994.192 €

  • IS4Aerospace – “Infrastruttura tecnologica di innovazione per il knowledge transfer nell’ambito delle nuove sfide dell’Aerospazio”

 

L’industria aerospaziale attraverserà un cambio di paradigma nei prossimi anni, a causa delle strategie “verdi” imposte dall’Unione Europea (velivoli elettrici e ibridi, nuovi materiali leggeri che permettono di risparmiare energia.

La nuova infrastruttura sarà dedicata allo sviluppo di attività di trasferimento tecnologico e servizio in campo aeronautico e spaziale, con laboratori integrati e test facilities per coprire tutte le fasi dallo sviluppo alla certificazione di materiali e componenti anche attraverso l’uso di elementi reali e simulati scambiabili tra loro in un processo che permetta il raggiungimento della performance desiderata.

In questo caso, l’infrastruttura si svilupperà in un unico sito: la Città dell’aerospazio a Torino, dove diventerà una componente essenziale del nascente ecosistema di ricerca e trasferimento tecnologico dedicato a questi temi nel capoluogo subalpino.

Si sono dimostrate interessate alle attività dell’Infrastruttura grandi aziende multinazionali del settore.

“IS4Aerospace è un progetto fortemente integrato fra il mondo industriale e l’università, in completo raccordo con altre misure del PNRR e con le linee strategiche del territorio. Aziende e Università hanno partecipato significativamente al suo concepimento, alla determinazione degli obiettivi e dei metodi per perseguirli. Questa infrastruttura rappresenta in definitiva una reale sfida nella realizzazione di una partnership pubblica privata in un comparto tecnologicamente avanzato quale è l’aerospazio, sottoposto a significative evoluzioni nei prossimi anni verso soluzioni  dirompenti che richiedono maturazioni tecnologiche testate e  certificate”, dichiara il professor Massimo Sorli, del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino e coordinatore di IS4Aerospace Infrastruttura tecnologica di innovazione per il knowledge transfer nell’ambito delle nuove sfide dell’Aerospazio.

Budget totale: 32.400.000 €